13.9 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6251

Ad Ischia Ponte gran successo per il “Silent Disco Party”targato Ellegi Spettacoli

0
Il delirio del Silent Disco Night
Il delirio del Silent Disco Night

Ischia- Gran successo ad Ischia Ponte, domenica sera, per il “Silent Disco Party” ovvero discoteca silenziosa, un altra news dell’estate 2016 lanciata ancora una volta dalla Ellegi Spettacoli.

Patrocinato dal Comune di Ischia e in collaborazione con Tiemp bell e ‘na vot, l’evento della Ellegi Spettacoli del Dott. Gianmarco Balestrieri ha registrato oltre mille partecipanti che nella serata del 17 luglio, si sono riversati nel Piazzale, ai piedi del Castello Aragonese, per prendere parte alla “speciale” serata danzante.

In consolle erano presenti tre dj d’eccezione: Tony Spignese con la Revival degli anni ’80 e ’90, Edo Dj (ndr: il giovane dj più rinomato dell’isola e resident delle notti isolane) e, per la musica latina, El Chapo Dj. Tre dunque le scelte per il genere musicale da ascoltare rigorosamente con cuffia wireless per il “Silent Disco Party”: Revival, Commerciale e Latino, ai quali corrispondeva un colore (rispettivamente rosso, blu e verde) da selezionare con un’apposita manopola inserita sulla cuffia. Questa la particolarità della serata: la facoltà di scegliere e ballare il genere musicale preferito ascoltandolo attraverso una cuffia  che poi  cambiava colore in base alla musica selezionata. E tutta la piazza, come per magia,  si è trasformata in un mare di luci colorate con tante persone che si divertivano nel silenzio più assoluto, mentre ognuno ascoltava e ballava un genere diverso.

Silent Disco 2

Già intorno alle ore 21:00 molti ragazzi si erano recati presso il Piazzale del Castello per prelevare la cuffia e iniziare a ballare nel silenzio più totale. Ad animare la piazza ci ha pensato prima Edo Dj che si è improvvisato speaker della serata e ha fatto ballare l’intera piazza improvvisando e coordinando coreografie. In questa cornice di colori, misti tra il blu, il verde e il rosso, anche Tony Spignese ha coinvolto i circa mille partecipanti radunandoli in un “trenino” sulle note di Disco Samba, mentre El Chapo Dj si è cimentato a far ballare le coppie a ritmo di latino con bachate e salse caraibiche.

Il grande evento ha richiamato l’attenzione di molti turisti che si sono soffermati ad ammirare i tanti ragazzi che, nel silenzio colorato, continuavano a ballare nel grande piazzale.

L’agenzia Ellegi Spettacoli, dopo il successo dell’Holi Color, ancora una volta timbra un grande evento e conferma di essere sempre attenta a produrre nuove idee per  l’intrattenimento giovanile dell’isola e non solo. Le sorprese però non sono ancora finite…Stay tuned.

Simone Vicidomini

ULTIM’ORA – Juve Stabia, ritorno di fiamma per un attaccante dell’Ascoli

Questi i dettagli raccolti da Vivicentro.it

Per la serie a volte ritornano. La Juve Stabia cerca un attaccante per rinforzare l’organico da consegnare a Gaetano Fontana che in questi giorni è impegnato con la rosa a disposizione nel ritiro di Gubbio che è partito domenica scorsa. Secondo quanto raccolto in esclusiva dalla redazione di Vivicentro.it, idea concreta per le Vespe è l’attaccante dell’Ascoli, Leonardo Perez. Attaccante classe ’89, dal doppio passaporto italiano e argentino, ha il contratto in scadenza nel giugno del 2018 ed è all’Ascoli dal 2015. Di piede destro, nell’ultima stagione in B ha collezionato 28 presenze mettendo a segno 2 gol. Ex Cittadella e Bari, ha diverse annate di esperienza alle spalle in serie B oltre che in Lega Pro.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA

Stalin, Tienanmen, Erdogan: la furia della vendetta

0
La foto dei soldati seminudi e legati dopo il tentato golpe è la testimonianza di un’umiliazione che evoca vecchi fantasmi

Stalin, Tienanmen, Erdogan: cosa accomuna questi tre? La risposta sembra darcela il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, nel suo articolo di oggi: Turchia, la vendetta e la paura, nel quale analizza, per l’appunto, il dopo golpe in Turchia e le mosse/azioni di Erdogan: La vendetta selvaggia – scrive Mauro –  demonizzando intere categorie sociali e cancellando fino all’annientamento le persone che stanno sotto le toghe giudiziarie, le grisaglie dei prefetti o le divise militari, scelte come simbolo del nuovo nemico del popolo.

Ma leggiamo tutto l’articolo di Mauro. Buona lettura

Turchia, la vendetta e la paura di EZIO MAURO

L’UNICO segno di riconoscimento sono i capelli scuri dei vent’anni, con la sfumatura alta dei soldati. Nient’altro. Centinaia di uomini ammassati sulla sabbia a torso nudo, piegati in avanti perché le manette tengono le braccia imprigionate dietro la schiena, costretti a stare in mutande e a capo chino come bestie prigioniere, in una palestra militare dalle finestre sbarrate. Non c’erano i social network a Tienanmen quando dopo aver oscurato l’antenna della Cnn il regime fece scattare la repressione selvaggia contro i ragazzi che avevano occupato la piazza, e il lavoro sporco potè compiersi nel buio. C’era solo il terrore quando Stalin ordinò le deportazioni e le uccisioni di massa della grande purga sovietica. Non c’era né Internet né una pubblica opinione quando Franco ordinava la garrota per i dissidenti “per liberarli dal peso della loro stessa malvagità purificando la Spagna”. Oggi quella foto postata su Twitter dalle caserme di Erdogan documenta lo stesso meccanismo, in circostanze diverse e in mezzo al XXI secolo. Il potere che dopo essersi difeso si vendica selvaggiamente demonizzando intere categorie sociali e cancellando fino all’annientamento le persone che stanno sotto le toghe giudiziarie, le grisaglie dei prefetti o le divise militari, scelte come simbolo del nuovo nemico del popolo.

Torna, invocato dal potere, il concetto di “popolo”, normalmente evocato là dove non esiste il “cittadino”, soggetto autonomo, libero, titolare di doveri e diritti. Torna la purga, la vecchia cistka sovietica, un’operazione che per definizione è senza giustizia e fuori misura perché mescola paura e vendetta, e mentre dovrebbe re-insediare con la forza un potere minacciato, in realtà rivela il terrore del Palazzo per il nemico nascosto, l’insicurezza di un regime che non sa trovare la sua legittimità se non nel pugno di ferro universale, la violenza che certifica l’instabilità permanente mentre vorrebbe sconfiggerla. Torna soprattutto l’umiliazione fisica e morale dei prigionieri trasformati nell’immagine materiale e pedagogica della sconfitta e come tali “esposti” perché il popolo veda, impari e capisca: la foto dei prigionieri è la documentazione perfetta della distanza incommensurabile che può correre tra i vincitori e i vinti anche nella modernità in cui viviamo, quando si è fuori dallo stato di diritto. Il vincitore è puro potere che perpetua se stesso, proteggendosi anche contro le ombre e con qualunque mezzo, perché ha prevalso e perché avrà sempre più paura. Il vinto è ridotto a puro corpo, da legare, ammassare e colpire, pur di controllarlo, in attesa di poterlo magari giustiziare domani, perché l’ossessione della purificazione non ha limiti, come l’angoscia. D’altra parte il presidente Erdogan ha parlato di una necessaria “pulizia” all’interno di tutte le istituzioni dello Stato, per liberarle dal “virus” della rivolta.

Ritorna, con la pretesa di sterilizzare la società infetta, l’incubo contabile con cui il potere prova a rassicurare se stesso spaventando i sudditi. Non c’è altro, quando la politica viene consegnata in caserma, come in Turchia. Con Istanbul presidiata da 2 mila uomini dei reparti speciali, i caccia che pattugliano lo spazio aereo delle capitali, gli elicotteri militari che non possono decollare senza permesso, il premier annuncia che gli arrestati sono 7.543, tra cui 100 poliziotti, più di 6 mila soldati, 650 civili, 755 giudici e procuratori, 103 ammiragli e generali, due giudici della Corte Costituzionale. Ma intanto 1.500 funzionari delle Finanze sono stati sollevati dal loro incarico, insieme con 30 prefetti e 8.777 dipendenti degli Interni, tra cui 7.899 poliziotti che hanno dovuto riconsegnare pistola, manganello e distintivo.

È la somma del ritorno all’ordine sventolata dal Palazzo, una somma parziale visto che il ministro della Giustizia Bozdag promette che ci saranno altri 6 mila arresti, “perché continueremo a fare pulizia”. Ed è la misura dell’arbitrio e della sproporzione, perché nessuno è in grado di controllare il regime a cui sono sottoposti gli arrestati, le condizioni in cui si svolgono gli interrogatori, la misura della reazione del potere all’offesa subita col tentativo di golpe, le reali possibilità di difendersi e discolparsi degli incarcerati in massa. Ciò che è chiaro è il richiamo di fedeltà assoluta al Sultano che arriva da queste operazioni. Non c’è spazio per distinzioni, l’emergenza continua, il pericolo è in agguato, lo Stato dev’essere un blocco unico compatto nella difesa del potere sfregiato ma superstite, dunque autorizzato a colpire. La decimazione dell’esercito cancella ogni eredità laica riducendolo a guardia reale. L’epurazione della polizia – da tempo inquieta – suona come l’ultimo richiamo all’ordine. Soprattutto, l’accanimento carcerario nei confronti dei giudici e dei Capi delle procure riscrive nei fatti codici e costituzione, imponendo fedeltà prima che giustizia, guardando alla salvezza del regime più che a quella del diritto.

A questo punto, con la pistola puntata alla tempia della magistratura, chi giudicherà i golpisti e in nome di quale legalità? Torna l’ombra dei processi politici, tipica dei regimi autoritari e totalitari. Se salta di fatto la divisione dei poteri, chi controllerà il presidente e l’esecutivo? Con quale legge, al riparo di quale Costituzione? Con quale opinione pubblica, dopo che i giornali liberi sono stati annientati e le televisioni occupate e controllate? Mentre i tribunali certamente chiederanno conto ai colonnelli dei carrarmati portati in strada nella notte dell’intentona , chi chiederà conto ad Erdogan e al suo governo di quella lista già pronta, fulminea, di magistrati da arrestare, prefetti da destituire, ammiragli da ammanettare, funzionari da epurare? Non è nemmeno necessario arrivare alle conclusioni interessate del grande nemico del Sultano, il predicatore Fethullah Gülen, che dall’America accusa Erdogan di essersi confezionato il golpe per poter annientare i suoi avversari interni: basta osservare la reazione del potere per capire che un vero e proprio “controgolpe” è in atto in Turchia. Per poi aggiungere, necessariamente, che quel “controgolpe” è fuori da qualsiasi canone delle democrazie occidentali, che anche quando sono sotto attacco sanno di avere il diritto di difendersi, ma insieme con il dovere di rimanere fedeli a se stesse, e ai loro principii.

E qui, sta tutta l’ambiguità dell’Europa. La Ue e i suoi governi hanno aspettato alla finestra la notte del golpe, per capire se i militari erano in grado di spazzare l’equivoco e la grandeur di Erdogan, senza scegliere tra le urne che gli avevano dato il potere un anno fa e i carrarmati che volevano toglierglielo. Oggi l’Europa, condizionata dal negoziato appena firmato con Ankara per il contenimento dei due milioni di profughi siriani, balbetta davanti alla minaccia turca di reintrodurre la pena di morte e di fronte alla vendetta del Sultano, che si sta dispiegando sotto i nostri occhi, fuori da ogni codice. È ora di dire che noi viviamo in democrazie deboli e malandate: ma una “democratura” autoritaria, finché rimane tale e lega le sue vittime nude come animali in gabbia, non può entrare in Europa.

 vivicentro.it/cronaca –  larepubblica / Turchia, la vendetta e la paura di EZIO MAURO

DIMARO LIVE – Dalla tribuna un solo coro…’The Champions’

I dettagli

Comincia il lavoro tattico per la difesa che alle spalle di sagome lavoreranno sull’anticipo, ma dalle tribune del comunale di Carciato partono i cori. Prima la musica e poi un forte ‘The Champions’ che attira l’attenzione di Tonelli.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

EDITORIALE – Il M5S ed il fascino del controllo

Nell’editoriale di oggi, Giovanni Orsina, parte dall’analisi fatta da Alberto Mingardi nel suo articolo:  Regole, complotti e welfare: l’Italia dei Cinquestelle nelle loro 514 proposte di legge, per approfondire ancor più il tema andando a scandagliare altri punti caratterizzanti il M5S, e ad approfondirne altri, a partire dalla loro etichetta di «antipolitici».

Ma leggiamo quanto scrive Orsina. Buona lettura!

L’irresistibile fascino del controllo GIOVANNI ORSINA

L’analisi delle proposte di legge presentate da deputati e senatori del Movimento 5 Stelle che pubblica oggi questo giornale conferma un dato che la vicenda dei grillini è venuta mostrando sempre più chiaramente: chiamarli «antipolitici» non è sbagliato, ma è parziale. Non è sbagliato sia perché il M5S si oppone alla politica per com’è stata finora, sia perché nega che la politica abbia una sua propria logica autonoma. E, di conseguenza, che chi la fa debba avere talenti o competenze speciali. Ma è parziale perché alla politica – una volta che sia stata restituita ai cittadini, naturalmente – non intende affatto dare meno potere. Al contrario, gliene vuole dar di più. Un più robusto controllo sull’economia e la produzione. Una più stringente tutela dell’ambiente. Un welfare più protettivo. Ma anche una più ampia e penetrante attività di investigazione pubblica su eventi e fenomeni controversi.

Se lo si osserva da questo punto di vista, il Movimento non è affatto antipolitico. Semmai è iperpolitico. Ed è uno straordinario figlio del suo – o meglio: nostro – tempo.

Motivo non ultimo per il quale sta manifestando una capacità di tenuta che in pochi avrebbero immaginato tre anni fa. Ma che tempo è dunque il nostro? A dirla in breve: sempre più si sta dimostrando come un tempo caratterizzato dalla domanda (largamente frustrata) di politica. Ossia, domanda di protezione da un futuro considerato incerto e minaccioso. O anche, e in maniera ancora più ambiziosa, domanda di perfezione: desiderio che il mondo funzioni esattamente come vorremmo che funzionasse.

È pure per questa ragione, mi sembra, che facciamo così tanta a fatica a comprendere gli avvenimenti dei nostri giorni: perché la richiesta prepotente di politica si sovrappone da un lato con l’assai modesta capacità delle democrazie di risolvere davvero i problemi dei cittadini; dall’altro con l’affievolirsi o lo scomparire delle tradizionali linee di frattura ideologiche del Novecento. L’iperpolitica si intreccia con l’antipolitica, dando luogo a grovigli complessi, inediti e imprevedibili. Ed è appunto in quei grovigli che prospera il Movimento fondato da Grillo. Che scompone e attraversa le linee di frattura tradizionali in maniera tutt’altro che coerente. Ma riesce a trasmettere ai suoi elettori il senso che la politica può e deve riprendere il controllo: l’utopia è a portata di mano, sol che la si voglia raggiungere.

Proprio perché l’utopia è a portata di mano, se non la si raggiunge dev’essere perché qualcuno ce lo impedisce. Da qui l’insistenza sulla malvagità dei gruppi di potere, e sulla necessità di smascherarli e distruggerli, che emerge dalle proposte di legge – ma, più in generale, da tutta la cultura politica – del Movimento. Non è certo da oggi, del resto, che desiderio di perfezione e timore delle cospirazioni marciano in coppia: se le cose non vanno, è sempre colpa di qualcuno; e se quel qualcuno lo si colpisce, le cose non potranno che riprendere a marciare. Non è certo da oggi, sì – ma oggi, anche per le ragioni che ho detto sopra, il clima storico sembra più favorevole che mai a quella coppia. Del resto, è il clima nel quale, a forza di cercar colpevoli, s’è arrivati al punto di condannare dei geologi per non aver saputo profetizzare un terremoto.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/editoriale – lastampa / L’irresistibile fascino del controllo GIOVANNI ORSINA

Juve Stabia, Carillo firma con l’Akragas

Mancano solo i comunicati ufficiali dei club ma ormai Luigi Carillo può considerarsi a tutti gli effetti un nuovo giocatore dell’Akragas. Il difensore classe ’96, cresciuto nel vivaio delle vespe, torna in Sicilia dopo la breve parentesi al Catania. Quella di Carillo è solo la prima delle tre firme, ci saranno poi quella di Gomez e Carrotta, che giovani delle vespe apporranno sul contratto proposto dalla società agrigentina. Come già annunciato in esclusiva dalla nostra redazione, infatti, i tre giocatori voleranno nella valle dei Templi nell’operazione che porterà lo sloveno Urban Zibert nella città delle acque.

DIMARO LIVE – E’ arrivata una nuova chioma bionda…

Ecco di chi si tratta

E’ arrivato anche lui, Ivan Strinic. L’esterno croato si aggiunge alle tante chiome bionde di questo inizio ritiro. Per lui subito palestra e test fisici. Vacanze terminate anche per lui…

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Commissioni d’inchiesta, economia, pochi diritti civili: dove va il Movimento Cinquestelle

Sulla STAMPA di oggi c’è un interessante articolo a firma di Alberto Mingardi nel quale fa un attento escursus nel mondo Movimento Cinquestelle (M5S), un mondo che, da subito, evidenzia come il mondo del NON e poi anche del NO. Come analizza ed esplicita Mingardi, NON è un’associazione; NON ha uno statuto e la sua “sede” è un blog; NON ha un’ideologia (se non quella del NO); si dice sociale e libero ma NON lo è chiuso nella piramide del Blog al cui vertice c’è lui: Beppe Grillo. Ma leggiamo ora l’analisi fatta da Mingardi nel suo articolo:

Regole, complotti e welfare: l’Italia dei Cinquestelle nelle loro 514 proposte di legge

Il Movimento Cinquestelle è una «non-associazione», ha un «non-statuto», per sede legale si è scelto un sito web. Pensato per travolgere nella forma quel che resta dei partiti novecenteschi, nella sostanza dovrebbe avere una «non-ideologia». Il Movimento non vanta un catalogo di idee e proposte, quanto piuttosto un metodo. La sua priorità è riconoscere «alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi». La democrazia diretta dovrebbe superare, dunque, categorie usurate come destra e sinistra.

All’atto pratico, questo si traduce in una sorta di elegante camaleontismo: il Movimento propone il reddito di cittadinanza e l’abolizione di Equitalia, eccita l’elettore «antagonista», vezzeggia la piccola borghesia produttiva. Di per sé è un fenomeno non nuovo, nel nostro Paese. Il liberismo di Berlusconi era sempre «sociale», col crollo del Muro la sinistra postcomunista ha specificato che il suo era un socialismo «democratico», talvolta perfino «liberale». La vecchia politica era un po’ anche questo: partire dai lati e convergere al centro, per conquistarlo mostrando un pragmatismo pacato e riflessivo.

Il Movimento al contrario non gioca a cucire assieme sensibilità sociale e critica allo Stato massimo, cultura di mercato e attenzione ai ceti più deboli, sentimento di giustizia e aspirazione all’efficienza. Si propone piuttosto come una collezione di realtà non necessariamente comunicanti, tante piccole isole accomunate dall’insofferenza per lo status quo. In un’importante ricerca del 2013, «Il partito di Grillo» (Il Mulino), Elisabetta Gualmini e Piergiorgio Corbetta cercavano di risolverne l’enigma guardando ai flussi elettorali. Ne veniva fuori che quello di Grillo era un partito giovane, col suo zoccolo duro nella fascia d’età 35-44, e trasversale, capace di pescare a sinistra quanto nell’area del non-voto e, al Nord, fra chi aveva dato fiducia alla Lega. Già da quel lavoro emergeva come una quota consistente di pentastellati si autodefinisse di sinistra.

Che cosa dice, invece, della collocazione del Movimento la sua produzione legislativa? Abbiamo provato a catalogare le proposte depositate da deputati e senatori Cinquestelle. Dovrebbe essere il modo migliore, per comprendere quali sono effettivamente attitudini e preoccupazioni di un ceto politico. I criteri seguiti sono inevitabilmente arbitrari: dipendono in tutto e per tutto dalla lettura che, delle proposte di legge in questione, ha dato chi scrive.

Più welfare che diritti  

Prima di concentrarci su quelle di tema economico, abbiamo diviso le proposte di legge, 360 depositate alla Camera e 154 al Senato, per macro-settori. Alla Camera, il 38% riguarda questioni economiche, il 15% il funzionamento del welfare state, il 6% temi di trasparenza e, per così dire, di «moralità pubblica», il 17% la riforma della politica, il 6% i diritti civili, il 6% politica estera e di difesa, il 7% ambientalismo e diritti degli animali, il 3% la cultura, e il restante 2% non rientra in nessuna di queste categorie. Le proporzioni sono simili, se si guarda all’attività dei senatori: economia 23%, stato sociale 21%, trasparenza e «moralità pubblica» il 19%, riforma della politica 9%, diritti civili 9%, politica estera e di difesa 7%, ambientalismo 2%, cultura 6%, il resto non rientra in nessuna di queste categorie.

L’attenzione ai temi dell’ecologia segnala la vicinanza alla sinistra tradizionale. La componente di proposte di stampo «giustizialista» è corposa, e non poteva essere altrimenti: dal «Vaffa» Day in poi, è il tasto sul quale Grillo e i Cinquestelle hanno più costantemente battuto, proprio per fare valere la propria alterità rispetto alla vecchia politica. Stupisce forse la relativa esiguità di interventi sui temi dei diritti civili: ambito nel quale abbiamo inserito questioni pure eterogenee come l’attribuzione del cognome ai figli, l’introduzione del reato di tortura nel codice penale, fecondazione assistita, matrimoni fra persone dello stesso sesso.

Commissioni e complotti  

Un dato forse particolarmente significativo è la passione di onorevoli e senatori pentastellati per le commissioni d’inchiesta. Le commissioni d’inchiesta vengono istituite per via legislativa e sono associate, nella memoria dei più, a eventi particolarmente drammatici nella storia della Repubblica: pensiamo al caso Sindona, alla loggia P2, al terrorismo, alla mafia, fino al dossier Mitrokhin e all’uranio impoverito. L’aspirazione di istituire una commissione d’inchiesta sembra tradire l’idea di aver a che fare non semplicemente con un «fatto», semmai con un evento preordinato e organizzato. Ne «La società aperta e i suoi nemici», Karl Popper definisce «teoria cospirativa della società» quella convinzione per cui «la spiegazione di un fenomeno sociale consiste nella scoperta degli uomini o dei gruppi che sono interessati al verificarsi di tale fenomeno (talvolta si tratta di un interesse nascosto che dev’essere prima rivelato) e che hanno progettato e congiurato per promuoverlo». Si tratta di un tentativo di leggere la realtà che deriva «dall’erronea teoria che, qualunque cosa avvenga nella società – specialmente avvenimenti come la guerra, la disoccupazione, la povertà, le carestie, che la gente di solito detesta – è il risultato di diretti interventi di alcuni individui e gruppi potenti».

Oltre che su fatti concreti (per esempio le vicende di Alma Shalabayeva e di Mps), il Movimento promuove l’istituzione di commissioni sull’alta velocità Torino-Lione, sulle «agevolazioni fiscali di cui ha goduto il gruppo Fiat» nel secondo Dopoguerra, «sull’affidamento di consulenze a soggetti esterni agli organici delle pubbliche amministrazioni», sul funzionamento delle scuole paritarie, e perfino sulla «deindustrializzazione». I Cinquestelle vorrebbero una commissione d’inchiesta anche sulla «privatizzazione di Telecom» e hanno chiesto a Renzi di sostenerla, dopo che il primo ministro ha stuzzicato di nuovo Massimo D’Alema sulla vicenda dell’Opa e dei «capitani coraggiosi». Renzi attaccava un esponente del fronte del «no»: per i pentastellati in tutta evidenza conta di più fare chiarezza su una «cospirazione», che serrare i ranghi per il referendum.

Un’economia da regolare  

Se guardiamo alle proposte di carattere economico, il 48% prevede maggiori adempimenti di un tipo o di un altro. La categoria è volutamente ampia: comprende sia forme di regolamentazione tutto sommato innocue (tipo l’istituzione di una nuova figura professionale, l’operatore shiatsu), che norme stringenti che avrebbero presumibilmente un impatto rilevante su interi settori (per esempio in materia di attività assicurativa o di utilizzo dei suoli). In generale, emerge l’idea che attività ritenute poco commendevoli (per esempio, il gioco d’azzardo) debbano essere rigidamente regolamentate. Il 13% delle proposte di legge presentate riguarda invece tentativi di incentivare o sussidiare iniziative che sono ritenute encomiabili. Il 12% possono essere invece considerate semplificazioni e il 4% interventi di sostegno fiscale a particolari attività.

È una lista molto eterogenea, ma di per sé questa non è una novità. Gli americani usano l’espressione «pork barrel» per riferirsi a provvedimenti di spesa che vanno a beneficiare una particolare categoria, che in cambio dà il proprio supporto a un certo politico. Che si tratti, dunque, di agricoltori o di estetiste, poco importa.

Emerge però una chiara impronta ideologica. Qualche esempio. Una proposta che mira a dare «sostegno della ripresa demografica ed economica dei comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti» ne indica le cause del depopolamento in una «economia di rapina che privilegia la speculazione rispetto alla vita delle persone» (al quale la classe politica soggiace solo per la sua «incultura neoliberista»). Un’altra prevede il «diritto del consumatore a conoscere la durata dei prodotti e dei servizi» in risposta a una «obsolescenza programmata» che sarebbe costruita ad arte dai produttori di certi prodotti, per assicurarsi un costante flusso di entrate.

Quando i grillini propongono di semplificare e abolire, lo fanno in larga misura strizzando l’occhio al piccolo commercio. Dall’abolizione di Equitalia a un tentativo di costituzionalizzazione dei principi dello statuto del contribuente, non manca l’idea che quest’ultimo sia una figura negletta quando non vilipesa, dalla vecchia politica.

 Addio al rigore

C’è da chiedersi, però, quanto sincere possano essere certe dichiarazioni d’intenti, se al contempo i Cinquestelle esprimono la volontà dichiarata di rimuovere gli argini, peraltro assai deboli, all’aumento della spesa. Difficile ridurre le vessazioni per il contribuente, se cresce il bisogno di risorse dello Stato. Forse questo allentare le briglie è un passaggio obbligato, per l’introduzione di un provvedimento costoso oggi ma che essi ritengono possa produrre grandi benefici in futuro, ovvero il reddito di cittadinanza: sulle cui coperture è buio pesto.

Fra le proposte economiche dei deputati pentastellati, sei prendono la forma delle modifiche costituzionali, e di queste due riguardano lo smantellamento del nuovo articolo 81, che prescriverebbe l’equilibrio di bilancio. Norma non proprio efficacissima, se è vero che il Parlamento rimanda il pareggio da che il nuovo articolo 81 è entrato in vigore. Per i grillini esso andrebbe superato del tutto, in omaggio, di nuovo, a una visione cospiratoria della società: quella per cui l’attuale crisi economica «non ha nulla di naturale o di accidentale» (proposta di abolizione del pareggio di bilancio presentata dai deputati deputati Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Alberti). Nel luglio 2015, essi si sono espressi anche per una modifica all’articolo 47 della Costituzione, quello sulla tutela del risparmio, affinché esso tuteli «il risparmiatore dal rischio di crisi bancarie». Splendida idea, se non fosse che è un po’ come fare una legge che abolisca i terremoti.

Twitter @amingardi

 Licenza Creative Commons

Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/opinione – lastampa / Regole, complotti e welfare: l’Italia dei Cinquestelle nelle loro 514 proposte di legge ALBERTO MINGARDI

DIMARO LIVE – Hamsik in campo, oggi è il giorno dei test

I dettagli

Marek Hamsik è arrivato due giorni fa a Dimaro ma ancora non aveva sostenuto la seconda parte dei test fisici. Questa mattina è sceso in campo molto presto  e ha cominciato a prepararsi proprio per ultimare il tutto e cominciare le tappe di avvicinamento al rientro in gruppo.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Hamsik-Napoli, accordo fino al 2020: l’agente è a Dimaro

I dettagli

Come riporta La Repubblica, De Laurentiis è arrivato a Dimaro ed ha convocato anche l’agente di Hamsik in ritiro per discutere del rinnovo contrattuale dello slovacco. Per l’accordo non dovrebbero esserci particolari problemi con Hamsik che dovrebbe essere gratificato sul piano economico e firmare un contratto fino al 2020.

 

DIMARO LIVE – Nel ritiro azzurro è arrivato anche…Saurini!

I dettagli

Il Napoli ha battuto per 10-0 l’Anaune nella prima uscita stagionale ed è ora atteso al comunale di Carciato per la prima seduta di oggi. Sul terreno di gioco ha fatto il suo ingresso anche Saurini, allenatore della primavera azzurra che è salito in Trentino per studiare i nuovi schemi di Maurizio Sarri.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Il Vicenza si accorge di Insigne jr e lo vuole ‘strappare’ al Napoli

I dettagli

Come riporta il Corriere dello Sport, applausi a scena aperta ieri anche per Roberto Insigne. Un palo e un gol per lui, nel nome del fratello Lorenzo che arriverà qui a Dimaro a giorni, dopo le vacanze estive post-Euro 2016. Roberto è diventato uno degli attaccanti di spicco della Serie B e pare sia finito nel mirino, fra gli altri, del Vicenza.

La Gazzetta insiste: “Pogba al Man Utd, pronto l’assalto a Higuain”

I dettagli

La Gazzetta dello Sport riferisce che il Manchester United avrebbe rilanciato l’offerta per Paul Pogba passando a 125 milioni. Mino Raiola, agente del centrocampista francese, sarebbe giunto in Inghilterra per definire l’affare. Al francese 12 milioni netti per 5 stagioni e la Juve incasserà dai 125 solo 100 milioni mentre la restante cifra (20%) andrà a Pogba in base ad un gentleman agreement. La Juve, poi, darebbe l’assalto a Gonzalo Higuain.

Sepe più soldi, il Napoli vuole Sportiello!

I dettagli riferiti dalla Gazzetta dello Sport

Con gli ultimi problemi muscolari di Reina, l’idea è quella di trovare un vice che possa fare il titolare aggiunto. Al Napoli piace – e tanto – da sempre Marco Sportiello, che in passato ha già lavorato con Giuntoli al Carpi in Lega Pro. Già lo scorso gennaio, a margine dell’affare Grassi, Napoli e Atalanta avevano parlato del portiere, col club azzurro che si era assicurato una sorta di diritto di prelazione. Oggi non è una necessità e non c’è l’obbligo di accelerare, però l’ipotesi di girare Sepe all’Atalanta (oltre a un conguaglio economico) entro fine mercato resta più di un’ipotesi. Sepe è stanco di girare in prestito e il club nerazzurro sarebbe una destinazione gradita. Sportiello al Napoli rappresenterebbe l’ennesima garanzia in prospettiva futura. Giovani, italiani e di talento: tre ingredienti imprescindibili per il nuovo Napoli.

Santon, oggi sarà a Dimaro per ulteriori visite mediche

I dettagli

Come riporta la Gazzetta dello Sport, oggi Santon sarà a Dimaro per le visite mediche supplementari visto che ieri il terzino dell’Inter si era sottoposto a quelle di rito a Villa Stuart: “Manca l’ultimo ok alle visite mediche per l’arrivo di Santon dall’Inter: 5 milioni più bonus al club nerazzurro, quinquennale da un milione più bonus al giocatore. Ieri Santon ha svolto nella clinica Villa Stuart di Roma la prima parte delle visite mediche, e oggi raggiungerà Dimaro per un supplemento di visite sotto l’occhio vigile del dottor De Nicola: una volta ricevuto l’ok dal medico sociale, Davide potrà firmare il contratto e aggregarsi al gruppo. Con Santon, il Napoli al momento sembra al completo”.

Inter-Icardi, cala il gelo: il Napoli resta alla finestra

I dettagli

Come riporta la Gazzetta dello Sport il futuro di Mauro Icardi all’Inter è sempre più un rebus. L’attaccante argentino aveva una promessa con la proprietà nerazzurra che avrebbe dovuto migliorargli l’ingaggio non appena la situazione economica del club sarebbe migliorata. Se il contratto non verrà adeguato economicamente entro la fine di questo mercato, il rischio è che la famiglia Icardi possa chiedere un ritocco ancora più sostanzioso tra un anno quando ormai sarebbe inevitabile tornare al tavolo delle trattative. Il Napoli sarebbe disposto a dare 5 milioni all’anno ad Icardi qualora Higuain decidesse di andarsene e all’Inter  un’offerta da 50 milioni.

Sarri attende due centrocampisti in entrata: ritorno di fiamma per Zielinski

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive: “Sarri attende ancora una mezzala, malgrado ieri Grassi abbia dimostrato di meritare più di una chance. E in caso di partenza di Valdifiori (primo obiettivo del Torino), saranno due le entrate nel reparto. Le difficoltà del Milan sul mercato frenano la trattativa per Zielinski con l’Udinese, e allora il Napoli nei prossimi giorni proverà a inserirsi di nuovo e a convincere il polacco – in prima battuta sedotto e poi abbandonato dal Liverpool – a trasferirsi in azzurro, forte di un accordo già trovato con i Pozzo sui 15 milioni. I nomi per il dopo Valdifiori al momento sono due: Rog della Dinamo Zagabria e Diawara del Bologna. Il croato piace molto e sembra l’obiettivo numero uno, anche perché su Diawara resta nettamente avanti la Roma. Il Napoli però è alla finestra: se i giallorossi non dovessero chiudere, Giuntoli potrebbe tentare di inserirsi”.

Nuova offerta di De Laurentiis a Higuain: tutti i dettagli della proposta

I dettagli

Come riferisce il Corriere dello Sport, da oggi De Laurentiis coordinerà una serie di riunioni con Sarri e i suoi collaboratori, in attesa anche del rientro alla base di Dimaro di Giuntoli. Il presidente ha anche garantito interventi radiofonici quasi quotidiani dall’emittente ufficiale Kiss Kiss per tenere costantemente aggiornati i tifosi azzurri. Dalla prossima settimana arriverà Gonzalo Higuain, al quale il numero uno azzurro proporrà il nuovo adeguamento economico: due milioni di euro in più (il trenta per cento di maggiorazione) garantiti per il biennio 2016-2018. Con la variazione, al ribasso, della clausola rescissoria che verrà abbassata da 94,7 a circa quaranta milioni di euro.

RILEGGI LIVE – Dimaro, seduta mattutina: azzurri in campo, c’è anche Strinic!

Segui il nostro Live

FINE

10:46 – Anche Hysaj sta patecipando alla seduta tattica difensiva

10:42 – Sepe lavora sulle uscite alte

10:35 – La difesa lavora sull’anticipo e la profondità

10.25 – Termina il lavoro tattico per l’attacco

10:21 – Hamsik rientra negli spogliatoi

10:09 – Che gol di Callejon, palla tra le braccia di Contini in uscita

10:04 – Per la difesa lavoro di fondo

10:03 – Si comincia dall’attacco, via alla parte tattica

09:58 – Ostacoli più bassi, si lavora sulla rapidità

09:50 – Tonelli si allena con il gruppo. Dopo un giro di corsa lenta, la squadra comincia il vero riscaldamento

09:47 – E’ arrivata una nuova chioma bionda: è Strinic!

09:46 – In campo Sarri che guida il gruppo: via alla seduta di oggi

09:43 – Ecco anche de Guzman che si dirige in palestra

09:30 – Cresta in alto, Hamsik è in campo e si dirige in palestra

09:18 – Palestra anche per Rafael

09:13 – Palestra anche per David Lopez

09:12 – E’ arrivato anche mister Saurini, allenatore della primavera azzurra

09:07 – Tonelli in campo, si dirige subito in palestra

09:05 – Lo staff di Sarri comincia a preparare il lavoro sul campo

Buongiorno e benvenuti alla diretta testuale della seduta di allenamento di oggi. Gli azzurri, dopo il successo per 10-0 sull’Anaune, sono pronti a riprendere la preparazione in vista della nuova stagione. Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

BOLLE E GLI AMICI OSANNATI ALL’ARENA DI VERONA

Lunedi 18 luglio il Teatro all’aperto piu’ grande del mondo, l’Arena di Verona, ha ospitato la terza edizione dell’attesissimo evento di Balletto con protagonista Roberto Bolle.

Un’ovazione da parte del pubblico ha salutato l’entrata in scena dell’artista Italiano piu’ conosciuto e famoso al mondo,che ha saputo portare la danza classica ad un livello superiore ,facendola apprezzare e conoscerla ad ogni genere di appassionati .

Gli antistanti sembravano in delirio,per tutta la durata dello spettacolo continui applausi a scena aperta accompagnavano le prestazioni uniche ed esemplari dell’etoile’Internazionale.

Roberto Bolle si e’ esibito assieme ad amici artisti. Artisti di spessore come Nicoletta Manni, prima ballerina al Teatro della Scala di Milano, così anche Timofej Andrijashenko. Ballerini accuratamente selezionati personalmente da Bolle , provenienti dalle piu’ note compagnie Europee e Americane come Matthew Golding dal Royal Ballet di Londra , Sarah Lane dell’American Ballet, il cubano Osiel Gouneo del Norwegian National Ballet , il Tedesco Christian Bauch , non potevano mancare le ballerine russe di spiccato valore artistico come Anna Tsygankova, Elena Vetrotina, la dolce e leggiadra Viktorina Kapitonova che ha chiuso , danzando assieme a Bolle, il secondo e ultimo atto. Una nota di merito va al cubano Gouneo, con un fisico atletico ha dato dimostrazione, attraverso una prestazione eccellente, di un tipo di danza estremamente straordinaria, molto apprezzata e apprezzato dal pubblico che ha continuamente sottolineato il consenso con applausi a scena aperta. Bolle ancora una volta ha superato se stesso . Ci ha regalato emozioni, ci ha creato brividi in una serata accaldata, ha catturato l’attenzione di un pubblico conoscitore e preparato. Esibendo un repertorio unico, alternando il balletto classico con la danza contemporanea.

Un successo annunciato e confermato da una Arena gremita di spettatori in ogni ordine di posto.

 Francesco Cecoro

Francesco Cecoro