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Castellammare di Stabia

ANDIAMO TUTTI A VOTARE. Andiam, Andiam, a prenderci l’Ital

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span style="font-family: terminal, monaco, monospace;">Se i cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà, il 4 marzo 2018 ANDIAMO TUTTI A VOTARE, c’è ancora speranza. Non c’è altro modo civile …

Non si era forse mai visto il popolo italiano, quello produttivo, lavoratore, operoso e privato, così diviso, confuso, depresso, distratto ma anche impaurito, insofferente, immiserito e dolorante. Al suo interno, destra contro sinistra ed entrambe avverse ai 5stelle. Poi italianofobi contro antiimmigrati. Mantenuti nel sistema pubblico contro stratassati privati e imprese. Pensionati contro giovani disoccupati. Ecc. Sono queste, continue ferite sociali che possono risaputamente condurre al graduale depauperamento di una civile Nazione. E allora, i cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, il 4 MARZO ANDIAMO TUTTI A VOTARE anche per non dovere perire civilmente di lenta agonia.

I cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, il 4 marzo 2018, hanno ancora la speranza di estromettere elettoralmente dai “palazzi” tutte le stantie pletore del sistema “associativo”, corporativo, politico, istituzionale, giuridico, burocratico, di categoria, professionale, sindacale, imprenditoriale, che in questi decenni hanno forzosamente (per leggi, sentenze e regolamentazioni, le LORO e solo per LORO) assoggettato, spolpato e annichilito questa Penisola.

Un solo ma eloquente motivo tra gli innumerevoli che si potrebbero citare. Dal 1° di gennaio 2018, ci sono categorie nella Pubblica Amministrazione di Stato, Regioni, ecc. che hanno avuto un aumento, per (preordinata) decadenza del tetto dei 240 mila euro, di quasi 10 mila euro al mese (con stipendi annui fino a 340 mila euro e più). E molti altri, 8, 6, 4, 2, mila euro a scalare. E pertanto, ognuno di noi, normale cittadino-contribuente e sano di coscienza, non può non domandarsi come si possa ancora votare questo famelico sistema pubblico-politico.

I cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà, possono ancora liberarsi dalle organizzate fiumane di lautamente strapagati e mantenuti nel sistema pubblico-politico, che con i loro rispettivi eserciti di subordinati, sovvenzionati, appaltati, controllati e precari, continuano attraverso l’inquadrato consenso del sistema pubblico, a dominare questa Nazione (analogamente, guarda caso, a sparse delinquenze locali e diverse criminalità organizzate).

I cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, se vogliono ritrovare la loro dignità, devono civilmente liberarsi da queste incanalate masse pubbliche, compiacenti, conniventi e convittuali e in buona parte anche subalterne, di Stato, Regione, Enti, Partecipate, Provincie, Uffici vari e Comuni, che attraverso il nepotismo, lo scambio di voto, il mercimonio e il favoritismo, concentrano i propri voti verso i decennali partiti e rispettivi rappresentanti che ne garantiscono la perenne certezza retributiva e prerogative varie, nonché la nota generale manciugghia quando anche legittimata.

I cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà, devono ripudiare i raffermi leader politici, che a loro volta, raggirando e sapendo di farlo per l’ennesima volta, propagandano mediante l’informazione allineata e i media assoldati, che cambierà tutto senza che di fatto poi nulla muti, sicché il sistema così assicura i propri interessi e perpetra la medesima estorsione fiscale e sudditanza della gente comune.

I preorganizzati agglomerati pubblico-politici infatti, specialmente nei livelli medio-alti, facendosi costantemente rieleggere, si consolidano nelle Istituzioni e si arricchiscono (in modo costituzionale) succhiando fiscalmente ogni risorsa per farsi mantenere con generose remunerazioni, vitalizi, privilegi, indennità, laute pensioni, incarichi, nomine, bandi, appalti, contributi, finanziamenti, sovvenzioni, agevolazioni, prepensionamenti e numerosi compensi spesso solo per comparsa.

Si tratta nel suo insieme di una notoria fetta allineata di società italiana, unita da mimetizzati scopi reciproci, venali e di potere, che per tale motivo va a votare compatta, così da garantire il sostegno al trasversale intreccio regnante pubblico-politico. Sono questi un quarto di concittadini, obbedienti per interesse al reazionario sistema che così da sempre seguita ad essere riconfermato.

È un pluricollaudato metodo elettoralmente ben organizzato. Un diagonale apparato politico feudale, con vassalli, valvassori, valvassini, cui molti pure senza alternativa occupazionale se non fare gli assoldati o lucciole, anche in danno dei propri concittadini. Una ragnatela di potere che permette di controllare il territorio e di padroneggiare il popolo.

Una macchina da guerra elettorale con a capo presidenti, governanti, senatori, deputati, boiardi, sindaci, assessori, ecc. che al loro passaggio ci distribuiscono da sempre solo elusioni, illusioni, sussidi e molliche, mentre parallelamente, con i rispettivi codazzi, profittatori, faccendini, cortigiane, esperti, consulenti, intellettuali, imbonitori, showman, ecc.  s’ingrassano forzosamente con le nostre stratasse e con quelle che pagheranno i nostri ragazzi per i prossimi decenni.

Non andare a votare è dunque di tutta evidenza ciò che (in maniera dissimulata) vuole il sistema. Come anche questi coincidenti scontri ideologici di piazza ad ogni campagna elettorale nazionale che giovano chiaramente agli apparati per ingenerare tra la gente comune insicurezza, ansia, preoccupazioni, così pure sviando dalla mangiatoria di sempre che c’è invece a detta di tutti nei Palazzi e affini.

E non è neanche un caso, tranne per chi non può o vuole vedere, che c’è un’Italia che sta regredendo socialmente e languendo economicamente, dovendosi di conseguenza piegare per bisogno. Un’Italia quest’ultima, talmente rassegnata da non capire che il sistema pubblico-politico non ha interesse che cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà vadano a votare, finendo così con l’essere maggiormente sottomessa in modo “democratico”.

A ciò si aggiungano i prezzolati kapò del sistema, diffusi ovunque e specialmente nella televisione e ora pure sui social, i quali veicolano e amplificano il disgusto al voto. Tutto questo consente ai reggimenti elettorali degli apparati, pure se inferiori in percentuale, di ottenere ad ogni elezione la maggioranza relativa così che i rispettivi “referenti” possono seguitare a comandare, anche ricorrendo a governi di compromesso tra di “Loro”.

Ma se i cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, andiamo tutti a votare, forse c’è ancora una speranza. E questo 4 marzo potrebbe essere l’ultimo treno elettorale per cercare di uscire dal putrido acquitrino in cui siamo immersi da troppo tempo.

Ritroviamo quindi la dignità umana persa da anni: ANDIAMO A VOTARE.

Solo così, forse, si neutralizzerà questo annoso imbroglio costituzionale. Non c’è altro modo civile. Di contro potremo solo ancora piangerci addosso e soccombere sotto stratasse, inoccupazione, disoccupazione, sottosviluppo, disorganizzazione, avvilimento, fallimenti, sopravvivenza ed altre (criminali) vessazioni ed oppressioni, giuridiche, fiscali e anche prepotenti, dell’autocratico rancido sistema pubblico-politico italiano.

Adduso Sebastiano

vivicentro.it/POLITICAOPINIONI

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