2 agosto 1980, strage alla stazione di Bologna: 42 anni di fitto mistero

2 agosto 1980, stazione di Bologna, ore 10.25: una bomba a tempo, contenuta in una valigia abbandonata, esplode nella sala d'aspetto della Seconda classe e fu una strage.

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2 agosto 1980, stazione di Bologna, ore 10.25: una bomba a tempo, contenuta in una valigia abbandonata, esplode nella sala d’aspetto della Seconda classe e fu una strage.

2 agosto 1980, strage alla stazione di Bologna: 42 anni di fitto mistero

Bologna. Oggi si commemora, per la quarantaduesima volta, uno dei misteri più fitti d’Italia: la Strage alla stazione di Bologna.

Era il 2 agosto del 1980 quando, alla stazione di Bologna, alle ore 10.25, nella sala d’aspetto della Seconda classe, esplode  una bomba a tempo contenuta in una valigia abbandonata. E fu strage!

L'orologio della stazione di Bologna fermo all'ora della strage - Depositphotos_461867740_LUna strage, quella del 2 agosto 1980, che ancora oggi, a 42 anni di distanza e nonostante tanti processi ed indagini (spesso deviate) sembra congelata e ferma nel tempo come fermo è, da allora, l’orologio che si trova fra l’ingresso principale e la sala d’attesa, dalla quale è possibile vedere i binari attraverso uno squarcio nel muro.

Da allora, dal 2 agosto 1980, l’orologio segna le 10:25. Da allora quello che è diventato uno dei misteri più fitti ed infami d’Italia attende chiarezza e completa giustizia.

Intanto oggi, come anno dopo anno e per 42 anni, è nuovamente il momento del ricordo, dell’amarezza e dei discorsi.

Non potendo aggiungere altro al quanto è già noto e congelato nel tempo alle 10:25 del 2 Agosto 1980, di questi vi do nota partendo da quelli di sicuro non fatti solo per la mera ricorrenza, ma anche con una ferita nel cuore.

Dovrei partire, per rispetto istituzionale, dalle dichiarazioni del Capo dello Stato, Mattarella, ma do la precedenza a Paolo Bolognesi, presidente dei familiari delle vittime, che afferma, ricordando e accusando che:

“Ogni anno questa è una giornata che coinvolge i parenti, è un momento di partecipazione notevole, in cui vengono ricordate le persone perse, è chiaro che il 2 agosto è un momento di ricordo e memoria però è anche un momento di conoscenza.
È bene che si faccia anche conoscenza, è un anno particolare, c’è stato il processo ai mandanti, che con una sentenza ha confermato le nostre intuizioni.
La corte d’Assise – ricorda infatti Bolognesi – ha confermato che la strage è stata organizzata dai vertici della P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani e messa in atto da terroristi fascisti.
Diventa sempre più assurdo voler confondere le acque.
Qui dobbiamo ricordare che da 18 anni c’è una legge che è stata licenziata in Parlamento, nell’agosto 2004, che tutela le vittime.
Diciotto anni per far funzionare questa legge, ne avevamo una che stava concludendo l’iter, c’era un accordo generale, poi con la crisi di governo si è fermato tutto.
In tutto questo iter la solita operazione dei vari ministeri, che sembrano fare i furbetti” e come dargli torto!

Questa la dichiarazione del Presidente Mattarella:

“L’ordigno che 42 anni or sono uccise a Bologna persone casualmente presenti quella mattina alla stazione ferroviaria, risuona ancora con violenza nel profondo della coscienza del Paese.
Fu un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni.
Nel giorno dell’anniversario il pensiero si volge anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande, che hanno saputo trasformare in impegno civile, per testimoniare all’intera società che le strategie del terrore mai prevarranno sui valori costituzionali della convivenza civile.
L’azione solidale dei familiari merita la gratitudine della Repubblica.
La loro tenacia ha sostenuto l’opera di magistrati e di servitori dello Stato che sono riusciti a fare luce su autori, disegni criminali, ignobili complicità. La matrice neofascista della strage è stata accertata in sede giudiziaria e passi ulteriori sono stati compiuti per svelare coperture e mandanti per ottemperare alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere”.

Ed ora eccovi le altre dichiarazioni espresse in occasione della commemorazione:

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, al suo primo anniversario della strage con la fascia tricolore, fa saper ed afferma che:

“Da settembre Palazzo D’Accursio sarà la sede dell’associazione vittime del 2 agosto.
Sarà uno spazio per incontrare l’associazione e le scuole.
Tenere vicino al cuore l’associazione e i familiari delle vittime per proteggere chi in questi decenni si è battuto per la verità e la giustizia, troppo recenti i fatti di depistaggio, che hanno visto ancora soffrire chi ha cercato la verità per 42 anni”.

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ricorda che l’Emilia-Romagna

“è l’unica regione italiana che ha una legge sulla memoria del ‘900, sappiamo che conoscere il proprio passato è fondamentale per evitare di rivivere le pagine peggiori.”

 Poi, rivolgendosi ai parenti delle 85 vittime, afferma:

“Siamo di fianco a voi e crediamo nella democrazia, e non c’è democrazia fino a quando non si sa la verità sui fatti tragici di questo Paese”.

Il ministro dell’Istruzione Bianchi che partecipa in rappresentanza del governo:

“[…] per ricordare a tutti noi come la troppo lunga scia di sangue che attraversato Bologna e ha lasciato tante vittime, tante famiglie, tante piaghe nel nostro cuore, era diretta a colpire la Bologna antifascista e democratica, diga contro il dilagare dei tentativi eversivi.
Sono stati tentativi tutti, da Italicus, alla Uno Bianca fino al corpo di Marco Biagi, messi insieme da quell’infame impasto di fascismo, terrorismo, criminalità comune, e istituzioni deviate.
Ma la nostra amata Bologna ha tenuto e ha dimostrato di essere la città partigiana e repubblicana che è sempre stata.
Ha insegnato al Paese che la Costituzione, che garantisce i diritti della persona, chiede il dovere della solidarietà.
Deve essere la celebrazione della democrazia, come abbiamo resistito e resisteremo a ogni tentativo di eversione.
Qui si ricordano le tante vittime delle persone che hanno fatto come scelta di tutelare lo Stato.
Ricordiamo insieme, chiedendo verità e giustizia.
La scuola è fondamentale.
In questa scuola che sta così cambiando, con tanti bambini che hanno storie e colori diversi, noi costruiamo la nuova democrazia.
Non c’è democrazia senza verità e giustizia, questa è costruzione di un Paese, dando a tutti i diritti della persona e chiedendo il dovere della solidarietà”.

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