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Castellammare di Stabia

Approvato il progetto definitivo del raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo

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Le Ferrovie hanno approvato definitivamente il progetto sulla costa jonica siciliana del doppio binario Giampilieri(ME)-Fiumefreddo(CT).

Il commissario e amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, ha approvato ieri il progetto definitivo del raddoppio della tratta ferroviaria Giampilieri-Fiumefreddo, che completa la linea tra Messina e Catania. “Il progetto approvato – fanno sapere da Rfi – del valore di 2 miliardi e 300 milioni di euro, prevede la realizzazione dell’alta velocità di rete grazie al raddoppio della linea ferroviaria tra Giampilieri e Fiumefreddo (lunga circa 42 km di cui l’85% in galleria) e la realizzazione delle nuove fermate di Fiumefreddo, Sant’Alessio-Santa Teresa, Alcantara, Taormina, Nizza-Alì e Itala-Scaletta”.

“Con l’approvazione definitiva del progetto da parte del Commissario – dice il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giancarlo Cancellerisi può finalmente partire con la gara d’appalto per i lavori del raddoppio ferroviario della tratta Messina-Catania. Siamo alle battute finali, dopo avere superato i numerosi ostacoli burocratici che bloccavano l’opera è sempre più vicino il via libera ad un’opera fondamentale e strategica per tutto il territorio siciliano, sia in termini economici che occupazionali. Si stima, infatti, che oltre alla spinta economica che coinvolgerà tutto l’indotto per la realizzazione dell’opera, si avranno circa 1.500 nuovi posti di lavoro“.

Ci siamo occupati più volte in questi ultimi due anni di tale importante opera “16 Marzo 2019 Ferrovie, 1,7 miliardi per la Palermo-Catania e gara entro giugno per il raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo”, “17 Febbraio 2020 Raddoppio ferroviario: a giugno 2020 il bando di gara”, “6 Agosto 2020 Raddoppio ferroviario Messina-Catania “entro l’anno l’avvio dei lavori”, “18 Agosto 2020 Ok al raddoppio ferroviario Messina-Catania dal Governo Siciliano”.

Si conferma l’impegno dell’intero Gruppo FS nell’accelerare gli investimenti per realizzare le più importanti e attese opere infrastrutturali, generando così positive ricadute sull’economia locale in termini anche di occupazione. L’ordinanza segna un ulteriore decisivo passo in avanti nella realizzazione dell’asse ferroviario Messina-Catania-Palermo, che giunge a pochi giorni dalla chiusura della conferenza di servizi, avvenuta lo scorso agosto.

Con l’avvenuta approvazione si potrà procedere già nelle prossime settimane alla pubblicazione dei bandi di gara per i due lotti funzionali Fiumefreddo – Taormina-Letojanni e Taormina -Letojanni Catania.

L’intervento completa il raddoppio della linea ferroviaria fra Messina e Catania e prevede la realizzazione di 42 km di nuovo doppio binario, di cui circa 37 km in sotterraneo, con un aumento della capacità della linea per il traffico sia passeggeri sia merci e una riduzione dei tempi di viaggio di circa 30 minuti tra Messina e Catania, tanto da consentire lo sviluppo di un servizio di tipo metropolitano da Catania fino a Taormina/Letojanni.

L’opinione.

Finalmente, dopo decenni di generale accidia infrastrutturale nell’Isola – in particolare nelle provincie joniche di Catania e Messina – mistificata negli anni con “promesse da marinai” da tutta la politica, europea, nazionale e regionale, di destra, sinistra, centro e rispettivi innumerevoli codazzi, sembra ripartire una nuova stagione di sviluppo e lavoro in Sicilia, della quale si ha tanta necessità, anche per provare a liberarsi dalle grinfie del “bisogno” occupazionale che obbliga molti siciliani a doversi allineare e sottomettere al clientelismo (mercimonio specialmente pubblico) della sparsa trasversale politica, interiormente corrotta nonché pure mentalmente mafiosa e diffuso voto di scambio sociale, aspetto quest’ultimo che da decenni non si riesce, e di tutta evidenza non si vuole, debellare, tanto che neanche quest’ultimo Governo nazionale ne è stato capace nonostante i tanti declami e selfie. Per farlo infatti si dovrebbe: rivoltare civilmente come un calzino, l’omertoso, ipocrita, retorico e ormai autoreferenziato, compiacente, connivente e incancrenito, sistema italiano pubblico-politico-giuridico-burocratico-professionale-sindacale-imprenditoriale-intellettuale e sociale, dallo scranno più alto fino all’ultimo sgabello, nello Stato, Regioni, Enti e Comuni; e dare parallelamente un potere forzoso al cittadino affinché possa concretamente partecipare e controllare la ‘Cosa pubblica’. Ma figurarsi se in questa Italia di endemici dissimulatori nella tronfia Politica e altere Istituzioni, se si permette al cittadino di impicciarsi realmente, seriamente e per legge, delle “cose loro”. Giusto infatti nei decennali discorsi di fine anno o nei monologhi congressuali e analoghi annosi talk show, si possono raccontare certe leggende modernizzanti, enfatizzate poi il giorno dopo dagli eserciti di appartenenti, opportunisti e menestrelli (uomini e donne).

Adduso Sebastiano

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