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Alemão: “Jorginho diverso da me: l’uomo che mancava”

Le sue parole…

Ricardo Rogerio de Brito, noto più comunemente come Alemão, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Ecco alcuni passaggi:

Alemão, si può fare? 

“Certo che sì, lo dice la classifica, ma anche la natura del gioco d’una squadra che piace, sempre”. 

Cosa le ispira, il Napoli? 

“Allegria, spensieratezza ma anche tanta organizzazione: mai un movimento sbagliato, sempre la ricerca delle perfezione. Un gran bel vedere”. 

Comanda Jorginho… 

“Non lo conoscevo così bene, guardando le partite in tv ho avuto modo di approfondire: ha tecnica notevolissima, direi che ha in sé anche una leadership che si nota. I compagni lo cercano e lo trovano sempre”. 

Differenze ne esistono, ovviamente, con lei; però pure le analogie non mancano. 

“La nostra inclinazione è diversa, pure nei movimenti che appartenevano ieri a me e adesso sono suoi. Ma se c’era chiarezza in me, in quello che serviva al mio Napoli, ce n’è altrettanta in lui, in quello che torna utile a questo gioco. Tu osservi lo sviluppo della partita, arriva la palla a Jorginho e percepisci immediatamente che ha studiato la distribuzione nel modo più appropriato”. 

La somiglianza è nella centralità del gioco. 

“Era l’uomo che mancava e forse si sapeva. Non ho mai smesso di seguire il Napoli e ogni stagione mi ponevo sempre la stessa domanda: ma esisterà un calciatore che abbia queste caratteristiche? L’hanno trovato e sono stati bravi, perché è arrivato ragazzino ed è ancora giovanissimo. E’ servito per svoltare o per far fare a tutti, a se stesso compreso, quel salto di qualità”.

A nove giornate dalla fine, cosa può succedere? 

“Previsioni non è possibile avanzarne, ma la lotta esiste e durerà forse fino alla fine. Però ci sono i margini. Io ci credo”. 

Conosce la città, inutile dire di cosa si cibi – calcisticamente – in questo momento. 

“Posso immaginarlo: lo scudetto è la conquista più bella. Manco a Napoli da sette anni: tornerei volentieri a metà maggio”. 

Jorginho sul tetto d’Europa, meglio di Xabi Alonso

Jorginho sul tetto d’Europa

Nessuno è come lui nello smistare palla in questo periodo. Il centrocampista del Napoli è infatti il primo nel Vecchio Continente per numero di palloni giocati: 3.037, con una media di 116,81 a partita. Segue Thiago Motta del PSG con 2.725 palloni giocati e una media di 104.81, poi Xabi Alonso del Bayern Monaco chiude il podio con 2.276 palloni e una media di 103.45. Anche Marek Hamsik nella top 15, precisamente a all’undicesimo posto: 2.679 palloni giocati e una media di 92.38, superiore a quella di Toni Koss del Real Madrid (con tre presenze in meno) che vanta 2.306 palloni giocati con una media di 92.24.

Sarri alla squadra: “Certe gare bisogna chiuderle prima”

Il tecnico è insoddisfatto della prova di Palermo

La Repubblica, Maurizio Sarri non è stato soddisfatto della prova della squadra a Palermo: “Per convincere definitivamente il ct, però, l’attaccante del Napoli ha bisogno di un’altra prova super contro il Genoa: in 90’ che saranno determinanti anche per le ambizioni della squadra, al di là delle ambizioni personali di Lorenzinho. Pure Sarri si aspetta grandi cose da lui e dagli altri azzurri: dopo la prestazione un po’ contraddittoria contro il Palermo. I tre punti conquistati in Sicilia, infatti, non hanno soddisfatto del tutto il tecnico toscano, che ieri ne ha riparlato con i suoi giocatori alla ripresa degli allenamenti, a Castel Volturno. «Siamo stati troppo leziosi, certe gare bisogna chiuderle prima », ha ribadito don Maurizio, senza peraltro calcare troppo la mano. Basta che la lezione sia servita: non è il momento di concedersi pause e cali di tensione”.

Yacht in fiamme, indaga la Finanza

I dettagli…

Secondo Il Mattino, il caso dello yacth di De Laurentiis in fiamme non è un fascicolo archiviato ma sul quale indaga anche la Finanza. C’è stato un blitz del Pm nei Cantieri del Mediterraneo nei giorni scorsi, assegnando incarichi di perizia per rispondere ad un po di quesiti. Nessuna trama oscura, il patron del Napoli è parte offesa. In sintesi, la Procura chiede di «verificare le cause dell’incendio dello scorso 15 settembre, sulla motonave Angra»; «se l’incendio è stato provocato da un guasto e/o dal malfunzionamento del motore o dell’impianto elettrico»; «se i sistemi di rilevazione, di allarme e di spegnimento dell’incendio riportati, nella documentazione allegata al contratto di assicurazione, fossero realmente installati sulla nave»; e «se le manovre di spegnimento dell’incendio, da parte del personale di bordo, siano state tempestive e adeguate nell’occorso».

Il dramma-profughi fa tremare i conti della Grecia

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Dramma dei migranti – Gli aiuti della Ue (750 milioni in tre anni da dividere con l’Italia) sono briciole rispetto al costo reale per la gestione dei rifugiati, vicino a un miliardo all’anno e gli sbarchi nell’Egeo hanno messo alle corde le prenotazioni nelle isole. “L’economia ellenica è a rischio” dice l’Ocse ma Tsipras, costretto pure a taglire le pensioni per gli impegni con la Troika, spera nella ristrutturazione del debito

ATENE – Il dramma dei migranti manda il salvataggio della Grecia ai tempi supplementari. Il turismo, la seconda voce d’entrate, è alle corde. Nel paese sono bloccati 50mila rifugiati cui sarà necessario garantire vitto, alloggio e cure sanitarie “per almeno due anni”, calcola il governo. Il Pireo, cuore dell’industria nazionale, si è trasformato in un’enorme tendopoli che ospita oltre 4mila persone. E i soldi per affrontare l’emergenza, semplicemente, non ci sono. “Nessun paese può affrontare una situazione come questa da solo – dice il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria – l’economia ellenica rischia di avere contraccolpi pesantissimi”.

La prima accoglienza dei profughi – aveva calcolato lo scorso ottobre la Banca centrale – sarebbe dovuta costare quest’anno 670 milioni, lo 0,4% del Pil, solo in spese dirette. Peccato che quella cifra, ammette il governatore Yannis Stournaras, sia ora largamente approssimata per difetto: i calcoli erano stati fatti considerando il paese solo come una tappa di passaggio dei rifugiati in viaggio verso il Nord Europa. Oggi non è più così: l’Europa, la Macedonia e l’Albania hanno sigillato le frontiere. Chi sbarca dalla Turchia nelle isole dell’Egeo resta bloccato in Grecia. E il conto finale sarà molto più salato. Bruxelles ha promesso al governo Tsipras una fetta importante dei 750 milioni di fondi straordinari stanziati in tre anni per consentire ad Atene e Roma di far fronte alla crisi. Briciole rispetto alle reali necessità e una sorta di mancia, protestano ad Atene, rispetto alla pioggia di miliardi in arrivo per a Turchia.

Le spese dirette per tendopoli, mense e servizi sanitari, oltretutto, sono solo una parte del problema. L’altra sono le conseguenze sul turismo, il volano che negli ultimi due anni ha tenuto in vita i conti nazionali. Le autorità ufficiali ostentano ancora sicurezza. Le entrate 2016 sono previste in aumento del 5,6% a 15 miliardi grazie a oltre 25 milioni di visitatori. Chi lavora sul campo però racconta un’altra storia. Le prenotazione nelle isole interessate dagli sbarchi sono in calo del 50-60%. A rilento navigano pure quelle del resto del Dodecaneso. Se questi dati saranno confermati, nel bilancio ellenico rischia di aprirsi una nuova voragine destinata a rimettere in discussione la solidità del bilancio pubblico a ridar fiato ai sostenitori della necessità della Grexit. Soldi in cassa, del resto, ce ne sono pochi.  Alexis Tsipras sta trattando in queste ore con i creditori l’ennesimo taglio alle pensioni (il dodicesimo dal 2010) pari all’1% del pil necessario a sbloccare i prestiti necessari a pagare i debiti – 3,8 miliardi – in scadenza a luglio. La terapia della Troika – dopo sei anni di cura intensiva – fatica a dare i suoi frutti: la disoccupazione è ancora al 24%, l’esposizione continua a crescere, il paese è tornato in recessione, le tasse arretrate (i greci non hanno i soldi per pagarle) sono salite a 83 miliardi. E in questa situazione trovare oltre un miliardo l’anno per il dramma dei rifugiati è una chimera.

La partita decisiva si gioca con ogni probabilità nelle prossime settimane. Protagonista la Troika in visita ad Atene per esaminare lo stato delle riforme, dare l’ok ai tagli alle pensioni e decidere se dare l’ok ai nuovi aiuti. Su questo fronte, almeno, c’è un certo ottimismo. Ue, Bce e Fmi potrebbero ammorbidire le loro posizioni per lasciare un po’ d’ossigeno a Tsipras. Le richieste sulla riforma previdenziale sarebbero state abbassate, in cambio magari di sforbiciate al bilancio della Difesa. La vera speranza del governo però è un’altra: vedersi riconosciuti gli sforzi sul fronte dei rifugiati con un adeguato piano di ristrutturazione del debito. Lo pretende l’Fmi. E persino i falchi del rigore, dopo aver messo in ginocchio Atene e averle lasciato il cerino dei migranti, potrebbero dare il via libera. Altrimenti i vaticini dell’Ocse potrebbero diventare realtà.

di ETTORE LIVINI  / larepubblica / Pil in retromarcia, turismo ko. Il dramma-profughi fa tremare i conti della Grecia

Albiol e Callejon, il rinnovo è cosa fatta

I dettagli…

Il Mattino il Napoli lavora già per la prossima stagione. Il quotidiano apre con un importante annuncio: Albiol e Callejon, il rinnovo è cosa fatta. C’è già l’ok con il procuratore Manolo Garcia Quilon. I due spagnoli hanno il contratto in scadenza nel 2017 e firmeranno presto con il club azzurro, al massimo a fine campionato. L’intesa c’è, la società ha voglia di continuare con tutti e due e loro hanno voglia di andare avanti dopo la grande stagione vissuta con Sarri. Il primo appuntamento in scadenza per il direttore sportivo Giuntoli, il primo nodo risolto: non c’è il rischio che vadano a scadenza. Attese solo firme e annunci, rinnovi presumibilmente biennali.

Furbetti del cartellino, timbravano ma erano assenti

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Furbetti assenti: Dirigenti, medici e impiegati incastrati grazie alle telecamere. Eseguiti 21 provvedimenti cautelar all’asl di Avellino.

Furbetti timbravano il cartellino e poi si allontanavano dal posto di lavoro anche per diverse ore. La polizia di stato di Avellino ha eseguito 21 provvedimenti cautelari di sospensione dal servizio a carico di altrettanti dipendenti dell’asl di Avellino con funzioni amministrative, mediche e paramediche, per il reato di truffa.

L’attività investigativa dei poliziotti della squadra mobile ha evidenziato una condotta anomala rispetto al regolare orario di servizio lavorativo di molti dipendenti dell’azienda sanitaria locale di avellino, appartenenti a quasi tutte le categorie professionali, che si allontanavano dal posto di servizio ripetutamente facendo rientro solo dopo diversi minuti a volte diverse ore.

L’indagine ha permesso di evidenziare le condotte degli indagati mentre si assentavano in maniera ingiustificata dall’ufficio, allontanandosi dal posto di servizio anche a bordo delle proprie autovetture per recarsi in altri luoghi, spesso grazie alla condotta di altri colleghi che vidimavano anche per gli assenti.

Durante le indagini effettuate anche con videocamere nascoste gli investigatori hanno rilevato il comportamento di una guardia giurata predisposta alla vigilanza interna, che con un cacciavite tenta di rimuovere una delle microcamere nascoste.

larepubblica / Furbetti del cartellino, timbravano ma erano assenti: 21 indagati alla Asl di Avellino

PIF: classifica Onu felicità Italia 50esima dietro l’Uzbekistan

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L’Italia, stando all’indice PIF, non è un Paese tanto felice, anche se in questa lista di nazioni felici è messa meglio della Siria, dell’Afghanistan e dei Paesi della fascia sub-sahariana.

PIF – Se siete in cerca di felicità prendete un biglietto aereo e dirigetevi in Danimarca. Secondo il rapporto mondiale della felicità stilato dall’Onu, il paese del Nord Europa è infatti il più felice del mondo. L’Italia si ferma solamente al 50esimo posto ed è preceduta, tra i tanti, anche da Uzbekistan, Malesia e Nicaragua. Un enorme balzo in avanti invece per la Germania, che dalla 26esima posizione vola alla 16esima.

Scorrendo la top ten ritroviamo gli stessi Paesi dello scorso anno, ma con un ordine diverso:

  1. Danimarca,
  2. Svizzera (che l’anno scorso era prima),
  3. Islanda,
  4. Norvegia,
  5. Finlandia,
  6. Canada,
  7. Paesi Bassi,
  8. Nuova Zelanda,
  9. Australia
  10. Svezia.

Gli Stati Uniti sono tredicesimi, il Regno Unito ventitreesimo e la Francia trentaduesima. Fanalino di coda il Burundi.

Come si calcola il Pif?

Sette sono le variabili fondamentali per tentarne un calcolo:

  1. Disuguaglianze ridotte,
  2. il Pil reale pro capite,
  3. l’aspettativa di vita in buona salute,
  4. l’avere qualcuno su cui contare,
  5. la libertà percepita nel fare scelte di vita,
  6. la libertà dalla corruzione
  7. la generosità o solidarietà.

Nel merito, Jeffrey Sachs, co-redattore del rapporto e direttore dell’Earth Institute alla Columbia University afferma:  «La misurazione della felicità percepita e il raggiungimento del benessere dovrebbero essere attività all’ordine del giorno di ogni nazione che si propone di perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile» ed aggiunge «Al posto di adottare un approccio incentrato esclusivamente sulla crescita economica dovremmo promuovere società più giuste e sostenibili dal punto di vista ambientale».

PIF: classifica Onu felicità Italia 50esima dietro l’Uzbekistan

DESTRA – Perché la Lega abbandona l’ex Cavaliere. G. ORSINA *

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 Non è così sorprendente che nella Capitale la destra sia esplosa. La vera sorpresa, forse, è che riesca a restar unita a Milano.

DESTRA – Per quanto il caos romano scaturisca pure dalla rissosità endemica della destra capitolina, oltre che da una quantità notevole di incertezze, ambiguità e voltafaccia, esso è soprattutto figlio di due questioni politiche quanto mai reali.

La prima solo italiana: il tramonto della leadership berlusconiana. La seconda visibile in tutto l’Occidente, dalla Francia agli Stati Uniti alla Germania: la crescita prepotente d’una destra anti-establishment che il centrodestra tradizionale non riesce più a marginalizzare né egemonizzare.

Il tramonto della leadership berlusconiana s’è ormai prolungato a tal punto che su di esso non è rimasto molto da dire. La destra italiana l’ha creata Berlusconi – una differenza non da poco con Donald Trump, per accennare soltanto un parallelismo che da ultimo viene fatto spesso, non solo in Italia e non sempre a proposito. Fin dal 1994 Berlusconi ha capito che per vincere doveva raccogliere e tenere insieme, dal centro alla destra, quanti più soggetti possibile. E c’è riuscito, malgrado la loro notevole eterogeneità ideologica e geografica, soprattutto grazie a una straordinaria forza mediatica, economica e politica. A destra era di gran lunga il più forte: chi si alleava con lui poteva godere di visibilità e aspirare al potere. Chi restava da solo aveva la certezza dell’irrilevanza.

Oggi Berlusconi ha ancora un gruzzolo tutt’altro che disprezzabile di voti. Ma a destra non è il più forte, o quanto meno non al punto da dettar legge. La Lega, che a partire dalle elezioni regionali del 2000 capì di non avere alternative all’alleanza col Cavaliere, se voleva contar qualcosa, oggi al contrario vede con chiarezza da un lato che rischia di non contare nulla nemmeno alleandosi col Cavaliere. E, dall’altro, che un’alternativa ci sarebbe. O magari più d’una.

E veniamo così alla seconda questione politica. La Lega è un partito di destra anti-establishment. Già di per sé, questo la colloca in uno spazio politico che gode ovunque di particolare fortuna. Finora, è vero, i partiti che vi si muovono non hanno vinto in nessun Paese. Basta tener presenti però da un lato le questioni ancora aperte – la crisi epocale dei migranti lontanissima dall’esser risolta, la sfida terroristica globale, la mediocre crescita economica -, dall’altro le prossime scadenze elettorali – referendum sulla Brexit a giugno, presidenziali americane a novembre, presidenziali francesi nella primavera e parlamentari tedesche nell’autunno del 2017 -, per vedere quali opportunità straordinarie potrebbero aprirsi ai partiti di destra anti-establishment nel prossimo anno e mezzo.

E non solo. Essendo un partito di destra anti-establishment, la Lega può muoversi lungo entrambe le dimensioni che strutturano oggi il sistema politico italiano: l’asse destra/sinistra e l’asse establishment/anti-establishment. Sull’asse destra/sinistra il suo unico alleato possibile è Berlusconi. Ma sull’asse establishment/anti-establishment c’è un’altra forza con la quale la Lega potrebbe dialogare. Una forza che negli ultimi tempi – sulle unioni civili; sull’utero in affitto; nella scelta del candidato sindaco a Roma – ha dimostrato di essersi ben accorta delle vaste praterie elettorali che si stendono a destra del governo Renzi: il Movimento 5 stelle. Dove mai sta scritto infatti che, se e quando mai il sistema politico italiano ritroverà un minimo di stabilità, sarà con un polo destro e un sinistro, e non invece con un polo di establishment e uno anti-establishment?

Con tutto ciò non voglio dire che quanto è accaduto a Roma abbia sancito la destrutturazione definitiva della destra italiana. Il colpo, certo, è stato duro – ma da qui alle elezioni politiche, quando mai saranno, sarà ben possibile recuperare. Voglio dire però che il processo di ricostruzione d’uno schieramento di destra competitivo sarà condizionato nei prossimi tempi da eventi globali al momento imprevedibili e incontrollabili, in un contesto politico estremamente cangiante. E che – proprio per l’incertezza del quadro e la radicalità delle sfide – avrebbe poi bisogno di tanta leadership. Ma di questa, al momento, non si vedono davvero le tracce.

*lastampa /

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Covo Caldo (Mauro Lo Piano e Saint Red)

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Nuovi particolari sono emersi durante l’azione congiunta della Polizia Francese e di quella Belga, si doveva solo controllare un possibile covo freddo di terroristi, mentre la polizia si e’ resa conto di aver trovato un covo caldo.
Covo Caldo terroristi Belgio
Covo Caldo terroristi

Covo Caldo – I terroristi hanno aperto subito il fuoco, contro le poche forze di Polizia presenti, e sono riusciti a colpire 3 agenti.

La reazione dei gendarmi, affiancati in pochi minuti dalle teste di cuoio belghe, e da alcuni reparti speciali di tiratori scelti che avevano preso posizione sugli edifici circostanti, non si e’ fatta attendere.
Sono bastati pochi minuti e uno dei terroristi e’ stato colpito a morte, la sua posizione era stata fotografata da un cane poliziotto su cui era stata montata una telecamera. E’ stato freddato mentre sparando con il suo kalashnikov, cercava di coprire la fuga degli altri 2 compagni presenti nel covo. Tutto questo accadeva, mentre poco distante vi erano decine di ragazzi che erano in un asilo adiacente.
Dopo la sparatoria, venivano chiuse al traffico tutte le strade limitrofe, compresa la vicina stazione della metro. Nessuno poteva piu’ entrare nel perimetro d’azione in cui operavano le forze di Polizia.
A distanza di una decina di ore, la fuga degli altri 2 terroristi continua: Khalid e Ibrahim El Bakraoui, due fratelli gia’ ricercati per banditismo. tutta la Citta’ di Bruxelles, anche in vista del Summit che si svolgera’ domani in cui saranno presenti numerosi Capi di Stato sul nuovo vertice Europeo sull’immigrazione e’ sotto assedio, oggi alle 10.30 e’ prevista  una riunione del Comitato di Sicurezza Nazionale Belga e successivamente, una conferenza stampa, durante la quale molto probabilmente verra’ svelata l’identita’ del terrorista ucciso.
La tensione nella Capitale e’ alla stelle, si cerchera’ in ogni modo di chiudere al piu’ presto il cerchio intorno ai 2 terroristi che ancora sono in fuga. Sara’ difficile che possano prendere il largo, visto lo spiegamento di forze esistente in tutto il perimetro della Capitale. La notizia della loro cattura farebbe respirare la citta’, gia’ provata duramente dopo i fatti di Molenbeek.
AGGIORNAMENTO ore 9.50: Arrestati i 2 terroristi in fuga.
dai nostri corrispondenti a Bruxelles / Covo Caldo (Mauro Lo Piano e Saint Red)

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Meloni amari. MASSIMO GRAMELLINI *

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Meloni amari. La cattiveria delle donne.
Meloni amari – Silvio ha fatto davvero qualsiasi cosa per loro. Le ha create da una costola di Adamo e più di recente le ha riempite di alimenti, regali e ministeri, a seconda che fossero ex mogli, addette al reparto svaghi o fascio-conservatrici con la passione dei salotti televisivi. E adesso che per una volta aveva bisogno lui di un piacere – perdere le elezioni di Roma per fare contento Renzi e ottenere in cambio il suo appoggio nella creazione del mega-polo televisivo col francese Bolloré – una di quelle ingrate lo ricompensa a calci sui denti. E sì che ancora ieri mattina Silvio, la cui immagine di donna moderna è ferma alla casalinga che sorrideva sulle confezioni del dado Knorr, ha pregato Giorgia Meloni di non candidarsi a sindaca della Capitale per restare in casa a fare la mamma. Era anche disposto a farle un regalo di classe dei suoi, tipo un passeggino in marmo di Carrara o un biberon a forma di coniglietta di Playboy trapuntato di brillanti. Ma la Meloni niente: dopo avere detto prima «no» e poi «forse» alle profferte dell’astuto Salvini, adesso pare orientata verso il «sì» per il puro gusto di disubbidire a Silvio e certificare che in politica ormai lui conta meno di una felpa.

Mettetevi nei panni di quest’uomo generoso e paziente: dopo lunghe ricerche aveva finalmente trovato il candidato giusto per perdere, Bertolaso, e già flirtava con la grillina Raggi per portarsi avanti col lavoro. Quand’ecco che spunta la Meloni a sparigliare tutto. E se arriva al ballottaggio? E se poi, non sia mai, vince? Ma sono scherzi da fare a un anziano?

*lastampa / Meloni amari. MASSIMO GRAMELLINI *

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Mourinho chiama Higuain, dall’Inghilterra sono sicuri

Secondo quanto riporta il sito inglese Tribalfootball, Josè Mourinho avrebbe bussato alla porta del Napoli per chiedere informazioni su Gonzalo Higuain. Il tecnico, in procinto di trasferirsi al Manchester United, vorrebbe portare con sé il capocannoniere della serie A. Per l’argentino sarebbe un ritorno: dopo tre anni, infatti, Gonzalo ritroverebbe come allenatore il porteghese, già avuto al Real Madrid.  La posizione del club azzurro, tuttavia, è chiara: il pipita non si tocca.

Ag.Allan: “Ha superato il momento difficile, si farà sentire”

E’ intervenuto, ai microfoni di radio Crc, l’agente di Allan, Claudio Vagheggi: “Allan è un giocatore straordinario, ha degli alti e dei bassi però il suo contributo è sempre importante e in questo finale di campionato si farà sentire perché ha superato il suo momento negativo. Allan in Nazionale? Mi meraviglierei se non venisse convocato visto il campionato disputato in azzurro. E’ abituato a giocare in Europa ed è per questo che potrebbe portare una preparazione e un ritmo diverso”.

Sacchi: “Complimenti a Sarri ed al suo Napoli, ma la Juve…”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, radio ufficiale della società azzurra, è intervenuto Arrigo Sacchi, tecnico ex Milan, dichiarando: “Puoi avere i migliori attori al mondo, ma se la trama è scadente il film non rende. Cosa voglio dire con questo? Che il gioco è fondamentale in una squadra più del singolo. Higuain ad esempio è un grande giocatore, ma è stato valorizzato con il gioco. Stesso discorso vale per Koulibaly e Insigne, perchè il gioco è l’anima del calcio, con Sarri sono rinati“.

Tanti complimenti, dunque, ma anche qualche perplessità espressa dall’allenatore: “Al Napoli manca la personalità e la mentalità vincente. A Palermo, se c’era la Juve al posto del Napoli, la gara la chiudeva prima. Se gli azzurri riuscissero a vincere il tricolore sarebbe un vero e proprio capolavoro. Chi ama la bellezza del calcio non può che guardare con occhio benevolo il gioco di Sarri. Il tecnico sa applicare le sue idee di gioco. Faccio un grande complimento al club che ha saputo prendere Sarri, ai calciatori. Il Napoli ha la sfortuna di trovarsi la Juve più forte dell’ultimo decennio davanti. I bianconeri sono molto più equilibrati e forti rispetto lo scorso anno. A questo vanno aspetto vanno aggiunti giocatori straordinari come Dybala. L’argentino gioca per la squadra e con la squadra, è un campione vero.”

L’ex Calaiò: “Amo Napoli e ci ritornerò. Il mio erede? Ce l’ho in casa”

Ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, è intervenuto l’ex attaccante azzurro Calaiò, dichiarando: “Tutti mi chiamano l’Arciere, chissà se se lo ricordano il mio nome. Una sera ero a cena con gli amici a Napoli, ero ancora molto giovane e cercavo un nuovo modo di esultare per non imitare i soliti gesti: il ‘ciuccio’ o ‘la mano alle orecchie’. Cercavo qualcosa di mio, di originale. E allora ecco l’idea: dopo ogni gol andrò sotto la curva ad esultare con i miei tifosi. Ma anche qui non la solita esultanza! Dovrò colpire il loro cuore con una freccia per farli innamorare. Oramai l’arco e le frecce sono entrate anche nel mio di cuore, anzi nel polpaccio per la precisione! Infatti me li sono tatuati e ogni freccia ha l’iniziale di mia moglie e dei miei figli. Amo e amerò sempre Napoli e il Napoli. Ho casa al Vomero e appena smetterò di giocare, non manca molto, mi trasferirò a vivere lì perché questa città è nel mio cuore, non smetterò mai di ripeterlo: il mare, le persone, tutti. Ogni volta che passeggio per Napoli mi sento a casa, la gente che mi ferma per strada, mi abbraccia e mi dice: ‘We Arciè adesso è troppo semplice amare il Napoli, se non era per te…’. Delle persone fantastiche, credo di essere entrato nel loro cuore, anche perché io per la maglia azzurra ho sempre dato tutto me stesso, ho sempre dato l’anima e questa passione l’ho trasmessa anche a mio figlio che ora tifa Napoli. E’ proprio vero, al Sud piangi due volte: quando arrivi e quando devi ripartire. Beh, io presto ci tornerò. Sono andato a giocare in Serie C con la maglia del Napoli, rifiutando tante proposte dalla A perché quella era ed è la piazza giusta per me: bella, passionale, complicata. Siamo andati a combattere in campi assurdi, estremi, ho fatto quasi cinquanta gol in tre anni e mezzo. E vi dico, fosse stato per De Laurentiis sarei rimasto sempre in azzurro. Ora sono lontano sì, ma il mio cuore è sempre là dove un domani tornerò a vivere e dove cresceranno i miei figli. E anche fuori dal campo se ci sarà un posticino per me. Per il momento penso a finire il campionato, speriamo di arrivare ai play-off, qui sto molto bene poi a fine anno faremo delle valutazioni. L’erede ce l’ho in casa, mio figlio. E’ attaccante e mancino come me, adesso gioca qui vicino La Spezia, al Canaletto”.

METEO Imminente freddo dalla Russia. Neve a Torino e Cuneo

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METEO  Tempo in peggioramento dal Nordest verso il Nordovest per Irruzione dalla Russia, piogge al Centro-Sud. Mercoledì Cuneo e Torino con la NEVE. Giovedì nubifragi su Calabria ionica.

METEO Situazione ed evoluzione generale

Nei prossimi tre giorni le piogge si concentreranno maggiormente sulle regioni adriatiche centro-meridionali, in Sardegna e tra martedì e mercoledì, a causa dell’irruzione fredda dalla Russia, al Nordovest con neve sul Piemonte fino in pianura su Torinese e Cuneese. Temperature che subiranno una diminuzione a partire da martedì pomeriggio/sera e soprattutto nella giornata di mercoledì. Giovedì maltempo su Calabria ionica verso le coste ioniche del Materano, Tarantino e Leccese. Migliora al Nord con più sole.
Mercoledì 16 Marzo 2016
Piogge diffuse su Piemonte e Liguria. Neve a Cuneo, a Torino, sulla pianura a ridosso dei rilievi piemontesi. Piogge in arrivo al Centro-Sud, eccetto Toscana centro-settentrionale e Marche. Piogge diffuse in Sardegna e Sicilia settentrionale. In nottata giungono nubifragi su coste ioniche calabresi.
NORD

Piogge diffuse su Piemonte e Liguria, neve abbondante a Cuneo, neve a Torino. Piogge sparse sul Milanese, Varesotto e Brianza. Parzialmente nuvoloso o nuvoloso altrove. Venti orientali.

Temperature

In diminuzione.CENTRO e SARDEGNA

Piogge in arrivo su tutte le regioni, eccetto sulla Toscana centro-settentrionale. Neve dai 1000 metri. Piogge diffuse in Sardegna.Temperature

In calo.SUD e SICILIA

Piogge sparse ovunque, diffuse dal pomeriggio. Neve a 1300metri.Temperature

Stazionarie.

Giovedì 17 Marzo 2016
Ultime piogge su Torinese e Cuneese qui con neve. Bel tempo sul resto del Nord. Peggiora diffusamente sul Centro-Sud orientale e Sardegna con piogge e temporali. Maltempo sulla Calabria ionica in spostamento verso le coste del Materano, Tarantino e Leccese.
NORD

Piovaschi su Torinese e Cuneese con possibile neve, soleggiato al Nordest; nubi sulla Liguria, migliora da metà mattinata.Temperature

Stazionarie.CENTRO e SARDEGNA

Piogge sulle regioni adriatiche, poi diffuse in Sardegna e anche su Grossetano e coste laziali.Temperature

Stazionarie.SUD e SICILIA

Piogge e temporali su Crotonese e Cosentino verso le coste ioniche del Materano, Tarantino e Leccese. Piogge sul resto delle regioni. Soleggiato in Sicilia.Temperature

Sostanzialmente invariate

Venerdì 18 Marzo 2016
Bel tempo al Nord e regioni tirreniche. Al mattino piogge su Abruzzo e Molise, ma migliora. Nel pomeriggio piogge moderate in Puglia, Sardegna, Calabria, Sicilia e Campania.
Sabato 19 Marzo 2016
Residui temporali sullo Stretto. Sole e Primavera sul resto delle regioni.
Domenica 20 Marzo 2016
Tutto sole, Primavera ovunque. Qualche pioviggine in Liguria.

Corte dei Conti , allarme frodi e irregolarità sui fondi Ue

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“Il fenomeno delle irregolarità e delle frodi” sull’uso dei fondi Ue “desta allarme”, osserva la Corte dei Conti anche perché “è frequente la mancata realizzazione delle attività finanziate, soprattutto con riguardo ai contributi pubblici”.

Nella relazione sui fondi comunitari la Corte dei conti osserva che il fenomeno delle irregolarità e delle frodi sui fondi Ue “desta allarme” anche perché “è frequente la mancata realizzazione delle attività finanziate, soprattutto con riguardo ai contributi pubblici”.

Nell’anno 2014 la spesa irregolare è relativa per il 65,8% ai fondi strutturali, per il 33,3% alla politica agricola e per lo 0,9% alla pesca. Riguardo ai settori della Pubblica amministrazione, riguarda per il 59% le amministrazioni regionali e per il 41% le amministrazioni nazionali.

La Corte dei conti promuove però le contromisure che l’Italia sta mettendo in atto per limitare il fenomeno. “In generale, il sistema dei controlli in Italia, è risultato efficace anche in raffronto a quanto avviene in altri Paesi membri dell’Unione”, spiegano i magistrati contabili. La Conte ritiene però che serva un maggiore coordinamento all’interno dell’Ue per prevenire il fenomeno. “Una valutazione comparativa – si legge nella relazione – del fenomeno delle irregolarità in sede europea, postulerebbe la previa armonizzazione dei sistemi di controllo”.

L’Italia, osserva ancora la Corte dei Conti, “ha dovuto altresì continuare a farsi carico di una quota dei rimborsi al Regno Unito per la correzione dei suoi squilibri di bilancio (circa 1,2 miliardi di euro nel 2014, con un incremento di circa il 29% rispetto all’anno precedente)”.

/ ilgiornale / Corte dei conti, allarme frodi e irregolarità sui fondi Ue

 

Presa la banda della rapina al museo di Verona: 12 arresti

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VERONA – I dipinti sottratti in una rapina al museo di Verona sono stati individuati ma non ancora recuperati. 12 arresti tra Moldavia e Italia. Due delle persone in manette sono italiani.

Rapina al museo di Verona –  Dodici persone, dieci moldavi e due italiani, sono state arrestate con l’accusa di avere organizzato e partecipato alla rapina compiuta a Verona lo scorso 18 novembre al museo di Castelvecchio, dove banditi armati e incappucciati avevano trafugato 17 dipinti.

Secondo quanto si è appreso, l’operazione – condotta dalla Squadra mobile scaligera e dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico e coordinata dal sostituto procuratore Gennaro Ottaviano – è ancora in corso per recuperare la refurtiva che sarebbe già stata individuata in Moldavia.

Dei dodici arresti, nove arresti sono stati eseguiti nella ex repubblica sovietica e tre a Verona, individuando anche il basista e chi ha favorito l’azione dei banditi.

La sera del 18 novembre tre banditi avevano fatto irruzione nel museo all’ora di chiusura, con il sistema di allarme non ancora inserito e dopo avere immobilizzato la guardia giurata e un’addetta alla biglietteria avevano trafugato 17 opere d’arte, tra le quali sei dipinti del Tintoretto e capolavori di Rubens, Mantegna, Pisanello, Caroto. I delinquenti poi erano fuggiti a bordo dell’auto della guardia giurata, lasciata parcheggiata nel cortile del museo, dopo avere caricato tutti i dipinti.

L’auto era stata ritrovata alcuni giorni dopo a Brescia.

* larepubblica / Presa la banda della rapina al museo di Verona: 12 arresti tra Moldavia e Italia

Flessibilità pensioni, il 2 aprile manifestazioni dei sindacati

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Cgil, Cisl e Uil optano per agitazioni territoriali per cambiare la legge fornero: “Il governo non ha voluto aprire un confronto” sulla flessibilità pensioni.

Flessibilità pensioniLa mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per cambiare la legge Fornero sulle pensioni è fissata per sabato 2 aprile, con manifestazioni territoriali. Lo hanno deciso i segretari generali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, che hanno inviato una nota alle proprie strutture sottolineando che “il Governo non ha inteso finora aprire un confronto” e chiedendo “il massimo impegno per costruire una giornata di lotta con manifestazioni territoriali che diano visibilità alla vertenza in tutto il Paese”.

“Il Governo non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni”, sottolineano i leader di Cgil, Cisl e Uil. “Anzi, ad aggravare il quadro, è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad aver al centro l’obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica per intero sui lavoratori”. Questo, proseguono, “mentre i problemi diventano sempre più acuti sia sul versante dell’occupazione giovanile che su quello della condizione di lavoro di chi svolge occupazioni pesanti e faticose, di chi è precoce, di chi il lavoro lo perde e rimane privo di reddito”. Cgil, Cisl e Uil hanno già da tempo messo a punto una piattaforma unitaria sul tema, sottolineano i tre segretari generali, che “chiede modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all’attesa di vita”.

“Negli attivi del 17 dicembre che hanno visto la straordinaria mobilitazione di migliaia di delegati a Torino, Firenze e Bari – concludono Camusso, Furlan e Barbagallo – abbiamo assunto l’impegno dell’apertura di una vera e propria vertenza che costruisca le condizioni per raggiungere i risultati che auspichiamo. Oggi, in assenza di qualunque confronto, riteniamo necessario rilanciare l’iniziativa di mobilitazione, con manifestazioni territoriali da tenersi il 2 aprile prossimo. Vi chiediamo pertanto il massimo impegno per costruire una giornata di lotta con manifestazioni territoriali che diano visibilità alla vertenza in tutto il Paese”.

Il Napoli come il Barça, quanto “tiki-taka”

                                                               A lezione di tiki-taka

Una stagione straordinaria fino a questo momento per il Napoli di Maurizio Sarri che partita dopo partita continua a superare  record su record; i numeri e il rendimento dei singoli sono spaventosi, se poi passiamo al collettivo la situazione non muta.

E’ dall’ inizio della stagione, ormai, che questa squadra si contraddistingue per l’ enorme produttività in termini di gioco e di possesso palla, sia nelle mura amiche che su altri campi. Proprio questo dato è balzato particolarmente all’ occhio nell’ ultima uscita contro il Palermo; sin dalle prime battute si è avuto modo di constatare il film della partita: Napoli padrone del campo, detentore del monopolio del gioco.

Un predominio in ogni  zona che ha costretto il Palermo a ripiegare sulla difensiva, frutto di un possesso palla asfissiante che ha sfiancato gli avversari; una fitta rete di passaggi  nello stretto tra tutti i reparti, per lo più in orizzontale, in attesa della ricerca del giusto varco. Le statistiche parlano chiaro: 79% di possesso palla in soli ventidue minuti di gioco , numeri che in Europa e per di più in trasferta sono riscontrabili soltanto nel Barcellona. Un paragone lusinghiero se si considera che proprio i catalani sono stati, in particolare con Pep Guardiola, i teorizzatori di quello stile calcistico che va sotto l’ insegna di “tiki-taka”; uno stile basato sulla monopolizzazione del gioco e fatto di continui passaggi corti che apparentemente possono sembrare sterili ma che in realtà costringono l’ avversario a correre a vuoto, in modo da stancarlo ed avere maggiori possibilità di trovare lo spazio tra le linee con le verticalizzazioni.

Proprio questo possesso martellante ha costretto gli avversari a rintanarsi per gran parte della gara nella propria meta campo incappando nell’ errore  quando  Andelkovic ha trattenuto  Albiol sugli sviluppi di un  calcio d’angolo. Da questo momento i ritmi hanno subito una leggera flessione, il Napoli, nonostante un predominio finale del 70%,  ha vinto per una rete a zero sprecando molto in fase offensiva. Cosa che non è piaciuta ad un perfezionista e amante dei particolari come Sarri.

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