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inalmente è arrivato il mese che porta turismo e incassi nell’Italia ricca d’arte. Il “Bel Paese” può mettere in mostra ciò che ci è stato, consapevolmente e non, lasciato dagli antichi.
Come un fulmine a ciel sereno, però, molte autorità competenti stanno creando una politica assurda contro la fruizione dei beni culturali italiani.
È di qualche giorno fa l’affermazione della sindaca Virginia Raggi durante il programma di Bruno Vespa “Porta a Porta”, che è in atto un provvedimento che creerebbe un percorso alla Fontana di Trevi (Roma) senza consentire al turista di fermarsi ad ammirare l’opera d’arte.
La sindaca si difende dicendo che non vi sono i mezzi per sostenere il personale. La domanda però sorge spontanea: e il fatturato dei siti con ingresso a pagamento dove convogliano se nulla viene restaurato? Infatti secondo le statistiche del MIBACT, la regione Lazio nel 2016, avrebbe incassato solo con i musei ben 67.616.298 euro.
Anche il ministro Franceschini sembra essere rivolto ad una politica che chiude il bene artistico al pubblico. È dell’idea che siano necessarie delle barriere per evitare l’introduzione del pubblico all’interno della fontana stessa.
Per proteggere un bene non è necessario ingabbiarlo, ma di dispiegare in campo forze di vigilanza che aiuterebbero non solo un nuovo mercato di lavoro, ma non impedirebbe al pubblico di ammirare le bellezze artistiche e archeologiche.
La stessa ministra Valeria Fedeli, con l’influenza del presidente del Parlamento regionale degli studenti della Toscana Bernard Dika, starebbe creando una riforma scolastica a discapito della storia antica. Il nuovo slogan legato al programma scolastico sarebbe: “Meno Babilonesi, più attualità”, prevede l’eliminazione della storia antica per far spazio a notizie di attualità.
Forse la ministra proprio perché non è avvezza del mondo universitario, non potrà comprendere il percorso di uno storico o un archeologo. Quindi quanto sia importante la storia del passato per capire quella attuale, perché come si è soliti dire: “Il passato insegna”.
Essendo solo un’idea, ci si augura che venga dimenticata come le tante promesse che i politici fanno di solito ai propri cittadini.
L’Art. 105. Diritti di uso e godimento pubblico del Codice dei Beni Culturali cita: “1. Il Ministero e le regioni vigilano, nell’ambito delle rispettive competenze, affinché siano rispettati i diritti di uso e godimento che il pubblico abbia acquisito sulle cose e i beni soggetti alle disposizioni della presente Parte.”.
Vigilare non vuol dire rinchiudere, impedire, non fruire il bene al pubblico, ma tutelarlo rendendolo visibile.
La storia antica spiega il perché di molti eventi attuali, collega l’uomo alla sua memoria, al passato e questo è un bene e un diritto inalienabile.
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