Spacciavano, ancora, nel quartiere a Catania e nonostante anche la forzosa quarantena per l’epidemia della Covid-19.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato Giuseppe Leotta, 31 anni, ed Eugenio Marchese, 25 anni, accusati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Nel corso di un servizio perlustrativo nella zona di San Giovanni Galermo, i militari dell’Arma hanno notato un movimento sospetto di giovani in via Fratelli Gualandi. Ai Carabinieri è bastato avvicinarsi al capannello di ragazzi per riconoscere Eugenio Marchese, noto per precedenti specifici.
Il giovane, che ha cercato di disfarsi di un involucro gettandolo in un tombino, si è pure scagliato contro i Carabinieri, avvertendoli che avrebbe richiamato in suo aiuto “amici” armati per fargliela pagare. Dalle minacce, il giovane è passato ai fatti, prendendo un enorme vaso di cristallo e sputando addosso ai Carabinieri, colpendoli con schiaffi e pugni.
I militari, raggiunti e supportati da altre pattuglie, hanno sottoposto l’uomo a perquisizione rinvenendo in una tasca del suo giubbotto una busta di plastica contenente la cospicua somma di 5.645 euro. L’involucro lanciato nella grata è stato recuperato dai Carabinieri grazie all’intervento dei Vigili del fuoco. In una cantina sono stati invece rinvenute 132 dosi di marijuana già confezionate per la vendita al minuto, due ricetrasmittenti e un bilancino di precisione.
Leotta e Marchese sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità giudiziaria.
Nel maggio 2017, nel medesimo quartiere, era stata avviata dalla Squadra mobile di Catania e dal Commissariato Nesima, con il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia, un’indagine che portò all’Operazione “Cattivo tenente” con cui fu smantellata una organizzazione avente ben precise gerarchie e doppi turni di ‘lavoro” con un guadagno di circa 2000 euro al giorno.
A capo della “attività” di vendita delle “stecchette” di marijuana in via Balatelle, al confine tra San Giovanni Galermo e Mascalucia, c’era Orazio Tenente, che nonostante la giovane età gestiva pusher, vedette e turni di lavoro, con il supporto del suo braccio destro, il fratello Luigi Tenente.
A seguito di quell’operazione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, è stata emessa dal Gip del Tribunale, un’ordinanza di custodia cautelare per i delitti di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio, nei confronti di 13 soggetti, di cui 6 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 5 sottoposti all’obbligo di presentazione all’Autorità di pubblica sicurezza.
L’operazione era stata poi descritta nella conferenza Stampa dal funzionario della Squadra Mobile, Paolo Lisi “L’attività di spaccio, distribuita su due turni (dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 20), avveniva all’interno dei portici dei palazzi con un giro di circa 200 cessioni giornaliere per un totale di circa 2mila euro di incasso giornaliero. La sostanza stupefacente veniva occultata all’interno di una botola in ferro appositamente ricavata nel terreno in cui i vari pusher si rifornivano durante i due turni di spaccio. Grazie all’installazione di videocamere nei pressi delle zone interessate siamo riusciti a riprendere per mesi il fiorente traffico di stupefacenti, ottenendo prove certe in ordine alla responsabilità degli arrestati”. C’era 3 pusher e una vedetta a turno provvedevano inoltre a rifornire le tre botole “cassaforte” ogni volta che veniva esaurito il carico.
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