Castellammare, la società civile presenta un esposto contro il consigliere Ernesto Sica, protagonista di diversi comportamenti che farebbero profilare il reato di Apologia del fascismo
A circa una decina di giorni dal vergognoso post del consigliere comunale Ernesto Sica, la società civile non dimentica. La presa di posizione del sindaco Gaetano Cimmino è servita più a mantenere vergine la propria figura che a condannare senza se e senza ma il ripetuto comportamento del consigliere che in diverse occasioni ha messo in imbarazzo la città di Castellammare di Stabia con le proprie dichiarazioni inneggianti al fascismo. Tra le altre cose, alla richiesta di “scuse pubbliche” proposta come paciere dal primo cittadino, Sica ha risposto con un comunicato in cui si cicala di un complotto della stampa nei suoi confronti. Motivi che hanno indotto tre esponenti della società civile stabiese a presentare un esposto in Procura a cui in queste ore si sono aggiunti oltre 100 firmatari attraverso una petizione online. Questo uno stralcio dell’esposto presentato:
Il presente atto ha la finalità di porre all’attenzione di questa Ecc.ma Procura della Repubblica accadimenti inerenti la pubblicazione, sul social media Facebook, di un testo che, a parere degli scriventi, vìola l’art. 4 della Legge n. 645 del 1952 (legge Scelba). Si segnala la circostanza affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti. Si prospetta, inoltre, la necessità dell’intervento della Pubblica Autorità per l’immediata cancellazione del testo qui appresso analizzato e per valutare la sussistenza di eventuali comportamenti e condotte che possano essere contrarie alla legge. Il testo è il seguente:
Tale testo è stato pubblicato sul profilo Facebook del Consigliere del Comune di Castellammare di Stabia Ernesto Sica, nominato anche presidente della commissione statuto e regolamenti del comune. L’ipotesi di reato che gli scriventi individuano riguarda la fattispecie prevista al comma 2 dell’art. 4 della legge 645/52 che recita: “Alla stessa pena di cui al primo comma soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. Tale ipotesi risulta avvalorata anche dalla sentenza del 16/1/57 della Corte Costituzionale in cui si definiscono più precisamente i contorni di questo reato. La Consulta, infatti, precisa che l’apologia si realizza non semplicemente attraverso una “difesa elogiativa” del fascismo, ma attraverso una “esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista”, cioè in una “istigazione indiretta a commettere un fatto rivolto alla riorganizzazione”. Ora, dall’analisi del testo in questione si possono emarginare due frasi in cui si trovano, nella prima un’esaltazione del partito Fascista, nella seconda una istigazione indiretta a una possibile riorganizzazione del partito fascista. La prima frase è esplicita e non richiede particolari analisi. Il testo recita: “Fascismo Italiano, che fu invece rappresentazione della volontà popolare, fu movimento con salde radici ideologiche e spirituali, strutturato da una ossatura culturale di alto profilo”. In tale frase si evidenzia una esplicita apologia del fascismo definito “strutturato da una ossatura culturale di alto profilo”. La seconda frase si presenta in maniera implicita e indiretta. “Non nego ci possa essere un certo fascino del Nazismo, ma ciò si limita solo ad un primo acchitto, perchè in fin dei conti il Nazismo provò ad imitare il Fascismo Italiano. (“Fascismo” che nella prima versione del post era abbellito con l’aggettivo “Glorioso”, prontamente modificato con due revisioni ndr).
A
l di là della ragionevolezza nel presentare un esposto citando la singola vicenda, il consigliere Ernesto Sica, si è reso più volte protagonista di comportamenti simili. Ed è forse proprio la recidività che andrebbe interrotta. Dal saluto romano in ricordo di un camerata agli insulti xenofobi alla Nazionale Francese durante gli scorsi Mondiali di Calcio, fino allo stupido modo di festeggiare il 100esimo anniversario dalla fine della Prima Guerra Mondiale: insieme ai ragazzi di Alleanza Nazionale, si era reso promotore di uno striscione esposto in Villa Comunale in cui le “S” erano state sostituite con il logo degli squadroni nazisti, le SS.
Arrivarono le scuse all’epoca? Sì, ma non quelle per chiedere perdono: Sica giustificò la scelta di utilizzare quel particolare carattere spiegando che “era solo un modo per risparmiare spazio sullo striscione”.
Chiaramente è improbabile a questo punto riportare il consigliere Sica a Stabiae anno 2019, (XCVIII Era Fascista), perso com’è da qualche parte tra il Piave e Salò, ma forse, dopo questo esposto e la mobilitazione di una parte della società civile attraverso la petizione online, il Sindaco Cimmino prenderà provvedimenti più seri nei suoi confronti per non far sì che la sua Amministrazione resti legata a doppio filo con la figura di un nostalgico fascista che non nega “un certo fascino per il nazismo”.
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A cura di Mario Calabrese
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