Patrizio Romano parla ai microfoni di Vivicentro per la terza puntata di “4 chiacchiere”
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spite della terza puntata di 4 chiacchiere è Patrizio Romano, giornalista e grande seguace dell’Atalanta. Con lui, in vista della sfida di questo pomeriggio contro il Napoli, cerchiamo di capire meglio il mondo atalantino e la macchina perfetta ideata da Gian Piero Gasperini.
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Con Patrizio partiamo subito col piatto forte: la sfida tra Napoli-Atalanta in campo alle 15:00: “Sarà una partita complicatissima per l’Atalanta. Credo che il Napoli sia una di quelle poche squadre che può mettere in difficoltà il team di Gasperini. A Bergamo si ha un grande rispetto per questa squadra che secondo me è una delle candidate, forse non per lo scudetto, ma per le altissime posizioni di classifica come il terzo-quattro posto. Gioca in maniera diversa rispetto all’Atalanta ed è per questo che secondo me diventa incompatibile per il gioco di Gasperini. Senza dimenticare quell’Osimhen in attacco che fa danzare la squadra: è come una farfalla in campo, stravedo per lui. Non dimentichiamo inoltre che gli azzurri hanno vissuto per circa quindici giorni in una bolla e può esser stato un vantaggio per loro”.
La formazione
Una partita dunque insidiosa che Gasperini sembra intenzionato a voler giocare con questi undici, anche se non mancano le difficoltà: “I tre caballeros, Zapata, Muriel ma mettiamoci pure Mojica, sono arrivati pochissime ore fa e quindi hanno svolto soltanto due sedute d’allenamento. Zapata è stato titolare nella Colombia sia contro il Cile che contro il Venezuela. Muriel ha giocato parti delle due partite mentre Mojica le ha giocate praticamente tutte. Bisognerà dunque valutare le condizioni fisiche anche se Zapata è uno che si stanca difficilmente. Io credo che uno dei due punterà, presumibilmente Zapata, dovrebbe essere titolare. Confermati invece sulle fasce Gosens e Hateboer, con Freuler e De Roon a centrocampo. Gomez ovviamente è inamovibile e potrebbe essere affiancato da Ilicic o da Malinovsky. In difesa invece credo che i tre saranno Djimsiti, Palomino e Toloi mentre in porta ci sarà per forza di cose Sportiello vista l’indisponibilità sia di Carnesecchi, che è risultato positivo al Covid, che di Gollini ancora infortunato“.
La notizia più bella l’ha annunciata però Gasperini ieri: “Ilicic sarà convocato”. Patrizio si sbilancia, aprendo a una possibilità per il suo debutto dal 1′: “Josip torna finalmente disponibile. Lo aspettavamo un po’ tutti come l’acqua nel deserto. Ha risolto i suoi problemi, è tornato ad allenarsi col gruppo, ha ripreso autostima, confidenza col pallone e quindi torna a disposizione e oggi potrebbe anche partire dall’inizio “.
Tra scudetto e Champions
La Dea ormai incanta tutti, Bergamo può iniziare a sognare una stagione rovente, magari con un obiettivo: lo scudetto anche se Romano preferisce non mettere pressione: “dopo un ciclo di semina devi anche raccogliere. In questo caso raccogliere significa vincere un trofeo, per esempio la Coppa Italia. Non so però se l’Atalanta è da scudetto. A Bergamo se ne parla. Forse la risposta possiamo averla già oggi: se l’Atalanta dovesse far bottino pieno anche al San Paolo allora bisogna crederci. Detto questo però non so se oggi sarà sfida scudetto ma senza dubbio sarà una lotta Champions”.
A proposito della coppa dalle grandi orecchie, l’Atalanta mercoledì inizia il suo percorso in un girone “Spettacolare” come dice Patrizio ai nostri microfoni: “a me piacciono molto le grandi squadre. Mi preoccupo quando invece ci sono squadre che vengono definite abbordabili, basti pensare all’anno scorso: all’esordio contro la Dinamo Zagabria, squadra nettamente alla portata della Dea, è stata la peggior partita di quella stagione. Lì l’approccio fu sbagliato, ma io credo che l’Atalanta non ricommetterà più quest’errore”.
L’arma in più: la società Percassi
Se si è arrivati a poter lottare, e anche a ottenere, questi risultato, il merito è di Gasperini, ma anche dei padroni di casa: i Percassi. Ma che famiglia sono? “Loro sono dei grandi imprenditori e soprattutto grandi conoscitori del calcio: Antonio ha giocato a pallone, quindi sa cosa accade negli spogliatoio e cosa succede in campo; ha la padronanza della materia. Stesso discorso per il figlio Luca: ha giocato anche lui a calcio. Senza dimenticare Sartori: lui secondo me è un grande talent scout: se ne parla poco ma è veramente bravissimo“.
Il mercato
Parlando di Sartori e dei Percassi, un altro grande risultato è stato il mercato svolto quest’anno che, nonostante l’emergenza Covid, ha visto la partenza di un solo big: “Hanno venduto solo Castagne che non era neanche un titolare fisso. Basti pensare al quarto di finale contro il Psg che lo ha visto sedersi in panchina: questo sulle gerarchie la dice lunga. Quindi alla fine hai portato a casa ventuno milioni più bonus per un neanche titolarissimo della squadra: un capolavoro“.
Ottimo guadagno per la Dea. Soldi spesi subito sull’acquisto forse più intrigante della campagna estiva: Miranchuk. “Di lui si è detto un gran bene. Non ho delle idee precise perché non l’abbiamo ancora visto all’opera ma possiamo valutarlo per quel che ha fatto nella nazionale Russia e alla Lokomotiv Mosca però ha lavorato molto bene a Zingonia anche se non sono sicurissimo che oggi lo vedremo in campo”.
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