Raffaele Auriemma scrive su Tuttosport: “Solo un punto nelle ultime due gare esterne, con appena un gol all’attivo: il Napoli ha intenzione di invertire la tendenza e trovare la vittoria anche in trasferta. Domani sera sarà di scena a Palermo, contro una formazione che potrebbe mettere in campo quell’orgoglio utile a raddrizzare una stagione fin qui deludente. Toccherà al Napoli mettere il match sui binari giusti e stroncare sul nascere ogni tentativo di reazione rosanero, probabilmente con i soliti noti: è difficile immaginare che Sarri attui delle modifiche a 10 giornate dalla fine del campionato. A Palermo dovrebbe andare in campo per la diciassettesima volta la formazione tipo, quella che finora ha offerto maggiori garanzie. Sarri non sta tralasciando alcun dettaglio e proverà a migliorare il Napoli anche nella realizzazione dei cross avendo gli azzurri la percentuale peggiore (18%) di cross riusciti”.
E’ un nuovo Hamsik, grazie anche a Sinatti!
E’ tornato il miglior Hamsik ed in Europa nessuno è come lui. Il migliore come numeri di passaggi: 1190, statistica della Opta che lo slovacco ha pubblicato sul suo sito. Al secondo posto un altro azzurro, Jorginho (1179), e poi tutti i più grandi d’Europa da Fabregas del Chelsea a Xabi Alonso del Bayern Monaco (942.Numeri che testimoniano in pieno lo straordinario rendimento stagionale del capitano azzurro, tra quelli dal minutaggio maggiore, la chiave decisiva del gioco di Sarri, tutti i palloni passano per lui e le azioni più pericolose nascono a sinistra dal suo piede. Cinque gol e cinque assist in campionato, 393 presenze e 97 gol, si avvicina sempre più ai traguardi storici dei 400 gettoni in maglia azzurra e delle cento reti. Il Palermo è la squadra italiana a cui ha segnato più goal (7). La storia di una rinascita, una ricostruzione nella testa innanzitutto, una grande iniezione di autostima nel ruolo che più preferisce e un miglioramento stratosferico dal punto di vista atletico con la nuova preparazione di Sinatti. Lavoro specifico cominciato a Dimaro che, dopo qualche problemino muscolare del capitano azzurro in ritiro a Dimaro, ha poi dato frutti incredibili, visto che lo slovacco è sempre tra i più sollecitati anche a livello di corsa. Il suo valore di mercato, non a caso, è tornato a schizzare alle stelle.
Corsa scudetto: Napoli e Juve mai più ‘insieme’, i calendari
Da Juventus-Napoli in poi, azzurri e bianconeri non hanno mai giocato in contemporanea un turno di campionato. Da qui alla 16a giornata di ritorno giocherà per quattro volte prima la Juventus e per due volte toccherrà prima agli azzurri. Restano, poi, solo altre tre gare.
11a GIORNATA DI RITORNO
Domenica 20 Marzo, 15.00 Juventus-Torino
Domenica 20 Marzo, 18.00 Genoa-Napoli
12a GIORNATA DI RITORNO
Sabato 2 Aprile, 20.45 Juventus-Empoli
Domenica 3 Aprile, 12.30 Udinese-Napoli
13a GIORNATA DI RITORNO
Sabato 9 Aprile, 20.45 Milan-Juventus
Domenica 10 Aprile, 15.00 Napoli-Verona
14a GIORNATA DI RITORNO
Sabato 16 Aprile, 20.45 Inter-Napoli
Domenica 17 Aprile, 15.00 Juventus-Palermo
15a GIORNATA DI RITORNO
Martedì 19 Aprile, 20.45 Napoli-Bologna
Mercoledì 20 Aprile, 20.45 Juventus-Lazio
16a GIORNATA DI RITORNO
Domenica 24 Aprile, 20.45 Fiorentina-Juventus
Lunedì 25 Aprile, 15.00 Roma-Napoli
Per vincere il tricolore non basterà solo l’impegno…
Per far quadrare i conti c’è bisogno di una partita doppia fatta bene. Lorenzo Insigne si gioca il futuro su due fronti: scudetto e Nazionale. Per vincere il tricolore non basterà solo il suo impegno e quello del Napoli, ma servirà un errore della Juventus, mentre per l’Europeo tutto dipenderà dal Ct Antonio Conte: Insigne ha già dimostrato abbastanza per meritarsi un posto ai prossimi campionati europei.
Il Napoli può mettere ansia alla Juventus
Palermo è importante per il Napoli, visto che il match impone alla squadra azzurra la vittoria per non far scappare la Juventus. E’ un momento delicato e Lorenzo Insigne, come riporta la Gazzetta dello Sport, lo sa bene: “Le premesse ci sono tutte per puntare in alto: c’è lo scudetto, un qualcosa di particolare per questo ragazzo, l’unico napoletano a disposizione di Maurizio Sarri. Diversamente da quanto accaduto negli ultime tre anni, stavolta, l’ambiente ci crede: il Napoli è l’unico avversario in grado di poter mettere ansia ai campioni d’Italia”.
Insigne, l’Europeo è una possibilità remota
Due mesi ancora, poi Lorenzo Insigne avrà un quadro più chiaro di quella che potrà essere la propria estate. Dovrà riconquistare la fiducia di Antonio Conte in questo finale di stagione per rientrare nel giro della Nazionale e la Gazzetta dello Sport fa sapere che “i risultati del club potrebbero aiutarlo”, però “l’eventualità che possa partecipare all’Europeo di giugno è davvero remota, Conte sarebbe intenzionato a preferirgli Bernardeschi. Se ciò avvenisse, la scelta del c.t. sarebbe interpretata come una vera e propria punizione per il napoletano”.
Hysaj: “Dopo gli Europei, voglio realizzare un altro sogno”
“Da Empoli a Napoli come passare dalla notte al giorno!
Cosimo Silva a L’Orda Azzurra: “Dieci finali da qui alla fine. Il Napoli merita uno stadio degno del suo nome”
Il giornalista Cosimo Silva è intervenuto telefonicamente a L’Orda Azzurra, programma che va in onda su Vivi Radio Web la radio ufficiale di Vivicentro.it. Queste le sue parole:
“Domenica sera scenderà in campo il Napoli dei titolarissimi, da qui alla fine Sarri dovrebbe schierare tutte le domeniche la migliore formazione. Sono dieci finali e la squadra dovrà provarle a vincere tutte visto che la Juventus difficilmente farà qualche passo falso; il Napoli dovrà contare solo sulle proprie forze e dare il massimo fino alla fine.
In panchina ha a disposizione un “patrimonio”: ci sono valide alternative dal calibro di Gabbiadini, Mertens,Grassi, Strinic e lo stesso Maggio che è stato titolare per cinque anni in questa squadra. Nonostante ci sia una sola partita a settimana bisognerà gestire bene le forze e valorizzare gli uomini che sono in panchina.
Gli azzurri devono sempre puntare allo scudetto in quanto accontentandosi del secondo posto correrebbero il rischio di avere un contraccolpo psicologico e di essere scavalcati in classifica. Le prossime cinque partite risultano decisive ai fini del campionato, da questi risultati capiremo se Fiorentina-Juventus e Roma-Napoli saranno sfide cruciali in chiave scudetto.
Per quanto riguarda il restyling del San Paolo ci sono cose molto più importanti del colore dei sediolini; con venticinque milioni di euro lo stadio non viene ristrutturato. Attualmente urge un grande intervento perchè il Napoli merita uno stadio degno della sua fama, è giusto che l’impianto resti a Fuorigrotta ma bisogna valorizzarlo. Basta chiacchiere, è tempo che le istituzioni politiche locali intervengano in maniera decisiva.
Non solo Higuain e Hamsik, oggi tutti possono e devono fare la differenza; mi auguro che anche Gabbiadini possa essere decisivo ma in questo momento della stagione tutti devono dare il cento per cento per raggiungere l’ obbiettivo”.
Roberto Sorrentino a L’ Orda Azzurra: “Domenica sera il mio cuore sarà diviso a metà”
In occasione del posticipo di domenica sera allo stadio Barbera tra Palermo e Napoli( ore 20:45) l’ex allenatore e portiere Roberto Sorrentino, padre dell’attuale portiere del Palermo, ha preso parte a L’Orda Azzurra la trasmissione in onda sulle frequenze di Vivi Radio Web la radio ufficiale di Vivicentro.it.
Roberto Sorrentino ha avuto l’ occasione di soffermarsi su diversi temi, ecco quando evidenziato: “Domenica sera avrò il cuore diviso a metà. Sulla carta non c’è partita poiché il Napoli sta lottando per ben altri obbiettivi rispetto al Palermo, tuttavia spero in un pari; lo so che servirebbe poco agli azzurri ma d’ altra parte mio figlio gioca con gli avversari.
Per lo scudetto, con rammarico, devo dire che vedo favorita la Juventus per una questione di mentalità. I bianconeri sono abituati a vincere, hanno gli uomini dotati delle giuste qualità per stare lassù. E’vero che mancano diverse partite da qui alla fine del campionato ma con la sconfitta rimediata a Torino purtroppo il Napoli ha interrotto il suo momento positivo.
Conosco Zamparini da molti anni. E’ una persona che se ne intende di calcio e non necessita di avere alcun quadro dirigenziale, ricopre lui tutti ruoli. Certo è molto esuberante nei suoi atteggiamenti ma credo che una società come il Palermo debba ringraziare il suo presidente senza il quale non avrebbe mai raggiunto gli obbiettivi degli scorsi anni. Quest’ anno avrà sbagliato qualcosa però sono convinto che la squadra abbia le carte in regola per ambire alla salvezza.
Vazquez è un giocatore straordinario, diverse squadre lo seguono. Riesce a fare la differenza nel Palermo ma possiede le giuste qualità per fare bene anche altrove; sarebbe un grande colpo per il Napoli.
Walter Novellino è un grande intenditore di calcio,tra l’altro ha anche giocato a livelli elevati. Credo che possa essere l’ uomo giusto in questo momento in virtù della sua esperienza.
Mi auguro che domenica sera trionfi lo sport in generale, la partita deve essere un momento di festa: si va allo stadio per divertimento non per fare a botte”.
Se la guerra uccide anche la politica DOMENICO QUIRICO *
DOMENICO QUIRICO – La pace è diventata solo un armistizio, lo stato naturale è la guerra, una specie di cancro che assorbe tutte le forze vive, occupa tutti gli spazi, schiaccia la vita.
DOMENICO QUIRICO – E’ così: solo che quando ce n’è troppa, allora diventa monotona come la pace. Ecco: in Libia la politica è stata uccisa, di vivo c’è solo guerra. La frase di Von Clausewitz secondo cui i conflitti non sono altro che la prosecuzione della politica con altri mezzi oggi non ha più alcun significato, è inattuabile. Perché dopo una guerra come questa, così naturale e assoluta, non ci sarà nulla, negoziato, spartizione altro regime. Solo un’altra guerra. Tutto ciò che è politica sembra gettato via e dimenticato, in questo luogo non si fa che sbrigare il lavoro che la battaglia, imperiosamente, richiede. Come in fabbrica e nei campi. Noi chiediamo ai libici atti politici. Loro possono darci solo atti di guerra. Le stesse soluzioni diventano una parte del problema, lo complicano. Non ci si batte per uno scopo. Non ci sono più scopi. Si combatte e basta.
Lo capisci guardando i combattenti che presidiano Tripoli o questi villaggi dall’aspetto di mucchi di macerie biancastre come se fossero precipitati dal cielo sulla terra. Più le nazioni come Siria, Somalia o Libia hanno i confini erosi dal massacro e più si strappano dal cuore guerrieri piene di sangue. A Nord a Sud ad Ovest: dappertutto battaglie di queste guerre nuove che si autoalimentano. Dovunque ci si volti la guerra è in qualunque punto di questa vastità. Questa massa smisurata di poveri manovali delle battaglie che hanno costruito con le loro mani questa immensa guerra sono manovrati da quelli che, grandi o piccoli sensali del caos, vivono in guerra e sono in pace durante la guerra, che proclamano l’irriducibile antagonismo tra le tribù, o che abbindolano e addormentano, perché il massacro non si plachi, con la morfina dei loro futuri paradisi. Trasformano la ricchezza del paese, il petrolio, in famelica patologia. La guerra, qui, ha partoriti uomini nuovi, il loro rapporto con il conflitto permanente definisce la loro identità.
Noi pensiamo e agiamo come se ci fosse un fine, un momento in cui le armi dovranno necessariamente tacere e tra le fazioni o «i governi», (che spesso costruiamo noi per dare volto ai nostri progetti) emergeranno nuovi equilibri. E allora, automaticamente, le trattative la diplomazia il mercanteggiamento politico la fragile concordia troveranno un assestamento.
Questo ai tempi delle guerre antiche: quelle che leggendo lo stratega prussiano erano facili a capirsi come un film, di quelli che in qualunque momento entri in sala, dopo due o tre scene, conosci subito l’intreccio, chi ha ragione e chi ha torto. Ora nessuno tra i protagonisti ha interesse che la guerra in Libia finisca. Perché segnerebbe così la propria fine. A Tripoli una milizia controlla il catasto, vende i titoli di proprietà di coloro che sono fuggiti o militano per altre fazioni. Come potrebbe desiderare la pace? Sono moderni capitani di ventura, spesso più imprenditori che strateghi, che la guerra nutre arricchisce e giustifica nella loro esistenza. Perfino la vittoria sarebbe una sciagura, li renderebbe inutili.
L’equilibrio permanente della mischia è lo stato perfetto. I gruppi di banditi lo vogliono perché la pace segnerebbe la loro scomparsa, la fine dei sequestri e della gozzoviglia, i «partiti», fratelli musulmani, uomini di Tobruk, governo in esilio, perché nessuno di loro ha, contemporaneamente, la forza e la legittimità. Se ne ha una manca dell’altra. E allora la guerra garantisce di restare in scena.
Gli uomini del califfato, loro sì, hanno un progetto politico che va oltre la guerra permanente e imporrebbe una pace cimiteriale, il paradiso in terra: ma la conclusione è remota nel tempo e per ora solo la confusione della guerra offre loro uno spazio e possibilità di azione.
La guerra è una cosa semplice. Occorrono solo tre cose in fondo: armi uomini e denaro. Soprattutto denaro, che assicura le altre due. E in Libia non manca. C’è il petrolio, risorsa senza fine. Farla finita con la guerra sarebbe come impedire le tempeste. Oscuri sciami di umanità si ritirano uno dopo l’altro in se stessi, riassorbiti dal loro male misterioso. Un amico libico indica con la mano l’intera larghezza dell’indescrivibile paesaggio del deserto e ripete la frase: questa è la guerra… ed è così dappertutto, tremila chilometri di tragedie eguali, dal confine egiziano a quello tunisino e giù giù fino in fondo al deserto…. domani si ricomincia e come si è ricominciato l’altro ieri e tutti i giorni precedenti… volete venire qui per salvarci ma sapete che per farlo dovrete uccidere la guerra nel ventre della Libia…?
*lastampa / Se la guerra uccide anche la politica DOMENICO QUIRICO
Pres.Pescara: “Gli azzurri interessati a Lapudula, ma…”
Lapadula piace agli azzurri: arrivano le prime conferme. A parlare, il presidente del Pescare Daniele Sebastiani, ai microfoni di Radio Crc: “Il club è interessato a Lapadula, ma anche la Juventus si è fatta avanti. Vediamo quale delle due sarà disposta ad offrire di più e chi darà maggiori garanzie al ragazzo. C’era un accordo per Verratti con il Napoli, noi avevamo tanta voglia di mandare Marco in azzurro, anche perché avremmo potuto tenere Insigne ancora un anno con noi. C’è un ottimo rapporto con il presidente De Laurentiis, spesso ci scambiamo anche delle bottiglie di vino, infatti tifo per gli azzurri per lo scudetto.”
Behrami: “Scudetto? Quest’anno è lotta a due”
Anche Behrami dice la sua sulla lotta a scudetto. Ai microfoni di Firenzeviola.it, il centrocampista rivela: “Il ricordo di Verona è fantastico perché è la squadra che mi ha lanciato in serie B: una stagione indimenticabile e una città fantastica dove mi piacerebbe avere la possibilità di tornare a giocare se ci sarà ancora tempo, visti i pochi anni che mi rimangono come calciatore (sorride, ndr). A Firenze invece la città e il rapporto con i tifosi sono stati unici anche se, e questo è un mio rammarico, non è finita come si sperava”. Con dieci turni dal termine della A, giochi già fatti in vetta? “Per me lo scudetto è sfida a due Juve-Napoli. Per il terzo posto la Roma ha fatto una piccola rivoluzione che ha dato una svolta positiva al suo campionato ma la Fiorentina se glielo può contendere fino alla fine; l’Inter è sempre solida ma vedo meglio le altre due”.
Ag.Meunier rivela: “Il Napoli segue il ragazzo”
Meunier al Napoli, l’agente prova a mettere chiarezza
E’ intervenuto, ai microfoni di Radio Crc, l’intermediario di Thomas Meunier, Michelangelo Minieri: “Il Napoli fa parte di quelle squadre italiane che seguono il calciatore. Ad oggi però, non c’è nulla in più dell’interesse. Certamente è un giocatore che costa, ma non so se il Napoli lo abbia cercato anche prima perché solo da gennaio rappresento il giocatore in Italia. Meunier somiglia a Vrsaljko, fa della fisicità la sua forza perché è alto, ma ha una velocità che gli permette di andare su e giù per la fascia. Inter, Juventus, Roma e Fiorentina sono le società che seguono il calciatore in Italia, oltre al Napoli. Meunier piace, ma a gennaio non era un obiettivo del Napoli giacché in qual ruolo la squadra azzurra è coperta ed è per questo che se n’è arato pochissimo, Giuntoli mi ha solo espresso il suo gradimento. Quello che succederà tra due mesi non lo so, è presto per parlarne. La società al momento non ha la testa sul mercato, ma l’eventualità Napoli non dispiacerebbe. Anzi, Napoli rappresenta una società importante e a Meunier farebbe piacere vestire la maglia azzurra”.
BORSA Piazza Affari vola trainata dai bancari: Ftse Mib +4,80%
BORSA – In rialzo di oltre il 4% il Ftse all share. Partenza in rialzo per Piazza Affari. L’Ftse Mib guadagna lo 0,63%, a 19.147 punti, mentre l’Ftse All Share si mostra in progresso dello 0,61%, a 20.800 punti.
BORSA – Partenza positiva per Piazza Affari, con l’Ftse Mib che guadagna subito l’1,49%, a 17.161 punti, mentre l’Ftse All Share si mostra in progresso dell’1,32%, a 18.745 punti.
Piazza Affari spicca il volo. La Borsa di Milano termina una seduta all’insegna dell’euforia dopo le decisioni di ieri della Bce. Al termine delle contrattazioni l’indice Ftse Mib mostra un balzo del 4,80%, sui massimi di giornata, mentre il Ftse all share guadagna il 4,20%. A trainare il mercato il comparto dei bancari con rialzi che sfiorano il 10%.
Did/Int2 /(askanews) / BORSA Piazza Affari vola trainata dai bancari: Ftse Mib +4,80%
D’Alema attacca, “gruppo dirigente Pd arrogante”
Roma – Massimo D’Alema rientra dall’Iran e si toglie un macigno dalla scarpa.
Massimo D’Alema, in un’intervista senza peli sulla lingua attacca Matteo Renzi e tutto il gruppo dirigente Pd definendolo arrogante e fazioso. E mette in guardia: non e’ escluso che il malessere si trasformi in “un altro partito”.Nello stesso giorno la minoranza Pd si riunisce a Perugia per lanciare la carica al vertice del partito, ma nessuno parla di scissione, anzi, Bersani ironizza: “se Renzi se ne vuole andare…”. A una settimana dalle primarie di Roma e Napoli che hanno acuito la frattura in seno al Pd e a meno di otto giorni dalla riunione della direzione convocata per fare chiarezza, la minoranza del partito esprime tutta la sua insofferenza per la gestione del partito, chiede di nuovo la fine del doppio incarico per Renzi e del “trasformismo”, chiede se l’alleanza con Verdini sia strategica” ma assicura, per voce di Roberto Speranza: “Noi siamo stabilmente con tutti e due i piedi dentro il partito democratico. Conduciamo la nostra battaglia da dentro il Pd”.
La carica la lancia l’ex premier con una intervista: “Il Pd e’ finito in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali. Dei fondatori non sanno che farsene. Ai capi del Pd non e’ passato per l’anticamera del cervello di consultarci una volta, in un momento cosi’ difficile. Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?”. Ma il j’accuse di D’Alema non si limita al leader Pd, investe la fisionomia stessa del Pd: “La cultura di questo nuovo Pd e’ totalmente estranea a quella originaria”. Insomma, “il partito della Nazione e’ gia’ fatto, e’ gia’ accaduto”. “Ma e’ un’illusione”: “una volta lacerato il centrosinistra, non viene il partito della Nazione; viene il populista Grillo”. Gli iscritti se ne vanno e dunque “nessuno puo’ escludere che, alla fine, qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito”. Ma su questa strada, pur con mille critiche a Renzi, la minoranza riunita a Perugia frena. “Da qui parte una iniziativa per dare piu’ forza al centrosinistra da dentro il Pd” spiega Bersani. Che quando i giornalisti chiedono se Roberto Speranza sara’ il candidato contro Renzi al congresso del partito risponde: “Speranza e’ un giovane fuoriclasse”. I renziani non ci stanno pero’ a farsi infilzare da D’Alema e replicano senza mezzi termini: “Una cosa colpisce dell’intervista di D’Alema: la slealta’ nei confrontidel candidato vincitore delle primarie a Roma”, dice, tra lealtre prese di posizione, un renziano doc come Ernesto Carboneche allarga la critica dalla sfida romana allo scenarionazionale per dire che “il suo disegno e’ fin troppo chiaro:far perdere le amministrative al suo partito. D’Alema erafamoso per la sua arroganza, ora diventa anche sleale. E pugnala il suo partito”. E Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, corra a Napoli per incontrare Antonio Bassolino e sventare la formazione di una lista alternativa a quella di Valeria Valente, candidata dalla segreteria Pd e vincitrice delle primarie che hanno pero’ suscitato mille polemiche. La sfida e’ rinviata a lunedi’ 21 marzo, quando si riunira’ la direzione del partito.
(AGI) / D’Alema attacca, “gruppo dirigente Pd arrogante”
Migranti, la Puglia è pronta all’emergenza.
Migranti, Emiliano: “Andiamo a prenderli con i traghetti”
Migranti – Il prefetto di Lecce incontra i sindaci: “Non vogliamo che un’eventuale emergenza si ripercuota sul turismo in arrivo”. Riflettori puntati su Otranto e Melendugno. E Taranto è pronta ad aprire il nuovo hotspot
L’allarme non c’è, ufficialmente, ma l’Italia e soprattutto la Puglia, il suo avamposto più orientale, si preparano per tentare di frenare e comunque di attutire l’impatto di un flusso massiccio di migranti che, chiusa la via balcanica, potrebbero intraprendere la rotta adriatica per arrivare in Europa. L’attenzione è puntata sulle coste del Salento e dell’Albania, separate da una cinquantina di miglia percorribili in una sola notte anche con piccole imbarcazioni. Su richiesta delle autorità di Tirana, e accogliendo per prima l’invito dell’Europa sperando che altri Paesi seguano l’esempio, l’Italia invierà nei prossimi giorni una ventina di poliziotti di frontiera per supportare il governo albanese nei controlli ai confini.
Sarà Tirana a decidere dove dislocare il piccolo contingente italiano. La partenza dei nostri sarà preceduta da una riunione in Italia fra le autorità albanesi e il dipartimento della Pubblica sicurezza. L’incontro servirà a mettere a punto la missione, definirne i dettagli, stabilire le priorità, individuare i punti di confine che dovranno essere presidiati anche dagli italiani. Una volta definiti questi aspetti, partirà una prima aliquota di pochi uomini che valuteranno aspetti logistici e tecnici: successivamente si muoveranno gli altri agenti, tutti esperti di polizia delle frontiere e di falsi documentali.
Sulla vicenda interviene il governatore pugliese Michele Emiliano: “Per evitare problemi, laddove dovessero verificarsi, di pressione di migranti alle nostre frontiere, noi dobbiamo mandare i traghetti a prenderli. Non ci sono alternative perché bisogna ridurre la velocità del flusso. E sulle navi dobbiamo far lavorare la polizia giudiziaria per capire con chi abbiamo a che fare”. Emiliano ha poi rimarcato che “non funziona fare reticolati per fermare i migranti, perché i fenomeni migratori dureranno per cinquant’anni, come minimo”. “Non possiamo negare diritti a chi viene da noi per chiedere sicurezza, aiuto, per scappare da una guerra – ha concluso Emiliano – noi siamo una Repubblica democratica della quale sono orgoglioso di essere stato servitore in diverse funzioni”.
Il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha riunito i sindaci dei comuni salentini più grandi, compresi i due che per collocazione geografica rappresentano l’approdo più vicino, Otranto e Melendugno, per preparare un piano di accoglienza.”Al di là degli allarmi, finora non abbiamo avuto segnalazioni specifiche – ha detto il prefetto – Abbiamo avviato un lavoro di ricognizione delle strutture utilizzabili”.
L’obiettivo è predisporre per tempo “un piano di primissima accoglienza con punti di sbarco, dove attrezzare eventualmente le operazioni di fotosegnalamento e di ricognizione medica, e anche punti di smistamento per strutture che potrebbero fungere da prima accoglienza”. “Difficile dire quanti migranti potremo accogliere in una fase emergenziale – ha detto ancora il prefetto – Andremo a individuare strutture che intaccano meno i centri abitati e meno le strutture turistiche, proprio perché non vogliamo che un’eventuale emergenza si ripercuota sul turismo in arrivo, fermo restando che tutto ciò non potrà gravare unicamente sulla Puglia”.
Nel Salento l’unica l’unica struttura di prima accoglienza attiva è il centro Don Tonino Bello di Otranto. E a Taranto è stato completato l’hotspot per l’identificazione di migranti realizzato in un ex parcheggio del porto. Si estende su un’area di circa diecimila metri quadrati con punti di accoglienza, alloggi prefabbricati per accogliere 300 migranti, tensostruttura, mensa e presidi sanitari.
larepubblica / Migranti, la Puglia è pronta all’emergenza.
Omicidio Varani a Roma, ascoltati altri testimoni.
Omicidio Varani – Uno racconta: “Anche a me offrirono alcol e cocaina”
Omicidio Varani . Prima dell’omicidio del 23enne nella casa al Collatino durante il festino sono entrate diverse persone. Tra queste c’era Alex che agli inquirenti ha detto: “Ricordo di aver sentito Prato dire a Foffo ‘tanto con lui non dovevamo fare nulla’”. Si cerca una giovane che avrebbe incontrato la vittima sul treno poche ore prima di morire.
Ventiquattro ore prima della morte di Luca Varani, altre persone hanno messo piede nell’appartamento degli orrori al Collatino. Ma sono scampati alla violenza di Manuel Foffo e Marco Prato che, non ancora sballati da droga e alcol, non avevano maturato il proposito di far del male a qualcuno. Fino a quando dentro a quella casa in via Igino Giordani non è entrato Luca Varani, il 23enne massacrato a coltellate e martellate durante un festino a base di cocaina e alcol.
Prima dell’omicidio, al festino tutto alcol, cocaina e crystal meth (cristalli che possono causare stati allucinogeni e scatti d’ira) iniziato mercoledì della scorsa settimana hanno partecipato altre quattro persone. Una di queste è Alex del Tiburtino, 34 anni, pugile dilettante: il suo nome era stato fatto dallo stesso Foffo, che lo aveva contattato la notte tra mercoledì e giovedi scorso, al pm Francesco Scavo.
“Sì è vero sono stato in quella casa – ha raccontato Alex, accompagnato dall’avvocato Gianluca Nicolini – Appena entrato in quell’appartamento, intorno alle 5 del mattino, loro mi hanno offerto più volte un bicchiere con un superalcolico. Io ho rifiutato perché bevo birra”. Follo e Prato, già in evidente stato di alterazione, hanno invitato l’amico più volte a consumare cocaina. “Ricordo che non erano travestiti – ha fatto mettere a verbale Alex – anche se ricordo di aver notato la presenza di una parrucca in casa. Comunque non c’è stato alcun rapporto di sesso con nessuno da parte mia”. Dopo una breve discussione con i due, dovuta al fatto che Alex voleva sfruttare la casa di Foffo per andare dormire qualche ora e gli altri volevano andare avanti con lo sballo, il 34enne sarebbe andato via intorno alle 8.30. Non prima di aver sentito Prato dire a Foffo “che tanto con lui non dovevano fare nulla”. Ventiquattro ore dopo a cadere nella trappola è stato Luca Varani, torturato e ucciso “per le sevizie subite e non per la coltellata finale al cuore inflitta” da uno dei due studenti, che si erano conosciuti a dicembre scorso.
L’altro a varcare la porta di casa di Foffo è stato Giacomo, amico milanese di Marco Prato che avrebbe messo a disposizione il suo bancomat per acquistare gli stupefacenti. In totale, in quei giorni i due hanno speso più di 1.500 euro in droga, fornita da un pusher albanese. Tra i nome fatti da Foffo e Prato, c’è anche quello di Riccardo: è uno dei camerieri del ristorante della famiglia Foffo e ieri è stato sentito dai militari dell’Arma.
Intanto, gli inquirenti stanno cercando di rintracciare due persone che hanno incontrato Luca Varani prima che si recasse nell’appartamento di Manuel Foffo al Collatino. Potrebbero essere utili per ricostruire le ore che hanno preceduto il massacro. Si tratta di un uomo e di una donna di 25 anni che hanno incontrato il 23enne sul treno che da Viterbo arrivava a Roma. Alcuni conoscenti della vittima hanno girato la segnalazione ai carabinieri, che stanno cercando in tutti i modi di mettersi in contatto con lei: “Era bionda e lei e Luca non hanno mai smesso di chiacchierare”. Varani viene contattato da Prato alle 7.12 del 4 marzo scorso e, secondo chi indaga, sarebbe rimasto in balia dei suoi aguzzini per circa due ore prima di morire intorno alle 9.30. A questa giovane la vittima potrebbe aver confessato dove stesse andando e perché.
Gli inquirenti, intanto, hanno ascoltato anche le altre persone che hanno frequentato la casa di Foffo nei giorni tra mercoledì e venerdì, tra cui Roberto Foffo, fratello di Manuel.
/larepubblica / Omicidio Varani a Roma, ascoltati altri testimoni.
Novellino ritorna in serie A, i precedenti contro il Napoli
Walter Novellino non intende perdere tempo con il suo Palermo e domenica affronterà il suo passato, nella sfida del Barbera contro il Napoli.
Quel Napoli ha allenato per una stagione in Serie B, nel 1999-2000. Sarà il quinto confronto con i partenopei, il terzo contro Maurizio Sarri:
Novellino non ha mai vinto contro Sarri. Due i precedenti in Serie B – 5 ottobre 2013: Empoli-Modena 2-1; 15 marzo 2014: Modena-Empoli 0-0
Novellino non ha mai perso contro il Napoli nei quattro precedenti – 5 ottobre 2002: Napoli-Sampdoria 1-1; 10 marzo 2003: Sampdoria-Napoli 2-0; 23 dicembre 2007: Napoli-Torino 1-1; 21 dicembre 2008: Torino-Napoli 1-0.
Stadio San Paolo, urge restyling per la prossima Champions
Un incontro con il Coni a Roma e con la commissione vigilanza Uefa Champions League, per capire quali lavori urgenti dovranno essere fatti allo stadio San Paolo.
Lo ha annunciato l’assessore comunale allo sport Ciro Borriello, durante la presentazione del libro di Beppe Bruscolotti: l’incontro, con ogni probabilità, avverrà a metà della prossima settimana e verranno comunicati quali saranno i lavori da eseguire per ottenere la licenza. C’è ottimismo in casa Napoli.
Ciro Novellino



