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Sharing Art – I racconti della villa presentato il progetto residenza per artisti

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Il 24 luglio 2020 è stato presentato lo “Sharing Art – I racconti della villa”, una vera e propria residenza artistica immersa nel verde, a Pompei, alle pendici del Vesuvio, totalmente a disposizione degli artisti per il primo progetto in Italia di arte condivisa.

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n’oasi felice, dove gli attori per 12 giorni, potranno esprimere sé stessi e formarsi, dimenticandosi della pandemia e della crisi che ne è derivata.

Luca Varone, direttore artistico della compagnia Klimax, e attore della cultura e spettacolo, è colui che davvero ha una mente e che riesce davvero a partorire delle idee meravigliose, è un vulcano in eruzione di idee costanti. Questa “residenza artistica” abbraccia tanti tipi d’arte partendo dall’arte teatrale.

Luca Varone, Direttore artistico della compagnia Klimax:

“Questa idea dello sharing art nasce da una pura follia e dietro di me c’è tutto uno staff che mi ha seguito e, grazie a questa follia, siamo arrivati qui.

Noi abbiamo vissuto il covid-19 che il 23 febbraio ha fermato tutto il reparto artistico. Hanno chiuso i teatri ed io in quarantena ho visto quella situazione come un momento particolare. L’ho associato anche un po’ più o meno al dopoguerra italiano e quindi ho cercato di dare disponibilità di questo spazio, che è di mia proprietà, a tutti quegli artisti che hanno perso il lavoro, hanno perso qualcuno, la casa. Abbiamo già ospitato degli Artisti a metà giugno per due settimane, artisti che non hanno più un posto dove trovare uno spazio per alimentare almeno quella che si chiama: creatività.

Io voglio accettare che i teatri stiano chiusi ma non posso accettare che l’artista non possa più creare, e quindi ho messo subito a disposizione questo giardino trasformandolo completamente perché era una residenza privata, quindi non era adibita ad accogliere persone, e abbiamo fatto un lavoro di circa 62 giorni nei quali siamo stati chiusi qua dentro con tante persone che ci hanno dato una mano.

Sono salito una sola volta a Roma, dove ho la sede legale della compagnia, per andare a gestire alcune cose amministrative e poi ci siamo chiusi qua dentro, e noi attori ci siamo trasformati in manutentori, fabbri, falegnami.

Tutto ciò che vedete è stato fatto tutto con le nostre mani e grazie all’aiuto di 45 sponsor a cui non abbiamo chiesto soldi, abbiamo chiesto soltanto di mettere a disposizione in comodato d’uso gratuito ciò che producono, oppure distribuiscono, quindi i gazebi che vedete qui sono stati dati in comodato d’uso, così come i lampioni solari perché la residenza è al 75% alimentata in maniera “Green”.

Abbiamo ricevuto generi alimentari che saranno utilizzati per sfamare 75 artisti dello Sharing art, artisti a cui verrà dato vitto e alloggio gratuito per un ciclo di 12 giorni nei quali possono mettere in pratica, in prova, il loro progetto che magari non possono fare più  perché lo spazio in cui stavano provando è stato chiuso, oppure addirittura è stato chiuso per fallimento.

E’ una risposta che vogliamo dare al mondo del teatro!

Il covid ha soltanto acceso la luce, noi già eravamo in enorme difficoltà, e quindi questo è il momento giusto dove possiamo usare questo tempo, questo spazio, fino alla riapertura totale per traghettarci fino alla ripresa in modo da poter sperimentare nuovi linguaggi teatrali, nuovi spettacoli teatrali, e cercare di capire come mai le persone scelgono il centro commerciale e non il teatro.

Quindi la responsabilità non è soltanto di un pubblico che sta alla deriva, secondo noi, la responsabilità e anche di noi teatranti che dobbiamo cambiare linguaggio altrimenti il teatro e il pubblico saranno sempre più lontani, anche perché dall’altro lato abbiamo una generazione detta a tik tok, cioè la generazione dei social a cui non interessa il teatro.

Proporre Riccardo III in tutti i suoi atti per noi può essere, come dire, fruibile, ma per qualcun altro no. Per questo abbiamo scelto di mettere a disposizione questo spazio, di fare contaminazione, per trovare la strada giusta. Noi ci aspettavamo anche una grossa operazione da parte degli stabili, i teatri che hanno fondi pubblici, e che invece hanno preso delle scelte completamente diverse dalla nostra.

Tutto quello che c’è oggi in questo spazio è frutto di donazione da parte degli sponsor e frutto di donazione anche da parte di tutto lo staff che si è messa a disposizione.

Oggi sembra un miracolo che siete tutti quanti qua e ci state ascoltando, e questa idea dello Sharing art, idea che è partita il 27 di aprile mentre stavamo pitturando gli alberi con la calce bianca ora è realtà. La residenza è dotata anche di un orto, quindi è un po’ “un ora et labora”.

Gli attori che sono venuti qui da noi vengono da Genova, Torino, Milano, e altre piazze d’Italia. Ho creato questa contaminazione proprio per dirci un po’ come stanno le cose, per non chiuderci nel nostro ghetto, nel nostro spazio.

Noi facciamo teatro anche in lingua inglese e curiamo una fetta di pubblico che va dai 15 ai 19 anni, quindi gli adolescenti, il pubblico più tremendo, quello più, come dire, sovversivo e anche avverso, a volte ostile. Quello che ha il coraggio di dirti “fai cagare” e te lo dice perché non ha schemi. Invece il grande, ipocrita fino alla fine dello spettacolo, ti abbraccia e poi quando esce fuori dice: Mamma, mia stavo morendo stavo in apnea.

Di Shakespeare possiamo dire che è il primo, uno dei primi personaggi pop della nostra storia insieme a Dante Alighieri. Però che cosa è successo: che la borghesia e l’aristocrazia hanno preso il teatro.

Io credo che la cultura sia un bene che debba essere come un virus: se ho cultura e ti devo contagiare, te la devo trasferire, non devo sottolineare la differenza tra me e te perché tu hai la cultura e io non ce l’ho. Quindi, quando mi capita di insegnare a Scampia ed insegnare a Tor Vergata a Torpignattara, o nei posti più disagiati della terra, io sono contentissimo perché appunto vado a portare una luce in un faro. Noi abbiamo fatto “Shakespeare is back” a Ponticelli con tutti i ragazzi di quel quartiere, e quando sono usciti fuori, sono usciti col sorriso.

Questo è il nostro obiettivo, rendere il teatro fruibile a tutti quanti.

Tutti si chiedono dove stanno i soldi, chi c’è dietro Klimax.

Dietro al Klimax non c’è nessuno, ci stanno 10 persone che lavorano dalla mattina alla sera. La soddisfazione quale è? E’ che avremo Il Globe Theatre di Roma attraverso Stefano Reali che dal 3 agosto al 14 agosto proverà Enrico IV di William Shakespeare e andrà in scena con 23 attori tra cui Maurizio Donadoni ,che è un attore di teatro classico, molto molto rinomato e importante, in pratica è lui che interpreta sempre i ruoli principali. Per quanto riguarda il Globe Theatre, chi non lo sapesse, è il teatro di Gigi Proietti fondato a Roma, parteciperà anche la Teresa Razzauti che è una casting director.

Noi abbiamo tutto il potenziale per poter creare arte e insieme all’arte creare cultura, e insieme alla cultura creare lavoro e quindi dare la possibilità anche al territorio di avere una ricaduta non solo artistica, ma anche lavorativa.

Tra gli ospiti della Sharing art  avremo Giovanni Esposito che tutti conoscete come l’attore che ha fatto sia la pubblicità della Wind con Panariello e ha fatto Loro con Sorrentino e interpretava Apicella, il cantante di Berlusconi. Poi avremo Gianfranco Gallo che ha fatto il suocero di Genny in Gomorra.

La soddisfazione più bella è stata la chiamata del Presidente De Luca  che ci ha convocato per premiarci offrendoci un finanziamento per poter creare una rassegna teatrale. Grazie a questo finanziamento posso annunciarvi che dal 29 di Agosto fino al 19 di settembre, saremo nella villa di Levante a Poggiomarino, con la direzione artistica di un amico mio carissimo Luciano Giugliano e della proprietaria della villa che si chiama Rosaria Marano, abbiamo creato questa rassegna teatrale in modo che tutto ciò che verrà provato qui andrà poi in rassegna lì con un biglietto di uso gratuito.

Quindi avrete la possibilità di avere 10 spettacoli con Gennaro Apicella, Gianni Parisi, Cristina Donadio nei panni di Chanel in Gomorra, avremo Ciro Esposito che è il bambino che ha il coraggio di dire a Paolo Villaggio: “professo, io la scuola la schifo ma a voi no”.

Poi avremo la moglie di Giovanni Esposito, Susy Del Giudice che porterà in scena “Il Baciamano” un bellissimo testo con la regia di Giovanni Esposito. Abbiamo Carlo Caracciolo che porterà anche lui il suo spettacolo.

La compagnia si chiama Klimax, non perché veniamo condizionatori ma perché condizioniamo.

Voglio salutare i ragazzi che da poco hanno concluso il loro ciclo di residenza allo Sharing art e sono i ragazzi della compagnia di Caterina Pezzoli che è registra teatrale che è scomparsa proprio nel periodo del Covid per cui loro, oltre a perdere lo spazio per del lavoro, hanno perso anche un punto di riferimento nel panorama italiano artistico teatrale. Caterina Pezzoli era un grande nome e loro qui hanno messo in discussione un testo che si chiama “I giusti” e parla di come ribaltare il potere dello zar in Russia.

L’ultimo ciclo di ospitate sarà internazionale, faremo delle prove aperte per cui, chi è del territorio e vuole venire ad assistere, a vedere, vuole contaminarsi e contagiarsi, se avete ragazzi, figli che stanno ad oziare da qualche parte, fateli venire qui che sicuramente usciranno da questa residenza con qualcosa in più.”

Solange Corso, Segretario e Attrice dell’Associazione Klimax Theatre Company:

Io ho creduto nel progetto sharing art. Ci siamo ritrovati tutti quanti chiusi in casa per il Covid 19, senza lavoro, senza capire neanche che cosa ci stesse accadendo ma, soprattutto quando ci sarebbe stata una fine o un nuovo inizio. Nel frattempo ci siamo adoperati con i nostri migliori mezzi, la nostra mente, la nostra voglia di andare avanti, anche perché come dicevo prima l’unione fa la forza, e da varie idee che sono uscite fuori, dai discorsi dai pensieri, da anche il cercare il proprio io, penso che ognuno di voi in casa ha cercato il proprio io perché non avevamo altro dopo che abbiamo pulito tutte le credenze, dopo che abbiamo lavato tutti i panni, dopo che abbiamo visto tutti i film su Netflix, a un certo punto iniziamo a pensare che cos’è la vita, che cosa siamo noi, quelle che possono essere le nostre priorità piuttosto che altre, e al tempo stesso pensiamo proprio che cosa vogliamo lasciare perché a un certo punto sappiamo dalla nascita che l’unica cosa certa è la morte. Quindi è meglio trascorrere una vita così senza dare un senso o è meglio dare un senso è uno scopo? Noi lo abbiamo sempre avuto. Purtroppo l’emergenza ci ha bloccato in qualche modo quindi ci siamo proprio totalmente dovuti reinventare perché certo non è il sogno di tutti andare a sgobbare, oppure a raccogliere la frutta.

Il nostro scopo in qualità di artisti è quello di lasciare al nostro pubblico dei ricordi pensieri, una cultura, approfondire un argomento piuttosto che un altro proprio attraverso il teatro il cinema abbiamo una comunicazione aperta a 360°, questo è il nostro mestiere, ma abbiamo fatto di tutto per continuare a farlo nonostante tutto quello che ci ha bloccato. E la cosa straordinaria è che siamo qui oggi, sembra tutto surreale, ma non lo è: è realtà!

Elodie Serra, Attrice e Organizzatrice dell’Evento “Sharing art – I racconti della villa”

Vorrei soltanto fare una piccola premessa su quello che è successo durante la quarantena: Luca Varone è una persona piena di umiltà.

Quello che noi abbiamo potuto sperimentare durante questa epidemia è stato quello di essere tutti allo stesso livello: sia il ricco sia il povero, non hanno potuto trovare una via di scampo o d’uscita.

Quello che abbiamo creato qui con lo Sharing art – I racconti della villa è come se fosse il prosieguo di questa quarantena essendo consapevoli che possiamo creare delle cose e che abbiamo tutto il tempo di organizzarci

Noi siamo stati bloccati nel momento in cui non sapevamo come essere costruttivi in quel momento. Adesso è la nostra opportunità di essere tutti allo stesso livello, di vivere con umiltà, di creare nuovi progetti di scambiare l’arte. Spero che vedrete il risultato alla fine di questo grandissimo percorso che sarà la rassegna di settembre dove avremo anche noi lo spettacolo che si chiama “Questione di lingua”, un duo comico con Luca in scena, che ha scritto prodotto è diretto e dove farò un’inglesina che incontra un napoletano all’aeroporto senza la possibilità di capirsi.

La lingua inglese è importante quindi anche qua studieremo con dei coach di inglese che ci aiuteranno a mettere in scena Shakespeare in disco per sostenere l’importanza di parlare inglese e di essere universale, di poter comunicare con il mondo e togliere tutte le barriere. E torniamo a creare un nuovo linguaggio teatrale, quello che vi faremo vedere le prossime settimane.

A seguire è salito sul palco Danilo Gigante, Presidente dell’International Broker Art, che ha esposto la mostra “Io sono italiano” dal titolo “anche l’arte non si ferma”.

Queste sono state le sue parole:

L’arte non si ferma e come tutti quanti voi siamo stati in lockdown e siamo stati molto preoccupati però la creatività, mi collego alle parole di Luca, e la genialità, non deve mai essere ed avere la possibilità di essere interrotta da nessuno.

Vi annuncio che abbiamo creato un progetto nelle scuole che prevede la presenza di un nostro artista per 6 ore 12 scuole, selezionate dal ministero, del Lazio e della Campania, per strappare i ragazzini dal cellulare, un abitudine che è anche colpa di noi adulti.

Lo slogan sarà posa il cellulare e comunicate tra di voi guardandovi negli occhi. Quale modo migliore c’era se non farli comunicare attraverso l’arte e la creatività.

L’augurio mio è che l’Italia possa rinascere attraverso il made in Italy, attraverso tutti gli sponsor che hanno, come ho sentito, messo a disposizione tutto e niente, ma da tutto e niente è nata e nascerà un’estate culturale teatrale e posso dire questo connubio tra la storia degli scavi di Pompei e l’arte contemporanea a me personalmente fa impazzire.

Gerardo Scala, attore e poeta, famoso per i suoi “pensieri poetici” durante il film “Così parlò Bellavista” si accomoda in palcoscenico per presentare il suo libro “Una finestra sul mondo”.

Queste sono state le sue parole:

Allora io direi prima di tutto di presentarci. Al di là del permettete un pensiero poetico. Naturalmente sono felicissimo che tante persone ancora oggi mi riconoscono per questa esibizione cinematografica, ma io ho fatto tanti anni di teatro, ho fatto l’accademia nazionale d’arte drammatica, tante compagnie, ho avuto anche una compagnia eccetera. Vabbè, ma questo fa parte della storia del teatro, di tutti questi anni passati come lo è sempre stato.”

A partire quindi dall’8 Luglio fino al 27 Agosto, 75 attori di teatro e cinema selezionati dalla direzione della compagnia Klimax, prenderanno parte allo “Sharing Art – I racconti della villa” che mette a disposizione gratuitamente vitto, alloggio, strutture e materiale tecnico.

Tanti gli attori, gli sceneggiatori, casting director e i registi di rilievo internazionale che hanno sposato la causa di Varone e che condivideranno la propria esperienza sono:

Stefania De Santis, Vincenzo Caiazzo, Cristina Donadio, Gianfranco Gallo, Gerardo Scala, Augusto Fornari, Stefano Reali, Giovanni Esposito e tanti altri.

Mario Vollono

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