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Castellammare di Stabia
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Radio Crc – Per Grassi si profila una stagione in prestito

Anche Alberto Grassi potrebbe finire nella lista dei partenti in questa sessione di mercato. Acquistato lo scorso gennaio dall’ Atalanta ma mai utilizzato anche a causa di qualche problema fisico, verrà girato in prestito per avere maggiore spazio a disposizione. Stando a quanto riferisce Radio Crc il giovane centrocampista potrebbe fare ritorno proprio a Bergamo ma non si esclude la pista Pescara se dovesse essere ceduto Valerio Verre in quel ruolo.

Olimpiadi, Castellammare c’è: questi i sette nostri atleti

I dettagli

Parte l’avventura, via alle Olimpiadi! Castellammare c’è e sarà in Brasile con sette sportivi: Mario Paonessa ed Enrico D’Aniello nell’otto maschile, Livio La Padula nel quattro pesi leggeri e Giovanni Abbagnale nel senior maschile saranno protagonisti in acqua. Luca Parlato, riserva della nazionale di canottaggio, con gli allenatori Antonio La Padula e Andrea Coppola.

Alle Paralimpiadi ritroveremo Giuseppe Di Capua e Tommaso Schettino con un solo obiettivo: essere protagonisti a Rio.

L’AVVERSARIO – Novara, parla Boscaglia: “Juve Stabia? Ci vuole grande concentrazione, zero distrazioni”

Queste le sue parole

Il Novara supera 2-0 il Mainz in amichevole e in conferenza stampa, come riporta il club piemontese, Roberto Boscaglia analizza la gara e guarda alle Vespe da affrontare in coppa Italia: “Abbiamo sofferto il giusto contro una squadra forte e più avanti nella preparazione. Abbiamo disputato una gara di contenimento e ripartenza, manovrando poco ma lo sapevamo. Ci marcavano uomo contro uomo ma siamo stati bravi nella fase di non possesso a concedere poco. Quando abbiamo provato a manovrare abbiamo perso qualche pallone di troppo.

Partita interessante con buoni ritmi rispetto alla condizione in cui ci troviamo. Ci sarà una partita importante in Coppa. Mettiamo in cantina quanto fatto di buono e concentriamoci sulla Juve Stabia. Per giocare a calcio ci vuole coraggio, ci vuole grande concentrazione, parte tutto dalla testa e dalla determinazione, non dobbiamo distrarci”.

ESCLUSIVA – Kalinic-Napoli, no di Sousa ma spetta a Corvino ogni decisione

Ecco quanto raccolto dalla nostra redazione su Kalinic

Il Napoli è ancora a caccia di un attaccante che sia in grado di sostituire in maniera degna Gonzalo Higuain finito alla Juventus. I soldi in cassa ci sono e sono tanti ed è per questo che i tanti sondaggi sono finiti male, per il gioco al rialzo dei club che vengono chiamati in causa. L’obiettivo numero 1 resta sempre Mauro Icardi e fino all’ultimo si proverà a strapparlo all’Inter, ma torna di moda, in maniera insistente, anche il nome di Nikola Kalinic. Secondo quanto raccolto dalla redazione di Vivicentro.it, il Napoli ci sta provando con insistenza, ma Sousa, allenatore della Viola, sta facendo muro. La scelta, davanti a soldi cantanti, sarà di Pantaleo Corvino, il ‘nuovo’ ds. La teoria di Corvino è sempre stata quella di vendere davanti ad offerte molto alte ed è probabile che abbia in pugno già l’alternativa per l’attacco. Con un’offerta di circa 25 mln di euro, si può chiudere in modo da regalare a Sarri il nuovo attaccante per la prosima e impegnativa stagione.

a cura di Ciro Novellino

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Turchia indispensabile? ma anche no! E poi: chi si fida di Erdogan?

All’indomani del tentato golpe in Turchia, Erdogan comprime le libertà con il rischio di avviare il paese anche verso una crisi economica. Perché investimenti esteri e il turismo non saranno più quelli di prima. Il premier turco sa che Ue e Usa hanno bisogno del suo paese così come scrive questa mattina, in un editoriale sulla Stampa, l’ambasciatore GIAMPIERO MASSOLO: Non possiamo fare a meno della Turchia.  Ma è vero anche il contrario e questo è il tema dell’articolo di RONY HAMAUI su la voce.info :

Turchia indispensabile. Ma chi si fida di Erdogan? (Rony Hamaui)

La Turchia resta un alleato cruciale per il mondo occidentale. Così nonostante le epurazioni seguite al tentato colpo di stato, nessuno chiede una sua uscita dalla Nato. Ma anche Ankara non può fare a meno dell’Occidente. Erdogan lo sa bene e dopo i proclami riprenderà le normali relazioni.

La situazione dopo il fallito colpo di stato

Poco sappiamo, e probabilmente poco sapremo, del goffo colpo di Stato in Turchia del 15 di luglio. Goffo perché iniziato alle 10 di sera, quando la gente affollava ancora le strade, perché incapace di controllare le televisioni private e perché non è neppure riuscito a neutralizzare Recep Tayyip Erdogan, in quel momento in vacanza in un resort della città turistica di Marmaris. Tuttavia lo scenario mediorientale, dopo quello che il presidente turco ha definito “un dono di Allah”, appare ancora più incerto e pieno di interrogativi.
Innanzitutto la situazione turca ci mostra quanto il mondo islamico sia diviso non solo fra la sua componete laica e religiosa, sciita e sunnita, moderata e estremista, ma anche quanto sia complessa la convivenza civile fra quelli sinora definiti mussulmani moderati (Erdogan e Fethullah Gülen). Per l’Occidente trovare un interlocutore affidabile nella regione diventa davvero un’impresa difficile.
La Turchia rappresentava poi nel mondo arabo una delle pochissime nazioni democratiche, l’unica forse assieme alla piccola Tunisia che sarebbe potuto diventare un esempio per i molti regimi autoritari presenti nella regione. Poco ci conforta, a questo punto, sapere che l’Indonesia e la Malesia sono due paesi a maggioranza mussulmana retti da regimi democratici, poiché appaiono troppo lontani e troppo diversi per svolgere un ruolo trainate. Per altro, anche in queste due nazioni non sono mancate negli ultimi anni ripetute violenze contro i cristiani.

Relazioni internazionali complicate

Distrutte le libertà civili, con l’arresto di migliaia tra professori, giornalisti, magistrati, militari e dipendenti pubblici, ci si chiede che tipo di libertà politiche possano sopravvivere nella penisola anatolica. Le elezioni non sono mai state una condizione sufficiente per definire democratico uno stato e l’esempio turco ne è la riprova. In quanto alle libertà economiche e al correlato sviluppo del paese, che ha rappresentato il maggior successo di quattordici anni di governo del Akp (Partito per la giustizia e lo sviluppo), il contro colpo di Erdogan mette in seria discussione i risultati raggiunti. Il turismo, gli investimenti esteri e, più in generale, i rapporti con il mondo occidentale, vero motore dello sviluppo del paese, sono infatti messi in crisi dalle incertezze della situazione politica.
È tuttavia sul piano delle relazioni internazionali che la situazione appare particolarmente critica. La Turchia è stata un alleato cruciale per il mondo occidentale: un baluardo essenziale per combattere la guerra fredda contro l’Unione Sovietica prima e un avamposto insostituibile per cercare di contenere il marasma mediorientale, dalla guerra siriana all’Isis e al flusso dei migranti oggi. E senza considerare che per la Turchia passano oleodotti e gasdotti di importanza cruciale per l’Europa, mentre dallo stretto dei Dardanelli transita la maggior parte del grano prodotto nei paesi che si affacciano sul mar Caspio.
Certo, nessuno può cambiare la geografia. Così, benché lo statuto della Nato preveda che i suoi nuovi membri siano “stabili democrazie che perseguono pacificamente le dispute territoriali, etniche (…)”, nessuno né a Washington né a Berlino si sogna di fare uscire la Turchia dall’Alleanza atlantica.
L’occidente non può fare a meno della Turchia almeno quanto la Turchia non può fare a meno dell’Occidente. Erdogan lo sa bene e pertanto è probabile che, dopo aver accusato gli Usa di aver fiancheggiato i golpisti e fatto mancare l’energia elettrica alla base americana di Incirlik, chiesto con veemenza l’estradizione di Fethullah Gülen e incolpato l’occidente di terrorismo per aver sostenuto i diritti del popolo curdo, il suo cinismo lo porti a più miti consigli, come ha già fatto con la Russia e Israele.

RONY HAMAUIhamaui

Laureato all’Università Commerciale L. Bocconi e Msc. alla London School of Economics. E’ Amministratore Delegato di Mediofactoring e professore a contratto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha ricoperto numerosi incarichi presso il gruppo Intesa Sanpaolo; e’ stato responsabile del Servizio studi della Banca Commerciale Italiana nonché professore a contratto presso l’ Università di Bergamo e l’ Università Bocconi. Ha lavorato presso l’Istituto per la Ricerca Sociale. è autore di numerosi articoli scientifici e ha scritto e curato diversi libri riguardanti gli intermediari, i mercati finanziari internazionali e lo sviluppo economico finanziario nei paesi arabi.

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Icardi pensa ancora al Napoli, nessun incontro con l’Inter per il rinnovo

Venerato su Icardi

Ai microfoni di Radio Crc, Ciro Venerato, giornalista Rai, ha dichiarato: “Allora, l’Inter mi dice che è vicina al rinnovo a 5 milioni più bonus e di dice ottimista, quando arriverà in Italia il dirigente del gruppo Suning si metterà nero su bianco il rinnovo di Icardi e si chiarirà anche la situazione con Mancini. Il Napoli invece si dice possibilista, continuano infatti i rapporti tra Adl e il gruppo Suning, in particolare con un importante personaggio del mondo dell’imprenditoria. L’entourage del calciatore mi esclude categoricamente accelerazioni sul rinnovo e appuntamenti a breve con l’Inter, il calciatore pensa ancora a Napoli, e mi dice che a parità di offerte tra Arsenal e Napoli sceglierebbe gli azzurri per tre motivi: la moglie è incinta e non vuole andare via dall’Italia, per il Napoli Icardi è una primissima scelta mentre per gli inglesi rappresenta l’alternativa a Lacazette, e poi il terzo motivo si chiama Maurizio Sarri. Icardi ha grande stima del tecnico, quest’anno ha spesso e volentieri seguito il Napolii, ed è convinto che il gioco moderno ed offensivo di Sarri, ricco di occasioni da gol, possa permettergli di segnare gli stessi gol fatti da Higuain questa stagione, mentre con Mancini il feeling è scarsissimo”.

“Bentornato”, Sarri telefona a Zielinski!

I dettagli

Storia di un sorriso, sbocciato dopo il primo passo dentro l’aeroporto di Fiumicino e durato tutto il giorno, fino alla firma del contratto negli uffici della Filmauro: Piotr Zielinski è un nuovo giocatore del Napoli e Il Corriere dello Sport racconta: “Sentimentalmente è bastata la telefonata di Sarri che dava il “bentornato” al polacco. Con il suo vecchio/nuovo allenatore, Zielinski ha scoperto il piacere degli applausi del pubblico italiano che lo ha imparato ad apprezzare a Empoli. Il ghigno della sfida è diretto ai bianconeri, per una stagione di battaglie che avrà bisogno del talento purissimo del polacco”.

Intrigo Pavoletti, il Napoli offrì 12 milioni di euro al Genoa per portarlo in azzurro

Suggestione Pavoletti

Non è assolutamente tramontata la pista che porta al capitano dell’Inter Maurito Icardi. Il Napoli ci riproverà nei prossimi giorni. Nel frattempo, la radio ufficiale azzurra, Radio Kiss Kiss, ha fatto sapere che la società di ADL nei mesi scorsi aveva provato a portare all’ombra del Vesuvio Leonardo Pavoletti, che tanto ha fatto bene il Liguria col Genoa. L’offerta degli azzurri si aggirava sui 12 milioni di euro. Non se ne fece nulla all’epoca, ma il mercato, si sa, non smette mai di sorprendere.

IL TROVATORE di Giuseppe Verdi, Arena di Verona

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Sabato 6 agosto alle ore 20.45 debutta Il Trovatore di Giuseppe Verdi, ultimo titolo in cartellone del Festival 2016.

Il monumentale allestimento ha inaugurato nel 2001 ed è stato replicato nel 2002, 2004, 2010 e 2013, per un totale di 32 recite. Regia e scene portano la firma di Franco Zeffirelli, i costumi sono di Raimonda Gaetani. La coreografia flamenca di El Camborio è ripresa da Lucia Real, mentre le scene di duello sono del Maestro d’armi Renzo Musumeci Greco.

Sul podio, per tutti i quattro appuntamenti, il M° Daniel Oren.

Repliche: 10, 13, 26 agosto (ore 20.45)

Il Trovatore appartiene, insieme a Rigoletto e La Traviata, alla cosiddetta “Trilogia Popolare” grazie alla quale Giuseppe Verdi viene riconosciuto come il maggiore compositore italiano del XIX Secolo. Opera a tinte forti e dalle appassionate romanze, prototipo del melodramma romantico, risulta fra i titoli verdiani quello patriottico per eccellenza che ha saputo infiammare gli animi risorgimentali soprattutto con l’incitazione «All’armi!» di Manrico, alla fine della celebre aria Di quella pira.

Rappresentato al Teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853, il titolo adattava per le scene operistiche un dramma spagnolo del 1836, El Trovador di Antonio García Gutiérrez. Il librettista è Salvatore Cammarano, già autore prestigioso della Lucia di Lammermoor; è Verdi tuttavia ad individuare il soggetto e a proporlo a Cammarano perché ne ricavasse un libretto d’opera. Il compositore infatti è attratto soprattutto dalla figura di Azucena: “io vorrei due donne – scriveva a Cammarano –  la cui principale è la Gitana, carattere singolare e di cui farei il titolo dell’opera. L’altra ne farei una comprimaria”. E si raccomanda al librettista affinché Azucena “conservi il suo carattere strano e nuovo”.

Lo schema del libretto era già definito nel 1851 e nonostante le difficoltà presentate dal dramma originario spagnolo, Cammarano ne trae un testo stringato ed essenziale, concentrando l’interesse sugli aspetti privati della vicenda e sulle contrapposizioni di personaggi e passioni. Cammarano tuttavia muore improvvisamente nel 1852, a lavoro quasi ultimato, e il libretto viene terminato da Leone Emanuele Bardare. Alla sua prima rappresentazione riscuote immediato successo, tanto da ottenere il bis di tutto il finale del IV atto.

All’Arena di Verona viene messa in scena per la prima volta nel 1926 per tornare in cartellone per altre 13 stagioni (1933, 1949, 1953, 1959, 1968, 1978, 1985, 2001, 2002, 2004, 2010, 2013 e 2016).

Nell’allestimento di Franco Zeffirelli, che ne ha curato regia e scene, il tono “caldo” della vicenda è mantenuto alto per tutta l’opera: “Ho tenuto conto – ha affermato Zeffirelli nel corso di un’intervista – di quanto sia l’opera più immediata scritta da Verdi, la cui temperatura è tenuta costante dal ricordo, dalla costruzione e dall’attività della pira. Ma quanti richiami al fuoco in quest’opera: da la vampa che stride, alle vampe d’inferno, al ‘foco orribile che arde in petto’, a Leonora morente,‘all’amorosa fiamma’ che arde ogni fibra. I protagonisti avvampano di furore, d’ira. C’è la perenne notte rischiarata dai fuochi dell’accampamento, dalle lanterne e il sangue che sempre incombe”.

L’imponente messa in scena valorizza il palcoscenico areniano sia nelle scene corali, con la sfilata di eserciti di alabarde, tende, zingari e cavalli con i loro cavalieri, sia nelle parti soliste. La scenografia è caratterizzata da tre torri scure dalle pareti in armatura, immerse in una desolata distesa petrosa. La torre centrale, che rappresenta il Palazzo dell’Aljaferia di Saragozza, cela la dorata cappella barocca con il grande crocefisso, intarsi e ricchi fregi, che si svela al pubblico nel momento in cui Leonora sta per prendere i voti. A lato due gigantesche figure di guerrieri richiamano il tema della battaglia e del sangue che contraddistingue questo titolo. Ne Il Trovatore di Zeffirelli si evidenzia così la coerenza del rapporto tra l’azione, la narrazione e la scenografia, per un allestimento che accentua gli aspetti ombrosi della vicenda: “Per dargli valore – prosegue il regista – occorrevano tinte vivide e piani compatti, luci per far risaltare gli stati d’animo dei protagonisti, Leonora e Manrico, il Conte di Luna e Azucena. Ecco perché ho voluto quei bagliori continui ad illuminare la scalinata sul fondo del palcoscenico”.

Grandi nomi della lirica internazionale sono impegnati per questo titolo; nel ruolo de Il Conte di Luna si alternano Artur Rucinski (6, 10, 13/8) e Simone Piazzola (26/8); Leonora è interpretata da Hui He; per tutte le recite la zingara Azucena è Violeta Urmana, mentre nel personaggio di Manrico troviamo Marco Berti (6, 10, 13/8) e Murat Karahan (26/8), quest’ultimo al debutto sul palcoscenico areniano.

Dmitry Beloselskiy veste i panni del capitano delle guardie Ferrando. Completano il cast Ines di Elena Borin, Ruiz di Antonello Ceron, Un vecchio zingaro di Victor Garcia Sierra e Un messo di Cristiano Olivieri.

Orchestra, Coro diretto dal M° Vito Lombardi, Corpo di ballo coordinato da Gaetano Petrosino e Tecnici dell’Arena di Verona, insieme alle numerose comparse che popolano le masse dei gitani, monache e soldati.

Informazioni

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona – Via Roma 7/D, 37121 Verona

tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939 – fax (+39) 045 803.1443

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Biglietteria – Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona

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Da smartphone e tablet con l’App dell’Arena di Verona per Android e Apple iOS

Prezzi da € 19,00 a € 204,00

Mercoledì il giorno di Rog, alla Dinamo 10 milioni di euro

Venerato su Rog

Entro mercoledì il Napoli annuncerà Rog, alla Dinamo 10 milioni in tre rate, al ragazzo contratto di 5 anni di 800 mila euro di base fissa più 100 di bonus. In questi giorni conta di cedere a titolo definitivo David Lopez, c’è una trattativa avviata con il Betis che offre 3,5 milioni netti in 3 rate, il Napoli ne vuole 5, tra domenica e lunedì si può chiedere a 4. Dismettendo lo spagnolo arriverà Rog, la Dinamo aveva chiesto di poter trattenere il ragazzo fino ai playoff di Champions ma è arrivata la risposta negativa del Napoli.

Fonte: Ciro Venerato, Rai.

Kalinic, l’agente a Kiss Kiss: “Napoli? Non ho nulla da dire”

Le sue parole

La redazione di Kiss Kiss Napoli, durante Radio Goal, ha contattato l’agente di Nikola Kalinic: “Il procuratore di Kalinic, Tomislav Erceg, contattato questa mattina non si sbottona e dice ‘Non ho nulla da dire, preferisco non commentare’. Resta Icardi a quanto ne sappiamo l’obiettivo numero uno in attacco. Il Napoli sulla fascia aveva sondato anche D’Ambrosio, porta chiusa però dall’Inter che non vuole cederlo”.

Giuntoli agli straordinari: 9 esuberi da piazzare

I dettagli

La Repubblica analizza la situazione esuberi in casa Napoli: “Per gli altri, invece, la valigia è pronta. Si aspetta solo la prossima destinazione per salutare Castel Volturno e ricominciare altrove. Il Napoli deve trovare una sistemazione ad alcuni investimenti errati del passato che sono ancora sotto contratto come Bruno Uvini, Josip Radosevic, Nicolao Dumitru e Jonathan De Guzman, rientrato nei ranghi dopo il prestito al Carpi e con poche soluzioni a disposizione. Ha qualche offerta in più, invece, Omar El Kaddouri, richiesto in passato sia da Chievo che da Atalanta. Non ha rinnovato, quindi la partenza è scontata. In lista di sbarco pure i talenti Dezi, Luperto e Lasicki che andranno via in prestito, senza dimenticare Roberto Insigne. L’obiettivo è individuare la soluzione migliore dopo un ritiro in cui ha mostrato una crescita costante”.

Napoli, tegola Giaccherini: potrebbe saltare le prime due giornate di campionato

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive sugli infortunati in casa Napoli: “Anche contro il Monaco marcheranno visita Reina, che dovrebbe riaggregarsi al gruppo a Ferragosto, Tonelli e Giaccherini. Per quest’ultimo tempi di recupero più lunghi per un problema al retto femorale. A rischio anche l’esordio in campionato e la sfida con il Milan”.

Reja: “Candreva-Napoli, vi svelo un retoscena”

Le sue parole

Antonio Candreva, che da poco ha lasciato la Lazio per approdare all’Inter, è stato a lungo trattato anche dal Napoli. Edy Reja ai microfoni di Gianlucadimarzio.com ha rivelato: “Siamo rimasti in ottimi rapporti. L’ho sentito a fine campionato e mi ha ribadito che c’era la possibilità che andasse via. Lo voleva anche il Napoli oltre all’Inter, ed in tal senso ci fu anche un confronto tra di noi”.

Oltre a Bacca, il Milan ha proposto Luiz Adriano al Napoli

I dettagli

La Repubblica scrive: “Il Napoli ha cominciato a guardarsi intorno con la consapevolezza che un altro Icardi sul mercato non c’è. Il 23enne bomber rosarino (ieri contestato alla Pinetina) sarebbe stata una certezza, al contrario delle eventuali alternative. Sarri le preferisce dalla serie A. Ecco perché Jovetic e Kalinic restano nel radar delle possibilità. Entrambi sono alla portata: l’Inter non farà alcuna resistenza per il montenegrino, così come la Fiorentina che lascerà partire il croato con un’offerta intorno ai 30 milioni di euro. Il Napoli non ha ancora deciso se affondare il colpo perché sono soluzioni che non convincono pienamente. Il Milan, oltre a Bacca, propone pure Luiz Adriano, ma De Laurentiis prenderà in considerazione le varie ipotesi quando il capitolo Icardi sfumerà definitivamente. Il patron azzurro, però, comprerà soltanto alle sue condizioni e non intende strapagare alcuni attaccanti considerando l’affidabilità di Gabbiadini. La conferma del talento bergamasco resta al momento la soluzione più concreta”.

Popolazione canina: randagismo e non. Ormai una piaga per Stabia

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Lettera a vivicentroEgr. Redazione,
ho letto con vivo interesse la lettera a voi inviata dal cittadino stabiese che lamentava il mancato controllo sul territorio ANCHE per quanto riguarda la popolazione canina padronale (condotta spesso da persone indolenti verso norme e civile convivenza; quando – soprattutto per i “cani pericolosi” – non addirittura delinquenti) che va ad affiancarsi, e spesso a peggiorare, la situazione di quella randagia.

Purtroppo la normativa è contorta in quanto vi sono leggi dello Stato, delle Regioni, e ordinanze Comunali le quali hanno fatto si che tutta la materia diventi contorta

(ndr: ma questo non impedirebbe, ad un Sindaco che anche a questo è preposto, di ben operare e legiferare con apposite ordinanze quanto lo Stato in linea generale, dispone e civiltà, serietà, salute e sicurezza pubblica richiedono)
Lettera al DirettorePer quanto attiene alla città di Castellammare di Stabia, il Regolamento della Polizia Municipale, all’ar15, parla di Conduzione e custodia degli Animali e, nella parte finale, rende note le Sanzioni che vanno da un minimo di  50.00 ad un max di 300 euro. Inoltre, sempre nello stesso regolamento, sono riportate anche le sanzioni per altre violazioni epperò: tutto è SOLO sulla carta. Quanto ad applicazione è merce rara, semmai esistita visto che i controlli non vengono quasi mai effettuati stando almeno al quanto si può vedere e percepire andando in giro. Personalmente non ho mai visto un vigile, o chicchessia, effettuare un controllo, un fermo, una verifica …. una multa; però potrebbero essere stati fatti, o almeno si spera ed anzi, a riguardo, potrebbe essere “consolante” ottenere dal comando dei vigili un qualche ragguaglio ed una documentazione nel merito. La daranno mai? Io proverò a passare dal comando e a chiederla.

Per ora corre l’obbligo di indicare anche che, per la verità, il personale sembra essere poco. A quanto è dato sapere pare che il personale del corpo di Vigili Urbani (Polizia Urbana) sia composto da circa 70-80 unità (nemmeno questo è chiaro e certo) per cui sembra che necessiterebbe un incremento oscillante tra le 50 e le 100 unità per poter effettuare tutti i controlli di cui la Città necessita per una gestione “più seria e puntuale” del territorio a partire dalla “criminalità ordinaria” (baby gang, baby bulli, abusivismo e prevaricazioni varie) fino ai cani.

Nel merito della disciplina canina, non sono riuscito a trovare  una ordinanza recente. Se la memoria non mi inganna ne venne fatta una dall’allora Sindaco Dr. Bobbio. Per contro, ho trovato su internet una ordinanza del Sindaco del Comune di Nola, non troppo distante da noi, dove invece si regolamenta e disciplina in modo incisivo sulla responsabilità dei proprietari di cani (si spera anche attuata).

Francesco Eresiarco

A Napoli scoppia la grana Insigne!

I dettagli

Il Corriere della Sera scrive su Lorenzo Insigne: “Mentre il Napoli, che ha accolto Zielinski, è concentrato sulla trattativa con il Torino per Maksimovic ed è alla ricerca di una punta, Lorenzo Insigne, dopo aver assistito ai rinnovi di Hamsik e Callejon, si aspetterebbe maggior considerazione. Non solo sotto il profilo contrattuale (attende un adeguamento dell’ingaggio su cui non ha ancora trovato un’intesa con De Laurentiis) ma pure di leadership all’interno dello spogliatoio”.

De Laurentiis chiama Della Valle, offerti 18mln per Kalinic

I dettagli

Come riferisce Il Mattino, De Laurentiis viste le difficoltà per arrivare a Mauro Icardi, nelle ultime ore sarebbe piombato fortemente su Nikola Kalinic della Fiorentina. Il ritorno di fiamma c’è stato nelle ultime ore quando il Napoli ha chiamato l’amico e socio d’affari Della Valle: la Viola valuta Kalinic 25 milioni, la prima offerta del Napoli è stata di 18.

Rog: “L’interesse del Napoli fa piacere, ma in questo momento…”

I dettagli

Marko Rog, centrocampista della Dinamo Zagabria, ha parlato al portale croato 24sata: “Era da tempo che provavo il gol dalla distanza o su punizione, devo dire che contro la Dinamo Tbilisi mi è andata piuttosto bene. L’interesse del Napoli? Fa piacere che grandi club ti cercano, ma è una cosa che non mi distrae al momento perchè l’unico mio pensiero sono l’andata e il ritorno del play off Champions”.

 

La Turchia ”serve”, ma Turchia è Erdogan, e la puzza è tanta

Erdogan ormai è un fiume in piena e non si preoccupa più nemmeno di nascondere la sua tiranniade. Nella sua perversità sta brandendo il fallito golpe come arma micidiale contro tutti i suoi oppositori interni e sta lasciando crescere un fiume di rabbia e risentimento verso l’Europa rea di non essere corsa a prostrarsi al sultano dopo il fallito golpe legando così, in un tragico e pericoloso vortice, i suoi misfatti in Turchia con i suoi ricatti all’Europa per cui sarebbe più che doveroso avversarlo ed anche abbatterlo, comunque non assecondarlo ed anzi bandire lui ed i turchi tutti perché, di fatto, sono rei di NON aver dato una mano a defenestrarlo veramente per cui: che se lo godano e si arrangino da soli senza pretendere di sedersi a tavola a mangiare con l’Europa per poi alzarsi e lasciare agli altri il conto da pagare.

Sarebbe! Sì sarebbe ma, come ben si sà, la Politica e la diplomazia sono spesso cose sporche, se poi sono alimentate da interessi di vario genere, ecco servita la benda necessaria per non vedere ed i tappi per naso ed orecchie per non sentire più puzza e grida e scegliere la via più “utile e semplice” per agevolarli. Ed ecco allora che si annota: la Turchia ci serve! Ed in funzione di questa utilità tutto, ad ora, si ingoia.

Questa “necessità ed utilità” della Turchia, intesa come territorio, sono oggetto dell’articolo scritto, per la Stampa, dall’ambasciatore Massolo che sottopongo alla vostra lettura.

Non possiamo fare a meno della Turchia GIAMPIERO MASSOLO*

Che fare con la Turchia? In termini politici, è questa la domanda alla quale rispondere.

Specie ora che, per paradosso, proprio in nome della democrazia vengono stravolti in quel Paese i suoi contenuti più ovvi. Mentre il Presidente Erdogan esprime giudizi inaccettabili e giustamente respinti sulle istituzioni italiane e europee.

Doverose le ammonizioni a non eccedere, a non valicare il confine tra democrazia autoritaria e dittatura islamica vestita da riforma presidenziale, necessaria l’indignazione per il paventato ripristino della pena di morte e per le violazioni dei diritti umani, spartiacque nei rapporti con l’Europa. Basteranno?

Erdogan, ben al di là del suo partito e delle istituzioni dello Stato, riassume in sé l’intero assetto politico. È al potere per via elettorale, lo mantiene sulla base di un consenso popolare tuttora maggioritario malgrado le involuzioni autoritarie, forte anche dei ritmi di crescita economica; è contestato da una crescente moltitudine anti integralista, però ancora elitaria anche se consonante con l’Occidente. Non esiste in termini politici, occorre riconoscerlo, una forza d’opposizione in grado di sostituirlo in libere elezioni. Nessuno schieramento alternativo e tanto meno i militari (il golpe è fallito anche per le loro divisioni interne oltre che per scarso sostegno popolare) è in definitiva in grado di garantire che la Turchia si mantenga stabile. Il golpe ha impaurito tutti, sostenitori e oppositori, timorosi del salto nel buio. Non stupisce che il Presidente ne sfrutti le conseguenze. Legittimo domandarsi per quanto tempo ancora siano sostenibili questa situazione e questi metodi. Ma ad oggi lo sono. E non c’è molto da illudersi che esista un prezzo politico da imporre ad Erdogan tale da fargli mutare atteggiamento.

E al di là di lui, si può davvero fare a meno oggi della Turchia?

Una potenza militare in termini di uomini e mezzi seconda a pochi nella Nato, il cui sostegno o almeno astensione sono indispensabili in tutti i processi di stabilizzazione in Siria come in Libia; basi logistiche essenziali per l’efficace contrasto armato a Isis; il controllo della rotta migratoria anatolico-balcanica; un mercato di 80 milioni di persone; il Bosforo come passaggio strategico delle forniture petrolifere globali e l’altopiano anatolico come piattaforma dei gasdotti alternativi alle rotte russo-europee. Non c’è da meravigliarsi troppo, in tempi di terrorismo e crisi geopolitiche, se l’appoggio alla stabilità della Turchia – valore davvero strategico – sia venuto nella notte del golpe, e malgrado qualche esitazione e malcelata speranza del contrario, dagli Stati Uniti come dall’Europa, dai Paesi sunniti (Egitto a parte) come dall’Iran.

È un Paese cruciale e lo è per il solo fatto di esistere.

Che fare, dunque? La posta in gioco è conciliare la stabilità turca con il destino di un leader che molti accompagnerebbero volentieri all’uscita.

Le condanne potrebbero rivelarsi insufficienti a questo scopo. Specie se accompagnate da poco plausibili minacce di allontanamento dalla Nato o di emarginazione dall’Europa (l’accordo sui migranti resta pur sempre in piedi), rischierebbero di produrre effetti controproducenti per l’Occidente, frustranti per la metà dei turchi che la pensano come noi, suscettibili di consegnare del tutto Ankara al ritrovato rapporto con Mosca.

Meglio allora armarsi anche di pazienza strategica, ancorare per quanto possibile Erdogan alle logiche della collaborazione internazionale negli scenari di crisi, rendere credibile e concreto il cammino europeo della Turchia, cercare di allargare nel Paese la consapevolezza che un’alternativa politica è possibile senza compromettere la dignità nazionale.

Lavoro lungo, pragmatico, non sempre consonante con le nostre sensibilità. Eppure inevitabile in nome della nostra stessa sicurezza, che necessita di una Turchia responsabile.

*Ambasciatore

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lastampa/ Non possiamo fare a meno della Turchia GIAMPIERO MASSOLO*