La morte di Osama bin Laden accadde il 2 maggio 2011 nel corso della cosiddetta Operation Neptune Spear, un’azione dei Navy SEAL nell’ambito della guerra al terrorismo.
CHI ERA OSAMA BIN LADEN
L’OPERAZIONE
Ad Abbottabad (Pakistan), poco dopo la mezzanotte un plotone di 24 assaltatori statunitensi dell’unità anti-terrorismo Devgru (United States Naval Special Warfare Development Group) dei Navy SEAL coadiuvata dalla Special Activities Division della Cia irrompe nel rifugio del leader di al-Qāʿida Osama bin Laden e lo uccide.
La Special Activities Division (SAD) è una divisione del National Clandestine Service (CIA) preposta alle covert operations e alle black operations oltre che ad altre “attività speciali” che comprendono azioni politiche occulte e operazioni speciali paramilitari.
L’ELIMINAZIONE DI OSAMA BIN LADEN
La cattura e l’uccisione di Osama Bin Laden ha concluso una caccia all’uomo durata più dei dieci anni trascorsi dall’11 settembre.
Osama era nella lista dei dieci criminali più pericolosi dell’Fbi dall’ottobre del 2001, ma in ragione dell’attacco alle ambasciate statunitensi di Nairobi e Dār as-Salām del 1998.
La Libia è stato l’unico paese islamico a ordinarne l’arresto in modo legale, nonostante sia stato ritenuto il mandante di:
- 13 attentati in Arabia Saudita,
- 11 nello Yemen,
- 4 in Afghanistan,
- 30 in Algeria,
- 4 in Pakistan,
- 1 in Iran,
- 1 in Giordania,
- 2 a Gaza,
- 2 in Mauritania,
- 1 in Niger,
- 1 in Tanzania,
- 3 in Kenya,
- 2 in Tunisia,
- 1 in Indonesia,
- 255 in Iraq.
Osama Bin Laden era il primo dei terroristi in assoluto, se non altro perché sulla testa pendeva una taglia di 50 milioni di dollari del Dipartimento di Stato americano, cui si aggiungeva una taglia di 2 milioni dell’Associazione piloti di linea e dell’Associazione trasporti aerei.
La sua morte venne accolta favorevolmente dall’opinione pubblica americana, e salutata da Ban Ki-moon, Segretario generale delle Nazioni Unite, NATO, Unione europea, e un gran numero di paesi come un positivo e rilevante punto di svolta della sicurezza globale e della lotta al terrorismo.
In controtendenza, Ismāʿīl Haniyeh, capo di Hamās nella Striscia di Gaza, ebbe a dichiarare: “Condanniamo l’assassinio di un combattente arabo e musulmano”.
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Cristina Adriana Botis / Redazione
FOTO
Hamid Mir – http://centralasiaonline.com/en_GB/articles/caii/features/pakistan/main/2011/05/03/feature-02