Secondo uno studio pubblicato su Lancet, una breve esposizione a minuscole particelle di fuliggine o polvere presenti nell’aria delle strade trafficate sembra vanificare i benefici della camminata, aumentando ad esempio la rigidità arteriosa
Camminare fa bene, ma se c’è inquinamento può danneggiare la salute
OGNI ANNO l’inquinamento atmosferico è responsabile di circa 5,5 milioni di morti premature in tutto il mondo. E non solo: aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e riduce la funzionalità polmonare, in particolare negli anziani e in quelli con Bpco, una malattia polmonare progressiva. Ma se è vero che camminarefaccia bene alla salute, soprattutto per gli anziani con problemi cardio-polmonari per i quali questo è l’unico esercizio che fanno, qual è il bilancio in termini di salute se questa attività si fa lungo strade trafficate? Se lo sono domandati alcuni esperti, analizzando l’impatto sulla salute di una passeggiata su una delle strade più trafficate di Londra, la Oxford Street, rispetto a Hyde Park, uno dei polmoni verdi della metropoli.
·I RISULTATI DELLA RICERCA
Lo studio è stato condotto su 119 anziani di età pari o superiore a 60 anni, che si erano astenuti dal fumo da almeno un anno: 40 di loro erano individui sani, 40 con Bpco stabile e 39 con cardiopatia ischemica stabile. Hanno dovuto trascorrere 2 ore, camminando in prossimità della Oxford Street, dove il traffico è limitato a autobus e taxi con motore diesel, oppure attraverso l’Hyde Park. E dopo qualche settimana, hanno dovuto ripetere questa stessa attività nell’altra sede della metropoli.
I
ricercatori hanno osservato che anche una breve esposizione (2 ore) a minuscole particelle di fuliggine o polvere presenti nell’aria delle strade trafficate sembra vanificare i benefici della camminata in questi individui: nei partecipanti sani, camminare su Oxford Street ha comportato solo un piccolo aumento transitorio della capacità polmonare e un sostanziale peggioramento della rigidità arteriosa, informazione ottenuta mediante la misurazione della velocità dell’onda di polso che in questo caso risultava aumentata del 7%. Al contrario, camminare in Hyde Park ha portato a un miglioramento delle misure della capacità polmonare e della rigidità arteriosa: in questo caso la velocità dell’onda di polso dopo 3 ore dalla camminata risultava diminuita del 5%, valore che risultava protratto nelle 26 ore successive.
Invece in quegli anziani che avevano già problemi di salute, gli effetti nocivi dell’inquinamento sono stati particolarmente marcati: nei partecipanti con Bpco è stato ad esempio registrato un restringimento delle piccole vie aeree e più sintomi respiratori tra cui tosse, produzione di espettorato, respiro affannoso e respiro sibilante oltre a un aumento della rigidità arteriosa dopo aver camminato a Oxford Street rispetto a Hyde Park. È interessante notare che i livelli di inquinamento abbiano avuto scarso effetto sulla rigidità arteriosa nei partecipanti con cardiopatia ischemica che assumevano farmaci, suggerendo che questi medicinali potrebbero avere effetti protettivi, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questo risultato.
·COSA FARE ALLORA?
“I nostri risultati indicano che nelle strade congestionate dal traffico, come la Oxford Street di Londra, i benefici del camminare per la salute non sempre superano il rischio di comprometterla, a causa dell’inquinamento del traffico. Tuttavia, questo non dovrebbe indurre le persone anziane per le quali camminare è l’unico esercizio che fanno ad abolirlo. Suggeriamo invece che, laddove possibile, questa attività venga svolta nei parchi o in altri spazi verdi lontano dalle strade trafficate”, afferma Fan Chung, docente di medicina respiratoria al National Heart & Lung Institute dell’Imperial College London (Regno Unito).
Gli autori dello studio sostengono che la loro analisi ha riguardato soltanto gli effetti a breve termine dell’esercizio fisico in relazione all’inquinamento e che sono necessarie ulteriori ricerche sugli effetti a lungo termine della camminata regolare in ambienti inquinati. Ma intanto dicono: “Il nostro studio fornisce un chiaro messaggio, cioè migliorare la qualità dell’aria che tutti condividiamo. A Londra, l’introduzione della zona a bassa emissione ha avuto scarso impatto sui livelli di particolato. Sono necessarie soluzioni più radicali, come quelle annunciate di recente per eliminare gradualmente i taxi alimentati a diesel e sostituirli con alternative elettriche alimentate a batteria”.
Anche due esperti statunitensi – George Thurston e Jonathan Newman della New York University School of Medicine (Usa) commentano questo studio, spiegando: “I cambiamenti nella rigidità arteriosa riportati nello studio sono biologicamente coerenti con l’inquinamento atmosferico e queste evidenze rafforzano ulteriormente il consenso sul fatto che l’associazione tra particolato e malattie cardiovascolari è causale”. E pongono l’attenzione sui particolati inquinanti piccoli (PM2,5), cioè quelli con un diametro inferiore a un quarto di centesimo di millimetro, in grado di penetrare nelle vie aeree più basse. “Sebbene siano necessari ulteriori studi sui rispettivi effetti sulla salute di tutti i singoli componenti e fonti del PM2,5, i risultati di questo e di altri recenti studi urbani indicano già che sarebbe necessario dare un’alta priorità al controllo dell’inquinamento atmosferico da PM2,5 e alle strategie di prevenzione dei pazienti”.
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