Mai come oggi, la gran parte dei quotidiani aprono la Prima Pagina concordando, all’unisono, sull’analisi della situazione e del quanto ha lasciato sul campo il Cdm convocato per ieri sera: stracci! Poi ognuno magari ne fa cernita e li pone nel cesto dell’una o dell’altra parte ma …. ma STRACCI sono e STRACCI restano ne più ne meno come nero resta il Ciro della famosa “Tammuriata nera” di E. A. Mario e Nicolardi:
Io nun capisco, ê vvote, che succede…/ e chello ca se vede,/ nun se crede! nun se crede!
E’ nato nu criaturo niro, niro…/e ‘a mamma ‘o chiamma Giro,/ sissignore, ‘o chiamma Giro…
Séh! gira e vota, séh… / Séh! vota e gira, séh…
Ca tu ‘o chiamme Ciccio o ‘Ntuono,/ ca tu ‘o chiamme Peppe o Giro,/ chillo, o fatto, è niro, niro,/ niro, niro comm’a che!… […]
E questo credo che sia incontestabile ed orami anche incontrovertibile con i grillini che restano fermi sulle misure salva-Roma e sul chiedere un passo indietro del sottosegretario Siri, ed i leghisti che, invece, restano contrari alle misure salva-Roma e continuano difendere Siri.
Ed il Premier Conte? NI!
Il Premier, perché tale è l’incarico che Conte ricopre nel governo, che fa? Sbotta, s’infuria ma non si decide ancora a defenestrare – come è nei suoi poteri – il sottosegretario Siri e così, una volta in più, la coalizione appare essere sull’orlo della rottura ma forse tira ancora avanti dando così ragione alla titolazione de Il Fatto Quotidiano:
“L’ora è grave, ma non seria – Botte da orbi sul Decreto crescita. Conte furioso con il leghista”
e resta così implosa ed esplosa allo stesso tempo con Di Maio che sbotta contro Salvini dicendo: “Così m’accoltelli” ed il Blog dei pentastellati che chiede al Carroccio di rispondere sul caso-Siri e pone 4 domande alla Lega:
1. Quali sono i reali rapporti tra Siri, la Lega e Paolo Arata (l’ex parlamentare di Forza Italia, adesso responsabile del programma della Lega per l’ambiente che, secondo l’accusa, sarebbe vicino a Vito Nicastri, imprenditore indicato dai magistrati come “finanziatore” della latitanza del boss Matteo Messina Denaro)?
2. Perché il sottosegretario Siri ha presentato più volte delle proposte, sempre bloccate e rispedite al mittente dal MoVimento 5 Stelle, per incentivare l’eolico (materie oggetto di interesse proprio di Paolo Arata)? Per quale fine?
3. Perchè Siri si è contraddetto, cambiando versione più volte (quando è uscita la notizia dell’indagine per corruzione ha detto: “Non mi sono mai occupato di eolico in vita mia“. Poi ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: “Me l’ha chiesto una filiera di piccoli produttori”. Infine, al Corriere, ha dichiarato: “Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto ‘va bene, mandamelo’ ”)?
4. Il figlio di Arata è stato assunto da Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica. Giorgetti sapeva che era figlio di Arata e dei rapporti del padre con Nicastri?
Il più grande capitale dei cittadini italiani – conclude il movimento sul suo Blog – è la reale volontà di cambiamento delle forze al governo. Dare una risposta a queste domande significa dire ai cittadini che in Italia le cose sono cambiate davvero. Il cambiamento non ammette sconti, o scorciatoie. Prima di tutto con se stessi, come il Movimento 5 Stelle ha sempre dimostrato. Andiamo avanti a lavorare, c’è tanto da fare, ma con serietà.
A questo punto, normalmente, inserirei una mia analisi della situazione ma oggi mi “risparmio” privandomi del piacere di farla e torno al Fatto Quotidiano dal quale riprendo, facendola anche mia, la condivisibile analisi che qui riporto:
“gli scazzi tra Salvini e Di Maio nascono dal tentativo disperato di Lega e M5s di nascondere il fallimento del contratto di governo”.
“Se ci si presta un minimo di attenzione, si noterà facilmente che i battibecchi quotidiani tra il leader della Lega e il leader del M5s non nascono mai con la logica della sana competizione tra due partiti di governo che fanno di tutto per intestarsi i buoni risultati del proprio esecutivo. Nascono semmai proprio per la ragione opposta, ovvero per parlare di un qualsiasi tema capace di mettere in secondo piano i risultati del governo. Il problema di Di Maio e Salvini non è la loro litigiosità ma è l’acclarata incompatibilità con la guida della settima economia più importante del pianeta di due partiti populisti che in undici mesi, grazie a quello che hanno fatto e non grazie a quello che non hanno fatto, sono riusciti a spingere la traiettoria dell’Italia sul piano inclinato della progressiva sfiducia”.
E questo è! E così è da sempre come da sempre, sin da subito (ed anche prima), ho scritto nell’analisi di quest’ameba di governo partorito da uno scellerato contratto di due treni in partenza da stazioni diverse e dirette a diverse ed opposte mete ma (auto)costrettesi a viaggiare sullo stesso binario sottoscrivendo così, sin da subito, l’inevitabile disastro di uno scontro frontale che prima o poi sarebbe, invitabilmente, giunto. Unica incognita la località e quindi il ometo dello scontro: ma questo era ed è legato unicamente alla velocità di crociera dei due od anche di uno solo dei treni; e le accelerazioni di questi ultimi giorni hanno notevolmente ridotta la distanza di impatto. FORSE! E scrivo forse perché con il Duo nulla è mai chiaro nè sicuro, men che meno serio.
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