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PASSAGGI EPOCALI: eventi rarissimi se non addirittura singoli

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MOAI

Si parla, da parte degli storici, spesso con molta enfasi, a mio avviso per una forma di comoda semplificazione e pigrizia mentale, di “passaggi epocali”.
In realtà, nella Storia dell’Umanità (a partire, diciamo da quella Storia più agevolmente collocabile in continuità coi nostri giorni; convenzionalmente considererei il VI – V sec. a. C.) i “passaggi epocali” sono rarissimi, addirittura eventi singolari direi [ovviamente esprimo esclusivamente il mio (meditato) pensiero].
In coscienza, a tutt’oggi, quale “vero” passaggio epocale, io considero unicamente la conquista della Magna Grecia e delle città greche, da parte di Roma, nel III – II secolo a.C. (una Roma “espansionista”, ancorché non ancora “imperiale” nel senso proprio del termine).
Un altro passaggio epocale (a parte quell’evento comunemente definito “la caduta dell’Impero Romano”, su cui mi soffermerò brevemente a parte e spiegherò il perché) avrebbe potuto essere la scoperta dell’America, ma non lo fu, dal momento che lì non si fermò o deviò la Storia rispetto alle premesse e ai periodi precedenti, ma continuò sullo stesso percorso, dopo l’IMPERIALISMO ROMANO vero e proprio, i dieci secoli di Medio Evo e i connessi “imperialismi derivati” (Impero Romano d’Oriente, Sacro Romano Impero, Impero Ottomano ecc.), con l’affermazione degli Imperialismi spagnolo e portoghese (con la benedizione dello Stato Pontificio), dell’Imperialismo inglese, dell’imperialismo francese, olandese ecc. aventi tutti quella medesima matrice, così come i successivi sviluppi (per cui in questo senso, neanche la guerra di indipendenza americana, con la creazione degli USA, può definirsi un “passaggio epocale”, per quanto, indubbiamente, un FATTO STORICO di eccezionale rilevanza).
Avrebbe potuto essere tale la Rivoluzione Francese; ma a dispetto della trionfalistica affermazione di Napoleone Bonaparte del 1799, circa la realizzazione dei suoi principi, essi rimasero, sostanzialmente solo sulla carta o poco più, indubbiamente come aspirazione, traccia per il futuro, ma in concreto, CONTINUO’ l’imperialismo di quel Paese, “sul quale non calava mai il Sole”, secondo la definizione, appunto del Re Sole.
Un passaggio epocale avrebbe potuto segnare la Rivoluzione d’Ottobre, ma neanche ciò accadde, perché a sua volta approdò, anche per alcuni errori di valutazione nella formazione dei principi fondanti (addirittura risalenti al pensiero dello stesso Carl Marx con riferimento alla Storia, secondo me)nonché per l’insita umana imperfezione, dopo varie vicende, all’Imperialismo Stalinista e, più in generale, Sovietico.
Eppure la Storia, per quanto con enorme sforzo ed enormi difficoltà, avrebbe potuto FERMARSI, in corrispondenza con uno dei menzionati “mancati” passaggi epocali, o subito prima, o subito dopo.
Ne parlo in altri scritti e, in particolare, nel mio precedente articolo: “XV secolo – il Rinascimento Italiano e lo Scambio Colombiano” recentemente su VIVICENTRO www.vivicentro.it (VI appendice a “Passi nel Cosmo e mappa del Cosmo” ); non intendo qui ripetermi.
Ricordo solo che la più grande flotta navale che sia mai stata vista solcare il mare (oltre 300 navi dalle caratteristiche tecnologiche così avanzate che sarebbe occorso ancora un secolo prima che l’Occidente ne potesse disporre), al comando dell’ammiraglio cinese Zheng He, tra il 1405 e il 1433, oltre mezzo secolo prima dell’impresa atlantica di Cristoforo Colombo (Dinastia Ming prima maniera), solcò l’Oceano Indiano (mentre si guardò bene dall’affrontare il Pacifico, il che pure avrebbe potuto agevolmente fare) e si fermò alla punta meridionale dell’Africa, inspiegabilmente (fino ad un certo punto) senza andare oltre; successivamente tutti i resoconti delle navigazioni furono distrutti (“1493” Charles Mann).

Mann 1493 Non so se questo possa definirsi un “passaggio epocale”, anche perché dopo che cominciò ad aversi contezza del Nuovo Continente e cominciò ad esserci richiesta di scambi commerciali, ebbero inizio e poi dilagarono i viaggi attraverso il Pacifico; tuttavia è, certo, PROVA REGINA che, se ci fosse stata una grande, illuminata e lungimirante volontà (quale ad esempio l’intento di evitare il caos che il commercio indiscriminato avrebbe portato; l’utilizzo delle risorse per una vita più semplice e non più ricca), l’Uomo avrebbe potuto FERMARE il TEMPO.
Aveva i “mezzi tecnici”, ma soprattutto la SCINTILLA dell’intelligenza e della conoscenza per farlo; ma non lo fece. Più forte era la corrente IMPERIALISTA e INVASIVA della Storia.
Niente di diverso è ravvisabile nella Storia seguente, fino ai nostri giorni, come è sotto i nostri occhi.
In poche parole il mio pensiero è che solo se, ad un certo punto, FINISCE un intero RIFERIMENTO STORICO, con riguardo a tutto ciò che lo costituisce (non solo l’arte, la cultura, la conoscenza scientifica, ma le più profonde radici, il passato, il popolo, i costumi, le ideologie, la spiritualità, i progetti, le alleanze e le rivalità, gli indirizzi e le previsioni per il futuro ecc.) e, da quel momento INIZIA un altro RIFERIMENTO STORICO, del tutto diverso, nei termini detti, che si SOSTITUISCE ed abroga TUTTO il precedente, anche se non è escluso (ed anzi è naturalmente da considerare) che possono esserci influenze, commistioni, emulazioni diffuse, solo in questo caso, dicevo, può parlarsi di PASSAGGIO EPOCALE.
Mi rendo conto che quanto da me affermato, richiede alcuni chiarimenti e precisazioni.
Partiamo da DUE EVENTI apparentemente paralleli:
la conquista del Mondo Greco da parte di Roma e la conquista dell’Impero Romano, da parte dei “barbari”.
Si considera, in genere, da parte degli studiosi della materia in trattazione, sotto il profilo storico, filosofico, sociologico, che è significativo, ai fini dell’ individuazione di un nuovo percorso storico, il subentrare di Forze provenienti da diversi assetti politici e sociali, che si IMPOSSESSANO di tutti i parametri culturali e di civiltà del popolo sottomesso, ed escludendo una partecipazione di quest’ultimo, li fanno propri.
Così accadde con la Città di Roma rispetto al Mondo Greco classico.
Così accadde, circa 800 anni dopo, con lo smembramento dell’Impero Romano, ad opera di Vandali, Visigoti, Ostrogoti, Burgundi e così via.
Tuttavia c’è una differenza di fondo abissale ed incolmabile tra le due situazioni, a mio modo di vedere.
I Romani acquisirono tutti gli aspetti evidenti, etici ed estetici dei greci, ma NON le regole di vita, la visione del Mondo, le aspirazioni; cioè quelli che sono, in pratica, i caratteri fondamentali di una società e di un popolo.
Questo fu DAVVERO un passaggio epocale, perché ebbe DEFINITIVAMENTE termine (per quanto sia, poi, sempre da considerare uno spazio di RELATIVITA’ tra le intenzioni e la concretezza degli effetti) quello che io considero il “vero” MODELLO CLASSICO: l’armonia, l’equilibrio, la misura, la frugalità, la visione naturalistica della vita, la non aggressività d’istinto, non propensione al saccheggio, rispetto dei valori, in generale, educazione, esperienza, età, culto della femminilità, bellezza anche d’animo, semplice eleganza ecc.
Tutto questo ebbe TERMINE, e se qualcosa c’era di conservazione di una vitalità troppo irrinunziabile per l’Uomo, per poter essere del tutto estirpata, perché nuovamente emergesse in modo non latente, nascosto o sotterraneo, ma in modo aperto e brillante, dovevano passare 18 secoli circa, con il Rinascimento Italiano, per quanto splendido e fugace, come il bagliore di una Supernova.
E dopo? Più niente fin qui (allorché oltre 5 secoli ancora sono trascorsi). Ma… qualcosa c’è ancora che scorre nel Mondo, a mio avviso; se non altro il rigagnolo del RICORDO e del PENSIERO della Grande Storia Classica.
Il MODELLO ROMANO, da parte sua, come si mosse da allora?
Si ammantò dei segni di una civiltà acquisita o usurpata, che dir si voglia, ma pose termine, come si è detto, a quella fonte da cui, a piene mani, aveva attinto, per continuare su un’altra strada; se ne avvalse, anzi, per dare lustro alle proprie caratteristiche di base: eccesso, grandiosità, opulenza, invasività, organizzazione, egemonia, assoggettamento, spoliazione, primato del potere e della forza, eleganza anche qui, ineccepibile, ma ostentata; tutto quello che non aveva nulla a che vedere con il MODELLO GRECO, e aveva tutti i numeri per dare vita all’IMPERO ROMANO e, con il perfezionamento delle sue capacità di mantenimento del dominio e tessitura dei rapporti, al concetto di IMPERIALISMO. Il primo CADUCO, come ogni umana epopea; il secondo POTENZIALMENTE ETERNO, come patrimonio ideale e non materiale.
Ecco il PASSAGGIO EPOCALE: contemporaneamente qualcosa finisce, e proprio lì, qualcosa inizia.
E’ palese l’infondatezza, a questo punto, dell’espressione “Mondo greco-romano”, con riferimento all’antichità, tuttavia abusata, anche da parte di importanti autori.
L’impossessamento da parte dei “barbari”, dei segni di civiltà, delle leggi, dell’apparato amministrativo, della disciplina anche militare di Roma, non può definirsi, invece, un passaggio epocale, perché essi si IMMERSERO, per così dire, nella DILAGANTE ROMANITA’ e, sostanzialmente, non cambiò nulla.
Cambiarono loro, piuttosto.
Molto sinteticamente, non essendo possibile andare oltre in questa sede:
I Vandali, popolo nomade, dedito a conquiste e saccheggi che non risparmiarono la stessa città di Roma, ma senza sistematicità o programmazione, solo sull’onda dell’emotività e dell’istinto, divennero stanziali, accettarono anche la Religione cristiana (inizialmente di fede ariana, poi anche nicena), assorbirono il concetto di “governo di un regno”, dai Romani, fino ad essere sconfitti e sparire dalla Storia, ad opera dell’Impero Bizantino sotto Giustiniano I.
I Visigoti, che accettarono in pieno la tradizione giuridica romana, ebbero sorte non dissimile, e, all’inizio dell’VIII secolo, dovettero definitivamente soccombere all’invasione islamica.
Ugualmente può dirsi degli Ostrogoti che si insediarono in Italia, dopo aver sconfitto Odoacre, che aveva deposto Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano d’Occidente, e furono, successivamente, sconfitti dai Bizantini.
I Burgundi ebbero, a loro volta, analogo destino e seguirono, infine la sorte dei Franchi, popolo che andava affermandosi nell’Europa centro-occidentale, come espressione di Regni che costituirono, poi, in gran parte, feconda eredità del Sacro Romano Impero, che, con gli stessi parametri, era caratterizzato da maggiore stabilità e assorbimento di tutta la Storia precedente, e si espandeva dalla Sassonia in Germania, Francia, Italia; definito, in seguito, il Primo Reich, fu diretta filiazione dell’Impero Romano d’Occidente.
I popoli che subentrarono ai Romani, quindi, perpetuarono i caratteri del grande Impero: grandiosità, opulenza, invasività, organizzazione, egemonia, assoggettamento, spoliazione, primato del potere e della forza, e rinunziarono ai propri canoni etici ed estetici per acquisire ed interpretare quelli romani.
Dopo aver abbandonato, senza troppi rimpianti, le vie di Atene, Sparta, Corinto ecc. [con l’unica splendida eccezione, secondo me, del Rinascimento Italiano, al quale ho già fatto cenno, che dimostrò come lo SPIRITO del MONDO CLASSICO, esile ruscello diventato fiume, sia pure in modo effimero e per breve tempo, dopo aver attraversato, per quanto debilitato, circa 8 secoli di prosecuzione dell’Impero Romano e 10 secoli di Medio Evo, senza prosciugarsi né arenarsi (il che, indubbiamente fu dovuto anche all’accoglienza sotto l’ala protettiva del Ramo Orientale dell’Impero, caratterizzato, nel tempo, da una raffinata cultura e visione illuminata della vita pubblica, soprattutto dopo il definitivo e ineluttabile tramonto dell’Impero Romano d’Occidente), potesse ancora essere di richiamo e di esempio per le future generazioni], il Mondo non esitò a percorrere con determinazione e senza alcun limite, le vie di Roma.
E’ curiosamente da rilevare, e va qui annotato, come, in linea generale, la storia dei popoli che direttamente e apertamente devastarono Roma e il suo Impero, non ebbe poi un seguito degno di nota.
Si affermarono, invece i sistemi sociali che avevano assorbito e perpetuavano la Romanità, episodicamente anche con l’apporto dell’Impero Romano d’Oriente, che con l’arte diplomatica e la sapiente gestione delle tradizioni e delle connotazioni da cui proveniva e ricavava la sua stessa ragion d’essere, riuscì a durare per quasi tutto il Medio Evo, prima di essere a sua volta eliminato dallo scenario mondiale, ad opera dell’Impero Ottomano, 40 anni prima della scoperta dell’America [la divisione e la spartizione tra i due figli, alla morte di Teodosio I, nel 395 d.C. (80 anni prima della deposizione di Romolo Augustolo), dell’Impero, in Impero Romano d’Occidente (imperatore Onorio, fratello minore di Arcadio, del quale, dopo un tentativo di usurpazione fu successore Valentiniano III, figlio della sorella Galla Placidia e di Costanzo III che aveva associato al trono e successivamente un susseguirsi di generali/imperatori per pochi anni, se non per pochi mesi, giungendo quindi alla inevitabile fine) e Impero Romano d’Oriente, più ricco e pertanto affidato al primogenito Arcadio (successore Teodosio II), DUE RAMI dell’Impero, DIVISI, ma pur sempre UNITI, per quanto caratterizzata da alterne e contrastanti vicende e pur non essendo degni di nota i primi passi, in mano ad Imperatori privi di effettive capacità, si rivelò, infine, una saggia e lungimirante scelta, per il perdurare e il mantenimento dello splendore, ad Oriente . Al disastro totale non avrebbe resistito, fin dalle prime invasioni barbariche, l’Impero unito].
Per molti secoli è continuato e permane tuttora, il MITO di ROMA, perché si perpetuano e si evolvono il concetto e la pratica dell’IMPERIALISMO, attraverso il COLONIALISMO, le GUERRE di egemonia e di influenza, GENOCIDI e STERMINI, il CONSUMISMO, lo SFRUTTAMENTO indiscriminato delle RISORSE, la DEFORESTAZIONE, l’INQUINAMENTO massiccio (emblematico il Pacific Trash Vortex, la grande isola di plastica in mezzo al Pacifico) con conseguente scioglimento dei ghiacciai eterni e sconvolgimenti atmosferici che sono sotto i nostri occhi, la GLOBALIZZAZIONE e, da ultimo il CONTROLLO TRANSNAZIONALE e MONDIALE dell’Economia, da parte delle Banche e delle Multinazionali.
Ultimo stadio, questo dell’HOMOGENOCENE, per dirla alla Michael SAMWAYS (come ci ricorda C. Mann), dopo di che, a quanto pare, non potrà che esserci l’HOMOTANATOCENE (mia definizione), e cioè l’AUTODISTRUZIONE dell’Umanità col moltiplicarsi e sovrapporsi e intrecciarsi, come i tentacoli di una gigantesca piovra, di tutti i percorsi esasperati, derivanti dall’unico ceppo iniziale dell’IMPERIALISMO e, specificamente dell’Imperialismo Romano che, più concretamente e in modo imponente, ne è stato espressione. Molto difficile uscirne, ma non impossibile (richiamo qui tutte le mie precedenti considerazioni sul tema; a partire da “Rumore di passi nei giardini imperiali” – v. LITERARY – www.literary.it )
ROMA significò ARRICCHIMENTO a discapito di altri popoli, quando anche fossero portatori di una grande antica civiltà, come dimostrato dai numerosissimi obelischi egizi traslati a Roma, dagli Imperatori Romani e impiantati in tutte le piazze, ad opera loro e, successivamente, dei Papi che li avevano gelosamente conservati a tale scopo (da ultimo ci ha provato anche il nostro Duce con la stele etiopica di Axum, ma è poi finita in burletta, come doveva essere e come, farsescamente, l’episodio si riporta, ed è riportato anche da pennivendoli odierni, alla tragica pagliacciata del Fascio).
Ugualmente può dirsi dei CONQUISTADORES della Penisola Iberica, che prosciugarono tutte le miniere di metalli e pietre preziose del Centro-Sud America; per la Francia, basta guardare il Museo del Louvre a Parigi, dove non manca anche un moai dell’isola di Pasqua, quello che parve più imponente e meglio conservato agli ufficiali di marina che, senza alcun accordo o condivisione, ma solo con l’ARROGANZA dei dominatori, se ne impossessarono; per l’Inghilterra, a parte il fiore all’occhiello del più grande museo egizio al Mondo, si ricorda l’appropriazione del frontone del Partenone.
Dalla parte dei POPOLI SACCHEGGIATI troviamo quindi, i Greci; mentre dalla parte dei ROMANI troviamo, sempre, in Occidente e, ormai, nel Mondo globalizzato, gli IMPERIALISTI, i saccheggiatori.
Ancora una volta, una contrapposizione netta tra le due civiltà e, come si vede, nessun ulteriore “passaggio epocale” rispetto a quello del III / II secolo a. C. al quale si è, sopra fatto cenno.
Con tutto l’enorme volume di STORIA che precede queste mie modeste e sintetiche parole, il modello classico della GRECIA ANTICA, rimane ancora quello di tutta l’Umanità, quello al quale aspiriamo, almeno come dimensione IDEALE.
Il modello dell’epopea di ROMA è invece sempre quello dell’IMPERO, del DOMINIO, quindi delle guerre, del sangue, delle violenze, delle ingiustizie, degli stupri e degli stermini; quello dal quale vorremmo fuggire, e purtroppo è di dimensione assolutamente REALE e MATERIALE.
La Storia, tuttavia, continua e, in questo primo scorcio del XXI secolo, molti drammatici e inediti eventi si affacciano ripetutamente e prepotentemente all’orizzonte.

14 agosto 2016
Alberto Liguoro

Addio Icardi, con quel budget De Laurentiis farà tre acquisti

I dettagli

Secondo La Gazzetta dello Sport, il Napoli avrebbe rinunciato definitivamente a Mauro Icardi e con il budget che era stato stanziato per la punta argentina, Giuntoli potrebbe piazzare tre colpi: Rog per 13 milioni dalla Dinamo Zagabria. Il secondo acquisto potrebbe essere Nikola Maksimovic che ormai ha rotto con il Torino. Il terzo nome potrebbe essere Amadou Diawara per il quale il Napoli ha offerto ben 15 milioni al Bologna.

Dopo il SI della Cassazione, l’Italicum attende il 4 ottobre

Dopo il SI della Cassazione al Referendum Costituzionale, Scalfari torna sul cosiddetto Italicum , la legge elettorale già approvata e pronta ad entrare in uso quando ci saranno le elezioni politiche generali, per riesaminarlo ed anche per ricordare che non è che tutto ormai sia “certamente” Ok. “Manca ancora il giudizio della Corte costituzionale” ci ricorda Scalfari, e ci sarà il 4 ottobre. Meglio attendere quindi! Ma intanto, come invita Scalfari, rinfreschiamoci la memoria e facciamolo leggendo il suo editoriale di oggi che, come ogni domenica, sottopongo alla vostra lettura, analisi e riflessione e già che ci siamo, ci diamo anche un rinfrescatina sulle differenti competenze della Corte costituzionale e Corte di Cassazione:

  1. La Corte costituzionale (o Consulta) è l’organo che ha il potere di dichiarare l’illegittimità delle leggi volute dal Parlamento, di sindacare sulla legittimità delle leggi. e’ organo costituzionale che non riconosce altro potere proveniente da altri organi.
  2. La Corte di cassazione  si configura come giudice di legittimità, cioè competente a conoscere le sole violazioni di legge compiute dagli organi giurisdizionali di grado inferiore (quindi non si occupa della ricostruzione dei fatti) e quindi risolve i conflitti di competenza insorti fra i giudici ordinari e i conflitti di giurisdizione fra giudice ordinario e giudice speciale. In questo senso la Corte di cassazione, si configura come organo di chiusura del sistema giudiziario a cui le disposizioni dell’ordinamento giudiziario affidano la soluzione delle questioni interpretative più controverse al fine di indirizzare l’attività giurisdizionale degli organi giudicanti e requirenti.

Ma leggiamo ora l’editoriale di Scalfari:

Italicum, il 4 ottobre la Corte costituzionale deciderà tra sì e no EUGENIO SCALFARI

La Cassazione2 ha approvato la legittimità del referendum, ma sembra invece non interessare più a nessuno cosa deciderà la Consulta, chiamata a rispondere ai quesiti del procuratore di Messina sulla nuova legge elettorale

Nessuno parla più di quanto accadrà il 4 ottobre prossimo; nel frattempo la Corte di Cassazione ha approvato la legittimità del referendum. Inni di gaudio e fine di ogni dubbio in proposito. Resta solo da fissare la data della consultazione popolare, i comitati in favore del Sì e del No sono al lavoro, Renzi e i suoi sostenitori sono in costante movimento e secondo alcuni sondaggi intravedono una netta vittoria e un’ampia affluenza di votanti, il 60 per cento degli aventi diritto in un referendum che del resto non prevede alcun quorum. Quel 4 ottobre però, e che cosa quel giorno accadrà, non interessa più a nessuno. Vorrei dunque, com’è mio dovere professionale, rinfrescare la memoria degli interessati: quel giorno, che non è lontano, la Corte Costituzionale risponderà al procuratore di Messina e ai quesiti che quel magistrato ha sottoposto con il consenso del tribunale della sua città. I quesiti sottoposti alla Corte riguardano la legittimità dell’Italicum, la legge elettorale ormai in vigore e pronta ad entrare in uso quando saranno indette le elezioni politiche.

Il tribunale di Messina ha presentato quali sono i suoi quesiti: e a quanto possiamo valutare sono del massimo interesse. Il primo riguarda i cosiddetti nominati da ciascuna lista cioè i capi delle liste nelle varie circoscrizioni. La seconda questione riguarda le preferenze le quali apparentemente vengono propagandate dagli interessati come un segno evidente di libertà.

Mentre nella realtà dei fatti le preferenze vengono emesse su indicazione dei capi locali che rispondono quasi sempre a lobby e clientele di vario genere; in certi casi perfino mafiose. Naturalmente questi capi locali offrono il loro pieno appoggio alla lista nazionale rivendicando tuttavia favori leciti e spesso illeciti. Questo avviene ed è sempre avvenuto anche in passato, tant’è che le preferenze sono sempre state guardate con estremo sospetto ma sempre praticate per la loro utilità. Gli esperti elettorali hanno considerato anche che la Corte Costituzionale dovrà occuparsi delle soglie minime oltre di quella massima che raffigura la vittoria e quindi il premio a chi la consegue. Si tratta del 40 per cento ma la possibilità che non venga raggiunto è notevole e in questo caso il ballottaggio avviene probabilmente con una lista maggioritaria che può oscillare tra il 35 e il 37 per cento ed una lista che viene subito dopo che può oscillare tra il 22 e il 25. Noi viviamo non più in un sistema bipolare come è stato per molto tempo e lo è in quasi tutti i più importanti Paesi democratici, bensì in un sistema tripolare nel quale avviene inevitabilmente quello che è avvenuto nelle amministrative recenti svoltesi a Torino dove, essendo tre i partiti che concorrono alle elezioni è normalmente il terzo a decidere chi sarà il vincitore nel senso che i suoi voti, secondo le sue convenienze politiche, si spostano a favore di uno dei due che supera l’altro che normalmente avrebbe vinto. Ho citato il caso di Torino perché parlante ed è la dimostrazione che il sistema tripolare altera fortemente la democrazia.

La Corte Costituzionale, per evitare questa democrazia fortemente deformata e poco rispondente al parere degli elettori, sta anche esaminando alcune diverse opzioni ma rivolte sempre a superare questa deformazione del sistema. La prima opzione sarebbe quella di stabilire la soglia minima per potere partecipare al ballottaggio la quale, se le previsioni vedono la lista più importante intorno al 35-37 per cento, vedrà la soglia minima di chi può concorrere all’eventuale ballottaggio tra il 25 e il 27 per cento. Tutte le altre sono escluse. Naturalmente la questione può anche essere risolta in altro modo è cioè abbassando dal 40 ad una cifra minore lo scattare del premio a chi ha la maggioranza. Invece del 40 potrebbe essere abbassata al 35, se non addirittura al 30 per cento, è evidente che in quel caso anche le soglie minime degli eventuali concorrenti verranno abbassate proporzionalmente intorno al 15-20.

Queste sono varie ipotesi senza escluderne ancora un’altra e cioè che la Corte Costituzionale, dopo avere soddisfatto i quesiti che le sono sottoposti dal ricorrente, scopra altri difetti di legittimità nell’Italicum. Può non accadere ma può anche accadere ma in questo caso è impossibile prevedere di che cosa si tratterebbe.

La data del 4 ottobre va dunque ricordata e seguita con la massima attenzione perché può modificare radicalmente l’Italicum.

***

Ammettiamo dunque che la Corte invalidi in vario modo la legge elettorale. Il Parlamento dovrà cambiarla. Quale Parlamento? Quello attualmente esistente o quello modificato dal referendum e quindi non più bicamerale perfetto ma monocamerale? La risposta in questo caso dipende dalla vittoria dei Sì o dei No. I sondaggi parlano di un referendum con larga affluenza, circa il 60 per cento, e parlano anche di una molto probabile vittoria dei Sì. Naturalmente esistono sondaggi opposti e cioè un’affluenza meno elevata, tanto più che il referendum costituzionale non prevede alcun quorum, e una prevalenza dei No. Sono ipotesi molto diverse l’una dall’altra sulle quali al momento non è possibile pronunciare un qualsiasi giudizio. Ma qui subentra un’altra questione che, dico la verità, mi ha alquanto stupito. Si tratta di un articolo a noi inviato e pubblicato tre giorni fa di Stefano Parisi. Ha concorso alla carica di sindaco di Milano ma è stato battuto con un 4 per cento di distacco da Giuseppe Sala. Parisi correva per il centrodestra e Sala per il centrosinistra. Negli scorsi giorni, con una indicazione assolutamente a sorpresa, Silvio Berlusconi ha affidato a Stefano Parisi la guida del movimento di centrodestra che non ha ancora alcun preciso nome ma che Berlusconi rivendica come propria invenzione. Non è più Forza Italia e l’incaricato a guidarla è per l’appunto Parisi il quale sostiene che si tratta di un movimento di centrodestra moderato. Dopo i primi assaggi e contatti l’interessato ha lanciato un’idea del tutto inattesa. Ha detto che i moderati voteranno No al referendum del prossimo autunno e in questo modo contribuiranno alla sconfitta renziana ma non si fermeranno lì, anzi il nocciolo della proposta è un altro. Una volta eliminato con la vittoria dei No il referendum la proposta di Parisi è una legge che chieda la formazione di un’Assemblea Costituente. Non deve riscrivere la Costituzione ma deve semplicemente cambiarne alcuni punti lasciando il resto totalmente invariato. I punti da cambiare sarebbero alcuni mutamenti dell’attuale Stato riguardanti soprattutto i poteri locali: le Regioni, le Province, i Comuni ed altre pubbliche associazioni che si rifanno alla sovranità dello Stato. Le intenzioni sono quelle di attribuire alle predette associazioni una loro definita sovranità su alcune materie ed anche un allargamento delle loro sfere spaziali di competenza e quindi un loro minore numero: Regioni più vaste di quelle attuali e idem Province e Comuni metropolitani. Questo comporta maggiori poteri dal punto di vista spaziale ma anche maggiore peso delle loro decisioni. Insomma una tendenza federale che non modifica la forza politica dello Stato il quale conserva la tutela degli interessi generali del Paese. Naturalmente Parisi fa capire che in questa Assemblea Costituente, che ha finalità limitate ma importanti, il centrodestra moderato avrà come interlocutore principale il centrosinistra moderato e quindi il Pd. Grillo potrebbe in qualche modo appoggiarsi all’una o all’altra di queste formazioni ma qualora questo avvenisse diventerebbe sempre di più un movimento con una presenza locale che varia da luogo a luogo e quindi tende in prospettiva a spegnersi. Il risultato di questa situazione è che ritorni un sistema bipolare ai fianchi del quale, esclusi da ogni alleanza possibile, esisterebbero partiti populisti, antieuropei, localizzati in certe zone e quindi da escludere da ogni contatto.

Io ho interpretato in questo modo ciò che Parisi ha scritto al nostro giornale. Può anche darsi che abbia sbagliato o abbia esagerato alcuni punti di vista espressi da Parisi con qualche ambiguità. In tal caso ce lo dirà oppure confermerà parzialmente. Ma comunque attendiamo questa risposta.

***

Si dirà che fin qui ci siamo molto occupati di un tema che per l’Italia è molto importante ma per l’Europa e per l’Italia in Europa conta poco più di zero. Non nego affatto che l’Europa è al centro di problemi di tale importanza che ciò che accade in Italia sulle maggioranze, minoranze, tutela d’una democrazia reale o fittizia, è molto importante, ma quelli dell’Europa lo sovrastano totalmente. Abbiamo già parlato nelle settimane scorse della guerra all’Is, degli scontri a Sirte e su tutta la costiera libica, della Turchia dopo il golpe fallito e Erdogan diventato sultano ottomano con la voglia di ricostruire un impero, di quello che sta accadendo in tutto il Medio Oriente, ad Aleppo, a Putin e alla sua alleanza con Erdogan, del tutto inattesa. E infine alla necessità di distruggere il comando supremo di Raqqa avvalendosi di mezzi aeronavali e di eserciti per procura, tipo alcune formazioni della Siria e i curdi ed altre formazioni militari.

Abbiamo parlato molto a lungo di queste questioni per cui oggi è bene concentrarsi su quanto di nuovo in questi ultimi dieci giorni è avvenuto in Europa.

Segnalo da questo punto di vista una proposta che mi è parsa di grande interesse e formulata in un articolo che ci hanno inviato il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e la ministra della Difesa Roberta Pinotti. L’articolo propone di formare una nuova struttura militare che veda riuniti insieme alcuni degli Stati fondatori dell’Europa e che abbia compiti completamente diversi da quelli della Nato; non contrari ma diversi, tra l’altro della Nato fa parte da tempo la Turchia di Erdogan e questa non è proprio una raccomandazione.

La proposta dei due nostri ministri è di formare appunto una struttura militare con compiti ben definiti ma con contingenti realmente mobilitati e inquadrati. I fondi di finanziamento necessari dovrebbero venire dalle risorse che gli Stati aderenti a questa struttura hanno nel bilancio europeo e da altre eventuali fonti debitamente autorizzate. Questa formazione militare potrebbe e dovrebbe intervenire, decidendo di propria iniziativa ma avendo ricevuto il benestare dell’Unione europea, su settori estremamente delicati che possono trovarsi su vari scacchieri geopolitici: soprattutto in Medio Oriente, ma anche sulla costiera libica o sui Paesi del centro Africa, negli attacchi allo stato maggiore dell’Is. La formazione dovrebbe disporre, sia pure con i corrispettivi limitati ma molto preparati ed efficienti, di forze aeree e navali. Insomma una struttura di truppe speciali, che si muove in nome dell’Europa ma senza impegnare direttamente le nazioni europee che non aderiscono a questo sistema il quale tuttavia è aperto a nuove adesioni, sempre di Paesi che fanno parte del nostro continente.

Non sappiamo fino a che punto la proposta dei due ministri sia stata concordata con i governi dei vari Paesi interessati ma apre comunque un dibattito che va portato avanti rapidamente perché una formazione del genere è in questa fase della congiuntura internazionale che ha un senso e anzi una necessità di esistere.

***

Abbiamo finora toccato temi politici ma proprio negli ultimi giorni è venuto fuori un tema economico inatteso o meglio di cui gli interessati erano già da alcuni giorni al corrente ma la comunicazione pubblica non era stata data anche per impedire speculazioni e movimenti di capitali prima ancora che le autorità competenti fossero preparate: si tratta dell’andamento dell’economia e in particolare del Pil. Le notizie riguardano un mese sull’altro, un trimestre sull’altro, un anno sull’altro. Come punto di riferimento globale si parte dal 2014 e si arriva a previsioni che arrivano al 2017; ma il centro del problema si colloca in questi giorni e in queste settimane.

Il tema è mancanza di progresso, economie ferme, fermo il Pil e per quanto riguarda l’Italia fermo il deficit e in netto peggioramento l’ammontare del debito. All’interno del governo il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia Padoan vedono la questione in modo abbastanza diverso uno dall’altro. Padoan pensa che per l’economia italiana, rispettando le regole europee sia pure a volte piuttosto ingombranti e improprie per un Paese come il nostro, ci sarà nel 2017 quella flessibilità aggiuntiva di cui abbiamo bisogno. Renzi non è contrario a questa visione ma ritiene indispensabile affiancarla con una visione nettamente diversa che chiamerei neo-keynesiana, nel senso che punta deliberatamente su una struttura di investimenti pubblici attraverso una politica debitoria: si anticipano le risorse da investire rispetto alle disponibilità, cioè si rompe il fiscal compact nella fiducia che dopo un paio d’anni al massimo questi investimenti restituiranno sotto forma di maggiori risorse che consentiranno di tornare ad un equilibrio accettabile. Renzi ha anche precisato alcuni aspetti di questa politica: diminuzione delle imposte soprattutto per i redditi medio-bassi, scaricando il maggior peso sui redditi medio-alti. Si tratta quindi di una politica sociale che ha caratteristiche tipiche del neo-keynesismo e di una sinistra sociale. Naturalmente a questo tipo di interventi si abbina anche un aumento della produttività sia da parte dei datori di lavoro e sia da parte dei lavoratori.

Non sappiamo fino a che punto Renzi reggerà a questa strategia. La cosa certa però è che per altre ragioni e in altri campi la presenza di Renzi è ritenuta molto importante da Germania e Francia. Quello che in altre occasioni abbiamo chiamato triumvirato, che avrebbe sostituito il direttorio europeo formato ormai da decenni da Francia e Germania, include ormai anche l’Italia per ragioni geopolitiche e strettamente connesse anche al tema delle immigrazioni e di quanto è necessario fare per rallentarle o meglio ancora impedirle. Parliamo delle immigrazioni che vengono dal mare, sia dalle coste africane sia da quelle balcaniche.

Non ho preso in considerazione questa settimana, in alcun modo, il tema della sinistra del Pd la quale ha l’aria di essere del tutto disinteressata a questi problemi ma interessata invece alla struttura del partito di cui fa parte.

Non nego affatto che anche questo sia un problema importante, anche se ritengo che la sinistra di un partito di maggioranza nel nostro Paese dovrebbe avere idee chiare su tutti gli altri temi che abbiamo fin qui toccato. Forse questi argomenti interessano la sinistra dem ma non ne parlano. Parlano invece di come votare al referendum, di come cambiare la legge elettorale e anche, sia pure di struscio, come eventualmente sostituire Renzi dalla segreteria del partito. È un tema certamente non trascurabile ma almeno per ora di scarsa attualità. Se Renzi cadrà, non sarà come segretario ma come presidente del Consiglio se i No avranno la meglio al referendum.

Può darsi che io sbagli ma ritengo questa ipotesi non dirò probabile ma molto possibile. Lo vedremo a novembre.

vivicentro.it/editoriale
vivicentro/Dopo il SI della Cassazione, l’Italicum attende il 4 ottobre STANISLAO BARRETTA
repubblica/Italicum, il 4 ottobre la Corte costituzionale deciderà tra sì e no EUGENIO SCALFARI

Olimpiadi Rio 2016 – Nona giornata: tutti gli azzurri in gara domenica 14 agosto

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Nona giornata di gare a Rio de Janeiro dove si stanno svolgendo le Olimpiadi 2016. L’Italia cala diverse carte importanti: Flavia Tartaglini è in testa alla vigilia della Medal Race e punta dritta verso il titolo nel windsurf; Tania Cagnotto in serata andrà a caccia del podio nella prova individuale dopo aver centrato uno storico argento in coppia con Francesca Dallapè; Niccolò Campriani sarà impegnato nella carabina 3 posizioni e vuole ottenere uno storico bis

Speranze anche dalla spada maschile, da non sottovalutare le chance di Valeria Straneo e Anna Incerti nella Maratona. Inizia l’avventura di Elia Viviani nell’omnium, in serata l’addio ai Giochi della Nazionale di volley femminile impegnata contro Porto Rico e nella notte la falcata imperdibile di Libania Grenot che proverà a centrare la finale dei 400m. Per il Settebello compito facile contro gli USA nell’ultima partita del girone eliminatorio.

Di seguito tutti gli azzurri in gara nella giornata di domenica 14 agosto e nella notte che ci introduce a lunedì 15 agosto.

DOMENICA 14 AGOSTO – GIORNO 9

12.00     GOLF (maschile) – Nino Bertasio, Matteo Manassero

14.00     TIRO A SEGNO, carabina 50m 3 posizioni (eliminatorie e finali, maschile) – Niccolò Campriani, Marco De Nicolo

14.30     ATLETICA LEGGERA, Maratona (femminile – Catherine Bertone, Anna Incerti, Valeria Straneo

15.00  EQUITAZIONE, Salto ostacoli individuale – Emanuele Gaudiano

15.30     SCHERMA, spada (prova a squadre, maschile) – Italia (Marco Fichera, Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Andrea Santarelli)

16.00     NUOTO SINCRONIZZATO, duo (qualificazioni programma libero) – Linda Cerruti e Costanza Ferro

18.05     VELA, RS:X (Medal Race, maschile) – Mattia Camboni

18.05     VELA, Finn (regate 9-10, maschile) – Giorgio Poggi

18.05     VELA, 470 (regate 7-8, femminile) – Elena Breta e Alice Sinno

18.05     VELA, Nacra 17 (regate 10-12) – Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri

19.05     VELA, RS:X (Medal Race, femminile) – Flavia Tartaglini

20.00     VOLLEY, girone eliminatorio (femminile) – Italia vs Porto Rico (Eleonora Lo Bianco, Alessia Orro, Nadia Centoni, Paola Egonu, Antonella Del Core, Serena Ortolani, Miriam Sylla, Alessia Gennari, Cristina Chirichella, Martina Guiggi, Anna Danesi, Monica De Gennaro)

20.30     PALLANUOTO, girone eliminatorio (maschile) – Italia vs USA (Matteo Aicardi, Michael Bodegas, Marco Del Lungo, Francesco Di Fulvio, Pietro Figlioli, Andrea Fondelli, Valentino Gallo, Niccolò Gitto, Alessandro Nora, Christian Presciutti, Nicholas Presciutti, Stefano Tempesti, Alessandro Velotto)

21.00     TUFFI, trampolino 3 metri (finale, femminile) – Tania Cagnotto

21.40     CICLISMO SU PISTA, Omnium (prime tre prove, maschile) – Elia Viviani

LUNEDÌ 15 AGOSTO – GIORNO 10

01.30     ATLETICA LEGGERA, salto in alto (qualificazione, maschile) – Silvano Chesani

01.35     ATLETICA LEGGERA, 400m (semifinali, femminile) – Libania Grenot

Olimpiadi Rio 2016, Nuoto: Paltrinieri-Detti, i ”Gemelli Diversi” del nuoto azzurro

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Paltrinieri Gregorio ITA gold medal and Detti Gabriele ITA bronze medal 1500 freestyle men Rio de Janeiro XXXI Olympic Games Olympic Aquatics Stadium swimming finals 13/08/2016 Photo Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto

14 agosto 2016, piscina dell’Olympic Aquatics Stadium di Rio de Janeiro. E’ questo il luogo e il tempo in cui i “Gemelli Diversi” del nuoto azzurro sono entrati di diritto nella storia dello sport italiano. Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti hanno percorso lo stesso cammino, grazie all’oro ed al bronzo di Rio nei 1500 stile libero, di due miti come Domenico Fioravanti e Davide Rummolo a Sydney 2000 nei 200 rana. Un raffronto che fa emozionare ed in parte rende l’idea dell’impresa.

Una storia, quella di Paltrinieri-Detti, iniziata ufficialmente 5 anni fa presso il Centro Federale di Ostia sotto la guida di Stefano Morini, “Il Moro” come lo chiamano tutti nell’ambiente, zio di Gabriele. L’amicizia scatta quasi immediatamente nel loro essere diversi dentro e fuori dall’acqua ma bravi a comprendersi, diventando sempre più forti. E’ Greg il primo a farsi strada coi successi europei firmati 2012 ed il quinto posto olimpico nei 1500 mentre per Detti, anche a causa di problematiche alla spalla, il processo di crescita procede più lentamente. Una via diversa intrapresa dai due col carpigiano sempre più prossimo all’èlite mondiale mentre il toscano ancora in cerca di una sua vera identità. La svolta per entrambi sono gli Europei di Berlino 2014: due doppiette (primo e terzo) nei 1500 ed 800 stile libero condite da un record europeo nelle 30 vasche firmato da Greg sotto il muro dei 14’40”. In quella sede, anche Gabriele fa segnare i suoi personali e sembra essere arrivato anche per lui il tempo per spiccare il volo. Il 2015 è l’anno dei Mondiali di Kazan, a 12 mesi dai Giochi Olimpici di Rio, che rappresentano un test importante. Ebbene, Paltrinieri, conquista un oro ed un argento (1500 ed 800 stile libero) mentre il livornese è costretto a dare forfait a causa di una forte infezione virale. Un episodio che avrebbe affossato chiunque ma non il giovane Detti, motivato a dimostrare a sé stesso e poi agli altri di non essere “solo il compagno di allenamenti del grande campione affermato”. Con dedizione e voglia, gli allenamenti a perdifiato nella vasca del Centro Federale portano a risultati incredibili da parte di entrambi negli Europei in vasca corta di Netanya 2015 nei quali Greg stabilisce il nuovo primato del mondo (14’08″06 strappandolo ad un certo Grant Hackett) aggiudicandosi la prova dei 1500 stile libero e Gabriele giunge secondo, migliorando il personale fino a 14’18″00 e conquistando un magico argento insieme ad un bronzo nei 400 stile libero, valso anche il primato tricolore di 3’37″22.

Eccoci dunque al 2016 e gli Europei di Londra rappresentano una tappa fondamentale per la coppia: oro continentale, il primo, per Gabriele col tempo di 3’44″01 e successo di Paltrinieri davanti all’amico/rivale nei 1500m in 14’34″04 (seconda prestazione mondiale di tutti i tempi). Dei riconoscimenti che rendono il duo sempre più convinto delle proprie capacità e in quel di Rio la soddisfazione di entrambi: doppio bronzo del toscano (400-1500 stile libero) e l’oro di Greg. Il cerchio dunque si è chiuso ma da settembre se ne riaprirà un altro con conferme da dare ed una crescita che siamo certi non si fermerà qui per un duo ormai leggenda del nostro sport.


In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016   –  Stanislao Barretta/redazione sportiva – giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

Immagine: fonte libera Deepbluemedia

 

Olimpiadi Rio 2016 – Lacrime e sorriso per due ori: la meravigliosa notte degli italiani

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Dalle lacrime di gioia di Gabriele Rossetti al sorriso radioso di Gregorio Paltrinieri. Sussulti azzurri in una notte italiana che si tinge d’oro.

Due bravi ragazzi, due giovani di 21 anni campioni di umiltà. Simboli di una nuova generazione vincente per lo sport tricolore, accomunati da una forza mentale fuori dal comune.

Erano i più forti e hanno sbaragliato la concorrenza. Se sei un fenomeno vero, ansia e pressione sono due vocaboli sconosciuti.

Rossetti aveva una sola via per qualificarsi nella semifinale dello skeet: fare 50 su 50 e superare lo shoot-off. Detto fatto. Nella fase conclusiva, poi, un 32/32 che è già storia. Un trionfo conquistato senza sbagliare un solo piattello nella giornata decisiva. Un’impresa da fuoriclasse.

Anche Paltrinieri era condannato a vincere. Sapeva di essere (di gran lunga) il più forte nei 1500 sl. Non ha tremato, ma al contrario ha voluto dimostrarlo sin dall’inizio, staccando tutti sin da subito e facendo una gara in solitaria, da dittatore incontrastato. 22 anni da compiere a settembre, Gregorio Magno ha già vinto tutto: Europei, Mondiali e Olimpiadi. Ma la dinastia è destinata a durare ancora a lungo, con l’obiettivo record del mondo in vasca lunga nel mirino.

 Con due ori a distanza di poche ore, l’Italia vola al settimo posto del medagliere di un’Olimpiade sempre più sorprendente. E gonfia il petto dinanzi alle imprese di due ragazzi così semplici, eppure così magicamente straordinari. In una calda notte di mezza estate, con una lacrimuccia difficile da contenere, ci godiamo il piacere e l’orgoglio di essere italiani.

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Foto: Deepbluemedia

Olimpiadi Rio 2016: tutti i risultati e i podi di sabato 13 agosto

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Olimpiadi Rio 2016: il medagliere aggiornato alle 04:11 (fine giochi della giornata) con tutti i podi al termine delle gare della ottava giornata, sabato 13 agosto. L’Italia oggi ha conquistato 2 ori e 1 bronzo portando il totale a 18 medaglie: 6 ori, 7 argenti e 5 bronzi

TUTTI I PODI DI SABATO 13 AGOSTO

TUTTI I PODI DI SABATO 13 AGOSTO

CANOTTAGGIO – SKIFF MASCHILE
1) Mahé Drysdale  (NZL)
2) Damir Martin  (CRO)
3) Ondřej Synek  (CZE)

CANOTTAGGIO – SKIFF FEMMINILE
1) Kimberley Brennan  (AUS)
2) Genevra Stone  (USA)
3) Duan Jingli  (CHN)

CANOTTAGGIO – OTTO DI PUNTA FEMMINILE
1) Stati Uniti d’America  (USA)
2) Gran Bretagna  (GBR)
3) Romania  (ROU)

CANOTTAGGIO – OTTO DI PUNTA MASCHILE
1) Gran Bretagna  (GBR)
2) Germania  (GER)
3) Paesi Bassi  (NED)

ATLETICA – LANCIO DEL DISCO MASCHILE
1) Christoph Harting  (GER)
2) Piotr Małachowski  (POL)
3) Daniel Jasinski  (GER)

TIRO A SEGNO – PISTOLA 25 METRI MASCHILE
1) Christian Reitz  (GER)
2) Jean Quiquampoix  (FRA)
3) Li Yuehong  (CHN)

TIRO A VOLO – SKEET MASCHILE
1) Gabriele Rossetti  (ITA)
2) Marcus Svensson  (SWE)
3) Abdullah Alrashidi  (IOA)

GINNASTICA – TRAMPOLINO FEMMINILE
1) Uladzislau Hancharou  (BLR)
2) Dong Dong  (CHN)
3) Gao Lei  (CHN)

CICLISMO SU PISTA – INSEGUIMENTO A SQUADRE FEMMINILE
1) Gran Bretagna  (GBR)
2) Stati Uniti  (USA)
3) Canada  (CAN)

CICLISMO SU PISTA – KEIRIN FEMMINILE
1) Elis Ligtlee  (NED)
2) Rebecca James  (GBR)
3) Anna Meares  (AUS)

SCHERMA – SCIABOLA A SQUADRE FEMMINILE
1) Federazione Russa  (RUS)
2) Ucraina  (UKR)
3) Stati Uniti d’America  (USA)

TENNIS – SINGOLARE FEMMINILE
1) Monica Puig  (PUR)
2) Angelique Kerber  (GER)
3) Petra Kvitová  (CZE)

SOLLEVAMENTO PESI – 94 KG MASCHILE
1) Sohrab Moradi  (IRI)
2) Vadzim Straltsou  (BLR)
3) Aurimas Didžbalis  (LTU)

NUOTO – 50 METRI STILE LIBERO FEMMINILI
1) Pernille Blume  (DEN)
2) Simone Manuel  (USA)
3) Aliaksandra Herasimenia  (BLR)

NUOTO – 1.500 METRI STILE LIBERO MASCHILI
1) Gregorio Paltrinieri  (ITA)
2) Connor Jaeger  (USA)
3) Gabriele Detti  (ITA)

NUOTO – 4X100 METRI MISTA FEMMINILE
1) Stati Uniti d’America  (USA)
2) Australia  (AUS)
3) Danimarca  (DEN)

NUOTO – 4X100 METRI MISTA MASCHILE
1) Stati Uniti d’America  (USA)
2) Gran Bretagna  (GBR)
3) Australia  (AUS)

ATLETICA – SALTO IN LUNGO MASCHILE
1) Jeff Henderson  (USA)
2) Luvo Manyonga  (RSA)
3) Greg Rutherford  (GBR)

ATLETICA – 10.000 METRI MASCHILI
1) Mohamed Farah  (GBR)
2) Paul Kipngetich Tanui  (KEN)
3) Tamirat Tola  (ETH)

ATLETICA – 100 METRI FEMMINILI
1) Elaine Thompson  (JAM)
2) Tori Bowie  (USA)
3) Shelly-Ann Fraser-Pryce  (JAM)

ATLETICA – EPTATHLON FEMMINILE
1) Nafissatou Thiam  (BEL)
2) Jessica Ennis-Hill  (GBR)
3) Brianne Theisen Eaton  (CAN)


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Olimpiadi Rio 2016: medagliere alla ottava giornata, Italia ottava con sei ori

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Olimpiadi Rio 2016: aggiornamento del medagliere alla ottava giornata, sabato 12 agosto. Italia ottava con 18 medaglie: 6 ori, 7 argenti e 6 bronzi

MEDAGLIERE OLIMPIADI RIO 2016

MEDAGLIERE OLIMPIADI RIO 2016

#

PAESE

ORI

ARGENTI

BRONZI

TOTALE

1

 Stati Uniti d’America

24

18

17

59

2

 Rep. Popolare Cinese

13

11

17

41

3

 Gran Bretagna

10

13

7

30

4

 Germania

8

5

3

16

5

 Giappone

7

3

14

24

6

 Federazione Russa

6

9

8

23

7

 Australia

6

7

9

22

8

 Italia

6

7

5

18

9

 Repubblica di Corea

6

3

4

13

10

 Francia

5

8

5

18

11

 Ungheria

5

3

3

11

12

 Paesi Bassi

3

2

3

8

13

 Spagna

3

0

2

5

14

 Nuova Zelanda

2

6

0

8

15

 Canada

2

2

8

12

16

 Kazakistan

2

2

3

7

17

 Belgio

2

1

1

4

18

 Thailandia

2

1

1

4

19

 Croazia

2

1

0

3

20

 Svizzera

2

0

1

3

21

 Iran

2

0

0

2

22

 Svezia

1

3

1

5

23

 Danimarca

1

2

3

6

24

 Rep. Pop. Dem. Corea

1

2

2

5

25

 Bielorussia

1

2

1

4

26

 Brasile

1

1

2

4

 Polonia

1

1

2

4

 Romania

1

1

2

4

29

 Slovenia

1

1

1

3

30

 Colombia

1

1

0

2

 Slovacchia

1

1

0

2

 Vietnam

1

1

0

2

33

 Repubblica Ceca

1

0

3

4

34

 Cina Taipei

1

0

2

3

 Etiopia

1

0

2

3

36

 Giamaica

1

0

1

2

 Grecia

1

0

1

2

 Kuwait – IOA

1

0

1

2

39

 Argentina

1

0

0

1

 Fiji

1

0

0

1

 Kosovo

1

0

0

1

 Porto Rico

1

0

0

1

 Singapore

1

0

0

1

44

 Rep. Sudafricana

0

5

1

6

45

 Ucraina

0

3

1

4

46

 Azerbaijan

0

2

0

2

 Indonesia

0

2

0

2

 Kenya

0

2

0

2

49

 Lituania

0

1

2

3

50

 Georgia

0

1

1

2

51

 Cuba

0

1

0

1

 Filippine

0

1

0

1

 Irlanda

0

1

0

1

 Malaysia

0

1

0

1

 Mongolia

0

1

0

1

 Turchia

0

1

0

1

57

 Egitto

0

0

2

2

 Israele

0

0

2

2

 Norvegia

0

0

2

2

 Uzbekistan

0

0

2

2

61

 Emirati Arabi Uniti

0

0

1

1

 Estonia

0

0

1

1

 Kirghizistan

0

0

1

1

 Portogallo

0

0

1

1

 Tunisia

0

0

1

1

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Olimpiadi Rio 2016, Nuoto – Paltrinieri a Rai Sport: ”Durissima mentalmente”

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Gregorio Paltrinieri è il nuovo campione olimpico dei 1500 stile libero.

E’ stato molto più duro di quello che mi aspettavo, tutto questo viaggio – le sue parole a RaiSport -. Dal punto di vista mentale non era facile e per questo sono ancora più contento. Io non avevo paura di niente e volevo questa medaglia come anche il record del mondo. So di poter valere il record del mondo e il mio obiettivo era aprire un gap con gli altri“.

Poi compare in zona mista Gianmarco Tamberi, carta da medaglia per l’Italia del salto in alto che purtroppo si è infortunato a metà luglio, che gli chiede le sue prime sensazioni: “Sono contento ed averla vinta è qualcosa di indescrivibile”.

Poi Gimbo aggiunge:Un qualcosa di incredibile, non si può dire niente di più. Ho goduto come se avessi gareggiato io“.


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Twitter: @FCaligaris

Foto: pagina Facebook Fina/DeepBlueMedia

Olimpiadi Rio 2016, Nuoto: Italia regina dei 1500. Paltrinieri Oro, Detti bronzo

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Gregorio Paltrinieri ce l’ha fatta, Gregorio Paltrinieri è finalmente grande, Gregorio Paltrinieri è campione olimpico dei 1500 stile libero. Dopo l’oro mondiale 2015 e quello europeo 2015, l’emiliano domina le trenta vasche di Rio fin dalla prima e vince in 14’34”57 (passaggi 3’50”70 ai 400, 7’44”97 agli 800). Sfiorato a lungo il record del mondo di Sun Yang, che resiste in 14’31”02 grazie a una chiusura da velocista.

E’ la consacrazione di un 21enne normale nello spirito ma atipico per professionalità e abnegazione nel lavoro: nuota 18 chilometri al giorno seguito dall’allenatore Stefano Morini al centro federale di Ostia. E‘ quinta medaglia d’oro a cinque cerchi per l’Italia della vasca dopo Domenico Fioravanti (100 e 200 rana) e Massimiliano Rosolino (200 misti) a Sydney 2000 e Federica Pellegrini (200 sl) a Pechino 2008.

Nella notte di Gregorio Magno, il gemello Gabriele Detti lotta e rimonta fino al bronzo in 14’40”86. L’argento va a Connor Jeager (Stati Uniti, 14’39”48)


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Foto da: DeepBlueMedia/comunicato Len

Pescara – Frosinone: Oddo si dice soddisfatto

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Ecco le impressioni del mister del Frosinone, Pasquale Marino: “Abbiamo subìto il buon inizio del Pescara, poi, nel secondo tempo, è stato un peccato subire il raddoppio visto che eravamo tornati in campo con lo spirito giusto. Non penso si sia fatto un passo indietro rispetto alla scorsa gara contro il Como, dal momento che il valore dei lariani e quello degli abruzzesi non è paragonabile. Per noi questo era il primo vero test probante della nostra stagione, e ci siamo trovati di fronte una squadra che gioca con delle idee ben consolidate, e che è ben affiatata dal momento che ha cambiato molto poco rispetto all’anno scorso. Dalla mia squadra non mi è piaciuta la scarsa lucidità ed i numerosi errori fatti nei passaggi, nella fase iniziale del match, fino a quando abbiamo preso la nostra prima rete, a seguito di una nostra disattenzione. Successivamente abbiamo cambiato atteggiamento tattico e siamo cresciuti. Il Pescara ha tanta qualità, soprattutto a centrocampo dove ci sono dei bravi palleggiatori. Inoltre, la squadra di Oddo ha una mentalità propositiva, volta ad imporre sempre il proprio gioco. Se la squadra dannunziana riuscirà anche nella massima serie a non snaturare queste caratteristiche, sono convinto che farà un grande campionato. Dei miei  ex calciatori, che ho avuto ai tempi di quando allenavo il Pescara, ho visto molto bene Zuparic, e, soprattutto Brugman, eletto miglior mediano ai tempi della mia gestione tecnica a Pescara.”

Soddisfazione nelle parole di mister Massimo Oddo  a fine gara: “Oggi ho visto tante cose buone, anche se dobbiamo migliorare. La difesa mi è parsa solida, ho visto un centrocampo che gioca, e in avanti ci siamo mossi bene. Stiamo continuando sulla stessa lunghezza d’onda dell’anno scorso, con qualche nuovo innesto che sta facendo bene. Posso dirmi soddisfatto di tutti i miei ragazzi. Noi lavoriamo sui concetti, vale a dire che l’importante è coprire bene le zone del campo. Oggi Caprari ha giocato come attaccante centrale, vista l’assenza della punta di ruolo, Manaj. Anche l’anno scorso si è ben adattato a questo ruolo. Brugman oggi ha fatto quello che gli ho chiesto. Ha giocato benissimo in fase di possesso, e bene in fase di non possesso. Questo significa che si tratta di un giocatore intelligente. La società conosce bene quello che mi serve sul mercato, anche se io lavorerò con chi arriverà. Gyomber ci completa a livello difensivo, Muric è il mancino che ci mancava. Ma entrambi lotteranno per avere una maglia. Aquilani? Dico solo che arriverà un centrocampista. Manca anche una punta da usare in alternativa a Manaj. Riguardo il Frosinone, devo dire che ho visto una squadra ben organizzata, che può migliorare e che farà sicuramente bene in campionato.”

CHRISTIAN BARISANI

E così Siria – I siriani hanno salvato Manbij

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Una combattente delle Ypg kurde abbraccia una donna a Manbij © Rodi Said/Reuters

Manbij, Siria: la città, simbolo del paese e del suo mix di etnie e confessioni, liberata da arabi, kurdi, assiri, turkmeni. L’opposto di Aleppo, dove gli interessi di governo e “ribelli” hanno diviso e ridotto allo stremo la popolazione: la “capitale del nord” soffocata da scontri e propaganda. E con la Russia in prima fila, Washington si defila: le sue opposizioni gregarie dei qaedisti

Com’è fatta la libertà? Una sigaretta, un pezzo di stoffa nero dato alle fiamme, forbici per accorciarsi la barba. A Manbij è la riconquista dei frammenti di vita quotidiana, sotto l’Isis peccati da punire. Emozionano le immagini arrivate ieri dalla città nel nord della Siria: gli abbracci tra le donne costrette in lunghi vestiti neri e le combattenti kurde delle Ypg, le risate degli uomini che si tagliano la barba in strada, le corse dei bambini con le loro mamme, una partita di pallone improvvisata.

Manbij è libera e lo sono anche i duemila civili che gli islamisti in ritirata avevano rapito per farne scudi umani venerdì sera. Nella notte le Forze Democratiche Siriane (Sdf) li hanno ricondotti a Manbij. Un’altra vittoria enorme per le Sdf e il bagaglio che portano con sé, già nel loro nome: gruppi di etnie diverse, arabi, turkmeni, assiri, circassi, e i kurdi di Rojava a guidare le operazioni.

Ma prima di tutto siriani: Manbij da sola rappresenta la ricchezza confessionale ed etnica che in Medio Oriente è stata normalità per secoli. Basta scorrere la lunga lista dei suoi appellativi: Manbij in arabo, Mabuk in kurdo, Mumbuj in circasso, Mabbuh in siriaco. Circa 100mila abitanti, per una storia antica molto più di due millenni e soffocata per due anni e mezzo dallo Stato Islamico che l’ha occupata il 23 gennaio 2014, dopo aver cacciato le opposizioni al governo Assad.

Ieri Manbij è tornata alla sua vita. Ai festeggiamenti della gente si è unita la comunità internazionale che ha lodato i combattenti. Un coro unanime che si spezza 80 km a sud ovest, ad Aleppo. La “capitale del nord” è l’opposto di Manbij: se qui l’unità dei siriani ha permesso la cacciata del nemico comune, lì la guerra civile e la sua galassia di interessi esterni divide e strema la popolazione.

A leggere le notizie da Aleppo ci si perde: i media locali e internazionali riportano frammenti di notizie, utili a foraggiare questa o quella narrativa. E così la stampa iraniana, russa e quella di Stato siriana celebrano i presunti avanzamenti delle truppe governative; quelle mainstream occidentali e i gruppi anti-Assad parlano di strenua resistenza.

I primi elencano i civili uccisi dai missili delle opposizioni (per lo più islamiste, vista la debolezza dell’Esercito Libero che ormai va a rimorchio di qaedisti e salafiti), i secondi quelli nei raid russi.

Sono cento i morti e 700 i feriti imputabili ai “ribelli” dall’inizio di agosto, dicono da Damasco, soprattutto nella zona sud dove si concentrano gli scontri dopo l’occupazione della base di Ramousa da parte delle formazioni islamiste. Che ribattono: il governo ne ha fatti altrettanti in una sola notte in tutto il paese.

Di certo ad Aleppo si muore di fame e di assenza di assistenza medica. Da entrambe le parti, quelle est sotto i “ribelli” e quelle ovest sotto il governo. Di ospedali funzionanti non ce ne sono quasi più: venerdì un raid russo ha colpito un’altra clinica, 18 morti. Quelli ancora aperti, soprattutto nella parte occidentale, sono quasi privi di medicinali e strapieni di feriti, tra soldati e civili colpiti dai missili dei “ribelli”.

La responsabilità è bipartisan, l’inferno è duplice e si sovrappone. Ognuno ha il suo obiettivo, ben consapevole che Aleppo deciderà buona parte della guerra civile. Le opposizioni vogliono impedire una vittoria chiara del governo, continuare a controllare i quartieri già occupati per minare il potere contrattuale di Assad ad un eventuale tavolo del dialogo.

Damasco, da parte sua, sa di non poter eliminare ogni singola sacca di “ribelli”. E allora le accerchia, le chiude in enclavi, che siano città, villaggi o quartieri, circondate da territorio controllato dal governo e prive della continuità fisica necessaria a rifornirsi, militarmente, e a rappresentare un’alternativa, politicamente.

E se la Russia resta in prima linea, gli Stati Uniti si nascondono. Perché ad Aleppo è difficile “schierarsi”: il fronte delle opposizioni, compattato dal mito della battaglia finale, è monopolizzato da un gruppo terrorista (l’ex al-Nusra, oggi Jabhat Fatah al-Sham) che guida però milizie stranamente legittime agli occhi dell’Occidente.

Washington è alle strette, consapevole del pericolo che opposizioni che fanno della negazione dei diritti delle minoranze la stella polare rappresenterebbero per la Siria nel caso amplino il controllo sul territorio.

Viene meno la possibilità di una reale cooperazione tra Usa e Russia, paventata nelle scorse settimane, per colpire i nemici comuni, Isis e Jabhat Fatah al-Sham. Ma con i “ribelli” moderati (finanziati generosamente per anni tramite Golfo, Giordania e Turchia) oggi meri gregari dei qaedisti, la soluzione militare si allontana insieme a quella politica.

vivicentro.it/cronaca  /  ilmanifesto/CHIARA CRUCIATI

Olimpiadi Rio nona giornata, domenica 14 agosto: gare e orari

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Di seguito tutto il calendario, il programma e gli orari di domenica 14 agosto, nona giornata dei Giochi Olimpici di Rio 2016. Gli orari sono italiani (in Brasile sono indietro cinque ore rispetto a noi).

In grassetto tutte le gare che assegnano una medaglia.

9° giorno, domenica 14 agosto (in Brasile ancora 8° giorno, sera)
Ore 00.00 Sollevamento pesi – 94kg primo turno(maschile)
00.00 Boxe – +91kg, ottavi di finale (maschile)
00.00 Calcio – Quarti di finale (maschile)
00.00 Beach volley – Ottavi di finale (maschile)
00.00 Beach volley – Ottavi di finale (femminile)
00.30 Tennistavolo – Squadre, quarti di finale (femminile)
00.30 Badminton – Individuale, gironi (maschile)
00.30 Badminton – Individuale, gironi (femminile)
00.30 Badminton – Doppio, gironi (maschile)
00.30 Badminton – Doppio, gironi (femminile)
00.30 Badminton – Doppio, gironi (misto)
00.30 Hockey su prato – Australia v Giappone (femminile)
00.50 Pallamano – Svezia v Polonia (maschile)
01.00 Atletica – Eptathlon, tiro del giavellotto
01.20 Atletica – Salto con l’asta, qualificazioni (maschile)
01.30 Pallavolo – Canada v Messico (maschile)
01.30 Hockey su prato – Cina v Nuova Zelanda (femminile)
01.40 Atletica – 400m, semifinali (maschile)
01.50 Atletica – Salto in lungo, finale (maschile)
02.00 Atletica – 100m, semifinali (femminile)
02.25 Atletica – 800m, semifinali (maschile)
02.55 Atletica – 10000m, finale (maschile)
02.50 Pallamano – Qatar v Argentina (maschile)
03.00 Calcio – Quarto di finale (maschile)
03.05 Nuoto – 50 stile libero, finale (femminile)
03.05 Atletica – 800m, semifinali (maschile)
03.10 Nuoto – 1500 stile libero, finale (maschile)
03.30 Basket – Croazia v Nigeria (maschile)
03.34 Nuoto – 4×100 misti, finale (femminile)
03.35 Atletica – 100m, finale (femminile)
03.35 Pallavolo – Brasile v Italia (maschile)
03.55 Atletica – Eptathlon, 800m
04.00 Beach volley – Ottavi di finale (maschile)
04.00 Beach volley – Ottavi di finale (femminile)
04.05 Nuoto – 4×100 misti, finale (maschile)
12.00 Golf – Quarto giro (maschile)

—–Pomeriggio—–
13.00 Badminton – Individuale, gironi (maschile)
13.00 Badminton – Individuale, gironi (femminile)
14.00 Tiro a segno – Carabina 50m 3 posizioni, qualificazioni (maschile)
14.00 Scherma – Spada, squadre, ottavi di finale (maschile)
14.30 Pallamano – Montenegro v Brasile (femminile)
14.30 Atletica – Maratona (femminile)
14.30 Pallavolo – Serbia v Olanda (femminile)
15.00 Lotta greco-romana — 59kg, fase a eliminazione diretta
15.00 Lotta greco-romana — 75kg, fase a eliminazione diretta
15.00 Hockey su prato – Quarti di finale (maschile)
15.00 Tennistavolo – Squadre, quarti di finale (maschile)
15.00 Equitazione – Salto ostacoli, individuale, qualificazioni
15.30 Scherma – Spada, prova a squadre, quarti di finale (maschile)
16.00 Nuoto sincronizzato – Duo, free routine
16.00 Boxe – 75kg, ottavi di finale (femminile)
16.30 Boxe – 56kg, ottavi di finale (maschile)
16.30 Pallamano – Svezia v Francia (femminile)
16.35 Pallavolo – Corea del Sud v Camerun (femminile)
17.00 Tennis – Singolare, finale (maschile)
17.00 Tennis – Doppio, finale (femminile)
17.00 Tennis – Doppio, finale (misto)
17.15 Basket – Cina v USA (femminile)
17.30 Hockey su prato – Quarti di finale (maschile)
17.30 Boxe – 60kg, semifinali (maschile)
17.45 Boxe – 64kg, ottavi di finale (maschile)
17.50 Pallanuoto – Montenegro v Spagna (maschile)

—–Sera—–
18.00 Tiro a segno – Carabina 50 metri 3 posizioni, finale (maschile)
18.05 Vela – RS:X (maschile), medal race e assegnazione delle medaglie
18.05 Vela – Finn (maschile), regate 9-10
18.05 Vela – 470 (maschile), regate 7-8
18.05 Vela – 470 (femminile), regate 10-12
18.15 Vela – Nacra 17 (misto), regate 7-8
18.15 Scherma – Spada, prova a squadre (maschile): semifinali
18.45 Boxe – 81kg, quarti di finale (maschile)
19.00 Ginnastica artistica – Finali di specialità (maschile)
19.05 Vela – RS:X, medal race (femminile)
19.10 Pallanuoto – Australia v Grecia (maschile)
19.15 Basket – USA v Francia (maschile)
19.15 Boxe – 49kg, finale (maschile)
19.40 Pallamano – Olanda v Russia (femminile)
19.45 Ginnastica artistica – Finali di specialità (femminile)
20.00 Tennistavolo – Squadre, quarti di finale (,aschile)
20.00 Pallavolo – Italia v Porto Rico (femminile)
20.30 Ginnastica artistica – Finali di specialità (maschile)
20.30 Badminton – Individuale, gironi (maschile)
20.30 Badminton – Individuale, gironi (femminile)
20.30 Pallanuoto – Italia v USA (maschile)
20.30 Basket – Senegal v Serbia (femminile)
21.00 Tuffi – Trampolino 3 metri, finale (femminile)
21.00 Beach volley – Quarti di finale (femminile)
21.00 Ciclismo – Pista, sprint, qualificazioni (femminile)
21.00 Lotta greco-romana — 59kg, ripescaggi e finali
21.00 Lotta greco-romana — 75kg, ripescaggi e finali
21.15 Ginnastica artistica – Finali di specialità (femminile)
21.40 Pallamano – Norvegia v Romania (femminile)
21.40 Ciclismo – Pista, omnium, prima prova (maschile)
21.50 Pallanuoto – Francia v Croazia (maschile)
22.00 Scherma – Spada, prova a squadre (maschile): finali
22.00 Boxe – 75kg, ottavi di finale (femminile)
22.05 Ciclismo – Sprint, finali (maschile)
22.05 Pallavolo – USA v Cina (femminile)
22.10 Ciclismo – Sprint, 16esimi di finale e ripescaggi (femminile)
22.30 Boxe – 56kg, ottavi di finale (maschile)
22.45 Basket – Spagna v Canada (femminile)
22.50 Ciclismo – Pista, omnium, seconda prova (maschile)
23.00 Hockey su prata – Quarti di finale (maschile)
23.30 Boxe – 60kg, semifinali (maschile)
23.45 Boxe – 64kg, ottavi di finale (maschile)

  • NOTTE IN ITALIA

10° giorno, lunedì 15 agosto (ancora 9° in Brasile)
Ore 00.00 Sollevamento pesi – +75kg (femminile)
00.00 Basket – Australia v Venezuela (maschile)
00.30 Tennistavolo – Squadre, semifinali (femminile)
00.30 Badminton – Individuale, gironi (femminile)
00.30 Badminton – Doppio, quarti di finale (misto)
00.30 Pallanuoto – Serbia v Giappone (maschile)
00.42 Ciclismo – Pista, omnium, terza prova (maschile)
00.45 Boxe – 81kg, quarti di finale (maschile)
00.50 Pallamano – Spagna v Angola (femminile)
01.30 Hockey su prato – Quarto di finale (maschile)
01.30 Atletica – Salto in alto, qualificazioni (maschile)
01.30 Pallavolo – Giappone v Argentina (femminile)
01.35 Atletica – 400m, semifinali (femminile)
01.50 Pallanuoto – Brasile v Ungheria (maschile)
01.55 Atletica – Salto triplo, finale (femminile)
02.00 Atletica – 100m, semifinali (maschile)
02.30 Atletica – 1500m, semifinali (femminile)
02.50 Pallamano – Argentina v Corea del Sud (femminile)
03.00 Atletica – 400m, finale (maschile)
03.25 Atletica – 100 m, finale (maschile)
03.30 Basket – Serbia v Cina (maschile)
03.35 Pallavolo – Brasile v Russia (femminile)
04.00 Beach volley – Quarti di finale (femminile)


In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016   –  Stanislao Barretta/redazione sportiva –

Promozione, Nuova Ischia: Mennella e Del Deo prolungano

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stemma

Il DS Gianni Di Meglio ha annunciato sul gruppo Facebook della società che i due calciatori ischitani vestiranno ancora la maglia della Nuova Ischia. Si tratta in entrambi i casi di una riconferma. Luigi Mennella, ex capitano dell’Ischia Isolaverde, non poteva non esserlo anche con la Nuova Ischia e indosserà pure quest’anno la fascia. Del Deo, invece, si aggregò alla squadra di Isidoro Di Meglio a metà campionato dopo anni importanti con la maglia del Barano. Due giocatori fondamentali – e soprattutto ischitani – per la retroguardia della Nuova Ischia. Le due riconferme si aggiungono all’acquisto di Raffaele Capuano che ieri sera ha firmato con la squadra del patron Balestriere

Greta Cicolari al vetriolo su tutti i fronti. Beach Volley: “I giochi si sono conclusi, in tutti i sensi”

Greta Cicolari, squalificata per 13 mesi due anni e mezzo fa e mai più rientrata nel giro azzurro affida ad una missiva, inviata a tutte le principali testate giornalistiche, il suo parere sui giochi per lanciare accuse dirette e pesanti nei confronti di tutto il mondo del beach volley azzurro e per porre la sua candidatura in vista del prossimo quadriennio olimpico.

Questo il testo integrale della lettera:

Data la conclusione dell’Olimpiade del beach-volley femminile italiano, mi sento di scrivere due parole a riguardo, tecniche e non. Ho letto e sentito diverse cose in merito a quello che è successo in questi giorni e ci tengo a esprimervi il MIO pensiero.

Per prima cosa penso che dopo avermi sostituito senza ragioni tecniche ne spiegazioni di alcun tipo ( all’epoca prime nel ranking europeo e terze in quello mondiale) con una giocatrice che non aveva alcun merito sportivo, il minimo che il Ct Brasiliano Lissandro Carvalho avrebbe dovuto fare era migliorare il risultati, cosa che non e’ avvenuta ( nessun titolo europeo, 9 posto a Rio etc…).

Per seconda cosa, la squalifica di 13 mesi creata ad hoc per allontanarmi dal campo e lavorare così indisturbati, la trovo la cosa più meschina che Ct e Federazione abbiano potuto fare nei confronti di un atleta pulita. (Per chi volesse capirne di più, leggete la recente sentenza del Tar del Lazio.

Per terza cosa, il doping dell’atleta che mi ha “sostituito” mi fa credere che questa qualifica forse non sia arrivata del tutto in modo regolare. Purtroppo nessuno ha rilasciato dichiarazioni e i dubbi che ho in merito (a partire dal sostegno che il Ct Lissandro e Menegatti offrono a Orsi toth nonostante abbia rovinato il lavoro di 3 anni di una Federazione) sono tanti…

Per quarta cosa, ho sentito dire “povere, dopo quello che è successo… Giocano insieme da qualche giorno”. Beh… Innanzitutto in una programmazione Olimpica trovo incredibile che Ct e staff non avessero pronte due alternative alle giocatrici in partenza per i Giochi. Un infortunio o un qualsiasi tipo di problema doveva essere tenuto in conto, o siamo dilettanti? Sinceramente, dopo aver appurato che nessuno dello staff conosceva il nemmeno il regolamento in caso di sostituzione, mi fa pensare che tutta questa professionalità in realtà non ci sia.

Per quinta cosa, lo staff e le atlete che erano a Rio sono state pagate da tutti noi. Un paese come l’Italia potrebbe innanzitutto riuscire a qualificare 2 coppie femminili ( come avvenuto nel maschile), cosa che non ha fatto. Ma soprattutto dovrebbe ottenere risultati migliori del semplice passaggio di un turno per via di una vittoria contro l’Egitto.

Per sesta cosa, vi prego di tenere presente che non si può sentire un atleta che uscendo da un’Olimpiade con tre sconfitte e una sola vittoria contro l’Egitto ( che notoriamente gioca a beach volley da meno di un anno ), dichiara di essere contenta perché a suo fianco ha giocato la sua amica Laura Giombini, che senza nulla togliere alla sua forza di volontà, non era sicuramente in grado di stare in campo ad un’Olimpiade.

Per settima e ultima cosa, vorrei farvi notare che l’unica coppia azzurra che è ancora in gara a Rio, ha chiesto e ottenuto il cambio di allenatore lo scorso anno. Cosa che io e Marta, insieme, avevamo chiesto e NON ottenuto nel 2013. Perché?

Concludo lanciando un appello a chi di dovere. Mi auguro che da subito, da oggi stesso , cominci una pulizia all’interno del settore del beach-volley femminile, e che questo sport in Italia, almeno in ambito femminile, non sia più governato solo ed esclusivamente da uomini che trattano le donne in modo maschilista e prepotente. E parlo per esperienza personale.

I giochi si sono conclusi, in tutti i sensi”

Olimpiadi Rio 2016, Tuffi: Tania Cagnotto in finale da 3 metri, ma non brilla

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Non una gara memorabile per Tania Cagnotto che, dopo 73.50 punti nel doppio e mezzo indietro carpiato d’apertura, commette più di una sbavatura nelle successive rotazioni e accede alla finale da 3 metri in programma domani alle 21 con 324.40 punti, settima. La bolzanina può però migliorarsi tantissimo nel momento decisivo e rimane in piena corsa per la medaglia di bronzo insieme alla canadese Jennifer Abel, che a differenza di ieri parte in sordina ma chiude comunque terza a quota 343.45 (373 in eliminatoria). Davanti, seppur imperfette, le cinesi Shi Tingmao (385) ed He Zi (364.05) sembrano irraggiungibili.

La gara non è particolarmente testa e sono in tante a commettere errori, dapprima la russa Kristina Ilinykh che con una penalità macchia la sua prova e ovviamente saluta l’obiettivo top 12. La bolzanina è leggermente abbondante nell’avvitamento avanti da 67.50, poi salta storta nel triplo e mezzo avanti carpiato (58.90) e non riesce a mettere le marce alte neanche con doppio e mezzo ritornato carpiato (64.50) e doppio e mezzo rovesciato carpiato, incredibilmente abbondante in ingresso (60).

Poco male comunque, perché l’obiettivo odierno era la qualificazione e non il punteggio. Domani infatti si ripartirà tutte da zero e sarà sicuramente un’altra storia. E comunque nessuna rivale Abel esclusa è sembrata in grandissima forma: quarta l’australiana Maddison Keeney in rimonta (326.35), quinta la statunitense Abigail Johnston (324.75) e sesta la malese Ng Yan Yee (324.75).


In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016   –  Stanislao Barretta/redazione sportiva – francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: LaPresse/ufficio stampa Arena Italia

Pescara – Frosinone 2 – 0: ci pensa Verre

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Pescara – Frosinone 2 – 0, con doppietta di Verre

Con una doppietta di Valerio Verre, il Pescara liquida la pratica Frosinone, e vola al quarto turno di Tim cup, dove ad attendere il Pescara ci sarà l’Atalanta.

Pescara – Frosinone è il match valido per il terzo turno della Tim cup. I ciociari hanno battuto al secondo turno il Como, mentre per il Delfino si tratta dell’esordio stagionale nella manifestazione. Gara unica. Infatti, se al termine dei 90′ regolamentari il match terminerà in parità, saranno disputati i tempi supplementari. Perdurando il risultato di pareggio, la squadra che affronterà nel turno successivo la vincente di Atalanta – Cremonese, uscirà dalla «lotteria» dei rigori.

4 – 3 – 2 – 1 il modulo adottato dal Pescara, con la coppia Benali – Verre sulla trequarti a supporto dell’unico terminale offensivo, Caprari. 4 – 2 – 3 – 1, invece, il modulo adottato dall’ex tecnico del Pescara, Pasquale Marino, ora sulla panchina dei laziali: all’ex Daniel Ciofani il compito di pungere la difesa abruzzese. In una serata afosa, arbitra Damato di Barletta.

la prima manovra è di marca ospite, con Brighenti che crossa dalla destra, si avvita Ciofani, ma il suo colpo di testa termina sul fondo. La replica del Pescara non si fa attendere: al 4′ ottimo spunto di Brugman dalla sinistra, cross per la testa di Caprari che mette in apprensione la difesa ciociara.

Al 10′ Dionisi si libera molto bene, e lascia partire un tiro che impegna Bizzarri. Sul rovesciamento di fronte, è il Pescara, con un gran tiro di Verre dai 25 metri ad impegnare severamente Bardi, che con la mano di richiamo si salva in corner.

Al 20′ bella azione orchestrata da Memushaj, e conclusa da Valerio Verre, che con un piatto chirurgico in area di rigore, batte Bardi per l’1-0 del Pescara. Il Frosinone prova a scuotersi, ma la formazione di Marino si espone ai micidiali contropiedi delle squadra di Oddo, e rischia in almeno un paio di occasioni la rete del raddoppio.

Al 29′ Biraghi impegna Bardi con un tiro dal limite dell’area. La prima frazione termina con il punteggio di Pescara – Frosinone 1 – 0.

L’inizio di ripresa vede subito al 48′ i ciociari sfiorare il pari con un tiro di Dionisi deviato in corner. Al 50′ percussione in solitaria di Benali, con il calciatore libico che si lascia respingere il titolo in angolo. Al 51′ prezioso assist di Caprari per Verre, che sigla la sua doppietta. Pescara – Frosinone 2 – 0.

Il Pescara cerca di amministrare il vantaggio, senza correre pericoli, mentre il Frosinone non riesce ad impensierire la difesa abruzzese. Al 68′ Caprari per poco non approfitta di una disattenzione difensiva del laziali per calare il tris.

All’85’ Soddimo ci prova su punizione, ma la palla si infrange sulla barriera, sulla respinta Dionisi impegna Bizzarri che si salva in corner.

PESCARA 4 – 3 – 2 – 1 Bizzarri, Zampano, Coda (dal 66′ Gyomber), Zuparic, Biraghi, Memushaj /dall’83’ Del Sole), Brugman, Cristante, Benali, Verre (dall’83’ Mitrita), Caprari. All. M. Oddo.

FROSINONE 4 – 2 – 3 – 1 Bardi, Brighenti, Pryyma, Russo, Crivello, Gori (dal 54′ Gucher) , Sammarco, Paganini (dal 68′ Churco), Dionisi, Frara (dal 79′ Soddimo), Ciofani. All. P. Marino.

ARBITRO: Damato di Barletta

AMMONITI: Dionisi, Coda, Zampano,

RETI:  20 ‘Verre, 51’ Verre

CHRISTIAN BARISANI

 

 

Olimpiadi Rio 2016, Tiro a volo: Rossetti è infallibile, e l’oro è suo!

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Meglio di papà Bruno bronzo a Barcellona 1992. Ad appena 21 anni Gabriele Rossetti è campione olimpico. Risuona ancora l’Inno di Mameli all’Olympic Shooting Centre con il figlio d’arte che regala allo skeet azzurro (Tiro a volo) la terza medaglia in appena 24 ore.

Un trionfo targato Andrea Benelli, bravo a lanciare subito tra i senior questo prodigio che sino a un anno e mezzo fa gareggiava ancora tra gli junior. Piattelli su piattelli sbriciolati che l’hanno portato subito al bronzo iridato a Lonato e al trionfo nelle finali di Coppa del mondo davanti a un certo Vincent Hancock (oggi in ombra).

LA GARA Praticamente fuori al termine delle prime tre serie di qualificazione con ben quattro errori, Rossetti era consapevole di non dover più sbagliare per sperare nella qualificazione. E non ha sbagliato. Il 50/50 ha permesso all’atleta del Tiro a Volo di Pieve a Nievole-Montecatini di arrivare a uno shoot-off a cinque per due posti. Rossetti è perfetto, i francesi Anthony Terras ed Eric Delaunay e l’indiano Mairaj Ahmad Khan devono dire addio ai sogni di gloria.

A partire dalle ore 20.00 lo show del poliziotto pontigiano continua: 32/32 tra semifinale e gold final, lo svedese Marcus Svensson, già oro nella preolimpica di aprile, è altrettanto preciso sino agli ultimi quattro piattelli quando la mancata nuvoletta rosa regala all’Italia un altro oro dodici anni dopo il successo di Andrea Benelli ad Atene. Sul podio anche il kuwaitiano che gareggia con la bandiera del Cio Abdullah Alrashidi, plurititolato della della specialità che conquista il primo podio olimpico battendo 16-14 l’ucraino oro a Sydney 2000 Mikola Milchev.  


In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016   –  Stanislao Barretta/redazione sportiva – francesco.drago@oasport.it

Stabia Allarme per intervento Vigili del fuoco in via Tavernola

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Allarme a Castellammare di Stabia per caduta calcinacci da Palazzo in via Tavernola.

Stabia – I pompieri sono accorsi in via Tavernola, al civico 41, un edificio di 6 piani, dove stanno continuando a scrostare intonaco dai balconi e quindi lasciando cadere calcinacci all’altezza dell’autoscuola S. Catello.

Il fatto ha destato allarme e preoccupazione nei cittadini della zona tanto più perché l’edificio non può considerarsi vecchio e, in apparenza, non appariva in cattive condizioni.

I Vigili del fuoco hanno recintato la zona tutta intorno all’autoscuola S. Catello e sono all’opera per mettere in sicurezza la zona.

(notizia in aggiornamento)

 

vivicentro.it/sud/cronaca

Distributori taroccati: il Codacons chiede controlli maggiori e nomi

L’associazione chiede alla Guardia di Finanza più controlli e l’elenco dei distributori risultati irregolari per poter chiedere i rimborsi

Come se non bastasse l’aumento vertiginoso del prezzo della benzina negli ultimi mesi, la Guardia di Finanza ha scoperto, nella zona di Padova, distributori taroccati che erogavano meno carburante di quanto indicato dalla colonnina il che ha portato al sequestro di più di 112mila litri di carburante, alla contestazione di 271 violazioni e alla denuncia, alle procure della Repubblica competenti, di 39 persone proprio per frode sulla quantità di carburante effettivamente erogata.

Il Codacons ha chiesto, a tal proposito, che i controlli della Gdf siano intensificati,  e che sia reso noto “l’elenco dei distributori di carburanti risultati irregolari con la loro esatta ubicazione” in modo che “chi ha effettuato rifornimenti presso tali impianti e sia in condizione di dimostrare gli acquisti tramite ricevute, bancomat o carte di credito sia posto in condizione di poter chiedere, e ottenere, il rimborso per le maggiori somme ingiustamente pagate”.

Le truffe ai danni degli automobilisti da parte dei distributori di benzina sono più diffuse di quanto si possa pensare, sostiene il Codacons, tant’è che, ogni qualvolta le Fiamme Gialle eseguono controlli sulle pompe di benzina “emergono truffe sulle quantità di carburante realmente erogate”. Ciò significa – prosegue il presidente di Codacons Carlo Rienzi “che frodi di questo tipo sono incredibilmente diffuse in Italia, con danni per gli automobilisti pari a centinaia di milioni di euro ogni anno”.