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Re Carlo snobbato dai premier australiani, nessuno andrà al ricevimento

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(Adnkronos) – I primi ministri degli Stati australiani non andranno al ricevimento di re Carlo e della regina Camilla, il 21 ottobre a Canberra.In passato, si sarebbe parlato di "affronto".

Oggi, invece, 'mutatis mutandis' – si veda anche la recente apertura di Buckingham Palace all'ipotesi che il popolo australiano decida se il Paese debba restare una monarchia costituzionale o diventare una repubblica – a prevalere, anche nella monarchia britannica, è una sorta di 'realpolitik', una presa d'atto dei tempi che corrono.Alla fine della settimana, i sovrani partiranno per un tour di 9 giorni in Australia e Samoa.

Si tratta del viaggio più importante del re da quando gli è stato diagnosticato il cancro e del primo in Oceania in qualità di capo di Stato.  Lunedì prossimo, a Canberra, Carlo pronuncerà un discorso ai leader politici australiani durante il ricevimento in suo onore, ma sembra che nessun premier degli 8 Stati abbia accettato di parteciparvi, adducendo come causa altri impegni.La premier dello Stato di Victoria, Jacinta Allan, è stata l'ultima leader a confermare che non sarà presente, mentre il premier dell'Australia Meridionale, Peter Malinauskas, ha attribuito la causa della sua assenza a una riunione del gabinetto regionale.

Altri primi ministri hanno attribuito la responsabilità della loro assenza al ricevimento al carico di lavoro, mentre Steven Miles, del Queensland, ha affermato che è impegnato nella sua campagna elettorale. Alcuni media australiani hanno criticato l'affronto dei politici, definendolo un "insulto", "irrispettoso" e "infantile".Un sondaggio condotto dal Daily Telegraph di Sydney ha rivelato che uno su quattro degli intervistati ha un'opinione più favorevole del monarca rispetto a prima della sua incoronazione.

I risultati suggeriscono che circa il 33% vorrebbe che l'Australia diventasse una repubblica, ma il 45% afferma che la nazione dovrebbe rimanere una monarchia.Secondo la corrispondente reale di Sky News, Laura Bundock, il viaggio del re "è stato pianificato per mesi ed è pertanto difficile immaginare come i primi ministri degli Stati possano aver preso altri impegni". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Fonarcom e Ciforma presentano progetto ‘Diventa green partner’

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(Adnkronos) – Al via il progetto 'Diventa green partner', promosso e patrocinato dalla federazione Ciforma e da Fonarcom, il fondo interprofessionale nato su iniziativa della confederazione datoriale Cifa Italia e del sindacato Confsal.L'11 e il 12 ottobre, nella cornice dei giardini delle Ville pontificie di Castel Gandolfo, oggi sede del Centro di Alta Formazione Laudato si’ per la realizzazione del Borgo Laudato si’, i rappresentanti di Fonarcom, dell’associazione Ciforma, di Confsal e di Cifa hanno incontrato un primo gruppo di agenzie formative che collaborano con il fondo e che hanno aderito al progetto Diventa green partner, scegliendo così di orientare la propria organizzazione verso la modelli sostenibili e di acquisire le competenze necessarie per offrire tale servizio alle aziende clienti.

Seguiranno altri incontri con i numerosi enti di formazione che hanno manifestato vivo interesse a far parte di questo progetto. Non è un caso che questa iniziativa muova i primi passi da un luogo che può ritenersi modello ed esempio tangibile di sostenibilità ambientale, economica e sociale, dove l'integrazione, la condivisione, la formazione e il lavoro costituiscono gli assi portanti di una nuova economia circolare, punto di partenza di quella conversione ecologica auspicata da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’.  Fonarcom e Ciforma hanno raccolto il messaggio e il monito contenuti nell'enciclica, costruendo e finanziando percorsi di formazione mirati a creare una nuova cultura della sostenibilità e a promuovere le competenze necessarie per affrontare le transizioni in atto. Lo ha sottolineato Andrea Cafà, presidente di Fonarcom e di Cifa Italia: “Abbiamo voluto vivere con i nostri enti partner accreditati al fondo Fonarcom un’esperienza immersiva di confronto sui temi della sostenibilità e delle grandi transizioni.Tanti gli spunti e i contenuti condivisi in questa cornice unica, simbolo di un’integrazione virtuosa tra uomo e natura.

La sinergia e lo scambio di idee si rivelano sempre fattori fondamentali di crescita e di sviluppo.Per questa ragione a breve ripeteremo l’iniziativa con tutti i nostri partner”. Gli fanno eco le parole di Lucia Alfieri, presidente di Ciforma: “Abbiamo incontrato gli enti aderenti alla federazione Ciforma per ascoltare le loro esigenze e valutare insieme quali azioni intraprendere per dare risposte concrete ed efficaci.

La nostra federazione, infatti, vuole proporre un modello di rappresentanza che si faccia realmente promotore di interventi mirati e utili a garantire il benessere e la crescita professionale degli operatori delle agenzie formative offrendo servizi di qualità.Il luogo scelto per l’incontro per noi è carico di significati, perché il borgo Laudato si’ è un luogo nato per garantire a tutti l’accesso al lavoro e alla formazione in una logica di inclusione e solidarietà sociale.

Noi ci riconosciamo in questi ideali tanto da farne pilastro della nostra organizzazione”. Una due giorni, dunque, di estremo interesse, anche per suor Alessandra Smerilli, segretaria del Pontificio Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e consigliera di amministrazione del Centro di Alta Formazione Laudato si’: “E’ stato bello condividere il senso del progetto del Centro Alta Formazione Laudato si’ con gli associati di Fonarcom e di Ciforma.Insieme possiamo muovere passi veloci verso la conversione ecologica”.  —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Nazionale nigeriana bloccata in aeroporto libico per 14 ore: “Abbiamo avuto paura”

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(Adnkronos) – La nazionale nigeriana di calcio ha vissuto un incubo.Lookman e compagni sono volati in Libia nella giornata di ieri per giocare la partita valida per le qualificazioni alla Coppa d'Africa contro i padroni di casa, in programma domani.

Il volo nigeriano doveva atterrare a Bengasi, a 20 chilometri da Benina, dove si sarebbe dovuto disputare il match, ma è stato dirottato ad Al Abraq, dove le uscite dall'aeroporto sono state bloccate e i giocatori lasciati per tutta la notte senza cibo, acqua o un posto dove dormire. A raccontare una situazione che sta diventando drammatica ci ha pensato il capitano ed ex Serie A Troost-Ekong: "Quando abbiamo iniziato la discesa, ci hanno dirottato su un altro aeroporto: è stata una decisione delle autorità locali.Il governo libico ha annullato il nostro atterraggio a Bengasi senza motivo.

Hanno chiuso i cancelli dell'aeroporto e ci hanno lasciato senza linea telefonica, cibo o bevande.Tutto per fare giochi mentali", ha scritto sul proprio profilo X. "Il pilota del nostro volo, tunisino, è uscito e tornato diverse ore dopo.

Gli è stato detto che in tutti gli hotel vicini avrebbero accettato solo lui e nessun altro, nemmeno gli altri membri dell’equipaggio, che erano nigeriani.Abbiamo chiesto al nostro governo di intervenire e salvarci.

Insieme alla squadra abbiamo deciso che non giocheremo questa partita.La CAF dovrebbe esaminare cosa sta succedendo qui.

Anche se decidessero di consentire lo svolgimento della partita, rinunceremmo ai punti.Non accetteremo di viaggiare da nessuna parte qui, non è sicuro.

Possiamo solo immaginare come sarebbe l'hotel o il cibo", ha concluso l'ex difensore di Udinese e Salernitana. I giocatori, tra cui ci sono anche i Serie A Okoye (Udinese), Dele-Bashiru (Lazio) e Lookman (Atalanta), hanno trascorso la notte arrangiandosi come potevano, come testimoniato da diverse foto pubblicate dagli stessi calciatori sui propri profili social.Altri video mostrano invece le forze dell'ordine locali bloccare le uscite: "Abbiamo paura.

Prendetevi pure i punti, vogliamo solo tornare a casa", ha scritto su X Victor Boniface, attaccante del Bayer Leverkusen. Le sue preghiere sono state esaudite nel primo pomeriggio di oggi, quando è stato ancora Troost-Ekong a condividere un aggiornamento con i suoi preoccupati follower: "Il potere dei social media.A quanto pare il nostro aereo è in rifornimento mentre parliamo e dovremmo partire per la Nigeria a breve.

Grazie a tutti per il supporto!Non tratteremmo mai una nazione ospite per una partita in questo modo.

Gli errori capitano, i ritardi capitano.Ma mai di proposito!", ha concluso. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ia, Rapporto 4.Manager: in 2024 boom professionisti che la usano, da 40mila a oltre 300mila

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(Adnkronos) – Dal 2019 le richieste di professionisti con competenze in AI sono aumentate del 157%, segnalando un'espansione significativa della domanda in questo settore.Il 2024 si profila quindi come un anno di svolta, con una crescita esponenziale di professionisti alle prese con l’AI, che passano da 40.000 a oltre 300.000.

Questo sviluppo è accompagnato da un significativo aumento della partecipazione femminile nel settore, che è salita dal 30% a oltre il 40%, suggerendo un ruolo sempre più centrale delle donne nelle professioni Stem.E' lo scenario che emerge dal VI rapporto dell'Osservatorio di 4.Manager 'Intelligenza Artificiale.

Cambiamento culturale e organizzativo per imprese e manager: nuove traiettorie della managerialità', presentato oggi in occasione dell'apertura dell'anno accademico della Pontificia Università Antonianum.  I dati del Rapporto sono stati raccolti attraverso una combinazione di indagini campionarie e fonti istituzionali come Istat e Eurostat.  Tuttavia, la diffusione dell'intelligenza artificiale nelle imprese italiane rivela una chiara disomogeneità tra le grandi aziende e le pmi.Le imprese di grandi dimensioni, grazie alle loro risorse e capacità di investimento, hanno un tasso di adozione dell'AI del 24%, mentre solo il 5% delle piccole imprese è riuscito a implementare queste tecnologie.

Le città che trainano questa crescita, come Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli, sono i principali centri di adozione nei settori IT, sviluppo software e servizi di ricerca. "L'Italia possiede un patrimonio unico di intelligenze umane, filiere produttive e risorse culturali, ancora in gran parte da valorizzare attraverso l'AI"", commenta Giuseppe Torre, responsabile scientifico dell'Osservatorio 4.Manager. “Se sapremo potenziare le nostre industrie, combinando competenze umane di alto livello con l'intelligenza artificiale, potremo incrementare enormemente la nostra capacità di generare valore, mantenendo quel DNA che ci rende competitivi e riconoscibili sui mercati globali", conclude.  Come consiglia Don Andrea Ciucci, segretario della Fondazione Vaticana RenAIssance: "Due scelte strategiche per una buona AI?Una riflessione etica by design, capace di coinvolgere non solo gli utilizzatori finali ma anche progettisti e costruttori. È fondamentale promuovere un approccio transdisciplinare al tema, che tenga insieme il punto di vista tecno-scientifico e quello umanistico, per garantire che l'intelligenza artificiale sia al servizio del bene comune e dello sviluppo sostenibile".  “Il mondo dei media e dell’informazione è uno dei settori più impattati dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale Generativa e ha scatenato grandi dibattiti sui rischi del deep fake e della misinformation.

Per questo -ha spiegato l’amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore Mirja Cartia d’Asero – nell’avviare progetti che prevedono l’implementazione dell’IA sui nostri contenuti di qualità abbiamo prima di tutto condiviso al nostro interno un Codice di Autodisciplina per l’applicazione etica delle intelligenze artificiali all'interno delle nostre attività editoriali, che punta in primo luogo sulla centralità del ruolo umano e professionale nel processo di sviluppo e adozione dell’IA”. I progressi quindi ci sono ma accompagnati da importanti ostacoli: nonostante la crescita esponenziale del numero dei professionisti impegnati con l’AI, la mancanza di competenze digitali rimane il principale freno, identificato dal 55% delle aziende.Inoltre, nel 2023, solo il 46% della popolazione italiana possedeva competenze digitali di base, un dato inferiore alla media UE del 56%.  I costi elevati, in particolare per le pmi e per le aziende del Centro-Sud, rappresentano un'altra barriera significativa, segnalata dal 50% delle imprese.

Anche la disponibilità e qualità dei dati per l'addestramento dei modelli di AI è un problema per il 46% delle imprese.Particolare attenzione merita l'ostacolo rappresentato dalle considerazioni etiche, che sono indicate come una difficoltà da 1 impresa su 4.

Ostacoli culturali, come la scarsa chiarezza normativa e le preoccupazioni sulla privacy, completano il quadro delle difficoltà che frenano lo sviluppo dell'AI in Italia. Secondo Andrea Ricci, dirigente di ricerca in economia applicata all'Inapp "rimuovere gli ostacoli alla diffusione inclusiva della AI chiama in causa serie di fattori, tra questi: competenze manageriali, infrastrutture tecnologiche e sociale, nuove forme di organizzazione del lavoro.Questi fattori però vanno coordinati dentro una visione strategica e condivisa". Per affrontare le trasformazioni imposte dall'intelligenza artificiale, 4.Manager evidenzia la necessità di un nuovo paradigma che mette al centro la formazione continua, una leadership forte e una cultura aziendale orientata all'innovazione.

Questi fattori sono cruciali per sbloccare il potenziale dell'IA, che oggi mostra un panorama frammentato: il 45,7% dei dirigenti e manager e il 55,2% degli altri lavoratori non hanno mai seguito alcun corso di formazione specifica sull'IA nell’ultimo anno, evidenziando un significativo divario di competenze a tutti i livelli aziendali. Non si tratta solo di quantità, ma anche di qualità: la formazione attuale non risponde pienamente alle sfide poste dall'IA.Con una valutazione media di efficacia di appena 3,3 su 5, i percorsi attuali sono percepiti come insufficienti.

Questo scenario evidenzia l'urgenza di sviluppare programmi più mirati e di qualità, in grado di soddisfare le esigenze delle aziende italiane, alla ricerca di professionisti che uniscano competenze tecniche a leadership e gestione del cambiamento. Tra i profili più richiesti spiccano l'ai integration specialist (18,6%), il chief data officer (9,3%) e l'ai strategy director (8,9%).Oltre alle competenze tecniche specifiche – come la padronanza di IA, analisi dei dati, machine learning e deep learning – le aziende attribuiscono grande valore alle soft skills.

Flessibilità al cambiamento, pensiero critico, capacità di problem solving e lavoro di squadra sono qualità indispensabili per affrontare le sfide della trasformazione Per colmare questi gap, 4.Manager metterà a disposizione delle parti sociali un sistema di Skill Intelligence , basato sull'analisi di quasi mezzo milione di offerte di lavoro e dati provenienti da INPS, Sviluppo Lavoro Italia e dal sistema europeo ESCO.Questo strumento consentirà alle aziende di identificare i bisogni formativi e progettare percorsi mirati per affrontare l'evoluzione tecnologica. In questo contesto il rettore della Pontificia Università Antonianum, Agustín Hernández Vidales, ha presentato una nuova proposta della Facoltà di Filosofia: un percorso di alta specializzazione in etica e intelligenza artificiale.

Questo innovativo programma si ispira alla necessità di sviluppare un’etica non semplicemente "dell'IA", ma "per l'IA".  “In tale direzione, è importante allargare lo sguardo formando l’AI Ethics Officer nella prospettiva dell’intelligenza integrale.L’ AI Ethics Officer rappresenta una figura imprescindibile per il futuro prossimo poiché garantisce un uso etico, trasparente e responsabile dell'Intelligenza Artificiale.

In un'epoca caratterizzata da disuguaglianze crescenti e sfide globali, l'intelligenza integrale si propone come un modello di interoperabilità per promuovere un'innovazione tecnologica equa e inclusiva.Combinando competenze tecniche con una profonda consapevolezza etica e culturale, l'intelligenza integrale può contribuire a colmare il divario globale dell'AI e garantire che il progresso tecnologico sia al servizio dell'umanità e del pianeta”, ha concluso.  —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Conti spiati, Valeria Marini: “Non ho nulla da nascondere ma do ragione a Meloni”

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(Adnkronos) – Anche Valeria Marini è tra gli spiati dall'ex bancario di Intesa Sanpaolo che per circa due anni ha controllato di nascosto i conti correnti di diversi politici e vip.Ma l'ex regina del 'Bagaglino' all'Adnkronos afferma di essere assolutamente serena ma '"sicuramente infastidita". "Io non ho niente da nascondere – sottolinea Marini – pago le tasse regolarmente e ho un fratello che è un super commercialista, perciò sono assolutamente tranquilla".  "Certo è che dà molto fastidio sapere di essere passata allo scanner, come ha detto giustamente la nostra premier – continua l'attrice – è assurdo che possano succedere queste cose, ha ragione Al Bano quando dice che bisognerebbe prendere tutti i soldi e metterli sotto le mattonelle'', conclude scherzando l'attrice. (di Alisa Toaff)  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ia, Cuzzilla (4.Manager): “Per 50% aziende ancora neanche un’ora di formazione, agire ora”

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(Adnkronos) – "Questo è l'inizio di un lavoro, un lavoro importante perché al centro del lavoro di Confindustria e di Federmanager ci sono le persone e le aziende, questi sono il vero motore del Paese.Noi oggi abbiamo una vivacità su questo tema, una vivacità che porta 10.000 aziende italiane già a lavorare con l'intelligenza artificiale, però ci sono un 50% delle aziende che ancora all'interno della propria azienda non hanno fatto nemmeno un'ora di formazione sull'intelligenza artificiale, avendo anche a disposizione i fondi.

E qui si crea il grande divario tra le grandi aziende che sono strutturate e le piccole e medie aziende italiane che sono la linfa di questo Paese.Bisogna aiutarle e fare capire l'importanza di questo tema, evitare un Paese a due velocità" sull'Ia.

Cosi
Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e di Federmanager,
aprendo l'evento per la presentazione del VI rapporto dell'Osservatorio di 4.Manager 'Intelligenza Artificiale.Cambiamento culturale e organizzativo per imprese e manager: nuove traiettorie della managerialità', oggi a Roma in occasione dell'apertura dell'anno accademico della Pontificia Università Antonianum. Secondo Cuzzilla "è chiaro che il lavoro che vediamo davanti è complicato, però l'intelligenza artificiale non è un'innovazione tecnologica come altre, sarà dirompente nella gestione dell'azienda, nella governance.

E noi dobbiamo cercare di formare l'intelligenza umana per governare l'intelligenza artificiale, se no rischiamo di avere problemi su cui noi di Federmanager, ma anche le aziende, sono preoccupate", ha sottolineato.  Il rischio in futuro secondo Cuzzilla "è quello di avere delle persone che in azienda non sono più adeguate, e quello sarà un grande problema.Ci dobbiamo lavorare oggi, fare un reskilling di queste persone, a formarle, a prepararle.

Noi dobbiamo cercare, e lo facciamo come Sistema Paese, come Federmanager insieme a Confindustria, Federmanager, parlando con le istituzioni, con il governo, per far capire che da questa grande trasformazione non può discendere il mettere all'angolo le persone più deboli in azienda, le persone più deboli all'esterno della società, glii anziani, che già hanno problemi sul digitale", ha aggiunto.  Secondo Cuzzilla "noi dobbiamo far sì che queste cose siano di evoluzione e di aiuto per loro, non siano delle cose che le emarginano in una maniera non recuperabile.Abbiamo l'eccellenza dei nostri imprenditori e dei nostri manager, questa volta loro sono chiamati a fare uno sforzo importante per il nostro Paese.

Quello dell'intelligenza artificiale è un cambio che se lo governiamo può far ripartire bene questo Paese", ha concluso.   —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Intelligence Germania: “Rischiato disastro aereo per presunto sabotaggio russo”

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(Adnkronos) – Un atto di sabotaggio riconducibile probabilmente alla Russia ha rischiato di provocare un disastro aereo in Germania.Ad annunciarlo sono stati oggi i servizi di intelligence tedeschi, riferendosi ad un episodio risalente a luglio, quando un bagaglio ha preso fuoco all'interno del centro logistico della Dhl a Lipsia incendiando un container.  Thomas Haldenwang, presidente dell'Ufficio federale per la protezione della costituzione, l'agenzia di intelligence per l'interno, ha reso noto durante un'apposita sessione parlamentare che solo una fortunata coincidenza ha evitato che il bagaglio prendesse fuoco durante un volo.  Il pacco, arrivato in Germania dai Baltici, è rimasto infatti chiuso all'interno del centro probabilmente perché il volo sul quale sarebbe stato imbarcato è partito con un ritardo non previsto, rende noto la Dpa.

Le emittenti Ard e Srw avevano annunciato il mese scorso che due persone sono state arrestate in Lituana e Polonia in relazione all'episodio.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ia, Rapporto 4.Manager: quasi 10mila imprese italiane l’hanno adottata, +30% su anno

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(Adnkronos) – Quasi 10.000 imprese italiane a settembre 2024 hanno già adottato tecnologie di AI, con un balzo di circa 30% rispetto all’anno precedente, evidenziando una domanda di competenze che è aumentata del 157% in 5 anni.Tuttavia, dietro questo progresso si celano divari e ostacoli significativi che richiedono investimenti non solo in tecnologie, ma soprattutto nelle competenze manageriali indispensabili per guidare l'innovazione.

E' quanto rivela il VI rapporto dell'Osservatorio di 4.Manager 'Intelligenza Artificiale.Cambiamento culturale e organizzativo per imprese e manager: nuove traiettorie della managerialità', presentato oggi in occasione dell'apertura dell'anno accademico della Pontificia Università Antonianum.  Secondo la visione del percorso di analisi del Rapporto, l'intelligenza artificiale possiede un potere trasformativo che sta ridefinendo ogni aspetto della nostra società: dalla geopolitica al mercato del lavoro, dall'arte alla scienza.

Tuttavia, solo l'intelligenza umana può realmente governare questa rivoluzione, guidando l'integrazione dell'AI in modo responsabile e sostenibile e affrontando con determinazione le sfide etiche che ne derivano. “Sebbene l'intelligenza artificiale stia rivoluzionando il mondo dell’impresa, il vero valore continua a risiedere nell'intelligenza umana" ha affermato Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e Federmanager. "I nostri sistemi produttivi -ha continuato- sono miniere di saperi e abilità, in gran parte ancora inesplorate dall'AI, che aspettano di essere valorizzate.Però, a oggi, più della metà delle aziende identifica la mancanza di competenze digitali come il principale ostacolo all’adozione di queste tecnologie, e questo è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.

L'investimento in formazione, purtroppo, è ancora insufficiente rispetto alla portata della trasformazione in atto: le figure manageriali sono riconosciute come cruciali per gestire la nuova complessità, ma nell’ultimo anno meno della metà dei dirigenti ha avuto accesso a corsi di aggiornamento su questi temi.Se, come credo, deve essere l'intelligenza umana a guidare l'AI e non viceversa, è necessario un cambio di passo concreto, per rimettere al centro la persona e assicurarci un progresso sostenibile”, ha concluso.  “L’innovazione tecnologica è un motore dello sviluppo del Paese ed è fondamentale la capacità di guidare il cambiamento per assicurare alle nostre imprese la disponibilità di competenze e di know-how adeguatamente formato, per aiutarle a massimizzare le opportunità di investimenti in nuove tecnologie ed essere più competitive sui mercati nazionali ed internazionali.

La trasformazione digitale è ‘dirompente’ – ha evidenziato Alberto Tripi special advisor di Confindustria per l’Intelligenza Artificiale – e permette di creare valore a tutti i livelli, con effetti positivi sull’economia, sulla società e sulla qualità della vita di cittadini e lavoratori.L’Intelligenza Artificiale apre nuove e ampie opportunità, cambia, trasforma ma non distrugge il lavoro, elevandone il livello qualitativo e aumentando i benefici non soltanto per le imprese ma per gli stessi lavoratori”. Hanno contribuito al dibattito scaturito dai risultati del Rapporto anche Agustín Hernández Vidales, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum; Don Andrea Ciucci, segretario della Fondazione Vaticana RenAIssance per l'etica dell'Intelligenza Artificiale; Mirja Cartia d'Asero, amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore; Andrea Ricci, dirigente di ricerca in economia applicata all'Inapp e Giuseppe Torre, responsabile scientifico dell'Osservatorio 4.Manager. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Omicidio Manuel, 19enne conferma confessione: “Volevo rapinarlo”

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(Adnkronos) – Una rapina finita male e due famiglie distrutte.Daniele Rezza, 19 anni, ripete la sua confessione nell'interrogatorio davanti al giudice di Milano Domenico Santoro.

A verbale dichiara di essere uscito giovedì notte perché "nervoso", di aver portato con sé "un coltello da cucina che aveva infilato all'interno dei pantaloni" e di aver incrociato uno sconosciuto Manuel Mastrapasqua, 31 anni, lungo viale Romagna a Rozzano, comune alle porte di Milano.  Alla richiesta di "dargli qualcosa", il giovane non riceve risposta e strappa le cuffie del cellulare che il rivale ha al collo.Al tentativo di opporsi alla rapina, il 19enne reagisce e lo accoltella al torace, quindi scappa e prima di rientrare a casa si disfa, in strada, in zona via Cabrini, del coltello insanguinato.

Solo la mattina confessa al padre (incredulo) l'omicidio e la sua decisione di fuggire all'estero.Una versione che oggi, assistito dall'avvocato Maurizio Ferrari (il difensore ha rimesso il mandato) ripete.  Il piano, però, non si realizza: Rezza, accompagnato dal padre in stazione, è stato arrestato sabato dalla Polfer ad Alessandria, circa 36 ore dopo un delitto d'impeto per delle cuffie "da soli 14 euro" si sottolinea nel decreto di fermo.

Agli agenti, che lo fermano per un normale controllo, confessa l'omicidio aggravato e se del coltello a serramanico usato contro Mastrapasqua non c'è ancora traccia, il misero bottino è stato restituito agli investigatori.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rebellin, condannato a 4 anni il camionista tedesco che investì il ciclista

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(Adnkronos) –
È stato condannato a 4 anni in primo grado, oggi in tribunale a Vicenza, Wolfgang Rieke, il camionista tedesco che il 30 novembre 2022 investì mortalmente l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin, all’epoca 51 anni, nei pressi di uno svincolo a Montebello Vicentino (Vicenza).Il camionista, dopo l’investimento, si fermò ma non prestò soccorso a Rebellin e proseguì il suo viaggio verso la Germania, dove fu arrestato qualche tempo dopo a Münster, sulla scorta di un mandato di cattura europeo spiccato dalla Procura di Vicenza.  Il pm, per omicidio stradale aggravato dalla fuga, aveva chiesto per il 64enne tedesco una condanna a cinque anni, ma gli sono state riconosciute dal giudice le attenuanti generiche, avendo risarcito con 825mila euro la famiglia del ciclista.

Il camionista non era presente in aula, anche in conseguenza del grave ictus che l’ha colpito lo scorso maggio che aveva comportato anche la revoca degli arresti domiciliari.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Allerta per partita Nazionale a Udine contro Israele, corteo comitato per Palestina

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(Adnkronos) – Allerta massima per la partita di Nations League Italia-Israele in programma questa sera allo stadio Friuli di Udine.Il comitato locale per la Palestina ha organizzato un corteo che partirà alle 17 da piazza della Repubblica per arrivare alle 19.30 in piazza XX settembre. "E' in corso un genocidio.

Non sarà una partita a farcelo dimenticare – si legge nella locandina che promuove l'iniziativa – Ottantanove realtà per un unico obiettivo: boicottare Israele". "Da undici mesi, almeno 40mila persone palestinesi sono state uccise.L'esercito israeliano ha distrutto scuole e ospedali, ha colpito centinaia di giornalisti, operatori sanitari e delle Nazioni Unite; ha impedito l'accesso a Gaza di cibo, medicinali e carburante, imponendo alla popolazione condizioni di vita disastrose e producendo una immane catastrofe umanitaria.

Continua e si intensifica – sottolineano i promotori – la violenta occupazione israeliana della Cisgiordania, con repressione di ogni forma di protesta e utilizzo di omicidi mirati extragiudiziali, bombardamenti, arresti di massa e stragi". "La presenza di Israele in questa e altre competizioni sportive, nonostante le costanti, evidenti e documentate violazioni dei diritti umani, evidenzia la volontà politica di legittimare a livello internazionale lo stato di Israele e il suo operato.Riteniamo che tutte le atrocità commesse dallo stato di Israele non debbano restare impunite e che sia urgente attivare delle sanzioni internazionali che comprendano anche la messa al bando di Israele dalla Fifa e dagli altri organismi internazionali e l'esclusione da tutte le manifestazioni sportive.

Per questo – concludono – indiciamo una manifestazione per il giorno della partita: fuori Israele dalla Fifa, fuori Israele da Udine". (di Silvia Mancinelli) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Mongardi (Image Line): “Tema condiviso a partire da scuola e campo”

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(Adnkronos) – "Oggi condividere i temi della Csr e della sostenibilità con un pubblico sempre più ampio, per noi, parte dalla scuola e dal campo".Così all'Adnkronos Gabriele Mongardi, Education and Csr Specialist di Image Line, in occasione del Salone della Csr e dell'innovazione sociale, a Milano.   "Dalla scuola, perché attraverso il progetto 'Cap4AgroInnovation – AgriFood Edition' condividiamo con le nuove generazioni il valore della sostenibilità e l'impegno per la valorizzazione delle produzioni ortofrutticole che le misure della Politica Agricola Comune supportano – spiega – Lo facciamo attraverso momenti di formazione, workshop e master class.

Dal campo, perché attraverso la community dell'agricoltura digitale di Image Line, che oggi conta di 300mila persone, mettiamo in comune conoscenze e soluzioni digitali per supportare percorsi di trasformazione ecologica dell'agricoltura.Un esempio di queste iniziative è il progetto Life VitiCaSe dedicato al Carbon Farming in viticoltura, di cui Image Line è capofila". —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Anisa, con Confsal tavolo su livelli minimi in scioperi servizi sorveglianza antincendio

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(Adnkronos) –
Anisa (Associazione Nazionale Imprese Sorveglianza Antincendio) – aderente a Confindustria, nata nel 2009 dall’esigenza di tutelare il comparto della sorveglianza antincendio e dei servizi ad essa correlati e che riunisce le imprese di settore con migliaia di addetti operanti sull’intero territorio nazionale – e Confsal, Confederazione generali dei sindacati autonomi dei lavoratori, e Confsal-Vigili del fuoco Sindacato autonomo vigili del fuoco, evidenziano in una nota come, "anche grazie ai doverosi rilievi della Commissione di Garanzia, gli scioperi di Filt Cgil dello scorso 16 settembre e del 7 ottobre siano stati proclamati in modo indiscriminato senza tenere conto delle condizioni di sicurezza delle infrastrutture pubbliche e, soprattutto, degli utenti, per di più in assoluto spregio delle regole della rappresentatività sindacale; e ciò nonostante il vigente ccnl sottoscritto dalle suddette organizzazioni preveda agli artt. 10 e 11 la forma dello sciopero virtuale al pari di quanto previsto per i Vigili del Fuoco". "In effetti, l’unico contratto collettivo rappresentativo del comparto è quello della 'Sorveglianza Antincendio', applicato per l’appunto da tutte le imprese aderenti o meno alla citata associazione datoriale e operanti in strade e autostrade, ospedali, elisuperfici, stazione ferroviarie, depositi di idrocarburi, cantieri navali, enti fieristici, centri commerciali, ecc., ed è solo ed esclusivamente quello di cui sono firmatarie Anisa- Confindustria e Confsal e Confsal-Vv,, come più volte ribadito da tutta la giustizia amministrativa nonché dallo stesso ministero del Lavoro attraverso un decreto ministeriale e specifiche circolari", si ricorda. "In questo contesto, Filt Cgil continua a pretendere l’applicazione di un contratto collettivo, quale quello delle 'Guardie ai Fuochi', non attinente e conforme ai predetti ambiti operativi e di rischio, applicabile tra l’altro al solo ambito portuale, come tra l’altro ammesso anche dalla stessa associazione datoriale Angaf firmataria del suddetto ccnl", avverte. "Ad oggi, solo lo sciopero nel settore strade e autostrade – si precisa – ha una sua specifica regolamentazione volta a contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con le imprescindibili e incomprimibili esigenze di sicurezza connesse alla natura di pubblica utilità dei servizi antincendio, attivati in forza di normative e/o provvedimenti amministrativi, aventi assoluta cogenza: in questo comparto, il bilanciamento si concretizza nell’individuazione di contingenti minimi preposti alla copertura pressoché integrale del servizio di 'Sorveglianza antincendio'”.  "Il problema sorgerebbe, quindi, quando le astensioni collettive – si spiega – interessano gli altri settori in cui operano i sorveglianti antincendio, ad esempio quello degli ospedali e delle stazioni ferroviarie, infrastrutture nelle quali, nonostante la sorveglianza antincendio continui ad essere vitale e svolta in funzione di cogenti obblighi normativi, ad oggi manca una disciplina ad hoc che obblighi le parti sociali a stabilire analoghi contingenti minimi". "È necessario, anzi è urgente, che in aggiunta a quanto già previsto dagli art. 10 e 11 del vigente ccnl 'Sorveglianza Antincendio', siano definite nuove regole – si rimarca – volte a disciplinare, ulteriormente, come in questi settori l’esercizio del diritto di sciopero garantisca nel contempo la continuità del servizio pubblico essenziale della sorveglianza antincendio nei cantieri diversi dal comparto strade e autostrade; e quindi si ponga, presso gli ospedali, le elisuperfici, le grandi stazioni ferroviarie, etc., rimedio attraverso una specifica e autonoma regolamentazione, e tanto al preciso fine di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con l’esigenza di assicurare a tutti, sempre e comunque, servizi essenziali", prosegue la nota. A tal fine, Anisa Confindustria e Confsal e Confsal Vvf quali firmatarie dell’unico ccnl della sorveglianza antincendio applicabile ai suddetti settori, nel mentre sono in procinto di rinnovare tale ccnl, intavoleranno un dialogo per concertare assieme una regolamentazione generale dello sciopero nella 'Sorveglianza antincendio'.Fermo restando quanto statuito dagli artt. 10 e 11 del ccnl oggi vigente e sottoscritto dalle suddette organizzazioni.

Tanto anche al fine di far cessare il prima possibile le condotte speculative di chi oggi è abituato a brandire lo sciopero come una clava contro le imprese finendo per arrecare danni soltanto ai lavoratori e a chi fruisce dei servizi pubblici essenziali, cioè a tutti noi", conclude. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Da ‘Twin Peaks’ a ‘Squid Game’, a Torino prima mostra dedicata alle serie tv

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(Adnkronos) – E’ il Museo nazionale del Cinema di Torino a ospitare da oggi, lunedì 14 ottobre, al 24 febbraio prossimo il primo progetto in Italia di una mostra sulle serie tv che stanno ridefinendo un nuovo modo di guardare i film, affiancandosi ai metodi più tradizionali.  La mostra, intitolata '#Serialmania.Immaginari narrativi da Twin Peaks a Squid Game', curata da Luca Beatrice e Luigi Mascheroni e allestita al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, è infatti un percorso espositivo che ripercorre gli strettissimi legami, le influenze, le connessioni, le affinità e le differenze fra il cinema e le serie tv dagli anni ‘90 a oggi, sottolineando come il cinema, nel corso degli anni, abbia dovuto affrontare passaggi di profonda modificazione genetica necessari per un mezzo in continua espansione ed evoluzione.  "Questa mostra ben rappresenta gli obiettivi del Museo nazionale del Cinema: mettere in luce tutte le declinazioni del cinema e ipotizzarne gli sviluppi futuri – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo – dopo il Vr e il video game, era tempo che il museo dedicasse una mostra alle serie tv, entrate oramai prepotentemente in tutte le case e Luca Beatrice e Luigi Mascheroni hanno sapientemente mescolato linguaggi, arte visiva e contenuti, provando a raccontare l’immaginario creato dalle serie Tv e il nuovo modo di fruire della narrazione".  "Con uno straordinario sforzo sul piano dell’innovazione, della qualità di scrittura e degli investimenti produttivi, le serie tv hanno dimostrato come, al pari del cinema, la narrazione televisiva sia in grado di influenzare profondamente i costumi e i consumi culturali del pubblico – spiegano Beatrice e Mascheroni – grandi serie non si limitano a raccontare storie, ma dettano mode, introducono nuovi modi di dire, impongono personaggi che restano nell’immaginario collettivo, ridefinendo e dando nuova vita ai generi cinematografici classici". "Tuttavia, – sottolineano – c’è una cosa che la serialità televisiva ha cambiato: il concetto di tempo.

In un flusso continuo di episodi, senza un vero inizio e una vera fine, la struttura narrativa si è dilatata all’infinito.Ogni serie ha sempre più puntate, stagioni, protagonisti, con un unico obiettivo, che il cinema non ha mai avuto: tenerti attaccato allo schermo, trasformando il piacere in fidelizzazione, in una mania".  Il percorso espositivo incrocia la linea cronologica con quella delle tematiche e presenta una selezione di dodici serie: 'I segreti di Twin Peaks', 'Friends', 'Breaking Bad', 'House of Cards', 'E.R.

Medici in prima linea', 'I Simpson', 'Sex and the City', 'The Crown', 'Il Trono di Spade', 'Squid Game', 'Romanzo Criminale' e 'Mare Fuori'.Ciascuno rappresentativo di un genere, spiegano i curatori, sono stati scelti tra gli innumerevoli possibili e tra i più raccontabili, quelli che meglio possono reggere ‘fuori dallo schermo’ per diventare oggetto tridimensionale e accendere nuove connessioni, talora impreviste.  Sparsi tra inquadrature e sequenze si trovano, lungo il percorso della mostra, molti riferimenti all’arte: le fotografie della periferia americana di Gregory Crewdson sembrano addirittura citazioni di Twin Peaks, Mario Schifano è una sorta di antieroe nella Roma degli anni ‘70 protagonista in Romanzo criminale, le immagini dei Car Poolers di Alejandro Cartagena ricordano in modo stringente le disavventure di Breaking Bad.

E non mancano le citazioni esplicite: in Squid Game registi e sceneggiatori hanno individuato in un’opera di Escher degli anni ‘50 una fonte iconografica precisa per esemplificare l’angoscia del futuro distopico. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Diabete di tipo 2, insulina addio con semaglutide abbinata a nuova procedura

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(Adnkronos) – Ridurre o addirittura azzerare le iniezioni di insulina nei malati di diabete del tipo 2.E' la nuova promessa della semaglutide, principio attivo dell'Ozempic, il farmaco antidiabetico 'superstar' utilizzato per i suoi effetti dimagranti da volti noti come Elon Musk a Oprah Winfrey.

Abbinato a una procedura endoscopica innovativa chiamata ReCet, l'analogo dell'ormone Glp-1 ha permesso di eliminare la terapia insulinica in quasi 9 pazienti su 10.Lo dimostra una ricerca definita "rivoluzionaria", presentata durante l'edizione 2024 della Ueg (United European Gastroenterology) Week.  Il diabete di tipo 2 colpisce 422 milioni di persone nel mondo e l'obesità è un fattore di rischio significativo.

Mentre nel diabete di tipo 1 l'insulina è alla base del trattamento, cruciale per controllare la glicemia, nel tipo 2 può causare effetti collaterali come l'aumento di peso e complicare ulteriormente la gestione della malattia.C'è quindi la necessità di strategie terapeutiche alternative.  Lo studio illustrato alla Ueg Week 2024, il primo del genere sull'uomo, ha coinvolto 14 pazienti dai 28 ai 75 anni, con indici di massa corporea compresi tra 24 e 40.

Ognuno è stato sottoposto a ReCet (Re-Cellularization via Electroporation Therapy) in sedazione profonda, un trattamento volto a migliorare la sensibilità dell'organismo all'insulina che produce.Successivamente i partecipanti hanno ricevuto per 2 settimane una dieta liquida isocalorica, seguita da una terapia con semaglutide gradualmente titolata fino a 1 mg a settimana.

Sorprendentemente – riportano gli autori – al follow-up di 6 e 12 mesi l'86% dei partecipanti (12 su 14) non ha più avuto bisogno di terapia insulinica.Un traguardo che si è mantenuto fino al follow-up di 24 mesi.

Tutti questi pazienti hanno conservato il controllo glicemico, con livelli di emoglobina glicata (HbA1c) inferiori al 7,5%.La dose massima di semaglutide è stata ben tollerata dal 93% dei partecipanti, mentre uno non ha potuto aumentarla per la nausea.

Tutti i pazienti hanno completato con successo la procedura ReCet e non sono stati segnalati gravi effetti collaterali. "Questi risultati sono molto incoraggianti, suggerendo che ReCet è una procedura sicura e fattibile che, se combinata con semaglutide, può eliminare efficacemente la necessità di terapia insulinica", afferma Celine Busch dell''Amsterdam University Medical Center, autrice principale del lavoro.  "A differenza della terapia farmacologica, che richiede l'aderenza giornaliera al trattamento – sottolinea la ricercatrice – ReCet non richiede compliance e modifica la malattia: migliora la sensibilità del paziente alla propria insulina (endogena), affrontando la causa principale della patologia, al contrario delle terapie farmacologiche attualmente disponibili che al massimo riescono a controllarla". 
Gli autori hanno in programma studi randomizzati controllati più ampi per convalidare questi risultati. "Stiamo attualmente conducendo lo studio Eminent-2 con gli stessi criteri di inclusione ed esclusione e con somministrazione di semaglutide, ma con una procedura placebo o ReCet.Questo trial includerà anche analisi meccanicistiche per valutare il meccanismo di ReCet". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rifiuti Roma, Gualtieri: “Cantiere termovalorizzatore in primo trimestre 2025”

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(Adnkronos) – "L'obiettivo è di aprire il cantiere vero e proprio del termovalorizzatore nel primo trimestre 2025 e per l'estate del 2027 dovremmo avere i primi rifiuti trattati".Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, presentando in Campidoglio il progetto del termovalorizzatore a Santa Palomba.  Il sindaco ha sottolineato che "il ritardo di Roma di dotarsi di un impianto di termovalorizzazione è costato tanto alla città.

L'unico vantaggio è che partendo tardi realizzeremo un progetto tra i più avanzati al mondo".  Il nostro termovalorizzatore, ha affermato Gualtieri, "sarà avanzatissimo, le prestazioni ambientali sono oltre gli ultimi Bat, i parametri europei da rispettare.Gli ultimi Bat prevedono tra i 2-5 milligrammi di polveri al metro cubo, il nostro farà meno di 1". Il sindaco ha inoltre assicurato che "non ci saranno tir sull'Ardeatina" per far arrivare i rifiuti al termovalorizzatore.

Il sito di Santa Palomba è stato "scelto perché è un'area industriale e perché ha snodi ferroviari merci".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Italiani popolo di collezionisti, nel 2023 spesa più alta che per le vacanze e in crescita

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(Adnkronos) –
Italiani popolo di collezionisti.Nel 2023, infatti, hanno speso più per il collezionismo che per le vacanze, prevedono di aumentare la spesa del 37% nei prossimi 3-5 anni e più di uno su tre ha iniziato una collezione per poterla lasciare ai posteri.

Il collezionismo, del resto, è un settore che nell'ultimo secolo ha subito cambiamenti radicali, che hanno portato alla nascita sia di nuovi modi di collezionare sia di nuove categorie da tenere d'occhio.Per approfondire il fenomeno, Catawiki, marketplace online leader per gli oggetti speciali, e Hypebeast, piattaforma leader per la moda e la cultura contemporanea, hanno collaborato per la realizzazione di un’esaustiva ricerca dal titolo '21st Century Collecting' al fine di identificare i comportamenti attuali e di anticipare le tendenze che definiranno il futuro del collezionismo.  Per farlo, sono stati utilizzati gli strumenti proprietari di Hypemind, l'autorità di insight all'interno del portafoglio di Hypebeast capace di tradurre l'intelligenza culturale in un processo decisionale strategico.

Dall’analisi, condotta in 5 Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Belgio e Olanda), su un campione rappresentativo di più di 4.500 collezionisti e persone che vorrebbero iniziare una collezione tra i 18 e i 65 anni, è emersa una panoramica che lascia presagire una crescita della spesa che aumenterà in modo significativo nei prossimi anni.Infatti, quasi la metà degli adulti in Europa ha una collezione e spende mediamente 1.500 euro, prevedendo di aumentare la spesa di oltre il 30% nei prossimi 3-5 anni. 
Il nostro Paese, con oltre 33 milioni di italiani che oggi si definiscono collezionisti (6 su 10) è il mercato con il più alto numero di persone che hanno una o più collezioni.

Inoltre, il 16% delle persone sta valutando di iniziarne una.La forte passione dell’Italia è guidata soprattutto dagli abitanti della Lombardia, che si posizionano sul gradino più alto del podio dei collezionisti, seguiti da quelli della Campania, mentre a contendersi il terzo posto sono siciliani, laziali e veneti.

Tra le categorie preferite dagli italiani troviamo: libri (49%), orologi (33%), gioielli (32%), fotografie (32%), banconote e monete (32%). 
Nel 2023, gli italiani hanno speso in media 1.381 euro per le proprie collezioni, una passione talmente importante che supera il costo medio delle vacanze estive (1.130 euro a persona tra giugno e settembre 2023)1.Una spesa che, nei prossimi 3-5 anni, si prevede aumentare in percentuale più degli altri Paesi europei esaminati (+37%), raggiungendo quota 1.892 euro, ma che per la Gen X potrebbe aumentare fino a 2.092 euro.  “La forte passione degli italiani per il collezionismo emerge anche dai dati di Catawiki: l’Italia è il primo mercato in termini di spesa tra i Paesi chiave in cui è presente l’azienda.

Lo scorso anno, sono stati oltre 250.000 gli italiani che hanno fatto un’offerta su Catawiki, in crescita di circa il 18% rispetto al 2022”, ha dichiarato Ravi Vora, Ceo di Catawiki.Queste cifre riflettono la passione dietro questo hobby che il 96% dei collezionisti italiani vive anche tramite attività correlate sia attraverso il web che dal vivo, per rafforzare il loro legame con gli oggetti.

Essendo i collezionisti più attivi d’Europa, la maggior parte ha dichiarato di prendere parte ad eventi e fiere per rimanere in costante aggiornamento, mentre il 22% segue sui social media influencer o esperti relativi alla propria passione e un altro 22% conduce personalmente ricerche approfondite per diventare esperto nell’area di interesse. 
Ma cosa spinge gli italiani ad avere una collezione?Il 36% degli intervistati ha iniziato a collezionare per preservare gli oggetti di valore per le generazioni future.

Il 68% dei collezionisti italiani controlla regolarmente il valore della propria collezione e il 32% prevede di rivenderla per aumentare il proprio reddito (percentuale che sale al 42% per la generazione Z).Il collezionismo è vissuto in maniera diversa a seconda delle età: per la Gen Z rappresenta un nuovo modo di interagire e socializzare; i Millennials sono la generazione che attualmente spende di più per il collezionismo (1.450 euro all’anno); per la Gen X la nostalgia guida il futuro del settore; mentre i Boomer lo vivono più come un ‘affare privato’ e sono meno inclini a rivendere gli oggetti (solo il 15% sarebbe disposto a farlo). 
La tecnologia del recente passato emerge come la principale tendenza che sta plasmando il futuro del collezionismo. 
In Italia, così come in Francia e in Belgio, si prevede che oggetti tecnologici come vecchi telefoni cellulari, smartphone, videogiochi e console – che presto saranno considerati vintage – diventeranno molto ricercati.

La Germania sta invece abbracciando il collezionismo digitale e virtuale, mentre i Paesi Bassi puntano su oggetti tradizionali come gioielli, orologi, moda e arte.Ma non sono solo gli oggetti da collezione a evolversi.

La tecnologia è pronta a rivoluzionare il modo in cui i collezionisti si dedicano alla loro passione.In Italia, il 78% dei collezionisti prevede che la tecnologia avrà un impatto significativo sulle interazioni con le loro collezioni, mentre il 74% ritiene che le piattaforme di streaming trasformeranno il modo in cui gli oggetti vengono acquistati e posseduti, una prospettiva condivisa in tutti i Paesi oggetto dell'indagine. 
Mentre in Germania, Francia e Belgio si prevede che aumenteranno le collezioni di oggetti digitali e virtuali, in Italia e in Olanda ad avere nuova vita saranno oggetti tecnologici degli anni 70/80 come vecchi cellulari, smartphone, videogame e console che presto saranno considerati vintage.

La tecnologia del recente passato è tra le principali tendenze emergenti che stanno plasmando il futuro del collezionismo (soprattutto per il 78% della Gen X).Dall’altra parte, nel mondo analogico, a trainare le collezioni degli italiani saranno ancora le banconote e monete (34%), gli orologi (31%), i dischi in vinile (28%), i libri (27%) e i gioielli (25%), oltre che diamanti (21%), antiquariato (18%), fumetti (18%), francobolli (17%) e memorabilia storici (17%).

Quello su cui tutti i Paesi concordano, però, è che la tecnologia avrà un grande impatto sulle interazioni tra collezionisti (78% – 92% della Gen Z) e che le piattaforme di streaming cambieranno il modo in cui gli oggetti saranno acquistati e posseduti (74%). “L'Italia ha un ricco legame culturale con il collezionismo, vantando il più alto numero di collezionisti in Europa e la più vasta gamma di passioni.Per molti si tratta di preservare il patrimonio, mentre le generazioni più giovani si concentrano sempre più sulla ricerca del valore e sulle opportunità di rivendita.

Il collezionismo non è solo un hobby: è uno stile di vita profondamente integrato nella routine quotidiana degli italiani, che sono i collezionisti più attivi.Mentre la tecnologia rimodella il mondo del collezionismo, gli italiani sono all'avanguardia, fondendo perfettamente tradizione e innovazione in questo spazio dinamico”, ha concluso Vora.   —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Barometro della costruzione sostenibile, panoramica in Italia e nel mondo

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(Adnkronos) – L'implementazione di una edilizia più sostenibile è una questione importante o prioritaria.Questa una delle evidenze emerse dalla seconda edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile, studio condotto dall'istituto di ricerca Csa, per comprendere le evoluzioni e i fattori chiave da attivare per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile in Italia e nel resto del mondo.

A presentarlo l'Osservatorio della Costruzione Sostenibile lanciato nel 2023 dal Gruppo Saint-Gobain. "Il Barometro della Costruzione Sostenibile è concepito per essere uno strumento decisionale per tutti gli attori del settore, in modo da poter comprendere meglio le questioni locali legate all’edilizia sostenibile e passare dalla riflessione all'azione concreta, al fine di costruire un futuro sostenibile per le generazioni future”, spiega Benoit Bazin, amministratore delegato di Saint-Gobain.Per Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia, "i risultati del Barometro della Costruzione Sostenibile ci descrivono chiaramente la situazione specifica del nostro Paese: c’è molto da fare e tutti devono fare la propria parte.

Le istituzioni con gli aiuti ai privati, le aziende con la proposta di materiali, prodotti e soluzioni più sostenibili; i professionisti e l’opinione pubblica per ampliare sempre più la conoscenza della sostenibilità nelle sue diverse accezioni”.  Lanciato lo scorso anno in 10 Paesi, il Barometro della Costruzione Sostenibile 2024 ha coinvolto con un sondaggio quantitativo professionisti, studenti, rappresentanti eletti e membri di associazioni di 22 Paesi, tra cui l’Italia.L’indagine è stata condotta dall'istituto di ricerca Csa tra l'11 dicembre 2023 e il 31 gennaio 2024, su un campione di 1.760 intervistati di età pari o superiore a 18 anni provenienti da: Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, India, Italia, Messico, Polonia, Portogallo, Sudafrica, Spagna, Svizzera, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti, Vietnam.

Il panel degli intervistati includeva rappresentanti eletti, professionisti, studenti e membri di associazioni coinvolti nella costruzione, edilizia, transizione ecologica, abitazioni, energia, ecc.Quattro evidenze chiave emergono del Barometro 2024: percezioni stabili con un punto di vista ambientale invariato, l'aspetto del benessere è ancora scarsamente riconosciuto e valorizzato; un senso di urgenza condiviso, ma con la necessità di una maggiore consapevolezza e cooperazione; stakeholder meglio informati, meglio formati e più impegnati; qualsiasi implementazione dell’edilizia sostenibile sarà efficace solo se si adatta alle realtà locali.  Il 95% dei partecipanti è d'accordo sul fatto che l'implementazione di una edilizia più sostenibile sia una questione importante o prioritaria.

Questo livello di urgenza è chiaramente condiviso da tutti gli attori, indipendentemente dalla regione geografica.Allo stesso tempo, la comprensione dell’edilizia sostenibile sembra parziale, spesso limitata alle questioni ambientali.

La sua definizione è ancora in gran parte associata all’'edilizia green': con una definizione direttamente legata all'efficienza energetica degli edifici (42%) e al raggiungimento della neutralità carbonica nell’edilizia (33%).Le nozioni di resilienza e comfort degli occupanti sono considerate secondarie.

La consapevolezza è alta, ma varia da una categoria di rispondenti all'altra: l'87% degli intervistati su scala globale ha dichiarato di essere familiare con l’edilizia sostenibile, ma il 20% afferma di non averne mai sentito parlare.  Complessivamente, la consapevolezza dell’edilizia sostenibile è alta: l'87% di coloro che sono stati intervistati ha dichiarato di avere familiarità con questo argomento.Una cifra in aumento di +5 punti rispetto al Barometro 2023.

Il 68% dei rispondenti afferma di essere sufficientemente informato.Tuttavia, sono ancora necessari sforzi educativi, in particolare tra i rappresentanti eletti, il 45% dei quali dichiara di non averne mai sentito parlare.

Nonostante ciò, c'è desiderio e impegno: la maggior parte degli stakeholder di tutti i Paesi (87%) concorda sul fatto che dobbiamo fare di più in termini di edilizia sostenibile, anche se l'aspirazione allo status quo sta crescendo (9%, +4 punti rispetto al Barometro 2023).  Tra le azioni prioritarie da intraprendere per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile si considera cruciale sensibilizzare l'opinione pubblica, così come la questione del costo percepito e della competitività dei materiali, e la cooperazione di tutti gli attori.D'altra parte, il ruolo delle iniziative pubbliche (standard, regolamenti, aiuti), sebbene fondamentale, rimane sottovalutato.

Infine, la ristrutturazione energetica sembra essere più una priorità nei Paesi con un parco edilizio ben consolidato, rispetto ai Paesi che danno priorità ai programmi di nuova costruzione per ospitare una popolazione in crescita.Il 92% dei professionisti del settore edile ritiene che l’edilizia sostenibile costituirà tutto o parte del loro business nei prossimi 5 anni.  Gli studi di architettura e le società di ingegneria sono in cima alla lista dei soggetti più spesso citati per promuovere l’edilizia sostenibile.

Mentre i professionisti della progettazione edilizia sono citati nel 29% delle risposte spontanee, i rappresentanti eletti e le istituzioni pubbliche li seguono, rispettivamente con il 21% e il 20%.Una nota positiva risiede nel fatto che i professionisti si sentono fortemente impegnati nell’edilizia sostenibile: l'85% dichiara di svolgere tutto o parte del loro lavoro in questo settore, e il 92% prevede di farlo nei prossimi cinque anni.

La mancanza di impegno verso l’edilizia sostenibile è percepita come un fattore discriminatorio.Molti professionisti (62%, +3 punti rispetto al 2023) considerano l'impegno dei loro fornitori verso l’edilizia sostenibile come un criterio di selezione.

Tra i rappresentanti eletti, la dimensione sostenibile è un criterio decisivo per l'assegnazione dei contratti pubblici.Infine, tra gli studenti che percepiscono l'implementazione di costruzioni più sostenibili come una priorità, il 45% di loro dichiara che non accetterebbe un'offerta di lavoro da parte di un'azienda che non si impegna nell’edilizia sostenibile.  E in Italia?

L’edilizia sostenibile in Italia è prima di tutto una questione 'green' e di efficienza energetica.La quasi totalità degli intervistati in Italia si dichiara familiare con l’edilizia sostenibile (98% vs 90% di media Europea).

Il 42% del campione pensa che l’obiettivo prioritario dell’edilizia sostenibile sia la protezione dell’ambiente mentre solo l’8% ritiene sia la salute degli abitanti e il 2% la resistenza ai rischi climatici.A riprova di questo, ben il 63% dei rispondenti (contro il 42% della media globale e il 40% della media europea) identifica l’edilizia sostenibile con le costruzioni energeticamente efficienti.  Tra i soggetti ritenuti più idonei a sviluppare l'edilizia sostenibile spiccano architetti e studi di ingegneria (con il 77% delle citazioni vs il 55% della media globale e il 51% della media europea).Tra le azioni che dovrebbero essere attuate in via prioritaria per accelerare lo sviluppo dell'edilizia sostenibile in Italia, accanto a 'Sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica sulle sfide dell’edilizia sostenibile' (citata dal 36% del campione vs il 31% della media globale e il 24% della media europea), si segnala 'Aumentare gli aiuti pubblici ai privati' nominata da ben il 35% del campione (vs il 13% della media globale e il 17% della media europea).

Con il 24%, al terzo posto, 'Migliorare la competitività dei materiali, prodotti e soluzioni sostenibili'.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Farmaceutica: Presutti (LEO Pharma), ‘ogni giorno impegnati su cure per malattie pelle’

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(Adnkronos) – “Siamo quotidianamente impegnati nella ricerca di nuove molecole per malattie dermatologiche.Il nostro farmaco biologico, il tralokinumab, già indicato per pazienti adulti affetti da dermatite atopica severa”, ha “recentemente ottenuto da parte dell’Aifa”, l’Agenzia del farmaco italiana, “l’approvazione alla rimborsabilità anche per i pazienti adolescenti, nella fascia di età 12-17 anni.

Si tratta di un’indicazione molto importante che va a colmare un bisogno insoddisfatto in questa categoria di pazienti ed è in linea con la nostra mission aziendale, che è quella di portare sempre cure innovative ai pazienti affetti da patologie dermatologiche In questi pazienti, la patologia può avere impatti significativi non solo dal punto di vista psicofisico, ma anche sociale, con conseguenze su relazioni, sonno e qualità della vita.La dermatite atopica, infatti”, oltre ad essere visibile, “provoca prurito intenso e lesioni ricorrenti, che possono lasciare sequele importanti”.

Così Fabio Presutti, direttore medico LEO Pharma Italia, commenta all’Adnkronos la “nuova indicazione per un farmaco che ha dimostrato fin dall’inizio dati solidi in termini di efficacia e sicurezza, sia a breve che a lungo termine, rispondendo alle esigenze dei medici di avere una terapia con un'efficacia e una sicurezza non solo nel breve ma anche nel medio e lungo periodo Tali risultati sono stati confermati non solo dagli studi clinici registrativi, ma anche dall’esperienza post-marketing, effettuata con tralokinumab. Un’altra novità riguarda la via di somministrazione. “Abbiamo introdotto un nuovo device: una penna pre-riempita – continua Presutti – Questo dispositivo non solo facilita l’autosomministrazione, ma dimezzerà il numero delle somministrazioni”  I pazienti potranno somministrare il farmaco direttamente a casa, “aumentando di conseguenza la compliance al farmaco stesso, migliorando l’aderenza alla terapia, quindi la compliance del paziente”, e il successo terapeutico. Queste due novità – la nuova indicazione per gli adolescenti e la penna pre-riempita – “riflettono la missione della nostra azienda – sottolinea il direttore medico di LEO Pharma – offrire soluzioni innovative con meccanismi d’azione avanzati per rispondere ai bisogni insoddisfatti dei pazienti con patologie dermatologiche”.L’azienda “è presente in Italia da circa 14 anni, ma ha una lunga storia di oltre 100 anni, a livello globale.

E’ un’azienda oggi completamente dedicata alla dermatologia medica, dalle terapie topiche a quelle biologiche in tutte le patologie della pelle, con un focus su psoriasi, dermatie atopica, malattie infettive ed acne Attualmente “le nostre principali aree di sviluppo – precisa Presutti – sono la psoriasi, con trattamenti che spaziano dalle forme lievi alle severe, e la dermatite atopica, per la quale offriamo farmaci sia topici per le forme più lievi, che biologici per le forme più severe.Siamo quotidianamente impegnati nella ricerca di nuove molecole, esplorando anche le patologie dermatologiche rare, che rappresentano una parte importante delle malattie dermatologiche non ancora adeguatamente trattate.

Lavoriamo sia allo sviluppo interno di nuove soluzioni sia in collaborazione con altre aziende, con l’obiettivo di colmare i bisogni insoddisfatti dei pazienti affetti da patologie dermatologiche L’ impegno costante dell’azienda in dermatologia medica si concretizza in “investimenti costanti in ricerche a sviluppo che sono superiori al 20% del fatturato totale.Come responsabile della direzione medica – conclude Presutti – questo mi rende molto fiero e orgoglioso perché poter pensare che un quinto del fatturato della nostra azienda venga impiegato in ricerca e sviluppo credo che sia un segnale molto importante specie in un momento in cui fare ricerca non è facile.

La nostra vicinanza alla classe medica e alle associazioni pazienti rappresenta per noi il momento più importante della nostra attività lavorativa in LEO”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Salute: Belloni (UniPd) ‘nuove terapie cambiano storia dermatite atopica in adolescenti’

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(Adnkronos) – “La dermatite atopica è una malattia infiammatoria estremamente pesante, soprattutto nelle sue forme moderate e gravi, sia dal punto di vista clinico che psicologico, in particolare nell'adolescente.Il fatto che ci siano a disposizione “delle terapie semplici” con una buona tollerabilità e un buon profilo di sicurezza, che possono essere auto somministrate attraverso una penna, e che, addirittura, modificano la storia della malattia e le possibili conseguenze, è un dato estremamente importante”.

Così Anna Belloni, professore ordinario di Dermatologia dell’università di Padova, responsabile della Dermatologia pediatrica e malattie rare dell’Azienda ospedale università di Padova e direttore della scuola di specializzazione in Dermatologia nello stesso ateneo, spiega all’Adnkronos l’importanza che medici, e soprattutto i pazienti, siano informati per “accedere alle cure adeguate e finalmente stare meglio”.   La dermatite atopica “è una patologia infiammatoria estremamente pruriginosa e frequente, soprattutto nell'età pediatrica – illustra la professoressa – Arriva anche a interessare il 15% dei bambini, mentre nell'adolescente la percentuale si abbassa intorno all'8-10%.Se quindi nel bambino tende a migliorare e guarire, nell'adolescente è più frequente la forma più grave perché, probabilmente, dopo una primissima fase in cui è oggettivamente grave, circa un terzo dei pazienti tende a migliorare, dai 5 ai 12 anni, fino anche alla scomparsa dei sintomi e delle manifestazioni cutanee.

In quelli in cui permane, tende a peggiorare proprio durante la fase adolescenziale tanto che, alcune di queste forme, più o meno un terzo, tendono a mantenersi anche nell'età adulta, accompagnando il soggetto per tutta la vita.Ci sono e poi le forme cosiddette ‘late onset’, che compaiono invece nell'età adulta e anche nell'anziano”.  Questa malattia della pelle “si manifesta nelle zone visibili e, considerando la psicologia dell'adolescente, cioè il suo modo di porsi nell'ambito sociale, degli amici e così via – osserva Belloni – significa avere comunque un problema sociale”.

Le relazioni possono essere compromesse perché, essendo una patologia “estremamente pruriginosa, 24 ore al giorno, tende a creare problemi di stanchezza, poca attenzione per la carenza di sonno e quindi di concentrazione”.A questo si deve aggiungere che, date le localizzazioni tipiche della dermatite atopica”, questi adolescenti non possono fare sport, limitando ulteriormente l’attività sociale.

Sono quindi ragazzini e ragazzine “che si chiudono, escono poco volentieri, fanno poco volentieri attività di gruppo.Questo, naturalmente, riduce di moltissimo la loro qualità della vita” e può “anche modificare, alle volte, il carattere” perché “perdono sicurezza in se stessi.

Anche nelle scelte future”, questi giovanissimi si trovano a dover evitare “carriere sportive” o, ad esempio, il lavoro in “ambienti polverosi” che possono peggiorare la malattia.  Inoltre “il bullismo – sottolinea Belloni – è estremamente frequente nella popolazione adolescenziale con dermatite atopica”.Secondo “una rilevazione è bullizzato il 60% dei soggetti con forme gravi e moderate gravi.

Tale condizione rende ancora più insicuri questi giovanissimi nei comportamenti e nella gestione delle proprie emozioni”.Ma “per fortuna, da poco, sono arrivate delle terapie”.

Fino ad oggi, le cure per questi pazienti erano in un “buio medievale perché potevano essere efficaci nel breve e brevissimo periodo e, tra l'altro – ricorda la specialista – non potevano essere utilizzati a lungo perché avevano degli effetti collaterali troppo importanti.Le nuove terapie, che inizialmente erano disponibili solo per l’adulto, da poco sono indicate anche per gli adolescenti.

Effettivamente questo ha completamente modificato la qualità di vita di questi ragazzini”.In particolare tra le nuove terapie ci sono “degli anticorpi monoclonali anti interleuchina 13 che vanno a bloccare sostanzialmente il meccanismo dell'infiammazione tipo Th2 – descrive – Come dermatologo, e come professionista che segue questa patologia nell'adolescente, sono più a mio agio perché posso dare una terapia efficace per loro.

Quello che poi è molto interessante di queste nuove terapie – precisa la professoressa – è che, come dimostrano gli ultimi studi, riducono le sequele, cioè le possibili altre patologie allergiche che si associano alla patologia.E, nel lungo periodo, la terapia sembra essere, non solo efficace, ma anche protettiva e questo, dal mio punto di vista è ancora più importante perché non sto dando qualcosa che blocca solo la malattia, che è già un risultato, ma somministro anche un farmaco che, in qualche modo, mi preserva dalle conseguenze.

Questa è una cosa estremamente importante per noi specialisti”.   C’è poi un altro aspetto innovativo di questo trattamento, tralokinumab, che riguarda la via di somministrazione. “È ora disponibile un nuovo device – descrive Belloni – che è appunto una penna, che dimezza le somministrazioni.Mentre prima venivano fatte 4 sottocutanee per l'induzione e poi 2 per il mantenimento, adesso se ne fanno 2 per l'induzione e una mensile per il mantenimento.

Il ragazzino, o la ragazzina, con questa penna, si fa sostanzialmente questa iniezione una volta al mese per controllare la sua malattia, superando anche il problema dell’agofobia, la paura degli aghi, che non interessa solo gli adulti”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)