“La rivoluzione dei libri”: il progetto che vuole rieducare alla letteratura

La compagnia teatrale Progetto Demoni, in collaborazione con il Napoli Teatro Festival Italia, ha organizzato...

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La compagnia teatrale Progetto Demoni, in collaborazione con il Napoli Teatro Festival Italia, ha organizzato un progetto “la rivoluzione dei libri” volto a rieducare gli adulti alla letteratura.

Quella della lettura è un’attività ormai diventata marginale nella nostra società. Sarà forse per l’avvento della tecnologia, ma la diffusione della letteratura si è interrotta negli ultimi anni. Qualcosa però sembra muoversi, con festival che hanno avuto proprio i libri come protagonisti principali e progetti il cui scopo è stimolare gli adulti a consumare letteratura. Fra questi, “La rivoluzione dei libri”, organizzato dal Napoli Teatro Festival Italia, che tra il 5 e il 12 luglio ha formato gruppi di giovani protagonisti di spettacoli ispirati ai classici della letteratura.

L’idea di questo progetto, a tratti rivoluzionario, si deve ad Alessandra Crocco e Alessandro Miele, che lo scorso aprile hanno iniziato a reclutare giovani appassionati di teatro e letteratura presso le scuole di Napoli, immaginando queste nuove leve come rivoluzionari, vogliosi di ridare alla letteratura il posto che merita nella società. Per farlo, i partecipanti sono stati invitati a trasformare frammenti di questi classici della letteratura in clip audio, disseminandole in vari punti della città tramite codice Qr. E durante la settimana trascorsa tra il 5 e il 12 luglio gli autori di queste clip si sono rivelati al pubblico, con modalità singolari e in location non convenzionali come Palazzo de’ Liguoro di Presicce, l’Associazione culturale Tribunali 138 e Palazzo Venezia.

Il 5, 6 e 7 di luglio è stata la volta di Demoni – Frammenti, estratti del capolavoro di Dostoevskij per uno o pochi spettatori, con l’obiettivo di aumentare il coinvolgimento del pubblico e offrire un’esperienza intima e indimenticabile. Per la precisione, il primo giorno Palazzo de’ Liguoro di Presicce ha aperto le porte a un solo spettatore. Stesso discorso il giorno successivo, per il secondo frammento di Demoni scelto dai giovani protagonisti del progetto. Infine, il 7 di luglio, 10 spettatori sono stati accolti ad intervalli di 10 minuti.

Foto Rivoluzione dei Libri

La scelta di uno straordinario autore come Dostoevskij non è però casuale. Nessuno più di lui, forse, può farsi carico dell’arduo compito di far breccia nel cuore delle persone. Passato alla storia come uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi, ha iniziato la sua ascesa con Delitto e Castigo, le cui tematiche innovative e delicate sono tutt’oggi argomento di discussione e i cui espedienti narrativi sono stati ripresi da molti autori per le loro opere.

Poco dopo, il celebre scrittore si dedica a uno dei suoi lavori più peculiari. Il Romanziere figura infatti tra i romanzi più famosi e singolari di Dostoevskij, con la roulette che è fra le protagoniste principali di una storia ormai diventata di diritto una pietra miliare della letteratura russa dell’Ottocento.

Il suo ultimo romanzo, I Fratelli Karamazov, è invece ritenuto l’apice della sua produzione letteraria. Portato in scena innumerevoli volte, anche in chiave moderna, il suo lascito è forse il più rappresentativo di un autore che vuole comunicare messaggi di purezza e semplicità.

La figura di Dostoevskij si sposa dunque a meraviglia con un progetto, quello de “La rivoluzione dei libri”, che punta a sensibilizzare il pubblico. Ciononostante, non sono solo l’autore russo e le sue opere a rivestire questo ruolo. Il 9 e il 10 luglio è stato infatti il momento di Come va a pezzi il tempo, realizzato e interpretato da Alessandra Crocco e Alessandro Miele in un contesto suggestivo. Gli spettatori si sono infatti trovati ad osservare una casa abbandonata avvolta nel silenzio, rotto dopo qualche minuto dai rumori delle stanze, degli oggetti, che hanno ridato vita proprio ai ricordi di quel luogo quasi mistico e che in quel momento ha accolto il pubblico al suo interno, condividendo il suo ciclo vitale.

Infine, il 12 luglio, è stata la volta de L’ultimo valzer di Zelda, che ha ricostruito la storia di Francis Scott Fitzgerald e sua moglie Zelda Sayre, una coppia che ha incarnato l’ideale di una generazione di giovani che voleva godere a pieno del benessere provocato dal boom economico degli anni ‘20 e che dovette poi fare i conti con il crollo di Wall Street e il segno lasciato sulla loro vita e su tutta la nazione.

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