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Totò e Vicé di Franco Scaldati, con Enzo Vetrano e Stefano Randisi al Teatro Mezzadri di Brescia.

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a 51a Stagione di prosa del Centro Teatrale Bresciano prosegue con Totò e Vicé di Franco Scaldati, con Enzo Vetrano e Stefano Randisi.In bilico tra terra e cielo, va in scena un’amicizia unica e irripetibile, assoluta.

Dal 19 al 28 novembre 2024 al Teatro Mezzadri di Brescia.Totò e Vicé, i teneri e surreali clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati, riletti dalla maestria di due grandi artisti, Enzo Vetrano e Stefano Randisi.

In scena per la cinquantunesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata L’arte è pace, Totò e Vicé prosegue il palinsesto 2024/2025 al Teatro Mina Mezzadri di Brescia (Contrada Santa Chiara, 50/A) e della rassegna Nello spazio e nel tempo.Palestra di teatro contemporaneo.

Sarà in scena dal 19 al 28 novembre 2024, tutti i giorni alle ore 20.30, la domenica alle ore 15.30 (lunedì riposo).Lo spettacolo vede i testi di Franco Scaldati, la regia e interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, il disegno luci di Maurizio Viani, i costumi di Mela Dell’Erba per una produzione firmata Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con Compagnia Vetrano – Randisi.

Artisti di straordinaria sensibilità, Enzo Vetrano e Stefano Randisi fanno della dialettica e del confronto l’espressione della loro poetica, con un sodalizio che dura da oltre quarant’anni.Da tempo hanno incontrato la poesia di Franco Scaldati – autore presente anche nel lavoro presentato la scorsa Stagione per il CTB, Fantasmi da Pirandello – e soprattutto di Totò e Vicé, nati dalla fantasia del poeta, attore e drammaturgo palermitano.

Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra il mondo terreno e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere.Nelle loro parole, gesti, pensieri, giochi, Vetrano e Randisi si sono subito specchiati.

“Abbiamo conosciuto Franco Scaldati a Palermo, alla fine degli anni ’70 – si legge nelle note firmate dai due artisti –.

Nel 1977 avevamo affittato due locali a pochi passi di distanza, dove lavoravamo quotidianamente e presentavamo i nostri lavori al pubblico che ci seguiva.Nel 1979 ci trasferimmo in Emilia-Romagna; per lungo tempo ci siamo perduti di vista con Franco, anche se seguivamo da lontano il suo lavoro.

Poi, nel 2007, per un omaggio alla memoria di Leo De Berardinis, ci venne il desiderio di leggere alcuni frammenti di Totò e Vicé, e così, in un capannone industriale alla periferia di Bologna, le sue parole scritte in un palermitano stretto ma altamente poetico cominciarono a toccare il cuore di un pubblico che si trovò spiazzato e affascinato.Per noi una rivelazione: quei dialoghi sembravano scritti per noi, li percepivamo come qualcosa che apparteneva alla nostra vita, alla nostra storia, al nostro sentire.

E così – anche grazie all’esortazione di Franco Quadri, che venne a incontrarci al termine di una recita della tournée di Fantasmi – cominciammo l’avventura di Totò e Vicé, che dura da tredici anni e continua ancora, uno spettacolo che ha girato tutta l’Italia, e non solo.Siamo stati per ben due volte a Pechino, dove lo spettacolo ha avuto un successo strepitoso, a conferma che la poesia di questi due personaggi arriva a tutti.

La cosa bella è che, anche dopo il debutto, Scaldati continuava a inviarci “pizzini” con nuove frasi, dicendoci: se vi piacciono potete usarle… regali meravigliosi che diventavano subito nuovi dialoghi dello spettacolo”.

Un ricordo di Franco Scaldati

Abbiamo conosciuto Franco Scaldati a Palermo, alla fine degli anni ’70.Nel 1977 avevamo affittato due locali a pochi passi di distanza, noi col Teatro Daggide, lui con la sua Compagnia del Sarto.Nella nostra sala avevamo programmato un cartellone – che fu prontamente bloccato dalla P.S.

con motivazioni pretestuose – e fra i titoli c’era uno spettacolo che Franco non fece mai, almeno col titolo originale che ci aveva dato: E si misero il ferro dietro la porta.Nel ’79 Enzo ed io ci trasferimmo con tutto il Daggide in Emilia Romagna e anche quando uscimmo dal gruppo, nell’82, e cominciammo a fare spettacoli nostri, per lungo tempo ci siamo perduti di vista con Franco, anche se seguivamo da lontano il suo lavoro.

Nel 2007, per un omaggio alla memoria di Leo De Berardinis, ci venne il desiderio di leggere alcuni frammenti di Totò e Vicé, e così, in un capannone industriale alla periferia di Bologna, le sue parole scritte in un palermitano stretto ma altamente poetico cominciarono a toccare il cuore di un pubblico che si trovò spiazzato e affascinato.Per noi una rivelazione: quei dialoghi sembravano scritti per noi, li percepivamo come qualcosa che apparteneva alla nostra vita, alla nostra storia, al nostro sentire.

Il vero incontro sulla scena con le parole di Franco avvenne nel 2011, al Teatro Valle di Roma, dove debuttò Fantasmi, una composizione di testi di Pirandello che ruotavano attorno al pensiero della morte.C’era un frammento dei Colloqui coi personaggi, il monologo Sgombero, e L’uomo dal fiore in bocca, ma sentivamo di avere bisogno delle parole di Franco, per completare questo lavoro, della poesia e dello stupore divertito con cui Totò e Vicé scavalcano il limite della vita per volare, leggeri come farfalle, in una dimensione oltre la vita e la morte.

Per mantenere il linguaggio dello spettacolo più omogeneo, ma anche per non far perdere niente di quei dialoghi preziosi, sentivamo il bisogno di tradurre in italiano qualche parola, qualche frase, rendere insomma il loro palermitano meno criptico, in certi passaggi, E allora, con grande timidezza, ma anche con grande entusiasmo, facemmo una telefonata a Franco, che negli anni, grazie all’amicizia comune di Mela Dell’Erba, aveva seguito i nostri lavori.Quella telefonata si concluse con una frase che continuiamo a ripetere con l’affetto e la stima con cui ce la disse: Vuatri dui putiti fari tuttu chiddu chi vuliti!

Meraviglioso Franco!Non era così disponibile con tutti…

Ma fu un altro Franco che ci spinse a fare il passo definitivo verso la sua scrittura: Franco Quadri.

Venne a Lecco a vedere Fantasmi, e ci aspettò dopo lo spettacolo per dirci: Va bene, l’abbiamo capito, Pirandello lo sapete fare, ma adesso fate Totò e Vicé, perché quei due siete voi!E così abbiamo cominciato l’avventura di Totò e Vicé, che dura da 13 anni e continua ancora, uno spettacolo che ha girato tutta l’Italia, e non solo.

Siamo stati per ben due volte a Pechino, dove lo spettacolo ha avuto un successo strepitoso, a conferma che la poesia di questi due personaggi arriva a tutti.Alla prima palermitana, al Teatro Biondo, Franco era nascosto in fondo alla sala e alla fine siamo andati a prenderlo per mano, per farlo salire sul palco, dove ha ricevuto l’ovazione che meritava.

La cosa bella è che anche dopo il debutto lui continuava a inviarci pizzini con nuove frasi, dicendoci: se vi piacciono potete usarle… regali meravigliosi che diventavano subito nuovi dialoghi dello spettacolo.Dopo qualche mese Franco morì, ma avevamo avuto il tempo di parlare di altri progetti: mettemmo in scena lo spettacolo Assassina.

Il nostro desiderio di recitare esattamente le parole scritte dal poeta Franco Scaldati riuscimmo a realizzarlo col terzo spettacolo: Ombre folli.Con la complicità di una macchina da scrivere che usavamo sulla scena, la Olivetti Lettera 32 amata da Franco come un doppio della sua coscienza.

Il suo ticchettio evocava l’Autore come se fosse lì, a pensare e scrivere quelle parole di fronte al suo pubblico.Storie struggenti e appassionate, di desiderio e di stupore, evocate in una dimensione tra il sogno e la realtà.

Angeli precipitati nell’abisso, anime candide e maledette, che si muovono su una corda tesa tra sesso e moralismo, tra peccato e libertà, desideri proibiti e vergogna, fino al finale in cui appariva un “ascaretto” che veniva succhiato da ciascuno di noi con libidinosa golosità.Enzo Vetrano e Stefano Randisi

Totò e Vicé di Franco Scaldati ,regia e interpretazione Enzo Vetrano e Stefano Randisi,disegno luci Maurizio Viani,costumi Mela Dell’Erba,tecnico di produzione Antonio Rinaldi,produzione Centro Teatrale Bresciano

in collaborazione con Compagnia Vetrano – Randisi

Biglietti

Intero                                          18 €

 

ridotto gruppi*                         16 €

 

ridotto speciale**                   14 €

 

Riduzioni

* la riduzione gruppi è riservata esclusivamente ai tesserati Soci Coop, Arci, Feltrinelli, Touring Club e titolari carta Ikea family.

CRAL aziendali, biblioteche e altri enti e associazioni convenzionati con il Centro Teatrale Bresciano possono rivolgersi per informazioni e prenotazioni al numero 030 2928617 o alla e-mail: organizzazione@centroteatralebresciano.it

** la riduzione speciale è riservata a giovani fino a 25 anni e ultrasessantacinquenni
Modalità di acquisto

– Biglietteria del Teatro Sociale Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

t. 030 2808600; e-mail biglietteria@centroteatralebresciano.it
da martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.00

Punto vendita CTB Piazza della Loggia, 6 – Brescia

t. 030 2928609; e-mail biglietteria@centroteatralebresciano.it

da martedì a venerdì ore 10.00 – 13.00 (escluso i festivi)

Biglietteria telefonica
tel 376 0450269 – da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 13.00 (escluso i festivi)

tel 376 0450011 – da martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.00; domenica dalle ore 15.30 alle 18.00

Si informa che agli acquisti effettuati telefonicamente e pagati con carta di credito verrà applicata la maggiorazione pari al 2,5% del costo dell’abbonamento o biglietto.On-line sul sito www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito VIVATICKET

Teatro Mina Mezzadri Contrada Santa Chiara, 50/A – Brescia

biglietteria@centroteatralebresciano.it

Il botteghino apre 30 minuti prima dell’inizio di ogni rappresentazione;

sono in vendita esclusivamente i biglietti per la serata stessa.

Da Cartella Stampa CTB


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