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CONFERENZA STAMPA SPALLETTI: VADO AL MASSIMO … VADO A GONFIE VELE

“Della Fiorentina ammiro tutto quello che hanno fatto in questi 3 o 4 anni, più ciò che ha aggiunto Paulo

Sousa. Hanno compiuto un capolavoro: praticano un calcio moderno e spettacolare, la squadra è tosta,

convinta di poter avere possibilità importanti. La Viola è stata brava a lavorare. Roma e club gigliato si

somigliano un po’, entrambe le squadre cercano di dominare il gioco attraverso i palleggiatori a

centrocampo una volta girando palla a 3, una volta difendendo in 4. Domani bisognerà essere più bravi del

solito perché se loro sono convinti di aver fatto un’opera d’arte allora noi in queste partite abbiamo fatto

un capolavoro soprattutto sulla solidità mentale, nella consapevolezza che si può stare qui a contendersela

fino in fondo senza lasciarsi condizionare da un risultato o da una prestazione.”

SUI CONVOCATI…E LA QUESTIONE DZEKO

“Pjanic e Nainngolan sono a disposizione, mentre Iago Falque ha la febbre e forse non sarà della seduta

oggi. De Rossi prosegue il suo recupero e non sarà convocato. Su Dzeko, ci sono delle cose che ancora devo

pensare e devo prendermi tutto il tempo. Ha fatto bene nell’ultimo spezzone di gara ad Empoli ma poi c’è

da fare la valutazione sulla squadra che ha giocato altrettanto bene senza di lui. Loro verranno a pressarci

alto, sapranno cambiare atteggiamento in base ai nostri tentativi di stare in campo. A Firenze sono andati

avanti molti mesi sulla questione della linea difensiva viola. La squadra gioca a 3, a 4 o a 5 dietro? Qui è

racchiusa tutta la bravura di Sousa, questa sua capacità di cambiare modulo tattico in base alle esigenze del

momento è interessante. I due mediani sono bravissimi davanti alla difesa (Badeli e Vecino) ma hanno

anche Borja, Bernardeschi, Tello, Ilicic. La qualità di questi singoli fa il buon prodotto finale. Si può alzare la

palla ed andare a rimbalzo su Dzeko, lo teniamo presente. Ad Empoli ci siamo sentiti comodi dentro

l’abbraccio del pubblico lungo 95 minuti e probabilmente questo è servito a reagire dopo il pareggio. Kalinic

è uno dei più bravi ad attaccare lo spazio dietro il centrale che invece è portato ad attaccare la palla, è abile

ad andare sempre dietro la linea difensiva e sotto porta. Non sente il morso della difficoltà nella confidenza

con la porta. Sa benissimo dove andare e cosa fare. Dzeko dal canto suo vuole la palla più addosso. Più che

andare in taglio sul primo palo ruota verso il secondo in attesa del passante (cioè la palla che passa

trasversalmente sul secondo palo) Kalinic, invece, taglia sul primo palo. Gli hanno dato fiducia e lui li ha

ripagati. Bernardeschi ed El Shaarawy hanno entrambi grandissime potenzialità. C’è un percorso da fare ed

è quello che conta per crescere. Stanno utilizzando questo percorso per arrivare in fondo meglio di come

sono partiti.”

Caso Dzeko aperto? Quello che è certo è che per l’allenatore romanista con un trio come Salah, Perotti ed

El Shaarawy se ne può anche fare a meno. Squadra che vince non si cambia, recita un vecchio proverbio

calcistico e si sa che le ricette della nonna sono sempre un ottimo antidoto. Ci si sta avviando verso il

sentiero della squadra senza centravanti di garciana memoria, pur con risultati ben diversi in senso positivo.

La Roma può prendersi il terzo posto in solitaria battendo tra le mura amiche la diretta rivale. È quasi una

finale. E allora Spalletti non le manda a dire: “ci sono quelli che fanno e quelli che si accodano a quelli che

fanno e tengono l’ambiente basso per intrufolarsi. Qui le cose si sanno fare e coloro che non hanno

coraggio di migliorarsi devono andare via. Io sono fortunato perché posso scegliere cosa fare, sono

padrone del mio tempo e se sono tornato qui è perché qui si lavora bene. I ragazzi stanno imboccando la

strada giusta. Si lavora tutti per dare il massimo di noi stessi. Se uno ha possibilità 10 deve cercare di dare

12, deve arrivare a toccare le stelle per non rimanere impolverato dal terreno.” Un avviso ai naviganti? Un

congedo per Daniele De Rossi che secondo molti starebbe meditando l’addio? Un messaggio all’ambiente

massmediatico? L’interpretazione è libera. Di sicuro il mister non è disposto a fare 0 a 0 e l’incontro-scontro

con i tifosi a colpi di striscioni sta lì a testimoniarlo proprio in questi giorni.

Claudia Demenica

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Primarie Napoli, quei silenzi sulle urne. OTTAVIO RAGONE*

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Pesano sulla consultazione il silenzio sulle scandalose “parlamentarie” a Salerno e l’inchiesta di Casavatore sulle infiltrazioni criminali nel Pd

Le primarie parlano e domenica si capirà cosa dicono.

Attirano ancora dopo inchieste e scandali? Restano un valido strumento di selezione o hanno smarrito lo spirito originario, che mobilitò nel 2005 quattro milioni e 300mila italiani per scegliere Prodi come candidato premier? Festa di popolo democratico o stanca mobilitazione di apparato? Napoli aspetta molte risposte. Le primarie, oltre al nome del candidato sindaco, diranno se il centrosinistra conta ancora in città, se riesce a mobilitare gli elettori. Se, in una parola, l’area riformista può competere all’elezione del sindaco, senza lasciare completamente il campo a de Magistris, ai Cinque Stelle e alla destra. Il Pd ha fissato a 30mila votanti la soglia di partecipazione giudicata soddisfacente. Molti meno dei 45mila delle disastrose primarie del 2011. Al di sotto dei 30mila sarà un pessimo segnale, a 20mila un flop. Alla eventuale crescita degli elettori viene collegato anche l’esito. Nel Pd si ascoltano ragionamenti di questo genere. Se l’area si espande molto oltre la soglia dei 30mila, coinvolgendo una fascia più ampia di popolazione, Antonio Bassolino potrebbe trarne vantaggio, beneficiando di una spinta civica e di una maggiore popolarità. Altrimenti potrebbe avere la meglio Valeria Valente, perché la maggioranza del partito è con lei. Naturalmente sono valutazioni sulla carta, perché il nodo vero, che sfugge a qualsiasi sondaggio e forse perfino al diretto interessato, è quanto resiste ancora l’antico legame tra Bassolino e i napoletani, dopo le tempeste politico-giudiziarie e gli anni dell’isolamento.

Il grado di partecipazione e la scelta del candidato consentiranno anche di rendere più precisi e credibili i sondaggi. Quelli fin qui emersi assegnano a de Magistris un consenso probabilmente sovrastimato, anche perché realizzati senza il candidato dei Cinque Stelle, senza quello del centrosinistra e con il centrodestra ancora fermo. Un’area che – almeno finora – si identifica in Gianni Lettieri più per l’iniziativa personale dell’imprenditore che per convinta spinta politica. Più probabile, allo stato dei fatti, una quadripartizione del consenso elettorale tra sindaco, Cinque Stelle, centrosinistra e centrodestra, in un quadro di forte astensionismo. Il fatto stesso che per il sindaco si profili il ballottaggio non è un buon segnale: chi ha ben governato dovrebbe mandare a gambe all’aria gli avversari fin dal primo turno.

Domenica lo scenario sarà più chiaro. Oltre ogni calcolo, però, queste primarie a Napoli raccontano anche il pessimo stato di salute del Pd, un partito che dialoga assai poco con la città. Il disastro del 2011 poteva essere l’occasione per risalire la china con una forte e credibile opposizione al radicalismo del sindaco, ma ciò non è accaduto. Ora Zapata ora Che Guevara, de Magistris si è preso tutta la scena.

Le primarie stesse potevano rappresentare un’occasione di dialogo sia pure tardivo con l’opinione pubblica, ma sono cadute quasi esclusivamente sulle spalle dei 4 candidati. Appena 25 manifesti giganti affissi in città per ricordare che domenica si vota. Una campagna sul web partita con decisione soltanto negli ultimi giorni. I seggi ridotti da 83 a 78 per il timore di brogli, il fantasma del 2011 che ha costretto il Pd a parlare più della “App” per evitare scandali, che del programma.

La “App”. Iniziativa apprezzabile e molto di moda. Tuttavia coperta dal fragoroso silenzio su ben altri imbrogli, per esempio quelli avvenuti a Salerno nel 2012 per scegliere i candidati al parlamento. Si contarono più voti dei votanti, alle “parlamentarie” prepagate addirittura con le monetine del Bingo. Di fronte a questa vergogna hanno taciuto il Pd e il governatore Vincenzo De Luca. Il silenzio non fa bene alle primarie. Non fa bene l’inchiesta su politica e camorra a Casavatore, che descrive un Pd permeabile alle infiltrazioni criminali, dominato da bande e gruppi di potere. Desolante. Quanto peserà Casavatore sulle urne di domenica? Queste votazioni hanno senso se sono uno strumento a prova di brogli dentro un quadro di regole certe, altrimenti si trasformano in una resa dei conti nel centrosinistra e nulla più. Le primarie parlano: ma cosa diranno domenica?

*larepubblica

Libia, liberati i due italiani ancora in mano all’Isis

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Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sarebbero in buone condizioni di salute

Sono stati liberati questa mattina a Sabratha i due operai italiani ancora in mano all’Isis. Lo riferiscono fonti locali. Manca ancora la conferma ufficiale, ma il figlio di Pollicardo avrebbe confermato la liberazione del padre: «È finita, è finita». La moglie Ema Orellana in lacrime ha detto: «L’ho sentito al telefono». Secondo le prime notizie Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sarebbero in buone condizioni di salute.

I due ostaggi liberati in Libia: “Stiamo bene, speriamo di tornare a casa”

Gino Pollicardo e Filippo Calcagno

Pollicardo e Calcagno erano stati rapiti in Libia nel luglio del 2015 insieme a Fausto Piano e Salvatore Failla, rimasti uccisi mercoledì a Sabratha, a ovest di Tripoli.

Il Sabratha Media Center ha pubblicato la foto dei due italiani appena rilasciati e un messaggio di Pollicardo: «Siamo psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia». Giallo sulla data: sul biglietto c’è scritto «oggi 5 marzo».

«Sono vivi»  

Solo ieri il sottosegretario con delega all’Intelligence Marco Minniti, citando informazioni degli 007 sul terreno, aveva assicurato che i due italiani «sono vivi». E questa mattina il presidente del Copasir, il senatore leghista Stefano Stucchi, ha detto ai microfoni di Rai News 24: «È arrivata la notizia anche a me (della liberazione dei due ostaggi italiani, ndr), ma devo ancora confermarla con l’intelligence». E ha aggiunto: «Avevamo sempre detto che l’importante era riportarli a casa vivi».

Chi sono i due ostaggi  

Entrambi dipendenti della Bonatti di Parma Gino Pollicardo, ha 55 anni, è sposato con due figli, Gino Junior e Jasmine, è ligure e vive a Fegina, nella parte nuova di Monterosso, nelle Cinque Terre, in provincia della Spezia. Un tecnico eccellente, conteso dalle imprese internazionali, dal carattere serio, affidabile e mite. Il collega Filippo Calcagno, è di Piazza Armerina (Enna), ha 65 anni, ed ha girato il mondo come tecnico Eni prima di lavorare per la Bonatti. È sposato e ha due figlie.

*lastampa

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Questo Napoli di Sarri ricorda quello di Benitez: troppi gol subiti

La Gazzetta dello Sport scrive: “Nuovo anno, problemi vecchi. Il Napoli di Sarri sembra essersi trasformato, difensivamente parlando, nel Napoli di Benitez. Tredici partite nel 2016 e tredici gol al passivo, soltanto due gare (contro Lazio e Carpi) senza subire reti. Qualcosa è cambiato, in peggio, rispetto alla fine del 2015. I numeri sono chiari: in sei delle ultime nove sfide di campionato, tra fine ottobre e la sosta natalizia, Reina era rimasto imbattuto. Cosa è accaduto dunque alla retroguardia azzurra che sembrava un bunker? Albiol e compagni hanno accusato qualche passaggio a vuoto dal punto di vista mentale: contro Frosinone, Empoli, Sassuolo e Sampdoria ci sono stati semplici cali di concentrazione, con la Juventus invece un pizzico di sfortuna si è rivelata determinante. A preoccupare Sarri, però, sono le reti subite a difesa schierata (come contro il Milan) o sui calci piazzati (come a Firenze). Il Napoli marca a zona perché non ha grandissima fisicità ed ogni tanto va in sofferenza sui palloni alti (era già capitato a Bologna con Rossettini)”.

Vinicio: “Sono rimasto commosso da un gesto di Sarri”

Luis Vinicio ha parlato a Il Mattino:

Napoli squadra da scudetto?«Lo dice il campionato. L’attacco del Napoli è superiore».

La difesa, no.«I difensori della Juve si conoscono da tempo, sono affiatati, hanno la cattiveria giusta e spesso gli arbitri sorvolano sui falli bianconeri, questo dà sicurezza ai difensori. Mi sta piacendo molto Koulibaly».

Quale suggerimento darebbe a Sarri?«Continuare per la sua strada. È stato molto gentile nell’invitarmi a Castelvolturno. Sono rimasto commosso. Mi hanno commosso i giocatori che hanno voluto salutarmi uno per uno».

FOTO – Peppe Iodice al Teatro Cilea…con tre azzurri!

Grande affluenza al Teatro Cilea di Napoli per lo spettacolo di Peppe Iodice. Tra gli spettatori, c’erano tre giocatori del Napoli: Jorginho, Grassi e Luperto. Insieme agli azzurri c’era anche Decibel Bellini, voce ufficiale dello stadio San Paolo.

Allegri: “Vi spiego come avrei fatto giocare Hamsik nella Juve”

Al Corriere dello Sport, Massimiliano Allegri ha parlato anche del Napoli e di Marek Hamsik: “Ha la possibilità di fare tante vittorie, dobbiamo state attenti e pensare partita per partita: vinciamo la prossima e ce ne sarà una in meno…”

Su Sarri: “E’ stato molto bravo a scegliere un sistema di gioco capace di esaltare la qualità del Napoli. Ottima l’intuizione di schierare Hamsik mezz’ala. E’ molto bravo. Avrebbe giocato così anche nella mia Juve”. 

Sul fatturato: “Ci sono statistiche che ne svelano l’incidenza: in semifinale di Champions, Real, Barcellona e Bayern arrivano sempre. Detto questo, il calcio è l’unico sport dove il più debole può battere il più forte: ci sono altri fattori, altrimenti il Leicester non sarebbe lassù in Premier. La verità è che tutto si usa quando ci fa comodo…”. 

Sulla corsa scudetto inserisce anche la Roma: “La Roma ha la possibilità di realizzare un filotto, le può vincere tutte da qui alla fine: la qualità dei giocatori è eccellente e Spalletti ha trasmesso un’idea di gioco diversa. Potenzialmente può arrivare a 86 punti, potrà sfruttare gli scontri diretti”.

Ionita vuole il Napoli, fissato un patto col Verona

Napoli-Ionita, affare possibile, come riferisce Il Corriere dello Sport, il club partenopeo continua a restare vigile sul centrocampista dell’Hellas Verona. Il giocatore non vede l’ora che arrivi l’estate, il suo contratto è in scadenza nel 2017, ma ha concesso un’opzione per il 2018 a patto che ci si adegui ai suoi desideri qualora arrivasse una telefonata da Castel Volturno. Un calciatore che rispecchia i parametri societari: sufficientemente giovane, con ingaggio in linea e tatticamente versatile. La società veneta ha già fissato il prezzo.

Napoli-Chievo, tre ballottaggi e una novità per Sarri

La Gazzetta dello Sport pubblica le probabili formazioni di Napoli-Chievo. Maurizio Sarri punta sui titolarissimi, in campo solo Vlad Chiriches al posto dello squalificato Raul Albiol. Tre i ballottaggi: Callejon-Mertens, Insigne-Mertens e Allan-David Lopez. Maran si affida al 4-3-1-2. Davanti a Bizzarri la linea a quattro sarà composta da. Cacciatore, Dainelli, Cesar e Frey. A centrocampo Rigoni, Radovanovic e Castro. Birsa trequartista alle spalle di Meggiorini e Pellissier.

Giuntoli ha l’ok di Mammana: operazione da 10 mln

Il Mattino concede spazio al mercato con un Giuntoli attivissimo nel mettersi sulle tracce di giovani talenti. Dopo Grassi, il nome nuovo è il difensore Mammana del River Plate che è stato ad un passo dalla Fiorentina a gennaio. Ci sarà da trattare col club ma in questo momento il Napoli è in vantaggio rispetto alle altre pretendenti: Milan, Valencia e Siviglia. Costo del cartellino: circa 10 milioni.

Il Punto – 4 marzo

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Il Punto –  4 marzo

In tempi di crisi la politica tende a spargere populismo a piene mani per ottenere consenso. In economia significa promettere soluzioni win-win, sempre vincenti. Esempio: tagli di tasse ma non di spesa pubblica. Alla fine, però, il salato conto da pagare è l’aumento del debito pubblico.
Mostra un vero scalino all’insù la curva dell’occupazione disegnata sui dati Istat di gennaio. Conferma trend molto netti: marcata crescita tendenziale dalla fine del 2015 dei contratti a tempo indeterminato, al palo quelli a termine, in declino il lavoro indipendente. Il rischio è che senza la molla degli incentivi la corsa si fermi.
Come vincere la forte instabilità che stanno vivendo le banche europee e il mercato finanziario? Tocca ai governi fornire garanzie sulle banche e restituire loro affidabilità. Ma non si tratta di affossare le regole europee perché i trattati consentono gli aiuti di stato in caso di emergenza.
Anche se la sua efficacia è poco percepita, il bilancio della lotta alla corruzione nei due anni di governo Renzi presenta una serie di iniziative significative: dall’affidamento di un’Anac rafforzata a Raffaele Cantone all’inasprimento delle pene. Ci sono però occasioni mancate e misure rinviate che rischiano l’insabbiamento. O anche provvedimenti pasticciati, come il ripristino del reato di falso in bilancio (praticamente depenalizzato nell’era Berlusconi). La nuova norma è così ambigua – nel non condannare le “valutazioni” ma solo i “fatti materiali” non veritieri – che dalle corti di giustizia arrivano sentenze contraddittorie. D’altra parte la confusione nei testi normativi è diventato un vizio difficile da estirpare. Si legifera sempre più per decreti, scritti male e infarciti di disposizioni incongrue con la materia. Nella riforma costituzionale ci sono tentativi di porre paletti al loro abuso. Speriamo abbia successo.

Nel momento della scomparsa di Marcello de Cecco, brillante economista e opinionista, la redazione de lavoce.info ne ricorda l’alto impegno scientifico, didattico e civile. 

  • Sul populismo economico non tramonta mai il sole
    04.03.16
    Fausto Panunzi
    Nei momenti di crisi è facile che la politica sbandi verso proposte populiste. Anche in economia. Ma non è prospettando irrealistiche soluzioni win-win (botte piena e moglie ubriaca) che si rilancia la crescita. Perché poi il conto da pagare arriva. Anche più salato.

 

  • L’occupazione dopo lo scalino di fine 2015
    04.03.16
    Bruno Anastasia
    Alla fine del 2015 si è registrato un aumento significativo dell’occupazione dipendente a tempo indeterminato. Nuovi incentivi potranno solo affinare gli strumenti di politica attiva e passiva del lavoro. Ma sarà inutile aspettarsi risultati immediati o cercarne le tracce nei dati di breve periodo.
  • Se ricominciano le crisi bancarie
    04.03.16
    Stefano Micossi
    Una serie di fattori diversi ha fatto riapparire all’interno della Unione Europea lo spettro di una nuova crisi bancaria. È necessaria una risposta regolamentare compatta da parte dei governi europei per convincere gli investitori che le passività degli istituti di credito sono sicure.
  • Tempi più duri per corrotti e corruttori?
    04.03.16
    Alberto Vannucci
    Nei suoi primi due anni il governo Renzi ha rafforzato i poteri dell’Autorità anticorruzione e ne ha affidata la guida al magistrato Raffaele Cantone. Ha poi inasprito le pene per corrotti e corruttori, anche dal punto di vista economico. Varie le occasioni mancate e le lacune da colmare.
  • Falso in bilancio: valutazioni che hanno bisogno di certezze
    04.03.16
    Simone Lonati
    La valutazione non veritiera è o meno penalmente rilevante secondo le nuove norme sul falso in bilancio? La Cassazione ha già emesso tre sentenze contrastanti. Necessario un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite che chiuda una controversia interpretativa che ha importanti ricadute pratiche.
  • Quando si legifera (troppo) per decreto
    04.03.16
    Vitalba Azzolini
    I decreti legge sono diventati lo strumento usato dai governi per attuare il programma. Ne deriva una produzione legislativa poco coerente. Per rimediarvi si pensa ora di elevare a rango costituzionale principi di buona regolazione già previsti dalla legge ordinaria e mai applicati. Funzionerà?

*lavoce.info

De Laurentiis chiude il bilancio con un deficit di 13mln

La Gazzetta dello Sport pubblica lo stato di salute dei bilanci dei nostri club di serie A. Per il Napoli c’è il primo bilancio in rosso dell’era De Laurentiis. Il club partenopeo chiude con un passivo di 13.1mln: “Dopo otto bilanci di fila in attivo e 72 milioni messi in cascina, il Napoli ha licenziato il 2014-15 con un deficit di 13,1 milioni. È il segno che la gestione va in sofferenza senza le plusvalenze del passato (69,4 milioni nel 2013-14 contro gli 11,9 del ‘14-15) e i premi Champions. De Laurentiis ha agito di conseguenza riducendo i compensi al cda a trazione familiare da 5,5 a un milione. È vero che gli stipendi (da 89,2 a 85,2 milioni) e gli ammortamenti (da 63,3 a 50,2) sono calati, ma non basta tant’è che per questa stagione gli amministratori non escludono ancora una perdita. A livello patrimoniale, comunque, il Napoli è solido: non ci sono debiti con le banche e la liquidità è cresciuta a 49,9 milioni”.

Sara e Rachele l’utero in affitto ai tempi dei patriarchi RICCARDO DI SEGNI*

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Pubblichiamo stralci dell’articolo tratto da «Pagine Ebraiche»  

Nella animata discussione che si sta sviluppando sul tema della maternità surrogata è stata tirata in ballo la matriarca Rachele come modello antico e sacro. La storia biblica racconta che la moglie prediletta del patriarca Giacobbe non riusciva ad avere figli e questo la faceva molto soffrire, fino al punto di offrire al marito la serva Bilhà: «unisciti a lei, che partorisca sulle mie ginocchia, e anche io possa avere figli da lei» (Gen. 30:3). Giacobbe obbedisce, Bilhà partorisce e Rachele dice: «il Signore mi ha giudicato e ha anche ascoltato la mia voce e mi ha dato un figlio» (v. 6). Il paragone con la maternità surrogata starebbe nel fatto che una donna che non riesce ad avere figli ricorre a un’altra donna per averli. Ma fino a che punto il paragone regge? Intanto bisogna ricordare ai frequentatori casuali della Bibbia che la storia di Rachele che citano è la seconda di questo tipo, essendo preceduta da quella di Sara, moglie di Abramo, nonno di Giacobbe. Al capitolo 16 della Genesi si racconta che Sara non avendo figli consegna al marito Hagàr, la sua serva con la speranza di avere figli da lei; Abramo obbedisce, la mette incinta e a questo punto si scatena un dramma tra le due donne che porta alla cacciata di Hagàr, poi al suo ritorno e alla nascita di un figlio: «Abramo chiamò il nome di suo figlio che aveva generato Hagàr, Ismaele» (v. 15; si noti l’attribuzione della paternità e maternità). Anche qui c’è una situazione di sterilità che viene gestita con l’aiuto di una seconda figura femminile. L’analogia con la maternità surrogata ci sarebbe solo nel primo caso, ma con una fondamentale differenza: nella surrogata («in affitto») la madre biologica scompare del tutto di scena, nella storia biblica la madre affronta diverse vicende: Bilhà resta in famiglia, fa un altro figlio e alla morte di Rachele diventa la favorita; Hagàr entra in contrasto definitivo con Sara che la caccia via di nuovo e per sempre (almeno finché vivrà Sara); quanto ai figli, altra differenza essenziale: quelli di Bilhà, benché Rachel dica «mi ha dato un figlio», restano figli della madre biologica, divenuta «moglie» (Gen. 37:2), e quello di Sara rimane legato al destino di Hagàr e per questo vittima di una violenta reazione di rigetto («caccia via questa amà e suo figlio», ibid. 21:10). Nel caso di Rachele, quindi, il tentativo di appropriarsi di un figlio altrui sottraendolo alla madre biologica riesce solo in parte e questa madre non scompare; nel caso di Sara tutta la procedura sembra essere piuttosto una cura contro la sterilità, e il legame naturale tra madre e figlio non si interrompe. Tutto molto diverso dalla maternità surrogata. E ovviamente non si può dimenticare l’altra differenza: l’inevitabile necessità – in tempi biblici – di ricorso alle vie naturali di procreazione, mentre, e solo ai nostri giorni, queste possono essere sostituite dalla più asettica e certo meno appassionante soluzione della provetta. In più il modello biblico è quello di una famiglia patriarcale dove c’è un uomo fecondo con la sua signora sterile, diverso da alcune situazioni di single o di coppia in cui oggi si ricorre alla maternità surrogata; nella Bibbia in queste storie si apprezza il desiderio di maternità, non quello di paternità. Il messaggio biblico poi insegna una morale: nel caso di Bilhà il dramma si ricompone integrando in famiglia madre e figli, che però restano con una connotazione un po’ secondaria, come figli di una madre meno importante; nel caso di Sara c’è solo dramma, e addirittura, secondo la spiegazione di Nachmanide, questo dramma starebbe all’origine del risentimento storico dei discendenti di Ismaele nei confronti dei discendenti del figlio naturale di Sara, Isacco. Come a dire: andiamoci piano con certe procedure.

Un’ultima considerazione: le persone che vengono usate per questo «esperimento» biologico sono delle serve. Se si fanno confronti tra maternità surrogata e storia di Rachele e Sara, per dire che c’è un precedente che la giustifica, va tenuto ben chiaro che si tratta di sfruttamento di persone non libere. Il che non è un bel modo per giustificare moralmente una procedura attuale.

Rabbino capo di Roma Vicepresidente del Comitato nazionale di Bioetica

*lastampa

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Per il Paese è l’ora della maturità. STEFANO STEFANINI*

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La tragica fine di Fausto Piano e Salvatore Failla è un violento campanello d’allarme. L’Italia farà tutto il possibile per salvare gli altri due ostaggi nelle mani di Isis. Le operazioni speciali in Libia autorizzate dal governo servono anche a questo.

L’Italia è chiamata a una doppia prova di responsabilità e di maturità. Di responsabilità perché la Libia è la crisi che non può non affrontare. Di maturità perché deve incassare questo brutto colpo, sapendo che non sarà l’ultimo. Siamo in guerra, anche se non vogliamo chiamarla tale. Con lo Stato islamico – non con la Libia, non col suo popolo.

La Libia di oggi è uno Stato inesistente. Il sedicente califfato ne ha approfittato per insediarvi i suoi avamposti con una duplice valenza: di controllo del territorio e di minaccia terroristica. Il primo è pura barbarie; la seconda una mina vagante internazionale. Dove arriva, Isis si sostituisce all’autorità statale senza rinunciare agli attentati. Il raggio d’azione è dettato esclusivamente dai mezzi di cui dispone e dalle opportunità che si presentano. Può colpire a Tripoli, in Tunisia o in Europa.

Da due anni la comunità internazionale è alle prese con lo Stato islamico in Iraq e in Siria. In Siria, il cessate il fuoco e il negoziato sono appesi a un tenue filo, ma se terranno taglieranno l’erba sotto i piedi dello Stato islamico.

Le incognite abbondano ma la pista è stata individuata. E’ stata individuata anche in Libia: lo sfuggente governo di unità nazionale, compromesso fra Tobruk e Tripoli, che Onu e diplomazie internazionali, italiana in testa, inseguono da mesi. Se e quando ci si arriverà avrà una strada molto in salita.

Intanto il cancro di Isis si è diffuso, a due passi dall’Italia. Se le nostre coste sono alla portata di carrette del mare col loro inerme carico umano, figuriamoci quanto sarebbero vulnerabili ad un’operazione terroristica ben organizzata. Dai pezzi di litorale dov’è insediata Isis può controllare il traffico di masse di clandestini; sta mettendo le mani sui rubinetti di gas e petrolio. Questa è la realtà con cui fare i conti. Per l’Italia disinteressarsi della Libia significa cacciare la testa sotto la sabbia e abdicare al resto del mondo.

La minaccia di Isis va tenuta distinta dal problema politico della Libia. Il secondo richiede necessariamente il compromesso negoziale fra le parti libiche sostenuto dalla legittimità internazionale delle Nazioni Unite – e, possibilmente, da un’intesa regionale e araba sul futuro. La Libia rimarrà troppo fragile se i vicini non la puntellano. La convinzione di Matteo Renzi che sarà un intervento esterno a rimettere insieme i cocci di uno Stato fallito è ineccepibile.

Diverso il caso per la minaccia e per azioni di controterrorismo che l’Italia intraprenda per proteggere la propria sicurezza e i propri interessi. Non c’è nulla di male a difendere legittimi interessi nazionali. Un Paese maturo, responsabile, non rinuncia a definirli chiaramente, specie quando toccano nervi scoperti come l’immigrazione clandestina e i flussi energetici. L’una è traffico di esseri umani che arricchisce terroristi e reti di criminalità comune. I secondi assicurano la linfa vitale a quello che resta della Libia (Banca Centrale); meglio evitare che proventi vengano dirottati nelle ingorde casse dello Stato islamico.

Il controterrorismo non si fa con la diplomazia e con i negoziati. Si fa tagliando le fonti di finanziamento. Si fa combattendo il proselitismo. Si fa prosciugando la palude delle connivenze e simpatie, private e pubbliche, intorno a Isis e ad Al Qaeda. E si fa con le operazioni speciali, con i droni e, nel caso libico, con un’agguerrita sorveglianza marittima e costiera.

Contro Isis lo strumento militare è indispensabile. Autorizzando le unità speciali italiane ad operare in Libia, nelle stesse condizioni degli alleati europei e americani, il Presidente del Consiglio non ha fatto altro che riconoscervi il diritto alla legittima difesa riconosciuto dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Costituzione (in aggiunta a due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza su Isis). Non c’è bisogno d’altro.

*lastampa

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Dal Weekend in arrivo nuove piogge e NEVE con le fiondate di maltempo di Davide

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Dopo la SCIABOLATA ARTICA con Venezia Low, breve pausa più soleggiata. Nel WEEKEND ancora forti PIOGGE e NEVE, arrivano le 3 fiondate di MALTEMPO con DAVIDE!

Situazione ed evoluzione generale
Giovedì, maltempo al Nordest fino al pomeriggio/sera, piogge su Marche, Umbria, Appennino centrale, Campania e Calabria tirrenica. Venerdì migliora ovunque con ampio soleggiamento e clima mite, ma entro sera arriva una nuova perturbazione. Nel weekend 3 fiondate del sistema perturbato “Davide”. Sabato, 1°fiondata, maltempo intenso su Liguria, Lombardia, Alpi, Prealpi, Toscana e poi su Umbria e Lazio. Nubifragi su Genovesato, Alessandrino, Pavese e Piacentino. Piogge in Pianura Padana. In nottata peggiora in Campania con temporali. 
Venerdì 4 Marzo 2016
Tutto sole e clima piacevole. Piogge e temporali su Calabria tirrenica e Messinese. Piovaschi sulle regioni adriatiche. Entro sera peggiora al Nord, Liguria, alta Toscana. Nella notte Libeccio burrascoso su mar Ligure, temporali in Liguria, piogge al Nord, neve sulle Alpi a 400/600 metri.

NORD

Bel tempo fino al pomeriggio, poi peggiora dalle Alpi e Liguria verso il resto delle regioni. Maltempo sull’arco alpino con neve sopra i 400/600 metri. Piogge forti in Liguria, in particolare su Genova. Piogge in Pianura Padana, ma generalmente deboli.Temperature

StazionarieCENTRO e SARDEGNA

Bel tempo fino al tardo pomeriggio quando peggiora sull’alta Toscana con prime piogge.Temperature

Senza particolari variazioni.SUD e SICILIA

Al mattino ultime piogge o temporali su Reggino e Messinese, poi migliora. Bel tempo sul resto delle regioni.Temperature

Stazionarie.

Sabato 5 Marzo 2016
Arriva il sistema perturbato “Davide”, una fiondata di piogge e temporali. Maltempo intenso su Liguria, Lombardia, Alessandrino, Piacentino, Alpi e Prealpi. Neve abbondante sopra i 600/700 metri. Maltempo in Toscana, poi Umbria e Lazio e in nottata sulla Campania; piogge in Puglia. Neve in Appennino sopra i 1000/1200 metri.

NORD

Maltempo su Liguria, Lombardia, Alpi e Prealpi tutte con piogge forti e possibili nubifragi su Genovesato, Alessandrino, Pavese. Neve abbondante sulle Alpi sopra i 600 metri. Piogge più deboli su alcune zone della Pianura Padana.Temperature

StazionarieCENTRO e SARDEGNA

Peggiora sulla Toscana con temporali e piogge forti, nel pomeriggio anche su Umbria e Lazio. Piovaschi in Sardegna.Temperature

Sostanzialmente invariate.SUD e SICILIA

Nuvoloso o parzialmente nuvoloso. In nottata peggiora in Campania con temporali e piogge che raggiungono la Puglia.Temperature

Invariate.

Domenica 6 Marzo 2016
Secondo giorno di Davide. Migliora al Nord con ultime piogge sul Triveneto. Piogge in Toscana, Umbria e Lazio e Sardegna per gran parte del giorno. Piogge al Sud, moderate in Puglia e Campania e Calabria, più asciutta la Sicilia. 
Lunedì 7 Marzo 2016
Va meglio sulle Alpi e Prealpi, piogge altrove, neve a 500m su tutti gli Appennini, in serata impulso freddo su Veneto, Venezia Giulia verso Emilia Romagna e Pesarese con bora e neve a 450m
Martedì 8 Marzo 2016
Piogge in Sardegna verso il resto del Centro e il Sud, anche in Sicilia. Più asciutto il Nord.
Mercoledì 9 Marzo 2016
Ultime piogge su Sicilia e Calabria. Tutto sole altrove.

Il Marchisio proibito. MASSIMO GRAMELLINI*

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La fede calcistica a tinta unita mi mette al riparo dal sospetto di solidarietà acritica verso uno juventino di ferro come Marchisio. Però vi domando: ha senso montare una polemica irta di dita puntate e sopraccigli arquati contro un calciatore che si è limitato a esprimere in un tweet la sua contrarietà al commento di un telecronista? L’altra sera, durante Inter-Juventus di Coppa Italia, Marchisio non era in campo, ma davanti alla tv, un po’ agitato come tutti i tifosi juventini per la piega imprevista che stavano prendendo gli eventi, con i nerazzurri in piena remuntada. E quando il telecronista Rai, il bravo Gianni Cerqueti, ha considerato falloso l’intervento di un giocatore della Juve, Marchisio gli ha affibbiato via Twitter del «non vedente». Politicamente corretto perfino nella scelta dell’epiteto. Ma nemmeno questo è bastato ad evitargli una tempesta di richiami all’ordine e al senso di responsabilità.

Va bene bonificare il calcio dalla violenza e dalle provocazioni gratuite, ma se ci mettiamo a censurare anche le manifestazioni di disappunto, se dare del «non vedente» a un telecronista diventa una forma di lesa maestà, allora non lamentiamoci quando gli sportivi inanellano davanti ai microfoni una sequela irritante di frasi fatte e luoghi comuni. L’impressione è che gli abitanti del pianeta social – a cominciare, sia chiaro, dal sottoscritto – abbiano la pelle eccessivamente sottile. La comunicazione si sta trasformando in un rito di indignazione a ciclo continuo che finisce per mettere sullo stesso piano le cose serie e quelle che si potrebbero tranquillamente liquidare con un «embè?».

*lastampa

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Libia: uccisi due italiani dei quattro rapiti. È ancora giallo sui sequestratori. PAOLO GALLORI*

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Vittime Fausto Piano e Salvatore Failla, dipendenti dell’impresa Bonatti, rapiti nel luglio 2015. Vivi i colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, ma non si sa nelle mani di chi. Il cordoglio della presidente della Camera. Stucchi (Copasir): “Non sono presenti militari italiani in Libia, ma il governo può decidere di mandarli”

ROMA – Sono ore di angosciosa attesa, di riscontri e, inevitabilmente, anche di polemiche e strumentalizzazioni, quelle che si inseguono a proposito di uno scontro a fuoco a Sabrata, nell’ovest della Libia, in cui, spiega una nota della Farnesina, sono rimasti uccisi due italiani, i tecnici Fausto Piano e Salvatore Failla, dipendenti della società di costruzioni Bonatti, rapiti nel luglio 2015assieme ad altri due colleghi, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, ritenuti vivi e ancora nelle mani dei sequestratori.

Non sono ancora chiare le dinamiche di quanto accaduto, né se i sequestratori fossero dell’Is. Secondo indiscrezioni, i due ostaggi al momento del conflitto a fuoco stavano per essere trasferiti lontano da Sabrata. Al momento, chiarisce il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, “non sono presenti militari Italiani in Libia. Il governo può decidere di inviarli, ma prima sarebbe tenuto a informare il Copasir”.

I dubbi. Prima dello scontro a fuoco, si sapeva che i quattro fossero stati rapiti da bande criminali locali e che fossero tenuti prigionieri tutti insieme. La sparatoria apre un nuovo scenario e solleva almeno due dubbi. Le milizie libiche hanno avuto un conflitto con armati dell’Is? Per saperlo, bisognerà attendere l’identificazione delle altre vittime. In quali mani sono gli altri due italiani?

Due vittime. Le poche certezze di questa vicenda arrivano da quanto riferito da Stucchi dopo l’audizione al Copasir di Marco Minniti, sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti convocato d’urgenza dal Comitato per la sicurezza. “I corpi dei due italiani uccisi in Libia ci auguriamo che siano presto in Italia. Pensiamo che possa accadere in tempo breve”, ha detto Stucchi.

Gli altri due italiani vivi, ma prigionieri. Sono vivi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, gli altri due italiani rapiti in Libia. È quanto ha riferito Minniti al Copasir. “È una situazione molto delicata – ha aggiunto – dobbiamo rispettare un rigoroso silenzio: ci sono altre due persone oggetto di sequestro, vogliamo poterle riportare a casa senza altri episodi drammatici”. “La priorità è salvarli”.

Il cordoglio di Boldrini. “Esprimo il grande dolore mio e dell’intera Camera dei deputati”, ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini. “Molto deve ancora essere chiarito – ha aggiunto – riguardo alle cause che hanno portato a questa tragedia, che nei prossimi giorni sarà anche all’esame del Parlamento. Ma intanto c’è lo strazio di due famiglie che per mesi hanno vissuto nell’angoscia e che oggi hanno perduto la speranza”.

I dubbi sul ruolo dell’Is. “Bisogna dimostrare che i sequestratori” degli italiani uccisi in Libia “fossero appartenenti all’Is”, ha detto ancora Stucchi. Il riconoscimento è stato effettuato direttamente sul posto e da funzionari già presenti a Sabrata.

Failla, a Carlentini dolore e preoccupazione

L’angoscia delle famiglie. Il legale di famiglia, avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, ha sentito a Carlentini, in provincia di Siracusa, la moglie di Salvatore Failla, padre di due figlie: “È disperata e chiede che il suo dolore sia rispettato”. Sta vivendo queste ore con infinita angoscia. È spaventoso. Se ci sono responsabilità, a qualsiasi livello, mi auguro che vengano al più presto individuate”. Nel pomeriggio, la signora e le due ragazze hanno lasciato la loro casa, a Carlentini sono rimasti i genitori di Salvatore e gli altri parenti. Questa sera nella chiesa di Santa Tecla, parrocchia frequentata dalla famiglia Failla, momento di preghiera col parroco Luca Gallina. Il sindaco Pippo Basso: “Failla è molto conosciuto come un grande lavoratore, amante della famiglia. Siamo pronti a fornire ogni forma di solidarietà e di assistenza ai familiari del nostro concittadino”.

Le polemiche politiche. Mentre alla Camera richieste bipartisan si susseguono perché il governo, nelle persone dei ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e della Difesa Roberta Pinotti, riferisca sugli ultimi drammatici sviluppi. Gentiloni, fa sapere il vicepresidente della Camera Simone Baldelli, riferirà in Aula sulla Libia il 9 marzo alle ore 16. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta seguendo con “molta attenzione” il caso.

La procura indaga. Intanto, la Procura di Roma apre un’inchiesta sulla morte di Piano e Failla. I magistrati attendono notizie e materiale investigativo dalla Libia.

Libia: uccisi due italiani dei quattro rapiti. È ancora giallo sui sequestratori

Fausto Piano

Libia: uccisi due italiani dei quattro rapiti. È ancora giallo sui sequestratori

Salvatore Failla

*larepubblica

Soccorso migranti con Motovedetta CP322 del 2/3 feb ’16

Video delle operazioni di salvataggio condotte la scorsa notte nel Mare Egeo dalla Motovedetta CP 322 della Guardia Costiera italiana, che ha soccorso 12 migranti, tra cui una donna incinta, a bordo di un gommone.

Sarri non lo dirà mai, ma a Castel Volturno sono in tanti a fare le proiezioni scudetto

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La Gazzetta dello Sport si sofferma sul calendario di Napoli e Juventus: 

“Già, il calendario: tutti guardano alle prossime sfide di Juventus e Napoli, compresi Allegri e Sarri. Del resto, domani si gioca Roma-Fiorentina e allora più che voltarsi indietro meglio scrutare l’orizzonte. Il tecnico bianconero si è espresso: per lui lo scudetto è a quota 86. L’allenatore del Napoli non direbbe nemmeno sotto tortura di essersi messo a fare i calcoli, ma a Castel Volturno sono in tanti a fare le «proiezioni» come esperti sondaggisti elettorali. Gli azzurri sono chiamati a fare bottino pieno al San Paolo (sei le gare casalinghe fino a fine stagione, la prima con il Chievo e l’ultima col Frosinone il 15 maggio) per poi concedersi almeno tre blitz in trasferta (Palermo, Udinese e Torino sembrano alla portata). La sfida con la Roma, in programma il 24 aprile, potrebbe essere decisiva per entrambe mentre l’appuntamento a San Siro con l’Inter, una settimana prima, è di quelli da non sottovalutare”.

Ciro Novellino

ISCHIA, UNA DOPPIETTA DI GOMES DECIDE IL TEST CONTRO IL CHIAIANO

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Il test infrasettimanale al campo “La Paratina” contro il Chiaiano , formazione che milita nel campionato di seconda categoria (stesso girone del Casamicciola Mondo Sport altra squadra isolana) si è si concluso sul risultato di 2-0 per l’Ischia Isolaverde.

Per Mister Di Costanzo si è trattato di un test dove ha provato diverse soluzioni tattiche in vista della trasferta di sabato sera al “Pinto” contro la Casertana. Un’Ischia che deve ritrovare la giusta quadratura sia a livello difensivo che sul fronte offensivo. I gialloblu sono quattro partite che non riescono a trovare la via del gol. Sabato contro i falchetti non sarà di certo una partita facile,contro un avversario che dopo la vittoria in quel di Catania vorrà riconfermarsi davanti al proprio pubblico. Mister Di Costanzo nel test di ieri,non ha potuto contare su diversi giocatori: Iuliano e Kanoute fermi per un attacco influenzale, con quest’ultimo che non si allena con i propri compagni da oltre una settimana. Assente anche il centrocampista Spezzani che ha svolto un programma di lavoro a parte,per lui le probabilità di vederlo in campo sabato sono davvero poche. Il tecnico dei gialloblu è stato costretto ad aggregare giocatori della formazione della berretti per avere una rosa sufficiente ad affrontare il test. Erano presenti:Di Bello,Passariello,Pistola,Romano,Vincenzi e Vorzillo. Gomes realizza una doppietta.

Nel primo tempo, l’Ischia sciupa tante occasioni: dopo due minuti, Manna colpisce la traversa, Bruno da buona posizione manda sull’esterno della rete poi il portiere locale è bravo a salvare su Blasi e Gomes. Dopo alcune buone trame dei padroni di casa, Gomes si scatena tra il 38’ e il 40’ con due reti di testa. Nella ripresa, le formazioni vengono stravolte, i gialloblù sfiorano in più circostanze la terza marcatura con Moreira e De Clemente. Tra le file della compagine del Chiaiano era presente anche l’ex Juniores gialloblù Aloi.

CHIAIANO: Alessio, Molaro, Esposito, Cofano G., Miggiani, Cofano R., De Maio, Bocchetti, Canfora, Melillo, Amato. Sono entrati: Marsili, Angiolino, Di Vaio, Onorato Carlo, Onorato Carmine, Aloi, Silvestro, Calore. All. Pinzolo.

ISCHIA ISOLAVERDE (PRIMO TEMPO):Modesti ,Bruno, Blasi, Filosa, Armeno, Moracci, Acampora, Gomes, Di Vicino,Manna, Pepe.All. Di Costanzo.

ISCHIA ISOLAVERDE (SECONDO TEMPO): Di Donato, Passariello, Porcino (Pistola), Blasi (Moreira B.), Guarino, Savi, Palma, Di Bello, Romano (Vincenzi), Florio (Vorzillo),

Armeno (De Clemente). All. Di Costanzo.

Simone Vicidomini