span style="font-family: 'arial black', 'avant garde'; font-size: 12pt;">Ora Rossi valuterà l’apertura di un’indagine per bancarotta fraudolenta.
“Irreversibilità dello stato di crisi” ed un “drammatico ed irreversibile dissolvimento dello stato patrimoniale dell’ente”: ci sono queste valutazioni nella sentenza con cui il tribunale di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza della vecchia Banca Etruria. Lo ha deciso il collegio fallimentare al quale era stata sottoposta la richiesta dal commissario Giuseppe Santoni. Rigettata la eccezione di costituzionalità sul decreto salvabanche presentata dagli avvocati di Lorenzo Rosi, ultimo presidente dell’istituto.
A dichiarare lo stato di insolvenza di Banca Etruria è stato il collegio fallimentare del Tribunale di Arezzo presieduto da Carla Galantino. Con il dispositivo depositato in mattinata i giudici hanno respinto anche la richiesta di sollevare la questione di legittimità costituzionale del decreto salva-banche che era stata formulata in sede di udienza lo scorso lunedì dai legali Michele Desario e Antonino Giunta che rappresentano Lorenzo Rosi, l’ultimo presidente del cda di Banca Etruria.
Gli atti sullo stato di insolvenza di Banca Etruria saranno ora inviati al procuratore della Repubblica della città toscana, Roberto Rossi, che attendeva la decisione per valutare l’eventuale apertura di un’ indagine per bancarotta fraudolenta.
Le consulenze da 17 milioni di euro, la liquidazione all’ex direttore generale Luca Bronchi da 1,1 milioni di euro, i premi aziendali, i fidi concessi agli imprenditori considerati “vicini” ai dirigenti saranno probabilmente al centro del lavoro del procuratore che, se ravviserà gli estremi per la bancarotta fraudolenta, potrebbe far confluire in tale fascicolo anche il lavoro di indagine per conflitto di interessi ancora non chiuso e che vede indagati Lorenzo Rosi e il dirigente Luciano Nataloni. Dell’ultimo cda della banca hanno fatto parte Lorenzo Rosi, presidente, vicepresidente vicario Alfredo Berni, vicepresidente Pierluigi Boschi, padre del Ministro Maria Elena, Alessandro Benocci, Claudia Bugno, Carlo Catanossi, Giovanni Grazzini, Alessandro Liberatori, Luigi Nannipieri, Luciano Nataloni, Anna Maria Nocentini, Andrea Orlandi, Felice Santonastaso, Claudio Salini, Ilaria Tosti.
Difesa ricorre in appello – Gli avvocati Michele Desario e Antonino Giunta, che rappresentano l’ultimo presidente di banca Etruria Lorenzo Rosi, hanno annunciato l’impugnazione in appello della decisione con cui il tribunale di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza dell’istituto di credito ed ha rigettato l’eccezione di costituzionalità per il decreto salva-banche.
Csm non chiude caso Rossi,chiesti altri atti – Il Csm non chiude il caso del procuratore di Arezzo, Roberto Rossi. La I Commissione ha deciso di andare avanti nell’istruttoria, chiedendo ulteriori atti al Procuratore generale di Firenze sulle inchieste sul padre del ministro Boschi, l’ex vicepresidente di Banca Etruria, di cui si è occupato Rossi, direttamente o come capo dell’Ufficio.
Consumatori, niente arbitrati ma rimborsi integrali – Il governo rinunci agli arbitrati e rimborsi integralmente le famiglie ‘truffate ed espropriate’. E’ quanto tornano a chiedere in una nota Adusbef e Federconsumatori, “non riponendo alcuna fiducia nei collegi arbitrali”. “Invece delle norme sui criteri per i rimborsi dei clienti delle 4 banche fallite (Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti)”, continua la nota, “Adusbef e Federconsumatori, che continuano a sollecitare soluzioni urgenti anche nell’interesse della stabilità del sistema bancario sotto attacco speculativo dei mercati, hanno individuato le coperture integrali ai truffati nelle plusvalenze delle valutazione svilite delle sofferenze, valutate senza alcuna perizia al 17,6%, contro valutazioni di mercato tra il 28 e 32% (Fondo inglese Anacap), ed iscrizioni dei crediti ammalorati nei bilanci tra il 40 ed il 44%”.
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