Sarebbe ora nell’interesse della Vallata dell’Agrò di trasformare questo annoso schizzo dello svincolo in un progetto esecutivo e cantierabile.
Iniziava più o meno come segue un mio accorato appello di cittadino in un occasionale incontro che ho avuto quest’estate con dei componenti la commissione trasporti della Camera a cui ognuno dei presenti poteva esporre le necessità infrastrutturali della propria zona:
“Trovarsi con delle persone locali che, in quanto pure genitori, hanno la primaria preoccupazione del futuro dei propri figli poiché non c’è in zona pressoché alcuna prospettiva di lavoro, fa solo comprendere, a chi può e vuole vedere, che se non arrivano al più presto degli investimenti per infrastrutture che apportino imprenditoria e occupazione rimarremo un dormitorio di vecchi. Uno di questi è lo svincolo dell’A18 ricadente nella Vallata dell’Agrò che intercetti pure i flussi di viaggiatori e investitori vari, oppure un porticciolo turistico che almeno d’estate diventi un punto di attracco per natanti affinché s’incrementi il turismo, o ancora dei centri sportivi polifunzionali utili anche per ospitare eventi e aggregazioni sociali, nonché infine il raddoppio del binario Giampilieri-Fiumefreddo il cui spostamento a monte libererebbe tutti i paesi rivieraschi attraversati dalla vecchia ferrovia così disponendo di nuovi spazi. insomma se non si fa, ma subito, tutto questo e altro di concreto, possiamo pure continuare a raccontarci le retoriche intellettuali e filosofiche di sempre, come pure sparare fuochi pirotecnici, promuovere manifestazioni poetiche, teatrali, culturali, ecc. ma così continuando, con questa accidia politico-sociale, queste zone diverranno un dormitorio per stanziali pensionati della pubblica amministrazione e luoghi di massiccia emigrazione dei nostri giovani obbligati ad andare via per cercare lavoro al nord oppure all’estero, come quasi quotidianamente già avviene e spesso senza più ritornare. E dovendo scegliere mi sembra più necessario lo svincolo autostradale tra Sant’Alessio Siculo e Santa Teresa di Riva, poiché coinvolgerebbe e servirebbe tutto il connesso territorio della Vallata dell’Agrò e del Savoca, compresi i rispettivi Paesi e Frazioni posti a monte. Peraltro come riportato negli anni da tutti gli Organi d’Informazione e declamato dai Sindaci locali a partire da quello di Santa Teresa di Riva, il progetto già esiste come anche i consensi generali delle Istituzioni preposte e ci sono ci sono di fatto anche le bretelle di accesso ed uscita in quanto già serventi le locali stazioni di servizio (qualcuna ormai ex tale) ubicate sull’autostrada in entrambi i sensi. Per non parlare anche dei benefici che lo svincolo apporterebbe in termini commerciali e turistici e dunque occupazionali, conseguenti a collegamenti rapidi con l’aeroporto di Catania, oppure al trasporto celere di merci e prodotti vari della zona ai diversi scali aerei e navali per destinazioni e mercati nazionali ed internazionali. Inoltre non si rimarrebbe più isolati se dovessero verificarsi altre chiusure sulla precaria strada del promontorio di Capo Sant’Alessio-Forza D’agrò”.
Ma qui mi arrivò la doccia fredda di un avvocato presente che mi fece rilevare come, riguardo allo svincolo dell’A18 con uscita tra i comuni di Santa Teresa di Riva, Sant’Alessio Siculo e Savoca, non c’è nulla di presentato sia al CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) che al Ministero delle infrastrutture, a differenza dello svincolo di Alì Terme per il quale c’è già un progetto dichiarato esecutivo dagli Organi competenti.
Ho subito obbiettato che non era possibile, esibendo la copia di un mio articolo “In prov. di Messina, uno svincolo autostradale per una Vallata” nel quale avevo anche riepilogato la storia del predetto svincolo autostradale di Santa Teresa di Riva, dal 2013 ad oggi.
Mi è stato ribadito che non c’era alcun progetto presentato. Da quel momento più allibito che mai, ho preferito tacere, aspettando di documentarmi meglio. Cosa che ho fatto apprendendo che in effetti il progetto c’era ma nei cassetti del Comune. Ero proprio arrabbiato come cittadino a cui era stata raccontata per sei anni dall’ex sindaco di Santa Teresa di Riva e ora da quello attuale, nonché da tutti i sindaci della Vallata dell’Agrò, come pure da schiere di professionisti e propagandisti territoriali e specialmente menestrelli dei giornali online e stampati, una serie di infondatezze.
Ma ancora ci sono speranze.
I sindaci della Vallata dell’Agrò dei comuni di Forza D’Agrò, Limina, Roccafiorita, Antillo, Casalvecchio e Savoca, il presidente dell’Unione Comuni Valli Joniche dei Peloritani, L’ex sindaco di Santa Teresa di Riva oggi presidente della Città Metropolitana di Messina, il sindaco di Santa Teresa di Riva, ma anche il Presidente della Regione Sicilia, si attivino concretamente e non solo per lo svincolo autostradale sull’A18 nella Vallatata dell’Agrò ma anche per le altre infrastrutture urgenti sempre e solo propagandate.
C’è un momento politico nazionale in cui finalmente un neoGoverno (5stelle-lega) pare voglia lanciare un piano infrastrutturale per tutta la Penisola, soprattutto dopo i gravi fatti del crollo del ponte Morandi di Genova.
Quindi, come dire, “ora o mai più” per questo comprensorio jonico messinese che fino adesso e da decenni ha visto principalmente sfilare ipocriti teatrini politici, istituzionali, professionali e intellettuali con rispettive pletore di codazzi elettorali, profittatori e mercenari. D’altronde la depressa realtà infratrutturale e occupazionale (salvo “panem et circenses” foraggiato con l’estorsione fiscale comunale, provinciale e regionale) è sotto gli occhi di chi può e vuole vedere.
L
’immagine è tratta da Facebbok.
Adduso Sebastiano
Lascia un commento