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Al Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara: AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO

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“Avevo un bel pallone rosso” di Angela Demattè, con la regia di Carmelo Rifici, coglie il conflitto generazionale tra padri e figli nella storia di Mara Cagol, fondatrice e protagonista della vicenda delle Brigate Rosse.

A

l Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara,

Punti Chiave Articolo

l’ottava produzione Centro Teatrale Bresciano
AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO

di Angela Demattè
regia Carmelo Rifici
con

scene e Andrea Castelli e Francesca Porrini costumi Paolo Di Benedetto

musiche Zeno Gabaglio
luci Pamela Cantatore
video Roberto Mucchiut
assistente scenografo Andrea Colombo
regista assistente Alan Alpenfelt
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano,
LuganoInScena, TPE Teatro Piemonte Europa
in coproduzione con LAC Lugano Arte e Cultura

Vincitore del Premio Riccione 2009, del Premio Golden Graal 2010 e del prestigioso Premio Molière per l’allestimento francese, ecco il testo di Angela Demattè “Avevo un bel pallone rosso”, nella nuova versione portata in scena da Carmelo Rifici e con l’interpretazione di Andrea Castelli e Francesca Porrini. La produzione Centro Teatrale Bresciano, LuganoInScena e TPE Teatro Piemonte Europa, in coproduzione con LAC Lugano Arte e Cultura – che ha debuttato con successo lo scorso settembre al LAC di Lugano – sarà sul palco del Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara di Brescia (Contrada Santa Chiara, 50/A) da mercoledì 6 a lunedì 11 febbraio per la rassegna Brescia Contemporanea.

Lo spettacolo è parte della Stagione Sentieri Teatrali del CTB, realizzata grazie al sostegno di Gruppo A2A di Brescia, Fondazione ASM, Fondazione Cariplo e Fondazione della Comunità Bresciana Onlus.

”Avevo un bel pallone rosso” racconta della storia di Margherita Cagol, giovane studentessa universitaria di sociologia a Trento, meglio conosciuta come Mara Cagol, fondatrice e capo-colonna delle Brigate Rosse, morta a trent’anni il 5 giugno 1975 in un drammatico scontro a fuoco con i Carabinieri a Melazzo presso Acqui Terme. Un pezzo di storia contemporanea che Angela Demattè sceglie di raccontare attraverso la vicenda di due personaggi: Margherita stessa e suo padre. Un uomo e una bambina, un uomo e una donna – Andrea Castelli e Francesca Porrini – legati da un affetto profondo che muterà nel corso degli anni, fino a frantumarsi.

Carmelo Rifici dirige una pièce dove tutto, dal linguaggio ai troppi silenzi, dà l’immediata sensazione di un eccessivo “non detto”. Qualcosa di freddo e struggente che è proprio di un’epoca burrascosa come fu quella che dal ’68 portò alla stagione del terrorismo e agli Anni di Piombo.

Di quell’epoca “Avevo un bel pallone rosso” cerca di raccontare anche l’aberrazione del linguaggio ideologico, l’aridità di un codice che contribuirà ad allontanare sempre più Margherita/Mara dal padre. Lasciando intatto tutto il mistero celato all’interno di un affetto tra un padre e una figlia, lo spettacolo mostra come la storia e le scelte personali, in questo stesso rapporto, scavino un solco drammatico, fino a una lacerante frattura finale.

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