Dopo due anni e mezzo dall’entrata in vigore della legge di Bilancio 2020 è partito l’algoritmo dell’Agenzia delle Entrate. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco ha firmato il decreto che dà il via libera all’algoritmo antievasione con cui potranno essere incrociate tutte le informazioni a disposizione nei database del Fisco, quali: dichiarazioni fiscali, dati sul patrimonio mobiliare e immobiliare, nonché la super-anagrafe dei conti correnti ma questi ultimi dopo averli resi anonimi.
Da ora in avanti dunque i dati delle operazioni su conti correnti e altri rapporti finanziari saranno messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.
Andrà comunque limitato il pericolo di coinvolgere anche contribuenti in regola o che non presentano un rischio fiscale significativo. Inoltre, come prevede il decreto, sarà “sempre garantito l’intervento umano” degli operatori dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.
Potranno essere verificati: conti deposito; depositi titoli; buoni fruttiferi postali; conto terzi; prodotti assicurativi; investimenti di vario genere; carte di credito; quindi tutti i movimenti in entrata e in uscita; il saldo del conto corrente sia all’inizio che alla fine dell’anno; e la giacenza media. Questi dati contribuiranno ad una generale valutazione e per eventuali avvisi di accertamento e di recupero per imposte non versate.
La conservazione dei dati anonimizzati durerà fino al secondo anno successivo a quello in cui matura la decadenza dell’imposizione e, in qualunque modo, fino alla chiusura di eventuali contenziosi.
Algoritmo ed Enti accedono ai nostri conti correnti
Anche i Comuni, le Province e le Regioni, con la riforma introdotta dal Decreto Semplificazioni (Legge 120/2020) possono accedere direttamente all’archivio dei rapporti finanziari e senza alcuna preventiva autorizzazione del Tribunale. Ciò per consentire rapidamente a questi Enti la riscossione delle tasse di competenza eventualmente non versate dai contribuenti.
L’accesso da parte dei Comuni, Province e Regioni ai dati fiscali e bancari dei cittadini potrebbe tuttavia esporre questi ultimi a soggetti potenzialmente incontrollati e incontrollabili che potrebbero dissimularsi nel sistema pubblico-politico.
Il contribuente pertanto è ormai direttamente controllabile dall’Agenzia delle Entrate, dalla Guardia di Finanza, dalla Regione di appartenenza, dalla propria Provincia e dal Comune di residenza o da quello ove possiede, ad esempio, una seconda casa.
L’OPINIONE
Mentre, per carità, giustamente si combatte l’eventuale evasione fiscale dei cittadini, parrebbe invece che nel sistema pubblico-politico di: Comuni, Enti, Partecipate, Città metropolitane, Comunità Montane, Regioni e province autonome, Unione di Comuni, Parchi nazionali ed enti gestori dei parchi, Camere di commercio, Enti di ricerca, Strutture sanitarie, Università, Enti volontari in contabilità economico patrimoniale, Enti volontari in contabilità finanziaria, ecc. (nel 2017 un censimento aveva indicato in 12.848 le istituzioni pubbliche) regni una pressoché totale, persino compiacente, incontrollabilità legalizzata. E Con i Governi e Parlamenti degli ultimi anni tale condizione sembrerebbe visibilmente aumentata. Fino a che dura.
Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! – / Sebastiano Adduso / Redazione
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