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Castellammare di Stabia

Agli italiani non piace il profilattico

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Calano le vendite dei preservativi, aumentano le malattie. Dall’Herpes all’Hpv colpevole del cancro. E a rischiare sono i giovani. Ecco perché diciamo no al sesso protetto.

span style="color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">È D’ACCORDO perfino Papa Francesco. “Il preservativo? È uno dei metodi ” per combattere l’Aids, ha detto Bergoglio tornando in aereo dal Centrafrica. Uno dei metodi. Il più semplice e importante, per prevenire gravidanze indesiderate, ma soprattutto per evitare infezioni diffuse e malattie gravi quanto l’Aids, appunto. Ma niente: a letto gli italiani restano fatalisti. O forse: irresponsabili. Il condom non è mai diventato quella protezione scontata e universale che è in paesi vicini. Anzi, come mostrano in esclusiva i numeri raccolti in queste pagine, la diffusione è ferma o continua a calare. Mentre non calano affatto le malattie sessualmente trasmesse: quelle gravissime come l’Aids, ma più spesso quelle confessate di rado quanto largamente diffuse come la clamidia, l’herpes, o la stessa sifilide. Patologie non certo mortali, oggi, ma molto serie lo stesso.

L’INFOGRAFICA

I numeri sono evidenti. Nelle farmacie o para- farmacie le confezioni di profilattici vendute sono scese dagli 11,1 milioni del 2007 ai 9,3 del 2014. E la batosta (-16 per cento) non è stata recuperata dai supermercati: i singoli preservativi comprati in cassa sono passati dai 42 milioni nel 2013 ai 41,5 del 2014, per risalire poi leggermente l’anno scorso. Uno stallo. Colpevole anche la crisi economica, perché il condom, pur essendo una delle più efficaci misure di sanità pubblica, è costoso. Di certo dai dati Ims Health e Nielsen emerge la tendenza al low cost: gli unici a registrare un vero “boom” sono infatti i contraccettivi acquistati nei discount. Balzati del 13 per cento due anni fa, di pari passo al successo discreto di internet. E il prezzo aumenta: nonostante i clienti siano sempre meno, i fatturati in farmacia di produttori come Durex o Control (che pur interpellati non hanno ritenuto di commentare) salgono.

Ma non c’è dubbio che il disamore degli italiani per il condom non sia solo colpa dei portafogli vuoti. Così come non c’è dubbio che questa noncuranza abbia un impatto potente sulla vita, soprattutto dei giovani. Perché il condom previene le gravidanze indesiderate. E protegge dalle malattie: in Italia nel 2014 sono state registrate 3.695 nuove diagnosi di Aids. L’84 per cento di queste è attribuibile a rapporti sessuali non protetti. Fino al 2004 nei centri monitorati dall’Istituto superiore della sanità i casi di infezioni da clamidia, sifilide o gonorrea sono stati mediamente 4mila all’anno. Dal 2005 al 2013 sono aumentati del 31 per cento, e sono oggi più di 5mila, molto diffuse fra gli adolescenti. E la causa è nota. Nel 46 per cento dei casi gli uomini, e nel 48 le donne, hanno ammesso di non aver usato contraccettivi nei mesi precedenti l’infezione. Solo l’8,8 aveva indossato il profilattico sempre. Gli altri “saltuariamente”. Certo, la clamidia si combatte con un antibiotico. Ma può essere un fattore, a lungo termine, della sterilità. E per via sessuale si trasmette poi anche Hpv, che è tra le cause certe del tumore della cervice. Così temuto che la vaccinazione è oggi gratuita per tutte le ragazze dagli 11 anni in su, con l’intenzione di evitare l’infezione sin dai primi contatti sessuali poiché il vaccino contro Hpv è uno dei pochissimi gesti anticancro certamente efficaci. Tanto che nel nuovo piano vaccinale, in attesa di finanziamento, è previsto anche per i maschi.

Ma se l’immunizzazione contro il papilloma è materia di intervento sanitario, il condom resta del tutto ignorato dai prontuari farmaceutici. “Il preservativo dovrebbe essere un’abitudine – commenta Paolo Scollo, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia -, una normale misura di protezione che riguarda tutto il corpo sociale. Eppure resistono ancora tabù, in famiglia come a scuola”.

Diffidenza che sembra davvero appartenere al passato in altri paesi europei: l’Italia è ultima, in fondo alla lista. Nel Regno Unito i profilattici venduti nei supermercati sono costati l’anno scorso agli amanti 69 milioni di euro. Due volte e mezzo l’Italia. Rapportato alla popolazione, fanno 1,07 euro spesi pro capite, contro i nostri 43 centesimi. Investono più di noi per il sesso responsabile anche Germania e Francia.

E a Londra ci sono ben 847 centri che distribuiscono gratis i condom. Perché è considerato fondamentale che anche i ragazzi squattrinati possano amarsi. Responsabilmente. In Francia l’ex ministro all’Istruzione Vincent Peillon aveva proposto di mettere distributori nelle hall dei licei perché non bastava fossero già regalati nelle infermerie scolastiche. Da noi? “Abbiamo chiesto diversi appuntamenti con il ministero – racconta Scollo – ma non ci ha mai ricevuti. L’educazione sessuale è un tema che scandalizza e divide. Ancora”.

/ di LORENZO DI PIETRO E FRANCESCA SIRONI

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