Pannullo: “Subito un parco giochi a Villa Gabola”
Anche Mediaset conferma la nostra esclusiva: Il PSG vuole Higuain
Attenzione Napoli: il PSG è forte su Gonzalo Higuain. Mediaset conferma l’esclusiva di Vivicentro di pochi giorni fa, clicca qui. Il pipita potrebbe finire il Francia, favorito dall’arrivo sulla panchina parigina di Emery che a breve lascerà Siviglia. Il PSG è disposto a pagare al Napoli l’intera clausola rescissoria di 94 milioni di euro. Superata la concorrenza del Manchester United, che pure aveva provato ad arrivare all’attaccante, impegnato, in queste settimane, in Copa America con la sua Argentina.
Finisce la favola del Lanciano: rossoneri in Lega Pro
Dopo 4 stagioni, il sodalizio guidato dalla famiglia Maio, torna in Lega Pro.
Finisce il sogno cadetto -Diciamolo francamente: dopo il tonfo interno per 4 – 1 nella sfida di andata, disputata contro la Salernitana al “Biondi” nella gara 1 dei play – out, nemmeno il più inguaribile ottimista dei tifosi rossoneri avrebbe scommesso sulla vittoria per 4 reti di scarto contro i granata, unico risultato che avrebbe permesso agli abruzzesi una miracolosa salvezza. La gara dell’ “Arechi”, invece, è terminata con il successo di misura da parte dell’undici di Menichini, che si è messo in salvo dopo una stagione piuttosto travagliata.
Sicuramente non meno travagliata è stata la stagione della Virtus Lanciano, che, tra punti di penalizzazione ( la formazione abruzzese, se non fosse stato per i 4 punti di penalizzazione, si sarebbe salvata ndc), partenze eccellenti nella seconda parte di stagione ( a gennaio il gruppo storico della Virtus decise di tentare fortuna altrove con Mammarella che scelse la Pro Vercelli, Di Cecco Catania, Piccolo lo Spezia, ecc… Ndc), avvicendamenti in panchina ( Il tecnico D’Aversa fu sostituito nel girone di ritorno da Maragliulo), e malumori della piazza che non sempre ha mostrato di gradire alcune scelte societarie, ha vissuto un torneo molto movimentato.
Il responso del campo alla fine ha decretato che la società della famiglia Maio, dopo avere vissuto 4 stagioni tra i cadetti, è stata condannata al ritorno nella serie inferiore. Un vero peccato per tutta la tifoseria rossonera che in questi anni si era contraddistinta per il suo comportamento civile e corretto, mai al di sopra delle righe. Il futuro del team rossonero, almeno al momento, sembra essere piuttosto incerto, a cominciare dal rebus ancora da sciogliere circa chi sarà la nuova proprietà. I Maio proseguiranno la loro avventura, oppure passeranno la palla ad altri? Si attendono presto sviluppi in tal senso.
Intanto, i tifosi più nostalgici, in queste ore che segnano la fine del sogno cadetto virtussino, aprono lo scrigno dei ricordi, trovandoci la storica finale dei play off di Lega Pro con il Trapani, che 4 anni fa segnò in maniera indelebile la storia del club lancianese, decretando la prima storica promozione tra i cadetti, il primo anno di serie B, con mister Gautieri che riuscì a raggiungere l’obbiettivo salvezza all’ultima giornata in quel di Novara, il ricordo dell’anno successivo, in cui la Virtus guidata da Marco Baroni rimase per 7 giornate di fila in cima alla classifica cadetta, facendo sognare un’intera città, il “film” della terza stagione, con il Lanciano dei vari Monachello, Thiam e Cerri, che andò vicino alla qualificazione per i play off, per finire con quello di quest’ultima stagione, che è sì retrocesso, ma dopo avere lottato con grande ardore e spirito di sacrificio.
Parafrasando una frase del virgulto di casa Maio, Guglielmo, fratello della Presidente Valentina, e vice presidente del sodalizio rossonero, “I campionati si vincono e si perdono”, ma questa retrocessione può essere considerata una sconfitta per tutto l’Abruzzo calcistico. Sulle eventuali motivazioni, sulle responsabilità, su quello che si sarebbe potuto fare e non si fatto, sarà meglio pensarci dopo. A bocce ferme. Per intanto, non rimane che leccarsi le ferite per una retrocessione, che, checché se ne dica, brucia e continuerà a bruciare ancora per molto, sebbene i ringraziamenti alla famiglia Maio siano assolutamente d’obbligo. Hanno salvato la società dal fallimento nel 2007, e da allora hanno tirato avanti da soli, portando per la prima volta nella loro storia i frentani in serie B, categorie nella quale sono rimasti per 4 stagioni. Scusateci se è poco…
CHRISTIAN BARISANI
Patrizio Mascolo: “Risolvere problemi quotidiani, subito un piano straordinario di manutenzione”
Gragnano Un piano straordinario di manutenzione della città. Una serie di provvedimenti ad hoc per procedere alla pulizia dei marciapiedi, alla risistemazione del verde pubblico, alla messa in opera di lavori urgenti di riqualificazione di strade e vie principali e secondarie.
Sono le proposte messe in campo da Patrizio Mascolo, candidato a sindaco di Gragnano, in campo per il turno di ballottaggio.
“Il nostro lavoro straordinario sarà sicuramente quello di rendere normale l’ordinario – dichiara il candidato a sindaco – in questi giorni, sia con l’iniziativa dei post-it, sia con i continui incontri tra la gente della mia città, abbiamo ricevuto segnalazioni e input su lavori di immediata urgenza e provvedimenti da prendere per aumentare da subito la qualità della vita di centro e periferie di Gragnano”.
Patrizio Mascolo, che alle periferie dedicherà l’indicazione di un assessore con la delega specifica, ha anche spiegato l’azione che, una volta sindaco, porterà avanti per migliorare la qualità della vita.
“Completamento delle fogne nelle zone in cui mancano, radicale pulizia delle caditoie per evitare il fenomeno degli allagamenti, interventi nelle aree a rischio dissesto – dichiara Patrizio Mascolo – sono solo alcuni dei punti che intendiamo portare a termine nel più breve tempo possibile. Con me sindaco questi progetti possono essere messi in opera nel giro di poche settimane”.
Trasbordo migranti su CP311 e 324 e sbarco a Lampedusa (VIDEO)
Video relativo alle operazioni di trasbordo sulle unità CP311 e CP324 della Guardia Costiera e alle successive operazioni di sbarco a Lampedusa dei migranti tratti in salvo nella giornata di ieri dalla nave Topaz Responder del MOAS con Emergency.
Ischia, grande successo per l’evento “Gli anni della storia” (Video)

Si è conclusa nella giornata di sabato la bellissima manifestazione intitolata “Gli anni della storia” una manifestazione che ha rappresentato i grandi successi dell’Ischia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Una full immersion di tre giorni, nel corso dei quali tutti gli appassionati hanno avuto modo di rivivere tutte le emozioni degli anni più belli della storia gialloblù.
La manifestazione si è chiusa con il gran Galà all’Hotel Re Ferdinando, offerto dallo storico bomber e bandiera gialloblu, Salvatore Di Meglio. Nel pomeriggio, però, grande partecipazione allo stadio Rispoli, palcoscenico dei fantastici successi dell’Ischia di quegli anni.
C’è stata una partita di vecchie glorie, a cui hanno partecipato proprio tutte le storiche bandiere gialloblù. Buoncammino si è divertito a fare l’arbitro, in campo Franco Impagliazzo, Martusciello e tutti gli altri hanno fatto rivivere a tutti gli appassionati le grandi emozioni di un tempo. “Billone” Monti, invece, non ha svestito i suoi panni attuali di allenatore e si è dilettato a bordo campo a dirigere non una ma entrambe le squadre in campo. Zero a zero il punteggio finale, con ritmi blandi ma qualche giocata di spessore che non è mancata,è stato un bel pomeriggio di calcio. L’ultimo di una tre giorni davvero intensa. Giovedì sera c’è stata la cerimonia inaugurale presso il Carcere alla Spiaggia dei pescatori, che ha visto una grande partecipazione di tifosi e appassionati.
La manifestazione è poi proseguita venerdì sera presso il Salone delle Antiche Terme Comunali. C’è stato spazio per la proiezione di filmati e diapositive di quegli anni storici dell’Ischia Calcio. In particolar modo della partita Ischia-Rende del 7 giugno del 1987, quella decisiva per la promozione in Serie C1. L’Ischia vinse 2-0 grazie ai gol di Ciro Bilardi e Vincenzo Onorato, chiudendo il campionato al secondo posto. E poi, come detto, ieri si è chiuso in bellezza con la partita delle vecchie glorie ed il Gran Galà al Re Ferdinando. E allora arrivederci al prossimo appuntamento con “Gli anni della storia”, sperando di rivivere ancora tanti successi come questi appena celebrati.

Zielinski: “Borussia Dortmund, Napoli e Liverpool? Vedremo…”
Le sue parole
Piotr Zielinski ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Sono molto grato all’Empoli per avermi fatto crescere, il merito è di questa società che ha creduto in me. Borussia Dortmund, Napoli e Liverpool? Non è la prima domanda del genere che mi fate (ride ndr). Per ora sono concentrato sull’Europeo, dopo questa competizione sceglierò la mia destinazione”.
Crespo: “Quando vedo Maradona torno bambino. Higuain? Un ‘dio’ azzurro”
Le sue parole
Il Corriere del Mezzogiorno riporta una lunga intervista ad Hernan Crespo: «Quando per la prima volta salii le scalette dello stadio San Paolo, quelle che portano al campo, avvertii una forte emozione. Le immagini dei santini alle pareti, quei quadretti anche un po’ sbiaditi che qualche anno prima toccava Maradona prima di ogni partita, mi sembravano magici». Al San Paolo, Hernan Crespo, non ci ha mai giocato. Ma nel 1996, con la maglia del Parma, capì immediatamente cosa significava una partita nel tempio del Pibe».
Eppure lei al Napoli non ci ha mai giocato. Un rimpianto della sua carriera italiana? – «No, non posso definirlo così. Mi sarebbe piaciuto tantissimo. Avrei vissuto la città che Diego aveva amato più di ogni altra. Ma quando la mia carriera era in ascesa, il Napoli non viveva una fase positiva. Quando poi le mie quotazioni iniziavano a scendere, il Napoli vinceva ed era troppo alto per me».
La terra di Maradona e anche quella di Higuain – «Noi argentini ci troviamo benissimo nelle città passionali, dove il calcio viene vissuto in maniera viscerale. Maradona era un dio per i tifosi e il Pipita si avvia a diventarlo».
Eppure il futuro del Pipita potrebbe non essere a Napoli… – «A Napoli ha realizzato trentasei gol, un campione però vuole vincere. E magari si accontenta di segnarne venticinque ma con un trofeo. A Napoli sta benissimo, ma il calcio a volte ti porta a prendere decisioni di testa. Higuain non deciderà lui se restare o meno, c’è una clausola».
Peraltro molto alta. Ci sarà un club disposto a spendere tanto, secondo lei? – «Higuain può anche valerli, quei soldi. Ma pochissime squadre possono permetterseli. Credo che lui adesso sia concentrato solo sulla coppa America. E’ in una situazione in cui non sarà lui a stabilire se andar via oppure no».
In Europa probabilmente guadagnerebbe molto di più. – «Ai livelli di Higuain non è il milione o due che fanno la differenza. Chi decide ad un certo punto di guadagnare tantissimi soldi, fa una scelta diversa. Va in Cina, come ha fatto il Pocho. Legittimo. Oggi Higuain credo che andrebbe via da Napoli solo se costretto da una squadra che paga la clausola. A Napoli è maturato, Sarri ha esaltato le sue capacità e la società ha un progetto. Ma vuole vincere un trofeo e chiederà garanzie per questo».
Una squadra più forte? «Probabilmente sì».
Le piace il calcio di Sarri? «E’ il calcio propositivo, quello in cui più mi ritrovo. Anche a Empoli faceva lo stesso gioco, lo ha esportato a Napoli e la differenza tecnica della squadra ha fatto il resto».
Tra qualche giorno rivedrà Maradona a Parigi per una sfida amichevole – «Quando sono stato contattato, ero felice come un bambino di nove anni. Quel bambino che guardava il suo idolo in tv ed ora ha la possibilità di giocarci insieme. Sono stato un uomo fortunato. Da appassionato di calcio ho conosciuto tutti i mie idoli. A un certo punto della mia carriera, anche loro conoscevano me. Il massimo».
Coppa America, chi vince? «Ma la mia Argentina».
L’Europeo? «Tifo Italia, e vorrei dire la mia Italia».
Niente Diawara: il Valencia in pole position sul centrocampista
Si allontana Diawara: il centrocampista del Bologna sarebbe vicino al Valencia. Bigon, nuovo direttore degli emiliani, chiede 15 milioni di euro; gli spagnoli sarebbero disposti ad arrivare fino a 13. Il Napoli rimane indietro e aspetta di vedere come si concluderà la trattativa tra il Bologna e il club spagnolo. A riportalo, il Corriere di Bologna.
SSC Napoli messa in mora dal Comune di Napoli
La diatriba tra il Comune di Napoli e la SSC Napoli per lo stadio San Paolo continua
La Gazzetta dello Sport scrive: Neppure il tempo di mandare in archivio il primo atto delle elezioni amministrative che il Comune di Napoli ha “messo in mora” il club azzurro intimandolo a pagare quanto dovuto per i canoni di concessione dello stadio San Paolo a partire dal primo settembre 2014 e fino al 30 settembre 2015. Si tratta di circa 644 mila euro, cui però vanno aggiunti i soldi che la società di De Laurentiis deve all’ente proprietario dello stadio per la stagione appena terminata durante la quale è scaduta la convenzione d’uso dell’impianto ma che comunque vede il Napoli moroso (la nuova convenzione deve ancora essere approvata ma prevede un aumento del 20% dell’affitto con altre spese a carico del Napoli). Negli uffici di piazza Municipio incombe la presentazione del bilancio e dunque il servizio gestione grandi impianti sportivi ha provveduto a notificare al Calcio Napoli “diffida al pagamento e contestuale messa in mora per un importo complessivo pari a 644.593,83 (Iva inclusa) per i canoni concessori per il periodo 1 settembre 2014 a tutto il 30 settembre 2015, comprensivo di relativo canone pubblicità stesso periodo”.
DARE E AVERE — Il Napoli, dal canto suo, vanta nei confronti del Comune alcuni crediti per delle opere straordinarie svolte al San Paolo e vorrebbe, di conseguenza, arrivare ad una transazione tra “dare e avere” come già avvenuto in passato. Inoltre, il club azzurro si riserva di anticipare altre spese relative all’area accoglienza per la Champions (tribuna d’onore, viale di ingresso delle squadre e spogliatoi ospiti). Intanto il Comune ha già chiesto al Credito Sportivo un mutuo da 25 milioni per procedere ad una parziale ristrutturazione dello stadio.
Kramer, è ancora un no: la fidanzata rifiuta Napoli
Ci si riprova: magari andrà meglio. E invece no, anche questa volta la risposta è negativa: Kramer, centrocampista del Borussia Monchengladbach, in ritorno dal prestito al Leverkusen, ha rifiutato nuovamente il Napoli. Giuntoli c’avrebbe provato, ma il club tedesco avrebbe fatto sapere, tramite un sms, che il ragazzo non vorrebbe muoversi dalla Germania, spinto dalla sua fidanzata, che gradirebbe restare lì. Almeno per ora, quindi, la situazione non si sbloccherà.
11 milioni di euro per Fabinho: il Napoli chiama, il Monaco valuta
Secondo quanto riporta il sito ufficiale di Gianluca Di Marzio, il Napoli avrebbe presentato al Monaco un’offerta di 11 milioni di euro per Fabinho, difensore classe 93, che tanto piace al direttore sportivo Giuntoli. La risposta del club del principato dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Fabinho in prima fila per affiancare Hysaj la prossima stagione.
Il sì di Lapadula al Napoli dovrebbe arrivare nel post-Trapani
I dettagli
La Repubblica scrive su Lapadula e il Napoli: “Lo stallo sul mercato va avanti già da un bel po’ di tempo, insomma. Adesso, però, pare davvero che qualcosa stia finalmente per muoversi. Sono ore molto calde, infatti, per la pista che porta al centravanti Gianluca Lapadula, 26 anni, che è stato individuato dal Napoli come vice e controfigura ideale di Gonzalo Higuain. De Laurentiis l’ha prenotato con grande lungimiranza dal Pescara, in campo stasera a Trapani nella finalissima per la promozione in serie A. Gli abruzzesi, dopo il 2-0 della gara d’andata, sono arrivati a un passo dal traguardo: trascinati dai 30 gol messi a segno in campionato del loro inarrestabile bomber, che subito dopo il fischio finale potrà prendere una decisione definitiva sul suo futuro. Il sì di Lapadula al Napoli, se non ci saranno ripensamenti in extremis, dovrebbe dunque arrivare già nelle prossime ore. È più difficile aspettarsi l’annuncio ufficiale, invece, perché il club azzurro ha prima la necessità di piazzare Gabbiadini: a cui non è mai andato a genio il ruolo di vice Higuain”.
Niente Vrsaljko: il Napoli valuta tre alternative
Si allontana Vrsaljko: il difensore s’avvicina all’Atletico Madrid, il Napoli- secondo quanto riporta il Corriere dello Sport- valuta alternative. Sul taccuino di Giuntoli sarebbero presenti tre nomi: Widmer(23) dell’Udinese, Fabinho(22) del Monaco e il milanesta Mattia De Sciglio(23). Mentre per il primo la trattativa sarebbe facilitata dato i buoni rapporti tra il presidente Pozzo e De Laurentiis, per Fabinho la trattativa sarebbe più complessa. Si dovrebbe trattare, infatti, con il non facile club del principato. Da valutare, inoltre, la volontà di Sarri nell’affidarsi a Widmer, dalle doti più difensive, o Fabinho, dalle caratteristice decisamente più offensive. L’ultimo nome, invece, è quello De Sciglio: il Napoli avrebbe già avviato i primi contatti col Milan. Sarri è convinto di poterlo rigenerare, cosicchè ritorni ad essere uno dei difensori più promettenti della serie A
Fontana: “Felice di tornare in una città che mi ha dato tanto”
Ecco quanto dichiarato a Il Roma
Manca ancora l’ufficialità, ma il tecnico calabrese parla già da gialloblù: «Felice di tornare in una città che mi ha dato tanto». La Juve Stabia punta tutto su Gaetano Fontana. È lo stesso allenatore a confermare le voci che vogliono la firma già giunta la scorsa settimana anche se ad oggi manca ancora dell’ufficialità da parte della società. «Il mio futuro è legato alle vespe – sorride l’ex centrocampista del Napoli – sono felice di tornare in una città che in passato mi ha dato tanto anche se l’epilogo della mia avventura è stato da dimenticare. Al momento preferisco non sbilanciarmi su nessun particolare per rispetto del club, approfondirò i vari punti quando giungerà la nota ufficiale come da prassi. Una cosa è certa, il patron Manniello vuole tornare a lottare per la parte alta della classifica e non ha certo intenzione di fungere da sparring partner di chicchessia. Mie richieste tecniche? Siamo appena a giugno, decideremo al momento opportuno».
La Gazzetta conferma Vivicentro: Herrera, ci siamo quasi!
Ve l’avevamo già anticipato un paio di giorni fa, adesso sembrano arrivare conferme: secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, il Napoli sarebbe molto vicino ad Herrera, centrocampista messicano del Porto, clicca qui. Quest’oggi Giuntoli dovrebbe incontrare alcuni intermediari del club lusitano per trovare il definitivo accordo relativo al costo del trasferimento. Il Porto chiede 20 mln di euro, ADL si spingerà fino a 18 milioni, con Sarri che vorrebbe al più presto il ragazzo a disposizione. Pronto, per Herrera, un quadriennale da 1,8 milioni a stagione.
ESCLUSIVA – Viaggio a Gubbio per lo staff di Fontana, intanto è vicino il primo colpo
Tutte le ultime sulla Juve Stabia
Il lavoro in casa Juve Stabia è impegnativo: dal piano societario e il possibile rinnovamento, al nuovo tecnico che sarà Gaetano Fontana e infine alla rosa che avrà a disposizione. Il primo colpo è fatto: la Juve Stabia avrebbe trovato un accordo con l’attaccante esterno della Frattese, Mario Marotta, 26 anni, scuola Napoli, che ha realizzato in due stagioni di Serie D 18 gol. L’accordo sarà ufficializzato a fine mese. Intanto, secondo quanto raccolto in esclusiva dalla redazione di ViViCentro.it, alcuni esponenti del nuovo staff di mister Fontana, i quali nomi non sono stati ufficializzati e, al momento, lasciamo in sospeso, la scorsa settimana si sono recati a Gubbio, sede del ritiro delle Vespe, e hanno visionato le strutture che avranno a disposizione. La data dello start dovrebbe essere intorno al 15 luglio.
a cura di Ciro Novellino
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La politica prigioniera di vecchi schemi
La sorpresa non è arrivata dall’esito del primo turno per le amministrative di domenica, perché, questa volta, i sondaggi ci hanno sostanzialmente azzeccato.
La sorpresa, e la delusione, è venuta dalle interpretazioni della nostra classe politica e dirigente sui risultati del voto, sintomo quanto mai significativo di quel preoccupante distacco dalla realtà delle cosiddette «élite» del Paese, pervicacemente ostinate a guardare con gli occhiali del Novecento le tumultuose trasformazioni sociali di questo inizio del nuovo secolo.
Perché stupirsi ancora che, sul consueto asse destra – sinistra del panorama politico italiano gli schieramenti sociali si siano, da tempo, rivoluzionati, non più nel binomio conservatori-progressisti, ma in quello integrati-esclusi? Con l’ovvia inversione delle tendenze elettorali nei quartieri delle nostre città.
Perché ritenere che abbia ancora validità la tradizionale divisione socio-politica tra lavoratori dipendenti che votano a sinistra e autonomi che scelgono la destra, quando gli effetti della globalizzazione dell’economia e della finanza li hanno accomunati in un nuovo tipo di proletariato, precario e sfiduciato?
Perché non accorgersi che l’improvvisa mobilità elettorale degli italiani, dopo decenni di assoluta impermeabilità tra gli schieramenti, è il segnale di una disperata, frammentata e occasionale domanda politica che non trova mai una offerta, adeguata alle necessità concrete e convincente nella promessa di soddisfarle?
Ecco perché, a sinistra, si immagina nostalgicamente che sia ancora possibile ricostruire una alleanza politica che rifletta quella soluzione, chiamiamola socialdemocratica o laburista, che non ha più una base sociale di riferimento. Come, peraltro, dimostrano le convulsioni culturali e politiche persino dei Paesi scandinavi, esempi classici di tale modello, davanti alle sconvolgenti novità sia dei fenomeni migratori, sia di quelli finanziari di questi tempi. Così, a destra, si invoca, altrettanto nostalgicamente, la ricomposizione di un centro cosiddetto «moderato», in caccia di quegli elettori che sono diventati tutt’altro che «moderati», perchè spinti, dalla devastante crisi del ceto medio, alle estremità più radicali dello schieramento partitico.
La prigione mentale di schemi interpretativi obsoleti, paradossalmente, induce anche coloro che avvertono l’impossibilità di perpetuare ipotesi di soluzione di nuovi problemi con antiche ricette a proporre rimedi insufficienti o illusori. Se è vero, ad esempio, che le novità tecnologiche riducono pesantemente il mercato degli attuali lavori, ricorrere al cosiddetto «reddito di cittadinanza» come innovativa soluzione all’impossibilità di garantire il sistema tradizionale di welfare costituisce un sostegno, per di più senza speranze, alla sopravvivenza di tanti giovani e meno giovani e non l’offerta di occasioni per un progetto di vita o di «nuova vita».
Alle difficoltà italiane, del resto molto simili a quelle di quasi tutte le società occidentali, purtroppo non esistono rimedi con efficacia immediata, proprio perché i mutamenti sociali, economici, culturali avvenuti dall’inizio del secolo sono stati troppo rapidi per la comprensione delle conseguenze da parte di classi dirigenti arroccate nel privilegio di non doverle subire. Ma il loro isolamento dalla realtà produce, per limitarci alle cronache di queste ore, effetti grotteschi, come gli appelli dei leader politici agli elettori perché, al ballottaggio, seguano le loro indicazioni, quando è ormai chiaro che i cittadini le ignorano e decidono solo con la propria testa. Quei partiti che i presunti capi-partito pensano di guidare, infatti, non esistono più da parecchi anni, trasformati, nei casi migliori, in comitati elettorali a seguito di un più o meno improvvisato leader e, nei casi peggiori, in clan personali e affaristici di potentati locali. O come le volenterose e improbabili trasposizioni del voto di domenica su quello del 19 giugno e, nella foga profetica, i calcoli sulle prossime scadenze elettorali o referendarie alla luce di risultati che hanno, nelle variabili locali, indecifrabili significati nazionali.
Meglio sarebbe, alleggeriti dai pur rispettabilissimi fardelli dei libri di Adamo Smith o di Carlo Marx , andare, con liberatoria curiosità, alla scoperta di tanti fenomeni nuovi che hanno cambiato la nostra vita e, soprattutto, quella delle più giovani generazioni. Ci accorgeremmo, allora, che la scuola e l’università, una volta deputati ascensori della mobilità sociale, sono diventate, tranne qualche eccezione, istituzioni che perpetuano una feroce conservazione di classe nei destini dei loro studenti. O che il sistema di welfare familiare che negli anni passati consentiva, con il patrimonio dei risparmi accumulati dal lavoro di nonni e padri, di mantenere figli precari o disoccupati per lunghi anni, incomincia a franare. I minimi tassi di remunerazione di quei capitali, piccoli o meno piccoli che siano, non consentono più ai tesoretti depositati in banca dalle vecchie generazioni di far fronte alle necessità di un sostegno supplementare ai magri guadagni, quando ci sono, dei giovani d’oggi.
Ci accorgeremmo, forse, che la prossima rivoluzione non verrà dai poveri che troviamo all’aperto, agli angoli delle strade, ma da quelli che stanno al chiuso, dentro le loro case e si vergognano di esserlo diventati.
vivicentro.it/editoriale – lastampa/La politica prigioniera di vecchi schemi LUIGI LA SPINA
Un gol di Boccolini in Milan-Napoli 0-2 del 1976
I dettagli
Il giorno 9 giugno il Napoli ha giocato quattro partite, tre in serie A ed una in coppa Italia, ottenendo due vittorie con una sconfitta.
Ricordiamo il 2-0 al Milan nel girone finale della coppa Italia-1975/76
Questa è la formazione schierata da Luis Vinicio:
Carmignani, La Palma, Pogliana, Burgnich, Vavassori, Orlandini, Massa, Esposito, Savoldi, Boccolini, Sperotto
I gol: 56′ Savoldi (rig), 71′ Boccolini
Il Napoli vinse quel girone finale e si qualificò per la finalissima di Roma: 4-0 al Verona e conquista della seconda coppa Italia della sua storia.
Luigi Boccolini, in gol contro il Milan, vanta 3 reti nelle sue 36 presenze in maglia azzurra.
sscnapoli.it
Alì Italia

Direttamente da un incubo della Fallaci o da un romanzo di Houellebecq sull’Europa Saudita, ecco le nuove divise della compagnia aerea fu-italiana, ora di proprietà della Etihad di Dubai. Le ha disegnate un milanese, ma il committente è musulmano e si vede. Dalla punta dei capelli a quella dei piedi, sarebbe vano cercare un centimetro di pelle scoperta. Oltretutto l’hanno coperta male. L’Alitalia ha negato che i tessuti siano infiammabili, ma non può smentire che siano brutti. Immagino che l’abbondanza di rosso e verde intenda omaggiare la bandiera (il bianco è garantito dalla faccia disperata delle hostess quando si osservano allo specchio). Ma non conosco una sola donna italiana che indosserebbe delle calze verdi, se non sotto la minaccia di un plotone di esecuzione. E anche lì, come ultimo desiderio, chiederebbe di sfilarsele. Un’anima bella si sforzerà di vedere in questa immagine da rivista Anni Cinquanta il recupero della sobrietà perduta, ma senza il buongusto di allora. Io vi leggo la certificazione di cosa succede quando un bene italiano finisce nelle mani di una cultura che, quantomeno in materia di donne, si trova nelle condizioni più di prendere esempi che di imporne.
vivicentro.it/opinioni – lastampa/Alì Italia MASSIMO GRAMELLINI




