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Guardia Costiera, 5 luglio 2016: 30 operazioni, 4500 vite salvate (VIDEO)

Sono circa 4.500 i migranti tratti in salvo nella giornata di oggi, nel corso di oltre 30 operazioni di soccorso (nella maggior parte gommoni e un barcone) coordinate dalla Centrale operativa della Guardia costiera a Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Nelle operazioni sono intervenute: la nave Diciotti della Guardia costiera che ha soccorso 1 barcone e 5 gommoni traendo in salvo complessivamente 1.104 persone; unità della Marina Militare, di Eunavformed di Frontex e ONG.

Queste le immagini delle operazioni di soccorso effettuate da Nave Diciotti della Guardia costiera, riguardanti un barcone con a bordo 435 migranti (tra cui 124 donne e 18 minori)

Altri 459 migranti erano già stati tratti in salvo nell’operazione terminata il giorno precedente, 4 luglio, e condotta da Nave Corsi, anch’essa inserita nel dispositivo Frontex, in collaborazione con un mercantile

vivicentro.it/isole/cronaca –  Guardia Costiera, 5 luglio 2016: 30 operazioni, 4.500 vite salvate

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

Parte domani la nuova stagione del Napoli: il programma della settimana

Terminate le vacanze, il Napoli domani si radunerà a Castel Volturno per dare il via ufficiale alla stagione 2016/2017.

Gli azzurri si ritroveranno al Centro Tecnico per le ore 12 e successivamente svolgeranno test medici, fisici ed atletici.

Nel pomeriggio ci sarà la prima seduta della stagione guidata da Maurizio Sarri ed il suo staff tecnico.

Il Napoli resterà si allenerà a Castel Volturno fino a venerdì e poi sabato mattina la comitiva partirà per il ritiro di Dimaro Folgarida in Val di Sole.

 

Da sscnapoli.it

Banche: Unimpresa, 40% sofferenze aziende è legato al mattone

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Oltre il 40% delle sofferenze bancarie relative alle imprese è legato al mattone. Sul totale di finanziamenti concessi dagli istituti di credito e non rimborsati dalle aziende, pari a più di 156 miliardi di euro, oltre 63 miliardi si riferiscono infatti al settore delle attività immobiliari e a quello delle costruzioni. Le attività immobiliari pesano per oltre il 13% (20 miliardi) sui crediti deteriorati e le costruzioni per oltre il 27% (42 miliardi). Nella classifica dei comparti che più faticano a rimborsare i finanziamenti alle banche figurano poi le aziende manifatturiere col 23% (36 miliardi) e il settore auto (vendita e assistenza) col 17% (27 miliardi). Gli arretrati del settore agricolo “coprono” il 4% (6,2 miliardi), mentre i crediti deteriorati del turismo valgono il 3,8% (6 miliardi). Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale il totale delle sofferenze delle aziende (imprese e imprese familiari) vale 156,7 miliardi, mentre il totale generale dei prestiti non rimborsati ammonta a 198,3 miliardi in crescita di 6,7 miliardi negli ultimi 12 mesi. “E’ un’emergenza sulla quale richiamiamo l’attenzione da anni e oggi, con una nuova tempesta sui mercati finanziari, sta di nuovo esplodendo. Non si perda tempo, servono sforzi da parte di tutti, anche con denaro pubblico, per risolvere il nodo delle sofferenze che è in prima battuta un problema del settore bancario, ma che in realtà rappresenta un ostacolo per le imprese soprattutto per accedere a nuovo credito” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

 

Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia relativi ad aprile scorso, complessivamente le sofferenze che fanno capo alle aziende e alle imprese familiari valgono 156,7 miliardi. I prestiti non rimborsati legati al mattone ammontano complessivamente a 63,3 miliardi pari al 40,41% del totale: 3,4 miliardi sono riconducibili a imprese familiari (3,1 miliardi dalle costruzioni e 360 milioni da attività immobiliari) e 59,8 miliardi ad aziende (39,6 miliardi dalle costruzioni e 20,1 miliardi da attività immobiliari). Al comparto dell’agricoltura e della pesca, poi, fanno capo 6,2 miliardi di sofferenze (4,00% del totale): 3,3 miliardi sono di imprese familiari e 2,9 miliardi di aziende). Il settore delle estrazioni di minerali pesa per appena 469 milioni (0,30%) dei quali 17 milioni sono di imprese familiari e i restanti 452 milioni di aziende più grandi. Valgono 36,01 miliardi (22,97%), poi, le sofferenze delle attività manifatturiere con 1,7 miliardi a “carico” di imprese familiari e 34,2 miliardi di aziende maggiori. Le forniture di energia elettrica e gas valgono 654 milioni (0,42%), quelle di acqua e gestioni rifiuti 866 milioni (0,55%). Un peso rilevante è quello dell’automotive, con 26,9 miliardi di sofferenze (17,22%): si tratta dei concessionari di automobili e auto oltre che dell’assistenza post vendita con le imprese familiari che hanno arretrati per 3,9 miliardi e le aziende maggiori per 23,01 miliardi. Gli altri comparti: trasporto e magazzinaggio 3,8 miliardi (2,47%), turismo 6,06 miliardi (3,87%), informazione e comunicazione 1,9 miliardi (1,23%), attività professionali e scientifiche 3,5 miliardi (2,24%), noleggio e agenzie di viaggio 3,3 miliardi (2,15%).

Complessivamente, le rate dei finanziamenti non rimborsate sono passate dai 191,6 miliardi di aprile 2015 ai 198,3 miliardi di aprile 2016 (+3,52%) in aumento di 6,7 miliardi; a gennaio scorso le sofferenze ammontavano a 202,05 miliardi. Nel dettaglio, la quota di crediti deteriorati che fa capo alle imprese è salita da 136,3 miliardi a 140,7 (+3,21%) in aumento di 4,3 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 35,5 miliardi a 37,4 miliardi (+5,16%) in salita di 1,8 miliardi. Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 416 milioni da 15,5 miliardi a 15,9 miliardi (+2,67%). Le “altre” sofferenze (Pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 4,07 a 4,1 miliardi (+2,95%) con 120 milioni in più. Le sofferenze nette sono passate da 82,2 miliardi di aprile 2015 a 83,9 miliardi di aprile 2016 in aumento di 1,6 miliardi (+2,04%). Ad aprile 2015 le sofferenze corrispondevano al 13,64% dei prestiti bancari (1.405,8 miliardi), percentuale salita al 14,07% ad aprile scorso, quando i finanziamenti degli istituti erano passati a 1.409,8 miliardi. Rispetto alla fine del 2010 le sofferenze sono più che raddoppiate: in poco più di cinque anni, da dicembre 2010 ad aprile 2016, sono salite da 77,8 miliardi a 198,3 miliardi in salita di quasi 120 miliardi. A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi.

IN 12 MESI GIU’ DI 16 MILIARDI I PRESTITI ALLE AZIENDE, SALE IL CREDITO AL CONSUMO DI 21 MILIARDI

Parallelamente c’è la questione dei rubinetti del credito che faticano a riaprirsi. Lo stock dei finanziamenti al settore privato è lievemente cresciuto da aprile 2015 ad aprile 2016 di 4,8 miliardi (+0,34%): il totale dei prestiti è salito da 1.405,08 miliardi a 1.409,8 miliardi. Un risultato legato all’aumento delle erogazioni alle famiglie sostenute da una dinamica in forte accelerazione del credito al consumo, comparto salito di 21,8 miliardi in un anno da 60,9 miliardi a 82,7 miliardi (+35,91%): si tratta dei prestiti erogati per una finalità specifica, in particolare per l’acquisto di automobili, elettrodomestici, televisori, tablet, smartphone, computer, arredamento per la casa e viaggi. Lieve crescita anche per i mutui di 4,5 miliardi da 357,9 miliardi a 362,5 miliardi (+1,28%), mentre si registra un calo di 5,6 miliardi per i prestiti personali scesi da 179,5 miliardi a 173,9 miliardi (-3,15%). Complessivamente i finanziamenti alle famiglie sono saliti di 20,8 miliardi da 598,4 miliardi a 619,2 miliardi (+3,48%). Resta in generale negativo il quadro per le imprese che hanno visto calare i finanziamenti di 15,9 miliardi da 806,6 miliardi a 790,6 miliardi (-1,98%). Le aziende nell’ultimo anno hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di quasi tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 16,06 miliardi (-5,43%) da 296,03 miliardi a 279,9 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 15,5 miliardi (-4,13%) da 376,05 miliardi a 360,5 miliardi, mentre quelli di medio periodo (fino a 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 15,6 miliardi (+11,61%) da 134,5 miliardi a 150,2 miliardi.

 

 

WHITE circo equestre: spettacolo da gustare più volte (VIDEO – Diana Marcopulopulos)

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Recensione e video di Diana Marcopulopulos
Francesco Cecoro
Francesco Cecoro

Il Circo Equestre di Togni si trasforma in spettacolo Teatrale.

È stato chiamato WHITE .

Ed è bianca la scenografia , altrettanto la coreografia,bianchi i costumi degli artisti , sono bianchi i primi attori , i cavalli, che “cavalcano” la scena diretti dagli addestratori .

Bianco il pubblico che assiste. Senza dubbio il colore bianco non è stato scelto a caso, è quello più completo, è l’unico colore che comprende quelli dello spettro luminoso.

Simboleggia la Speranza, la Trasparenza, la Purezza.

Sicuramente tranquillizzante, rilassante.

È ciò che si assapora e si percepisce assistendo a questo progetto mai prima attuato.

Uno spettacolo suggestivo . Un insieme tra teatro e circo, un connubio ben riuscito . Dove i cavalli sono i protagonisti principali. Cavalli purosangue che irrompono in scena con vigoria ma allo stesso tempo con eleganza. La musica accompagna ogni atto, le luci accarezzano e seguono la scena illuminando i personaggi . Si ha la sensazione di stare sospesi nel vuoto, di essere leggeri, ci si libera la mente, è una percezione singolare da non credere ma da provare.

La poesia recitata con maestria da Cinzia Candela apre ogni scena . Una voce narrante che rilassa , in un’atmosfera altrettanto tranquillizzante che impregnata con il colore bianco ci trasporta in una sorte di oblio. Il circo equestre tradizionale è ben lontano dallo spettacolo ideato e progettato dai fratelli Flavio e Daniele Togni. La linea conduttrice di tutta la rappresentazione è data dai cavalli, a margine ci sono gli acrobati, le danzatrici, i trapezisti e i giocolieri. Assistiamo ad uno spettacolo unico nel suo genere,grazie al regista e direttore artistico Antonio Giarola che ha saputo sagacemente coniugare l’arte dei circensi con quella del teatro .

Uno spettacolo da vedere, uno spettacolo da rivedere.

Circo white

Civiltà liberal democratica

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Basta la crisi della civiltà liberal democratica miscelata con migrazioni, terrorismo e difficoltà economiche a generare il girotondo e la confusione nella quale sembrano versare le persone ed i governanti in tutto il mondo? Sono queste le sfide esterne che le democrazie sembrano incapaci di affrontare? E’ proprio questa la miscela che ha portato alla Brexit come anche alla vittoria di Trump nelle primarie repubblicane? Giovanni Orsina ne fa oggetto nel suo editoriale di oggi: Il girotondo delle democrazie (su La Stampa) e prova ad analizzare il tutto:

Dalla vittoria di Trump nelle primarie repubblicane al Brexit, il «cigno nero», l’evento traumatico che nessuno credeva davvero possibile, si sta trasformando nella nostra quotidiana normalità democratica. Chi ha cercato di spiegare perché ciò stia accadendo si è concentrato per lo più sul bisogno insoddisfatto di protezione: di sicurezza economica per classi medie in declino; di incolumità fisica per cittadini atterriti da terroristi e migranti. È una spiegazione fondata, ma a mio avviso insufficiente. Migrazioni, terrorismo e difficoltà economiche sono le sfide esterne che le democrazie paiono incapaci di affrontare. Le ragioni di questa loro incapacità, però, devono essere cercate al loro interno. Ossia, per chiamare le cose col loro nome, in una crisi sempre più evidente della civiltà liberaldemocratica. Una crisi che non nasce oggi, e che negli ultimi decenni hanno denunciato in tanti. Ma che oggi sembra aver raggiunto il suo culmine.

La natura dissonante e divergente del dibattito pubblico è un primo aspetto di questa crisi. Un secolo e mezzo fa, John Stuart Mill scriveva che «la libertà non è applicabile in alcuna situazione precedente il momento in cui gli uomini sono diventati capaci di migliorare attraverso la discussione libera e tra eguali». Con quel «migliorare» Mill intendeva due cose, mi sembra: che discutendo gli uomini si sarebbero avvicinati sia gli uni agli altri (pur restando differenti) sia alla verità (che pure rimaneva irraggiungibile). Nella formulazione del filosofo inglese, poi, la capacità di migliorare era irreversibile: una volta che fosse stata raggiunta, non la si sarebbe più smarrita.

Ora, siamo davvero sicuri di non averla invece perduta, quella capacità? In relazione sia all’elezione di Trump, sia alla Brexit, è stata usata nel mondo anglosassone l’espressione «post-truth politics»: politica post-verità. Un gioco politico in cui le parti, quale più quale meno, mentono tutte; anche i dati più «duri» vengono contestati; gli esperti non sanno più fornire all’opinione pubblica alcuna certezza. E il progresso lineare verso la conoscenza e la convergenza, sognato da Mill, diventa un vano e frustrante girotondo in una babele di sofismi.

Un secondo aspetto della crisi della liberaldemocrazia va cercato nella fragilità dei corpi intermedi: le organizzazioni politiche, economiche, culturali, religiose. Una fragilità che deriva dalle trasformazioni storiche degli ultimi cinquant’anni, ma alla quale hanno pure contribuito attivamente le forze politiche sia di destra sia di sinistra. Le forze di destra – spesso di destra liberale – hanno indebolito i corpi intermedi perché si sono affidate al mercato. Proprio mentre denunciavano le forze di sinistra perché li indebolivano con l’insistere sui diritti individuali. Le forze di sinistra – spesso di sinistra liberale – hanno contribuito a disarticolare i corpi intermedi con l’enfasi sui diritti individuali. E al contempo attaccavano la destra perché li corrodeva attraverso il mercato.

Diritti individuali e mercato sono indispensabili a una democrazia, certo. Ma non le sono sufficienti. Nella tradizione liberale è sempre stata ben presente la consapevolezza che una società non può reggersi soltanto su pilastri economici e giuridici, ma ha bisogno di robuste fondamenta politiche. Ossia di ragioni che la tengano insieme – memorie, identità, senso civico, valori condivisi –, e di articolazioni interne che nutrano quelle ragioni. Si capisce allora perché mai la democrazia liberale più antica e solida del continente abbia votato contro un’Europa che è tanto attiva sul terreno economico e giuridico quanto inconsistente su quello politico.

In una democrazia liberale priva di verità e corpi intermedi, le élite non possono trovare legittimità. Non gliela può dare la competenza tecnica, che si disintegra nella cacofonia del dibattito pubblico. Non gliela può dare la leadership sociale, perché non ci sono più luoghi nei quali esercitarla. Ma se agli occhi del cittadino qualunque le élite non hanno alcuna utilità, i privilegi dei quali esse godono diventano insopportabili – ce lo ha insegnato Tocqueville. Come meravigliarsi, allora, se il voto diventa soprattutto un modo per esprimere quell’esasperazione? Eppure, al contempo, quanto a lungo può sopravvivere una liberaldemocrazia in cui le élite – tutte le élite – sono così delegittimate?

Possiamo naturalmente sperare che questa crisi sia congiunturale, e che prima o poi venga riassorbita. Che si riesca a rimettere un po’ d’ordine nel dibattito pubblico e a ricostruire dei corpi intermedi. O perfino che si trovi un modo per vivere senza classi dirigenti – è l’utopia del Movimento 5 stelle, un altro «cigno nero» fattosi normalità. Perché queste speranze abbiano un qualche fondamento, però, è necessario che sia le élite sia gli elettori riconoscano la crisi per quel che è. Si rendano conto dei pericoli che porta con sé. E prendano a comportarsi in maniera più responsabile di quel che hanno fatto negli ultimi anni.

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vivicentro.it/editoriale –  lastampa / Il girotondo delle democrazie GIOVANNI ORSINA

Ischia, incontro al Polifunzionale tra i tifosi: “Vogliamo farci trovare pronti”

tifosi ischia polifunzionale

Ieri sera presso sala del Polifunzionale di Ischia, c’è stata un’assemblea tra i tifosi dell’Ischia Calcio. Ci si aspettava un gruppo più elevato, ma all’incontro erano i grandi appassionati e storici della squadra gialloblu. Ad aprire il discorso è stato lo storico tifoso Federico De Angelis,non a caso promotore di questa iniziativa:” vogliamo fare una proposta scritta alla società per farci trovare pronti”. In questi giorni le trattative per il futuro della squadra isolana si stanno intensificando,anche se dalla terraferma ci sono ancora molti nodi da sciogliere. Si è parlato di varie trattative con a capo Manna, o l’ingresso in società di una figura importante come quella di Martino Scibilia. Ma queste attualmente rimangono soltanto idee che al momento non sembrano decollare. Proprio per questo Federico De Angelis ha dichiarato: ” Abbiamo deciso di tassarci con una quota minima di 500 euro per cercare di arrivare a 30 mila euro, da poter avere così un referente in società che ci illustri la gestione dell’Ischia nella prossima stagione. Noi siamo già arrivati intorno ai 6 mila euro. Il cassiere è Peppe Manzi.In molti che hanno già contribuito,però lo hanno fatto solo in caso di ripescaggio in Lega Pro, altrimenti se dovremmo disputare la serie D,dovremmo sederci a tavola di nuovo e confrontarci. L’obiettivo nostro è quello di arrivare alla cifra di 30 mila euro entro giovedì, se in tal caso non dovremmo arrivare a questa cifra ne prenderemo atto. Non è facile,però dobbiamo cercare di coinvolgere più persone possibili, noi personalmente ci stiamo impegnando tanto ma non vedo nessun tipo di collaborazione da parte dell’isola”. La proposta lanciata dunque è quella di garantire la cartellonistica,gli abbonamenti anche perchè quest’anno non hanno fruttato nessun guadagno e la gestione degli accrediti. Ad intervenire all’assemblea c’è stato anche l’intervento dell’Avvocato Di Meglio che ha risposto alle varie domande dei tanti appassionati presenti in sala. L’avvocato Emanuele Di Meglio,ricordiamo ha avuto il mandato da parte della società per trovare forze fresche sul territorio isolano pronte ad entrare in società. Il noto avvocato,ha dichiarato che nella giornata di ieri è stata depositata l’istanza per l’utilizzo dello stadio Mazzella. Un documento importante,per permettere l’iscrizione al prossimo campionato di serie D. Inoltre l’avvocato aggiunge: ” E’ bene precisarlo attualmente siamo una squadra di serie D, per il ritorno in Lega Pro ci vuole un vero miracolo,perchè dovremmo aspettare che si liberano dei posti. Nella giornata di venerdì l’attuale società,attraverso un comunicato dovrebbe fare il punto sull’eventuale futuro. Attualmente la società si sta occupando per consegnare l’iscrizione per il campionato di serie D,ma sta lavorando anche per diverse trattative con due gruppi di imprenditori pronti ad entrare.

ESCLUSIVA – Andrea De Lucia e Manniello hanno trovato l’accordo

Dopo un lungo corteggiamento la trattativa tra Manniello e Andrea De Lucia si è conclusa positivamente

Era quello che tutti aspettavano, tante parole, ma finalmente quella finale. Infatti, raggiunto al telefono dalla redazione di Vivicentro.it, in esclusiva, l’imprenditore Andrea De Lucia conferma il buon esito della trattativa. Queste le sue parole:

“Confermo che oggi mi sono incontrato con il Presidente Manniello ed è stato trovato un accordo che prevede la gestione totale dell’intero settore giovanile per cinque anni.

Per l’ingresso anche in prima squadra, non voglio parlare di percentuali, perché Manniello non è un uomo da percentuali, ne discuteremo in futuro e se ci saranno i presupposti non mi tirerò indietro. Siamo uomini di parola per cui in futuro non ci saranno problemi in quanto la stima che abbiamo l’uno verso l’altro ci ha permesso di portare avanti la trattativa di oggi con una conduzione totalmente amicale.

Oggi ci siamo anche chiariti sulle dichiarazioni circolate nei giorni scorsi, quindi siamo in completa sintonia e ho capito che al Presidente Manniello fa piacere la mia presenza in società.

Il settore giovanile continuerà ad essere gestito dal mio amico Alberico Turi che voglio ringraziare pubblicamente in quanto è stato l’artefice del  buon esito della trattativa, l’allontanamento tra me e Manniello c’è stato. Solo grazie all’impegno e all’amicizia che lega Alberico Turi al sottoscritto e al Presidente Manniello  oggi è stato possibile che avvenisse questo nostro incontro”.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA previa citazione obbligatoria della fonte

Elenco articoli della nostra redazione sulla trattativa:

Caserta aiuterà Manniello?

De Lucia innamorato della Juve Stabia

Mercoledì 29 giugno l’incontro tra Manniello e De Lucia

L’incontro tra Manniello e De Lucia si farà

94mo Opera Festival Arena Verona: partenza sprint

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Inizia con numeri in crescita il 94° Opera Festival Arena Verona: le prime cinque serate, infatti, hanno registrato un incremento di vendite superiori del 6,3 % rispetto ai medesimi dati del 2015 con un incasso di 3.356.360 euro, a conferma della positiva risposta del pubblico nei confronti dell’offerta artistica della Fondazione Arena. Le prime due rappresentazioni di Carmen, serata inaugurale, e Aida, erano pressoché esaurite in tutti i settori.

In cartellone per questa settimana La Traviata, Carmen e Aida, tra i titoli più amati dal pubblico proposti negli allestimenti più spettacolari e divenuti ormai inscindibili dal palcoscenico areniano. Grande soddisfazione per l’andamento positivo è stata espressa dal Commissario Straordinario Carlo Fuortes:

I dati finora raccolti sono un ottimo punto d’avvio per il rilancio della Fondazione Arena; l’impegno di tutte le parti del Teatro sta dando risultati che fanno ben sperare per il proseguo della Stagione Lirica”.

Le due scelte: sopravvivenza e indifferenza

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Il racconto di Gianni Boschetti, l’uomo sfuggito all’attacco a Dacca (Bangladesh) dove ha perso la vita la moglie Claudia D’Antona, ha suscitato molte riflessioni ed ancor più commenti anche sui giornali. Tra i tanti non poteva certo mancare l’attenta disamina di Massimo Gramellini che, nel suo Buongiorno di oggi sulla Stampa, così scrive:

Le due scelte: Gianni Boschetti è l’uomo di cui tutti parlano e che nessuno invidia. Il vedovo di Claudia D’Antona, una delle nove vittime di Dacca. Colui che si è nascosto dietro un cespuglio mentre i terroristi rastrellavano gli italiani e la moglie gridava il suo nome. Sei ore è rimasto in quel cespuglio e forse non ci uscirà più, benché adesso transiti da una tv all’altra per tenere a bada il senso di colpa. Se fosse venuto allo scoperto, isolato e disarmato com’era, sarebbe morto anche lui. Ma sarebbe morto con lei.

Nelle chiacchiere ci si divide in due partiti. Quello di chi sostiene le supreme ragioni dell’istinto di sopravvivenza. E quello di chi fa prevalere l’impulso di correre dalla persona amata, pur sapendo che rispondere alla sua invocazione d’aiuto significava andare incontro a un destino segnato. Segnato, ma comune. Nell’uomo che assiste alla carneficina rintanato dietro un cespuglio qualcuno ha visto l’emblema dell’occidentale moderno. Ma è ingeneroso mettere a confronto il suo attaccamento alla vita con il sublime disinteresse manifestato dal giovane islamico a cui i terroristi avevano intimato di andarsene e che invece è voluto restare, e morire, accanto alla ragazza che amava. A parole è facilissimo uscire da quel cespuglio. Nella realtà nessuno ha i titoli per ergersi a giudice del sopravvissuto Gianni Boschetti perché nessuno si conosce talmente bene da sapere come si sarebbe comportato al suo posto, se avesse avuto la disgrazia di trovarcisi.

vivivcentro.it/opinioni –  Il sopravvissuto. MASSIMO GRAMELLINI

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5 luglio 1984, la storia azzurra: Maradona sbarca a Napoli, dal ricordo all’emozione

5 luglio 1984, la storia azzurra: Maradona sbarca a Napoli, dal ricordo all’emozione

Napoli, il Napoli, la passione e i colori, l’amore e l’emozione: 5 luglio 1984, è la data da ricordare, quella che segna l’inizio di una gloriosa era a tinte azzurre, quella che ha visto il Dio del calcio scendere da un paradiso ad un altro. Un sorriso, come un lampo di gioia, s’è fermato sulla faccia della città. Un grido, per troppo tempo soffocato nella gola del Vesuvio, s’è liberato, ininterrotto e assordante: Napoli vive la festa interminabile dei giorni di luglio, esplode alla sua visione, era arrivato Diego Armando Maradona. Dal ventre sempre fertile di un continente che ha per confini il Vesuvio e le mille increspature che scivolano nel mare della fantasia, sono nate le mille chiavi d’accesso all’anima di questa gente… i riccioli di Diego sembrano stampati. Era un’idea suggestiva, il suo arrivo avrebbe portato sicuramente i frutti sperati da anni. Carletto Juliano, l’addetto stampa di allora, annuncia: L’arrivo in elicottero? E’ una delle ipotesi che stiamo seguendo”. Il giorno è arrivato, Maradona tocca il suolo italiano, a Fiumicino, proveniente da Barcellona: il blitz per le visite mediche al San Paolo, poi quello alla sede e infine il trasferimento a Capri per la cena. Cinquantamila napoletani hanno pagato un simbolico biglietto. Dopo poco il sogno diventa realtà: Maradona esce fuori per farsi seppellire sotto l’urlo incredibile di una folla incredibile, infrange il cerimoniale, parte di corsa per un giro di pista al piccolo trotto in mezzo alla bolgia sonora che lo copre. Parla al microfono, fa sentire la sua voce: “Forza Napoli”. Giovedì 5 luglio 1984, è una giornata storica: Napoli e il Napoli sembrano vivere un film dal lieto fine…

a cura di Ciro Novellino

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Sotto la Lente – Juve Stabia: alla scoperta di Matteo Liviero e Gianluca Esposito

Conosciamo meglio Matteo Liviero, ex nonchè nuovo terzino sinistro della Juve Stabia, e Gianluca Esposito, centrocampista proveniente dal Rimini.

Il difensore è nato nel 1993 a Castelfranco Veneto ed è cresciuto calcisticamente nell’importante vivaio della Juventus, in cui ha fatto la trafila di tutte le squadre giovanili bianconere. Il culmine dell’esperienza juventina di Liviero arriva il 4 novembre 2010, quando il giovane esterno esordisce con la maglia della prima squadra in Europa League contro il Red Bull Salisburgo. Da ricordare anche la vittoria al Torneo di Viareggio, sempre nel 2010, con la formazione bianconera. Ancora, Liviero è stato in passato protagonista anche nell’Under 21 di Gigi Di Biagio.
Matteo è il classico terzino mancino in grado di coprire completamente la sua fascia di competenza grazie alla sua velocità ed alla sua facilità di corsa. Il calciatore dà il meglio di sé in fase di spinta e di cross, risultando spesso decisivo per le reti degli attaccanti della sua squadra. In questo senso è facile prevedere che Liviero sarà l’erede di Contessa, che tanto bene ha fatto nella sua esperienza alla Juve Stabia.
Le ottime doti tecniche di Liviero non compromettono la sua intelligenza in fase di copertura; già nella sua prima esperienza in gialloblù, coincisa con la sciagurata retrocessione dalla Serie B alla Lega Pro, Liviero infatti aveva mostrato maturità e grinta in campo, nonostante le condizioni ed il clima non fossero certo facili.
Dopo essere uscito dal settore giovanile della Juventus, Liviero ha vestito le maglie di Perugia, Carpi, Juve Stabia, Pro Vercelli e Lecce, fino ad approdare nuovamente alle Vespe.

Gianluca Esposito è invece il centrocampista prelevato dal Rimini. Il calciatore è un prospetto molto giovane, stiamo infatti parlando di un classe 1995. Esposito ha vissuto le prime esperienze professionali proprio in Campania, con le maglie di San Giorgio, Savoia e Agropoli. Nell’ultima stagione ha giocato nel Rimini, conquistando il discreto bottino di 25 presenze in campionato con una rete all’attivo. Centrocampista dai piedi buoni e con una discreta visione di gioco, Esposito si candida ad essere qualcosa in più di una valida alternativa ai titolari nella squadra di Fontana. Con l’arrivo di Esposito aumenta la colonia ex Rimini alla Juve Stabia; anche Francesco Lisi, esterno che tanto bene ha fatto nella seconda parte della scorsa stagione e da poco riscattato dalle Vespe, ha vestito infatti la casacca dei biancorossi.

  

Raffaele Izzo

 

Cannabis Made In Italy

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Il prossimo 25 Luglio si discutera’ alla Camera la Legge per la legalizzazione della Cannabis ad uso terapeutico. In Italia, nello Stabilimento Chimico Industriale Militare di Firenze, le prime piantine sono state gia’ coltivate, i fiori raccolti a Maggio sono stati fatti essiccare. Nei 3 mesi successivi, saranno pronti  i primi 10 Kg di marijuana made in Italy da immettere in commercio.

La produzione annua nello Stabilimento chimico Industiale dello Stato, dovrebbe aggirarsi sui 100Kg, per poi passare all’autosufficienza sempre in base alla richiesta del mercato sanitario. Questa sostanza fino ad oggi viene acquistata dall’Olanda ad un prezzo di 15 euro al grammo, a partire dalla fine di quest’anno, le Regioni potranno risparmiare almeno il 50%.sui consumi di Cannabis negli Ospedali
In medicina, la Cannabis viene usata come strumento terapeutico di uso quotidiano, in base a studi scientifici, e’ considerata un medicinale di seconda scelta, da usare quando le terapie convenzionali non danno alcun effetto.
La Cannabis, agisce principalmente nel dolore cronico in generale, nella sclerosi multipla, lesioni del midollo osseo, nelle terapie neurologiche, aiuta contro la nausea post chemio, e’ uno stimolante per l’appetito soprattutto nei casi d’anoressia, infine ha un effetto ipotensivo nel glaucoma.
Non provoca effetti collaterali, puo’ essere somministrata sia per via orale, che per inalazione, fortunatamente in entrambi i casi “mandera’ in fumo” tutta la produzuzione del Stabilimento Chimico Industriale Militare fiorentino, e si avra’ un forte risparmio per le casse sempre asfittiche del nostro SSN..

vivicentro.it/salute-e-scienze –  Cannabis Made In Italy. Lo Piano-SaintRed

CRC – L’Ajax conferma l’interesse del Napoli per Milik, ma la Dinamo…

Le sue parole

A Radio CRC, Raffaele Auriemma ha dichiarato: “Abbiamo avuto modo di parlare con i dirigenti della Dinamo Zagabria, ci hanno confermato l’interesse ma non ci sono possibilità che Pjaca arrivi al Napoli. Più facile arrivare a Rog, per il quale servono 15 milioni di euro. Abbiamo contattato Mark Overmars, il ds dell’Ajax: ha confermato l’interesse del Napoli per Milik, non ci sono incontri programmati ma altre tre italiane sono su di lui”.

Banca Monte Paschi Siena …. Dietro La Lavagna (Lo Piano-Saint Red)

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Con il pensiero fisso al Monte dei Paschi di Siena, il Primo Ministro Renzi avra’ pensato che la forza politica dell’Italia in seno alla Comunita’ Europea, sia aumentata dopo la Brexit. Per tale motivo, nel momento in cui la UE, era rimasta tramortita dall’uscita della Gran Bretagna  ha chiesto e ottenuto un ombrello di 150 Miliardi di euro: un “fondo morto”, utilizzabile solo nel caso in cui una Banca (solvibile) ne avesse avuto bisogno.

La situazione monetaria delle nostre Banche, a che ne dicano Renzi e il Ministro dell’economia Padoan, e’ ad un punto di rottura, in un anno i loro titoli hanno perso piu’ del 70% del loro valore commerciale.

La piu’ negligente che ha subito piu’ collassi economici, e’ la Monte dei Paschi di Siena. Solo avantieri, in Borsa ha lasciato sul terreno una perdita secca del 14%, per non parlare di quello che aveva dilapidato nel corso di quest’ultimo anno.
L’Istituto senese fondato nel 1472, quando nel Medioevo non esistevano i prestiti facili, le sofferenze,  ne’ le Borse, poteva navigare in acque tranquille: oggi, a distanza di 7 Secoli tutto e’ cambiato.
La MPS in questi giorni ha fatto solo passi da gambero  finendo piu’ volte dietro la lavagna; in piu’ ha ricevuto dalla BCE una  bacchettata nelle mani, e una tirata d’orecchie .
 Achtungh Achtung
Secondo la BCE, dovrebbe smaltire “qualche chilo di troppo”, in gergo bancario si chiamano sofferenze, si parla di 10 miliardi da riportare a livelli di perdita fisiologica.
L’ultimatum scadra’ fra 3 anni, per uno scolaro con poca voglia di apprendere, gia’ ripetente, in questo lasso di tempo la Monte Dei Paschi potrebbe ricorrere a delle lezioni bancarie private? Mario Draghi potrebbe essere proposto come insegnante di sostegno.
E non finisce qua’ :
Vi sono altri 27 miliardi di euro di sofferenze, la MPS, avrebbe dovuto gia’ mettere in atto la vendita di 5.5 miliardi di crediti quasi inesigibili:cosa che non ha fatto. In piu’  dovra’ racimolare altri 6 miliardi stringendo la cinghia interna dei pantaloni, parlo di esuberi, vendita in blocco di filiali asfittiche, riduzione dei costi.
Domanda lecita :
Trovera’ qualche anima pia pronta ad acquistare anche a prezzo stracciato queste sofferenze? Sicuramente si faranno avanti gli avvoltoi del recupero crediti.
Nel frattempo…… Renzi pensa di ricapitalizzare gli Istituti di Credito, “pompandovi” dentro Fondi Pubblici. Questo passaggio fortunatamente e’ ancora impedito dalla Legge sul “Bail In”. Come aggirera’ l’ostacolo? ancora non si sa, ma si ha la certezza che in Italia i nostri politici pensano a tutto, ma non alle vere necessita’ degli Italiani.
Basterebbe solo un po’ di buon senso in piu’, per concentrare i propri sforzi non solo mentali, verso una gran parte di  popolazione che sopravvive con meno di 1000 euro al mese, con pensioni da fame, con un lavoro ancora assente. Basterebbe distribuire un po’ di risorse verso le piccole e medie imprese, perche’ questa Nazione riesca quantomeno a respirare: purtroppo questi sono concetti di difficile comprensione,

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Al Musil di Cedegolo fino al 20 agosto 2016 I dipinti ridipinti di Francesco De Prezzo

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Francesco De Prezzo è presente al Musil di Cedegolo (Brescia) con la sua terza personale dal titolo: “There was here first”, che in rete è segnalata tra le cinque mostre da non perdere, in cui presenta una serie di opere che rispecchiano le ultime ricerche del suo lavoro.

Il critico d’arte Andrea Barretta, che ha curato nel 2015 la sua prima personale in Italia alla “Galleria ab/arte” di Brescia,  scrive del confrontarsi dell’artista “con la dimensione della forza espressiva esistenziale comune a tanti giovani,  teatralizzando a volte i propri sentimenti nella teoria junghiana dell’inconscio collettivo, ma l’animo è quello buono e la creatività ne è il collante, per far emergere il pensiero della coscienza di sé”. Un talento, De Prezzo, che Barretta ha saputo cogliere e presentare a Brescia dopo la mostra che aveva da poco tenuto alla Ylium Gallery di Londra, dove l’arte si muoveva “lungo una linea disegnata con pastello e cemento su tela ambientata in uno spazio architettonico bianco e minimalista”, in uno studio dello spazio come per l’installazione del 2015 alla Kunstakademie di Düsseldorf, composta da cinquanta pezzi, che rifletteva sul concetto di luogo e di appartenenza.

Francesco De Prezzo, infatti, approfitta del connubio tra le diverse arti, dai video alle performance, dalle installazioni alla  musica, dalla fotografia al digitale, ma tiene il dipingere in debito conto in una sorta di “pittura d’azione” rilevata da Andrea Barretta nel testo critico della sua prima personale in Italia, soprattutto “dove opera su grandi tele con l’istinto liberatorio di energie interiori che affida a prospettive reversibili della pittura gestuale, fino a sovrapposizioni di pennellate bianche”.

There was here first, letteralmente “c’era qui prima”, spiega De Prezzo in una intervista a “Margutte”, si riferisce  principalmente all’operazione che compio in pittura rintonacando le tele, un titolo che in senso più generale, allude al  binomio assenza/presenza, e molti lavori installativi che sono in mostra sono una riflessione sull’ esistenza degli oggetti, assemblaggi  composti site specific.

Gruppi  poi descritti a pavimento con un perimetro in nastro adesivo, quasi come tentativo di misurare l’esistenza dei corpi stessi, in cui il giovane artista – come egli stesso spiega – riassume l’essenza stessa delle sue ricerche: un itinerario attraverso la presenza dei corpi nello spazio, l’assenza delle forme e al contempo l’interpolazione percettiva, dove il dato reale si riduce al minimo per svelare, con composizioni semplici e dai colori neutri, sottili equilibri e suggestioni emotive inaspettate, in una mostra che presenta elementi pittorici su tela e installazioni in gesso, cemento e tinte industriali a compenetrarsi con gli spazi del museo che lo ospita.

I testi in catalogo sono di Paolo Canevari, Nicola Maffessoni, Marine Tanguy e Alberto Zanchetta. E quest’ultimo annota il come “nelle sue composizioni di oggetti semplici e dai colori neutri, teli e aste, sedie e drappi, ricerca sottili equilibri formali che fissa sulla tela in lunghe sedute di copia dal vero. Un rapporto tu per tu con l’oggetto, profondo, meditato e  contemplativo dove la rinuncia al colore, quale elemento di disturbo, concentra l’attenzione sulla forma, sulla sua struttura ed essenza, sui rapporti ed incastri tra i diversi elementi, sul tempo di esecuzione, lento e continuato. Successivamente cancellato da rapide campiture bianche date a rullo a volte spesse o più trasparenti, annullano le forme descritte, lasciandone intravedere alcuni frammenti. L’immagine reale punto di partenza è rinnovata il forme astratte evocative e misteriose”.

Francesco De Prezzo nasce a Lecce il 21 aprile 1994 e segue la famiglia a Brescia. Si diploma al Liceo artistico e s’iscrive  all’Accademia di Belle Arti Laba. Sviluppa l’interesse per la pittura, la fotografia il video e accresce anche individualmente le conoscenze nell’ambito delle arti visive frequentando gli studi di artisti in Italia e all’estero. Attualmente studia e lavora nella produzione di cortometraggi soprattutto in Svizzera, realizza video e collabora con David Guetta, produttore discografico francese. Nel 2013 cura la regia del videoclip “Crazy world” di Dj Antoine analizzando il rapporto tra arte e musica. Le prime personali, “Nel segno del nero”, le inaugura al Palazzo della Cultura di Breno (Brescia), nel 2012, poi a Villa Damioli a Pisogne, e l’anno successivo è già a New York nella collettiva “Percezioni spaziali” alla Latin Art Gallery. Nell’ambito del programma “Artisti in residenza” è scelto per il Borgo medievale di Bienno. Nel 2013 segue la collettiva a Darfo Boario Terme a cura di Massimo Facchini e Giorgio Azzoni, poi la realizzazione della videoinstallazione “Description” e la sperimentazione con stampe fotografiche digitali e la performance “Act to suspace” a Salice Salentino, nell’ambito di un progetto documentabile in fotografia derivante da lavori performativi riguardanti la percezione dello spazio/corpo nell’esperienza vissuta nell’ atto stesso. Nel 2014 la personale alla Ylium Gallery di Londra dal titolo “The border”, con la presentazione di Patrik Miller, e la collettiva in Italia “Nel segno del rosso” a Darfo Boario Terme con Perry Bianchini. Nel 2015 l’importante mostra a Brescia alla “Galleria ab/arte”, a cura e con presentazione critica di Andrea Barretta e allestimento di Riccardo Prevosti.

Gianni Eralio

  • Francesco De Prezzo, “There Was Here First”, Musil – Museo dell’energia elettrica di Valle Camonica, Cedegolo (Brescia), Via Roma 48, fino al 20 agosto 2016. Per giorni e orari consultare il sito https://www.musilbrescia.it/sedi/cedegolo/

UFFICIALE – Fc Sorrento, arriva la riconferma di Mario Turi

Arriva la riconferma

Il Football Club Sorrento è lieto di annunciare la riconferma di Mario Turi alla guida tecnica della Prima Squadra che parteciperà al prossimo campionato regionale di Eccellenza. Giovane tecnico con qualifica di Prima Categoria UEFA A, dopo aver guidato gli Allievi Regionali e la Juniores Nazionale del Gragnano inizia a raccogliere i primi importanti risultati nel Settore Giovanile delle Juve Stabia. Nel 2011/12 parte la trafila con gli Allievi, e nella stagione successiva siede già sulla panchina della formazione Primavera raccogliendo grandi soddisfazioni. In campionato tiene testa alle big del girone C e non perde mai contatto con le prime posizioni della classifica fino a metà campionato. Ma il capolavoro giunge all’esordio assoluto della Juve Stabia al Torneo di Viareggio, con le vespe che nei quarti eliminano la Juventus detentrice del torneo. Dopo un altro anno alla guida della Primavera gialloblù, a metà ottobre del 2014 sbarca in costiera per sostituire Francesco Nardo affascinato dal richiamo del Settore Giovanile.

All’esordio in un campionato di Eccellenza campana, Mario Turi conclude la stagione al secondo posto al termine di un lungo testa a testa con il Gragnano, con il sogno D che si infrange ai play-off sul muro dello Scordia. Nell’ultima stagione, pur non avendo mai perso in tutto l’arco della stagione regolare e vantando il miglior attacco del Girone B, il FC Sorrento sale soltanto sul secondo gradino del podio a 3 punti dal Città di Nocera. Al primo atto dei play-off nazionali, lo Stretto si rivela ancora una volta fatale con la Sancataldese che stacca il pass per la finale.

Il Football Club Sorrento rinnova quindi la fiducia al tecnico Mario Turi per portare a termine la scalata verso la massima categoria dilettantistica nazionale.

Castellammare, Cimmino: “Villa Comunale? Siamo preoccupati per la fine dei lavori”

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Questo il suo pensiero

I lavori in villa sono ripresi a Castellammare di Stabia, ma un filo di preoccupazione c’è sempre e Gaetano Cimmino, leader dell’opposizione, la dichiara pubblicamente: “Bene l’inizio dei lavori in villa comunale, ma siamo seriamente preoccupati per la conclusione di un’opera e per la consegna di un cantiere che tiene in ostaggio da anni l’intera città e tutti i cittadini. Le otto persone al lavoro questa mattina sembrano un po’ poche per completare l’opera in tempo. Vigileremo attentamente perchè il lungomare deve essere restituito alla cittadinanza in maniera dignitosa”.

Pereyra-Napoli, l’argentino gradisce l’ipotesi San Paolo

I dettagli

La priorità del Napoli è la mediana da rinforzare con calciatori di quantità e qualità e si guarda in casa Juventus con l’interessamento per due calciatori, come riporta La Repubblica: il primo è l’argentino Roberto Pereyra che “scalpita per una nuova avventura” ed “il San Paolo è per lui un’ipotesi molto gradita”, ma i bianconeri hanno chiesto 18 milioni con il Napoli disposto ad arrivare a 12-13; il secondo è Stefano Sturaro: “Giuntoli ha chiesto informazioni ma la risposta è stata negativa: i bianconeri, al momento, lo ritengono incedibile”.

Higuain sogno da sempre della Juventus

I dettagli

L’attaccante polacco Arkadiusz Milik rappresenta un calciatore importante per l’attacco del Napoli. La Gazzetta dello Sport riferisce che è facile immaginarlo al fianco di Gonzalo Higuain “oppure diventare il suo naturale sostituto qualora il Pipita dovesse davvero partire nella fase calda del mercato visto che rappresenta uno dei sogni covati da sempre dalla Juventus che hanno invano sondato il terreno. Il veto del Napoli ha indotto Marotta a battere altre strade, visto che i campioni d’Italia non erano intenzionati a pagare la clausola da 94,7 milioni prevista per l’argentino”.

L’Inter ci riprova per Gabbiadini dopo i no di Sassuolo e Fiorentina

I dettagli

L’Inter non molla la pista Gabbiadini che, come riporta Il Corriere dello Sport, è diventato una delle priorità: da una parte però le difficoltà per Domenico Berardi, che ha scelto di restare al Sassuolo, dall’altra il no della Fiorentina per Bernardeschi. Da qui la voglia di puntare tutto sull’attaccante di De Laurentiis.