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La notte di Pino Daniele, Tullio De Piscopo: “Ricorderò il mio fratello di sangue”

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“L’emozione ci bloccherà all’inizio, ma poi sarà una gran festa”

Domani sera allo stadio San Paolo di Napoli andrà in scena il concerto evento “Pino è” in onore del cantautore napoletano Pino Daniele, scomparso prematuramente il 4 gennaio 2015 all’età di 60 anni.

A parlare di quello che avverrà al San Paolo è Tullio De Piscopo che ha accompagnato Pino Daniele, in alcune canzoni, come batterista.
Ecco le sue parole:
Quali brani eseguirete, De Piscopo?
“I grandi classici: ‘Napule è’, ‘Yes I Know My Way’, ‘Tutta ‘n’ata storia’, ‘Chi tene ‘o mare’, ‘Notte che se ne va’”.

Con quali voci?
“Con noi canteranno Mario Biondi, Jovanotti, Il Volo e altri ancora da decidere”.

Della band storica faceva parte anche il contrabbassista Rino Zurzolo, scomparso lo scorso anno: verrà ricordato anche lui sul palco?
“Immagino di si, anzi, lo spero. Al contrabbasso ci sarà Roberto Giangrande, altro partner storico di Pino”.

Come se l’immagina la serata di domani?
“Una grande festa, con tanta emozione. All’inizio tutti noi saremo un po’ bloccati, poi dopo cinque-sei pezzi l’emozione verrà superata. E sarà una festa”.

Come fa dirlo?
“Perché è quello che sta accadendo in queste ore, durante le prove. Noi iniziamo a suonare e tutto si ferma, gli operai che stanno allestendo il palco e le strutture si bloccano, tale è la forza di questa musica. S’immagini se con noi ci fosse ancora Pino, cosa potrebbe accadere”.

Il vostro era un legame particolare, non eravate semplice colleghi…
“Un legame di sangue. Ricordo quando all’inizio degli anni Ottanta registravamo gli album “Vai mo’” e “Bella ‘mbriana” a Carimate, in Brianza. Lavoravamo la mattina, poi verso l’una, l’una e mezza ce ne andavamo a pranzo. Dopodiché ce ne salivamo in camera, ci stendevamo sui nostri lettini con le nostre sigarette e parlavamo, parlavamo….il nostro rapporto cresceva ogni giorno di più”.

Il mondo della musica è molto cambiato, da allora?
“E certo, senza Pino, senza Lucio Dalla con il quale ho anche collaborato, senza tanti artisti che non ci sono più…non si può certo dure che la musica sia la stessa”.

Pino era più giovane di lei, cominciò a fare musica quando lei era già affermato. Ricorda il primo incontro?
“Vivevo a Milano, ogni domenica mi sentivo con mio padre Giuseppe, che suonava nell’Orchestra della Rai. “Ho sentito un ragazzo straordinario, lo devi sentire anche tu”, mi disse. Dopo qualche giorno arrivò un’altra telefonata: “Salve, sono un cantautore napoletano, mi chiamo Pino Daniele e ho appena fatto un disco: voglio fartelo sentire”. Gli risposi che sapevo di lui e ci demmo appuntamento a Napoli nel fine settimana”.

E come andò il primo incontro?
“Ci vedemmo direttamente in una pizzeria di Port’Alba: allora non c’era bisogno di confermare con il telefonino, come ora. Arrivai a piedi da Porta Capuana. Ricordo che non ci vedevo più dalla fame”.

Oggi le manca molto?
“È un vuoto enorme, insieme abbiamo fatto cose pazzesche, ancora oggi non ci si rende conto. Oggi tutti lo piangono, ma c’è qualche fetente che ancora non ha avuto la sensibilità di rimuovere quei commenti negativi su YouTube. Pino non poteva piacere a tutti, è naturale, e molti di quei commenti vennero postati quando lui era ancora in vita. Oggi però sarebbe il caso di rimuoverli, non crede? Possibile che ognuno oggi è libero di offendere pubblicamente gli altri, anche quelli che non ci sono più, e nessuno reagisce?”.

Il cast del concerto è molto vario: artisti molto diversi per età e per genere…
“Ma è tutta gente con cui Pino ha collaborato e che stimava. Non aveva pregiudizi, non aveva schemi, era come me. Ma un artista gli doveva piacere prima di tutto a livello umano: se non gli stava simpatico, niente da fare”.

Che pubblico si aspetta di trovare domani sera?
“Giovani e vecchi, padri e figli, nonni e nipoti. Bellissimo, no? È per questo che non mi stanco mai e a 72 anni sono ancora un cacciatore di sogni”.

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