Olimpiadi Tokyo: Lucilla Boari, medaglia di bronzo nel tiro con l’arco

Olimpiadi Tokyo: Tiro con l’arco. Lucilla Boari, ci regala grandissime emozioni, dimostrando una tenuta straordinaria alla tensione. Davvero Grandiosa

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Olimpiadi Tokyo: Tiro con l’arco. Lucilla Boari, ci regala grandissime emozioni, dimostrando una tenuta straordinaria alla tensione. Prestazione sofferta e straordinaria. Davvero Grandiosa!

Lucilla si porta a casa una medaglia di bronzo olimpica, una medaglia storica, la prima conquistata nel singolare femminile di tiro con l’arco.. A lei vanno tutti i nostri complimenti e la nostra riconoscenza, l’emozione e le lacrime di gioia.

Specialmente nello scontro con la bielorussa ha dimostrato un carattere che la porterà lontano, benché già si trovi nell’olimpo dello sport; la nostra 24enne mantovana ha davvero grinta da vendere e un talento raro.

Aveva promesso che avrebbe lottato fino all’ultima freccia e lo ha fatto. Ha dovuto affrontare rimonte e spareggi da cardiopalma, durante i quali ha saputo dare il meglio di sé.

Alla freccia di spareggio con la bielorussa Hanna Marusava ha  iazzato un 10 da urlo…avevo pianto così solo alla storica finale per l’oro di Galiazzo ad Atene.

La tensione si accumula, produce adrenalina da smaltire e Lucilla l’ha pagata nello scontro della semifinale con la russa Elena Osipova, che si è poi aggiudicata l’argento nella finale contro An San della Corea del sud.

Ma è proprio lì, dopo quella semifinale andata male, che Lucilla ancora una volta ha dimostrato un carattere da leonessa, con la sua voglia di lottare e la consapevolezza di meritare un podio, dopo un percorso tanto arduo, affrontato con incredibile grinta e stile.

Ho fatto parte della Squadra Nazionale Fitarco per anni e conosco bene quei momenti incredibili, dove tutto si rimette in gioco, dove con una sola freccia puoi vanificare anni di impegno e duro lavoro, quindi, fidatevi di me se vi dico che Lucilla è stata mitica.

Ho condiviso empaticamente ogni apertura dell’arco, ogni rilascio e vi garantisco che non si tratta affatto di uno sport facile, come forse potrebbe apparire.

Un solo respiro, un solo pensiero, un dubbio, un battito, sono sufficienti a far impattare la freccia lontana da quel giallo che sembra danzare davanti al mirino ma Lucilla ha saputo danzare con lui e con i suoi immancabili mostri, vincendo contro ogni insicurezza grazie alla determinazione e al carattere.

Tutti gli atleti che arrivano a competere in gare di questo livello, sono più che preparati e capaci, a casa, di colpire il giallo in assoluta scioltezza…ma lì vince il più “tosto”, vince la capacità di affrontare l’immane sofferenza che cerca di piegarti, di farti mollare e Lucilla ha saputo soffrire, ha saputo lottare e tenere lontani cupi pensieri.

Da addetta ai lavori non mi aspettavo una prestazione così grandiosa oggi, caricando semmai di ulteriori aspettative il nostro potente Mauro Nespoli che domani scenderà in campo, mentre Lucilla è stata assolutamente sorprendente, dimostrando anche, nel contempo, che la nostra Natalia Valeeva, in versione coach, sa dare, ancora una volta il meglio di sé come faceva del resto in veste d’atleta.

La prima medaglia olimpica femminile, nella storia della Fitarco, aggiudicata a chi ha saputo meritarla tutta, un bronzo che vale oro. Niente percorso facile, niente colpi di fortuna, niente di scontato.

Non vi riporto tutti i risultati delle volee’ che poco interessano ai non addetti ai lavori ma vi porto la notizia, che una nuova stella, brilla nel firmamento dello sport.

Mentre il livello della competizione saliva, salivano di pari passo le sue prestazioni, nell’ultimo scontro, non è mai uscita dal 9, riuscendo così a mettere in riga un’avversaria di assoluto rispetto come la statunitense Mackenzie Brown, superata in semifinale dalla vincitrice, la coreana AN San, solo dopo uno spareggio finale.

Domani sarà il momento di Mauro Naspoli che inizierà gli scontri alle 02.30 di notte per noi in Italia e si batterà agli ottavi.

Olimpiadi Tokyo 2020: Lucilla Boari, medaglia di bronzo nel tiro co / Francesca Capretta / Redazione

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