La lunga intervista di Carlo Ancelotti in cui parla del suo Napoli, del rapporto con De Laurentiis
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’allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera in cui parla del suo arrivo sulla panchina azzurra, sull’uscita della Champions League, e su De Laurentiis
Veniamo al calcio: il lungo dominio della Juve è un problema per il movimento?
«Direi di no, non abbassa la passione degli altri tifosi per la propria squadra, anzi».
Maurizio Sarri però la sua Università a Napoli l’aveva eretta: la sua era una lezione che i giocatori avevano mandato a memoria.
«Qua c’era una squadra che aveva un’identità ben precisa, noi cerchiamo di averla un po’ più versatile. I campionati li ha vinti chi ha giocato a uomo, chi ha fatto il possesso palla, chi ha fatto il contropiede, chi non faceva ritiro, chi lo faceva…».
Com’è riuscito a inserire le sue idee nella macchina perfetta di Sarri?
«In modo graduale. L’unica cosa cambiata è stata la disposizione in fase difensiva, dal 4-3-3 al 4-4-2, per me è la più efficace. Ho parlato con qualche giocatore, Allan e Diawara, mi hanno dato la loro disponibilità, altrimenti non l’avrei fatto. C’era la sosta per la Nazionale, l’abbiamo provata 20 minuti…».
Lei ha definito il Napoli competitivo: ma per cosa?
«Per vincere. L’obiettivo è una squadra che arriva alla fine del campionato lottando».
Direbbe ancora: «Siamo dei coglioni se usciamo dalla Champions»?
«Ma io intendevo: saremmo coglioni a uscire per un mancato risultato contro la Stella Rossa. Invece siamo stati in ballo fino all’ultimo contro una squadra, il Liverpool, candidata a vincere la coppa. Come il Psg, il Barcellona e la Juventus, che però ha un ostacolo difficile nell’Atletico Madrid. Il Real senza Ronaldo invece è meno competitivo».
Nel Napoli entrano ed escono un po’ tutti, tranne Koulibaly. È il suo insostituibile?
«Non lo posso negare. È un fuoriclasse, faccio più fatica a fare a meno di lui».
A proposito: tre aggettivi su De Laurentiis?
«Schietto, generoso e curioso. Io e lui parliamo pochissimo di calcio. Mi dà le chiavi della squadra, si fida e io gli sono grato».
Cosa chiede Ancelotti a Babbo Natale?
«Non chiedo niente, sono soddisfatto così».
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