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Leggere il voto prendendo il bus (Paolo Corsini)

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO RINGRAZIANDO IL SEN. CORSINI PER L’INVIO

Leggere il voto prendendo il bus (Paolo Corsini)

Al fine di una valutazione dei risultati delle recenti consultazioni elettorali amministrative prenderò le mosse da alcuni riscontri e da considerazioni di carattere generale per poi procedere, con una lente d’ingrandimento ravvicinata, ad un ragguaglio su taluni casi emblematici, atti a suggerire qualche provvisoria indicazione conclusiva. Con una precisazione preliminare: il mio è certamente un punto d’osservazione parziale, politicamente interessato e certamente non coincide con quello più affidabile di un entomologo elettorale o di un sociologo della politica che riflette a freddo e sulla base di una metodologia sperimentata. Il che non mi esime dall’affidarmi agli esiti di ricerche già condotte all’indomani del voto, particolarmente dall’Istituto Cattaneo e dal senatore Pd Federico Fornaro che della sua competenza in materia ha dato proprio recentemente una brillante dimostrazione con un saggio assai documentato, Fuga dalle urne. Astensionismo e partecipazione elettorale in Italia dal 1861 ad oggi, Novi Ligure, Epoké, 2016.

Veniamo al dunque. Il primo dato da sottolineare è costituito dalla crescita diffusa dell’astensionismo. Un fenomeno particolarmente accentuato nei comuni capoluogo e capoluogo di regione dove, per limitarci a questi ultimi, la partecipazione si attesta su di un modesto e preoccupante 55,9 %, risalendo di poco al paragone delle europee, ma in forte calo sia rispetto alle politiche del 2013 che alle comunali del 2011. Non solo un astensionismo cronico, fisiologico, ormai stabile, ma pure uno intermittente, in significativa crescita, e una percentuale assai bassa di elettori costanti. In sostanza un progressivo allineamento a tendenze e comportamenti già affermatisi in molti Paesi, che dice di un’accentuata depoliticizzazione, di disinteresse ed estraneità, nonché rimanda a passivizzazione e protesta, ma pure ad una diserzione attiva come messaggio indirizzato soprattutto al Pd e finalizzato a suscitare correzioni di linea politica, di azione di Governo. Tutti fenomeni che chiamano in causa l’intero sistema politico e le sue forme di rappresentanza, sollevando altresì radicali interrogativi sull’operato delle agenzie di formazione ed educazione, nonché sull’efficacia dei canali di partecipazione, almeno là dove sopravvivono. In secondo luogo va rimarcata la presenza di un elettorato instabile, a forte volatilità, che sembra ridurre considerevolmente il voto di appartenenza e il voto di scambio a tutto vantaggio di un’espressione rancorosa e persino vendicativa della volontà di un elettore dall’opinione ”contro”, antiestablishment, antipolitica, desideroso di punire la ”casta”, le élites dirigenti, il ceto al governo. In sostanza un voto di cambiamento, da non confondere però con trasformazione intesa come soggettività che coltiva un disegno, un progetto in grado di dare forma alle cose. Ma contro chi?, e verso quale direzione? E rispetto a quali assetti di potere? A ben guardare la portata di quanto è avvenuto non consente in alcun modo di derubricare i risultati elettorali a semplice spia di una condizione di sofferenza e disagio locale, limitandone così significato e portata nazionali. Passiamo rapidamente in rassegna alcuni dati. Nel loro complesso le amministrative hanno determinato 99 cambi di maggioranza sui 143 comuni sopra i 15.000 abitanti, sanzionando così la bocciatura di oltre il 65% dei sindaci uscenti. Bersaglio principale di questo sconquasso il centro.-sinistra che accusa ben 67 sconfitte, ma pure il centrodestra e le liste civiche che si ritrovano all’opposizione rispettivamente in 22 e 12 comuni in precedenza governati. Sul versante, invece, delle amministrazioni conquistate è il centrodestra ad ottenere i risultati più soddisfacenti, riuscendo in 34 casi ad affermarsi sugli avversari, mentre il centro-sinistra e le liste civiche riportano un successo, determinando un cambiamento alla giuda delle municipalità, in 23 e 22 casi. A sua volta il Movimento 5 stelle, che in precedenza non controllava alcun comune, presenta un saldo del tutto positivo nel rapporto tra amministrazioni perse e conquistate con ben 20 vittorie di cui 19 nell’occasione dei ballottaggi. A questo riguardo una ulteriore puntualizzazione: al secondo turno centrosinistra e centrodestra escono vincitori ciascuno in circa il 30% dei casi, mentre il Movimento 5 stelle riesce a raggiungere il ballottaggio solo nel 17%, appalesando un’evidente difficoltà ad inserirsi all’interno del classico schema invalso nell’ormai superato sistema bipolare. Il dato politicamente rilevante sta, tuttavia, nella circostanza che il  ”non partito” di Grillo si rivela una straordinaria, formidabile ”macchina da ballottaggio”, perché laddove partecipa al secondo turno, soprattutto contro i partiti tradizionali, si assicura praticamente ovunque la vittoria ribaltando gli esiti del primo con rimonte e sorpassi talora sapientemente orchestrati, talora frutto di convergenze per altro largamente prevedibili. È l’affermazione del ”nemico” del ”mio nemico” contro il candidato meno gradito, confermando così quanto avvenuto in precedenza a Parma e Livorno la dove l’aspirante sindaco era espressione del Pd e del centrosinistra. Un Movimento 5 stelle dunque tendenzialmente ”partito della nazione”, trasversale, in grado di produrre l’effetto idrovora, di esercitare richiamo a largo raggio, oltre la fattura sinistra – destra e di acquisire consensi tra disparate aree di elettorato quanto al genere, all’età, alla professione, al grado d’istruzione. Chiave di volta del successo la capacità di dare rappresentanza alla delusione e all’insoddisfazione, alla marginalità e al ”dolore”, alla volontà di punizione della classe politica con la quale i suoi esponenti – per ora e sino a quando? – non sono identificati, denotando un alto grado di elasticità – la differenza percentuale di voti tra primo e secondo turno – e procurandosi un indubbio vantaggio competitivo. Ben oltre anche quello delle liste civiche. A rendere politicamente denso di significato questo dato sono soprattutto le regioni ”rosse”: un tempo a scenario statico, consolidato, adesso invece connotate da una contendibilità che muta tendenzialmente gli storici quadri di riferimento. Qualcosa di più di un campanello d’allarme, piuttosto un monito per il Pd e le forze di centrosinistra le quali pure sul versante più radicale incontrano smentite cocenti con risultati assai sconfortanti. Lo sfondamento al centro non è avvenuto e la conquista dei delusi del centrodestra si rivela un miraggio falsificato dalle urne. Un centrodestra per altro che, se unito, continua ad essere protagonista temibile e contendente non certamente prono. Con l'aggravante di una rottura ”sentimentale” di settori significativi del popolo della sinistra i quali, se non sono animati da passioni calde che fanno muovere le bandiere, spesso disertano o si rivolgono verso il Movimento 5 stelle, non accettando il ruolo di intendenza che, comunque, a prescindere, è disposta a seguire. Soprattutto se il partito si riduce ad un marchio, ad un arcipelago correntizio, ad un coacervo di famiglie notabiliari, tanto a livello nazionale che locale, ed è guidato dal decisionismo direttista proprio della democrazia recitativa, a conduzione teatrale, del leader. Ed in effetti là dove si mantiene viva una tensione coalizionale – è il caso di Milano e di Cagliari – si vince perchè si è in grado di promuovere mobilitazione, di rianimare i delusi e gli appartati, di far battere un cuore oltre il cono di tenebra, di convincere a votare quanti sono tentati dall’astensione e possono di nuovo riconoscersi in una plausibile agenda programmatica di governo. Un Pd, dunque, aggregativo di forze civiche, di soggetti associativi, di istanze popolari, oltre che di quel che resta di formazioni politiche collocate al suo fianco sinistro. Un Pd abilitato ad evitare le forche caudine di un isolamento penalizzante, capace di dare corpo al sogno clamorosamente fallito a Roma, al di là di ogni previsione, di attraversare l’arco di Costantino. Walter Tocci, il senatore democratico che rappresenta una delle poche coscienze inquiete e critiche del partito, ricorre spesso nei suoi interventi alla metafora del bus, descrivendo un percorso che anche Marco Revelli ha nitidamente tracciato per fornire una plausibile spiegazione – una, molto rilevante, anche se non unica – della sconfitta di Piero Fassino a Torino e con lui di Matteo Renzi. Una metafora applicabile, con le dovute distinzioni, anche a Bologna dove pure Merola ha vinto, ma con un Pd che lascia sul terreno decine di migliaia di voti.

Un tempo si prendeva il bus in centro per uscire dalla città di Moriana, la città con ”le porte di alabastro e le colonne di cristallo”; e con le distese di ”lamiera arrugginita e di muri ciechi con scritte stinte” di cui scrive Italo Calvino, un’icastica raffigurazione del moderno volto urbano. Si poteva così incontrare, inoltrandosi verso le periferie, il popolo della sinistra. Oggi invece si deve viaggiare a ritroso lungo un itinerario geo-politico che rovescia il dominio monopolistico del racconto, rassicurante quanto evasivo e distorcente, di città in risalita rispetto alla marginalità territoriale e sociologica che caratterizza interi quartieri e realtà circoscrizionali, laddove assai marcata è la frattura generazionale e oneroso risulta il deficit di reddito che duramente fa sentire il morso della crisi. Qui l’analisi del voto esaurisce il proprio compito e si distende lo spazio conteso, per nulla predefinito, della politica, dei suoi doveri, delle sue scelte e responsabilità.

Hamsik: “Offerta Bayern reale, ma penso al Napoli”

Le dichiarazioni di Hamsik

Marek Hamsik, ai margini di evento benefico organizzato nella sua città natale, Banska Bystrica, ha dichiarato“La mia priorità al momento, lo ripeto, è il Napoli. Che questo sia chiaro. Poi si vedrà. I miei figli indossano le magli di Real, Barcellona? Non significa niente, a casa ne abbiamo una cinquantina di squadre diverse! L’interesse del Bayern Monaco? Era reale, ma poi non se n’è fatto più nulla. Però non è vero che ho rifiutato la loro offerta, non dipende solo da me”.

GDS: “Pereyra preferito a Candreva, ADL insiste”

Il punto della Gazzetta

La Gazzetta dello Sport scrive: “Poi De Laurentiis proverà a stringere i tempi anche per Roberto Pereyra, per età, costi e duttilità tattica preferito a Candreva: con la Juve c’è un accordo di massima sui 18 milioni (bonus compresi), oggi possibile incontro con gli agenti per chiudere”.

Fondo salva-stati

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La strada del fondo salva-stati ALBERTO MINGARDI

Ormai si discute solo del come, non del cosa. Il governatore della Banca d’Italia ha detto all’assemblea dell’Abi di «non escludere un intervento pubblico» per salvare il Monte dei Paschi di Siena. E’ un segreto di pulcinella: sappiamo tutti che l’intervento arriverà, non sappiamo ancora in che forma. Che la Banca d’Italia, per anni ritenuta a torto o a ragione l’istituzione più affidabile del Paese, non lo escluda ma non ne disegni i contorni, serve solo a dare corda alle scommesse degli speculatori.

Il governo avrebbe davanti a sé una strada chiara: ricorrere all’Esm, al fondo salva-Stati, come ha fatto la Spagna nel 2012. Grazie al sostegno dell’Esm, gli spagnoli riuscirono ad organizzare un fondo per ricapitalizzare gli istituti di credito.

Ci siamo molto lamentati di aver dato un ingente contributo al meccanismo di stabilità. In realtà, non stavamo soltanto partecipando a realizzare una forma di «solidarietà europea». Abbiamo sottoscritto una polizza assicurativa. Perché oggi non vogliamo utilizzarla?

Perché entrare nel programma d’assistenza significa verosimilmente accettare, in cambio, un più stringente controllo sulle nostre politiche di bilancio, limitando il potere discrezionale di chi governa. Si capisce che questa «condizionalità» sia sgradita ai politici, che perdono margini di manovra e che vengono in qualche misura commissariati. Ma è significativo che oggi in Italia l’ipotesi di ricorrere all’Esm è l’unica di cui neppure si parla, mentre volentieri ragioniamo su come aggirare le regole europee, speriamo in una deroga alla nuova disciplina bancaria (evitando il bail in che, anche nel caso delle quattro banche, il nostro governo non è stato in grado di gestire), e siamo pronti a ribattezzare un qualsiasi intervento concertato nelle stanze di qualche ministero «operazione di mercato».

Il sistema bancario italiano si è rivelato molto più fragile di quanto evidentemente non pensassero le stesse autorità di vigilanza. Le banche erogano la benzina dell’economia di mercato, che è il credito. Proprio perché la loro funzione è tanto cruciale, solo l’«ideologia» porta a rifiutare un intervento pubblico nel momento del bisogno?

Non possiamo dimenticarci che l’Italia non è la Svezia, dove nel 1992 lo Stato estese la garanzia statale a tutti gli istituti di credito, né gli Stati Uniti, dove con la crisi finanziaria il governo federale ha investito massicciamente negli asset «avariati» del sistema bancario e ne è poi uscito persino guadagnandoci.

Le nostre istituzioni sono meno solide, la nostra cultura politica è diversa. Il «convalescenziario» dell’Iri, come lo chiamava lo stesso Mussolini, apre i battenti in risposta alla crisi del ’29 ma ci vogliono sessant’anni perché venga chiuso e le banche Iri vengano privatizzate. Per cinquant’anni servirono al sistema dei partiti per costruire e mantenere il proprio presidio sull’economia italiana, con le conseguenze che si rivelarono a tutti ai tempi di Mani pulite. Il nostro ceto politico tutt’ora si lamenta di non riuscire a fare «politica industriale»: cioè di non poter influenzare la gara di mercato, accompagnando gli attori economici a investire nel settore A piuttosto che nel settore B. Questo è ovviamente molto più facile quando si controlla il credito. I nostri politici lo sanno benissimo: tant’è che per anni hanno mantenuto un rapporto strettissimo con le banche popolari e non hanno mai rinunciato a influenzare i processi di nomina delle fondazioni di origine bancaria rimaste azioniste degli istituti di credito.

La politica dovrebbe interpretare l’interesse generale, ma non sempre l’interesse generale e quello della classe politica vanno assieme. In questo caso divergono. All’Italia male non farebbe una «condizionalità» che ci costringa a tenere i conti in ordine, come inevitabile contrappasso della ricapitalizzazione delle banche con fondi europei: soprattutto in un momento di incertezza politica. La classe politica preferisce tenere per sé la libertà di giocare con la finanza pubblica (ogni anno, continuiamo non a caso a rimandare il pareggio di bilancio) e carezza il sogno di conquistare, nella crisi, un ulteriore strumento per condizionare l’economia. Pantalone paga e pagherà.

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CDM: “Higuain? Sarri può convincerlo a restare”

Il punto del Corriere del Mezzogiorno

Il Corriere del Mezzogiorno scrive: “Higuain è la variabile numero uno. Il centravanti argentino dovrebbe giungere in Trentino attorno al 25 luglio, terminate le vacanze, ma non è esclusa una sua eventuale cessione. Al presidente De Laurentiis potrebbe arrivare un’offerta «indecente» di 90 milioni, o anche meno, è il campione che ha già fatto sapere di non voler rinnovare, avendo qualche dubbio sul progetto Napoli. Lo scorso anno Sarri, l’uomo con la tuta e con un palmares senza titoli importanti, era riuscito a restituirgli entusiasmo e anche orgoglio per la maglia azzurra ed il tecnico ancora una volta potrà essere l’uomo in più per convincere il capocannoniere della serie A a riprovarci ancora. Vincere con il Napoli significa diventare in Argentina un eroe come e più di Maradona e Sarri lo ha già detto tante volte a Higuain. Riuscirà a dirglielo anche quest’anno? L’abbraccio tra i due a fine stagione vale più di mille convincimenti. A Sarri è rimasto nel cuore e nella testa”.

ADL sblocca Witsel, accordo totale: ecco quando arriverà la firma

Il giorno del sì

A breve potrebbe arrivare la fumata bianca: Witsel-Napoli, ci siamo. Lo Zenit dovrebbe in queste ore accettare la proposta del Napoli di 23 milioni di euro. A smuovere la trattativa, Aurelio De Laurentiis, che in prima persona ha aumentato l’offerta di 15 milioni di euro. Al ragazzo andranno 3,2 milioni di euro più bonus per quattro anni più un eventuale quinto. I diritti d’immagine non sono più un problema, dato che Witsel li cederà ai partenopei, dopo che il contratto col suo sponsor sarà terminato a gennaio. Intanto, il centrocampista si gode gli ultimi giorni di vacanza in Sardegna. Giovedì farà ritorno in Belgio, giorno in  cui potrebbe arrivare la firma col Napoli. A riportarlo, la Gazzetta dello Sport.

Violenze durante finale, oltre 40 arresti a Parigi (VIDEO)

La polizia francese ha arrestato una quarantina di persone a Parigi, ha lanciato gas lacrimogeni e ha usato idranti contro tifosi che lanciavano bottiglie di vetro e altri oggetti contro gli agenti sotto la Torre Eiffel durante la finale di ieri tra Francia e Portogallo. Ai facinorosi, sia francesi che portoghesi, era stato in precedenza impedito l’accesso alla ‘fan zone’, che aveva già raggiunto la capacità massima di 90.000 persone. Prima ancora la polizia aveva diffuso vari avvisi su twitter e tramite gli altoparlanti nelle fermate della metropolitana, per avvertire che la fan zone non avrebbe piu’ potuto ospitare gente.

Altre persone sono state arrestate all’esterno dello Stade de France, che ha ospitato l’atto conclusivo di un Europeo caratterizzato purtroppo anche da numerosi episodi di violenza. Scontri e lanci di lacrimogeni tra giovani e polizia agli Champs Elysees avevano in parte rovinato anche la festa della qualificazione in finale della Francia nella vittoriosa semifinale di Marsiglia contro la Germania. Proprio a Marsiglia l’11 giugno, a torneo appena iniziato, durissimi scontri tra residenti e tifosi inglesi e russi, avevano causato devastazioni in centro e 35 feriti. Fu quello il primo atto di una lunga scia di episodi violenti che hanno visto coinvolte diverse tifoserie.

vivicentro.it/sport/cronaca-sportiva  / (AGI)  / Violenze durante finale, oltre 40 arresti a Parigi

Bauman: “La paura e l’odio si nutrono dello stesso cibo”

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Il filosofo: la xenofobia in Europa e a Dallas figlie della cronica incertezza
La paura è il demone più sinistro del nostro tempo», ammoniva già anni fa il filosofo polacco Zygmunt Bauman. A guardare il mondo occidentale, che dagli Usa all’acciaccata Europa, pare aver ceduto alle pulsioni più rabbiose quasi si fosse «mediorientalizzato», gli spettri evocati dal teorico della società liquida nonché una tra le menti più acute del pensiero contemporaneo assumono dimensioni epiche.

Dallas ma anche gli episodi xenofobi ripetutisi nel Regno Unito dopo la Brexit e, nell’Italia porto dei migranti, il rifugiato nigeriano ucciso a Fermo. Professor Bauman, stiamo passando dall’età della paura a quella dell’odio?  

«Non c’è alcun passaggio dalle paure nate dalla nostra cronica incertezza all’esibizione di odio a Dallas o ai mini pogrom avvenuti dopo la Brexit nelle strade inglesi: sono contemporanei, solo di rado li sperimentiamo separatamente. Paura e odio hanno le stesse origini e si nutrono dello stesso cibo: ricordano i gemelli siamesi condannati a trascorrere tutta la vita in compagnia reciproca: in molti casi non solo sono nati insieme ma possono solo morire insieme. La paura deve per forza cercare, inventare e costruire gli obiettivi su cui scaricare l’odio mentre l’odio ha bisogno della spaventosità dei suoi obiettivi come ragion d’essere: si rimpallano a vicenda, possono sopravvivere solo così».

C’è consequenzialità tra la diffusione dell’«hate speech» (incitamento all’odio) e le nuove tensioni etniche e razziali?  

«La loro coincidenza non è casuale ma neppure predeterminata. Come ogni alleanza è una scelta politica. Per quanto stiamo vivendo la scelta è stata dettata dalla simultaneità di due fenomeni. Il primo, individuato dal sociologo tedesco Ulrich Beck, è la stridente discrepanza tra l’essere stati assegnati a una “situazione cosmopolita” in assenza di una “consapevolezza cosmopolita” e senza gli strumenti adatti a gestirla. Il conseguente scontro tra strumenti di controllo politico territorialmente limitati e poteri extraterritoriali incontrollabili e imprevedibili ha prodotto la “deregulation” multi-direzionale delle condizioni di vita e ha saturato le nostre esistenze di paura per il futuro nostro e dei nostri figli. Quella paura era e resta una trinità avvelenata, l’incontro di tre sentimenti ossessionanti, ignoranza, impotenza e umiliazione. I poteri distanti e oscuri che ci condizionano vanno al di là del nostro sguardo e della nostra influenza, così come le nostre paure si muovono tra forze che siamo incapaci di addomesticare o contenere. Se non sappiamo respingere queste forze che minacciano tutto quanto ci è caro, non potremmo almeno tenerle a distanza, interdire loro l’accesso alle nostre case e ai luoghi di lavoro?».

Non potremmo, professore?  

«L’afflusso massiccio e senza precedenti di rifugiati è il secondo fenomeno a cui accennavo e ha contribuito a dare a questa domanda una risposta credibile e “di buon senso” seppure falsa e fuorviante, una risposta elevata a rango di dogma da aspiranti politici che vi annusano la chance di un forte sostegno popolare. È balsamo per le anime tormentate: le paure senza sbocco e perciò tossiche non possono riversarsi sulle loro vere cause – forze poderose e così distanti da essere immuni al nostro risentimento – ma possono facilmente e tangibilmente rovesciarsi su chi appare e si comporta da straniero, dagli ambulanti ai mendicanti. Le aggressioni etniche e razziali sono la medicina dei poveri contro la propria miseria. La loro efficacia si misura non dal fatto che risolvano la fragilità della vita ma dal dare temporaneo sollievo al tormento psicologico dell’impotenza e dell’umiliazione».

La paura, certo. Ma non hanno responsabilità anche la diffusione delle armi in Usa, l’inanità europea sui migranti, Internet?  

«Queste non sono cause: facilitano, anche molto, le azioni che quelle cause producono. Internet e i “social” possono servire altrettanto efficacemente all’inclusione come all’esclusione, al rispetto e al disprezzo, all’amicizia e all’odio. La responsabilità di scegliere ricade direttamente sulle nostre spalle di navigatori. Possiamo usare lo stesso coltello per tagliare pane o gole: a qualsiasi uso lo destini, chi lo tiene lo vuole affilato. Il web affila gli strumenti ma noi ne scegliamo l’applicazione».

È ancora «sonno della ragione»?  

«Come diceva il filosofo tedesco Leo Strauss, ci sono sempre stati e ci saranno sempre degli inattesi cambiamenti di punto di vista che modificano radicalmente il sapere precedente: ogni dottrina, per quanto definitiva sembri, sarà prima o poi soppiantata da un’altra. L’hanno già detto altri, il tribalismo è la risposta al perché le differenze tra gruppi della popolazione siano sempre ridotte a un rapporto inferiore/superiore».

La reazione contrastata della Nra alle ultime uccisioni di neri da parte della polizia e alla strage dei poliziotti bianchi a Dallas ha aperto una faglia nella potente lobby. L’associazione non ha esitato a fare le condoglianze ai familiari degli agenti uccisi, ma ha glissato sulla morte dei due afroamericani Sterling e Castile limitandosi a un blando comunicato che non prendeva posizione «dal momento che c’è una indagine in corso».

vivicentro.it/terza-pagina lastampa / Bauman: “La paura e l’odio si nutrono dello stesso cibo” FRANCESCA PACI

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Referendum costituzionale, i Sì avanti di un soffio ma in netto calo

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Referendum costituzionale In crescita i No e gli indecisi che diventano un terzo degli elettori

Il referendum sulla riforma costituzionale, che si svolgerà (probabilmente) nel prossimo autunno, ha cambiato e sta, progressivamente, cambiando di significato. Di contenuto. In origine, mirava a dare legittimazione sociale alla riforma costituzionale che si propone di superare il bicameralismo paritario. Un sistema istituzionale che ha, da sempre, complicato il processo decisionale del Parlamento. Limitando l’efficacia della nostra democrazia rappresentativa. La riforma ha goduto, all’inizio, di un largo consenso popolare. Così Matteo Renzi l’ha utilizzata per altri fini, oltre a quello originale e originario. In primo luogo: per caratterizzare l’azione del suo governo. Un governo “riformatore”. In secondo luogo, per rafforzarne il sostegno, attirando settori di elettorato estranei e lontani. Non solo al PD, ma alla politica. Il ridimensionamento dei poteri del Senato e del numero di senatori, infatti, piace a molti italiani. Non solo per ragioni di “rendimento istituzionale”. Ma, ancor più, per ragioni “antipolitiche”. Perché tagliare una Camera e un buon numero di senatori, risparmiare sui “costi” dei “politici”: intercetta la diffidenza diffusa verso il “Palazzo”.

LE TABELLE

Annunciando l’intenzione di dimettersi, nel caso la riforma non venisse approvata, Renzi ha ulteriormente ri-definito il significato della consultazione. L’ha trasformata in un referendum (secondo Gianfranco Pasquino: un plebiscito) sul proprio governo e su se stesso.

In questo modo il premier ha inteso non solo esercitare pressione sugli elettori. Ma “rimediare” al deficit di legittimazione che lo angustia. In quanto governa con una maggioranza variabile, in un Parlamento nel quale non è stato eletto. In questo modo, però, come ho già scritto, Renzi ha politicizzato un referendum antipolitico. E ne ha eroso, in parte contraddetto, le ragioni che gli garantivano consenso.

Si spiega così l’in-voluzione degli orientamenti nei confronti del referendum rilevata da Demos, nel corso degli ultimi mesi. Lo scorso febbraio, infatti, si esprimeva a favore della riforma una maggioranza molto ampia: 50%. Mentre i contrari erano la metà, 24%. Poco meno di quanti non rispondevano, perché indecisi, oppure perché la materia risultava loro poco comprensibile. Oggi, però, la prospettiva appare molto più incerta. Il sostegno alla riforma, infatti, è sceso al 37%: 13 punti meno di 4 mesi fa. Mentre l’opposizione è, parallelamente, salita al 30%. Insieme, è cresciuta anche la componente di quanti non si esprimono: 33%. La distanza, a favore del Sì, dunque, è calata sensibilmente: da 26 a 7 punti. Ma tra coloro che si dicono certi di votare si è ridotta a 3 soli punti. Praticamente: nulla.

Le ragioni di questo cambiamento non si possono spiegare attraverso la “conversione” degli elettori favorita dalla comprensione dei temi posti dal referendum. La crescita dell’incertezza segnala, piuttosto, il peso assunto dall’incomprensione. Assai maggiori appaiono, invece, a mio avviso, le ragioni “politiche”. Sottolineate, anzitutto, dalla distribuzione delle opinioni in base alla scelta di voto. Che riflette, in larga misura, i rapporti fra maggioranza e opposizione. In Parlamento e fra gli elettori. Il massimo livello di consenso alla riforma costituzionale si osserva, infatti, fra gli elettori del PD e dei partiti di Centro. In entrambi i casi, oltre il 60%. Più limitato risulta, invece, il sostegno alla riforma fra gli elettori di FI (42%). Comunque, superiore, seppur di poco, alla quota dei No (35%). All’inizio del percorso parlamentare, d’altronde, Berlusconi aveva dato il proprio appoggio alla riforma. Ritirato, successivamente, dopo il mancato coinvolgimento del partito nella scelta del nuovo presidente della Repubblica

L’opposizione più decisa e irriducibile viene, invece, dal M5s, dalla Lega e dalla Sinistra. Nella cui base il peso dei No al referendum supera largamente quello dei favorevoli.

La riduzione del consenso alla riforma, dunque, riflette, la riduzione del consenso ai partiti della maggioranza. Ma evoca, al tempo stesso, la “radicalizzazione” delle posizioni verso il premier. Che, oggi, divide anche il PD. Infatti, la quota di favorevoli alla riforma proposta alla consultazione referendaria oggi supera il 50%, fra chi esprime fiducia nel premier. Il doppio di quel che emerge fra chi lo guarda con diffidenza.

La politicizzazione del dibattito referendario ha, dunque, modificato l’atteggiamento degli elettori. Ben al di là delle critiche di merito, che hanno indotto, fino a poco tempo addietro, alcuni autorevoli opinionisti e intellettuali a dichiarare il loro sostegno al referendum, pur aggiungendo che “la riforma fa schifo”. Oppure, al contrario, a schierarsi per il No, perché è una “finta riforma”. Che non neutralizza il Senato, ma lo rende un corpo informe e opaco.

Così, l’opposizione a Renzi e al referendum si incrociano e si rafforzano reciprocamente. Tanto più dopo le elezioni amministrative. Che hanno avuto un esito non molto positivo per il premier e per il governo. Circa 8 elettori su 10 (Atlante Politico di Demos, giugno 2016) pensano, infatti, che il PD di Renzi esca indebolito dal voto delle città.

Lo stesso Renzi, d’altra parte, ha contribuito a confondere la scena, perché, in vista delle elezioni, ha spostato l’attenzione sul referendum. Rendendo, così, difficile ai candidati del PD e del Centrosinistra fare campagna sui temi locali. Così, ora, l’esito deludente del voto amministrativo condiziona le aspettative nei confronti del referendum. Il cui contenuto, presso gli elettori, appare complementare, se non subalterno, rispetto alla vera posta in palio. Il giudizio politico sul premier e sul governo. Dopo aver puntato in modo intransigente sul referendum per auto-legittimarsi, oggi il premier cerca, dunque, di “sopravvivere” al referendum stesso. Il cui esito appare sempre più incerto. E problematico. Così Renzi, da un lato, pensa ad allontanare la data del voto. Dall’altro, contrariamente al passato, appare disponibile a “spacchettare” i quesiti del referendum, per isolare i temi più critici.

Ma, in questo caso, Renzi, premier e segretario del PDR, che ambisce al ruolo di Riformatore di una nuova Repubblica, rischia di “spacchettare se stesso”.

vivicentro.it/politica –  Referendum costituzionale, i Sì avanti di un soffio ma in netto calo (Ilvo Diamanti) – la Repubblica 11.07.2016

ACCADDE OGGI: 11 Luglio

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ACCADDE OGGI:  Santi, ricorrenze e cenni storici di oggi nella storia

Accadde oggi è il nostro almanacco e si prefigge di aiutarvi a ricordare ciò che avvenne oggi nella storia ma anche: i santi del giorno, informazioni, fatti, eventi e compleanni da ricordare.

Ricorre oggi: la Chiesa cattolica celebra la memoria di san Benedetto da Norcia, di sant’Olga di Kiev e di san Pio I.

COSA RESPIRIAMO OGGI

La “volontà d’ordine” può trasformare in tiranno chi voleva solamente spazzar via la confusione. La bellezza dell’ordine serve di giustificazione al dispotismo.
(Aldous Huxley)

Nati l’11 luglio …
Federico I di Prussia (1657)
Giorgio Armani (1934)
Massimiliano Rosolino (1978)

e morti …
Papa Pio I (155)
George Gershwin (1937)
Laurence Olivier (1989)

In questo giorno accadde …
1533 – Re Enrico VIII d’Inghilterra viene scomunicato.
1943 – Seconda guerra mondiale: I tedeschi contrattaccano in Sicilia.
1979 – Milano: Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, dopo aver testimoniato davanti a giudici statunitensi sui traffici di Michele Sindona, viene assassinato mentre rientra a casa.
1982 – L’Italia vince in Spagna il suo terzo Campionato del Mondo di calcio.
1987 – Secondo le Nazioni Unite, la popolazione mondiale oltrepassa i 5 miliardi.

Ricorre oggi: la Chiesa cattolica celebra la memoria di san Benedetto da Norcia, di sant’Olga di Kiev e di san Pio I.

Feste e ricorrenze

Nazionali 
Belgio (parzialmente) – Giorno delle Fiandre (1302)
Benin – Festa dell’indipendenza (1960)
Burkina Faso – Festa dell’indipendenza (1960)
Irlanda – Giornata nazionale della commemorazione, si tiene nella domenica più vicina a questa data.
Mongolia – Festa del Naadam
Niger – Festa dell’indipendenza (1960)

Religiose 
Cristianesimo:
Sant’ Abbondio di Cordova, martire
Sante Anna An Xinzhi, Matia An Guozhi, Anna An Jiaozhi e Maria An Lihua, vergini e martiri
San Benedetto da Norcia, abate, patrono d’Europa
San Bertrando (Betrando), abate di Grand-Selve
San Chetillo, sacerdote
San Drostano di Deer, monaco
Sant’Idulfo, vescovo di Treviri e fondatore di Moyenmoutier
San Leonzio II, vescovo di Bordeaux
Santa Marciana di Cesarea di Mauritania, martire
San Marciano di Iconio, martire
Sant’Olga di Kiev, granduchessa
San Pio I, papa
San Savino di Antigny, martire
Santi Sigisberto e Placido, monaci
Beate Teotista del Ss. Sacramento (Maria Elisabetta Pelissier) e 3 compagne, vergini e martiri
Beati Tommaso Benstead e Tommaso Sprott, martiri

Religione romana antica e moderna:
Ludi Apollinari, settimo giorno

Eventi 

1302 – Battaglia degli speroni dorati (Guldensporenslag in olandese) – le città fiamminghe battono il re di Francia
1346 – Carlo IV di Lussemburgo viene eletto imperatore del Sacro Romano Impero
1533 – Re Enrico VIII d’Inghilterra viene scomunicato
1576 – Martin Frobisher avvista la Groenlandia
1616 – Samuel de Champlain ritorna in Quebec
1740 – Gli ebrei vengono espulsi dalla Piccola Russia (l’Ucraina)
1750 – Halifax (Nuova Scozia) viene quasi completamente distrutta da un incendio
1776 – Il Capitano James Cook inizia il suo terzo viaggio
1798 – Viene istituito il Corpo dei Marines degli Stati Uniti
1804 – Durante un duello, il Vice Presidente statunitense Aaron Burr uccide il Segretario del Tesoro Alexander Hamilton
1811 – Lo scienziato italiano Amedeo Avogadro pubblica i suoi scritti sul contenuto molecolare dei gas
1848 – Apre a Londra la stazione ferroviaria di Waterloo
1859
Viene firmato l’armistizio di Villafranca
1864 – le forze Confederate tentano un’invasione di Washington
1893 – Kokichi Mikimoto ottiene la prima perla coltivata
1895 – I fratelli Lumière mostrano un film a degli scienziati
1897 – Salomon August Andrée lascia Spitsbergen per cercare di raggiungere il Polo Nord con un pallone aerostatico. Morirà in seguito allo schianto del pallone
1914 – Babe Ruth debutta nella major league di baseball
1921
La Mongolia ottiene l’indipendenza dalla Cina
Tregua richiesta durante la Guerra d’indipendenza irlandese
1940 – Seconda guerra mondiale: Il regime di Vichy viene istituito formalmente in Francia (Henri Philippe Pétain diventa Primo Ministro di Francia)
1943 – Seconda guerra mondiale: I tedeschi contrattaccano in Sicilia
1944 – Franklin Delano Roosevelt dichiara di voler concorrere per un quarto mandato come Presidente degli Stati Uniti
1955 – La frase In God We Trust (In Dio noi confidiamo) viene aggiunta su tutte le banconote statunitensi
1960 – Il Dahomey (oggi Benin), l’Alto Volta (oggi Burkina Faso), e il Niger ottengono l’indipendenza
1962
Il cosmonauta sovietico Micolaev resta per quattro giorni nello spazio, un record
Prima trasmissione televisiva transatlantica via satellite
1971 – Le miniere di rame del Cile vengono nazionalizzate
1975 – Archeologi cinesi scoprono un grande luogo di sepoltura contenente 6.000 statue di argilla raffiguranti guerrieri, risalenti al 221 a.C.
1977 – Martin Luther King viene premiato postumamente con la Medaglia della libertà
1979
La stazione spaziale Skylab rientra sulla Terra.
Milano: Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, dopo aver testimoniato davanti a giudici statunitensi sui traffici di Michele Sindona, viene assassinato mentre rientra a casa.
1982 – La Nazionale di calcio dell’Italia vince il suo terzo titolo mondiale.
1987 – Secondo le Nazioni Unite, la popolazione mondiale oltrepassa i 5 miliardi
1991 – Eclissi solare totale alle Hawaii
1995
I Serbi bosniaci catturano la città musulmana di Srebrenica. Molti degli abitanti vengono assassinati
Piene relazioni diplomatiche vengono stabilite tra Stati Uniti e Vietnam
2002
La rivista Nature presenta ufficialmente i resti fossili di una nuova specie di ominidi, Sahelanthropus tchadensis, o più familiarmente “Toumaï”, scoperta in Ciad
2004 – Alle ore 22:21 viene scaricato legalmente da iTunes Store il brano musicale numero 100.000.000, il primo era stato scaricato 441 giorni prima il 28 aprile 2003 (con una media di più di 220.000 brani scaricati al giorno)
2006 – Attacchi terroristici sconvolgono la città indiana di Mumbai, oltre 180 morti
2010
In Uganda a Kampala due Kamikaze si fanno esplodere durante la finale mietendo 64 vittime.
La Nazionale di calcio della Spagna vince il suo primo titolo mondiale.

Il Portogallo batte la Francia (1-0) e vince Euro 2016

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A Saint Denis il Portogallo batte la Francia per 1-0 e si laurea per la prima volta nella sua storia campione d’Europa. Decide un gol di Eder nel 2° tempo supplementare

Nella serata in cui tutti aspettavano Pogba, Griezmann, Payet, Cristiano Ronaldo, Nanì, Joao Mario e Renato Sanches, a decidere il match, con una giocata fatta di potenza e precisione, è invece un giocatore che entra dalla panchina, il 29enne Éderzito António Macedo Lopes, detto Eder, originario della Guinea Bissau ma dal 2012 naturalizzato portoghese e attualmente punta tesserata per il Lille, nota formazione di club del campionato di Ligue 1 francese. La squadra di Mr Fernando Santos vince per la prima volta l’Europeo, riscattandosi dalle delusioni patite per due volte in semifinale contro la Francia (1984 e 2000) e dalla debacle casalinga nella finalissima di Lisbona 2004 contro la Grecia.

AGGIORNAMENTO AUTOMATICO (20″)

FINE. IL PORTOGALLO, PER LA PRIMA VOLTA, VINCE UN CAMPIONATO EUROPEO

109′ – GOOOOL. Eder da 25 metri centra la porta: PORTOGALLO 1 – FRANCIA 0

107′ – Ennesimo brivido per la Francia. La traversa TRAVERSA DI GUERREIRO grazia la Francia!

INIZIA il 2° T. supplementare

105′ – FINISCE IL 1° T Supplementare: ancora nulla di fatto

103′ – Altro grosso brivido per la Francia. EDER! Colpisce di testa incontrastato: palla respinta da un buon riflesso di Lloris.

98′ – Altra ammonizione: William Carvalho (P) ferma Coman che si era involato verso la porta di Rui Patricio.

97′ – Giallo anche per Matuidi (F) per un fallo su Eder.

95′ – Ammonito Guerreiro (P)

91′ – BRIVIDO per i francesi. Pepe vicinissimo al gol di testa! L’arbitro però aveva fermato il gioco per un fuorigioco

INIZIATO il 1°T supplementare. La Francia attacca da destra verso sinistra rispetto alla visuale della tribuna stampa.

FINE tempi regolamentari: PORTOGALLO-FRANCIA: 0-0. Si va ai supplementari

90′ + 2′ – PALO clamoroso della Francia. Gignac tira di destro a pochi passi dalla porta ed il palo grazia il Portogallo.

TRE MINUTI DI RECUPERO

88′ – Il Portogallo ora tenta di rallentare il gioco col possesso palla nella propria metà campo, per poi provare a verticalizzare.

84′ MISSILE DI SISSOKO dai 25 mt! Palla indirizzata nell’angolo ma Rui Patricio vola sulla sua destra e si conferma migliore in campo con una parata davvero strepitosa!

81′ Giallo per Umtiti della Francia.

80′ – Rischio per la Francia e doppio miracolo di Lloris: prima toglie dalla porta un cross pericoloso dalla destra, poi blocca una rovesciata improvvisa di Quaresma.

78′ Sostituzione PORTOGALLO: esce Renato Sanches, entra Eder.

78′ Sostituzione FRANCIA: esce Giroud, entra Gignac.

75′ ANCORA FRANCIA!  Azione in velocità della Francia e tiro di Giroud dalla zona sinistra dell’area di rigore avversaria: palla respinta dall’ottimo Rui Patricio. 

67′ – Sostituzione PORTOGALLO: esce Adrien Silva, entra João Moutinho.

66′ – OCCASIONE FRANCIA! Cosa ha sbagliato Griezmann! Coman pennella un cross sulla testa del “Piccolo diavolo” che stacca bene ma non inquadra lo specchio per pochi centimetri.

58′ – Sostituzione FRANCIA: esce Payet, entra Coman.

54′ –  Ancora Payet. Crossa da sinistra in area avversaria. La difesa portoghese rinvia corto e Pogba va al tiro dai 20 mt: sfera alta.

50′Payet supera due avversari e prova un affondo centralmente, ma Pepe – che sta tenendo in piedi il reparto difensivo portoghese – lo ferma al limite dell’area di rigore.

46′ – Nel 2° tempo il Portogallo attacca da destra verso sinistra rispetto alla visuale della tribuna stampa (e quindi della visione in TV).

22:03′ – INIZIATO il Secondo Tempo

La Francia non riesce ad approfittare dell’uscita forzata, al 25′, di CR7 . Il Portogallo riesce a contenerla e a superare indenne il primo Tempo.

45’+2′ – FINISCE IL PRIMO TEMPO: Portogallo 0 – Francia 0

45’+1′ – Quaresma ed Evra sono a terra a seguito di una testa involontaria: entrano i soccorsi.

41′ – Joao Mario supera in duello Pogba, ci pensa Sissoko a fermare l’azione concedendo calcio d’angolo al termine di un ottimo ripiegamento difensivo.

34′ – Ammonizione per Cédric per un fallo su Payet.

33′ – Gran tiro di Sissoko. RUI PATRICIO è ancora fantastico

25′ – RONALDO esce in barrella tra gli applausi di tutto lo stadio. Entra Quaresma.

23′ – RONALDO si siede ancora a terra. Proprio non ce la fa. Piange ma non riesce più a stare in campo dopo il colpo subito nello scontro con Payet. Esce in barrella tra gli applausi di tutto lo stadio. Entra Quaresma.

20′ – Rientra RONALDO, fischi da parte dei francese accompagnano il suo rientro in campo.

16′ – RONALDO si stende a terra, piange e sembra proprio di non farcela. Viene accompagnato a bordo campo dove siu fa fasciare il ginocchio. Intanto il Portogallo resta in 10.

14′ – Il Portogallo ci prova a forzare ma il gioco resta della Francia

10′ – OCCASIONE FRANCIA! Griezmann si butta su una palla di Payet: pallonetto di testa e miracolo del portiere portoghese RUI PATRICIO! Francia vicinissima all’1-0.

8′ – Fallo su Ronaldo che resta a terra, pallone fuori per verificare le condizioni di CR7. Ha preso una botta sullo scontro con Payet ma sembra poter continuare.

4′ – Il primo tiro in porta è del Portogallo con Nani: palla alta

1′ – Subito la Francia a rubare la sfera: attacco sulla sinistra che viene bloccato dalla difesa.

1′ – Clattenburg dà il via alla gara! Parte la finale di EURO 2016: inizia Portogallo – Francia! Nel 1° tempo la Francia attacca da destra verso sinistra rispetto alla visuale della tribuna stampa.

21:00 – INIZIATA

Ci siamo, è il momento di Euro 2016 Finale Portogallo vs Francia. Le formazioni sono state annunciate e i giocatori stanno effettuando il riscaldamento

In questo match i transalpini vanno alla ricerca del 3° titolo continentale, mentre i lusitani puntano a vincere il loro primo trofeo nelle competizioni europee riservate alle nazionali maggiori.

  • Questa sarà la quarta sfida tra Francia e Portogallo in un grande torneo internazionale – Bleus sempre vittoriosi nei precedenti tre (EURO 1984, EURO 2000 e Mondiali 2006).
  • L’ultimo successo del Portogallo contro la Francia risale all’aprile 1975 (2-0 in amichevole), e l’ultimo gol resta invece quello di Ricardo Quaresma in una sfida dell’ottobre 2014.

FORMAZIONI:

PORTOGALLO:  1 Rui Patrício; 21 Cédric Soares, 5 Raphael Guerreiro, 3 Pepe,  4 JoséFonte;  16 Renato Sanches, 14 William Carvalho, 23 Adrien Silva, 10 João Mário;  17 Nani, 7 Cristiano Ronaldo – All.: Fernando Santos.

IN PANCHINA: 12 Lopes (P), 22 Eduardo (P), Bruno Alves (D), Carvalho (D), 19 Eliseu (D), 18Rafa Silva (C), 15 Andre’ Gomes (C), 13 Danilo (C), 11 Vieirinha (C), Joao Moutinho (C), Eder (A), 20, Quaresma (A)

FRANCIA: 1 Loris; 19 Bacary Sagna, 21 Laurent Koscielny, 22 Samuel Umtiti, 3 Patrice Evra; 15 Paul Pogba, 14 Blaise Matuidi; 18 Moussa Sissoko, 7 Antoine Griezmann, 8 Dimitri Payet; 9 Olivier Giroud – All.: Deschamps

IN PANCHINA :  16 Mandanda (P),  23 Costil (P),  Jallet (D), Rami (D),  13 Mangala (D),  17 Digne (D), 12 Schneiderlin (C), Cabaye (C), Kante’ (C), 10 Gignac (A), 11 Martial (A), 2Coman (A)

CINQUINA ARBITRALE

Mark Clattenburg, 41 anni, inghilterra (ha diretto anche la finale di Champions League tra Real e Atletico)

  • Assistenti: Simon Beck e Jake Collin
  • Addizionali di porta: Anthony Taylor e Andre Marriner.

vivicentro.it/sport/cronaca-sportiva – Euro 2016 FINALE Portogallo vs Francia: live delle fasi ed azioni importanti redazione sportiva con ausilio di: (web/blitzquotidiano/tuttosport/sportflash24) –

 

 

Si possono stendere i panni sui balconi? I limiti di legge

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La biancheria appesa fuori dai terrazzi e dai balconi è spesso alla base di litigi. Vediamo quali regole vanno rispettate

Nei rapporti tra condomini basta poco per far scattare liti furibonde e, talvolta, questioni davvero banali si trasformano in vere e proprie tragedie.

Basti pensare a quanto è accaduto qualche giorno fa quando una lite per dei panni stesi fuori dal balcone ha avuto il suo epilogo in un fatto di sangue: gli abiti strizzati male e gocciolanti hanno spinto un uomo a tirare fuori la propria pistola calibro 7,65 per “far fuori” il suo vicino di casa.

Ma il nostro ordinamento dice qualcosa in materia di panni stesi?

I regolamenti condominiali e i regolamenti comunali

In genere sono i regolamenti condominiali che danno delle indicazioni a riguardo, specie al fine di salvaguardare l’estetica e il decoro del palazzo ma anche per evitare l’insorgere di dispute tra vicini di casa.

In alcune città poi, i regolamenti comunali vietano espressamente di stendere abiti fuori dalle finestre che si affacciano sulle pubbliche vie al fine di preservare il pubblico decoro o, in maniera più morbida, si limitano allo stesso scopo a circoscrivere la possibilità di sbattere e esporre il bucato in determinati orari del giorno.

Il decoro architettonico e lo stillicidio

In assenza di regolamenti condominiali o di polizia urbana, deve innanzitutto ritenersi che in generale lo stendimento dei panni su di un balcone condominiale “constando non in un’opera materiale ma in un’attività comportamentale che viene posta in essere occasionalmente, non può essere considerato come un elemento di deturpamento del decoro architettonico, per il quale si richiede appunto il compimento di opere materiali idonee a modificare stabilmente le linee strutturali del fabbricato” (Cassano G. (a cura di), Manuale pratico del nuovo condominio, Maggioli Editore, 2013, p. 354).

Nonostante ciò, non è possibile agire in maniera del tutto incontrollata e vi sono comunque delle regole da rispettare che, se violate, rendono giuridicamente lo stendere i panni in maniera impropria un comportamento lesivo dei diritti altrui.

Basti guardare a cosa dice l‘articolo 908 del codice civile. Tale norma, infatti, disciplina lo scarico delle acque piovane, sancendo al primo comma che “il proprietario deve costruire i tetti in maniera che le acque piovane scolino sul suo terreno e non può farle cadere nel fondo del vicino“. E’ proprio l’articolo 908 che, in alcuni casi, ha fatto sì che fosse giudicata lesiva dei diritti altrui la condotta del vicino che stende i propri panni senza averli strizzati per bene, facendoli così gocciolare sul balcone del condomino che abita sotto di lui.

A tal proposito, con la sentenza numero 7576 del 28 maggio 2007 la Corte di cassazione ha addirittura affermato che lo “stillicidio, sia delle acque piovane, sia, ed a maggior ragione, di quelle provenienti (peraltro con maggiore frequenza) dall’esercizio di attività umana, quali quelle derivanti dallo sciorinio di panni mediante sporti protesi sul fondo alieno (pratiche comportanti anche limitazioni di aria e luce a carico dell’immobile sottostante), per essere legittimamente esercitato, debba necessariamente trovare rispondenza specifica in un titolo costitutivo di servitù ad hoc o, comunque, ove connesso alla realizzazione un balcone aggettante sull’area di proprietà del vicino, essere esplicitamente previsto tra le facoltà del costituito diritto reale“.

Dato, insomma, che non esiste un diritto generale a far sgocciolare i panni sul fondo del vicino, una simile facoltà (a voler essere rigidi) per la giurisprudenza può essere esercitata solo con la concessione di un’apposita servitù e, aggiungiamo noi, in assenza di regolamenti di polizia locale di segno contrario.

I panni stesi negli spazi condominiali

Più di recente la Cassazione, intervenuta sulla vicenda che vedeva due casalinghe bresciane schierate l’una contro l’altra, ha stabilito che i panni lavati possono essere stesi negli spazi condominiali, a patto però che vengano “strizzati” bene per evitare di farli sgocciolare in condominio (cfr. Cass. n. 14547/2012).

Come tutelarsi in caso di condotte vietate

Cosa si può fare, insomma, se si subiscono dei fastidi dalla condotta del vicino che stende la biancheria in maniera inappropriata?

In caso di sciorinio e in assenza di servitù, si potrà se far ricorso all’articolo 908 del codice civile, inizialmente limitandosi a diffidare il condomino dal proseguire con una simile condotta.

Quando però il vicino di casa persiste nel proprio comportamento, è possibile andare avanti e citarlo in giudizio per ordinare la rimozione dello stendibiancheria “fastidioso”.

La relativa azione, come puntualmente chiarito dalla sopra citata sentenza numero 14547/2012 (che richiama le precedenti Cass. 30 marzo 1989 n. 1561 e Cass. 6 dicembre 1978 numero 5772), deve essere indentificata nella actio negatoria servitutis. Infatti, “l’azione con la quale il proprietario di una terrazza chiede la rimozione di uno stenditoio, collocato nel confinante edificio ed aggettante sulla terrazza stessa con conseguenti immissioni (nella specie, “gocciolio di panni e creazione di ombra”), deve essere qualificata come negatoria servitutis, ai sensi dell’art. 949 c.c., implicando i fatti posti in essere dal vicino l’affermazione di un diritto di natura reale sulla terrazza, il cui esercizio per il tempo prescritto dalla legge potrebbe comportare l’acquisto per usucapione della servitù“.

Si ricorda a tal proposito che l’articolo 949 del codice civile afferma che il proprietario può agire in giudizio affinchè sia dichiarata l’inesistenza di diritti che altri affermino di avere sulla sua cosa, quando ha motivo di temerne pregiudizio.
Se poi vi sono anche turbative o molestie, il proprietario può chiedere che se ne ordini la cessazione e che chi le pone in essere sia condannato al risarcimento del danno.

Quando, poi, ci sono regolamenti condominiali o comunali che disciplinano espressamente tale materia, limitandola o vietandola, gli appigli per potersi “difendere” sono di certo più numerosi e più solidi. Quando è il Comune a imporre il divieto, sarà addirittura possibile rivolgersi direttamente alla polizia municipale per pretendere il rispetto del regolamento, indipendentemente da un reale fastidio subito.

Infine, in certi casi, che però potremmo definire estremi, stendere i panni in maniera incontrollata, senza strizzarli adeguatamente potrebbe assumere addirittura rilevanza penale.

Il codice penale, infatti, all’articolo 674 punisce con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a duecentosei euro chi getta o versa in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone.

Se si considera che qualche anno fa si è ritenuto idoneo a integrare tale condotta il comportamento di un uomo che faceva finta di annaffiare le piante per lanciare l’acqua nella proprietà del vicino (cfr. Cass. 28 maggio 2014 numero 21753) il passo per considerare penalmente rilevante anche far sgocciolare in maniera eccessiva i panni stesi sul balcone altrui non è poi così lungo da compiere!

In ogni caso non bisogna mai perdere di vista buon senso e il rispetto reciproco: da un lato avendo l’accortezza di stendere i propri panni nella maniera più discreta possibile, dall’altro tollerando i disagi che non degenerano in fastidi veri e propri e insopportabili.

Valeria ZeppilliAvv. Valeria Zeppilli
E-mail: valeria.zeppilli@gmail.com
Laureata a pieni voti in giurisprudenza presso la Luiss ‘Guido Carli’ di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro. Attualmente svolge la professione di Avvocato ed è dottoranda di ricerca in Scienze giuridiche – Diritto del lavoro presso l’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti – Pescara

 

vivicentro.it/l’esperto – StudioCataldi / Condominio: panni stesi sul balcone. I limiti di legge (Avv. Valeria Zeppilli)

Castellammare in alto…grazie a Salvatore Maresca!

Castellammare di Stabia e la ricchezza di talenti…

Castellammare di Stabia è anche questo: Salvatore Maresca e la ginnastica artistica. Una passione che nasce da bambino, che diventa amore eterno, che cresce e regala emozioni. Una medaglia d’argento e una di bronzo, dopo aver disputato una gara di ginnastica artistica nella città di Torino, al Pala Ruffini. Talento tutto nostrano che è nel giro della Nazionale Italiana.

F1 GP UK, a Silverstone dominio di Hamilton, la rossa arriva solo quinta

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F1 GP UK SILVERSTONE – Per Hamilton, con la vittoria di oggi a Silverstone, il primo posto in classifica è sempre più vicino. Si tratta della quarta vittoria stagionale per l’inglese, il secondo posto è andato a Rosberg, terzo uno spettacolare Verstappen. La rossa ha chiuso in quinta posizione con Raikkonen e nona con Vettel.

F1 GP Silverstone 2016
F1 GP Silverstone 2016

La gara ha avuto inizio con la safety car a causa della pioggia intensa. In queste condizioni Hamilton, che ha dominato la gara dal primo all’ultimo giro, ha confermato ancora una volta che è lui il protagonista principale in tutte le condizioni atmosferiche, anche con l’alfalto bagnato sullo storico circuito britannico. Ha portato a termine giri stratosferici anche quando la pista era impraticabile, ha fatto “la differenza” per essere chiari.

 

Al secondo posto è arrivato Rosberg che negli ultimi giri ha comunicato ai box di avere un serio problema al cambio. Dai box gli hanno suggerito una manovra vietata sui manettini del volante riuscendo così a completare tutti i giri previsti. Ora i commissari stanno decidendo se assegnare una penalità al pilota tedesco, nelle prossime ore comunicheranno la propria decisione.

Oltre ad Hamilton che ha condotto una gara superlativa, si è fatto notare anche Verstappen che ha concluso al terzo posto. Durante la gara ha effettuato un sorpasso che senza dubbio rimarrà negli annali della F1, un sorpasso esterno effettuato con grande decisione e determinazione.

 

Per la Ferrari invece ennesimo GP da dimenticare. Dai box hanno tentato di recuperare con una strategia azzardata anticipando il passaggio dalle gomme da bagnato a quelle intermedie, ed in seguito anticipando il passaggio dalle intermedie alle slick. Un flop totale.

Tutto vanificato dalla safety car e da un testacoda di Vettel.

Ma aldilà delle polemiche sulla strategia ai box, c’è da dire che la Ferrari si è dimostrata poco competitiva oltre che con la Mercedes questa volta anche con la Red Bull. Raikkonen quinto e Vettel nono che sul finale ha avuto una penalità di 5 secondi per un sorpasso troppo al limite con Massa.

C’è ancora molto da lavorare a Maranello!

Al quarto posto è arrivato Ricciardo con la Red Bull, quinto come ripetuto Raikkonnen, sesto Perez e settimo Hulkenberg della Force India. Ottavo Sainz con la Toro Rosso e nono Vettel, decimo l’altra Toro Rosso di Kvyat.

Adesso in classifica generale solo 4 punti separano Rosberg da Hamilton.

Sul finale, sul podio, i tifosi inglesi hanno fischiato Rosberg costringendo l’intervistatore a richiamare l’ordine. E se il primo posto fosse andato proprio a Rosberg? Meglio non immaginare…

Appuntamento quindi il 24 Luglio per il GP di Ungheria

 

Ordine d’arrivo

1) Lewis Hamilton 1:34:55.831

2) Nico Rosberg +6.911 secondi

3) Max  Verstappen +8.250

4) Daniel  Ricciardo +26.211

5) Kimi  Räikkönen +69.743

6) Sergio  Perez +76.941

7) Nico  Hulkenberg +77.712

8) Carlos  Sainz +85.858

9) Sebastian  Vettel +91.654

10) Daniil  Kvyat +92.600

 

Classifica mondiale piloti

  1. Nico Rosberg (Germany) Mercedes        171
  2. Lewis Hamilton (Britain) Mercedes      167
  3. Kimi Raikkonen (Finland) Ferrari       106
  4. Daniel Ricciardo (Australia) Red Bull  100
  5. Sebastian Vettel (Germany) Ferrari     98
  6. Max Verstappen (Netherlands) Red Bull  87
  7. Valtteri Bottas (Finland) Williams     54
  8. Sergio Perez (Mexico) Force India      47
  9. Felipe Massa (Brazil) Williams         38
  10. Romain Grosjean (France) Haas          28
  11. Nico Huelkenberg (Germany) Force India 26
  12. Carlos Sainz Jr (Spain) Toro Rosso     26
  13. Daniil Kvyat (Russia) Toro Rosso       23
  14. Fernando Alonso (Spain) McLaren        18
  15. Jenson Button (Britain) McLaren        13
  16. Kevin Magnussen (Denmark) Renault      6
  17. Pascal Wehrlein (Germany) Manor        1
  18. Stoffel Vandoorne (Belgium) McLaren    1
  19. Esteban Gutierrez (Mexico) Haas        0
  20. Jolyon Palmer (Britain) Renault        0
  21. Marcus Ericsson (Sweden) Sauber        0
  22. Felipe Nasr (Brazil) Sauber            0
  23. Rio Haryanto (Indonesia) Manor         0

 

Campionato mondiale costruttori

  1. Mercedes               338
  2. Ferrari                204
  3. Red Bull – TAG Heuer   195
  4. Williams-Mercedes      92
  5. Force India – Mercedes 73
  6. Toro Rosso – Ferrari   41
  1. McLaren                32
  2. Haas – Ferrari         28
  3. Renault                6
  4. Manor – Mercedes       1
  5. Sauber – Ferrari       0

 

 

Ds Udinese: “Accordo tra Napoli e Udinese, è mancata l’ intesa con Zielinski”

Nereo Bonato, ds dell’ Udinese, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla redazione di MilanNews.it riguardo il futuro di Piotr Zielinski, centrocampista accostato al Napoli in questa sessione di mercato:
“E’ un ragazzo di grandi qualità, ci sono diversi club interessati a Zielinski tra cui il Milan, più di questo non posso dire. C’era un accordo raggiunto con il Napoli, solo che non c’era un’intesa tra il ragazzo e gli azzurri. Al momento ha diversi interessamenti, c’è da capire cosa succederà, le parti sono tre e devono essere tutte soddisfatte per chiudere una trattativa”.

Da MilanNews.it

Ischia, l’ex capitano Armeno firma con il Novara in serie B

Gennaro Armeno ex Ischia

Gennaro Armeno, classe 94, splendido esterno sia di centrocampo che di attacco, ed in alcuni casi anche basso, mancino, dopo 4 stagioni con l’Ischia fa il salto in serie B con il Novara.

Ecco il comunicato con cui l’accoglie il Novara:

Lo splendido mare di Ischia e il caldo sole della Campania, Gennaro li porta dentro, insieme alla voglia di cominciare al più presto la sua nuova avventura calcistica, che nella stagione 2016/17 lo vedrà indossare la nostra maglia azzurra. Gennaro Armeno, centrocampista mancino classe 1994, è un nuovo calciatore del Novara. Ha sostenuto le visite mediche e firmato nella suggestiva “Sala del Mulino” il contratto che sancisce l’inizio della sua prima esperienza calcistica lontano dai confini della sua regione. Nato a Pozzuoli il 12 febbraio di 22 anni fa, compie la trafila delle Giovanili indossando l’amaranto della Puteolana, squadra della sua città prima di trasferirsi al Monte di Procida. Dal porto di Pozzuoli ogni giorno salpano e attraccano decine di navi e traghetti che collegano la terra ferma alle isole del Golfo.

Tra tutte, oltre a essere la più grande, Ischia è anche quella che vanta una tradizione calcistica più radicata: l’Isolaverde mette gli occhi su Gennaro, che dopo 2 presenze al Torneo di Viareggio con la Rappresentativa campana di Serie D, nel 2012 inizia la sua avventura allo stadio ‘Mazzella’. Appena 18enne debutta agli ordini di Mister Salvatore Campilongo, diventando presto un punto fermo nella formazione ischitana: 25 presenze e 2 reti sarà il bottino della sua prima stagione isolana. Veste il gialloblu fino ad arrivare in Lega Pro, e in termini di gettoni la stagione appena conclusa si rivela quella più prolifica: ne mette assieme 35, di cui 31 in campionato, 3 indossando la fascia da capitano. A 22 anni Armeno scalpita: non vede l’ora di cominciare la sua nuova avventura:#BenvenutoInAzzurro, Gennaro!

SKY – De Laurentiis rientra dagli Usa, vuole subito Witsel

I dettagli

Arrivano novità di mercato da Sky Sport 24: gli identikit rispondono Roberto Pereyra ed Hector Herrera, un po’ meno quello di Axel Witsel. La pazza idea che sta prendendo forma è quella di impiegare il jolly belga nel ruolo di Jorginho come vertice basso nel 4-3-3. L’arrivo di Witsel non escluderebbe l’approdo di un’altra mezz’ala. Witsel piace molto ad Aurelio De Laurentiis, il presidente è rientrato ieri in mattinata da Los Angeles e subito si è informato per dare un input alla trattativa.

Un ex Juve Stabia va al Foggia di De Zerbi

Ecco di chi si tratta

Era già nell’aria, mancava l’ufficialità, ma Luca Martinelli, difensore, è il primo acquisto del Foggia. Classe ’88, arriva dal Messina, e in Lega Pro ha vestito le maglie del Lecco, Mezzocorona e Novara, ma vanta anche 66 gare in serie B con le maglie di Cittadella e Juve Stabia. Martinelli arriva a titolo definitivo, e ha firmato un contratto fino al 2018.

 

 

Pedullà: “Proposta indecente per Koulibaly, ma sarebbe una sconfitta per De Laurentiis”

Lo riferisce Alfredo Pedullà

Due difensori in cima ai pensieri delle big inglesi. Da Bonucci a Koulibaly perché è innegabile che siano reduci da una grande stagione, certificata – nel caso di Leo – da un Europeo a cinque stelle. Ci sono 100 milioni di motivi, anzi 100 milioni sul piatto, per riflettere. Il Manchester City ne metterebbe 60 per Bonucci e se potesse – chissà – il Chelsea rilancerebbe. Lo stesso Chelsea, come già spiegato, ha intenzione di presentare un’offerta da 40 per Koulibaly. In condizioni di normalità bisognerebbe dire che resta difficile (impossibile) rinunciare a due proposte del genere. Ma ci sono le obiezioni. Nel caso di Bonucci: ha recentemente comunicato che si sente bianconero a vita, non una dichiarazione da poco. Nel caso di Koulibaly: il contratto andava adeguato e prolungato a metà maggio, cederlo adesso sarebbe una grande plusvalenza ma nello stesso tempo una sconfitta per De Laurentiis che si è già esposto. Cento milioni di motivi, dunque, per due difensori, ma con troppe cose da chiarire.

De Laurentiis a Los Angeles…ecco il giorno del suo arrivo a Dimaro

I dettagli

Come riferisce il Corriere dello Sport, il presidente Aurelio De Laurentiis è ancora a Los Angeles e piomberà in Trentino, a Dimaro, durante l’ultima settimana del ritiro, quando la squadra sarà al completo e quando sarà presentato l’intero staff in Piazza Madonna della Pace.