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Castellammare di Stabia
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Higuain è tornato, il chilo e mezzo di troppo non l’ha frenato

Magari si potesse sempre assistere ad una partita così bella come quella di ieri sera tra Fiorentina e Napoli. Allo stadio Franchi è andata in scena una gara che ha fatto divertire i tifosi presenti sugli spalti e tutti gli amanti della pedata seduti comodamente a casa in poltrona. È finita giustamente 1-1 la sfida in terra toscana e Sarri fa bene a vedere il bicchiere mezzo pieno anche se la Juventus ad oggi è a +3 in classifica. Sicuramente la distanza è aumentata rispetto alla settimana scorsa ma bisogna credere ancora nell’obiettivo scudetto perché il campionato non è finito e tutto può succedere fino a metà maggio prossimo. Poi se la Signora bianconera continuerà con gli stessi ritmi attuali e il Napoli perderà altri punti per strada, si dovrà assolutamente blindare un secondo posto che vale l’accesso diretto in Champions League. La grande Europa sarebbe, comunque, un obiettivo non da poco per un gruppo che inizialmente nessuno si aspettava che potesse esprimersi a grandi livelli rimanendo per molto tempo in testa alla classifica. Ieri sera si sarebbe potuto perdere se la Fiorentina fosse stata più fortunata sui pali colpiti da Kalinic e Tello. Ma anche il Napoli può rammaricarsi perché nella ripresa ha avuto l’occasione per dare il colpo di grazia alla Viola con Callejon, Higuaìn e Insigne. Tatarusanu non ne ha voluto sapere di permettere agli attaccanti azzurri di esultare nuovamente come nella gara d’andata. Dopo il gol di Alonso, però, nulla aveva potuto fare sul destro del Pipita proprio su “assist” dell’esterno toscano. Bisogna ripartire proprio dalla rete numero venticinque dell’argentino che ha dato un calcio al digiuno dimostrando che è sempre un signor bomber. Al di là di un chiletto e mezzo di troppo che a quanto pare ieri non si è visto. Sì perchè Gonzalo ha cercato in tutti i modi di caricarsi sulle spalle la squadra nei momenti di difficoltà. Sarebbe voluto rimanere in campo fino alla fine e gli va perdonato anche l’occhiataccia a Sarri e il calcio alla bottiglietta. Dire che il Napoli è apparso stanco in alcune situazioni della partita contro la Viola non è una bestemmia. Ma vanno dati i meriti alla Fiorentina che ha saputo pressare in ogni zona del campo. Qualche calciatore partenopeo, poi, è venuto meno dal punto di vista della brillantezza e si è sbasgliato qualche disimpegno di troppo. Alla fine, però, si è usciti bene dal Franchi e certe critiche vanno risparmiate. Anzi, Higuaìn e compagni vanno elogiati perché contro una avversaria del genere si poteva prendere una imbarcata. La ripresa non è andata male. Anche perché Reina non ha dovuto fare neanche una parata mentre Tatarusanu ha fatto un paio di miracoli incredibili. Finisce, dunque, il mese di febbraio dove si sono vinte solo le prime due partite iniziali mentre nelle ultime tre di campionato si sono incassati solo due punti. Va detto che con Juventus e Milan si meritava qualcosa in più. Da oggi comincia un mese di marzo dove si può allungare sulle terze, che venerdì si affrontano all’Olimpico, e si può sperare in una frenata della Juventus che dovrà fare i conti anche con il Bayern Monaco nella gara di ritorno di Champions League. Sarà anche una mezza fuga quella dei bianconeri ma se il Napoli riesce a ritrovare un po’ di brillantezza adesso che non c’è neanche l’Europa da disputare, allora ci sarà da divertire da qui al termine del torneo. Teniamoci stretti il pareggio contro una delle squadre che esprime il miglior calcio e pensiamo a preparare bene la sfida di sabato contro il Chievo. Anche perché si deve ricominciare a vincere.

il roma

Corbo: “Il Napoli ora ha più cuore che gambe, Allan e Hamsik in ritardo”

Alla partita della verità il Napoli arriva carico di rimorsi, con gli occhi lucidi di rabbia e le gambe molli ma solo all’inizio. La Fiorentina lo sorprende subito: al contrario di Juve e Milan, Sousa capovolge il tema tattico. Vuole che sia la Fiorentina a giocare in spensierata ampiezza, piuttosto che a non far giocare il Napoli. Non infastidisce i migliori, ma semina tranelli proprio nei punti che ritiene più deboli. Finché ha forza, quindi per un’ora scarsa, vince i contrasti a centrocampo, per estendersi a destra, scelta come base operativa. Sousa chiede una dimostrazione di forza, perché sanno tutti che il Napoli ha un congegno micidiale sulla sua sinistra, quindi concentra il gioco sullo stesso versante. Ed il Napoli subisce nel primo tempo il possesso palla della Fiorentina, concede il ritmo più alto e il dominio del gioco. Una partita intensamente vissuta che poggia sull’1-1, i gol iniziali. Prima la Fiorentina crea un muro verticale che protegge su corner Alonso, il più alto che gira di testa in rete. Lo stesso difensore, travolto dall’insolito successo, si distrae rinviando morbido verso Higuain. Accusato dal presidente di essere in sovrappeso, smaltisce d’incanto offesa e chili con un cinico colpo da bowling. Esauriti i convenevoli, comincia la sfida. La Fiorentina (ma solo nel primo tempo) prevale senza sfondare. Traversa e palo non modificano il punteggio. C’è qualche disagio per il Napoli: per un mulinello viola sulla destra. Roncaglia rimane fermo, ove mai dovesse affacciarsi Insigne. Ma Insigne è troppo generoso, rientra, raddoppia sullo spagnolo Tello, che dialoga con Matia Fernandez che gli si avvicina. Sono brividi per la catena di sinistra del Napoli, balbetta Hamsik che non costruisce e non tampona, quasi come lui Ghoulam. La Fiorentina insiste: manda Borja Valero sul controlato, ottenendo l’ampiezza. Ne deriva una difesa slabbrata: il Napoli è vulnerabile anche a destra, dove Allan rivela tutti i suoi affanni, è in crisi al punto da disorientare anche Hysaj. Che non siano questi i rapporti di forza lo dimostrano però gli allenatori nella ripresa. Sousa si agita e cerca soluzioni, ritirando Mati Fernandez ormai spento per Bernardeschi. Sarri è più tranquillo, ritrova la serenità osservando gli squilibri della Fiorentina che stanca si scompone, perde coesione, apre finalmente quei varchi che il Napoli cercava, e che sa sfruttare, Napoli che spende sul campo anche quello che non ha. Ha ancora Hamsik opaco, ma non lo cambia. Vede Hysay sbandare, ma lo lascia dentro, e fa bene. Ci pensano altri a tentare il grande colpo, fino a sfiorarlo. Ed è tutto chiaro. Stavolta si apprezza la dignità di una squadra, non fresca, ma ancora aggrappata al sogno scudetto. Le rimangono anima e cuore, e scommette anche quelli per vincere i contrasti al centro e volare in avanti. Ritirato Callejon, Sarri infila per attaccare meglio l’altro scattista esterno Mertens, che deve coesistere ancora con Insigne, ma stavolta i due danno il massimo, non si elidono, anzi invitano tutto il Napoli a ballare tra quel che resta della Fiorentina. Visto il Napoli nel finale, quel carattere, quel rifiuto della resa, i tre punti dalla Juve sembrano un gradino basso, così basso da risalire in un attimo.

antonio corbo – la repubblica

Giudice Sportivo: un turno a Gobbi e Albiol

Attraverso un comunicato apparso sul sito della Lega di Serie A sono state diramate le decisioni del Giudice Sportivo dopo la 27^ Giornata. Un turno di squalifica per Mario Rui dell’Empoli, Ignazio Abate del Milan, Raul Albiol del Napoli, Joaquin Correa della Sampdoria, Mauricio della Lazio, Blerim Dzemaili del Genoa, Massimo Gobbi del Chievo Verona, Giampaolo Pazzini del Verona e Paolo Sammarco del Frosinone.

Lorenzin: “Da Nichi una scelta forte ma è un atto di crudeltà negare ai bimbi la madre”. TOMMASO CIRIACO*

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Il ministro della Sanità: “Io non giudico nessuno però invece che di adozioni per tutti, parlerei finalmente dei diritti e dei sogni dei bambini. Le nuove norme non devono servire per i genitori in attesa di adottare, ma per i piccoli in stato di abbandono”

ROMA – “Prima di spiegarle perché penso che le adozioni siano per una mamma e un papà, mi permetta di dire una cosa: sul desiderio di maternità, sui figli e sui genitori ho molto riflettuto, in questi anni. Ho conosciuto tanti che soffrivano perché non potevano avere bambini. Ecco, io non giudico nessuno, non punto il dito”.

Non giudica, ministro Beatrice Lorenzin. Ma il tema è al centro del dibattito politico. Il Pd promette una legge sulle adozioni. Per Boschi e Serracchiani, saranno “per tutti”.

E lei cosa dice?
“Non sono d’accordo. Invece che di adozioni per tutti, parlerei finalmente dei diritti e dei sogni dei bambini. Le nuove norme non devono servire per i genitori in attesa di adottare, ma per i bimbi in stato di abbandono”.

Quindi è contraria alle stepchild, stralciate dal ddl Cirinnà?
“Certo. Sarebbe una beffa. E poi, mi permetta: sgombriamo il campo dall’ipocrisia di chi parla delle stepchild come adozione del figliastro, ma in realtà vuole aprire la strada all’automatismo per l’utero in affitto, che è altra cosa. Come ho sempre detto, si ragioni invece dei problemi che ci sono oggi, capiamo quali sono ascoltando gli operatori sul campo. Lasciamo quindi decidere al giudice, caso per caso, come già accade. O creiamo un nuovo istituto nelle adozioni speciali, per rafforzare tutele per i bambini”.

Di conseguenza si oppone anche all’adozione dei figli non biologici per le coppie omosessuali?
“Il principio deve essere quello di dare al bambino l’opportunità di avere una mamma e un papà. Lì decida il giudice”.

E l’adozione per i single?
“Mi ripeto: prima di tutto c’è il diritto del bambino di avere un padre e una madre. Come sa, già esiste l’affi-damento per i single. Valuta il magistrato e l’assistente sociale”.

Cosa pensa della scelta di Nichi Vendola, che ha appena avuto un figlio con il compagno Ed Testa, con la maternità surrogata?
“Non parlo di Vendola e di suo figlio Tobia, a cui auguro di cuore la stessa felicità che auguro ai miei bimbi. Mai, mai bisogna fare dei bambini un manifesto. E nessuno può volere che lo sia il figlio di Vendola”.

Resta la sua scelta e il clamore suscitato dalla notizia. Pensa che questo scontro non giovi a una legge sulle adozioni?
“Quella di Vendola è stata una scelta molto forte, che ha messo tutti di fronte alla realtà delle cose: cosa significa maternità surrogata. E la maggior parte delle persone, di fronte a questo, crede ancora che un bimbo abbia diritto a una mamma e un papà. Privarlo a priori della madre è una crudeltà, non le pare?”.

Vietata in Italia, Vendola ha comunque scelto la maternità surrogata negli Usa. Non resta un fatto con cui fare i conti?
“Lei sa che in America stanno lavorando a una scatola che sostituisce l’utero? Serve a salvare i bambini nei casi di grave distacco della placenta. Ma in teoria può far nascere un bambino senza madre. La scienza non ha più limiti, solo noi possiamo metterli”.

Come pensa di contrastare l’utero in affitto, allora?
“È un abominio, mi batterò per abolirlo. Si lotta contro la pena di morte, perché non farlo anche contro questa pratica?”.

In che modo?
“Prevedendo un reato universale. Fermando il business. Con il divieto di trascrizione e di commercio”.

Se il Pd va avanti sulle adozioni per tutti, Ncd provoca la crisi?
“È un ddl. Un tema dunque del Parlamento. Però, davvero, vorrei che si discutesse con equilibrio, diversamente dal ddl Cirinnà. Propongo a tutti di abbandonare le certezze e ascoltare gli esperti”.

Ma cosa propone per agevolare le adozioni? Un problema esiste.
“È giusto mettere mano alla legge. Ci sono più famiglie in attesa che bambini disponibili alle adozioni. Penso poi a i ragazzi delle case famiglia, che vedono i genitori una volta l’anno e poi a diciotto anni e un giorno restano soli. Un vero dramma. E allora, rivediamole queste norme”.

Un’ultima cosa: lei, laica, è contro le adozioni per tutti. Renzi, cattolico, a favore. Come se lo spiega?
“Solo una questione di sensibilità. Il fatto è che io sono una donna. E una madre”.

*larepubblica

Fisco, le Entrate esultano: “Anno record, recuperati 14,9 miliardi all’evasione”

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I rimborsi fiscali sono saliti a 16 miliardi, con tempi in riduzione a circa cinque mesi

MILANO – Il recupero dell’evasione fiscale ha toccato un nuovo record nel 2015 a 14,9 miliardi di euro. Lo ha annunciato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, presentando i risultati dell’attività dell’Agenzia. Sono infatti 14,6 i miliardi incassati nel 2015 grazie all’azione dell’Agenzia, ha spiegato, cui vanno aggiunti altri 250 milioni derivanti dalle attività di compliance. “E’ la somma più alta mai riportata nelle casse dello Stato” ha sottolineato rivendicando l’ingresso “negli annali” dell’ultimo esercizio. Le ha fatto eco il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoa: “Ringrazio i dipendenti dell’Agenzia per i risultati raggiunti nonostante le difficoltà e gli impedimenti avuti nel 2015, un anno particolarmente difficile ma anche di grande successo”.

Un risultato, ha spiegato, frutto anche della maggior pressione da parte delle Entrate: “Chi non ha risposto ad un approccio collaborativo, conoscerà – permettetemi la battuta – il lato oscuro dell’accertamento”, ha detto Orlandi parlando in particolare dello “spesometro”, alle cui richieste ha risposto “solo una parte molto limitata”. Con chi non ha collaborato, ha aggiunto, “dovremo cambiare approccio”.

Parlando dei numeri dell’attività dello scorso anno, Orlandi ha spiegato che il Fisco ha effettuato 3.380.000 rimborsi, restituendo oltre 16 miliardi di euro ai cittadini e alle imprese (+3 miliardi sul 2014). Dei 16 miliardi restituiti, ha precisato, circa 3 miliardi sono rimborsi Ires per la deducibilità dell’Irap. In forte riduzione i tempi dei rimborsi. Per quelli Irpef, ha spiegato Orlandi, “a febbraio sono stati pagati i rimborsi per le dichiarazioni presentate appena cinque mesi prima”. Quanto alla fatturazione elettronica, nei primi 20 mesi dall’introduzione sono state emesse 28 milioni di fatture, con il coinvolgimento di 23 mila amministrazioni e di 600 mila fornitori.

“IL CASO SPOTLIGHT” (critica e trailer)

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2001: dopo che il “Boston Globe” è stato acquistato dal “New York Times”, il nuovo Direttore Marty Baron, newyorkese e di origini ebraiche, quindi poco permeabile alle influenze della lì influente Chiesa Cattolica, mobilita la squadra investigativa del giornale, la Spotlight, a far luce su alcune denunce finite nel nulla di vittime di abusi sessuali da parte di appartenenti al clero. Qui abbiamo uno scandalo “sopito e troncato”, direbbe A. Manzoni, di cui, in un qualche modo, come una specie di rumore di fondo, “tutti” al giornale sapevano. Tutte le denunce erano state presentate addirittura negli anni 80 e 90, e perfino pubblicate: ma in trafiletti senza nessuna importanza, senza che vi fosse stato alcun approfondimento; tutto come smorzato e lontano. Già un vecchio e riuscito film dell’82 del bravo e impegnato Sidney Lumet, ambientato nella stessa ovattata (era chiara la metafora) e nevosa Boston, “Il Verdetto”, col mitico Paul Newman, aveva messo in evidenza come fosse silenziosamente potente e pervasiva la Chiesa Cattolica, e attaccata ai suoi interessi mondani, di quella città che più irlandese non si potrebbe. Questa veneranda istituzione è considerata come il riferimento essenziale identitario, la cornice fissa e inamovibile del modo di essere irlandesi/bostoniani: non si poteva lontanamente mettere in discussione o criticarla. Era l’aria che si respira. La venuta di un “occhio esterno” al giornale ha cambiato profondamente questo modo di vedere, a cui erano acriticamente succubi, anche essendo reporter bravi e in buona fede. Il film (USA, 15), fresco Oscar 16 come Miglior Film, la categoria più ambita e prestigiosa, ci rimanda questa strana atmosfera che circonda la Chiesa, alle prese con uno degli scandali più gravi della sua recente storia: che stava segnando negativamente il suo approccio alla modernità; e che tra l’altro l’ha impoverita, avendo dovuto pagare cifre milionarie alle vittime, nella cause civili da queste intentate nei suoi confronti, in quanto essa era responsabile dell’operato dei suoi pastori. Gli autori e produttori hanno avuto coraggio: il regista Thomas McCarthy, anche sceneggiatore insieme a Josh Singer, ne ha dato atto alla casa Participant Media che ha voluto e concepito il film. Ma il dramma che emerge è un altro. La Chiesa sapeva e ha coperto queste gravi responsabilità individuali, col peso della sua influenza: connivenza e complicità. Il Cardinale Arcivescovo Law era perfettamente a conoscenza del fatto che, sulla base di studi e inchieste sul campo, almeno il 6% del suo clero parrocchiale praticava sistematicamente tali abusi. Queste consapevolezze documentali, che spaventano e sconvolgono gli stessi pur scafati giornalisti, che sono tutti più o meno cattolici, si evidenziano strato a strato: la verità si ricompone un pezzo alla volta. E’ un thriller. Ha la consequenzialità appassionante e disvelatrice tipica del genere. Solo che non ci sono assassini da individuare, ma fatti da inquadrare. E ogni volta che si arriva ad uno step significativo, ecco che per lo più in modi morbidi, amicali, alliscianti e “umani”, ma anche talvolta con minacce esplicite, l’istituzione secolare, con le sue pedine e agganci, i suoi uomini, le sue promesse, interviene per cercare di frenare, azzerare: sempre abboccandosi in ambienti tranquilli, confortevoli; usando i suoi sornioni e simpatici lobbysti. Il film privilegia il chiuso della redazione: è il nucleo della narrazione. Anzi, possiamo dire che tale atmosfera diventa come inibente ad un sviluppo en pein air della narrazione: è come se prevalesse una sorta di claustrofobia. Ma, a mio avviso, è questa la valenza voluta del film: il gioco metaforico dell’accerchiamento rispetto ad una Città e ad una Comunità che vuole ignorare le scomode e dolorose verità, o non vuole sporcarsi le mani, con quell’andamento fittizio e ipocrita di apparente tranquillità, che copre orrendi crimini, da non destabilizzare, e di cui la Chiesa era garante e tutrice dall’alto del suo bimillenario magistero. E in effetti tutto si raccorda visivamente e fa capo a quel centro: anche gli esterni sono in funzione di quel cuore collettivo e nevralgico, non solo fisico ma umano: infatti la sceneggiatura, che in quanto “Originale” anch’essa era in Nomination, privilegia accortamente il senso del protagonismo collettivo dei personaggi. Ma tutti identificati con chiarezza comportamentale e caratteriale: anche perché, e ciò ha molto aiutato e rafforzato la concretezza della sceneggiatura, erano tutti personaggi reali ben conosciuti, proprio i giornalisti di quel mitico team, che poi per questo ha vinto il Premio Pulitzer. Che poi l’apparente e voluta limitatezza ambientale, sia innervata dalle continue scelte dell’accorto montaggio, curato da Tom McArdle e di illuminazione, curata da Masanobu Takayanagi, che variano la gamma dei nostri punti di vista e delle nostre impressioni, che mutano senza manifesta difficoltà o senso di lentezza, ciò attiene alla qualità del film stesso. Che fa concentrare la nostra attenzione sul dato tematico: sia in funzione della sua gravità sociale e conseguenze per la stessa credibilità della Chiesa, e della solidarietà alle vittime, e sia in funzione del lento progredire della verità non solo nelle menti , ma negli animi di quegli infaticabili professionisti. E qui l’elevata qualità individuale degli attori (Michael Keaton, Rachel Adams, Mark Ruffalo, Lev Schrieber ecc.) s’innesta con grazia e precisione nel gioco collettivo.

L’Istat: “Il Pil italiano è cresciuto dello 0,8% nel 2015”

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Il dato finale è leggermente al di sopra del +0,7% provvisorio. La stima iniziale del governo era di chiudere l’anno a +0,9%.

MILANO – Leggera revisione al rialzo della crescita italiana nel corso del 2015: l’Istat ha rivisto il dato del Pil in volume al +0,8%, mentre la stima provvisoria indicava un +0,7%. La sostanza è che l’Italia, dopo tre anni di calo consecutivo, torna a vedere il segno ‘più’ davanti alla dinamica del Prodotto, che comunque resta ancora sotto i livelli di inizio millennio. Ripercorrendo lo scorso anno, si ricorda come inizialmente il governo aveva posto un obiettivo del +0,9%; poi si era sviluppato un certo ottimismo – anche grazie all’intervento della Bce – che aveva lasciato sperare in un risultato migliore. Il rallentamento economico globale, con il nuovo tracollo dei prezzi del petrolio e i chiari di luna dei mercati, avevano quindi fatto calare il pessimismo sulla fase finale dell’anno. Alla fine, il consuntivo non si discosta troppo dal punto di partenza. Calcolato ai prezzi di mercato, il Pil è stato di 1.636.372 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,5% rispetto al 2014.

I numeri della ripresa. Il resoconto Istat sui grandi numeri del bilancio italiano dell’anno scorso non si limita alla dinamica dell’economia nel suo complesso, ma ne approfondisce alcuni risvolti interessanti. E’ per esempio confortante indicare la prima inversione di tendenza da otto anni a questa parte degliinvestimenti fissi lordi, che sono cresciuti dello 0,8% durante lo scorso anno. A spingere le spese sono stati i mezzi di trasporto (+19,7%), i macchinari e le attrezzature (+1,1%). Nell’ambito dei consumi finali nazionali, saliti dello 0,5%, si è messa in evidanza la spinta arrivata dalla spesa delle famiglie, cresciuta dello 0,9%, mentre scende la spesa delle amministrazioni pubbliche (-0,7%). I volumi di consumo sono saliti maggiormente nel settore dei trasporti (5,5%), dell’istruzione (2,7%) e per ricreazione e cultura (2,4%); la componente che segna la diminuzione più accentuata è quella della spesa per beni e servizi vari (-1,5%). Le esportazioni sono aumentate in volume del 4,3%, leimportazioni del 6%.

Nell’anno dell’Expo, le retribuzioni dell’agricoltura hanno registrato il maggior balzo pro capite: +2,8%, +1,7% nell’industria in senso stretto, +0,5% nelle costruzioni e +0,3% nei servizi; nel totale dell’economia l’aumento è stato dello 0,6%. L’agricoltura si conferma anche il settore che registra il maggior balzo del valore aggiunto: +3,8%.

AGGREGATI 2011 2012 2013 2014 2015
I CONTRIBUTI ALLA CRESCITA DEL PIL
Anni 2011-2015, prezzi dell’anno precedente
DOMANDA NAZIONALE AL NETTO DELLE SCORTE -0,8 -4,5 -2,8 -0,4 0,5
– CONSUMI FINALI NAZIONALI -0,4 -2,7 -1,6 0,2 0,4
  – SPESA DELLE FAMIGLIE RESIDENTI E ISP 0,0 -2,4 -1,5 0,4 0,5
  – SPESA DELLE AP -0,4 -0,3 -0,1 -0,2 -0,1
– INVESTIMENTI FISSI LORDI E OGGETTI DI VALORE -0,4 -1,8 -1,3 -0,6 0,1
VARIAZIONE DELLE SCORTE 0,2 -1,2 0,3 0,0 0,5
DOMANDA ESTERA NETTA 1,2 2,9 0,8 0,1 -0,3
PRODOTTO INTERNO LORDO 0,6 -2,8 -1,7 -0,3 0,8

Fonte: Istat

I numeri del bilancio dello Stato. Sul fronte del bilancio delle Pubbliche amministrazioni, si conferma un indebitamento (deficit) al 2,6% del Pil, il risultato migliore dal 2007 e in contenimento rispetto al 3% del 2014. In valore assoluto, il deficit  è di 43.101 milioni di euro, in diminuzione di oltre 5,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Se si guarda all’avanzo primario (cioè l’indebitamento netto meno la spesa per interessi sul debito pubblico), sempre misurato in rapporto al Pil, è stato pari all’1,5% (1,6% nel 2014). La spesa per interessi passivi scende dell’8%, dopo la riduzione del 4,2% nel 2014. Guardando al debito, cioè l’ammontare dello stock, il dato ancora provvisorio parla di un 132,6% del Pil, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto all’anno prima.

AGGREGATI 2011 2012 2013 2014 (A) 2015 (A)
AGGREGATI DI FINANZA PUBBLICA
Anni 2011-2015, milioni di euro a prezzi correnti e valori percentuali
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) netto -56.954 -47.464 -46.799 -48.782 -43.101
Indebitamento netto/Pil (%) -3,5 -2,9 -2,9 -3,0 -2,6
Saldo primario 19.462 36.102 30.769 25.558 25.326
Saldo primario/Pil (%) 1,2 2,2 1,9 1,6 1,5
Prelievo fiscale 681.201 703.231 699.038 702.059 708.943
Pressione fiscale/Pil (%) 41,6 43,6 43,6 43,6 43,3
Debito 1.907.466 1.989.408 2.069.680 2.136.015 2.169.855
Debito/Pil (%) 116,4 123,3 129,0 132,5 132,6

Fonte: Istat

La pressione fiscale si è ridotta al 43,3% del Pil, il livello più basso dal 2011 quando aveva segnato 41,6%. La Pa ha agito in maniera virtuosa sull’equilibrio tra entrate e uscite: le prime sono salite dello 0,1% sul 2014, le seconde sono scese dello 0,7% soprattutto con il taglio agli stipendi e alla voce “altro”. Resta però il disavanzo complessivo: le entrate sono il 47,8% del Pil le uscite sono al 50,4%.

 *larepubblica

“Jungle” (Mauro Lo Piano)

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LA GRAFICA: IMMIGRAZIONE, FLUSSI E MURI

Violenti scontri nel primo giorno di sgombero della tendopoli di Calais, tra attivisti no border, migranti e 200 agenti di Polizia incaricati di presidiare sulle squadre di operai giunte nella tendopoli per smantellare le tende dei migranti.

Gli agenti in tenuta antisommossa hanno risposto con i lacrimogeni al lancio di pietre da parte di 150 persone tra migranti e attivisti opposti all’evacuazione.

Una decina i feriti, fra questi anche alcuni bambini intossicati dai lacrimogeni sparati sulla folla dalle forze dell’ordine. I tafferugli si sono protratti per tutta la giornata di ieri, fin quando alle 17.00 la Police Nationale ha deciso di sospendere le operazioni. Ma non è bastato a placare gli spiriti visto che scontri sporadici si sono protratti per tutta la serata.

Nella giornata di ieri, si e’ tentato da parte del Governo Francese  di trasferire nei centri di accoglienza le migliaia di profughi che ancora stazionavano nelle tendopoli di Calais. La speranza di molti migranti continua ad essere quella di poter raggiungere altri Stati dell’Unione Europea.

Intanto, la Polizia Federale Belga ha annunciato di aver respinto verso la Francia 619 persone, da quando ha ripristinato i controlli alla frontiera per impedire un eventuale afflusso di migranti in concomitanza con lo sgombero di Calais.

Giovedì scorso, il Tar di Lille aveva dato il via libera all’evacuazione della parte sud della tendopoli più grande della Francia. Il governo Hollande ha garantito il carattere “umanitario” e “progressivo” dello sgombero. A tutti i migranti verrà proposta un’alternativa tra container riscaldati e centri d’accoglienza. Ma le Ong ritengono che i posti letto non siano sufficienti.

Secondo le associazioni, sono oltre 3.400 i disperati che devono lasciare la zona meridionale della ‘Jungle’, circa un migliaio secondo la prefettura. Nel campo sono comunque ancora tantissimi a rifiutarsi di passare nelle strutture controllate dallo Stato e da cui tentare la traversata in Gran Bretagna diventerebbe ancora più difficile.

La situazione e’ talmente grave che neppure i Governi dell’Unione Europea riescono a trovare una soluzione, gli spazi disponibili per i profughi sono tutti occupati, non si sa piu’ cosa fare, una cosa e’ certa nessun degli Stati membri vuole in casa propria i migranti, gia’ ne hanno accolti fin troppi.

Dove mandarli? una bella domanda a cui bisognava dare una risposta molti anni fa, quando sarebbe bastato far cessare le ostilita’ in territori martoriati da guerre religiose, tribali e fratricide.

Oggi e’ gia’ troppo tardi, l’esodo e’ bibblico, non potra’ fermera’ con le barriere di cemento o con i fili spinati, milioni di persone cercheranno sempre una via di fuga e saranno disposte a morire, per vivere lontano dagli orrori della guerra.

Il Punto – 1 marzo

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Anche il Regno Unito fa il suo muro anti immigrati innalzando da 21 a 35 mila sterline la soglia di reddito minimo da percepire entro cinque anni dall’ingresso nel paese, pena la perdita del permesso di soggiorno. Una misura per ridurre gli afflussi e selezionare gli arrivi. Scoraggiando possibili neo-imprenditori e operatori del terzo settore.
Parlando di reversibilità della pensione, bisogna separare la prestazione previdenziale (dovuta per i contributi pagati) da quella assistenziale (dovuta per equità). Oggi nella determinazione dell’assegno al coniuge superstite prevale la logica assistenziale. Si potrebbe alternativamente determinare l’importo annuo della pensione tenendo in conto anche la speranza di vita dei familiari potenziali beneficiari.
Abituati a ragionare su dati di Pil freschi di calcolo dimentichiamo che le stime preliminari sono soggette a revisione: al ribasso in recessione, al rialzo in fasi di crescita. Il rischio è che gli errori facciano scattare erroneamente le tagliole europee. Non per l’Italia: alla nostra crescita mancano i punti percentuali, non i decimali degli errori di stima.
Basta con le informazioni sugli strumenti finanziari più corpose della Bibbia e che nessuno legge! La trasparenza passa anche per la semplificazione. Alla fine se ne sono accorte Commissione europea e autorità nazionali. Presto arriveranno prospetti sintetici per favorire risparmiatori e Pmi in cerca di capitali. Dai risultati dei test Pisa viene fuori che nei paesi Ocse quasi un quindicenne su quattro è molto scadente in matematica. Come ad esempio in Italia. In cima alla classifica dei bravi l’Estremo Oriente, dove solo uno studente su dieci è indietro. La ricetta è un mix di buona scuola, grande impegno e forti motivazioni. Oltre un quinto degli studenti universitari italiani sceglie un ateneo fuori dalla propria provincia. Prevalentemente si sposta da Sud a Nord, e non ritorna più a casa. Al Sud pesano molto circostanze extra-universitarie: la difficoltà di trovare lavoro, la minore probabilità di ottenere borse di studio e l’epica lentezza dei trasporti locali.

  • Regno Unito, dove il muro anti immigrazione è la soglia di reddito
    01.03.16
    Alessandro Toppeta
    Nel Regno Unito sta per entrare in vigore una nuova legge sugli immigrati extraeuropei. Innalza la soglia di reddito che permette di rimanere nel paese più di cinque anni. L’obiettivo della politica restrittiva è attrarre solo migranti altamente qualificati. Ma potrebbe avere conseguenze opposte.

 

  • I calcoli sulla pensione. E sulla sua reversibilità
    01.03.16
    Mario Sebastiani
    Nel discutere di pensioni bisogna distinguere ciò che è previdenza da quello che è assistenza. Pure nel caso della reversibilità. Sarebbe quindi equo determinare l’importo della pensione non solo in base alla speranza di vita del titolare, ma anche a quella di chi potrebbe diventarne beneficiario.
  • Quelle regole basate sullo zero virgola
    01.03.16
    Enrico D’Elia
    In quasi tutti i paesi, le stime preliminari del Pil tendono a sopravvalutarne la dinamica durante le recessioni e a sottovalutarla nelle fasi di ripresa. Le regole fiscali europee applicate a indicatori distorti possono provocare danni permanenti. Attenzione all’andamento dei fattori di crescita.
  • Prospetto informativo su misura per le Pmi
    01.03.16
    Valerio Corrente
    In Italia si studia una soluzione al problema della trasparenza dell’informazione sulle emissioni di titoli. Intanto Bruxelles incentiva di fatto l’accesso al mercato dei capitali delle piccole e medie imprese europee. L’Action Plan e una disciplina più flessibile dei prospetti informativi. 
  • Lezioni di matematica dall’Asia Occidentale
    01.03.16
    Giorgio Brunello
    In matematica i ragazzi dell’Asia Orientale ottengono risultati nettamente migliori rispetto ai coetanei di varie parti del mondo. È un successo esportabile in altri paesi? Introdurre in un contesto diverso metodi validi altrove è sempre difficile. Ma ciò non vuol dire che non si debba provare.
  • Perché gli studenti si spostano da Sud a Nord
    01.03.16
    Domenico Cersosimo, Antonella Rita Ferrara, Rosanna Nisticò e Gianfranco Viesti
    Nell’anno accademico 2014-15 oltre 55mila universitari hanno scelto un ateneo localizzato in una regione diversa da quella di residenza. E si tratta in larghissima parte di studenti del Sud. Per la qualità delle università del centro-Nord, certo, ma anche per molti altri motivi legati al contesto.

*lavoce.info

L’Istat: “Il Pil italiano è cresciuto dello 0,8% nel 2015”

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L’Istat: “Il Pil italiano è cresciuto dello 0,8% nel 2015” Il dato finale è leggermente al di sopra del +0,7% provvisorio. La stima iniziale del governo era di chiudere l’anno a +0,9%.

MILANO – Leggera revisione al rialzo della crescita italiana nel corso del 2015: l’Istat ha rivisto il dato del Pil in volume al +0,8%, mentre la stima provvisoria indicava un +0,7%. La sostanza è che l’Italia, dopo tre anni di calo consecutivo, torna a vedere il segno ‘più’ davanti alla dinamica del Prodotto, che comunque resta ancora sotto i livelli di inizio millennio. Ripercorrendo lo scorso anno, si ricorda come inizialmente il governo aveva posto un obiettivo del +0,9%; poi si era sviluppato un certo ottimismo – anche grazie all’intervento della Bce – che aveva lasciato sperare in un risultato migliore. Il rallentamento economico globale, con il nuovo tracollo dei prezzi del petrolio e i chiari di luna dei mercati, avevano quindi fatto calare il pessimismo sulla fase finale dell’anno. Alla fine, il consuntivo non si discosta troppo dal punto di partenza. Calcolato ai prezzi di mercato, il Pil è stato di 1.636.372 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,5% rispetto al 2014.

I numeri della ripresa. Il resoconto Istat sui grandi numeri del bilancio italiano dell’anno scorso non si limita alla dinamica dell’economia nel suo complesso, ma ne approfondisce alcuni risvolti interessanti. E’ per esempio confortante indicare la prima inversione di tendenza da otto anni a questa parte degliinvestimenti fissi lordi, che sono cresciuti dello 0,8% durante lo scorso anno. A spingere le spese sono stati i mezzi di trasporto (+19,7%), i macchinari e le attrezzature (+1,1%). Nell’ambito dei consumi finali nazionali, saliti dello 0,5%, si è messa in evidanza la spinta arrivata dalla spesa delle famiglie, cresciuta dello 0,9%, mentre scende la spesa delle amministrazioni pubbliche (-0,7%). I volumi di consumo sono saliti maggiormente nel settore dei trasporti (5,5%), dell’istruzione (2,7%) e per ricreazione e cultura (2,4%); la componente che segna la diminuzione più accentuata è quella della spesa per beni e servizi vari (-1,5%). Le esportazioni sono aumentate in volume del 4,3%, leimportazioni del 6%.

Nell’anno dell’Expo, le retribuzioni dell’agricoltura hanno registrato il maggior balzo pro capite: +2,8%, +1,7% nell’industria in senso stretto, +0,5% nelle costruzioni e +0,3% nei servizi; nel totale dell’economia l’aumento è stato dello 0,6%. L’agricoltura si conferma anche il settore che registra il maggior balzo del valore aggiunto: +3,8%.
 

AGGREGATI 2011 2012 2013 2014 2015
I CONTRIBUTI ALLA CRESCITA DEL PIL
Anni 2011-2015, prezzi dell’anno precedente
DOMANDA NAZIONALE AL NETTO DELLE SCORTE -0,8 -4,5 -2,8 -0,4 0,5
– CONSUMI FINALI NAZIONALI -0,4 -2,7 -1,6 0,2 0,4
  – SPESA DELLE FAMIGLIE RESIDENTI E ISP 0,0 -2,4 -1,5 0,4 0,5
  – SPESA DELLE AP -0,4 -0,3 -0,1 -0,2 -0,1
– INVESTIMENTI FISSI LORDI E OGGETTI DI VALORE -0,4 -1,8 -1,3 -0,6 0,1
VARIAZIONE DELLE SCORTE 0,2 -1,2 0,3 0,0 0,5
DOMANDA ESTERA NETTA 1,2 2,9 0,8 0,1 -0,3
PRODOTTO INTERNO LORDO 0,6 -2,8 -1,7 -0,3 0,8

Fonte: Istat

I numeri del bilancio dello Stato. Sul fronte del bilancio delle Pubbliche amministrazioni, si conferma un indebitamento (deficit) al 2,6% del Pil, il risultato migliore dal 2007 e in contenimento rispetto al 3% del 2014. In valore assoluto, il deficit  è di 43.101 milioni di euro, in diminuzione di oltre 5,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Se si guarda all’avanzo primario (cioè l’indebitamento netto meno la spesa per interessi sul debito pubblico), sempre misurato in rapporto al Pil, è stato pari all’1,5% (1,6% nel 2014). La spesa per interessi passivi scende dell’8%, dopo la riduzione del 4,2% nel 2014. Guardando al debito, cioè l’ammontare dello stock, il dato ancora provvisorio parla di un 132,6% del Pil, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto all’anno prima.
 

AGGREGATI 2011 2012 2013 2014 (A) 2015 (A)
AGGREGATI DI FINANZA PUBBLICA
Anni 2011-2015, milioni di euro a prezzi correnti e valori percentuali
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) netto -56.954 -47.464 -46.799 -48.782 -43.101
Indebitamento netto/Pil (%) -3,5 -2,9 -2,9 -3,0 -2,6
Saldo primario 19.462 36.102 30.769 25.558 25.326
Saldo primario/Pil (%) 1,2 2,2 1,9 1,6 1,5
Prelievo fiscale 681.201 703.231 699.038 702.059 708.943
Pressione fiscale/Pil (%) 41,6 43,6 43,6 43,6 43,3
Debito 1.907.466 1.989.408 2.069.680 2.136.015 2.169.855
Debito/Pil (%) 116,4 123,3 129,0 132,5 132,6

Fonte: Istat

La pressione fiscale si è ridotta al 43,3% del Pil, il livello più basso dal 2011 quando aveva segnato 41,6%. La Pa ha agito in maniera virtuosa sull’equilibrio tra entrate e uscite: le prime sono salite dello 0,1% sul 2014, le seconde sono scese dello 0,7% soprattutto con il taglio agli stipendi e alla voce “altro”. Resta però il disavanzo complessivo: le entrate sono il 47,8% del Pil le uscite sono al 50,4%.

TEATRO SOCIALE BRESCIA: TI REGALO LA MIA MORTE, VERONIKA

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TEATRO SOCIALE

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

RASSEGNA ALTRI PERCORSI

MARTEDI’ 1 e MERCOLEDI’ 2 marzo 2016 (ore 20.30)

Emilia Romagna Teatro Fondazione

presenta

TI REGALO LA MIA MORTE, VERONIKA

traduzione e adattamento di Antonio Latella e Federico Bellini

scene Giuseppe Stellato – costumi Graziella Pepe – musiche Franco Visioli

tratto dal film Veronika Voss

di Rainer Werner Fassbinder

regia Antonio Latella

luci Simone de Angelis – ombre alTREtracce

con Monica Piseddu

e in o.a.:

Valentina Acca, Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Estelle Franco, Nicole Kehrberger

Utilizzo della sceneggiatura Die Sehnsucht der Veronika Voss di Peter Märthesheimer e Pea Fröhlich, da una bozza di Rainer Werner Fassbinder, per gentile concessione della Fondazione Rainer Werner Fassbinder – Berlino e di Verlag der Autoren – Francoforte sul Meno / Germania.”

“Per gentile concessione di Arcadia & Ricono Srl a socio unico, via dei Fienaroli, 40 – 00153 Roma – Italy” Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa

Durata dello spettacolo: 2.00 (senza intervallo)

a

Le avventure del Banff Mountain Film Festival tornano a Brescia

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Appuntamento giovedì 3 marzo al Teatro Sociale alle 20.30

Il Banff Mountain Film Festival torna a Brescia con l’ormai tradizionale appuntamento dedicato al cinema di montagna e allo spirito dell’avventura. La proiezione si terrà giovedì 3 marzo al Teatro Sociale di Brescia alle 20.30.

La tappa di Brescia è in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano e Sportland.

Seguito da moltissimi appassionati di montagna e di sport outdoor, il BMFF World Tour Italy offre agli spettatori una selezione dei migliori filmati presentati alla 40ma edizione del festival canadese, tenutasi a Banff tra il 31 ottobre e l’8 novembre 2015.

Sci, mountain bike, kayak, arrampicata, alpinismo: in circa due ore di proiezioni, sarà possibile assistere a una serie di emozionanti e coinvolgenti corto e medio metraggi, con immagini spettacolari che raccontano le storie di chi, tutti i giorni, cerca di alzare l’asticella dei propri limiti tra grandi spazi selvaggi e natura incontaminata.

Tra i film in programma ricordiamo Eclipse, premiato a Banff come Best Film Snow Sports: la realizzazione di una grande avventura alle Svalbard, alla caccia della foto perfetta nell’atmosfera surreale di un’eclisse totale di sole.

Chasing Niagara è invece la storia di un sogno ambizioso: scendere in kayak le cascate del Niagara. Premiato a Banff  come Best Film Mountain Sport, il film è un’emozionante storia di amicizia tra un gruppo di kayaker… con un finale inaspettato. Non mancherà naturalmente l’arrampicata e, questa volta, la protagonista sarà una donna. In Golden Gate la climber americana Emily Harrington si misura con le difficoltà dell’arrampicata trad su una delle vie più difficili di El Capitan.

Il programma completo dei film è disponibile sul sito https://www.banff.it/video-category/film-2016/

Il tour italiano 2016 prevede un totale di 26 tappe in 24 tra le principali città italiane.

Nella realizzazione dell’edizione 2015, il BMFF WT Italy è affiancato dagli sponsor Salewa, Enervit e dai parter tecnici  Artech Digital Cinema e Vivaticket.

Vendita biglietti:

È possibile acquistare i biglietti online all’indirizzo www.banff.it al prezzo di prevendita di € 14,00, mentre la sera stessa al botteghino del Teatro Sociale il costo del biglietto sarà di € 16,00.

Inoltre i biglietti sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale in orario della stessa.

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

Biglietteria tel. 030 2808600 sociale.biglietteria@ctbteatrostabile.it

SEDE PIAZZA LOGGIA

È possibile acquistare i biglietti al nuovo punto vendita nella sede del CTB in Piazza Loggia, 6 – dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 (esclusi i sabato e festivi)

Tel. 030 2928609

ON-LINE in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket.it

LIBRERIA SERRA TARANTOLA

Via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia · Tel. 030290171

Orari: 9.15 – 12.15 /15.30 – 19.00 (lunedì mattina e domenica chiuso)

INFO: CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 2928611/617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

e-mail: organizzazione@ctbteatrostabile.it

ctbteatrostabile.it

“Jungle” (Mauro Lo Piano)

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LA GRAFICA: IMMIGRAZIONE, FLUSSI E MURI

Violenti scontri nel primo giorno di sgombero della tendopoli di Calais, tra attivisti no border, migranti e 200 agenti di Polizia incaricati di presidiare sulle squadre di operai giunte nella tendopoli per smantellare le tende dei migranti. 

Gli agenti in tenuta antisommossa hanno risposto con i lacrimogeni al lancio di pietre da parte di 150 persone tra migranti e attivisti opposti all’evacuazione.

Una decina i feriti, fra questi anche alcuni bambini intossicati dai lacrimogeni sparati sulla folla dalle forze dell’ordine. I tafferugli si sono protratti per tutta la giornata di ieri, fin quando alle 17.00 la Police Nationale ha deciso di sospendere le operazioni. Ma non è bastato a placare gli spiriti visto che scontri sporadici si sono protratti per tutta la serata.

Nella giornata di ieri, si e’ tentato da parte del Governo Francese  di trasferire nei centri di accoglienza le migliaia di profughi che ancora stazionavano nelle tendopoli di Calais. La speranza di molti migranti continua ad essere quella di poter raggiungere altri Stati dell’Unione Europea.

Intanto, la Polizia Federale Belga ha annunciato di aver respinto verso la Francia 619 persone, da quando ha ripristinato i controlli alla frontiera per impedire un eventuale afflusso di migranti in concomitanza con lo sgombero di Calais.

Giovedì scorso, il Tar di Lille aveva dato il via libera all’evacuazione della parte sud della tendopoli più grande della Francia. Il governo Hollande ha garantito il carattere “umanitario” e “progressivo” dello sgombero. A tutti i migranti verrà proposta un’alternativa tra container riscaldati e centri d’accoglienza. Ma le Ong ritengono che i posti letto non siano sufficienti.

Secondo le associazioni, sono oltre 3.400 i disperati che devono lasciare la zona meridionale della ‘Jungle’, circa un migliaio secondo la prefettura. Nel campo sono comunque ancora tantissimi a rifiutarsi di passare nelle strutture controllate dallo Stato e da cui tentare la traversata in Gran Bretagna diventerebbe ancora più difficile. 

La situazione e’ talmente grave che neppure i Governi dell’Unione Europea riescono a trovare una soluzione, gli spazi disponibili per i profughi sono tutti occupati, non si sa piu’ cosa fare, una cosa e’ certa nessun degli Stati membri vuole in casa propria i migranti, gia’ ne hanno accolti fin troppi. 

Dove mandarli? una bella domanda a cui bisognava dare una risposta molti anni fa, quando sarebbe bastato far cessare le ostilita’ in territori martoriati da guerre religiose, tribali e fratricide.

Oggi e’ gia’ troppo tardi, l’esodo e’ bibblico, non potra’ fermera’ con le barriere di cemento o con i fili spinati, milioni di persone cercheranno sempre una via di fuga e saranno disposte a morire, per vivere lontano dagli orrori della guerra. 

È l’ultima chiamata per l’Europa. MARCELLO SORGI*

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È inutile girarci attorno: le notizie che arrivano da Calais, confine franco-britannico, e dal confine greco-macedone, dicono chiaramente che la crisi dei migranti è ormai esplosa tragicamente anche prima del nuovo vertice europeo, convocato il 7 marzo, per cercare rimedi reali. La miope illusione di resistere alzando di nuovo steccati ai confini si sta rivelando, oltre che inutile, pericolosa; basta solo guardare le immagini che arrivano dal villaggio greco di Idomeni, da dove è partita la marcia di disperati accolta con i gas dalla polizia macedone, oppure, mentre il Belgio chiude le sue frontiere, quelle dello sgombero violento della cosiddetta «giungla» di Calais, su cui rischia di perdere la faccia il presidente francese Hollande. Il quale ha promesso invano di spostare in containers riscaldati le migliaia di rifugiati che si accalcavano nella tendopoli più grande d’Europa, ed è stato per questo sbeffeggiato su Twitter perfino dalla sua ex-compagna Valerie Trierweiler.

Al momento, solo il Papa sembra essersi reso conto della gravità di quanto sta accadendo, dal Messico all’Europa, a causa della pressione dei migranti e della sordità dei governi che dovrebbero soccorrerli, e si stanno rivelando incapaci di approntare anche provvisorie soluzioni d’emergenza.

Non a caso, domenica all’Angelus, Francesco ha di nuovo fatto sentire la sua voce, per spingere a una generale presa di coscienza del fenomeno, che non è esagerato definire epocale, e se trascurato potrebbe avere conseguenze devastanti.

L’Europa ha davanti a se l’ultima occasione per rimediare al recente, irresponsabile e contraddittorio andamento delle sue decisioni. Dalla scorsa estate a ora, si è passati dalla svolta in senso solidale, voluta dalla Merkel davanti alla foto del piccolo Aylan morto sulla spiaggia, e alla grande ondata di profughi provenienti dalla Siria, giunti attraverso la Turchia in territorio tedesco, all’impossibilità di gestire l’insorgere dei vari egoismi nazionali nell’Unione, la crescita dei muri, la sospensione del trattato di Schengen, decisa con l’avallo della Cancelliera, che ha portato alla minaccia austriaca di chiudere il passo del Brennero. Così anche l’Italia si ritrova condannata a un destino simile a quello della Grecia, «magazzino di anime», secondo le terribili parole del ministro delle politiche migratorie Ioannis Mouzalas.

Oltre al flusso abituale, chiamiamolo così, dei profughi nordafricani provenienti da Lampedusa, che potrebbero restare bloccati al confine con l’Austria, oltre ai molti arrivati a Calais dall’Italia e decisi a farvi ritorno, la chiusura (o il forte restringimento, si vedrà nei prossimi giorni) del confine greco-macedone spinge verso la costa adriatica della Puglia, già affollata di sbarchi negli Anni Novanta, la massa dei siriani in fuga dalla guerra. Quali potranno essere le dimensioni di questo esodo, man mano che la stagione, meteorologicamente parlando, volge al meglio, è impossibile prevederlo. Ma già con quel che abbiamo sotto gli occhi, e con l’allarme lanciato ieri ai sindaci pugliesi dal ministro dell’Interno Alfano, si capiscono meglio i toni da emergenza adoperati da Renzi negli ultimi due mesi, e sfociati alla fine nella tregua interlocutoria, in attesa del 7 marzo, siglata venerdì a Roma dal presidente della Commissione Ue Juncker.

E se è ancora non è chiaro se e come il problema possa essere affrontato, adesso e nel futuro prossimo, di sicuro diventerà impossibile fronteggiarlo con gli attuali strumenti, e soprattutto con l’emergere o il riemergere dei singoli egoismi nazionali. Perfino i Paesi che vorrebbero, o sono costretti a far qualcosa – vedi l’Italia, che ha ricevuto con il ministro Gentiloni i primi trecento di mille profughi siriani inseriti in un programma di accoglienza – senza un vero aiuto europeo, non sono in grado di farlo. Figurarsi quelli come Francia, Austria e Germania, più esposti al rischio di una crescita oltremisura dei movimenti xenofobi antieuropei; o quelli (Ungheria, Polonia, Slovenia, Croazia) in cui partiti con queste posizioni si sono insediati al governo e di lì alzano muri, o si rifiutano di ricevere le quote di immigrati stabilite nei vertici europei. Inoltre è impossibile impegnarsi in costosi piani di assistenza e sicurezza, aggravando i singoli bilanci statali nazionali, mentre Bruxelles continua a imporre politiche economiche di rigore e equilibrio dei conti pubblici.

Per tutte queste ragioni, al prossimo vertice europeo serve una vera svolta. In politica, di tanto in tanto, le svolte che sembrano impossibili sono imposte dallo stato di necessità, un insieme di fattori che porta a un percorso obbligato. È esattamente questa la scadenza a cui l’Europa è arrivata, il suo punto di non ritorno.

*lastampa

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

Il Punto – 1 marzo

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Anche il Regno Unito fa il suo muro anti immigrati innalzando da 21 a 35 mila sterline la soglia di reddito minimo da percepire entro cinque anni dall’ingresso nel paese, pena la perdita del permesso di soggiorno. Una misura per ridurre gli afflussi e selezionare gli arrivi. Scoraggiando possibili neo-imprenditori e operatori del terzo settore. 

Parlando di reversibilità della pensione, bisogna separare la prestazione previdenziale (dovuta per i contributi pagati) da quella assistenziale (dovuta per equità). Oggi nella determinazione dell’assegno al coniuge superstite prevale la logica assistenziale. Si potrebbe alternativamente determinare l’importo annuo della pensione tenendo in conto anche la speranza di vita dei familiari potenziali beneficiari.  
Abituati a ragionare su dati di Pil freschi di calcolo dimentichiamo che le stime preliminari sono soggette a revisione: al ribasso in recessione, al rialzo in fasi di crescita. Il rischio è che gli errori facciano scattare erroneamente le tagliole europee. Non per l’Italia: alla nostra crescita mancano i punti percentuali, non i decimali degli errori di stima. 
Basta con le informazioni sugli strumenti finanziari più corpose della Bibbia e che nessuno legge! La trasparenza passa anche per la semplificazione. Alla fine se ne sono accorte Commissione europea e autorità nazionali. Presto arriveranno prospetti sintetici per favorire risparmiatori e Pmi in cerca di capitali. Dai risultati dei test Pisa viene fuori che nei paesi Ocse quasi un quindicenne su quattro è molto scadente in matematica. Come ad esempio in Italia. In cima alla classifica dei bravi l’Estremo Oriente, dove solo uno studente su dieci è indietro. La ricetta è un mix di buona scuola, grande impegno e forti motivazioni. Oltre un quinto degli studenti universitari italiani sceglie un ateneo fuori dalla propria provincia. Prevalentemente si sposta da Sud a Nord, e non ritorna più a casa. Al Sud pesano molto circostanze extra-universitarie: la difficoltà di trovare lavoro, la minore probabilità di ottenere borse di studio e l’epica lentezza dei trasporti locali.

  • Regno Unito, dove il muro anti immigrazione è la soglia di reddito
    01.03.16
    Alessandro Toppeta

    Nel Regno Unito sta per entrare in vigore una nuova legge sugli immigrati extraeuropei. Innalza la soglia di reddito che permette di rimanere nel paese più di cinque anni. L’obiettivo della politica restrittiva è attrarre solo migranti altamente qualificati. Ma potrebbe avere conseguenze opposte.

  • I calcoli sulla pensione. E sulla sua reversibilità
    01.03.16
    Mario Sebastiani

    Nel discutere di pensioni bisogna distinguere ciò che è previdenza da quello che è assistenza. Pure nel caso della reversibilità. Sarebbe quindi equo determinare l’importo della pensione non solo in base alla speranza di vita del titolare, ma anche a quella di chi potrebbe diventarne beneficiario.

  • Quelle regole basate sullo zero virgola
    01.03.16

    Enrico D’Elia

    In quasi tutti i paesi, le stime preliminari del Pil tendono a sopravvalutarne la dinamica durante le recessioni e a sottovalutarla nelle fasi di ripresa. Le regole fiscali europee applicate a indicatori distorti possono provocare danni permanenti. Attenzione all’andamento dei fattori di crescita.

  • Prospetto informativo su misura per le Pmi
    01.03.16
    Valerio Corrente

    In Italia si studia una soluzione al problema della trasparenza dell’informazione sulle emissioni di titoli. Intanto Bruxelles incentiva di fatto l’accesso al mercato dei capitali delle piccole e medie imprese europee. L’Action Plan e una disciplina più flessibile dei prospetti informativi. 

  • Lezioni di matematica dall’Asia Occidentale
    01.03.16
    Giorgio Brunello

    In matematica i ragazzi dell’Asia Orientale ottengono risultati nettamente migliori rispetto ai coetanei di varie parti del mondo. È un successo esportabile in altri paesi? Introdurre in un contesto diverso metodi validi altrove è sempre difficile. Ma ciò non vuol dire che non si debba provare.

  • Perché gli studenti si spostano da Sud a Nord
    01.03.16
    Domenico Cersosimo, Antonella Rita Ferrara, Rosanna Nisticò e Gianfranco Viesti

    Nell’anno accademico 2014-15 oltre 55mila universitari hanno scelto un ateneo localizzato in una regione diversa da quella di residenza. E si tratta in larghissima parte di studenti del Sud. Per la qualità delle università del centro-Nord, certo, ma anche per molti altri motivi legati al contesto.

TEATRO SOCIALE BRESCIA: TI REGALO LA MIA MORTE, VERONIKA

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TEATRO SOCIALE

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

RASSEGNA ALTRI PERCORSI

MARTEDI’ 1 e MERCOLEDI’ 2 marzo 2016 (ore 20.30)

Emilia Romagna Teatro Fondazione

presenta

TI REGALO LA MIA MORTE, VERONIKA

traduzione e adattamento di Antonio Latella e Federico Bellini

scene Giuseppe Stellato – costumi Graziella Pepe – musiche Franco Visioli

tratto dal film Veronika Voss

di Rainer Werner Fassbinder

regia Antonio Latella

luci Simone de Angelis – ombre alTREtracce

con Monica Piseddu

e in o.a.:

Valentina Acca, Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Estelle Franco, Nicole Kehrberger

Utilizzo della sceneggiatura Die Sehnsucht der Veronika Voss di Peter Märthesheimer e Pea Fröhlich, da una bozza di Rainer Werner Fassbinder, per gentile concessione della Fondazione Rainer Werner Fassbinder – Berlino e di Verlag der Autoren – Francoforte sul Meno / Germania.”

 “Per gentile concessione di Arcadia & Ricono Srl a socio unico, via dei Fienaroli, 40 – 00153 Roma – Italy” Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa

Durata dello spettacolo: 2.00 (senza intervallo)

 

RA…pina…. I. taliana. (Mauro Lo Piano)

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Rai, potrebbe essere il diminuitivo di Ra..pina I..taliana, da diversi mesi sta cercando di fare un lavaggio del cervello a tutti quegli Italiani che ancora non siano in regola con il Canone. Si vogliono convincere gli utenti che sborsando il centone, si migliora non solo la ricezione dei canali, ma anche la qualita’ delle trasmissioni televisive.

Sui canali della Rai, di trasmissioni intelligenti se ne  vedono poche, la maggior parte sono di basso contenuto umano e culturale, si salvano solo alcuni programmi di ricerca e un paio di documentari girati nei posti piu’ sperduti del Mondo. Per il resto, solo spazzatura mediatica, parlo dei processi TV, in parallelo con quelli della Giustizia, e dei fatti di cronaca nera, mandati in onda in tempo reale.
La cadenza dei programmi Rai e’ sempre la stessa, o ti mangi questa minestra, o ti butti dalla finestra, oggi, non si e’ piu’ liberi nemmeno di scegliere
La mattina si cucina.
Nel pomeriggio ci propinano una serie di telefilm polizieschi con immagini raccapriccianti,  persone uccise, squartate, mutilate, una vera delizia per chi si appresta a cenare.
La sera ci sono i pacchi, questo programma ‘da circo’ viene tenuto in piedi da anni, si da’ la possibilita’ ai concorrenti di poter vincere in una sola serata 1 milione di euro, o somme tali che un comune mortale non riuscirebbe a guadagnare lavorando giorno e notte, vita natural durante.
Negli intermezzi :
Ci propinano delle immagini forti per impietosire la gente, volti di bambini, che vivono al di sotto della soglia di poverta’, che hanno bisogno d’aiuto immediato e solo “Tu”, a quanto dicono gli ideatori di tali spot, puoi salvare Kaiembe, bastano 9 Euro al mese.
Il loro messaggio e’ chiaro, quello di farti sentire in colpa, una Vergogna Nazionale, per un carrozzone come la RAI che rastrella miliardi di euro. Perche’ non destinare ai bambini del terzo Mondo e agli Italiani che frequentano le varie Caritas, una parte degli introiti “estorti” con il Canone?. basterebbe donare l’8 per mille.
Un tuffo nell’Etere :
  • Il Canone TV e’ un’imposta dovuta, 3 sono i Decreti Legge che regolano questa tassa.
  • Il Primo, era un DRL emesso dalla Corte Costituzionale il 21/02/1938
  • Il Secondo     26/06/02, Corte Di Cassazione
  • Il Terzo          03/08/93   Corte Di Cassazione
In questi Decreti si evince che la titolarieta’ di un contratto per la visione di trasmissioni televisive via satellite o cavo, non ti esonera dal pagamento, e’ un bene privato. Nel primo Regio Decreto targato anno astrale 1938, era stabilito che bisognava pagare il canone anche quando il televisore venisse usato come semplice monitor, o anche quando lo davi in affitto, inutile discutere sulla bonta’ di questo Regio Decreto.
Chi e’ proprietario di un immobile deve sapere che :
1) Se l’inquilino lascia la casa avendo delle bollette arretrate, chi dovra’ saldare il debito?, indovina indovinello? sara’ sempre il proprietario a doverlo pagare. I creditori, RAI o ENEL visto che ora le utenze sono in “Comunita’ di Beni”, per non avere rogne, cedranno le pratiche in sofferenza, alle Agenzie Recupero Crediti. Queste ultime sono come le mignatte, ti tempestano di telefonate e con “velate” minacce….ti mandiamo l’Ufficiale Giudiziario, pagherai l’onorario dell’Avvocato, ti portiamo in Tribunale, cercheranno di costringerti a pagare.
2) Sei a conoscenza che non hai piu’ tempo per fare ricorso per non pagare il Canone? lo avresti dovuto fare entro il 31/12/2015, non lo hai fatto? sei castigato. Avresti dovuto recarti presso lo sportello SAT dell’Agenzia Delle Entrate, dichiarare sotto la tua responsabilita’ anche Penale, di non detenere alcun apparecchio televisivo……… piccola appendice la dichiarazione ha validita’ un anno, il prossimo anno stessa domanda.
3) Sapevi che per coloro che abbiano superato il 75esimo anno d’eta’, il Canone da 100 euro si riduce a 8?. Costringere le persone anziane a recarsi presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, compilare un paio di moduli come sempre indecifrabili, avrebbero bisogno del Commercialista a seguito. non mi sembra che sia giusto, sembra che gli scienziati dell’etere, lo facciano apposta per mettere in difficolta’ le persone.
4)  Se non paghi il canone?
A quanto dicono gli “addetti ai lavori”, le Autorita’ di Controllo, possono entrare in casa tua e verificare.
Non ci siamo piu’, vostro disonore TV, nessuno ha il diritto di entrare in casa senza un mandato dell’Autorita’ Giudiziaria, chi si dovesse arrogare questo potere, sarebbe meglio farlo sostare nel pianerottolo di casa……. a guardarsi la   televisione.

Le avventure del Banff Mountain Film Festival tornano a Brescia

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Appuntamento giovedì 3 marzo al Teatro Sociale alle 20.30

Il Banff Mountain Film Festival torna a Brescia con l’ormai tradizionale appuntamento dedicato al cinema di

montagna e allo spirito dell’avventura. La proiezione si terrà giovedì 3 marzo al Teatro Sociale di Brescia alle 20.30.

La tappa di Brescia è in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano e Sportland.

Seguito da moltissimi appassionati di montagna e di sport outdoor, il BMFF World Tour Italy offre agli spettatori una

selezione dei migliori filmati presentati alla 40ma edizione del festival canadese, tenutasi a Banff tra il 31 ottobre e l’8

novembre 2015.

Sci, mountain bike, kayak, arrampicata, alpinismo: in circa due ore di proiezioni, sarà possibile assistere a una serie di

emozionanti e coinvolgenti corto e medio metraggi, con immagini spettacolari che raccontano le storie di chi, tutti i

giorni, cerca di alzare l’asticella dei propri limiti tra grandi spazi selvaggi e natura incontaminata.

Tra i film in programma ricordiamo Eclipse, premiato a Banff come Best Film Snow Sports: la realizzazione di una

grande avventura alle Svalbard, alla caccia della foto perfetta nell’atmosfera surreale di un’eclisse totale di sole.

Chasing Niagara è invece la storia di un sogno ambizioso: scendere in kayak le cascate del Niagara. Premiato a Banff

come Best Film Mountain Sport, il film è un’emozionante storia di amicizia tra un gruppo di kayaker… con un finale

inaspettato. Non mancherà naturalmente l’arrampicata e, questa volta, la protagonista sarà una donna. In Golden

Gate la climber americana Emily Harrington si misura con le difficoltà dell’arrampicata trad su una delle vie più difficili

di El Capitan.

Il programma completo dei film è disponibile sul sito https://www.banff.it/video-category/film-2016/

Il tour italiano 2016 prevede un totale di 26 tappe in 24 tra le principali città italiane.

Nella realizzazione dell’edizione 2015, il BMFF WT Italy è affiancato dagli sponsor Salewa, Enervit e dai parter

tecnici Artech Digital Cinema e Vivaticket.

Vendita biglietti:

È possibile acquistare i biglietti online all’indirizzo www.banff.it al prezzo di prevendita di € 14,00, mentre la sera

stessa al botteghino del Teatro Sociale il costo del biglietto sarà di € 16,00.

Inoltre i biglietti sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale in orario della stessa.

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

Biglietteria tel. 030 2808600 sociale.biglietteria@ctbteatrostabile.it

SEDE PIAZZA LOGGIA

È possibile acquistare i biglietti al nuovo punto vendita nella sede del CTB in Piazza Loggia, 6 – dal martedì

al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 (esclusi i sabato e festivi)

Tel. 030 2928609

ON-LINE in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket.it

LIBRERIA SERRA TARANTOLA

Via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia · Tel. 030290171

Orari: 9.15 – 12.15 /15.30 – 19.00 (lunedì mattina e domenica chiuso)

INFO: CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 2928611/617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

e-mail: organizzazione@ctbteatrostabile.it

ctbteatrostabile.it

È l’ultima chiamata per l’Europa. MARCELLO SORGI*

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È inutile girarci attorno: le notizie che arrivano da Calais, confine franco-britannico, e dal confine greco-macedone, dicono chiaramente che la crisi dei migranti è ormai esplosa tragicamente anche prima del nuovo vertice europeo, convocato il 7 marzo, per cercare rimedi reali. La miope illusione di resistere alzando di nuovo steccati ai confini si sta rivelando, oltre che inutile, pericolosa; basta solo guardare le immagini che arrivano dal villaggio greco di Idomeni, da dove è partita la marcia di disperati accolta con i gas dalla polizia macedone, oppure, mentre il Belgio chiude le sue frontiere, quelle dello sgombero violento della cosiddetta «giungla» di Calais, su cui rischia di perdere la faccia il presidente francese Hollande. Il quale ha promesso invano di spostare in containers riscaldati le migliaia di rifugiati che si accalcavano nella tendopoli più grande d’Europa, ed è stato per questo sbeffeggiato su Twitter perfino dalla sua ex-compagna Valerie Trierweiler. 

Al momento, solo il Papa sembra essersi reso conto della gravità di quanto sta accadendo, dal Messico all’Europa, a causa della pressione dei migranti e della sordità dei governi che dovrebbero soccorrerli, e si stanno rivelando incapaci di approntare anche provvisorie soluzioni d’emergenza.  

Non a caso, domenica all’Angelus, Francesco ha di nuovo fatto sentire la sua voce, per spingere a una generale presa di coscienza del fenomeno, che non è esagerato definire epocale, e se trascurato potrebbe avere conseguenze devastanti. 

L’Europa ha davanti a se l’ultima occasione per rimediare al recente, irresponsabile e contraddittorio andamento delle sue decisioni. Dalla scorsa estate a ora, si è passati dalla svolta in senso solidale, voluta dalla Merkel davanti alla foto del piccolo Aylan morto sulla spiaggia, e alla grande ondata di profughi provenienti dalla Siria, giunti attraverso la Turchia in territorio tedesco, all’impossibilità di gestire l’insorgere dei vari egoismi nazionali nell’Unione, la crescita dei muri, la sospensione del trattato di Schengen, decisa con l’avallo della Cancelliera, che ha portato alla minaccia austriaca di chiudere il passo del Brennero. Così anche l’Italia si ritrova condannata a un destino simile a quello della Grecia, «magazzino di anime», secondo le terribili parole del ministro delle politiche migratorie Ioannis Mouzalas. 

Oltre al flusso abituale, chiamiamolo così, dei profughi nordafricani provenienti da Lampedusa, che potrebbero restare bloccati al confine con l’Austria, oltre ai molti arrivati a Calais dall’Italia e decisi a farvi ritorno, la chiusura (o il forte restringimento, si vedrà nei prossimi giorni) del confine greco-macedone spinge verso la costa adriatica della Puglia, già affollata di sbarchi negli Anni Novanta, la massa dei siriani in fuga dalla guerra. Quali potranno essere le dimensioni di questo esodo, man mano che la stagione, meteorologicamente parlando, volge al meglio, è impossibile prevederlo. Ma già con quel che abbiamo sotto gli occhi, e con l’allarme lanciato ieri ai sindaci pugliesi dal ministro dell’Interno Alfano, si capiscono meglio i toni da emergenza adoperati da Renzi negli ultimi due mesi, e sfociati alla fine nella tregua interlocutoria, in attesa del 7 marzo, siglata venerdì a Roma dal presidente della Commissione Ue Juncker. 

E se è ancora non è chiaro se e come il problema possa essere affrontato, adesso e nel futuro prossimo, di sicuro diventerà impossibile fronteggiarlo con gli attuali strumenti, e soprattutto con l’emergere o il riemergere dei singoli egoismi nazionali. Perfino i Paesi che vorrebbero, o sono costretti a far qualcosa – vedi l’Italia, che ha ricevuto con il ministro Gentiloni i primi trecento di mille profughi siriani inseriti in un programma di accoglienza – senza un vero aiuto europeo, non sono in grado di farlo. Figurarsi quelli come Francia, Austria e Germania, più esposti al rischio di una crescita oltremisura dei movimenti xenofobi antieuropei; o quelli (Ungheria, Polonia, Slovenia, Croazia) in cui partiti con queste posizioni si sono insediati al governo e di lì alzano muri, o si rifiutano di ricevere le quote di immigrati stabilite nei vertici europei. Inoltre è impossibile impegnarsi in costosi piani di assistenza e sicurezza, aggravando i singoli bilanci statali nazionali, mentre Bruxelles continua a imporre politiche economiche di rigore e equilibrio dei conti pubblici. 

Per tutte queste ragioni, al prossimo vertice europeo serve una vera svolta. In politica, di tanto in tanto, le svolte che sembrano impossibili sono imposte dallo stato di necessità, un insieme di fattori che porta a un percorso obbligato. È esattamente questa la scadenza a cui l’Europa è arrivata, il suo punto di non ritorno. 

*lastampa

 
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Morric One. MASSIMO GRAMELLINI*

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Sul palco degli Oscar Ennio Morricone ha parlato in italiano. Non si ha memoria che prima di lui lo avessero fatto altri. È molto probabile che sapesse l’inglese, quantomeno abbastanza da imbastire i ringraziamenti di rito. Inoltre leggeva da un foglietto rimasto scaramanticamente piegato per tutta la sera nella tasca dello smoking e quindi, se pure la sua conoscenza della lingua di Shakespeare e Tarantino si fosse fermata a «the cat is on the table», non avrebbe avuto alcuna difficoltà a farsi scrivere qualche frase. Invece ha usato l’italiano. Con consapevolezza di sé, senza ostentare orgoglio ma neanche tradire quel complesso di inferiorità tipico dei provinciali che induce tanti suoi connazionali a tuffarsi su ogni parola vagamente esotica e certi onorevoli a riempirsi la bocca di «stepchild adoption» storpiandone la pronuncia e ignorandone il significato. 

Faceva effetto sentire risuonare la nostra lingua nel tempio delle divinità hollywoodiane, da Charlize Theron a Steven Spielberg tutte rigorosamente in piedi per rendere omaggio al Maestro. E faceva ancora più effetto cogliere il senso delle sue parole, piane e però non banali, mai sfiorate dalla retorica nemmeno nella dedica finale alla compagna di una vita. Sul palco più internazionale del mondo si aveva l’impressione di scorgere l’Altro Italiano. Quello che sa coniugare la gravità alla leggerezza, la normalità al talento e l’estro alla dignità. Di lui si parla poco perché non è pittoresco, ma ne esiste un esemplare quasi in ogni famiglia. E con la sua presenza dà un senso a tutte le altre.

*lastampa

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