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Ancora lutto. Ci lascia anche De Crescenzo. Va a raggiungere Camilleri

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Ed è ancora lutto. Ieri il vate Camilleri, oggi l’ingegnere filosofo Luciano De Crescenzo. In 24 ore, una voragine si è creata nella cultura italiana

Ancora lutto. Ci lascia anche De Crescenzo. Va a raggiungere Camilleri

L’ingegnere filosofo Luciano De Crescenzo è morto oggi a Roma, all’età di 91 anni. Nonostante un lieve miglioramento nella giornata di ieri, oggi la più triste delle notizie, e questa volta purtroppo è vero, De Crescenzo ci ha lasciato dopo anni di vita non serena a causa di una particolare malattia neurologica, la prosopagnosia, per cui non era più capace di riconoscere i volti delle persone conosciute.

Luciano De Crescenzo (CC BY-SA 3.0)Purtroppo, dopo 10 anni di falsi annunci dei quali lui stesso sapeva ridere, e a poco più di 24 ore da Camilleri, alla fine anche Luciano De Crescenzo oggi ci ha veramente lasciati. Con lui se ne va un altro gigante del mondo della cultura che, per uno strano parallelismo che è solo dei grandi, ha saputo brillare pure come regista, attore e tanto per non trascurare nulla, anche come conduttore televisivo. Ed anche lui ci ha salutato da Roma. Unica differenza è che mentre il primo era “la Sicilia”, De Crescenzo era “Napoli” e ad essa, al suo pensiero, alla sua filosofia, alla sua unicità, ha dedicato un’intera vita e un’intera opera. Ma, in fondo, entrambi erano di quello che fummo: del Regno delle due Sicilie, altro che Padania e supercazzole del genere.

De Crescenzo è nato nel quartiere San Ferdinando, nella zona di Santa Lucia (come ci teneva a precisare lui), dove frequentò le elementari assieme a Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer. Nella sua autobiografia ha raccontato che i genitori si sposarono piuttosto tardi, essendosi conosciuti attraverso “presentazione fotografica” . Nella sua autobiografia racconta che il padre imparò l’arte di intagliatore di pelli in un opificio del quartiere Sanità dove conobbe un giovane operaio, Vincenzo Russo, autore in seguito della canzone Maria Marì (Oje Marì).

Iniziò la carriera come ingegnere all’IBM dove arrivà ad essere dirigente, ma poi decise di lasciare e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, favorito in questo anche dall’interessamento di Maurizio Costanzo, padrino della sua prima opera, Così parlò Bellavista, che fra il 1976 e il 1977 vendette più di 600.000 copie e fu tradotto anche in giapponese, diventando un vero e proprio caso letterario.

Nel corso degli anni Luciano De Crescenzo è diventato un autore di successo internazionale e di se stesso soleva dire:

«Credo di essere una di quelle scalette con soli tre gradini, che si trovano nelle biblioteche e che consentono di prendere i libri dagli scaffali che stanno più in alto».

Personaggio poliedrico, De Crescenzo ha lavorato come autore in televisione e in varie vesti nel mondo del cinema. Sul grande schermo esordì come attore ne Il pap’occhio nel ruolo del Padreterno, al fianco dell’amico Roberto Benigni e diretto da Renzo Arbore. Nel 1982 fu interprete di Quasi quasi mi sposo mentre nel 1984 fu protagonista e sceneggiatore del secondo film di Arbore. Nello stesso anno avvenne il suo esordio dietro la macchina da presa con Così parlò Bellavista, tratto dal suo best seller.

Il successo della pellicola, che ebbe dei buoni risultati al botteghino e una discreta critica, lo convinse a dirigere l’anno seguente Il mistero di Bellavista e la commedia a episodi 32 dicembre nel 1988, sulla relatività del tempo. Nel 1990 recitò accanto a Sophia Loren e Luca De Filippo in Sabato, domenica e lunedì di Lina Wertmüller mentre nel 1995 scrisse, diresse e interpretò insieme a Teo Teocoli ed Isabella Rossellini Croce e delizia, considerato da alcuni critici come il suo film più riuscito . Ha presentato cinque programmi televisivi e ha collaborato a varie testate giornalistiche. Nel 1994 la città di Atene gli ha conferito la cittadinanza onoraria.

Sceneggiatore nel 1978 de La mazzetta di Sergio Corbucci con Nino Manfredi, fece la sua ultima apparizione davanti ad una telecamera nel 2001 interpretando il piccolo ruolo di un boss mafioso nel film per la TV Francesca e Nunziata, ancora della Wertmüller. Gesù è nato a Napoli. Filosofia per vivere relativamente bene, Milano, A. Mondadori, 2015. Sono stato fortunato – autobiografia, Milano, A. Mondadori, 2018.

Ci lascia in eredità cinquanta libri dei quali sono state acquistate 18 milioni di copie nel mondo, di cui 7 milioni in Italia, e una lunghissima serie di romanzi ai quali si aggiungono opere di saggistica divulgativa, Ulisse era un fico del 2010, Tutti santi me compreso del 2011, Fosse ‘a Madonna del 2012, Garibaldi era comunista del 2013, Gesù è nato a Napoli dello stesso anno e Ti porterà fortuna del 2014.

A questo punto mi piace salutarlo con uno dei suoi aforismi che recita:

«Si è sempre meridionali di qualcuno».

Purtroppo ci sono oggi in giro dei Caporali e delle Burbette che ancora non l’hanno capito e forse anche per questo, disgustati, se ne sono andati prima l’uno e poi l’altro.

Ad entrambi ancora GRAZIE.

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