Beppe Accardi, agente Fifa, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte riguardo ad Axel Witsel:
“Per me è un calciatore che farà fatica ad ambientarsi in Italia: si tratta di un centrocampista monopasso, quindi non particolarmente adatto al calcio italiano. Forse il suo nome è più importante di quello che è il suo valore reale. È chiaro che si tratta di un mio pensiero poi il Napoli sta facendo le proprie scelte. Per quelle cifre, però, andrebbero presi calciatori in grado di farti fare il salto di qualità e lui non è uno di questi”.
Accardi: “Witsel? Non è particolarmente adatto al calcio italiano”
Pannullo: la verità su incontro lavoratori ex Avis.
Il Sindaco Pannullo, sulla sua pagina di FB, chiarisce la vicenda del presunto diniego di incontro con i lavoratori Avis*.
Solo per amore della verità!
Non è affatto vero che abbia negato l’incontro ai lavoratori ex Avis, tutt’altro. Sebbene abbiano occupato l’aula dei consiglieri comunali in concomitanza con l’apertura del Comune agli invitati ad un matrimonio, subito mi sono recato da loro per ascoltare le legittime rimostranze. Nel contempo li ho invitati a chiedere un incontro che, in quasi venti giorni da sindaco non ho negato ad alcuno, nemmeno a singoli cittadini.
Quanto alla stampa, c’è stato un misunderstanding circa l’incontro, di cui mi sono assunto tutte le responsabilità, anche quelle non mie. Ho accolto tutti i giornalisti nel mio ufficio per riferire circa la vicenda accaduta in mattinata, rilasciando anche dichiarazioni ufficiali. La stampa avrà sempre le porte spalancate su Palazzo Farnese.
Tanto dovevo per amore della verità.
* AVIS, officine per la riparazione sia di treni che di autobus.
vivicentro.it/sud/politica / Pannullo: la verità su incontro lavoratori ex Avis.
Napoli, parte la campagna abbonamenti: i prezzi
Parte la campagna abbonamenti della Ssc Napoli per la stagione 2016-2017. Abbonamento che include tutte le partite in casa del campionato di Serie A e la prelazione esclusiva sulle partite in casa di Champions League e Tim Cup. Ecco i prezzi per ogni settore:
SETTORE PREZZO INTERO PREZZO RIDOTTO *
Curva A € 350 + 5 prevendita NON DISPONIBILE
Curva B € 350 + 5 prevendita NON DISPONIBILE
Distinti € 750 + 5 prevendita € 550 + 5 prevendita
Tribuna Nisida € 800 + 5 prevendita € 590 + 5 prevendita
Tribuna Posillipo € 1500 + 10 prevendita € 950 + 10 prevendita
TRIBUNA ONORE ** € 3000 + 10 prevendita NON DISPONIBILE
* I ridotti sono riservati alle donne, ai ragazzi fino a 14 anni, ovvero nati dopo il 20 Agosto 2002 ed agli over 65, ovvero nati prima del 20 agosto 1951 con disponibilità limitata fino al 5% della capienza del singolo settore.
** Inclusa di ospitalità e parcheggio; solo 40 posti disponibili in vendita esclusivamente presso lo Stadio San Paolo.
Da sscnapoli.it (Anche foto)
BOLLETTINO METEO – Possibili ondate di caldo in Campania
Pubblichiamo il bollettino meteo emesso dalla Protezione Civile
Dopo un periodo di instabilità meteorologica e caldo moderato l’estate fa sul serio, sono sempre più le giornate dal caldo intenso e nei prossimi giorni la situazione si “surriscalderà” sempre di più, tant’è che giornalmente il bollettino meteo descrive una situazione di persistente caldo su tutta la regione Campania.
Quello che segue è il bollettino meteo emesso dalla Protezione Civile che fa il punto della situazione non solo sotto il profilo meteorologico ma anche sotto il profilo della salute degli anziani e dei bambini:
VISTO L’AVVISO REGIONALE DI CRITICITÀ PER “ONDATA DI CALORE”, EMESSO DAL CENTRO
FUNZIONALE MULTIRISCHI-AREA METEOROLOGICA, AI SENSI DELLA D.G.R. N. 870 DEL 08/07/2005, SULLA
BASE DEI DATI DISPONIBILI, DALLE 14:00 DI OGGI, LUNEDÌ 11 LUGLIO 2016, E PER LE PROSSIME 48 – 54
ORE, POTRANNO VERIFICARSI CONDIZIONI DI CRITICITÀ PER RISCHIO ONDATE DI CALORE NEL TERRITORIO
DEI COMUNI CLASSIFICATI A RISCHIO MODERATO O ELEVATO, DI CUI ALL’ELENCO ALLEGATO ALLA D.G.R.
870 DEL 08/07/2005 PUBBLICATA SUL B.U.R.C.N.°37 DEL 01/08/2005.
IN TALI COMUNI SI PREVEDONO TEMPERATURE MASSIME CHE SARANNO SUPERIORI AI VALORI MEDI
STAGIONALI DI 4-5° C ASSOCIATE A SCARSA VENTILAZIONE E AD UN TASSO DI UMIDITÀ ELEVATO CHE,
NELLE ORE SERALI E NOTTURNE, SUPERERÀ IL 70-80%.
RITENUTO CHE TALI CONDIZIONI DETERMINANO UNA TEMPERATURA PERCEPITA SUPERIORE A
QUELLA REALE E CHE POTREBBERO DARE ORIGINE A SITUAZIONI DI CRITICITÀ E POSSIBILI DISAGI FISICI, IN
PARTICOLARE AGLI ANZIANI ED ALLE FASCE FRAGILI DELLA POPOLAZIONE, S’INVITANO GLI ENTI ED I
SINDACI IN INDIRIZZO, AMBITO PROPRIE COMPETENZE, DI ATTUARE LE ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA,
ASSISTENZA E SOCCORSO ALLA POPOLAZIONE INDIVIDUATA A RISCHIO DAL MINISTERO DELLA SALUTE NEL
“PIANO OPERATIVO NAZIONALE PER LA PREVENZIONE DEGLI EFFETTI DI CALDO SULLA SALUTE”
CONSULTABILE A QUESTO LINK
Insomma viste le condizioni meteo sarà fortunato chi in questi giorni potrà recarsi presso uno specchio d’acqua di qualsiasi genere per refrigerarsi oppure chi potrà usufruire dei condizionatori d’aria.
Venerato: “Candreva? Trattativa bloccata in questo momento”
Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport ed esperto di calciomercato, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc soffermandosi sulla trattativa relativa ad Antonio Candreva:
“Quella di Candreva è una pista che sembra essersi un po’ raffreddata nelle ultime ore, i motivi sono essenzialmente due: il primo è relativo all’ ingaggio in quanto il calciatore chiede 3 milioni annui, cifra inarrivabile per il Napoli ed ecco perché il suo agente sta valutando anche l’ opzione Chelsea. Il secondo nodo riguarda Axel Witsel, se il Napoli dovesse prendere sia lui che Pereyra allora le chance di vedere Candreva in maglia azzurra si ridurrebbero di parecchio”.
ARENA DI VERONA QUARTA RAPPRESENTAZIONE DELLA TRAVIATA: MARTEDÌ 12 LUGLIO 2016
Il 12 luglio alle 21.00 quarta rappresentazione dell’opera La Traviata, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave e musica di Giuseppe Verdi.
Regia, scene, costumi e luci portano la firma di Hugo de Ana; le coreografie sono di Leda Lojodice. L’opera, commissionata a Verdi per il carnevale 1853 con libretto di Francesco Maria Piave, viene composta in appena quaranta giorni. Il regista argentino Hugo de Ana posticipa l’ambientazione di circa quarant’anni, in un’enorme pinacoteca ideale in cui il vuoto delle tele accentua il gioco tra verità e finzione scenica. È uno spazio in cui si intrecciano le dinamiche dell’esistenza: frivolezza, mondanità, leggerezza di sentimenti, prostituzione, ma anche scoperta dell’amore e sacrificio.Violetta è un personaggio profondamente umano, la cui sensualità è abilmente sottolineata anche dai costumi scelti per l’allestimento. Il regista ha guardato ad un periodo ben specifico, partendo da un quadro visto al museo Revoltella di Trieste, una “Dama delle camelie” italiana di fine Ottocento, di un pittore poco noto, Eugenio Scomparini: «Ho guardato più volte quella pittura… ed è proprio Violetta che sta morendo. Ho sempre avuto l’idea di utilizzarla come immagine in un teatro più piccolo. Così ho ambientato la vicenda nel 1890, un periodo in cui, con la rinascita del mondo industriale, l’ambiente lascia segni profondi anche sui lineamenti della protagonista. La mia intenzione è quella di sottolineare la sua fragilità interiore, ma anche di evidenziare le caratteristiche di donna ideale per dare una forza visiva maggiore all’uso di espressioni chiare nell’allestimento». Ne scaturisce così una Traviata più vicina alla tradizione, al bel stile italiano del melodramma.
Per la quarta rappresentazione del capolavoro verdiano ritroviamo Jader Bignamini alla direzione dell’Orchestra, mentre il cast sarà così composto: Violetta Valéry sarà interpretata da Nino Machaidze, nel ruolo di Alfredo Germont troveremoFrancesco Demuro, nelle vesti di Giorgio Germont vedremo Dalibor Jenis, Flora Bervoix sarà impersonata da Clarissa Leonardi, Annina da Madina Karbeli. Gastone di Letorières avrà il nome di Paolo Antognetti, il Barone Douphol diAlessio Verna, il Marchese d’Obigny di Romano Dal Zovo, il Dottor Grenvil di Paolo Battaglia, Giuseppe di Cristiano Olivieri e il duplice personaggio del Domestico/Commissionario di Victor Garcia Sierra.
Orchestra, Coro diretto dal M° Vito Lombardi, Corpo di ballo coordinato dal M° Gaetano Petrosino e Tecnici dell’Arena di Verona, insieme a numerosi mimi e comparse.
Repliche: 15, 22, 26, 30 luglio 2016 (ore 21.00)
Valdifiori, l’ agente conferma: “La volontà della società e del tecnico è di trattenerlo”
Mario Giuffredi, procuratore sportivo, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli parlando, fra le altre cose, del futuro di Mirko Valdifiori:
“Posso confermare che la volontà della società e del tecnico Maurizio Sarri è quella di confermare Valdifiori. Il ragazzo è reduce già da una stagione in maglia azzurra e sicuramente farà del suo meglio per cercare di ribaltare le gerarchie e ritrovare una maglia da titolare. Bisognerà vedere cosa succede ma se Sarri vuole che Mirko rimanga, al ragazzo non può che fare piacere”.
Whatsapp: gli aspetti legali che tutti dovrebbero conoscere
Guida alle principali condizioni d’uso di Whatsapp e agli aspetti inerenti la privacy
Da quando esiste Whatsapp la messaggistica istantanea ha definitivamente “spopolato” tra i cittadini del mondo: persone dei diversi paesi, infatti, possono comunicare e scambiarsi video, foto e messaggi vocali con una semplice connessione ad internet sul proprio telefonino.
Non tutti coloro che utilizzano Whatsapp, però, si sono soffermati ad analizzare gli aspetti legali che caratterizzano il servizio e che formano oggetto delle condizioni d’uso, nonostante queste, al momento in cui si è scaricata l’applicazione, sono state espressamente accettate.
Vediamo quindi quali sono le principali cose da sapere su tale applicazione.
Siti terzi
Innanzitutto, Whatsapp si solleva da qualsiasi forma di responsabilità inerenti gli eventuali link a siti di terze parti trasmessi per il suo tramite: contenuti, privacy policy e pratiche di piattaforme esterne non sono sotto il suo controllo e gli eventuali risvolti di illegalità che ne possono derivare sono di esclusiva responsabilità dell’utente.
Se quindi qualche amico o conoscente utilizza il servizio per reindirizzarci a siti spiacevoli, non potremo far altro che prendercela con lui senza pretendere che il servizio di messaggistica controlli i contenuti derivati da terzi.
Limiti all’utilizzo del servizio
La possibilità di utilizzare Whatsapp, poi, è subordinata alla sussistenza di determinati presupposti: se uno di essi viene meno, viene meno anche il permesso ad utilizzare il servizio.
Innanzitutto gli utenti possono utilizzare l’app solo per fini personali mentre non possono rivendere o pagare altri per l’uso o l’accesso al servizio.
Inoltre il servizio non può essere pubblicato o trasferito, copiato o distribuito né si può tentare di decodificarne, alterarne o modificarne qualsiasi parte.
Infine, ogni utente è ovviamente chiamato a rispettare sia i termini di servizio che le norme sulla privacy predisposte dalla società erogatrice del servizio.
Impegno degli utenti
Whatsapp richiede inoltre una serie di impegni agli utenti che hanno le necessarie abilità tecniche, come quello di non utilizzare sistemi automatizzati finalizzati ad inviare più messaggi di richiesta ai server o quello di evitare di tentare di decodificare il sistema o i protocolli.
A tutti gli utenti è poi richiesto di non raccogliere informazioni personali di terzi (compreso il numero di telefono) dal servizio, né di utilizzare i sistemi di comunicazione che questo offre per scopi di sollecitazione commerciale o di spam.
Diritti di proprietà intellettuale
In materia di proprietà intellettuale, nelle proprie condizioni d’uso Whatsapp chiarisce espressamente che il design del servizio, il testo creato, gli script, la grafica, le funzioni interattive e simili (con qualche eccezione), i marchi e i loghi in esso contenuti, sono di proprietà dell’applicazione o le sono stati concessi in licenza.
Per quanto riguarda gli status degli utenti, si ricorda che questi ultimi sono gli unici responsabili del loro contenuto, tanto che WhatsApp non rilascia alcuna garanzia in merito ad essi. Ogni utente, quindi, deve necessariamente disporre di eventuali licenze, diritti, consensi, autorizzazioni per l’utilizzo di Whatsapp.
Il problema viene in particolar modo in rilievo con riferimento al nome o alle immagini utilizzate nello stato: se si riferiscono a soggetti terzi, se ne deve aver prima acquisito il consenso o, comunque, il permesso.
Contenuti non ammessi
Particolarmente interessante è l’impegno richiesto da Whatsapp ai propri utenti di astenersi dal compiere determinate attività per il tramite del servizio messo loro a disposizione.
In particolare non è possibile inviare materiale protetto da copyright, da segreto commerciale o comunque appartenente a soggetti tutelati da diritti di proprietà.
Nel caso in cui sia violato il diritto d’autore di terzi o altri diritti di proprietà intellettuale, Whatsapp rimuoverà per quanto possibile i relativi invii e status. A tal proposito nelle condizioni di servizio è espressamente definito il percorso da intraprendere nel caso in cui si ritenga che sia stato leso un proprio diritto di tal genere.
Nelle condizioni d’uso è poi chiarito che non è possibile pubblicare falsità che potrebbero danneggiare il servizio o terzi e che non è possibile inviare tramite Whatsapp contenuti illegali in quanto osceni, diffamatori, offensivi, minacciosi, denigratori, razzisti e così via.
Per il tramite di tale applicazione non è inoltre possibile pubblicare pubblicità o sollecitare determinate attività, fingere di essere un’altra persona, inviare o archiviare materiale contenente virus, worm o altri codici, file, script o programmi dannosi, interferire o interrompere l’integrità del servizio o la sua prestazione e i dati in esso contenuti e tentare di accedere al servizio in maniera non autorizzata.
Tutti i contenuti per adulti devono infine essere identificati come tali.
Limitazioni di responsabilità
In maniera molto chiara, Whatsapp dedica una parte delle sue condizioni d’uso a sottolineare le proprie limitazioni di responsabilità.
In particolare nessuna responsabilità è assunta dal servizio per qualsiasi errore o imprecisione dei contenuti con esso trasmessi, per eventuali lesioni personali o patrimoniali conseguenti l’accesso e l’utilizzo del servizio stesso, per eventuali accessi o utilizzi non autorizzati dei suoi server e per tutte le informazioni personali salvate.
Non si ha alcuna responsabilità neanche in caso di interruzione o cessazione del servizio, trasmissione di bug, virus e simili, eventuali errori o omissioni di contenuto, perdite o danni di qualsiasi tipo.
Chi può utilizzare Whatsapp?
Ma l’aspetto forse più importante che emerge dai termini di servizio è che Whatsapp può essere utilizzato solo dai maggiori di 16 anni di età.
Peraltro esso non può essere utilizzato in paesi soggetti a embargo statunitense, che sono stati designati dagli USA come “supporter” del terrorismo o che comunque risultano in qualche particolare elenco tenuto dagli Stati Uniti.
Paesi terzi rispetto agli Stati Uniti
In generale il servizio di Whatsapp è offerto e controllato dagli Stati Uniti d’America.
Fatte salve le limitazioni di responsabilità, quindi, la legge applicabile per eventuali illeciti commessi per il suo tramite è quella del paese ospitante.
Ciò vuol dire che in Italia singoli comportamenti vietati, commessi per il tramite di Whatsapp, saranno comunque sanzionati anche se non lo sono negli USA.
Comportamenti sanzionabili
Ma quali comportamenti che possono essere posti in essere mediante Whatsapp sono sanzionabili?
La risposta, anche alla luce dell’esenzione da responsabilità, è semplice: tutti quelli che possono essere commessi con normali mezzi di comunicazione.
In generale si può dure che è vietato (e il servizio lo dice espressamente) l’invio di messaggi e contenuti di natura razzista, offensiva, pornografica, minacciosa, diffamatoria o comunque illegale.
Privacy
Per quanto riguarda la privacy, infine, con Whatsapp si può stare abbastanza tranquilli, specie negli ultimi tempi.
Il sistema ha infatti recentemente introdotto la tecnologia di crittografia “end-to-end”.
Essa in sostanza fa sì che i contenuti relativi a qualsiasi tipo di scambio avvenuto su Whatsapp siano visibili solo al loro mittente e al loro destinatario. Ne restano esclusi i Governi, gli hacker, le forze dell’ordine e Whatsapp stesso.
Avv. Valeria ZeppilliE-mail: valeria.zeppilli@gmail.com
Laureata a pieni voti in giurisprudenza presso la Luiss ‘Guido Carli’ di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro. Attualmente svolge la professione di Avvocato ed è dottoranda di ricerca in Scienze giuridiche – Diritto del lavoro presso l’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti – Pescara
vivicentro.it/l’esperto / StudioCataldi / Valeria Zeppilli / Whatsapp: gli aspetti legali che tutti dovrebbero conoscere
L’ entourage di Pereyra: ”Il calciatore gradisce la destinazione partenopea”
Claudio Vagheggi, intermediario di mercato che sta collaborando con l’ agente di Pereyra, ha parlato così ai microfoni di Radio Crc:
“Sto collaborando con Sergio Furlan per il trasferimento di Pereyra. Posso dire che il calciatore gradisce particolarmente la destinazione partenopea. La squadra di Sarri potrebbe garantirgli maggiore continuità in termini di utilizzo. A breve potrebbero esserci aggiornamenti importanti sulla trattativa.
Widmer? Sono certo che con Sarri potrebbe migliorare molto, anche sul piano tattico. Il Napoli farebbe sicuramente due grandi acquisti se riuscisse a chiudere entrambe le trattative, inoltre Allan sarebbe felice di riabbracciare i suoi ex compagni”.
Seguiranno aggiornamenti nelle prossime ore
Ssc Napoli, la radio ufficiale – C’ è la volontà di trattenere Valdifiori da parte della società
A Radio Kiss Kiss Napoli, nel corso della trasmissione Radio Gol, il conduttore Valter De Maggio ha parlato di un clamoroso retroscena riguardo il futuro di Mirko Valdifiori. Ecco quanto evidenziato:
“Vi do una notizia su Mirko Valdifiori: abbiamo parlato con il procuratore e sappiamo che sia De Laurentiis che Maurizio Sarri sono intenzionati a trattenere il centrocampista anche per la prossima stagione. Questa la volontà della società, ora tocca all’ entourage del calciatore riflettere su questa proposta”.
Hysaj, l’ agente: “Per il momento nessun accordo, si cerca la soluzione migliore”
Mario Giuffredi, procuratore tra gli altri di Elseid Hysaj, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc in merito al futuro del suo assistito:
“C’ è stato un primo approccio ieri con il Napoli per discutere del rinnovo ma bisogna valutare diverse situazioni, capire se il club vorrà inserire anche una clausola rescissoria. Non è stato trovato nessun accordo per il momento, in questi casi serve del tempo ma credo che alla fine si troverà la soluzione migliore sia per il giocatore che per la società. Elseid è cresciuto molto la scorsa stagione e se dovesse continuare su questo binario potrebbe diventare uno dei calciatori più importanti del Napoli, anche in ottica mercato”.
Roma, Alisson si presenta: “Sono concentrato solo sul campo. Szczesny? Concorrenza leale”
Indosserà la maglia numero 19 Alisson Ramses Becker, il portiere che Sabatini ha acquistato dall’Internacional di Porto Alegre. Una casacca pesante da portare sulle spalle, visto che prima di lui l’aveva indossata niente di meno che Walter Samuel “The Wall”. Dopo Doni e Julio Sergio, nella capitale arriva un altro portiere brasiliano, classe ’92, nato a Novo Hamburgo, alto 1,93 m e “di grandissima personalità”, parola del difensore ex Roma Juan. Nella sala stampa di Pinzolo, viene oggi presentato ufficialmente come calciatore della AS Roma. Queste le sue parole:
Le prime dichiarazioni sono del dg Baldissoni:
“Diamo il benvenuto ad un nuovo calciatore brasiliano, Alisson Ramses Becker . Ha solo 23 anni ed ha già 108 presenze con l’Internacional e ben 9 con la nazionale brasiliana di cui ha difeso la porta in Coppa America. Viene dall’Internacional di Porto Alegre. La Roma ha già comprato da questo club RobertoFalcao, non possiamo che augurargli lo stesso percorso di successi”.
Hai già parlato con il mister? Cosa ti ha chiesto?
“Mi ha spiegato come far ripartire l’azione, come avviare l’azione da dietro. Sono felice di essere qui, nello stesso club di Falcao e spero di ripercorrere le sue orme”.
Che differenze hai notato rispetto ai metodo di allenamento brasiliani?
“Se c’è qualche differenza, riguarda l’aspetto tecnico con i preparatori dei portieri. Il lavoro con la squadra è lo stesso”.
La presenza di Szczesny è più uno stimolo o un fastidio?
“Sono molto felice di essere qui, non do importanza a ciò che succede fuori dal campo”.
Come stile preferisci Buffon o Neuer?
“Sono cresciuto con il mito di Buffon, era il mio idolo da bambino. Negli ultimi anni ho apprezzato anche Neuer, Probabilmente, Buffon è più forte tecnicamente, Neuer ha più forza e velocità. Ammiro entrambi pur rispettando le differenze tra i due”.
Sei contento anche sapendo che potresti non essere titolare? Il passaporto?
“Ribadisco che per me il tema non è importante. Szczesny ha fatto bene alla Roma ma io sono concentrato sul campo, voglio dimostrare il mio valore, ripagare la fiducia che mi è stata data e sono sicuro che ci sarà una concorrenza leale tra di noi. Sul passaporto non c’è ancora nulla di concreto, ma è una possibilità”.
Perché non hai scelto la Juventus?
“Il motivo è semplice: la fiducia che la Roma ha riposto in me. Mi hanno sin da subito presentato un grande progetto e sono sicuro che mi troverò bene qui assieme alla mia famiglia”.
Le tue caratteristiche tecniche? Ed i punti deboli?
Interviene Baldissoni: “I punti deboli non li riveliamo”.
“È difficile parlare di me stesso. Mi ritengo un portiere rapido, con un buon senso della posizione sia dentro che fuori dai pali. Posso migliorare su tutti i fondamentali, mi concentrerò in particolare sulle uscite con i piedi visto che qui è così importante”.
Ti aspettavi qualcosa di più dalla Coppa America?
“Sì, certamente avremmo voluto fare meglio. L’obiettivo era vincere il torneo ma il calcio è così, si vince e si perde. Il calcio brasiliano vive un momento di transizione, si sta ricostruendo ma vorremmo tornare a regalare gioie ai tifosi”.
In Brasile c’è tutta questa attenzione a come un portiere gioca con i piedi?
“Personalmente, a partire dalle categorie inferiori ho sempre cercato di giocare con i piedi con la finalità di diventare un portiere moderno, con un occhio sempre rivolto al calcio europeo. Il Brasile si sta adattando. Ci sono ancora dei preconcetti: quando il tifoso vede il retropassaggio rumoreggia un po’, ma si sta cercando di andare avanti. Io ho sempre cercato di giocare palla al piede perché in nazionale ho molti compagni abituati ad essere serviti così”.
Totti?
“Per me significa moltissimo, è un grandissimo onore giocare con un idolo mondiale. Mio nipote si chiama Francesco in suo onore ma non parlo ancora bene in italiano quindi non ho avuto modo di parlarci molto”.
Hai avuto modo di parlare con il connazionale ed ex giallorosso Doni? Come va l’ambientamento?
“Doni non lo conosco personalmente, solo per fama. Per quanto riguarda l’ambientamento, a livello climatico Roma è simile a Porto Alegre, con l’estate caldissima e l’inverno freddo. L’unico problema è relativo alla lingua, ma non credo che avrò grandissime difficoltà”.
In Italia si ritiene che i portieri brasiliani sono discontinui…
“Non sapevo di questa visione dei portieri brasiliani. Ribadisco che dono concentrato sul campo, sull’affinità con il reparto difensivo in particolare. Lavoro per raggiungere regolarità e costanza”.
Perché il numero 19?
“Era uno di quelli a disposizione, non ha un significato particolare. All’Internacional avevo il numero 1, anche in nazionale”.
In passato Falcao ha dichiarato che hai problemi nel guidare la difesa…
Interviene Baldissoni: “Non ci risultano queste dichiarazioni”.
“Non mi era giunta voce di queste dichiarazioni ed un po’ mi sorprendono ma del resto ognuno ha la sua opinione. All’Internacional ero diventato capitano anche per la mia capacità di guidare la squadra. Il portiere deve usare la forza e la testa e può capitare di prendere una decisione errata”.
Claudia Demenica
Banche, la Francia apre all’Italia: “Bisogna essere solidali”
Fonti diplomatiche europee, però, frenano: “Un ammorbidimento della direttiva sul bail in per sostenere le banche italiane in difficoltà “sarebbe un boomerang” o “controproducente”. I titoli del credito sono in altalena
Banche, la Francia apre all’Italia: ristabilire la fiducia nel sistema bancario italiano attraverso la solidarietà europea. Il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, in arrivo a Bruxelles per l’Eurogruppo, apre alla richiesta di flessibilità da parte del governo italiano spiegando che le regole “vanno applicate con intelligenza. Oggi è una preoccupazione per il governo italiano, quella di prendere le misure necessarie per ristabilire la fiducia nell’insieme del sistema bancario italiano. Credo sia nostro dovere essere solidali”.
Tuttavia a livello europeo c’è chi sostiene che un ammorbidimento della direttiva sul bail in per sostenere le banche italiane in difficoltà “sarebbe un boomerang” o “controproducente”. E’ quando dicono fonti diplomatiche europee. La preoccupazione sulle banche italiane e la trattativa in corso fra il governo e la Commissione sul modo di gestire la situazione senza violare le norme Ue sugli aiuti di Stato e sul “bail in”, quest’ultima in vigore dall’inizio di quest’anno, non saranno però oggetto di dibattito in Consiglio, domani.
“Non è tempo di discuterne a questo livello” , spiegano i funzionari ricordando che al momento “è già in corso un dibattito tra l’Italia e la Commissione”. Tuttavia, tra gli Stati membri “la posizione generale è che disfare le regole non sarebbe saggio”. In particolare, per quanto riguarda la direttiva Brrd sul risanamento delle banche, “le norme sono state decise dopo un duro lavoro, e qualsiasi alleggerimento delle stesse avrebbe effetti controproducenti”, secondo il diplomatico. Oggi pomeriggio, i ministri delle Finanze europei si riuniscono nel formato a 19 dell’Eurogruppo. Una presa di posizione che ha prodotto l’immediato effetto di frenare le vendite in Borsa sull’intero comparto: resta sugli scudi Mps, mentre salgono in altalena Ubi, Unicredit, Banco Popolare, Bpm e Intesa Sanpaolo.
La situazione delle banche sarà dunque all’ordine del giorno dell’Eurogruppo anche perché le regole europee permettono già la ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato di banche solvibili a cui però dovrebbe essere associato il contributo di azionisti e di obbligazionisti: il governo italiano, invece, vorrebbe strappare una sospensione di questo principio. L’applicazione del bail-in su Mps travolgerebbe infatti 60mila risparmiartori che hanno acquistato allo sportello un bond da 2,16 miliardi di euro emesso dalla banca per finanziare l’acquisizione di Antonveneta. Un rischio che il governo non può permettersi di correre in un contesto delicato, segnato da rischi alla stabilità finanziaria e dal prossimo voto sulla riforma del Senato.
Il nodo è complesso, ma la Commissione si è detta disponibile a trovare un accomodamento per gli investitori non istituzionali. Bruxelles – di fatto – è stretta fra il desiderio di rispettare le regole Ue e la consapevolezza che la vicenda bancaria italiana è seria, e potenzialmente dannosa per il resto dellazona euro. Probabile quindi che si trovi un accordo sfruttando le stesse regole Ue secondo cui il bail-in può essere sospeso quando sia a rischio la stabilità finanziaria. Una tesi sostenibile nel caso di Mps, dal momento che si tratta della terza banca italiana.
Banche, la Francia apre all’Italia: “Bisogna essere solidali”
Tribunale di Milano : ”La supertassa sui permessi di soggiorno discrimina gli stranieri”, governo condannato a risarcire
La sentenza del tribunale di Milano che bacchetta ministeri e presidenza del Consiglio e apre la strada ai rimborsi di quanto pagato dal 2011. “Sproporzionata” la tariffa da 100 a 245 euro chiesta per il rilascio e il rinnovo del documento rispetto a quanto pagano gli italiani per certificati analoghi
Il ministero dell’Interno, quello dell’Economia e la presidenza del Consiglio dei ministri sono stati condannati dalla prima sezione civile del Tribunale di Milano a risarcire i danni a sei cittadini stranieri che avevano pagato la “supertassa” per il rinnovo o la richiesta del permesso di soggiorno, che varia dai 100 ai 245 euro. Nell’ordinanza firmata dal giudice Martina Flamini si legge che è “discriminatoria” e “sproporzionata” la tariffa richiesta agli stranieri residenti per la domanda di rinnovo o rilascio del permesso di soggiorno, anche non di lungo periodo. La tassa sul permesso di soggiorno è stata introdotta dal Decreto ministeriale del 6 ottobre 2011.
Il decreto era stato annullato dal Tar del Lazio nel maggio scorso, su ricorso promosso dalla Cgil, a seguito di una pronuncia della Corte di Giustizia europea del settembre 2015 che aveva ritenuto la tassa un ostacolo eccessivo al conseguimento del permesso di soggiorno (sia a tempo determinato, che indeterminato). Annullamento arrivato anche perché la “tassa” era molto più alta di quella necessaria per qualsiasi analogo documento amministrativo richiesto agli italiani.
Nonostante i due pronunciamenti, della Corte eutopea e del Tar, il ministero fino ad oggi non aveva ancora provveduto alla modifica della normativa e sinora nessuno straniero aveva ottenuto il rimborso di quanto pagato in passato. Ora, nel provvedimento del Tribunale miilanese il giudice condanna il due ministeri e il capo del Governo alla restituzione parziale di quanto versato dai sei ricorrenti, tutti immigrati regolarmente residenti a Milano, difesi dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione).
I due legali e l’associazione – specializzata in ricorsi contro la pubblica amministrazione quando ci sono gli estremi per la denuncia di razzismo o discriminazione – reputano che la decisione del Tribunale sia importante non solo perché ribadisce l’illegittimità della tassa nella misura prevista dal decreto (che ancora oggi viene richiesta dalle Questure “del tutto illegittimamente” secondo gli avvocati) ma anche perché apre la strada ai rimborsi di quanto pagato dal 2011 (anno in cui la “supertassa” è stata introdotta) da tutti gli stranieri che in Italia hanno chiesto o rinnovato il permesso di soggiorno.
“Ora, anche il Tribunale di Milano decreta che l’aver richiesto un pagamento in misura non consentita dall’ordinamento europeo costituisce anche discriminazione e viola il principio di parità di trattamento previsto dalla Direttiva 109/2003, proprio in quanto pretende degli stranieri una tassa sproporzionata rispetto a quanto previsto per analoghi documenti per i cittadini italiani”, spiegano i due avvocati delll’Asgi. “L’importanza della pronuncia milanese deriva soprattutto dal fatto che, per la prima volta, viene affermato il diritto al rimborso di quanto pagato dagli stranieri dall’entrata in vigore del decreto”.
Nella sentenza si legge: “La discriminazione per motivi di nazionalità opera, in ragione del mero rilievo del trattamento deteriore riservato allo straniero quale effetto della sua appartenenza ad una nazionalità diversa da quella italiana (…). La parte ricorrente ha dimostrato che i cittadini stranieri, costretti a corrispondere le somme per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, sono vittima di discriminazione diretta fondata sulla nazionalità”. Pertanto il giudice “condanna le pubbliche amministrazioni” a restituire a tre che hanno fatto ricorso “la somma di euro 245,00 ciascuno, nonché a restituire” agli altri “la somma di euro 145,00 ciascuno” e anche al pagamento delle spese legali per 6.100 euro.
vivicentro.it/cronaca repubblica / “La supertassa sui permessi di soggiorno discrimina gli stranieri”, governo condannato a risarcire” ZITA DAZZI
Leggere il voto prendendo il bus (Paolo Corsini)
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO RINGRAZIANDO IL SEN. CORSINI PER L’INVIO
Leggere il voto prendendo il bus (Paolo Corsini)
Al fine di una valutazione dei risultati delle recenti consultazioni elettorali amministrative prenderò le mosse da alcuni riscontri e da considerazioni di carattere generale per poi procedere, con una lente d’ingrandimento ravvicinata, ad un ragguaglio su taluni casi emblematici, atti a suggerire qualche provvisoria indicazione conclusiva. Con una precisazione preliminare: il mio è certamente un punto d’osservazione parziale, politicamente interessato e certamente non coincide con quello più affidabile di un entomologo elettorale o di un sociologo della politica che riflette a freddo e sulla base di una metodologia sperimentata. Il che non mi esime dall’affidarmi agli esiti di ricerche già condotte all’indomani del voto, particolarmente dall’Istituto Cattaneo e dal senatore Pd Federico Fornaro che della sua competenza in materia ha dato proprio recentemente una brillante dimostrazione con un saggio assai documentato, Fuga dalle urne. Astensionismo e partecipazione elettorale in Italia dal 1861 ad oggi, Novi Ligure, Epoké, 2016.
Veniamo al dunque. Il primo dato da sottolineare è costituito dalla crescita diffusa dell’astensionismo. Un fenomeno particolarmente accentuato nei comuni capoluogo e capoluogo di regione dove, per limitarci a questi ultimi, la partecipazione si attesta su di un modesto e preoccupante 55,9 %, risalendo di poco al paragone delle europee, ma in forte calo sia rispetto alle politiche del 2013 che alle comunali del 2011. Non solo un astensionismo cronico, fisiologico, ormai stabile, ma pure uno intermittente, in significativa crescita, e una percentuale assai bassa di elettori costanti. In sostanza un progressivo allineamento a tendenze e comportamenti già affermatisi in molti Paesi, che dice di un’accentuata depoliticizzazione, di disinteresse ed estraneità, nonché rimanda a passivizzazione e protesta, ma pure ad una diserzione attiva come messaggio indirizzato soprattutto al Pd e finalizzato a suscitare correzioni di linea politica, di azione di Governo. Tutti fenomeni che chiamano in causa l’intero sistema politico e le sue forme di rappresentanza, sollevando altresì radicali interrogativi sull’operato delle agenzie di formazione ed educazione, nonché sull’efficacia dei canali di partecipazione, almeno là dove sopravvivono. In secondo luogo va rimarcata la presenza di un elettorato instabile, a forte volatilità, che sembra ridurre considerevolmente il voto di appartenenza e il voto di scambio a tutto vantaggio di un’espressione rancorosa e persino vendicativa della volontà di un elettore dall’opinione ”contro”, antiestablishment, antipolitica, desideroso di punire la ”casta”, le élites dirigenti, il ceto al governo. In sostanza un voto di cambiamento, da non confondere però con trasformazione intesa come soggettività che coltiva un disegno, un progetto in grado di dare forma alle cose. Ma contro chi?, e verso quale direzione? E rispetto a quali assetti di potere? A ben guardare la portata di quanto è avvenuto non consente in alcun modo di derubricare i risultati elettorali a semplice spia di una condizione di sofferenza e disagio locale, limitandone così significato e portata nazionali. Passiamo rapidamente in rassegna alcuni dati. Nel loro complesso le amministrative hanno determinato 99 cambi di maggioranza sui 143 comuni sopra i 15.000 abitanti, sanzionando così la bocciatura di oltre il 65% dei sindaci uscenti. Bersaglio principale di questo sconquasso il centro.-sinistra che accusa ben 67 sconfitte, ma pure il centrodestra e le liste civiche che si ritrovano all’opposizione rispettivamente in 22 e 12 comuni in precedenza governati. Sul versante, invece, delle amministrazioni conquistate è il centrodestra ad ottenere i risultati più soddisfacenti, riuscendo in 34 casi ad affermarsi sugli avversari, mentre il centro-sinistra e le liste civiche riportano un successo, determinando un cambiamento alla giuda delle municipalità, in 23 e 22 casi. A sua volta il Movimento 5 stelle, che in precedenza non controllava alcun comune, presenta un saldo del tutto positivo nel rapporto tra amministrazioni perse e conquistate con ben 20 vittorie di cui 19 nell’occasione dei ballottaggi. A questo riguardo una ulteriore puntualizzazione: al secondo turno centrosinistra e centrodestra escono vincitori ciascuno in circa il 30% dei casi, mentre il Movimento 5 stelle riesce a raggiungere il ballottaggio solo nel 17%, appalesando un’evidente difficoltà ad inserirsi all’interno del classico schema invalso nell’ormai superato sistema bipolare. Il dato politicamente rilevante sta, tuttavia, nella circostanza che il ”non partito” di Grillo si rivela una straordinaria, formidabile ”macchina da ballottaggio”, perché laddove partecipa al secondo turno, soprattutto contro i partiti tradizionali, si assicura praticamente ovunque la vittoria ribaltando gli esiti del primo con rimonte e sorpassi talora sapientemente orchestrati, talora frutto di convergenze per altro largamente prevedibili. È l’affermazione del ”nemico” del ”mio nemico” contro il candidato meno gradito, confermando così quanto avvenuto in precedenza a Parma e Livorno la dove l’aspirante sindaco era espressione del Pd e del centrosinistra. Un Movimento 5 stelle dunque tendenzialmente ”partito della nazione”, trasversale, in grado di produrre l’effetto idrovora, di esercitare richiamo a largo raggio, oltre la fattura sinistra – destra e di acquisire consensi tra disparate aree di elettorato quanto al genere, all’età, alla professione, al grado d’istruzione. Chiave di volta del successo la capacità di dare rappresentanza alla delusione e all’insoddisfazione, alla marginalità e al ”dolore”, alla volontà di punizione della classe politica con la quale i suoi esponenti – per ora e sino a quando? – non sono identificati, denotando un alto grado di elasticità – la differenza percentuale di voti tra primo e secondo turno – e procurandosi un indubbio vantaggio competitivo. Ben oltre anche quello delle liste civiche. A rendere politicamente denso di significato questo dato sono soprattutto le regioni ”rosse”: un tempo a scenario statico, consolidato, adesso invece connotate da una contendibilità che muta tendenzialmente gli storici quadri di riferimento. Qualcosa di più di un campanello d’allarme, piuttosto un monito per il Pd e le forze di centrosinistra le quali pure sul versante più radicale incontrano smentite cocenti con risultati assai sconfortanti. Lo sfondamento al centro non è avvenuto e la conquista dei delusi del centrodestra si rivela un miraggio falsificato dalle urne. Un centrodestra per altro che, se unito, continua ad essere protagonista temibile e contendente non certamente prono. Con l'aggravante di una rottura ”sentimentale” di settori significativi del popolo della sinistra i quali, se non sono animati da passioni calde che fanno muovere le bandiere, spesso disertano o si rivolgono verso il Movimento 5 stelle, non accettando il ruolo di intendenza che, comunque, a prescindere, è disposta a seguire. Soprattutto se il partito si riduce ad un marchio, ad un arcipelago correntizio, ad un coacervo di famiglie notabiliari, tanto a livello nazionale che locale, ed è guidato dal decisionismo direttista proprio della democrazia recitativa, a conduzione teatrale, del leader. Ed in effetti là dove si mantiene viva una tensione coalizionale – è il caso di Milano e di Cagliari – si vince perchè si è in grado di promuovere mobilitazione, di rianimare i delusi e gli appartati, di far battere un cuore oltre il cono di tenebra, di convincere a votare quanti sono tentati dall’astensione e possono di nuovo riconoscersi in una plausibile agenda programmatica di governo. Un Pd, dunque, aggregativo di forze civiche, di soggetti associativi, di istanze popolari, oltre che di quel che resta di formazioni politiche collocate al suo fianco sinistro. Un Pd abilitato ad evitare le forche caudine di un isolamento penalizzante, capace di dare corpo al sogno clamorosamente fallito a Roma, al di là di ogni previsione, di attraversare l’arco di Costantino. Walter Tocci, il senatore democratico che rappresenta una delle poche coscienze inquiete e critiche del partito, ricorre spesso nei suoi interventi alla metafora del bus, descrivendo un percorso che anche Marco Revelli ha nitidamente tracciato per fornire una plausibile spiegazione – una, molto rilevante, anche se non unica – della sconfitta di Piero Fassino a Torino e con lui di Matteo Renzi. Una metafora applicabile, con le dovute distinzioni, anche a Bologna dove pure Merola ha vinto, ma con un Pd che lascia sul terreno decine di migliaia di voti.
Un tempo si prendeva il bus in centro per uscire dalla città di Moriana, la città con ”le porte di alabastro e le colonne di cristallo”; e con le distese di ”lamiera arrugginita e di muri ciechi con scritte stinte” di cui scrive Italo Calvino, un’icastica raffigurazione del moderno volto urbano. Si poteva così incontrare, inoltrandosi verso le periferie, il popolo della sinistra. Oggi invece si deve viaggiare a ritroso lungo un itinerario geo-politico che rovescia il dominio monopolistico del racconto, rassicurante quanto evasivo e distorcente, di città in risalita rispetto alla marginalità territoriale e sociologica che caratterizza interi quartieri e realtà circoscrizionali, laddove assai marcata è la frattura generazionale e oneroso risulta il deficit di reddito che duramente fa sentire il morso della crisi. Qui l’analisi del voto esaurisce il proprio compito e si distende lo spazio conteso, per nulla predefinito, della politica, dei suoi doveri, delle sue scelte e responsabilità.
Hamsik: “Offerta Bayern reale, ma penso al Napoli”
Le dichiarazioni di Hamsik
Marek Hamsik, ai margini di evento benefico organizzato nella sua città natale, Banska Bystrica, ha dichiarato: “La mia priorità al momento, lo ripeto, è il Napoli. Che questo sia chiaro. Poi si vedrà. I miei figli indossano le magli di Real, Barcellona? Non significa niente, a casa ne abbiamo una cinquantina di squadre diverse! L’interesse del Bayern Monaco? Era reale, ma poi non se n’è fatto più nulla. Però non è vero che ho rifiutato la loro offerta, non dipende solo da me”.
GDS: “Pereyra preferito a Candreva, ADL insiste”
Il punto della Gazzetta
La Gazzetta dello Sport scrive: “Poi De Laurentiis proverà a stringere i tempi anche per Roberto Pereyra, per età, costi e duttilità tattica preferito a Candreva: con la Juve c’è un accordo di massima sui 18 milioni (bonus compresi), oggi possibile incontro con gli agenti per chiudere”.
Fondo salva-stati
La strada del fondo salva-stati ALBERTO MINGARDI
Ormai si discute solo del come, non del cosa. Il governatore della Banca d’Italia ha detto all’assemblea dell’Abi di «non escludere un intervento pubblico» per salvare il Monte dei Paschi di Siena. E’ un segreto di pulcinella: sappiamo tutti che l’intervento arriverà, non sappiamo ancora in che forma. Che la Banca d’Italia, per anni ritenuta a torto o a ragione l’istituzione più affidabile del Paese, non lo escluda ma non ne disegni i contorni, serve solo a dare corda alle scommesse degli speculatori.
Il governo avrebbe davanti a sé una strada chiara: ricorrere all’Esm, al fondo salva-Stati, come ha fatto la Spagna nel 2012. Grazie al sostegno dell’Esm, gli spagnoli riuscirono ad organizzare un fondo per ricapitalizzare gli istituti di credito.
Ci siamo molto lamentati di aver dato un ingente contributo al meccanismo di stabilità. In realtà, non stavamo soltanto partecipando a realizzare una forma di «solidarietà europea». Abbiamo sottoscritto una polizza assicurativa. Perché oggi non vogliamo utilizzarla?
Perché entrare nel programma d’assistenza significa verosimilmente accettare, in cambio, un più stringente controllo sulle nostre politiche di bilancio, limitando il potere discrezionale di chi governa. Si capisce che questa «condizionalità» sia sgradita ai politici, che perdono margini di manovra e che vengono in qualche misura commissariati. Ma è significativo che oggi in Italia l’ipotesi di ricorrere all’Esm è l’unica di cui neppure si parla, mentre volentieri ragioniamo su come aggirare le regole europee, speriamo in una deroga alla nuova disciplina bancaria (evitando il bail in che, anche nel caso delle quattro banche, il nostro governo non è stato in grado di gestire), e siamo pronti a ribattezzare un qualsiasi intervento concertato nelle stanze di qualche ministero «operazione di mercato».
Il sistema bancario italiano si è rivelato molto più fragile di quanto evidentemente non pensassero le stesse autorità di vigilanza. Le banche erogano la benzina dell’economia di mercato, che è il credito. Proprio perché la loro funzione è tanto cruciale, solo l’«ideologia» porta a rifiutare un intervento pubblico nel momento del bisogno?
Non possiamo dimenticarci che l’Italia non è la Svezia, dove nel 1992 lo Stato estese la garanzia statale a tutti gli istituti di credito, né gli Stati Uniti, dove con la crisi finanziaria il governo federale ha investito massicciamente negli asset «avariati» del sistema bancario e ne è poi uscito persino guadagnandoci.
Le nostre istituzioni sono meno solide, la nostra cultura politica è diversa. Il «convalescenziario» dell’Iri, come lo chiamava lo stesso Mussolini, apre i battenti in risposta alla crisi del ’29 ma ci vogliono sessant’anni perché venga chiuso e le banche Iri vengano privatizzate. Per cinquant’anni servirono al sistema dei partiti per costruire e mantenere il proprio presidio sull’economia italiana, con le conseguenze che si rivelarono a tutti ai tempi di Mani pulite. Il nostro ceto politico tutt’ora si lamenta di non riuscire a fare «politica industriale»: cioè di non poter influenzare la gara di mercato, accompagnando gli attori economici a investire nel settore A piuttosto che nel settore B. Questo è ovviamente molto più facile quando si controlla il credito. I nostri politici lo sanno benissimo: tant’è che per anni hanno mantenuto un rapporto strettissimo con le banche popolari e non hanno mai rinunciato a influenzare i processi di nomina delle fondazioni di origine bancaria rimaste azioniste degli istituti di credito.
La politica dovrebbe interpretare l’interesse generale, ma non sempre l’interesse generale e quello della classe politica vanno assieme. In questo caso divergono. All’Italia male non farebbe una «condizionalità» che ci costringa a tenere i conti in ordine, come inevitabile contrappasso della ricapitalizzazione delle banche con fondi europei: soprattutto in un momento di incertezza politica. La classe politica preferisce tenere per sé la libertà di giocare con la finanza pubblica (ogni anno, continuiamo non a caso a rimandare il pareggio di bilancio) e carezza il sogno di conquistare, nella crisi, un ulteriore strumento per condizionare l’economia. Pantalone paga e pagherà.
Twitter @amingardi
vivicentro.it/editoriale lastampa / La strada del fondo salva-stati ALBERTO MINGARDI
CDM: “Higuain? Sarri può convincerlo a restare”
Il punto del Corriere del Mezzogiorno
Il Corriere del Mezzogiorno scrive: “Higuain è la variabile numero uno. Il centravanti argentino dovrebbe giungere in Trentino attorno al 25 luglio, terminate le vacanze, ma non è esclusa una sua eventuale cessione. Al presidente De Laurentiis potrebbe arrivare un’offerta «indecente» di 90 milioni, o anche meno, è il campione che ha già fatto sapere di non voler rinnovare, avendo qualche dubbio sul progetto Napoli. Lo scorso anno Sarri, l’uomo con la tuta e con un palmares senza titoli importanti, era riuscito a restituirgli entusiasmo e anche orgoglio per la maglia azzurra ed il tecnico ancora una volta potrà essere l’uomo in più per convincere il capocannoniere della serie A a riprovarci ancora. Vincere con il Napoli significa diventare in Argentina un eroe come e più di Maradona e Sarri lo ha già detto tante volte a Higuain. Riuscirà a dirglielo anche quest’anno? L’abbraccio tra i due a fine stagione vale più di mille convincimenti. A Sarri è rimasto nel cuore e nella testa”.
ADL sblocca Witsel, accordo totale: ecco quando arriverà la firma
Il giorno del sì
A breve potrebbe arrivare la fumata bianca: Witsel-Napoli, ci siamo. Lo Zenit dovrebbe in queste ore accettare la proposta del Napoli di 23 milioni di euro. A smuovere la trattativa, Aurelio De Laurentiis, che in prima persona ha aumentato l’offerta di 15 milioni di euro. Al ragazzo andranno 3,2 milioni di euro più bonus per quattro anni più un eventuale quinto. I diritti d’immagine non sono più un problema, dato che Witsel li cederà ai partenopei, dopo che il contratto col suo sponsor sarà terminato a gennaio. Intanto, il centrocampista si gode gli ultimi giorni di vacanza in Sardegna. Giovedì farà ritorno in Belgio, giorno in cui potrebbe arrivare la firma col Napoli. A riportarlo, la Gazzetta dello Sport.



