Cristiano Lucarelli ai microfoni di Vivicentro per la prima puntata di “4 chiacchiere”
Cristiano Lucarelli. Età: 44. Professione: allenatore. Ora alla Ternana, un passato da bomber. Tra Livorno, Parma e Napoli. Un numero 99, di quelli che non ne fanno più. Ha lasciato ricordi indimenticabili ovunque è andato. Persona per bene, professionista esemplare.
Con Cristiano Lucarelli parliamo di serie A, degli azzurri e del Genoa, che si sfideranno domenica prossima per la seconda gara di campionato. “Su questa partita ho dei ricordi bellissimi perché quando il Napoli tornò in Serie A giocammo l’ultima sfida di campionato della gestione Reja a Genova. Poi si sa, i genoani e i napoletani hanno un bellissimo rapporto: fu un’atmosfera veramente incredibile”.
Il pensiero rivolto al passato. C’è un po’ di emozione nel ricordare quel che è stato. Dura un attimo, poi testa al presente. “Quest’anno il Genoa ha cambiato, ha preso un allenatore molto solido, che fa della concretezza e dell’organizzazione di squadra il suo cavallo di battaglia. Il Napoli è però un team molto combattivo e in questo penso che anche i mille tifosi in più, sperando ovviamente che possano tornare, daranno una grande mano.”
Stop. Passo indietro, c’è stato il Parma qualche giorno fa. Il suo Parma. Match mai banale per lui. “Gli azzurri hanno ripreso l’organizzazione di squadra che avevano cominciato ad avere l’anno scorso con Gattuso, hanno fatto un primo tempo un po’ più da messa in moto e infine nel secondo le cose sono andate meglio”.
E’ un campionato competitivo. Lucarelli lo afferma con certezza. E spiega: “Le squadre ora sono orientate ad avere più possibilità di usare moduli diversi nel corso di una partita. Leggevo che Gattuso ha allenato molto la squadra per poter variare il sistema di gioco: il 433 ormai è nell’indole di molti giocatori del Napoli ma in gran parte del ritiro è stato provato il 4231. Non so se lo utilizzerà dall’inizio ma sarà senza dubbio un’arma in più”.
“Sarà una stagione un po’ particolare“. Lunga, che si chiuderà con l’Europeo in estate. Non sarà facile mantenere la concentrazione e l’equilibrio nei prossimi mesi. Fare pronostici non è semplice, spiega Lucarelli. “Vieni dalla fine di un tour de force incredibile per chiudere la stagione dell’anno scorso. C’è stato un corto periodo di recupero per i giocatori che sono ripartiti poi con la nuova stagione. Sicuramente vedremo dei passi avanti dal punti di vista dell’intensità e dell’aggressione che si era notata nella stagione scorsa. Poi comunque le prime cinque-sei squadre davanti si sono rafforzate quindi non sarà per niente facile ma comunque il campionato sarà competitivo“.
Se stai parlando con Cristiano Lucarelli, maestro del goal, con 241 reti in 571 partita, la domanda su Osimhen è scontata quanto necessaria. Parola d’esperto: “il ragazzo ha dato un segnale importante alla squadra da quando è entrato a Parma, ma sono comunque curioso di vederlo con continuità . È un giocatore con ottime caratteristiche ma per i centravanti conta molto la partecipazione della squadra, quanto i compagni lo supportano e quanto mettono nelle condizioni di dare il meglio possibile“.
Tema calciomercato
La chiacchierata non può non ricadere su Koulibaly. Mancano pochi giorni al 5 ottobre.“Parliamo di un giocatore che, tralasciando la stagione scorsa in cui non ha fatto il “Koulibaly”, resta molto importante negli equilibri e all’interno della rosa”.
Scriviamo ormai da settimane che non è affatto scontata la sua permanenza. Lucarelli, però, è sicuro di un fatto: “Il Napoli non si è mai fatto trovare impreparato quando ha perso un pezzo grosso. Non so se sono però intenzionati a sostituirlo, almeno che non venga fatta un’offerta importante. Vedremo, ci sono ancora due settimane”.
Se dovessero vendere il senegalese, gli azzurri avrebbero bisogno di un’alternativa all’altezza: “Prendere un difensore nuovo e inserirlo in un contesto di giocatori che si stanno allenando insieme da un po’ di tempo, soprattutto quando parli della linea difensiva, non è il massimo. La sintonia dei movimenti è senza dubbio importante. Il giocatore può anche essere buono ma a volte ci vuole un periodo di adattamento”.
Periodo di conoscenza del calcio italiano che è servito a Lozano, da panchinaro fisso la scorsa stagione a titolare alla prima di campionato: “Io nella mia esperienza che ho fatto come assistente a Udine avevamo tantissimi giocatori stranieri che per i primi sei sette mesi, pur avendo tante qualità, si sono dovuti adattare perché il nostro campionato è impegnativo, diverso da qualsiasi altro e soprattutto l’aspetto tattico è molto importante. Devono comprendere al massimo le richieste degli allenatori poi se hanno le qualità, come Lozano, emergono“.
Dal messicano ad Arek Milik. Volo pindarico, ma approfittiamo della gentilezza di Lucarelli per commentare il caso del 99 azzurro, numero tanto caro al ragazzo di Shanghai. “Il mercato è pieni di variabili. Forse dire anticipatamente che un giocatore è fuori dal progetto agevola le squadre che lo vogliono acquistare. Per Milik in questo momento non si prospettano grandi opportunità però mancano ancora due settimane, ci sono poi tante cose da fare in tante squadre e un effetto dominio può nascere dal nulla”.
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