C
on il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, che segnò la nascita della Repubblica italiana, il nostro Paese ritrovò – dopo gli anni terribili della dittatura e della guerra – la libertà e l’unità perdute. E raggiunse, grazie al voto esteso a tutti, uomini e donne, una compiuta maturazione democratica.
Con il 2 giugno s’inaugurava una fase nuova nella storia del nostro giovane Stato, contrassegnata da grande partecipazione popolare, passione civile, speranza nel futuro. E, di lì a poco, si schiudeva per l’Italia un periodo di crescita economica, sociale e culturale senza precedenti. L’Italia entrava a pieno titolo tra le grandi nazioni democratiche, offrendo un contributo fondamentale alla costruzione europea, al mantenimento della pace e alla promozione della libertà.
Non sono mancate, in questa nostra storia settantennale, pagine buie e negative. Penso al terrorismo, alla mafia, alla corruzione. Fenomeni insidiosi, che hanno minacciato, e ancora continuano a farlo, la convivenza civile, ma che sono stati combattuti senza mai compiere arretramenti sul terreno della democrazia.
Volgendo lo sguardo al nostro passato ci si accorge di quanto cammino sia stato fatto dalla Repubblica per garantire agli italiani democrazia, libertà, benessere, giustizia, diritti, qualità della vita. Di quanti ostacoli siano stati superati, quando è prevalsa la coesione, il senso di responsabilità, la lungimiranza. Di questo dobbiamo essere fieri, senza che questo possa indurre a trascurare i tanti problemi e le tante difficoltà che emergono.
Questa storia ci induce quindi a guardare al futuro con maggiore ottimismo e forza d’animo: il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani.
*Presidente della Repubblica
vivicentro.it/editoriale – lastampa/2 giugno, la festa di tutti gli italiani: fieri senza sottovalutare le difficoltà SERGIO MATTARELLA*
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