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l magico Salone degli Specchi dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli ha accolto nello scorso fine settimana (8 e 9 marzo 2025) un evento teatrale di grande impatto: la rappresentazione di “Medea” di Euripide, uno dei capolavori più potenti e controversi della tragedia greca. La scelta di portare in scena quest’opera l’8 marzo 2025, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, rappresenta un modo per riflettere sulla condizione femminile e sulle lotte per i diritti e la giustizia.
Stati teatrali e l’attrice Annalisa Renzulli
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La rappresentazione esemplare dello straordinario capolavoro è stata messa in scena dal cast della compagnia Stati Teatrali, una nuova realtà di produzione teatrale che mira a creare spettacoli che inducano il pubblico a riflettere profondamente sulla società e sulla storia, utilizzando un approccio sperimentale e multidisciplinare ai linguaggi espressivi. Il capolavoro di Euripide, la cui protagonista è “Medea“, rappresentata dalla straordinaria attrice Annalisa Renzulli, è tornato a teatro in una nuova e intensa performance, curata da Riccardo De Luca, che ne firma traduzione, regia, scene, costumi e drammaturgia musicale. Uno spettacolo che esplora la furia del “thymòs”, quella forza distruttiva che risiede nell’animo umano, e che ancora oggi domina il nostro mondo.
Un viaggio nell’animo umano
Lo spettacolo, che ha visto protagonista l’attrice Annalisa Renzulli nel ruolo di Medea, insieme con Livia Berté nel ruolo della Corifea Apollinea, dello stesso Riccardo De Luca nei ruoli della Nutrice e del Messaggero, di Maria Teresa Iannone nel ruolo della Corifea Orfica, di Alfonso Salzano nel ruolo di Giasone e di Salvatore Veneruso nel ruolo del Pedagogo, di Creonte e di Egeo, è un viaggio nell’animo umano, alla scoperta di quella parte di noi fatta di istinto feroce e passione violenta. L’interpretazione magistrale di tutti gli attori ha toccato profondamente le corde del cuore di ciascuno degli spettatori presenti suscitando forti ed intense emozioni.
Un’eroina moderna
Annalisa Renzulli, già acclamata e nota per la sua interpretazione di Eleonora Pimentel Fonseca ha interpretato una Medea intensa e moderna esplorando la complessità di una donna tradita e umiliata, ma anche capace di una forza distruttiva inarrestabile. Nello stesso tempo, l’attrice ha offerto al suo pubblico una rilettura contemporanea del testo euripideo, senza tradirne l’essenza. Medea, donna e straniera, diventa anche il simbolo di tutte le donne e i profughi che lottano per i propri diritti e per una giustizia che spesso tarda ad arrivare. Senza dubbio uno spettacolo imperdibile che ha invitato a riflettere sulla condizione umana e sulla necessità di combattere le ingiustizie.
Uno spettacolo coinvolgente
La musica, rielaborata in chiave moderna, e la recitazione si sono fuse in un’esperienza emotiva e visiva di grande potenza dando vita ad uno spettacolo coinvolgente, una fantasmagoria che ha evocato un senso di meraviglia, mistero e stupore. Un suono intenso, volutamente amplificato, con corpi recitanti e fluttuanti in scena come fantasmi, tra musiche che sono reinvenzioni delle musiche antico greche e parole che hanno risuonato con forza.
“Medea”: un grido senza tempo, la tragedia di Euripide sfida le epoche
La “Medea” di Euripide è una delle tragedie greche più intense e complesse, rappresentata per la prima volta nel 431 a.C. ad Atene, durante le Grandi Dionisie. Al centro della narrazione vi è la figura di Medea, una donna di origine barbara, maga e principessa della Colchide, che per amore di Giasone tradisce la sua famiglia e la sua patria e che, una volta ripudiata, arriverà ad uccidere i suoi stessi figli. Perché è ancora così attuale? Medea continua a risuonare con forza nel nostro tempo per la sua capacità di affrontare tematiche universali e profondamente umane, che trascendono i confini temporali e culturali. La condizione femminile, il tradimento e la vendetta, la passione e la ragione, la diversità culturale, l’irrazionalità ci invitano a riflettere sulla complessità della natura umana e sulle dinamiche sociali che la influenzano.
“Medea”: Quando l’Amore si Trasforma in Distruzione
Il messaggio conclusivo emerso dalla tragedia magistralmente rappresentata dalla compagnia Stati Teatrali e, in modo particolare, dalla scena finale è stato quello che l’animo umano presenta un lato oscuro dominato da istinti primordiali e passioni incontrollabili. La razionalità non è sempre in grado di governare le nostre azioni e la violenza spesso, come accade nella realtà contemporanea, può scaturire anche da chi meno ce lo aspetteremmo e distruggere coloro che amiamo di più. Anche ai giorni nostri, come tanti secoli fa, accade che l’amore si trasformi in distruzione… e noi…noi restiamo immobili senza fare nulla…
Un sentito grazie a tutti gli attori che ci hanno regalato alcune ore di pura emozione… grazie di cuore.
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