70 mila alla tua festa, Gonza’ nun è capit nient!
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Est modus in rebus…” a scuola ci facevano leggere che la questione non è mai, dunque l'”an” ossia il “se “ma il “quomodo” quindi in che modo avvengono certe cose perché è spesso il modo a definire la sostanza di fatti e l’essenza delle persone. Il suo silenzio, questo prolungatissimo silenzio, il modo e l’incompiutezza collegata soprattutto a quelle ultime immagini del record e dei 36 gol, l’esaltazione di un momento così raro a Napoli.
A Napoli ‘chi ama non dimantica’ e ora i tifosi non dimenticheranno ciò che Gonzalo Higuain gli ha fatto. Diceva bene il presidente Aurelio De Laurentiis quanche giorno fa in conferenza stampa: “Come ha fatto a saltare sotto la curva B al coro simbolo di Napoli e poi andare ai nemici di sempre?” E si aveva ragione il presidente, come si fa?
Ma la memoria è corta e spesso fa brutti scherzi e lui l’ha dimostrato. E’ arrivato a Napoli con la voglia di spaccare il mondo: ha sudato, sgomitato e pianto, già nella sua prima annata nella sfortunata Champions nel post Arsenal. Ha fatto gol, è partito, si è divertito in città, nella movida. Poi è tornato con qualche chilo in più a Dimaro e si è messo a disposizione. Il paragone con Cavani era sempre vivo, perchè ‘chi ama non dimentica’ e il Matador si è fatto amare, anche se poi qualcuno l’ha fischiato alla sua prima al San Paolo con il Psg, ma ha sempre dimostrato e dichiarato attaccamento alla città.
Poi parte Benitez, lui vuole andare via, era la scorsa estate, ma la clausola è dura da digerire e De Laurentiis si oppone: c’è poco mercato, poi c’è Sarri. Il tecnico lo convince, resta e batte ogni record italiano di gol: 36 in una stagione, in campionato, ma qualcosa che non andava era nell’aria. Le voci, tante, erano all’ordine del giorno. ‘Il 25 luglio sarà a Dimaro’, faceva sapere la società ma lui aveva già deciso: Spagna, vacanze e visite mediche con la Juve svolte in gran segreto, o quasi…
Gonzalo Higuain va alla Juventus. Va dai nemici di sempre, Gonza’ nun è capit nient! Ha dimenticato i 70 mila che, pur non avendo vinto nulla nella stagione appena trascorsa, giunsero al San Paolo per festeggiare con il Frosinone il suo record. Il suo, Gonzalo, dimostrando attaccamento ad un bomber che vestiva la maglia azzurra. Facile ora puntargli il dito contro, ma una cosa è certa: Gonza’ nun è capit nient!
a cura di Ciro Novellino
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