Anche in Basilicata tutti vincitori, anche quelli che non hanno perso tanto. La Basilicata al centro-destra abbiamo fatto la storia: parola del neo governatore.
O
ggi la news di primo piano è quella che riguarda le elezioni in Basilicata dove, in termini assoluti, ha vinto il candidato del centro-destra, il generale Vito Bardi che, da buon militare e di destra, rivolge subito i suoi ringraziamenti al comandante Berlusconi che gli ha affidato l’incarico e quindi, in assonanza(?), pensa ad organizzare una “grande festa” (specialità berlusconiana) per celebrare la vittoria insieme, ça va sans dire (va da se), al Capitano Salvini e alla moschettiera Meloni.
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- La sua “vita militare” è iniziata alla Scuola Militare “Nunziatella” dove fu ammesso al corso del 1967 e presso la quale conseguì il diploma di maturità classica passando poi all’Accademia della Guardia di Finanza, corso 1970-74.
- E invece no.
- Appena certo della vittoria, il generale ha dichiarato:
- Ovviamente si è immediatamente fatto sentire anche Berlusconi che, sui suoi social, ha scritto:
- E siamo già a due, tre vincitori visto che anche la Meloni non mancherà di far propria la vittoria.
- Ma il candidato del centrosinistra, il Pd Carlo Trerotola, dichiara:
Questa la cornice nella quale poi, ciascuno, ha inserito il proprio quadro, e penso che male non faccia darci un’occhiata ravvicinata ma prima, vediamo chi è il generale Vito Bardi.
Vito Bardi è nato a Potenza il 18 settembre 1951 ed è quindi un 68nne con due figli, quattro lauree ed una carriera fatta tutta all’interno della Guardia di Finanza.
La sua “vita militare” è iniziata alla Scuola Militare “Nunziatella” dove fu ammesso al corso del 1967 e presso la quale conseguì il diploma di maturità classica passando poi all’Accademia della Guardia di Finanza, corso 1970-74.
- È abilitato all’esercizio della professione “forense” ed è Revisore Ufficiale dei Conti.
- Ha conseguito, tra gli altri titoli, le lauree in Economia e Commercio; Giurisprudenza; Scienze Internazionali e Diplomatiche; Scienze della Sicurezza Economica Finanziaria. Oltre al Master di II livello, in Diritto Tributario dell’Impresa, presso l’Università Commerciale “L. Bocconi” di Milano.
- E’ titolato Scuola di Polizia Tributaria avendo frequentato nel biennio 1988-1990 il Corso Superiore di Polizia Tributaria.
- Ha preso parte a numerosissimi corsi professionali tra i quali spiccano quelli di “Progettazione e Realizzazione dei Sistemi Informatici”, “Formazione sulla Metodologia di Pianificazione”, “Tecniche di Controlli di Gestione per Uffici” e “Strategie Informatiche e Strategie Aziendali”.
- E’ conoscitore della lingua inglese essendogli stato riconosciuto il possesso del livello di II grado presso la Scuola di Lingue Estere dell’Esercito.
Sin qui il curricula professionale/culturale che, indubbiamente, è notevole ma – per completezza – forse vale la pena dare un’occhiata anche al servizio di cosa, e di chi, viene ora posta tanta preparazione. Una per tutte, proviamo a vedere se la «Legalità» è tra le priorità sorvolando sulle circostanze che nel 2014 lo videro indagato come referente di un “sistema” di corruzione con pesanti accuse mosse dai pubblici ministeri con Vincenzo Piscitelli, Henry Woodcock e Celeste Carrano che poi, dopo due anni di graticola giudiziaria, ne hanno stralciato la posizione chiedendo e ottenendo dal gip del Tribunale di Napoli, Tommaso Miranda, l’emissione del decreto di archiviazione per “insussistenza di ogni ipotesi di illecito nella condotta del generale e per l’infondatezza di elementi idonei a mantenere le ipotesi investigative”.
Intanto però la delicata vicenda aveva portato Bardi a presentare la domanda di pensione anticipata, per lasciare poi il servizio a luglio del 2014, abbandonando così anche il servizio dopo aver perso la nomina, molto probabile, a Comandante Generale dell’arma.
Ciò premesso, e forse anche per questo, la parola “legalità” è stata la chiave principale usata da Bardi per tutta la sua campagna elettorale epperò!
Epperò, scandagliando con i raggi x le liste della coalizione di centrodestra da lui guidata, non si può non notare che ancora una volta, non per se stesso ma per sue frequentazioni ed affiancamenti, si (ri)trova in una posizione non proprio limpida visto che non è riuscito a tener fuori dalla sua compagine i cosiddetti “indesiderati”.
Tra gli aspiranti consiglieri regionali della sua ista, infatti, c’è un buon elenco di “impresentabili” classici composto da persone già indagate, imputate, condannate o prescritte per vicende giudiziarie di varia natura incluse anche quelle relative ai cosiddetti reati contro la pubblica amministrazione.
Non avere neanche un “impresentabile” nelle liste a sostegno della sua candidatura sarebbe stato un segnale forte, se non “il segnale”, da inviare all’elettorato. Un segnale che avrebbe già nei fatti restituito la cifra di un certo impegno.
E invece no.
Gli indagati ci sono anche tra le fila dell’ormai nuovo governatore lucano Bardi, e tra questi non sono pochi quelli che rischiano di essere condannati.
Uno per tutti: Nicola Becce, candidato in Forza Italia nella circoscrizione di Potenza, nonchè già ex consigliere comunale del capoluogo, finito sotto indagine, con l’ipotesi di concorso in diffamazione a mezzo stampa nei confronti di un corpo amministrativo, per il sexy scandalo conseguente a una trappola on line in cui cadde l’ex assessore di Potenza Giovanni Salvia.
Ciò annotato per la storia e per la cronaca, abbiamo l’attuale realtà del Generale Bardi, – (candidato di Forza Italia) -, che ha vinto, – con la coalizione di centrodestra -, le elzioni in Basilicata e sarà quindi il nuovo governatore lucano con oltre il 42,25% dei consensi
Appena certo della vittoria, il generale ha dichiarato:
“I lucani hanno risposto presente. La Lucania è pronta per il cambiamento. Oggi abbiamo scritto la storia.
Dopo tanti anni di centrosinistra il centrodestra ha scelto la via del riscatto.
Sono lucano e uomo delle istituzioni e sono onorato.
Chiamerò Berlusconi, Salvini e la Meloni subito.
La campagna elettorale è terminata. E’ stata un’esperienza splendida, sono felice.
I giovani saranno presenti e dovranno avere opportunità in questa terra. Trasparenza, meritocrazia e legalità saranno al centro. La regione è di tutti e io sarò il presidente di tutti.
Scusatemi, sono emozionato. Al primo posto nella mia agenda ci sarà il lavoro”.
Ovviamente si è immediatamente fatto sentire anche Berlusconi che, sui suoi social, ha scritto:
“Evviva, la Basilicata si è data finalmente un buon governo!”
sorvolando così sul dato reale che evidenzia gli azzurri in ulteriore calo dato che sono passati dal 12 al 9 per cento perdendo così ancora consensi sul territorio. Ma, come sempre e come tutti, anche lui canta vittoria.
E canta vittoria anche il Comandante Salvini che, a modo suo e secondo suo costume, fa “unicamente propria” la conquista della Regione pur se, con il suo 19% dei voti, non è che avrebbe fatto tanto.
Ma tant’è, secondo italico costume, ha vinto anche lui (anzi, dà l’idea di aver vinto solo slui, e da solo) e quindi dichiara:
“Grazie! La Lega in un anno triplica i voti, vittoria anche in Basilicata! 7 a 0, saluti alla sinistra e ora si cambia l’Europa”.
E siamo già a due, tre vincitori visto che anche la Meloni non mancherà di far propria la vittoria.
Andiamo quindi avanti e passiamo al Movimento 5 Stelle che, paradosso dell’attuale situazione politica, con poco più del 20% è il primo partito lucano per cui “ha vinto” anche lui pur avendo quasi dimezzato il suo portafoglio di voti, se ci si rapporta alle ultime nazionali ma, rapportandosi al 7% delle regionali 2013, oggi ha guadagnato 13 punti.
Comunque è il partito che ha preso più voti e quindi, anche in Basilicata, è il primo partito come ci tiene ad evidenziare Di Maio nelle sue dichiarazioni e nel suo post su FB:
“Il Movimento 5 stelle è la prima forza politica in Basilicata. […]
Gran parte della stampa parla di ‘voti dimezzati in un anno’ e di ‘crollo’, ma la verità è che abbiamo battuto tutte le liste, anche quelle con gli impresentabili dentro, anche quelle con i portavoti di Pittella.
A Matera siamo oltre il 30%” ed è un risultato che conserviamo con grande senso di responsabilità verso il Paese, senza esultanze da stadio (ndr: chiara e diretta frecciata al Comandante Salvini).
Noi abbiamo un simbolo, una lista. E andiamo avanti così!”
e conclude annotando che il vero “tracollo” è quello del Partito democratico per cui afferma:
“Considerando il vero tracollo di Pd (che perde ben 16 punti rispetto al 2013) e Forza Italia, se andassimo al voto alle elezioni politiche domani potremmo anche rivincere in quella regione, visto che non esisterebbero le miriadi di liste civetta che hanno assorbito centinaia di voti soprattutto nei Comuni di provincia.
I giornali sono dunque liberi di scrivere ciò che credono; quel che conta è che il MoVimento, oggi, è più forte di prima in Basilicata: passa dal 7% delle regionali 2013 a oltre il 20% di oggi. E questa non è la nostra storia, è la realtà!”.
Si fa sentire anche il candidato m5s Antonio Mattia che, con un comunciato dal sapore amaro, afferma:
“C’è un dato positivo per il movimento, ma la delusione personale resta.
Spero che il neo governatore lavori nell’interesse dei lucani e non di Berlusconi, anche se non ci credo: la nostra guardia sarà alta, perché questo è il peggior centrodestra di sempre”.
Duro colpo per il centro-sinistra con il PD che è poco oltre l’8% eppure si dichiara, anche lui, soddisfatto per la crescita rispetto alle politiche.
Ma il candidato del centrosinistra, il Pd Carlo Trerotola, dichiara:
“Sono deluso, speravo di vincere. Abbiamo perso dignitosamente.
Farò opposizione costruttiva in Consiglio regionale per il bene dei cittadini”.
Non tutti però, dentro il partito, condividono la posizione di ottimismo.
Ad esempio, c’è Anna Ascani, appena eletta neo vice presidente dell’Assemblea Pd, che su Twitter ha scritto:
“Fino a quando esulteremo per il secondo posto?
Friuli, Trento, Molise, Abruzzo, Sardegna e Basilicata.
Alla sesta volta credo che persino il grande Toto Cutugno abbia smesso di esultare per il 2º posto.
Noi abbiamo intenzione di andare avanti parecchio?”.
E questo è, ad ora! Poi si vedrà tanto, come si sa: domani è un altro giorno! Intanto però non si può far a meno di dire ancora “Povera Italia”
e augurarsi: “io speriamo che me la cavo”
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