Olimpiadi, pagelle Italia 29 luglio: S. Stanco all’ombra di J. Rossi

Olimpiadi Tokyo 2020  29 Luglio - Al termine della sesta giornata con l’assegnazione di medaglie, vediamo le pagelle per i colori azzurri

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Olimpiadi Tokyo 2020  29 Luglio – Al termine della sesta giornata con l’assegnazione di medaglie, vediamo le pagelle per i colori azzurri che oggi hanno conquistato1 Oro 1 Argento e 2 Bronzo

PAGELLE ITALIA OLIMPIADI TOKYO 29 LUGLIO

Lucilla Boari, 7: agguanta gli ottavi di finale dopo aver vinto il derby tutto tricolore ai sedicesimi contro Chiara Rebagliati. Nessuno le chiede una medaglia, ma da ora in poi non avrà più nulla da perdere e potrà divertirsi.

Martina Maggio ed Alice D’Amato, 6: arrivano probabilmente stanche alla finale all-around dopo le fatiche dei giorni precedenti, ma chiudono comunque in top20. Senza qualche sbavatura le prime quindici posizioni sarebbero state alla portata.

Giordana Sorrentino, 6,5: la taiwanese Huang si rivela un osso troppo duro, tuttavia per la giovane romana queste Olimpiadi devono rappresentare un punto di partenza per continuare a progredire e, magari un giorno, tornare a casa con una medaglia.

Marta Bertoncelli, 6: commette un grave errore e non si qualifica per la finale del C1, ma a 20 anni è il futuro della canoa slalom italiana, con margini di miglioramento importanti. Questa esperienza le tornerà utile.

Giacomo Fantoni, 6: la sua Olimpiade è durata ben poco, ma va applaudito perché ha riportato l’Italia ai Giochi nella bmx dopo l’assenza a Rio 2016.

Nazionale fioretto femminile, 6,5: il bronzo è un contentino per una squadra che aveva tutto per giocarsi l’oro sino in fondo con la Russia. Le azzurre hanno staccato la spina troppo presto in semifinale, sperperando un vantaggio di 11 stoccate e regalando il successo alla Francia. Va da sé che l’era di dominio del fioretto femminile italiano si è ormai conclusa da tempo.

Quelle di oggi sono ottime atlete, ma non più fuoriclasse del calibro di Vezzali, Trillini e Di Francisca.

Rodini-Cesarini, 10 e lode: potevano vincere come arrivare ultime, perché era annunciato che la finale del doppio pesi leggeri fosse la più incerta ed equilibrata delle Olimpiadi di canottaggio. L’Italia non aveva mai vinto una medaglia in campo femminile in questo sport prima di oggi. Hanno condotto la gara in maniera sublime, senza strafare nei primi 1500 metri e poi dando vita ad un serrate conclusivo entusiasmante.

Poco più di due mesi fa Valentina Rodini si era dovuta fermare per un infortunio, ma le azzurre non si sono mai perse d’animo ed hanno costruito un trionfo che ora fungerà da spartiacque alla definitiva esplosione del movimento.

Oppo-Ruta, 8: conquistano un bronzo che, sinceramente, era annunciato. Dopo l’eliminazione della Norvegia nelle batterie precedenti, nessun altro equipaggio avrebbe potuto impensierire gli azzurri per il terzo posto, mentre Irlanda e Germania avevano qualcosa in più. Un alloro che, nel doppio pl, mancava da Sydney 2000.

Jessica Rossi, 5: manca l’accesso alla finale a causa di un letale 23/25 nel corso della quarta serie. Un resultato deludente, ma che non stupisce fino in fondo. C’è infatti una Jessica Rossi pre e post Londra 2012. Quella prima dei Giochi londinesi era una macchina perfetta, che raramente sbagliava una gara.

Quella degli anni successivi è una campionessa con alti e bassi, che può alternare picchi altissimi (come gli ori ai Mondiali nel 2013 e 2017) e prestazioni sottotono come quella odierna. Sin qui ha partecipato a tre Olimpiadi, ma non è affatto escluso che possa disputarne altrettante, essendo ancora 29enne.

Silvana Stanco, 7: nel quadriennio 2016 conquistò sul campo il pass per le Olimpiadi di Rio, a differenza di Jessica Rossi. L’Italia poteva contare dunque su un solo posto a disposizione ed i tecnici decisero di convocare proprio la Rossi. Oggi Stanco ha raggiunto la finale e dunque si è classificata davanti alla compagna di squadra.

Tuttavia, ancora una volta, il verdetto del campo è stato ribaltato dai tecnici: sabato sarà l’emiliana ad affiancare l’ex-marito Mauro De Filippis nella prova mista a coppie. Appare evidente che l’italo-svizzera non goda della medesima considerazione della campionessa olimpica di Londra 2012, ma d’altronde va anche compreso: un oro a cinque cerchi è per sempre.

La finale odierna era l’occasione giusta per ribaltare finalmente le gerarchie e mettere sul tavolo a sua volta un pezzo pregiato pesante da far valere. Purtroppo non è stata sfruttata e dunque non c’è da meravigliarsi se i tecnici continueranno a privilegiare chi ha già vinto (più volte) in passato.

Mauro De Filippis, 5,5: manca l’accesso alla finale del trap, disciplina in cui l’Italia fa ormai troppa fatica da un triennio a questa parte, come testimonia anche il conseguimento di solo uno dei due pass disponibili. Il pugliese si conferma un tiratore senz’altro solido, ma senza squilli.

Gregorio Paltrinieri, 9,5: sembrava spacciato, invece conquista la medaglia forse più bella della sua gloriosa carriera, di sicuro la più insperata. Ha ragione quando afferma che “le finali si fanno con il cuore, non con la testa. E io di cuore ne ho tanto“. Non si è arreso ad un destino avverso che avrebbe potuto stendere chiunque.

Tanti nuotatori, al suo posto, se ne sarebbero restati a casa dopo aver contratto la perfida mononucleosi. Il carpigiano ha continuato a crederci, ragionando e vivendo giorno per giorno. Ed ora, con lo stesso approccio, chissà che non possa togliersi altre soddisfazioni tra 1500 sl e 10 km in acque libere.

Alessandro Miressi, 5,5: era da medaglia, non giriamoci attorno. Sarebbe stato sufficiente migliorare il proprio record italiano di un centesimo per prendersi il bronzo dei 100 sl, la gara più prestigiosa del nuoto. La tensione ha giocato un brutto scherzo.

Nazionale di volley femminile, 7: tutto facile contro l’Argentina, avversaria che non aveva alcuna arma per impensierire le azzurre.

Nazionale di pallanuoto maschile, 7,5: ancora una volta il Settebello deve andare pesantemente sotto nel punteggio per iniziare veramente a giocare. Anche oggi una rimonta contro gli Stati Uniti, questa volta culminata con una vittoria. Dai quarti di finale servirà un approccio deciso sin dalle battute iniziali: i margini di recupero non saranno più concessi.

Olimpiadi pagelle Italia 29 luglio:  S. Stanco all’ombra di J. Rossi / Cristina Adriana Botis / Redazione

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