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i conclude questo fine settimana il Festival dedicato ad Antonio Bazzini. Domenica 16 e lunedì 17 sul palco del Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara la pièce teatrale ideata, scritta e diretta da Costanzo Gatta
“Bazzini, l’AntiVerdi?”
Si conclude questo fine settimana il Festival Antonio Bazzini Brescia e l’Europa. 1818 –2018, iniziativa del Conservatorio Luca Marenzio di Brescia in collaborazione con il CTB Centro Teatrale Bresciano dedicata all’approfondimento della figura di un musicista bresciano che conquistò l’Europa colta dell’Ottocento e di cui quest’anno ricorre il bicentenario dalla nascita. Il Festival gode del Patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Brescia, Prefettura e Ateneo di Brescia; rientra nelle iniziative inserite nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 ed è sostenuto da Fondazione ASM e dal maestro Iginio Massari.
Dopo i sei concerti da camera, il concerto sinfonico e le due giornate di studio dedicate ad Antonio Bazzini, il Festival si chiude con lo spettacolo teatrale “Bazzini, l’AntiVerdi?”, una produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, ideata, scritta e diretta da Costanzo Gatta con Monica Ceccardi, Miriam Gotti, Silvia Quarantini e Daniele Squassina; i costumi sono di Gianni Tolentino, le luci e la direzione tecnica di Cesare Agoni, le coreografie di Orietta Trazzi e le registrazioni di Gabriele Gasparetto. Domenica 16 alle ore 15.30 e lunedì 17 dicembre alle 20.30 al Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara di Brescia (Contrada Santa Chiara 50/A) sarà la vita stessa di Antonio Bazzini a essere raccontata, per ripercorrere l’uomo, la musica, la carriera di uno dei massimi musicisti italiani di sempre, che fu violinista virtuoso, compositore e didatta conosciuto in tutta Europa. Non solo musicista straordinario, ma anche un uomo dalla vita straordinaria, vissuto in un secolo ricco di accadimenti storici e culturali che rivoluzionarono le coordinate sociali italiane ed europee.
Nonostante il suo contributo alla storia della musica occidentale, raramente le sue musiche vennero seguite, oscurate dalle composizioni di autori coevi che entrarono invece nella prassi dei programmi da concerto. Dopo averne riscoperto le pagine – ascoltate in questo mese di concerti – che ci hanno svelato tutto il suo appassionato virtuosismo, la sua capacità di dialogo e confronto con i musicisti a lui contemporanei e, infine, la dedizione che l’interprete Bazzini riservò al recupero delle musiche del passato, Costanzo Gatta ne in collaborazione con studia approfonditamente la biografia e le coordinate storiche, per restituire insieme ai quattro attori sul palcoscenico – con tutta la forza espressiva del teatro – un percorso di vita che fu straordinario.
Nel corso della sua lunga carriera, Bazzini riuscì ad affermarsi tra i più grandi virtuosi del suo tempo, guadagnandosi il rispetto e la considerazione da parte di molti autorevoli musicisti – tra i tanti Robert Schumann, Felix Mendelssohn, Gioachino Rossini. Conquistò il pubblico di tutte le grandi capitali europee e visitò innumerevoli città nel corso delle lunghe tournée di concerti.
Rimase però sempre legato all’Italia e a Brescia, città fra le più amate. Scorrendo la sua biografia si ha davvero la sensazione che Bazzini abbia portato la musica ovunque e che ovunque ci fosse Bazzini… si facesse musica. Da persona colta qual era, contribuì al rinnovamento della musica dell’Ottocento in Italia con acuta intelligenza e con una sensibilità fuori dal comune in tutti i campi in cui si trovò ad operare.
Come violinista ebbe il merito di aprire la via al concertismo moderno passando dal virtuosismo di primo Ottocento, vagamente ispirato al modello paganiniano, all’interpretazione del repertorio cameristico di autori del passato e contemporanei, da Bach a Haydn, passando per Mozart fino a Beethoven, Mendelssohn e Donizetti, per citare i nomi più noti e ricorrenti nei suoi programmi di concerto.
Come compositore indirizzò le sue energie e l’esperienza accumulata nelle sue vaste frequentazioni europee a sostegno di tutte le iniziative volte a promuovere la musica strumentale sinfonica e cameristica, generi poco frequentati e poco apprezzati all’epoca in Italia, soprattutto per effetto di un’industria della cultura che traeva maggior vantaggio a orientare i favori del pubblico verso il teatro d’opera. Ai margini della mainstream e non ostile allo ‘sverdimento’ dell’Italia – come si diceva allora – Bazzini non divenne ricco come Verdi, vide infatti la sua unica creatura teatrale, l’opera Turanda, nascere e morire in una dozzina di serate al Teatro alla Scala ma, in compenso, si guadagnò il sostegno di molti amici musicisti fiorentini, della Scapigliatura milanese, di Liszt, di Hans von Bülow e di altri ‘wagneriani’.
Nel 1882 divenne direttore del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, istituzione per la quale in qualità di docente, dal 1873, tenne la classe di composizione formando alcuni tra i più illustri musicisti dell’Otto-Novecento: Alfredo Catalani, Giacomo Puccini e Pietro Mascagni.
Un uomo che attraversò le vicende storiche di un secolo, l’Ottocento, lungo il quale la storia della musica, in Italia e in Europa, si divise tra strumentale e melodramma, un secolo in cui gli artisti si affermarono quali concertisti, affrancandosi dalle antiche logiche di corte. Antonio Bazzini seppe interpretare quel mondo attraverso la sua musica e la sua peculiare sensibilità, contribuendovi in maniera sostanziale.
Bazzini, L’AntiVerdi?
Spettacolo teatrale ideato, scritto e diretto da Costanzo Gatta
con (in o.a.)
Monica Ceccardi
Miriam Gotti
Silvia Quarantini
Daniele Squassina
costumi Gianni Tolentino
luci Cesare Agoni
coreografie Orietta Trazzi
registrazioni Gabriele Gasparetto
direzione tecnica Cesare Agoni
elettricista Sergio Martinelli
macchinista Michele Sabattoli
audio e video Giacomo Brambilla
trucco e parrucco EDUCO
Centro di formazione professionale
produzione Centro Teatrale Bresciano
Sulla scena quattro attori, ciascuno con ruolo diverso, tracciano a grandi cenni la vita del musicista bresciano (1818- 1897) che ha attraversato il secolo delle trasformazioni sociali, politiche e culturali.
Ripercorrono la sua carriera di violinista – da ragazzo prodigio a novello Paganini, e persino “Leopardi del violino” – costellata di onori e trionfi. Riconsiderano delusioni e dispiaceri provati dal Bazzini compositore, insegnante prima e poi direttore del conservatorio milanese. Riportano l’attenzione su un musicista controcorrente e, forse per questo, ingiustamente dimenticato. Costanzo Gatta
Costanzo Gatta è scrittore, giornalista, regista teatrale e grande appassionato di teatro e musica.
Monica Ceccardi, attrice e autrice diplomata al Teatro Stabile del Veneto, è formatrice teatrale e lettrice professionista di audiolibri.
in collaborazione con
Miriam Gotti, attrice professionista, cantante, compositrice musicale per la scena teatrale e formatrice.
Lavora con numerose compagnie del teatro nazionale e internazionale. È direttrice di alcuni cori nel territorio lombardo.
Silvia Quarantini, bresciana, è attrice diplomata alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova.
Dal 2006 lavora in teatro come attrice, assistente alla regia e autrice.
Daniele Squassina, attore e drammaturgo, collabora stabilmente con molte realtà teatrali bresciane e in particolare con il Centro Teatrale Bresciano.
Biglietti
intero € 10,00
ridotto under 25 € 8,00
I biglietti sono in vendita:
• presso la biglietteria del Teatro Sociale (via Felice Cavallotti, 20) nei giorni di apertura del botteghino:
feriali dalle ore 16.00 alle 19.00, domenica dalle ore 15.30 alle 18.00;
• presso il punto vendita CTB (Piazza della Loggia, 6) da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 13.00,
escluso festivi;
• on line sul sito vivaticket.it e nei punti vendita del circuito vivaticket.
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