Altri scandali macchiano la reputazione dell’Università Federico II
La Guardia di Finanza e la Corte dei Conti della Campania stanno indagando su cinque facoltà e sessanta docenti dell’Università Federico II. Costoro avrebbero svolto doppi e tripli incarichi senza aver avuto l’autorizzazione dell’Ateneo. Un altro ciclone, dunque, si abbatte sull’Università pubblica più antica d’Italia dopo le accuse di corruzione a sette docenti.
I
militari hanno esaminato gli uffici dei dipartimenti di Giurisprudenza, Ingegneria, Medicina, Architettura e Scienze Politiche alla ricerca degli elenchi dei docenti che sono stati assunti a tempo indeterminato.
L’elenco sarebbe lungo: si tratta di docenti assunti con contratti a tempo indeterminato con la clausola “del lavoro svolto in esclusiva” presso l’Ateneo, ricevendo in busta paga anche una maggiore indennità proprio per questo lavoro esclusivo. Eppure sembra che questi docenti abbiano svolto altri lavori paralleli a quello di professore universitario: avvocati, consulenti ministeriali ma anche ingegneri per agenzie automobiliste, tra le attività svolte al di fuori della Federico II.
L’articolo 53 del decreto legislativo del 30 marzo del 2001, stabilisce un divieto per il professore di svolgere qualsiasi altra attività di lavoro subordinato o autonomo.
Dunque, il docente per svolgere qualsiasi altro tipo di attività, anche se si tratta di una consulenza, deve comunicarlo all’Ateneo obbligatoriamente, come deve fare lo stesso l’ente pubblico o privato o la società che assume temporaneamente il professore.
Se fosse accertato, il danno per la Federico II sarebbe enorme così come per le casse dello Stato.
Lascia un commento