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Binotto: “Stagione 2022? Vogliamo tornare a vincere”

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e parole del team principal della Ferrari Mattia Binotto intervenuto in una conference call con i media

Binotto: “Stagione 2022? Vogliamo tornare a vincere”

Mattia Binotto, team principal della Ferrari, è intervenuto in una conference call con i media. L’ingegnere italiano si è focalizzato su tanti aspetti: dalla stagione ancora in corso pensando a quella 2022. A tal proposito, ecco le sue dichiarazioni:

Binotto, dove bisogna progredire?
«Telaio, aerodinamica, motore, strategia, integrazione fra piloti e squadra. Bisogna spingere su ogni aspetto. L’obiettivo è tornare a vincere gare nel 2022. L’anno scorso eravamo distanti dalla pole in media 1”4, oggi 7 decimi. La strada è giusta, in F.1 non esistono i miracoli, dobbiamo continuare a lavorare. Prendiamo i pit stop: abbiamo fatto l’84% dei cambi gomme sotto i 3”, rispetto al 48% di un anno fa. Eravamo l’ottavo team e ora siamo il secondo. Ci sono segnali incoraggianti».

E se nel 2022 le aspettative non fossero rispettate?
«Significherebbe avere sbagliato qualcosa. E quindi bisognerebbe individuare quali competenze ci mancano per fare il passo decisivo. Sono convinto che la stabilità organizzativa sia fondamentale. Non c’è stato team che non abbia vinto e aperto un ciclo dopo un periodo di consolidamento. Si può cambiare, ma partendo da un gruppo e arricchendolo con risorse esterne dove servano».

Puntate a fare un’impresa come Jacobs?
«Beh, lui è uno sprinter. Noi corriamo campionati di 23 gare in cui conta più la costanza che l’exploit in una singola occasione. Non basta la pole a Montecarlo per vincere il Mondiale».

La pressione è un privilegio o un veleno?
«In Italia ci sarà sempre pressione sulla Ferrari. Io la sento in modo positivo, è uno stimolo a fare sempre di più. Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi leader come Todt e Brawn. Rispetto al primo anno da team principal, ho delegato molto dal punto di vista tecnico e ho più tempo per piloti, politica e relazioni con FIA e F1. Ho imparato che è difficile fidarsi delle persone in questo ambiente».

Un voto alla Ferrari del 2021?
«Il 2020 è stato pessimo, il peggiore dal 1980, con una macchina davvero lenta in rettilineo. Finora, invece, il voto va considerato sufficiente. Il regolamento imponeva tante limitazioni, abbiamo dovuto mantenere telaio e sospensione anteriore uguali all’anno scorso, e anche il numero di ore per lo sviluppo aerodinamico era contingentato. Abbiamo fatto un buon lavoro, raccogliendo più del doppio dei punti dopo 11 gare».

Obiettivi per il 2021?
«Siamo la terza forza, a pari con la McLaren, oltre non è lecito sperare. In Belgio, dopo la sosta, sarà difficile. Il 60% del ritardo dai migliori lo paghiamo a causa del motore e a Spa la potenza conta. Più avanti porteremo un’evoluzione della power unit, non a Monza. Il regolamento consentiva di omologare un propulsore nuovo a inizio stagione, mentre noi abbiamo cambiato solo alcune parti. Perciò possiamo introdurre qualche modifica che ci aiuterà in modo significativo e servirà come prefigurazione della power unit 2022».

Come giudica i piloti?
«Sono convinto che con Leclerc e Sainz abbiamo la migliore coppia della F.1. Sono talentuosi, veloci e giovani, una garanzia per il futuro. Charles lo conosciamo, è cresciuto nel nostro vivaio, sulle sue capacità non abbiamo dubbi. Senza gli incidenti in qualifica a Montecarlo e al via dell’Ungheria, in cui è stato anche sfortunato, avrebbe una vittoria e un secondo posto in più. Sta crescendo nella visione della corsa e nella gestione delle gomme. Ha un grande potenziale. Carlos non mi ha sorpreso. Prima di prenderlo, abbiamo analizzato le sue caratteristiche: è concreto, porta punti alla squadra ed è lucido nel comunicare con gli ingegneri. Si sta integrando e sta capendo sempre meglio la macchina. Nella seconda metà di stagione mi aspetto che metta insieme un weekend perfetto, senza errori in qualifica, in partenza o in gara. Il modo in cui stanno lavorando insieme, con personalità, mi fa ben sperare per il futuro».

Nuovi piloti all’orizzonte?
«Quest’anno è stato più difficile per la Ferrari Driver Academy, ma bisogna dare il tempo ai ragazzi di crescere. La prima stagione di Mick Schumacher serve da apprendimento, senza pressioni, e stiamo discutendo con la Haas per confermarlo lì. Giovinazzi resta il nostro pilota di riserva, la prima alternativa ai titolari. Sta mostrando una crescita ogni anno e spero che possa restare all’Alfa, se lo merita».

A che punto è la Ferrari 2022?
«Telaio, sospensioni e cambio sono stati già definiti, ora passeremo ai disegni e alla produzione, per avere la vettura completa entro fine anno e portarla sui banchi prova. Per noi questo progetto è stato prioritario. Abbiamo provato tutte le soluzioni aerodinamiche possibili in galleria del vento per essere certi delle nostre scelte. L’altro elemento importante sarà la nuova power unit. Ci stiamo lavorando tantissimo, pur con la limitazione delle ore concesse al banco».

Com’è il regolamento?
«C’è meno libertà del passato, quindi vedremo monoposto molto simili nelle forme ed entro un paio anni mi aspetto una grossa convergenza fra i team. Meccanica, sospensioni, peso, baricentro, sistema di raffreddamento, saranno tutti elementi più importanti per fare la differenza rispetto a oggi, così come la power unit. Anche i piloti potranno essere determinanti. Durante il 2022 dovremo riflettere con la Fia e gli altri team per capire se abbiamo esagerato in questa riduzione della libertà oppure no, rivedendo se necessario il regolamento».

E il budget cap?
«Noi e gli altri top team eravamo abituati a spendere molto di più. Abbiamo dovuto adeguare i nostri processi, stabilendo priorità nell’utilizzo delle risorse».

Sfruttare le gomme in ogni circostanza resta complicato. Sarà così con le Pirelli 18 pollici?
«Dopo il Paul Ricard ci siamo chiesti se il surriscaldamento delle gomme anteriori fosse legato a un difetto concettuale della macchina, di assetto o di pilotaggio. Il motivo è che la vettura scivolava davanti. Quindi abbiamo modificato il bilanciamento cercando di evitare il sottosterzo. La situazione è migliorata. I modelli che usiamo al simulatore sono la chiave di tutto. Riuscire ad avere una buona correlazione con il comportamento reale della vettura in pista è determinante per capire le gomme e gestirle. La sfida sarà identica con le coperture da 18 pollici. Dovremo cercare di sviluppare modelli di simulazione adeguati. Perciò ci siamo messi a disposizione della Pirelli, facendo più test di tutti, con l’idea di raccogliere il maggior numero di informazioni».

Quanto servirà il nuovo simulatore?
«Nell’ultimo anno abbiamo profuso uno sforzo enorme in questo settore. Eravamo indietro, rispetto alla concorrenza, e crediamo che avremo un vantaggio. Speriamo di poterlo utilizzare a pieno ritmo entro fine stagione».

Hamilton o Verstappen?
«È una sfida entusiasmante fra due grandi piloti e mi auguro che lottino fino alla fine. Se dovessi scommettere, punterei su Lewis, perché credo che alla fine vincerà la Mercedes. Ma faccio il tifo per Max. Farebbe bene allo sport rompere lo status quo»


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