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Un Diawara per il futuro: quella volta che…

Scopriamo il nuovo colpo del Napoli

Amadou Diawara è il nuovo nome per il centrocampo in casa Napoli, visite mediche già svolte. Il diciannovenne guineano approda per la prima volta nella sua carriera in una big, c’è sgomento per vedere il suo esordio negli schemi di Maurizio Sarri. Arrivato dal Bologna per un affare che si aggira intorno ai 15 milioni di euro, può essere lui l’uomo chiave, soprattutto per il futuro data la sua giovane età.

Il mediano recupera palloni capace di innescare pericolose manovre d’attacco con i suoi passaggi illuminanti, è il nome adatto per far rifiatare il centrocampo in vista anche degli impegni di Champions League. Se schierato davanti alla difesa, sono assicurate prestazioni di alto livello, è stato un elemento indispensabile per la salvezza dei rossoblu nella passata stagione. Una volta rodato negli schemi partenopei sarà in grado di mettere subbuglio nelle gerarchie, ma ripercorriamo i suoi passi fin quì.

A soli 17 anni Diawara viene ingaggiato dal San Marino, club militante in Lega Pro, dove colleziona 15 presenze. Il 23 giugno 2015 passa al Bologna a titolo definitivo. Inizialmente inserito in primavera, il mediano che dice di ispirarsi a Yaya Toure, non ci mette tanto a farsi notare da Delio Rossi prima e Roberto Donadoni poi che lo portano in prima squadra e schierano titolare. Esordisce in Coppa Italia nella sconfitta contro il Pavia. Il debutto in Serie A arriva una settimana più tardi, quando subentra all’infortinato Crisetig nella partita con la Lazio. Totalizza 35 presenze senza mai andare a segno, ma comunque riuscendo ad essere un protagonista della salvezza degli emiliani.

Diawara abbina grandi doti atletiche a una buona tecnica di base e questo gli permette di poter ricoprire più ruoli a centrocampo. È molto bravo nel recuperare palloni in mezzo al campo e fermare gli avversari nell’uno contro uno sfruttando la sua forza, riesce anche ad esprimersi ottimamente nella costruzione del gioco, facilitato essendo ambidestro, ha buona buona visione di gioco e senso tattico. Il classe 97 può ancora migliorare molto, in particolare negli inserimenti offensivi e la fase di attacco, provvederà sicuramente Maurizio Sarri e tempo qualche mese ci troveremo davanti ad un giocatore che saprà deliziarci con le sue giocate.

a cura di Andrea Bosco

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Stabia – Commento all’approvazione del codice di “Amministrazione Trasparente”

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Ho letto l’articolo sulla approvazione da parte della Giunta Comunale del codice “Amministrazione Trasparente” carta di Pisa codice ETICO. Subito dopo la lettura mi è tornato alla mente un Consiglio Comunale tenutosi, il 12.febbraio 1993, presso il salone dei Congressi delle “Terme Nuove” (ora denominato TERRA DI NESSUNO”) dove, su invito dell’Amministrazione guidata dal Prof.Catello Polito  intervenne Sua Eminenza Mon.Felice Cece che tenne anche un discorso che allego.

In quella occasione l’alto prelato ebbe a dire:

“E’ URGENTE SUPERARE IL CARATTERE PRIVATISTICO DELL’ETICA” “OCCORRE CHE LA POLITICA SIA PERMEATA DALL’ETICA, PER NON ESSERE  RIDOTTA COME SPESSO AVVIENE A  SFRUTTAMENTO, STRUMENTALIZZAZIONE, ARBITRIO, MENZOGNA, FRODE, ILLEGALITA'” – e continuava – “PURTROPPO LA CORRUZIONE DELLA POLITICA E TALE CHE PERFINO LA PAROLA NEL LINGUAGGIO CORRENTE INDICA IL CONTRARIO DI QUANDO DICE L’ETIMOLOGIA

Purtroppo sono passati 23 anni da quel giorno e secondo voi la nostra Città, Castellammare di Stabia, è cambiata ? Ha avuto quella trasformazione agognata dal Vescovo ? Sono cambiati gli uomini della Politica ? E’ cambiata la Politica ? Ai lettori la sentenza.

Una Considerazione: alle elezioni del 2013 andò a votare il 75.14 per cento dei votati. Alle elezioni del 2016 al 1 turno il 67.79, al ballottaggio solo il 37.53. Cosa ne pensate? Chi  ha votato il ballottaggio? Se è vero che c’è un’indagine in Corso della Magistratura per l’effetto di un servizio giornalistico che parlava della compravendita di voti, allora chi ci governa? Aspettiamo l’esito delle indagini per saperlo!

      Cordiali saluti Francesco Eresiarco

SETTE GIORNI ALLA FESTA VIOLA, IL PROGRAMMA DELLA SERATA.

Inizia il conto alla rovescia per domenica 28 agosto, la giornata di festa dedicata ai 90 anni della Fiorentina con tante attività in programma, all’insegna dell’intrattenimento e della celebrazione della passione viola.

Sin dalle 17:45 di domenica prossima i tifosi viola potranno accedere al Franchi, dove troveranno tre Viola Village (allestiti all’interno dei settori di Curva Fiesole, Curva Ferrovia e Maratona) che proporranno giochi, musica, attività di animazione e spettacoli per grandi e bambini.

Numerose immagini dei grandi campioni del passato renderanno l’atmosfera ancora più coinvolgente.

Alle 18:45 inizierà il ricco programma di sfilate e di intrattenimento che vedrà protagonisti sul prato del Franchi i rappresentanti dei Fiorentini nel mondo, dei Viola Club e poi il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, con lo spettacolo dei Bandierai degli Uffizi e per finire il saluto degli ambasciatori del Calcio Storico Fiorentino.

Al termine della sfida con il Chievo Verona, a partire dalle 23, lo Stadio di Firenze tornerà ad essere il palcoscenico dei più grandi con il saluto ai protagonisti del contest TOP 90 che nel corso dell’estate ha visto partecipare oltre diecimila tifosi viola per scegliere, tra i 90 calciatori migliori di sempre, i TOP 11 e l’allenatore più apprezzati della storia viola.

Hysaj, l’agente: “E’ fatta, il rinnovo potrebbe arrivare prima del Milan ma c’è l’accordo”

Le sue parole

Mario Giuffredi, agente di Hysaj, Sepe e Valdifiori, ha parlato a Radio Gol su Kiss Kiss Napoli: “L’accordo per Hysaj è stato trovato, attendiamo solo novità per la firma. Il desiderio è la firma prima del Milan, vediamo se ci sono i tempi, ma ripeto abbiamo l’accordo. Clausola? Si ci sarà la clausola nel contratto. Lo svelerà la società nei tempi giusti. Sepe? Al 90% resta, ma bisogna solo chiarire le gerarchie. Valdifiori? Resta al 100%”.

Catania-Juve Stabia, arbitrerà Giua di Pisa

I dettagli

Questa mattina sono stati designati gli arbitri per la prima giornata del campionato di Lega Pro. La gara tra Catania e Juve Stabia, in programma sabato pomeriggio allo stadio Angelo Massimino e valida per il girone C, sarà diretta dal Sig. Antonio Giua di Pisa. Assistenti di linea Riccardo Fabbro di Roma 2 e Tommaso Diomaiuta di Albano Laziale.

Dal divieto del burkini la sfida dei diritti delle mussulmane

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Dopo i divieti delle autorità francesi sulla Costa Azzurra contro il burkini le donne musulmane vengono da noi in Italia per trascorrere una giornata al mare. In molte hanno scelto Alassio «dopo aver letto della visita della principessa araba». Queste donne, dice Laura Sabbadini, possono diventare le protagoniste dell’integrazione.

Le musulmane alla sfida dei diritti LINDA LAURA SABBADINI
 Un grande dibattito si è scatenato sui giornali e sui social sul divieto del burkini. Alcuni interrogativi sono d’obbligo. 

Perché in Francia si adotta una misura restrittiva ora, invece di interrogarsi sul modello adottato di integrazione, che ha portato alla rivolta delle banlieues, alla costruzione di mondi separati che non comunicano? Il processo di integrazione è qualcosa di molto complesso, così come le politiche da adottare. Difficilmente l’integrazione può avvenire solo a suon di divieti. E’ come dare una piccola, piccolissima risposta ad un grande problema. Una piccolissima risposta, anche controproducente, perché in molti casi per le donne, a differenza del burqa, il burkini è l’alternativa ad essere ancora più ghettizzate in casa, senza poter andare al mare con i propri figli e interagire e socializzare, elementi chiave per il loro percorso di liberazione.

Si è trattato probabilmente, di un palliativo, e non c’entra tanto la laicità ed i valori dell’Occidente, quanto la volontà di dare una risposta qualsiasi all’esasperazione della popolazione francese all’indomani della strage di Nizza. Ha ragione Flavia Perina quando ricorda che in Francia è stata conferita la Legione d’Onore al principe saudita. Legione d’Onore che è stata rifiutata proprio per questo motivo da Sophie Marceau, la famosa attrice, protagonista del «Tempo delle mele», e regista francese. Si multano le donne col burkini e si premia il principe saudita, principe di un Paese che non brilla per libertà femminile. Quale coerenza, quale laicità, quale difesa dei diritti delle donne può portare ad adottare comportamenti così evidentemente contraddittori?

Di pericoli per l’ordine pubblico parla il sindaco di Cannes, per giustificare l’ordinanza. I terroristi, così come gli autori di omicidio, sono sempre in grandissima parte uomini e dalle loro storie emerge che in molti casi sono stati autori di violenze contro le donne. Che cosa si sta concretamente facendo contro la cultura maschilista, che risiede nelle comunità musulmane e vede la donna in un ruolo totalmente subordinato? Bisogna adottare adeguati strumenti per combatterla. Il problema non è più rimandabile. E’ sugli uomini in primis che si deve intervenire. Non devono essere gli uomini a decidere dei corpi delle donne in nessun caso. Il percorso verso la libertà femminile per le donne musulmane sarà lungo e pieno di ostacoli. Sono loro che dovranno liberarsi, ma noi società avanzata, e noi, soprattutto donne non possiamo aspettare, né tornare indietro sulle nostre conquiste, dovremo andare avanti al loro fianco.

In Germania percorsi di integrazione, con corsi di lingua obbligatori, educazione ai diritti e doveri sono già in atto. Il problema va affrontato al momento dell’arrivo e durante il percorso di vita. Non si tratta di essere buonisti ma realisti ed anche creativi. L’immigrazione è un fenomeno imponente. Bisogna essere accoglienti ma inflessibili sul rispetto delle regole e dei valori su cui si basa la nostra società, uno dei quali è la parità uomo-donna. Investire sull’integrazione significa anche ingaggiare una grande battaglia culturale. Sui social si è discusso animatamente del post di Paola Tavella che proponeva che a ogni famiglia che entra in Italia da un Paese in cui non ci sono leggi di parità né pari trattamento e regole simili per maschi e femmine nelle scuole e in altri luoghi, va insegnato che queste nel nostro Paese ci sono e vanno rispettate.

Le donne musulmane possono essere, se sostenute nel loro processo di liberazione da un’oppressione secolare, la chiave di volta per disinnescare le pulsioni integraliste, che attraversano il mondo islamico e diventare le protagoniste dell’integrazione. Ho negli occhi le immagini delle donne che si strappano con gioia il burqa dopo la liberazione dal regime del Daesh. Bellissime.

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Mertens, il folletto di scorta che sogna in grande e regala emozioni

Il folletto di scorta

Ancora lui, sempre lui. Si deve avere un talento particolare per riuscire a subentrare dalla panchina e cambiare la partita; lui ce l’ha, e non vede l’ora di metterlo in mostra. Stiamo parlando ovviamente del fantasista belga, il biondino dal viso illuminato, Dries Mertens.

Un posto nel mondo, il belga pare averlo trovato. Alle pendici del Vesuvio, il folletto di scorta, come qualcuno l’ha soprannominato, è ormai un beniamino. Se non vive le partite da protagonista, dall’inizio, riesce comunque a lasciare il segno, con la sua danza ritmica che manda fuori giri i difensori avversari. Il talento arrivato da Lovanio, cuore fiammingo, riesce a ubriacare con la sua tecnica anche i più scafati difensori del nostro campionato. Ieri è riuscito a raddrizzare, praticamente da solo, nel giro di tre minuti, una partita nata storta.

L’ostico campo di Pescara è stato il palcoscenico perfetto per esibire le sue doti. Proprio quando serve dare una scossa, si esalta, caricandosi sulle spalle la squadra partenopea. Così ha fatto domenica sera, consapevole che era il momento di fare ciò in cui è maestro: lasciare il segno, magari due volte. Prima ha sfoggiato il pezzo forte della casa, tiro a giro dopo essersi liberato del marcatore; poi di rapina, ha mostrato che sullo svarione difensivo è fondamentale farsi trovare pronto.

Nessuno si lasci però ingannare dal suo volto sorridente, dalla sua faccia da bravo ragazzo. Ne sa qualcosa il destinatario dell’occhiata ferma, espressiva più di cento conferenze stampa, rivolta forse alla panchina in occasione del primo gol. È il volto di chi sa di avere doti da esprimere, di chi si sente alla pari con tutti, pure in un ambiente competitivo come quello del Napoli. Sempre a disposizione, rispettoso dei ruoli e delle gerarchie, aspetta sornione il suo momento per lasciare il segno. Qualche volta, come a Pescara, la  soddisfazione è doppia!

Vita dura per chi non crede alle favole, quando c’è in giro un folletto così…

a cura di Fabiano Malacario

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Costa Azzurra : il velo sulle spiagge di Alassio

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Dopo i divieti delle autorità francesi sulla Costa Azzurra contro il burkini le donne musulmane vengono da noi in Italia per trascorrere una giornata al mare. In molte hanno scelto Alassio «dopo aver letto della visita della principessa araba». Queste donne, dice Laura Sabbadini, possono diventare le protagoniste dell’integrazione.

“In Francia troppi divieti”. E sulle spiagge di Alassio è boom di turiste col velo STEFANO FRANCHI, LUCA REBAGLIATI

Le bagnanti: «Siamo qui dopo aver letto della visita della principessa araba» 

ALASSIO – Un tuffo con il velo, magari anche un burkini, un selfie sulla spiaggia di Alassio, e la riviera diventa la nuova Costa Azzurra, almeno per quanto riguarda le bagnanti musulmane, ovviamente accompagnate da mariti e figli. Una diretta conseguenza del divieto all’uso del costume da bagno islamico imposto da diversi sindaci francesi. «Per noi è diventato impossibile o quasi andare al mare seguendo le nostre usanze – hanno raccontato i bagnanti “trasfertisti” ai gestori degli stabilimenti balneari – per cui abbiamo preferito venire in Italia per trascorrere una giornata in spiaggia. E poi avevamo letto che Alassio aveva appena ospitato una principessa araba per cui abbiamo voluto conoscerla». Si tratta di Nouf Nint Abdullah al Saud, della famiglia saudita (suo marito è Mishaal bin Abdullah, figlio del defunto re Abdullah, governatore delle regione della Mecca e oggi governatore della provincia di Najran) che per tre settimane è stata in vacanza al Grand Hotel di Alassio.

«WEEKEND PARTICOLARE»

Domenica sulle spiagge alassine si sono contate un centinaio di donne velate, che è un po’ come dire che su ciascuna spiaggia della città del muretto ce n’era una.

Un’impennata notevole rispetto alle abitudini di queste latitudini: qui il velo islamico non è certo una novità, ma finora si sono sempre visti solo sparuti gruppetti, peraltro saltuariamente. Ma i divieti nella vicina Francia hanno spinto molti bagnanti fedeli all’Islam verso la nostra riviera, e con Sanremo un po’ troppo mondana, ecco che Alassio diventa la meta preferita non solo da turisti low cost, ma anche di famiglie borghesi e benestanti.

«È stato un weekend davvero particolare, con diverse famiglie islamiche sulla spiaggia – conferma Mike Oblak, bagnino della Sla 6 -. Saranno state un centinaio su tutto il litorale, ma spiccavano in mezzo ai tanti turisti in costume».

Ma perché la presenza dei veli islamici si è impennata improvvisamente? I bagnini non sembrano avere dubbi. «Con i divieti imposti in Francia, i musulmani che vogliono andare in spiaggia coperti devono, per forza, migrare nei Paesi vicini – spiega Gianni Botto dei bagni Molo -. Se Alassio ha ospitato per settimane una principessa araba, pensano che questo sia un posto ospitale anche per loro. Me lo hanno confidato alcune coppie di islamici giunti qui per trascorrere una giornata in spiaggia. Avendo lo stabilimento balneare al completo, li ho dirottati nella vicina spiaggia libera».

IL SINDACO: NO POLEMICHE  

Divieti in arrivo anche da queste parti? Pare proprio di no. «Sono assolutamente contrario al burqa, ma non farò alcuna ordinanza per vietare il burkini – afferma il sindaco di Alassio Enzo Canepa -. Credo che in questo momento si debbano smorzare le tensioni, e un divieto del genere, inevitabilmente, le alimenterebbe».

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Contro il Milan Milik può partire dall’inizio: fuori Gabbiadini

I dettagli

Il Napoli ha in attacco due calciatori di talento come il polacco Arkadiusz Milik e l’italiano Manolo Gabbiadini, che a Pescara non ha fatto molto bene. Sabato sera ci sarà Napoli-Milan al San Paolo e la Gazzetta dello Sport fa sapere che dal primo minuto potrebbe esserci un cambio: proprio Milik, infatti, potrebbe essere preferito a Gabbiadini.

Ssc Napoli, la radio ufficiale: “Maksimovic, è fatta! Nelle prossime ore sarà azzurro”

Le sue parole

Valter De Maggio, conduttore di Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli, ha dichiarato: “Nelle prossime quarantotto ore verrà rinnovato il contratto di Hysaj, prima di Napoli-Milan. Ieri è arrivato Diawara, nelle prossime ore firmerà il contratto quinquennale. Rog è impegnato nei preliminari di Champions, giovedì completerà le visite mediche col Napoli e sarà azzurro. Valdifiori non partirà nonostante l’arrivo di Diawara. La telenovela Maksimovic è a buon punto, nelle prossime ore il Napoli lo acquisterà. Il serbo ha saltato tutti gli allenamenti col Torino senza presentarsi al centro sportivo. La trattativa è a buon punto e si chiuderà a breve. Tonelli non è al meglio, ma per la Coppa d’Africa partiranno sia Koulibaly che Ghoulam. Mangala? Vi confesso che non mi risulta interessi al Napoli. Tevez? E’ un’idea di De Laurentiis che non ha ancora chiuso anche se l’argentino preferirebbe il Chelsea di Antonio Conte. Restano in piedi, ma non troppo, ove mai saltasse Maksimovic, le alternative Criscito e Caceres”. 

Il giallo di Atlantide : in realtà sarebbe la Sardegna

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E’ il mito più affascinante, quello su cui si è indagato di più Secondo l’ultima teoria di Sergio Frau, avvalorata oggi dall’aerofotogrammetria, Atlantide in realtà sarebbe la Sardegna. “L’isola delle torri” si riferirebbe ai nuraghi. E le colonne d’Ercole sarebbero in Sicilia.

La mitica Atlantide? La Sardegna, basta guardarla dall’alto MARIO TOZZI

L’ipotesi supportata oggi dall’aerofotogrammetria. “L’isola delle torri” si riferirebbe ai nuraghi. E le colonne d’Ercole sarebbero in Sicilia

È forse il mito più ancestrale e affascinante, di sicuro è quello più persistente nell’immaginario degli uomini, quello per decifrare il quale si è indagato di più, dalla Grecia alla Turchia alla Gran Bretagna, perfino al Giappone: quanto sareste sorpresi se qualcuno vi rivelasse che la fantastica Atlantide era, in realtà, la Sardegna?

Platone descrive il regno di Atlante nel Timeo e nel Crizia scrivendo di «un’isola grande più della Libya e dell’Asia», potente, civile e sacra a Poseidon, dio del mare, e i cui abitanti erano «costruttori di torri». L’isola doveva essere ricca di acqua e foreste, con un clima dolce che permettesse più raccolti all’anno e, soprattutto, tanto ricca di minerali (argyròphleps nesos, «l’isola dalle vene d’argento») da permettersi cerchie di mura concentriche di ogni metallo. Atlantide si trovava oltre le Colonne d’Ercole ed era già antica per gli antichi quando venne inabissata dall’ira degli dei, «9000 anni prima» del tempo in cui scriveva Platone.

(Barumini si sviluppa intorno ad un bastione di quattro torri più una centrale risalente al XVI-XIV secolo a.C.).  

 LA TEORIA  

Secondo Sergio Frau (già giornalista e creatore di questa ipotesi, oggi confortata da dati di aerofotogrammetria, che preferisce la dizione «isola di Atlante») tutte queste caratteristiche sono riscontrabili in Sardegna e non altrove. In effetti la Sardegna sembrava agli antichi anche più grande della Sicilia, lì si facevano tre raccolti l’anno e il clima era eccezionalmente dolce, lì c’erano foreste immense e acqua in abbondanza, lì c’erano piombo, zinco, argento e la società era metallurgica fino dagli albori; lì vivevano i Thyrsenoi (i Tirreni), cioè i «costruttori di torri», i nuraghi. Gli ultimi dati riguardano proprio la civiltà nuragica: le fotografie aeree rivelano che quasi tutti i nuraghi che si trovano a quote basse sono sommersi dal fango, spesso irriconoscibili a prima vista, compresa la grande reggia nuragica di Barumini, disseppellita da 12 metri di fango e portata alla luce dopo 14 anni di scavi. Mentre i nuraghi a quote più alte, sulle giare, sono intatti e fuori dal fango. Perché? Forse la causa sta nella fine di Atlantide: uno tsunami di proporzioni enormi avrebbe colpito la Sardegna: i «costruttori di torri», che vegliavano un gigantesco forziere di argento, raccolti e civiltà perdono molte delle loro costruzioni (i nuraghi censiti sono 8.000, ma c’è ragione di pensare che siano molti di più). Gli approdi sicuri e i porti annegano sotto il fango, non ci si orizzonta più tra i fondali e la rete di commerci millenaria salta. In quel momento arrivano i Fenici e gli atlantidei finiscono asserviti ai faraoni o come fabbri in tutto il Mediterraneo. Non fu un maremoto qualsiasi, fu un megatsunami, con ondate alte centinaia di metri, eventualità oggi ritenuta possibile da molti studiosi.

 (8000 nuraghi quelli censiti in Sardegna e che potrebbero corrispondere all’opera dei costruttori di torri di Atlantide)  

Restano due problemi, il momento della fine e l’indicazione geografica. Novemila anni dalla morte di Socrate, cui dobbiamo sommare 399 anni e 2016 anni fino a noi: il tutto fa circa 11.550 anni. Ma a quel tempo non esisteva nessuna civiltà nel Mediterraneo. E se, come spesso accadeva in passato, non si fosse trattato di novemila anni, ma di novemila mesi? In questo caso si arriverebbe al 1200 a.C., momento cruciale in cui la Sardegna passa dall’età del bronzo a quella del ferro e in cui viene segnalata una poderosa tempesta sismica.

GIBILTERRA O SICILIA  

Infine, la collocazione, «oltre le colonne d’Ercole». Forse, prima del III secolo a.C. le Colonne d’Ercole non erano a Gibilterra, ma nel Canale di Sicilia: lì si trova un mare davvero pericoloso da attraversare, ricco di secche e fondali fangosi (la descrizione che ne fa Platone). A Gibilterra, invece, ci sono 700 m di acque limpide e nessun pericolo. Ma chi ha spostato le Colonne d’Ercole? Il responsabile è Eratostene (III secolo a.C.) di Cirene, che porta le Colonne a Gibilterra, probabilmente per rimettere Delfi al centro del mondo conosciuto, dopo che era passato il ciclone di Alessandro Magno, che aveva allargato i confini del mondo verso Oriente. Le Colonne migrano a Occidente per ragioni di simmetria, cade la cortina di ferro del mondo antico. Nasce una nuova geografia.

(A Ceuta di fronte a Gibilterra la statua che ricorda l’eroe greco in una delle sue dodici fatiche: superare i limiti)  

Naturalmente molti pensano che Atlantide sia solo una metafora platonica: può darsi, però, come scriveva il filosofo neoplatonico Salustio, «queste storie non avvennero mai, ma sono sempre». Certo, se questa ipotesi è vera, bisogna formattare daccapo il disco rigido ormai vecchio e intasato della nostra cultura classica, in cui tutto è Grecia. Ma un giornalista-archeologo (e un po’ geologo) ci invita a farlo con argomenti chiari e avvincenti. Magari occorrono ancora altre prove, ma anche questa storia nasce da un sogno, solo che resta lì quando ti svegli e a farci i conti sono le nostre radici: è come se un pezzo di noi tornasse finalmente al posto che aveva, verso le terre del tramonto da cui siamo realmente venuti.

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Il Napoli accelera per Caceres, offerto un triennale da 6mln

I dettagli

Il Napoli è alla ricerca di un rinforzo per la difesa e la duttilità del difensore uruguaiano Martin Caceres potrebbe tornare utile: secondo la Gazzetta dello Sport, la società azzurra avrebbe messo la freccia per arrivare all’ex Juventus riuscendo così a spuntarla sulla conccorenza di Fiorentina, Roma, Milan e Udinese: “ha argomenti utili per l’accelerazione vincente. Il d.s. azzurro Giuntoli, infatti, ha articolato una proposta che prevede un contratto triennale da due milioni di euro a stagione, ipotesi che avrebbe riscontrato il gradimento del giocatore”.

Koulibaly-Chelsea, proposta monstre a De Laurentiis

I dettagli

Kalidou Koulibaly, contro il Pescara, non ha giocato una delle sue migliori partite in azzurro. Pensava al mercato? La Gazzetta dello Sport riferisce che il Chelsea di Conte, infatti, sogna sempre di acquistare il senegalese e “vanno registrate le nuove avances provenienti dai Blues londinesi, sempre con cifre da capogiro: 55 milioni di euro più tre di bonus, una proposta monstre” che tuttavia non ha convinto Aurelio De Laurentiis, intenzionato a tenere il suo asso in squadra e proporgli il rinnovo di contratto.

Le nostre scuse a Liccardo della Frattese e il comunicato stampa dei Nerostellati

Questo il comunicato della Frattese calcio che chiarisce i fatti di Castellammare

Sabato scorso abbiamo raccontato dell’amichevole tra la Juve Stabia e la Frattese sospesa per un principio di rissa (CLICCA QUI), nella circostanza anche noi abbiamo sbagliato ad individuare l’autore del fallo su Capodaglio, costato al centrocampista della Juve Stabia un infortunio serio che lo terrà lontano dai campi di calcio per almeno un mese. Dicevamo errore nostro ed errore di tutta la stampa presente che aveva individuato nella persona del calciatore Crescenzo Liccardo l’autore del fallo. Riguardando le nostre immagini si evince che l’autore del fallo invece è l’attaccante Longo.

Ci scusiamo per questo nostro errore, anche se siamo dei giornalisti siamo pur sempre degli uomini che possono sbagliare.

Ieri poi abbiamo letto il comunicato stampa della Frattese che chiarisce lo spirito con cui la squadra nerostellata è scesa in campo al Menti, ci fa piacere leggere parole di distensione che consideriamo un fatto doveroso ma non scontato. Di seguito il comunicato stampa:

La Frattese Calcio, al fine di tutelare la propria immagine e quella dei suoi tesserati, intende stigmatizzare l’atteggiamento tenuto in questi giorni da alcune testate giornalistiche in seguito alla sospensione della gara amichevole tra Juve Stabia e Frattese disputata sabato 20 agosto.

Dopo circa 21’, l’arbitro decideva di interrompere la partita in seguito all’acceso diverbio intercorso tra i tesserati di entrambe le squadre. In particolare, alcune testate hanno riportato, erroneamente e tendenziosamente, di una condotta volutamente scorretta e antisportiva dei calciatori nerostellati.

La “campagna mediatica” messa in atto in queste ore da queste testate nei confronti della società e, in particolare, del nostro tesserato Crescenzo Liccardo, peraltro erroneamente individuato come l’autore dell’intervento su Capodaglio, è assolutamente inaccettabile e non fa altro che gettare fango su una società quale la Frattese che, nelle persone dei Presidenti Nuzzo e Niutta, dei dirigenti tutti e dello staff tecnico e dei propri calciatori, incarna i valori sani dello sport. Non è ammissibile far passare l’agonismo di gioco come tentativo preordinato ad arrecare volontariamente danni fisici all’avversario. Inoltre, tra le due società intercorrono ottimi rapporti e tra i calciatori in campo non c’era nessun “precedente da regolare” e nessuna premeditazione negli interventi di gioco. Proprio a testimonianza di ciò, si ribadisce l’impegno di domenica 28 agosto tra Frattese e Juve Stabia “Berretti”, gara amichevole che si disputerà allo Stadio Ianniello nella serata della presentazione della squadra nerostellata al pubblico di Frattamaggiore.

Purtroppo, in seguito ad uno scontro di gioco accidentale, il calciatore stabiese Paolo Capodaglio ha dovuto abbandonare il campo infortunato. Fabio Longo, coinvolto suo malgrado nello sfortunato episodio, ci tiene a puntualizzare l’assoluta involontarietà dell’accaduto: “Si è trattato di un incidente. Capodaglio aveva preso posizione e in quello stesso momento sono arrivato a gran velocità e non ho avuto il tempo di interrompere la corsa. Ho già inviato un SMS di scuse al forte centrocampista e spero che possa tornare più forte di prima a lottare per obiettivi importanti assieme alla Juve Stabia”.

Si coglie, pertanto, l’occasione, da parte dell’intera squadra e della dirigenza nerostellata, per augurare al centrocampista stabiese una pronta guarigione e a tutta la Juve Stabia di poter ben figurare nel prossimo campionato della Lega Pro e che possa raggiungere quanto prima la seconda serie calcistica nazionale.

Fonte foto: sito Ufficiale Frattese Calcio )

Mertens sostituto di Higuain? Potrebbe essere il falso nueve

I dettagli

Secondo il Corriere dello Sport, c’è stato bisogno del doppio guizzo di Dries Mertens per raddrizzare la partita di Pescara dell’altro ieri sera. Dopo la doppietta, il belga ha lanciato un’occhiataccia alla panchina del Napoli, come per dire che lui c’è…ma parte sempre dalla panchina. Per un triennio, Insigne o Mertens, Mertens o Insigne, riguardando o capovolgendo il copione della corsia mancina, appena appena intaccato dall’arrivo di Gabbiadini; ma stavolta c’è una soluzione alternativa, a modo suo anche «rivoluzionaria», ed è l’idea di Sarri di provare, nel caso, con un attacco inedito nel quale esista un Mertens mai visto prima d’ora, nell’edizione modernissima del «falso nueve».

Radio Crc – Clamorosa svolta, Mangala a un passo dal Napol

I dettagli

Novità di mercato in entrata per il Napoli, direttamente dai microfoni di Radio CRC dove il giornalista Raffaele Auriemma ha dichiarato: “Il club azzurro starebbe per prendere dal Manchester City il francese Eliaquim Mangala, arriverebbe in prestito gratuito. Il Napoli gli pagherebbe 3,5 milioni di euro di stipendio, la trattativa è stata portata da alcuni intermediari e vista la difficoltà per arrivare a Nikola Maksimovic, si è deciso di virare su Eliaquim Mangala che è ad un passo dal Napoli. Il calciatore vuole l’azzurro ed ha accettato il prestito secco per un anno. Il calciatore è gestito da Jorge Mendes, col quale il Napoli ha un buon rapporto”.

ESCLUSIVA – Juve Stabia, De Lucia: “I nostri gioielli grandi grazie a Turi, una garanzia. Pronto ad investire, chiedo progettualità”

Queste le sue dichiarazioni in esclusiva

Durante la prima puntata de Il Pungiglione Stabiese, programma che va in onda su ViViRadioWeb, radio ufficiale di ViViCentro.it, è intervenuto in esclusiva il presidente del settore giovanile Andrea De Lucia. Queste le sue dichiarazioni:

Con la Frattese si giocherà domenica un’amichevole che nasce soprattutto dall’amicizia che mi lega al presidente del club che ci ospita, Antonio Nuzzo. Le nostre ambizioni non saranno misurate solo il 28 agosto in questa gara amichevole alla quale siamo invitati. Daremo soddisfazioni in questa stagione, abbiamo obiettivi importanti da raggiungere con il settore e abbiamo cercato di trattenere quasi tutti i nostri gioiellini, arricchendo le rose grazie al lavoro importante e fondamentale del direttore Alberico Turi. Ci sono tecnici molto preparati e calciatori di grandi qualità”.

Presidente del settore giovanile della Juve Stabia, ma ha nel suo staff un simbolo per il settore giovanile che è Alberico Turi

Alberico Turi è una garanzia per l’intera città di Castellammare di Stabia e non solo per la Juve Stabia settore giovanile. E’ una persona che mi ha fatto inserire in questo progetto e gliene sono grato. Il mondo del calcio è particolare e trovare una persona così onesta e giusta e con così tante competenze professionali è molto, ma molto importante per me e non solo. Il sodalizio nato con Turi è una gioia immensa: ha capacità di avvalersi di dirigenti e allenatori validi, in quanto sa bene come e quando scegliere. Colgo l’occasione per salutare tutti i dirigenti e gli allenatori del mio settore”.

Questa sarà una stagione faticosa, quali sono gli obiettivi?

Gli obiettivi saranno quelli di mostrare le nostre eccellenze: è bello vincere e vogliamo vincere, ma dobbiamo dare anche visibilità ai nostri talenti facendoli crescere il più possibile per diventare i calciatori del futuro e con Alberico Turi questo accade e accadrà sempre”.

Questo, un settore che ragala soddisfazioni

Quando le Vespe erano in serie B, siamo riusciti, al torneo di Viareggio anche la Juventus. Da pur aziendalista punto molto sull’organizzazione. E’ un piacere unico poter gestire il settore giovanile. Il calcio italiano deve ripartire da questo e ringrazio il presidente Franco Manniello, con il quale c’è comunione di intenti, che mi ha dato carta bianca su tutto, e dai primi passi siamo contenti del fatto che anche mister Fontana punti sui nostri giovani. Con passione e tanto amore, si possono raggiungere grandi traguardi. Se a Napoli si vuole creare la ‘cantera’, a Castellammare di Stabia possiamo creare una ‘canterina’”.

Stranieri, troppi, nelle rose giovanili…

Un discorso particolare, dovremmo valorizzare il nostro: abbiamo tanti talenti in Italia. Nel corso degli anni, poi, mancano i risultati a livello di nazionale. Un vero peccato in quanto non riusciamo a raggiungere risultati. La finale di coppa Italia tra Juventus e Inter presentava solo 4 italiani in campo e così non va. Si tratta di buon senso, serve credere nei nostri giovani. Facile girare nel mondo e trovare calciatori a poco. Il ‘prodotto’ va realizzato in Italia: i giovanotti vanno rispettati. Ho detto al mio staff che tutti i nostri ragazzi vanno rispettati per l’uomo che cresce in loro. E’ una questione umana e non solo professionale”.

Le strutture dove allenarsi, ci sono novità?

Sono abituato a parlare a cose fatte. Stiamo lavorando e il direttore Turi che lavora 24 ore su 24 sta valutando delle opzioni che saranno da squadra di serie A. Si attende solo la fumata bianca, arriveranno belle sorprese”.

Il Pomigliano si è affidato a tutti tagazzi giovani per puntare alla salvezza e crescere, costruendo un centro per gli allenamenti. A Castellammare è possibile?

Si potrà vedere in futuro, ma dipende da diversi fattori e possibilità di lavorare bene. Dagli investitori alla politica, dipende da tutti. La società è amica e il popolo stabiese mi sta facendo innamorare della piazza. Però, ovviamente, serve progettualità e programma a lungo termine per poter fare investimenti che io sarei pronto a sostenere.Un progetto che vada condiviso anche con altre realtà: ad avere di situazioni con concessioni a lungo termine dell’impianto. Sono questi investimenti che a lungo termine rientrano. Sono propenso a questo tipo di investimenti. Forza Juve Stabia!”

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Ma che ci azzecca votare NO per eliminare Renzi? (VIDEO)

Se una famiglia avesse una Costituzione, dovrebbe riformarla? Questo è quanto chiede il nostro Emilio Daverio nel suo articolo appena pubblicato con tanto di video sceneggiata allegata.

L’argomento mi ha stuzzicato visto che è molto attuale con anche tentativi impropri di suo utilizzo del tipo di parlare a nuora perché suocera intenda; traslato: diciamo no e mandiamo a casa Renzi!, ma che ci azzecca?, mi chiedo, e vengo al punto:

Bello il video, bella la sceneggiata ma …..
ma rientrando nella vita reale di una società, che non è (si spera) un fiction, le cose sono ben diverse e non è che seguano un copione scritto da un qualcuno, copione che magari si può rimaneggiare anche di continuo a seconda dello share televisivo.

Ciò detto, e volendo anche restare nell’ambito familiare, la mia risposta, invece, è SI e per diversi motivi:

1) la vita e le condizioni della stessa si evolve e non resta sempre ferma alle sue origini per cui mutano anche le VERE esigenze primarie
2) con la vita si evolve anche la società e quindi mutano le esigenze e le priorità della e per la stessa

Questo è valido per la società come anche per la famiglia che altro non è che un primo piccolo anello della catena che concorre a formarla.

Quando fu stilata la Costituzione (alla quale bisogna e bisognerà sempre rendere onore e ringraziamenti perché tanto – tutto – le dobbiamo) le condizioni e le necessità da normare erano ben diverse: si usciva da una guerra e da una dittatura disastrosa che tutto avevano cancellato (diritti in primis) per cui era urgente e primario ripristinare e normare tante cose affinché non fossero più calpestate (almeno facilmente e senza azioni ostili: guerra et similia).

OGGI la guerra e la dittatura sono ben lontane e alle spalle (per la seconda, in verità, ci sono continui tentativi di tornare all’uomo solo al comando e quindi pur sempre dittatura sebbene denominata, modernamente, democrazia liberale e, per inciso, non è nelle corde dell’attuale modifica proposta come si vorrebbe far passare) e ben altre sono le necessità ed i diritti primari da introdurre e/o tutelare come anche – da non dimenticare – alcuni altri scritti e sanciti dalla COSTITUZIONE vigente e MAI applicati.

IDEM per una famiglia: quando si forma sono solo in due (non importa la loro identità) e quindi con determinate necessità da “normare” e rispettare. Poi magari la famiglia cresce, si allarga, magari muta anche nelle condizioni economiche ed allora, ecco che sono opportuni ritocchi che tengano conto della nuova situazione come anche delle nuove esigenze e diritti dei nuovi “attori” in commedia familiare.

PER ENTRAMBE, quindi, ritocchi e aggiustamenti sono più che necessari, direi dovuti se non si vuol compromettere un giusto equilibrio e/o prevaricare nuovi diritti necessari per tutti: antichi e nuovi “attori” nella commedia della vita e della società.

NON avversione al cambiamento (aggiustamento) quindi ma ATTENZIONE e VIGILANZA affinché il tutto sia fatto con serietà e senza alcun interesse di parte, soprattutto se di chi forte già è di suo e quindi ha mezzi e capacità per difendersi anche da solo come, del resto, emerge anche nel video ben fatto ma strumentalizzato e forzato per e su altro: ve lo ripropongo come promemoria

https://www.youtube.com/watch?v=YIZE5hf5BhE

Nel video, la conclusione, è un NO ben orchestrato ed infiocchettato con finalità “altre” altrove anche ben chiaramente espresse: mandare a casa Renzi senza dare – come sempre in questi casi  – alcuna concreta e reale variazione Questo, di fatto, appare essere l’unico vero obiettivo del NO detto a priori o con il solito abusato utilizzo di quello che io definisco ALTRISMO (fatto di una sequela di ma, ma, ma, con elendo di tante altre cose da farsi ma senza mai dire come farle e/o vederne la realistica realizzazione) che non fa altro che bloccare QUALSIASI iniziativa, QUALSIASI normativa in nome del: c’è ben altro da fare. Ed intanto nulla si fa. Si vegeta nello status quo nel quale poi ci pace crogiolarci per elevare i soliti lamenti.

CONCLUSIONE: tra il NULLA ed un QUALCOSA di diverso, io preferisco il QUALCOSA (ovviamente ben vigilato e regolamentato) che, comunque, sarebbe un primo passo verso un cambiamento ed un adeguamento alle nuove condizioni ed esigenze di “normazione” delle persone e della società tutta. POI ci sarà ancora tutto il tempo e la libertà di continuare a praticare il lagnismo fine a se stesso o, auspicabile, proteso ad effettuare ancora qualche altro passo, magari ancora piccolo, piccolissimo, ma sempre passo è e sarebbe.

QUESTO il mio modesto parere sull’attuale contendere. Mi resta solo da contestare, ancora, un detestabile snaturamento (per interessi partitici e personali di troppi) che aleggia nell’aria e che, ribadisco ancora, è anche chiaramente dichiarata: votiamo NO e così mandiamo a casa Renzi. Ma che ci azzecca? (direbbe qualcuno, e dico io). QUESTO è un NO a prescindere e fuori da ogni merito.Un NO che si vorrebbe utilizzare per altro (e torna l’ALTRISMO, quello più ignobile e deleterio) che nulla ha a che vedere con l’oggetto in causa. Piuttosto, si valuti bene il tutto e si concorra a correggere, ove possibile, qualche passo senza intenti truffaldini e da “dittatori in ombra” che non ci stanno a non essere al comando o, comunque, a non essere sotto i riflettori.

Renzi sta sullo stomaco? Non lo si vuole e non lo si digerisce? Bene, liberissimi di pensarlo e di provare a mandarlo a casa ma, nei dovuti modi e nel dovuto momento, non per vie traverse che magari farebbero il loro interesse ma lederebbero quelli di tutti gli altri cittadini, e per tutti intendo proprio TUTTI dal momento che gli unici interessi che sarebbero “curati” sarebbero quelli poltronanti e politicanti dei soliti noti, ed anche ignoti che noti vorrebbero diventare.

Con cordialità, Stanislao Barretta

Ventotene, Renzi: successo su immigrazione e flessibilità (VIDEO)

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Renzi, Merkel e Hollande nel vertice a bordo della portaelicotteri Garibaldi, al largo dell’isola di Ventotene, concordano il rilancio dell’Unione dopo il referendum sull’uscita della Gran Bretagna. La Cancelliera tedesca apre sui migranti: “E’ una questione non solo nazionale ma europea”. Spiragli anche sulla flessibilità. Ora l’obiettivo dei tre leader, scrive Marco Zatterin, è costruire un’agenda comune guardando al Consiglio Ue di Bratislava, il primo che si svolgerà senza i britannici.

Merkel cambia linea sui migranti. L’Italia incassa soluzioni comuni CARLO BERTINI

La Cancelliera: non è più un problema nazionale. Sulla flessibilità una timida apertura che premia Palazzo Chigi: «Ci sono margini, ma con saggezza»

ROMA – A fine giornata Matteo Renzi è più che soddisfatto. Con i suoi interlocutori, finita la cena tra i leader, non nasconde il compiacimento per il riconoscimento di leadership che deriva dal fatto che i due più importanti capi di governo europei siano venuti in Italia e su una nave italiana, a rendere omaggio a Spinelli in un luogo simbolico come Ventotene. Riconoscimento passato, presente e futuro, agli occhi del premier.

Sui dossier Renzi ritiene di aver portato a casa un successo, sia sull’immigrazione che sulla flessibilità, perché alle parole della Merkel dà un’interpretazione positiva. Ritiene che quella della cancelliera sia un’apertura alla linea italiana: e quindi alla possibilità di svincolarsi dai limiti del patto per politiche più espansive. Non è un caso il riconoscimento del “coraggio” delle riforme italiane.

Ma ancora meglio sull’immigrazione, dove secondo Renzi la Merkel ha cambiato linea, dicendogli «noi finora abbiamo avuto un approccio nazionale e non europeo, da oggi lo avremo europeo». Per Renzi è un’apertura importante perché rappresenta il superamento del principio dei trattati di Dublino, un placet sostanziale alla linea italiana.

E se il linguaggio del corpo a volte dice più di mille parole, il mezzo sorriso trattenuto di Renzi mentre ascolta la frase della Merkel sul coraggio delle nostre riforme fotografa bene il bilancio di questa giornata del governo italiano. È il sigillo che Renzi voleva, la conferma di una volontà di puntellare un interlocutore che dopo la Brexit diventa più importante, cui far giocare un ruolo più stabile per evitare scossoni all’Europa insidiosi per tutti.

E se questo è il segnale più lieto, oltre alla concessione dei due leader francese e tedesco di riconoscere al premier italiano l’investitura in una sorta di troika che governa i processi europei, quello più difficile da interpretare a senso unico può essere il pensiero double face sulla flessibilità da concedere all’Italia per far ripartire la crescita. Perché la frase sul patto di stabilità che contiene «molti margini di flessibilità da usare saggiamente» e il concetto che l’Italia se la vedrà su questo con la Commissione europea, si prestano a doppia lettura. Se pure fosse una frenata ad ulteriori richieste italiane dopo quelle concesse l’anno scorso, ciò non preoccupa gli uomini del premier che mettono piuttosto l’accento sul riconoscimento delle riforme coraggiose del governo, insomma sulle “carezze” riservate dalla cancelliera, che paiono invece come un viatico in questo momento alla trattativa con Bruxelles. E comunque quelle sulla flessibilità sono parole che non sbarrano la porta, pur smistando il problema ad altra sede ed istituzione. Anche perché la cancelliera conclude così sul punto delicato: «Noi vogliamo che Italia, Francia e Germania crescano per creare posti di lavoro e le condizioni per gli investimenti privati».

E comunque la serie di risultati ottenuti non è da poco, almeno nell’ottica del governo. Certo, il sostegno forte al migration compact è il primo risultato che Renzi incassa, viste le parole spese a riguardo da Hollande – sull’Europa che deve essere «più presente con meccanismi di finanziamento verso paesi toccati più dal fenomeno della migrazione» – e dalla Merkel a riguardo. Ma anche l’impegno per una difesa comune. Così come gli sforzi da attuare per la crescita.

E anche sul tema dei giovani e della cultura, che sta tanto a cuore a Renzi, Hollande chiede di ampliare il programma Erasmus e più investimenti nella cultura per dare risposte ai giovani.

Renzi: “Molti pensavano che dopo la Brexit l’Ue fosse finita, non è così”

vivicentro.it/politica
vivicentro.it/Ventotene, Renzi: successo su immigrazione e flessibilità
lastampa/Merkel cambia linea sui migranti. L’Italia incassa soluzioni comuni CARLO BERTINI

Ventotene – Renzi, Merkel, Hollande: ora una nuova Agenda Europa

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Renzi, Merkel, Hollande nel vertice a bordo della portaelicotteri Garibaldi, al largo dell’isola di Ventotene, concordano il rilancio dell’Unione dopo il referendum sull’uscita della Gran Bretagna. La Cancelliera tedesca apre sui migranti: “E’ una questione non solo nazionale ma europea”. Spiragli anche sulla flessibilità. Ora l’obiettivo dei tre leader, scrive Marco Zatterin, è costruire un’agenda comune guardando al Consiglio Ue di Bratislava, il primo che si svolgerà senza i britannici.

La strategia di Renzi, Merkel e Hollande: ricostruire il consenso nell’Ue MARCO ZATTERIN

Renzi, Merkel, Hollande – Azioni comuni sul dossier migranti, aperture sull’economia: la marcia di avvicinamento verso la sfida di Bratislava

Per l’Europa che riparte da Ventotene c’è un’allarmante distanza fra il sogno e la realtà che ogni giorno scuote l’Europa col dramma delle migrazioni, la ripresa che stenta, il terrorismo, le vicine guerre che alimentano ogni paura. E’ evidente il divario fra la retorica dei tre leader schierati sul ponte della Garibaldi e i fatti necessari per crescere e riguadagnare la fiducia dei cittadini. Ogni riscossa ha però bisogno di sogni e simboli per cominciare. Poi servono le azioni, le decisioni.

Perché senza non si va da nessuna parte. L’universo in cui il breve summit svoltosi nelle acque dell’isola pontina prova a catapultare l’Europa è quello della ripartenza necessaria, certo non semplice, ma ancora possibile. Renzi è ben imbeccato quando pesca dal manifesto di Spinelli e Rossi una frase cruciale. Dice che «oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via i vecchi fardelli divenuti ingombranti». Sembra pensata ieri, invece è vecchia di settanta e passa anni, scritta in un mondo diversamente pericoloso. È questo il compito che tocca all’Europa: «Tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato».

C’è l’ambizione dello scatto. Hollande, Merkel e Renzi davanti alla tomba di Spinelli, padre del federalismo europeo, regalano un’immagine inedita e toccante. Chi segue la scena dai palazzi di Bruxelles si compiace per il messaggio che deriva dalla visita al cimitero di Ventotene, non però senza interrogarsi se sia fede vera o l’ultima spiaggia di tre condottieri che, cercando una via di uscita per i problemi interni, si offrono sponda reciproca stringendosi nell’afflato europeista per salvarsi la pelle politica. Nessuno fra gli oratori della Garibaldi è certo essere in sella nel 2018. «Se salvano l’Europa per salvare se stessi va comunque bene», sorride un diplomatico. Non è un caso che la sintonia sia palese sulla Difesa, i giovani, gli investimenti e il piano Juncker da rassodare. Sono le direttive sulle quali si può avanzare davvero. Sui migranti e il Compact che punta a frenare i flussi alle origini. Renzi ascolta la Merkel e fiuta aria nuova. La tedesca gli confessa di voler superare l’approccio che sinora è stato soprattutto nazionale in cambio di ricette collettive. «È il superamento di Dublino», esulta il premier. Vuol dire condivisione di accoglienza e ripartizione dei rifugiati fra tutti. Ottimo, per l’Italia che lo chiede da tempo.

Eppure, per unire auspicio e decisione, manca il consenso di altre venticinque capitali. Frau Merkel è pragmatica e attenta agli equilibri. Apre sulla flessibilità, loda le riforme di Roma, ma si ferma prima del punto in cui potrebbe scatenare l’ira degli oppositori che non gradirebbero un’eccessiva clemenza verso il terzo debito planetario. È la sola a citare le responsabilità che toccano la Commissione Ue quanto viene alla flessibilità – riportando la voglia di Europa dalla sfera governativa alla più opportuna dimensione comunitaria; è l’unica a parlare degli «altri». Se si vuole essere «europei», creare soluzioni e non problemi, si deve per forza pensare agli «altri», ai Paesi piccoli e ai leader turbolenti della nuova Europa che soffrono ogni forma di direttorio. Gli «altri» servono a fare i «tutti». Il passaggio dal sogno alla realtà impone di tirare a bordo anche loro prima del vertice a Ventisette di Bratislava, il 16 settembre. Sarà l’esordio del dopo Brexit, un summit in cui l’unità sarà indispensabile sebbene non sufficiente alla luce degli immensi interrogativi sul tavolo e delle divisioni che possono derivarne.

Berlino vuole ritardare al massimo l’avvio del negoziato per il divorzio britannico così da non disturbare la vigila elettorale; i francesi pensano l’esatto contrario. La spunteranno i tedeschi al solito, cosa che accadrà anche sulla velocità di approfondimento del processo di integrazione, che sarà lenta per non fare infuriare le genti dell’Est. La via d’uscita passa allora per la Sicurezza, un Compact che freni i migranti alla partenza africana, la maggiore energia del piano investimenti, una più felice integrazione fra i giovani. Comunque sia bisogna fare in fretta. Una fumata appena grigia in Slovacchia, se letta nella dimensione d’un 2017 dalle pesanti elezioni, sarebbe letale o quasi. Per l’Europa e i suoi leader. Primi fra tutti i tre di Ventotene e della Garibaldi.

Ventotene: omaggio Renzi-Merkel-Hollande alla tomba di Spinelli

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