Il 20 luglio di 50 anni fa, il primo allunaggio. I primi astronauti toccavano la superficie lunare spingendosi oltre i confini fino ad allora esplorati
Roma- È passato mezzo secolo dalla prima volta in cui l’umanità posò piede sulla Luna. Ripercorriamo la storia di un evento straordinario.
Tutto ebbe inizio il 16 luglio 1969 dalla rampa di lancio 39A di Houston dalla quale gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins intrapresero con l’Apollo 11 il leggendario viaggio; a distanza di 4 giorni, alle 20:17 UTC (22:17 ore italiane), fu annunciato lo sbarco: “Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata”. Solamente alle 4:56 fu coronato il sogno di metter piede sul corpo celeste tanto agognato: “un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità” la celebre frase pronunciata da Armstrong, che fu il primo a scendere dal Lem (il modulo lunare) e toccare il suolo del satellite della Terra.
Tutti gli astronauti hanno dovuto gestire delle parti cruciali affinché si potesse riuscire nell’impresa: Armstrong dovette prendere il comando manuale del modulo lunare e guidarla sino a terra – furono riscontrati dei problemi nel cercare la zona ideale d’allunaggio senza eventuali fattori che impedissero il decollo – col propellente disponibile per un tempo esiguo; Aldrin riparò con la punta di un pennarello un cavo essenziale per ripartire dalla Luna; Collins, abile pilota, riagganciò la Eagle (il modulo lunare) al Columbia (il modulo di servizio); qualora non vi fosse riuscito, gli altri due astronauti sarebbero rimasti nel cosmo per l’eternità.
La volontà di giungere sulla Luna viene concepita dalla determinazione di primeggiare nella “Corsa allo Spazio” stabilitasi durante la Guerra Fredda tra USA e Unione Sovietica. D’altronde i Russi conservano il primato di aver mandato per primi nello spazio un astronauta, Jurij Gagarin – il quale ha orbitato intorno alla Terra nel 1961 a bordo della Vostok 1: “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”.
Fu un grande record che è persistito finché l’americano John Glenn compì 3 orbite attorno al nostro pianeta. L’allora presidente Kennedy affermò e assicurò che gli Americani sarebbero andati sulla Luna entro la fine del decennio: tuttavia, durante la nota spedizione, il nuovo capo del governo americano era Richard Nixon.
L’INTERVISTA
“Innanzitutto la sfida tra le due potenze, quella Americana e quella Russa, è stata molto elettrizzante; abbiamo vissuto un’emozione grandissima per un evento incredibile e sconvolgente, quale è stata l’avventura sulla Luna”- dichiarano Lidiano e Rosalba, residenti a Ravenna, che hanno avuto il privilegio di assistere in diretta alla eccezionale impresa dell’Apollo 11 di 50 anni fa – “Eravamo presi davanti alla tv e con noi una moltitudine di persone; fu ancora più straordinaria, poiché la tecnologia era molto arretrata rispetto ad oggi: era uno spettacolo da pelle d’oca dal momento che era un traguardo inimmaginabile fino ad allora. È stato sinonimo di ‘lanciare il cuore oltre l’ostacolo’. Si provava una speciale sensazione, che persiste anche oggi, di vedere la Terra dallo spazio. Ci ha colpito vedere in tv un pallino blu piccolissimo riflesso nel casco degli astronauti ed era la nostra Terra, a cui dovremmo destinare solo il meglio”. Alla nostra domanda relativa ad un futuro sbarco sul “pianeta rosso” hanno asserito: “Gli stati non sono stati capaci di collaborare l’uno con l’altro perciò non siamo arrivati su Marte, complice anche gli ingenti costi pecuniari. Tuttavia, si stima che entro 20 vi approderemo”. Infine, fanno concluso: “L’uomo ha grandissime potenzialità ed è un mistero ciò che si può ancora raggiungere!”
Successivamente gli Stati non sono stati capaci di collaborare l’uno con l’altro perciò non siamo arrivati su Marte, complice anche l’insormontabile problema degli ingenti costi pecuniari.
Francesco Caia e Nicolò Bernacchia
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