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Psicologia, tattica e rinforzi: la Roma bracca il Napoli così

La Gazzetta dello Sport parla di una Roma pronta a braccare il Napoli in classifica

“Partiamo da un assunto, quegli 8 punti lì Spalletti li ha recuperati nelle ultime dieci gare, portandone a casa 28 (9 vittorie e un pari, con l’Inter) contro i 20 del Napoli (frutto di sei vittorie, due pareggi e due sconfitte, contro Juventus e Udinese). Ma da quando siede sulla panchina della Roma la differenza è inferiore, tanto che i punti totali del tecnico di Certaldo diventano 29 contro i 26 di Sarri ed il differenziale scende da +8 a +3. Questo, però, per l’allenatore giallorosso conta poco, interessa di più potersela giocare fino alla fine per la piazza d’onore, obiettivo che francamente dopo la partita persa contro la Juventus sembrava davvero un mezzo miracolo. In quel momento, infatti, la Roma era quinta e rischiava addirittura di uscire dall’Europa League, con il Milan a -2 e Sassuolo ed Empoli a -3. Oggi sembra un altro mondo, un’altra storia, tutta un’altra cosa. E questo perché Spalletti ha ridato alla squadra un’organizzazione di gioco e rivitalizzato i giocatori sotto il profilo psicologico, ridandogli fiducia e carica motivazionale.A incidere è stato Spalletti, è vero, ma anche i rinforzi di gennaio. Da una parte sono arrivati due come El Shaarawy (6 gol e due assist da quando è tornato in Serie A) e Perotti (3 gol e 3 assist in giallorosso) che hanno trasformato il volto della Roma, a cui aggiungere un gregario come Zukanovic, che quando è stato chiamato in causa ha sempre dato un mano. Dall’altra parte, invece, Regini è stato preso per completare la rosa dei difensori ma finora non è riuscito mai ad andare in campo, Grassi è un investimento per il futuro ma anche per lui di presenze neanche l’ombra. «Può diventare un grande centrocampista tra tre anni», il pensiero espresso da Sarri qualche mese fa. Come dire, per ora no. Tanto è vero che a Udine il giovane centrocampista non è entrato neanche nella lista di quelli che sono andati in panchina, nonostante oramai abbia recuperato a tutti gli effetti dall’infortunio al menisco mediale del ginocchio destro. La differenza attuale tra Roma e Napoli nasce anche da qui, dall’incidenza di come i due club hanno lavorato sul mercato di gennaio. Poi, probabilmente, a decidere potrà essere la sfida diretta del 25 aprile. Ma, intanto, la rincorsa giallorossa parte da molto lontano…”

Referendum trivelle, Roberto Speranza : “Vado e voto sì”

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                                                         Roberto Speranza (ansa)

 Dopo averlo lasciato intendere, l’esponente della minoranza dem, Roberto Speranza, rompe gli indugi e esorta gli italiani a partecipare, andando contro l’auspicio di Matteo Renzi per un “fallimento” della consultazione popolare: “Importante superare il fossile e puntare su energie verdi”

ROMA –  “Mancano 11 giorni al referendum, io penso sarà un referendum molto importante e mi auguro che un numero significativo di italiani decida di partecipare. Io ho scelto personalmente di andare a votare e di votare sì, perchè penso sia l’occasione per lanciare un messaggio su un nuovo modello di sviluppo in cui il fossile venga superato e si provi a puntare su rinnovabili e energia verdi”. Lo ha detto Roberto Speranza a proposito del referendum sulle trivelle.

Dopo averlo lasciato intendere nei giorni scorsi, l’esponente della minoranza dem si è quindi schierato apertamente contro le indicazioni del premier e segretario del suo partito, Matteo Renzi, che anche  ieri, durante il question time in diretta su Facebook, aveva auspicato il “fallimento” della consultazione referendaria sul proseguimento dell’attività di estrazione in mare fino al termine delle concessioni o fino all’esaurimento dei giacimenti. Dove votare “sì” vuol dire sposare la prima alternativa.

VIDEO: Know how, cosa dobbiamo sapere sul referendum trivelle

“Da Renzi sono arrivata parole eccessive, perchè quando c’è un referendum va rispettata la scelta degli elettori e io sono convinto che andranno a votare in tanti”, ha aggiunto il leader della minoranza dem replicando al premier sul quorum e aggiungendo: “Io penso che anche i nostri elettori capiscano il senso di questo referendum nato da regioni che in larga parte sono governate dal Pd e che quindi non è errato dire che è un referendum proposto dal Pd”.

LEGGI: Sì o no alle trivelle, cosa sapere per votare al referendum

“La Cop 21 – ha poi spiegato Speranza – ha segnato un cambio di rotta che avverrà in una fase medio lunga e che porta alla riduzione del fossile con uno spostamento sull’energia verde e green. Anche questo referendum spero possa essere vissuto come un momento importante di dialogo, confronto e discussione che provi a spostare l’asse verso le rinnovabili e il green e penso che tutto il Pd possa spingere in questa direzione al netto delle scelte che si faranno al referendum”.

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La Francia chiede di ‘declassare’ Panama: “Torni nella lista nera”

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              PANAMA PAPERS. Proteste in Islanda contro il premier Gunnlaugsson (reuters)

 PANAMA PAPERS – Sale il pressing internazionale contro il paradiso fiscale, che si difende: “Abbiamo alzato gli standard di trasparenza”. La Russia accusa la Cia di cospirazione

MILANO – Si alza il pressing internazionale per ‘emarginare’ Panama, il centro nevralgico della rete di società offshore al cuore dello scandalo nato dai Panama Papers. Una levata di scudi che, come in altri casi, rischia di arrivare a buoi ampiamente scappati dalla stalla. In ogni caso, la Francia chiede all’Ocse (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico), basata proprio a Parigi, di classificare Panama come un paradiso fiscale, alla luce dello scandalo dei documenti dello studio Mossack Fonseca, emerso grazie al lavoro d’inchiesta dell’Icij al quale ha partecipato l’Espresso per l’Italia. L’attacco francese è arrivato per bocca del ministro delle Finanze, Michel Sapin: a una domanda di un giornalista della radio francese Europe 1, Sapin ha detto di augurarsi “che l’Ocse si riunisca perché la stessa decisione (già presa dalla Francia) sia adottata dall’insieme dei Paesi interessati”. Martedì Sapin ha informato il Parlamento che la Francia inserirà Panama nella sua lista dei “Paesi non collaborativi”.

Lo scandalo panamense si conferma dunque di rilievo politico altissimo, a livello internazionale, mentre le Procure (anche in Italia) muovono i loro passi. D’altra parte, ha già fatto una vittima eccellente come il primo ministro dell’Islanda, David Gunnlaugsson, costretto alle dimissioni dal coinvolgimento nello scandalo. In Gran Bretagna la bufera ha travolto il premier David Cameron. Nella stessa Francia, d’altra parte, l’onda lunga delle carte e dei contratti passati dagli archivi della boutique fiscale ha bagnato la cerchia di Marine Le Pen e un vero e proprio esercito di sportivi (da Messi a Seedorf) ne risulta interessato. Tra quelli del mondo dello sport, l’ultimo nome bollente emerso è del neo-presidente della Fifa, Gianni Infantino, chiamato al governo del calcio mondiale proprio per fare piazza pulita della mala-gestione di Blatter & Co. Infantino ha oggi replicato: “La mia integrità non è in dubbio”. Dell’elenco fa parte anche Garibaldi Thohir, fratello del presidente dell’Inter Erick.

Se l’Occidente, compresi gli Stati Uniti di Barack Obama e la Germania di Angela Merkel, serrano le fila nel fuoco contro Panama chiedendo “più trasparenza”, non si può dire lo stesso di Cina e Russia: la prima ha imposto il blackout sulle informazioni, la seconda accusa la Cia di una cospirazione internazionale.

L’attacco francese, l’ultimo in ordine cronologico segue di poche ore la mossa del numero uno dell’Organizzazione parigina, Angel Gurrìa, il primo ad alzare i toni. Gurria ha parlato dei Panama Papers come un elemento in grado di gettare “luce sulla cultura e pratica della segretezza a Panama”, l’ultima “grossa fortezza che continua a permettere di nascondere fondi offshore alle autorità fiscali e giudiziarie”. In una nota dai toni insolitamente duri, l’Ocse ha spiegato che “le conseguenze del fallimento di Panama nell’adeguarsi agli standard internazionali è ora emerso, alla vista di tutti. Panama deve fare ordine in casa propria, implementando subito queste regole”.

A deporre a favore dell’Ocse c’è l’ultimo documento ufficiale presentato dal Global Forum on Transparency and Exchange of Information for Tax Purposes, l’organismo in seno all’Organizzazione parigina che si occupa proprio di trasparenza fiscale. Panama era stata rimossa dalla “lista grigia” dell’Ocse, cioè dei Paesi che necessitano di passi avanti per quanto riguarda la trasparenza fiscale, nel luglio del 2011, proprio dopo un accordo sottoscritto proprio con la Francia. Ma negli ultimi tempi l’Ocse ha sottolineato la marcia indietro ingranata da Panama. Nel presentare lo stato dell’arte sulla trasparenza fiscale nel corso dell’ultimo G20 di Shanghai, infatti, il report dell’Organizzazione ha sottolineato le macchie di Panama e il disimpegno rispetto all’adesione al Common Reporting Standard (Crs), lo strumento attraverso il quale le Autorità fiscali devono parlare l’un l’altra, con cadenza annuale a partire dal 2017. Già nel G20 dello scorso febbraio, l’Ocse sottolineava che Panama – nonostante avesse inizialmente dichiarato di voler andare verso lo scambio automatico di informazioni – si è poi dettaimpossibilitata ad aderire a tutti gli aspetti del Crs. Una posizione che l’ha portata alla rimozione dalla lista delle giurisdizioni “impegnate” ad alzare gli standard di traspranze, con Bahrain, Nauru e Vanuatu. Fino ad oggi, sono 132 le giurisdizioni che si sono impegnate a rispettare gli standard sullo scambio volontario di informazioni in materia fiscale, e 96 quelle che introdurranno lo scambio automatico entro i prossimi 2 anni.

Dal canto suo, Il governo di Panama ha difeso gli “alti standard di trasparenza” del sistema finanziario nazionale aggermando che a Panama sono stati approvati e applicati “strumenti legali molto più restrittivi e rigorosi che in altri centri di servizi finanziari a livello internazionale”.

vivicentro-economia / larepubblica /

De Laurentiis furibondo con Tosel!

La Gazzetta dello Sport scrive su De Laurentiis e Tosel in merito alla squalifica di 4 turni inflitta a Higuain

“La versione di Tosel è già nella storia, tribolata, di questa stagione. De Laurentiis è furibondo con il giudice sportivo. Il tranello, davvero sleale, dell’intervista radiofonica in cui ieri, poco prima di dare alle stampe il comunicato, Tosel è caduto, sarà nel caso materia per la Commissione di garanzia della giustizia sportiva: organo federale che nel 2008 stilò un regolamento disciplinare che all’articolo 2, lettera b, impone ai suoi componenti l’obbligo di riservatezza «… in ordine a fatti di possibile rilevanza ai fini della giustizia sportiva…».

Il giudice sportivo avrebbe così violato una norma del regolamento e correbbe un serio rischio sulla sua posizione; infatti scrive ancora Gazzetta:

“La sua violazione, se accertata (ma il soggetto deve essere prima deferito dalla Procura federale poi giudicato dalla Commissione), può far scattare un provvedimento disciplinare, che va dal minimo dell’ammonizione al massimo della destituzione del soggetto coinvolto. Va detto che raramente in passato si è arrivati a tanto, e mai per componenti così importanti come il giudice sportivo della Serie A. E poi Tosel non ha mai divulgato alla stampa il contenuto né l’entità delle sue sanzioni, ma «solo – ha ammesso – aspetti tecnici»”.

Higuain e Sarri, tutti i dettagli del ricorso di Grassani

La Gazzetta dello Sport si sofferma sul ricorso che il Napoli

“Per togliere il turno di squalifica a Sarri («per avere, al 27’ del primo tempo – scrive il giudice – contestato platealmente l’operato degli Ufficiali di gara rivolgendo loro reiteratamente espressioni ingiuriose…»), venerdì Grassani proverà a derubricare le espressioni «ingiuriose» in «irriguardose» (l’assistente che lo ha pizzicato ha riferito di un «vi dovete vergognare» pronunciato nel caos): ma sarà dura, il tecnico è recidivo. Più lunghi i tempi («Tra mercoledì e venerdì della prossima settimana», ipotizza l’avvocato bolognese) e più complessa la faccenda Higuain. La linea difensiva del Napoli però è già chiara: posto, come ha scritto Tosel applicando il codice di giustizia, che delle 4 giornate di squalifica una è di default (per la doppia ammonizione), due sono per l’«espressione ingiuriosa», una per l’«atteggiamento irriguardoso» tenuto con Irrati «fronteggiandolo e ponendogli entrambe le mani sul petto», Grassani ha due strade per provare a ridurre la sanzione in appello. La prima: dimostrare con l’ausilio del fermo immagine che nel momento in cui Higuain appoggia le mani su Irrati, la sua testa è in linea con il corpo, mentre quella del direttore di gara è protesa in avanti. Il che dimostrerebbe che il centravanti ha voluto quasi proteggersi, o impedire uno scontro frontale. La seconda: verificare dalla lettura del referto arbitrale l’effettivo tenore dell’ingiuria, se sia stata una parolaccia vera o propria o se piuttosto, come confida il Napoli, non sia stato qualcosa di più vicino all’espressione irriguardosa, del tipo «sei scandaloso». Se Grassani facesse l’en plein, la squalifica potrebbe essere dimezzata. Con un obiettivo centrato su due, scenderebbe a tre turni. Quanto margine di manovra avrà, il legale lo scoprirà oggi, dopo aver ricevuto gli atti. E quindi dipende ancora molto da cosa ha scritto il signor Irrati”.

Patto per Higuain: “Vinciamole tutte!”

Come racconta Raffaele Auriemma su Tuttosport

Tutto lo spogliatoio del Napoli ha fatto quadrato intorno a Higuain e adesso vuole subito rialzarsi dopo la sconfitta di Udine: “L’ordine di scuderia è: vietato deprimersi. Anzi, alla ripresa degli allenamenti di ieri, il Napoli ha ritrovato le energie per superare a pie’ pari sia la sconfitta di Udine, con annesso l’addio allo scudetto, che la choccante squalifica di Gonzalo Higuain. «Vinceremo tutte e quattro le partite che dovremo giocare senza di te e te le dedicheremo Pipita», la forza d’animo e lo spirito di corpo della squadra hanno preso il sopravvento sulle recenti vicissitudini, trasformandosi in morbide carezze appoggiate sul volto di Higuain, ancora rigato dalle lacrime sgorgate domenica in un mezzogiorno, per lui, mai così tanto di fuoco. «Uno per tutti, tutti per il Pipita», il coro unanime della squadra è stato stimolato dal tecnico Sarri e dal ds Giuntoli, i primi ad aver digerito subito sconfitta e squalifica, un doppio episodio sfortunato che non può cancellare la memoria di una formazione capolista al giro di boa di gennaio”.

BAGNOLI (NA) Il giorno di Renzi a Napoli: tensione per i cortei

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                                             Bagnoli, l’area da recuperare

BAGNOLI (NA) – Il premier al sindaco: “Dice di me cose inaudite, ma se viene in prefettura lo accolgo a braccia aperte”. Ma De Magistris annuncia che diserta l’incontro sulla rinascita dell’area ex Italsider

“Spero di incontrare de Magistris se viene alla cabina di regia. Ha detto di me cose inaudite ma è l’anno della Misericordia e se viene lo accolgo a braccia aperte. Noi ci siamo dovuti muovere perché gli altri non facevano niente”.Matteo Renzi risponde così a una domanda su Facebook durante la diretta di “#matteorisponde.

Il presidente del Consiglio arriva oggi pomeriggio a Napoli. Dovrebbe arrivare in aereo a Capodichino alle 16, ma potrebbe scegliere anche un altro mezzo di trasporto, la riserva sarà sciolta questa mattina. Verso le 16 Renzi parteciperà a un forum al “Mattino”. Alle 18 si unirà alla “cabina di regia” per la rigenerazione di Bagnoli in corso in prefettura. Alla riunione partecipano il sottosegretario Claudio De Vincenti, il commissario Salvo Nastasi, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e Domenico Arcuri, amministratore di Invitalia, la società incaricata della riqualificazione di Bagnoli. Sono previsti interventi per il porticciolo turistico, spiaggia pubblica e recupero degli arenili. Da chiarire il destino della colmata di cui al momento non si è parlato.

“Stiamo rimettendo a posto Bagnoli. Stiamo facendo la bonifica – afferma il premier – dopo anni in cui gli altri hanno fatto gli splendidi, noi ci mettiamo le mani. Rimetto in moto la speranza. Spero che quest’estate si possa fare il bagno, si riapra la spiaggia. Non ne sono ancora certo, lo capirò in cabina di regia”. De Magistris non ci sarà, salvo colpi di scena, al contrario del governatore Vincenzo De Luca: “Penso che approveremo sul piano politico le linee guida della riqualificazione. Il piano tecnico lo affronteremo in una Conferenza dei servizi”, dice a Radio Kiss Kiss. Alle 19 Renzi incontrerà i deputati campani, tra loro il candidato sindaco Valeria Valente.

“Siamo fieri di avere un governo e un premier che ci mettono la faccia e le mani nell’interesse dei cittadini, che chiedono fatti concreti e sono stanchi dell’immobilismo e dell’isolamento istituzionale causati dal sindaco” afferma il segretario regionale del Pd, Assunta Tartaglione. Sposa la linea Renzi anche il candidato primo cittadino del centrodestra Gianni Lettieri: “De Magistris scrive in una lettera al premier – passerà alla storia come colui che in 5 anni non ha mosso un dito per rilanciare il progetto di rinascita dell’area Ovest. Questo film horror però può cambiare finale”.

E aggiunge: “Non penso esistano approcci di destra o di sinistra, ma solo buone soluzioni per la città che vanno perseguite ed attuate. Con me sindaco, il commissario per Bagnoli troverà spazio per insediare i propri uffici a Palazzo San Giacomo”.

vivicentro.it-sud-cronaca / Il giorno di Renzi a Napoli: “Così si rilancia Bagnoli”. Tensione per i cortei di ANTONIO DI COSTANZO

L’INIZIATIVA ViViCentro – Tutti al San Paolo con la maglia di Higuain!

Ecco cosa si spera accadrà domenica

La squalifica assurda di Gonzalo Higuain per 4 giornate inflitta dal giudice Tosel con tanto di polemiche al seguito per l”anticipo’ dato ad alcuni organi di stampa, non è andata giù a nessuno. Dal calciatore, alla società, passando per la stampa in generale napoletana e tutti i tifosi. Ecco che allora, attraverso il tifoso Samuele Esposito, appasionato dei colori azzurri dalla nascita, veniamo a conoscenza della sua stessa iniziativa: Tutti al San Paolo con la maglia 9 di Higuain. Infatti, la sua idea, che noi appoggiamo, è quella di far recare tutti i tifosi azzurri presenti alla gara di domenica contro l’Hellas Verona, che si giocherà alle ore 15, con tanto di maglia del Pipita in bella mostra. Una forma di protesta silenziosa, ma che avrebbe certamente grande impatto. #IostoconHiguain è il motto di questi giorni e sosteniamo il Pipita.

a cura di Ciro Novellino

Higuain come Maradona nel 1984: è intenzionato a difendersi di persona

I dettagli

La Repubblica parla di un Gonzalo Higuain pronto a difendersi di persona davanti ai giudici. Una decisione storica che ha però un precedente illustre: “Higuain si è limitato invece a fare un po’ di lavoro defaticante, in palestra: dolorosa prova generale dell’isolamento che lo aspetta nelle prossime settimane. Allo stato attuale, in attesa dell’esito del ricorso alla Corte sportiva d’Appello, si prospetta uno stop molto lungo (Verona, Inter, Bologna e Roma) per il campione argentino, intenzionato a difendersi di persona davanti ai giudici, come già Maradona nel 1984 per un rosso ad Ascoli: può essere l’addio alla Scarpa d’Oro e al mitico record delle 35 reti di Nordahl. Ma i danni più pesanti rischia di pagarli il Napoli, privato del suo miglior giocatore nella fase cruciale della stagione”.

Comunicato ufficiale SSC Napoli: “Presenteremo ricorso”

I dettagli

La SSC Napoli, attraverso un comunicato ufficiale apparso sul sito ufficiale della società partenopea, ufficializza la decisione di presentare ricorso immediato per le squalifiche comminate a Gonzalo Higuain e Maurizio Sarri. Ecco il testo del comunicato:

“Il Napoli presenterà ricorso contro le squalifiche di Gonzalo Higuain e Maurizio Sarri, perché le ritiene ingiuste e comunque eccessive”.

Ricordiamo che, oltre alle squalifiche per un turno a Maurizio Sarri (per “espressioni ingiuriose nei confronti degli Ufficiali di gara”) e per quattro turni a Gonzalo Higuain (di cui un turno per il doppio giallo e tre per le reazioni successive all’espulsione nei confronti di arbitro e avversari), il giudice sportivo Tosel ha squalificato per una giornata effettiva di gara anche:

KOULIBALY Kalidou (Napoli): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Decima sanzione). 194/522

MERTENS Dries (Napoli): per comportamento non regolamentare in campo; già diffidato (Quinta sanzione)“.

“La giornata storta può capitare anche a loro”, Sarri carica il Napoli

I dettagli

La notizia della squalifica di quattro turni inflitta dal Giudice Sportivo Gianpaolo Tosel a Gonzalo Higuain complica notevolmente i piani del Napoli nella rincorsa al primo posto della Serie A occupato dalla Juventus. Eppure l’allenatore azzurro Maurizio Sarri ci crede ancora e Il Mattino riporta alcune parole riferite in sala-tv durante la visione della gara di Udine: “La risposta migliore che possiamo dare è battere il Verona. Lavoriamo per questo. Come è capitata la giornata storta a noi, può capitare anche a loro”. Nessuna resa, nessuna bandiera bianca. Eppure per la prima volta Gonzalo Higuain è “triste sul serio, è a pezzi”.

Anzola (BO), il paese che chiude di notte “contro ladri, malintenzionati e prostitute”

                                   Anzola dal ponte sul Martignone, direzione Modena

Ad Anzola dell’Emilia il progetto di ztl suscita la preoccupazione dei cittadini: “E la privacy?”, “Peggio che in Urss”. Un “grande fratello”, si difende la giunta, senza voler fare cassa: saranno multati solo i forestieri e chi ricadrà “nella black list, e il centro sarà più sicuro”

BOLOGNA – Dalle 22.30 alle 4.30 del mattino entreranno in paese solo i residenti. Loro, e gli eventuali parenti in visita a quell’ora, le cui targhe delle auto dovranno essere segnalate entro le 48 ore successive. Resterà fuori dal centro del paese la “black list”, ovvero “ladri, malintenzionati e sfruttatori di prostitute”. Se il ministero dell’Interno darà il suo via libera definitivo Anzola dell’Emilia, paesone di 12mila abitanti alle porte di Bologna, inaugurerà nel giro di pochi mesi (forse già all’inizio dell’estate) la sua Zona a traffico limitato (in ingresso) sulla via Emilia: di fatto, un ampio tratto del Comune, che si sviluppa proprio in lunghezza, per circa 4 km, sulla Statale 9 fra Bologna e il Modenese. Sei varchi notturni: ingresso consentito solo ai residenti, appunto, mentre gli altri dovranno trovare un’altra strada e aggirare il paese, che sia la bretella che porta a Modena o la Bazzanese.

Un grande fratello. Lo slogan è “Ztl Anzola. Limita il traffico notturno, aumenta la sicurezza”. La giunta comunale ha annunciato il progetto pochi giorni fa e già in rete, specialmente sulla pagina Facebook del Comune, si sono scatenati i commenti di cittadini in parte curiosi e in parte preoccupati o arrabbiati contro il “grande fratello” pronto a vigilare sul centro di notte, una scelta – dal costo che si aggira intorno ai 200mila euro – che la giunta di Giampiero Veronesi (avvocato, uomo di centrosinistra) motiva con esigenze principalmente di sicurezza, e secondariamente di traffico.

La piaga della prostituzione in strada. “In questo modo scoraggeremo i ladri e gli sfruttatori delle prostitute dal venire ad Anzola, perché sanno che li fotograferemo e sanzioneremo”. Anzola è in effetti un paese che soffre una costante presenza di “lucciole”, e dunque di clienti, contro i quali la stessa giunta aveva lanciato un anno fa un altro provvedimento, il divieto di sosta e di fermata sulla via Emilia, praticamente sullo stesso tratto che sarà interessato dalla ztl. “Il nostro è uno dei pochissimi Comuni che sorge sulla Ss9 fra Bologna e Modena, e purtroppo la prostituzione in strada è un problema drammatico che non ha quasi pari nel circondario”, ammette il sindaco. Con l’attivazione della ztl si impedirebbero le trasferte di bolognesi e modenesi a caccia di piacere a pagamento. L’obiettivo primario, però, è combattere la microcriminalità, che colpisce Anzola tanto quanto gli altri Comuni della zona. E, come si difende la giunta, vi sarebbero anche numerosi effetti indotti: poiché oltre ai sei varchi notturni saranno attive anche due telecamere in funzione 24 ore su 24 per rilevare auto rubate, non revisionate, senza assicurazione, il Comune otterrà una serie di dati a cascata in maniera automatica.

Anzola, Ztl
I sei varchi notturni: dall’1 (il ponte sul Martignone) al 6 (la rotonda Guido Rossa nella frazione di Lavino).                                                   Proprio l’1 e il 6 saranno anche la postazione delle telecamere h24

Meno auto di notte. Esistono anche due motivazioni che hanno più strettamente a che fare col traffico. “A breve partirà la produzione continuata allo stabilimento della Philip Morris di Crespellano: soltanto di notte sono previsti 400 turnisti. Salvo le auto degli anzolesi, gli altri non potranno più transitare dal nostro centro. Idem per la prossima apertura del casello di Valsamoggia sulla A1”: un flusso di veicoli che di notte dovrà necessariamente aggirare il centro di Anzola.

“Controlli in automatico”. Il costo dell’operazione, si diceva, è intorno ai 200mila euro: un investimento che il municipio spera di ammortizzare in due, massimo tre anni (ma non esiste in merito un piano di rientro). E poiché l’incrocio dei dati automobilistici – precisa – sarà fatto in automatico tramite i registri del Pra, non sarà necessario distaccare forze della Municipale a visionare continuativamente i dati in entrata dai sei varchi notturni e le due telecamere in funzione tutto il giorno.

“Nessun rischio privacy”. In rete i cittadini più perplessi paventano rischi per la privacy (“Scherziamo? Ma neanche nell’Unione sovietica una roba così”, ha scritto un utente, Stefano L., sulla pagina Fb di Anzola), contestano il provvedimento nel merito (sempre da Facebook, commenta l’utente Elisa S.: “Chi vuole delinquere basta che entri alle 10.29. Da che mi risulta, molti furti vengono fatti al pomeriggio…A prostitute ci vanno anche i “benpensanti” anzolesi) e la “ufficializzazione del concetto di paese dormitorio” (anche qui, l’espressione è di un utente), e soprattutto l’intenzione dell’amministrazione di far cassa.
Il sindaco e la giunta obiettano così: “Dopo le 22 ad Anzola è difficile trovare un ristorante con la cucina aperta; non c’è in giro un flusso enorme di persone, e anzi, questo sistema potrà consentire alle persone di uscire di casa e sentirsi più sicure, perché i malintenzionati saranno tenuti alla larga”. Insomma, via libera alla “white list”, cioè i residenti. “E nessun rischio per la privacy, perché chi vorrà segnalare la visita di un parente dovrà solo comunicarci la targa, senza spiegare alcunché”. E “al limite lo considero un modo furbo di far cassa”, commenta il sindaco Veronesi, “visto che colpisce ladri, papponi e in ogni caso non tocca gli anzolesi, che potranno sempre transitare per il paese”.

vivicentro.it-nord-cronaca / larepubblica / Bologna, il paese che chiude di notte “contro ladri, malintenzionati e prostitute” di MICOL LAVINIA LUNDARI

Higuain si scusa con la squadra: “Mi dispiace!”

I dettagli

Gonzalo Higuain è stato squalificato dal Giudice Sportivo Gianpaolo Tosel per quattro turni di campionato dopo l’espulsione, ed il Napoli dovrà fare a meno del suo campione argentino che, tuttavia, ha chiesto scusa ai compagni aggiungendo di non aver strattonato l’arbitro Irrati dopo l’espulsione. Il Mattino riporta le sue parole: “Mi dispiace ragazzi, mi dispiace. Ma io non ho fatto nulla di male, non ho spinto l’arbitro. E’ lui che è venuto verso di me”. Il Napoli ha fatto ricorso contro la squalifica inflitta, che costerebbe ad Higuain l’opportunità di giocare contro Inter e Roma.

La fermezza incomincia a pagare

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Fermezza – Siamo a una svolta da parte egiziana. Non sappiamo ancora se e quanto ci avvicinerà alla verità sulla tragica scomparsa di Giulio Regeni. Ma la decisione di mandare a Roma una delegazione della procura e polizia del Cairo è un cambio di marcia. Viene meno il muro di gomma finora opposto alla costante pressione italiana per ottenere una risposta credibile sulle vicende che hanno spezzato la vita del giovane ricercatore.

Il passo avanti può non bastare. Gli inquirenti italiani valuteranno rapidamente fin dove si spinge. Hanno il dovere di non accontentarsi. Hanno anche, per la prima volta, la possibilità d’intavolare con le controparti egiziane un dialogo serrato ma costruttivo, dopo un mese di dialogo fra sordi. E’ incoraggiante la presenza di magistrati nella delegazione egiziana. E’ il riconoscimento che non si parla solo di un’investigazione di polizia. Da parte nostra, l’importante è cogliere l’occasione, tenere alta la guardia su fatti e ricostruzioni e verificare l’effettiva disponibilità egiziana ad affrontarli. Se esiste, va incoraggiata con pazienza e perseveranza, evitando che l’incontro di Roma diventi un confronto a colpi di dichiarazioni e comunicati.

C’è voluto un mese. Un mese di silenzi e riluttanti mezze spiegazioni egiziane che non hanno convinto nessuno.

C’è voluto un mese al Presidente egiziano per intaccare incardinate rigidità interne – che non conosciamo. Non dev’essere stato facile. Al Sisi è al comando ma non è onnipotente.

All’atteggiamento del Cairo l’Italia ha risposto con composta fermezza, senza smagliature politiche o falsamente diplomatiche, dal presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri, all’ambasciatore Massari. Ha però evitato di inasprire i toni per lasciare all’Egitto una via d’uscita dalle contraddizioni in cui si stava cacciando. Forse – è d’obbligo non fare aperture di credito in bianco – è quanto la delegazione egiziana viene qui a fare.

Questa è la prima vera apertura che ci fa l’Egitto di Al Sisi. Premia una linea italiana che è consistita nel mettere il Cairo di fronte ad innegabili responsabilità ma non con le spalle al muro – che otterrebbero l’effetto opposto, di una reazione di rigetto senz’ascolto. L’Italia non ha mai dimenticato di sottolineare che la tragedia umana di Guido Regeni è intervenuta fra due paesi amici. E che lo restano. Il messaggio sembra essere giunto a destinazione.

L’amicizia è anche una scelta. Può essere la leva che fa breccia con l’Egitto. Lo scopriremo. Quel che è certo è che più venisse messo solo sulla difensiva, più il Cairo si trincererebbe dietro indifendibili argomentazioni, più la verità si allontanerebbe.

In questi giorni Paola Regeni ci ha dato una lezione di coraggio. La verità può essere scomoda ma non va cacciata sotto il tappeto. L’Italia, non solo la famiglia Regeni, ha diritto alla verità. L’Egitto ha bisogno di non perdere la faccia. Il dialogo che inizia con la visita della delegazione egiziana a Roma si regge tutto su questo cruciale equilibrio. La giustizia che chiede l’Italia non passa attraverso l’umiliazione dell’Egitto.

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vivicentro.it-editoriale / lastampa / La fermezza incomincia a pagare STEFANO STEFANINI

Federica Guidi L’utilizzata finale

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Sulla base degli elementi forniti dalle cronache, Federica Guidi appare come la versione moderna della monaca di Monza. Una donna ricca e potente cresciuta alla scuola della freddezza con l’unica missione di prendere i voti: imprenditoriali, nel suo caso. Per l’erede designata di un impero nessun sentimento è contemplato, se non quello di compiacere l’amata e temuta figura del Padre. I duri e le dure non si innamorano. Perciò, quando succede, si innamorano delle persone sbagliate. Lo sciagurato Egidio dell’algida Federica è un accalappiatore seriale di «figlie di». Prima porta all’altare la figlia del cittadino più ricco di Siracusa, poi compie il salto di qualità e si fidanza con l’erede di uno degli uomini più ricchi d’Italia. Gianluca Gemelli non è certo un adone, ma ha il talento dei veri seduttori: fare sentire uniche e desiderate le donne che non si sono mai sentite né l’una cosa né l’altra. La Guidi è severa per educazione e ruolo, ma con lui si scioglie e impara ad amare, cioè a dare senza condizioni. Quando scoppia lo scandalo del petrolio, per un attimo sembra di assistere al ribaltamento dello schema maschilista, con una femmina di potere che elargisce favori al sottoposto. Ma poi viene diffusa l’intercettazione in cui la sventurata accusa tra le lacrime il suo Egidio: «Tu mi stai utilizzando». E il quadro vira di colpo verso uno scenario più tradizionale: la donna innamorata, succube di un furbissimo principe ereditario.

L’antipatica Guidi ha sbagliato per amore di un uomo sbagliato. Non è un’attenuante, ma in quel mondo di ego arroventati è quantomeno un attestato di umanità.

vivicentro.it-opinioni / lastampa / Federica Guidi L’utilizzata finale MASSIMO GRAMELLINI

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Do Ut Des: le due fedi

In Italia, le due fedi , quella politica e quella religiosa, dovrebbero camminare in parallelo, invece, spesso e volentieri le loro braccia si intersecano.

Queste due fedi e questi due poteri forti sono stati presenti nel corso dei Secoli in ogni Monarchia, Repubblica e anche in molti Regimi Autoritari, la Storia ne e’  fedele testimone.

Il Do ut Des (io do perche’ tu mi dia), e’ uno dei quattro famosi contratti del Diritto Romano, gli altri 3, il  “Do ut Facias” Io do perche’ tu faccia), il “Facio ut Des” (Io faccio purche’ tu dia), e il “Facio ut Facias” (io faccio perche’ tu faccia) hanno un unico significato, ma tutti e quattro vengono chiamati “innominati” visto che si fondano solo su una promessa mentale
Nel Mondo Anglosassone, per esprimere lo stesso concetto, viene  usata l’espressione “Quid pro Quo”, da non confondere con l’espressione qui pro quo, usata nei Paesi latini che ha un diverso significato.
Questo segreto contratto del Do ut Des, mai ratificato fra il Potere Politico e quello Religioso, e’ sempre stato praticato alla lettera fino ai nostri giorni. Il tema e’ stato piu’ volte ripreso nelle omelie di Papa Francesco, che ha condannato duramente tutti i Ministri di Dio che si sono fatti prendere dalla lussuria, dalle ambizioni, dal potere del denaro, e che  vivono in contrasto con i Principi Fondamentali della Chiesa.
 Nel mondo politico ci stanno pensando i Magistrati, a mandare nelle patrie galere coloro che vivono nel lusso dopo essersi appropriati di beni non propri, in evidente contrasto con i “Principi” del Codice Penale.
Papa Francesco si sta dimostrando diverso da molti dei suoi predecessori, non ha il corpo rivestito con paramenti preziosi, la sua mitra e’ fatta di semplice stoffa, non pesa 2,5 Kg come quella conservata nel Duomo di Salisburgo, tempestata d’oro e pietre preziose.
Chi serve gli altri, ed e’ senza prestigio, esercita la vera Autorita’ della Chiesa.
Queste poche parole, suonano come un anatema contro il comportamento di tante figure parrocchiali che per anni hanno esercitato il loro potere spirituale, per ottenere una ricompensa terrena che in latino viene chiamata “Do Ut Des”.
Viviamo in un Mondo dove vergogna, pentimento, pudore, sono parole vuote senza significato, non passa giorno che in Italia non vi sia un nuovo scandalo che si sovrapponga al precedente.
Gli ultimi due quello dello smaltimento dei rifiuti tossici, e quello che ha coinvolto il Ministro Federica Guidi ed il suo fidanzato, sono stati offuscati da un terzo quello di Panama Papers che sembra essere la madre di tutti gli scandali.
Sara’ l’ultimo? o dovremmo uscire dal nostro sistema planetario per non trovarne degli altri?

vivicentro.it-opinioni / Do Ut Des: le due fedi (Lo Piano – Saint Red)

Ottima la prima de “La canzone di Giasone e Medea” con Elena Bucci e Marco Sgrosso (VIDEO)

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                                                Elena Bucci e Marco Sgrosso

Al Teatro Santa Chiara di Brescia , in una prima nazionale, Elena Bucci e Marco Sgrosso hanno presentato “La canzone di Giasone e Medea”, la loro ultima produzione nella quale si interrogano, con grande successo, sul mito di Medea e di Giasone, tragedia euripidea, proseguendo così il cammino iniziato lo scorso anno con le “Storie di Giasone e Medea”. Cammino che ora li vede in scena, ancora una volta, con uno spettacolo vivo e in movimento, reinterpretato con una lettura ampia e variegata che attraversa 2000 anni di storia nei quali nulla sembra mutato se rapportato ad un presente di immigrazione ancora carico di interrogativi non risolti nei quali ora prevalgono sentimenti di Vendetta e Tradimento, ora di Orgoglio e Saggezza dove, alla fine, ci si ritrova a pensare che nessuno ha ragione e nessuno ha torto.

Da un lato Medea, straniera in terra straniera, sposa ingannata e madre assassina, vittima o forse strega crudele, (ruolo per nulla lontano dalla condizione in cui si trovano molte donne oggi, come anche tanti immigrati).

Dall’altro Giasone che, nella sua complessità e nelle sue contraddizioni, si mostra opportunista, indegno egoista o forse padre saggio (ruolo anch’esso non lontano da quello che ancor oggi in tanti vivono nella lotta del sopravvivere).

Una condizione, quindi, non solo di pura tragedia euripidea nella quale ancora oggi è facile cadere cedendo ad una follia che porta solo lutti e dolori per tutti (ed il pensiero, ancora una volta, non può non andare alle follie ed ai lutti attuali generati da follie non meno distruttive) .

Una presenza quasi costante, poi, è il coro che spia, commenta e scandisce le azioni e le parole dei due amanti nemici:

“Passato, e per sempre, è il tempo della notte, di incanti e sortilegi. Tutto ora accade al limpido raggio della luce, il bene, il male, ed è giusto… Sei stata tu, sono stato io? Non so, è successo…” 

Interessante e significativa anche la scelta di inserire, nel punto cruciale dello spettacolo, un inciso musicale che tanto ricorda le canzoni ed i balli di pizzica (tarantella /taranta) con le quali, al sud, si cantava ed ancor oggi si canta, per l’appunto, il dolore e la sofferenza delle donne, gli amori ed i tradimenti ma anche le sofferenze ed il dolore del lavoro e della non considerazione, se non del respingimento pregiudiziale (e qui torna il parallelo alla condizione dell’immigrato di tutti i tempi ed in tutti i luoghi che perdura ancora oggi anche da noi)

Concludendo, “La canzone di Giasone e Medea” è uno spettacolo che vale la pena vedere e che si consiglia di seguire e gustare con attenzione ben guidati dalla bravura di Elena Bucci e Marco Sgrosso che, giova ricordarlo, hanno fatto parte della compagnia di Leo de Berardinis* dal quale si staccarono nel 1992 fondando una loro compagnia “le belle bandiere” per percorrere una loro strada che, in 24 anni di vita artistica, li ha sempre premiati in tutte le opere che hanno messo in scena sempre ben accolte dal pubblico e dalla critica, e questa sera ne abbiamo avuto una ulteriore conferma pur usufruendo di un’acustica in molti tratti non proprio “felice”; ma questo è un problema tecnico al quale, di sicuro, si porrà rimedio per le repliche che si avranno fino al 30 aprile.

IL MITO

MEDEA È uno dei personaggi più celebri e controversi della mitologia greca. Il suo nome in greco significa “astuzie, scaltrezze”, infatti la tradizione la descrive come una maga dotata di poteri addirittura divini.

Quando Giasone arriva nella Colchide insieme agli Argonauti alla ricerca del Vello d’oro, capace di guarire le ferite, custodito da un feroce e terribile drago a conto di Eete, lei se ne innamora perdutamente. E pur di aiutarlo a raggiungere il suo scopo giunge a uccidere il fratello Apsirto, spargendone i poveri resti dietro di sé dopo essersi imbarcata sulla nave Argo insieme a Giasone, divenuto suo sposo. Il padre, così, trovandosi costretto a raccogliere le membra del figlio, non riesce a raggiungere la spedizione, e gli Argonauti tornano a Jolco con il Vello d’Oro. Lo zio di Giasone, Pelia, rifiuta tuttavia di concedere il trono al nipote, come aveva promesso in precedenza, in cambio del Vello: Medea allora sfrutta le proprie abilità magiche e con l’inganno si rende protagonista di nuove efferatezze per aiutare l’amato. Convince infatti le figlie di Pelia a somministrare al padre un “pharmakòn”, dopo averlo fatto a pezzi e bollito, che lo avrebbe ringiovanito completamente: dimostra la validità della sua arte riportando un caprone alla condizione di agnello, dopo averlo sminuzzato e bollito con erbe magiche. Le figlie ingenue si lasciano ingannare e provocano così la morte del padre, tra atroci sofferenze: Acasto, figlio di Pelia, pietosamente seppellisce quei poveri resti e bandisce Medea e Giasone da Iolco, costringendoli a rifugiarsi a Corinto, dove si sposeranno.

(*Leo de Berardinis, indimenticato attore e regista che finì in coma il 16 giugno 2001 a seguito di un errore dell’anestesista durante un intervento di chirurgia plastica e, sette anni dopo, morì a Roma nel 2008)

vivicentro.it-nord-terza-pagina / Ottima la prima de “La canzone di Giasone e Medea” con Elena Bucci e Marco Sgrosso (Cristina Adriana Botis)

Ischia, arrivato il transfer per Vandam. Filosa operazione riuscita

AllenamentiIschia2015

L’Ischia Isolaverde dopo l’ottima prestazione contro la capolista Benevento,nonostante la sconfitta per 3-2, i gialloblu nella giornata di oggi sono ritornati ad allenarsi al centro sportivo dei Camaldoli al campo “Kennedy A” come di consueto. Buone notizie per Mister Porta che finalmente per il prossimo impegno casalingo contro il Monopoli potrà contare su un giocatore in più. Nella giornata di ieri, da come si legge in un comunicato da parte della società: la Federazione calcistica belga (Union Royale Belge des Sociétés de Football Association) ha provveduto ad inviare alla FIGC il transfer per il giocatore Jerry Vandam. L’esperto difensore francese oggi pomeriggio era presente all’allenamento con il resto del gruppo. Dopo due settimane intense di allenamento,Vandam potrebbe essere l’arma in più per questo finale di stagione,ed essere decisivo in vista della doppia sfida dei play-out, ma sopratutto un ottima alternativa per mister Porta che potrebbe pensare di cambiare modulo passando alla difesa a 3, con Moracci,Sirigu e Vandam.

FILOSA INTERVENTO OK!

Il difensore Liberato Filosa, nella tarda mattinata di ieri, si è sottoposto all’intervento al ginocchio sinistro per l’asportazione del menisco interno e pulizia generale. Circa un’ora la durata dell’intervento effettuato dal professor Pisaniello presso la clinica “Santa Rita” di Atripalda (Avellino). Nel fine settimana Filosa inizierà la riabilitazione. I tempi di recupero per ritornare a disposizione sono stimati in circa un mese.

Galleria ab/arte: Andrea Barretta e il giardino segreto di Alessandra Bellometti

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                          Alessandra Bellometti : “Il giardino segreto”

Sabato 9 aprile 2016 alle ore 17,30

a Brescia, presso la Galleria ab/arte (Vicolo San Nicola 6),

Andrea Barretta presenta il libro di poesie

Il giardino segreto

di Alessandra Bellometti

Durante l’incontro l’attrice Edy Gambara reciterà alcuni versi e ai presenti sarà data copia omaggio del libro.

Seguirà aperitivo.

Con “Il giardino segreto” la scrittrice Alessandra Bellometti ha dato inizio a un cammino solidale – devolvendone il ricavato – che vedrà la prossima pubblicazione di un suo libro di filastrocche destinato ai bambini degenti nel reparto pediatrico dell’Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza di Brescia.

L’iniziativa, con la collaborazione di un’importante associazione umanitaria, rientra nel progetto “Sorridi bimbo”,  che prevede l’impegno di un gruppo di volontari come lettori delle filastrocche ai bambini in una saletta ludica che la direzione ospedaliera provvederà a realizzare. E la Galleria ab/arte è lieta di ospitarne un’anteprima con l’esordio di alcune di queste dalla voce dell’autrice.

ab/arTe
Vicolo San Nicola, 6
25122 Brescia

abarte

vivicentro-nord-terza-pagina –  Galleria ab/arte: Andrea Barretta e il giardino segreto di Alessandra Bellometti

Ssc Napoli, il legale: “Abbiamo richiesto gli atti per il ricorso: ecco quando la decisione”

I dettagli

Il legale della Ssc Napoli, Mattia Grassani, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Ansa sulla squalifica di Gonzalo Higuain: “Abbiamo richiesto, come preannunciato, gli atti ufficiali sulla squalifica di Higuain alla Corte d’appello per presentare il ricorso. Quando avremo le carte potremo delineare precisamente la strategia difensiva». Lo ha detto all’Ansa, Mattia Grassani, legale che presenterà il ricorso contro la squalifica di quattro giornate inflitta a Gonzalo Higuain. Grassani ha ricordato che, «da quando riceveremo gli atti, avremo sette giorni di tempo per preparare il ricorso, da delineare leggendo il contenuto del referto». Sui tempi per la decisione, Grassani ha spiegato che «sull’appello non arriverà prima della seconda metà della prossima settimana, direi tre mercoledì e venerdì prossimi». Higuain sconterà sicuramente la prima giornata di squalifica contro il Verona, poi il Napoli attenderà nella settimana successiva le decisioni sul ricorso.