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Incensurato arrestato per droga a Pescara

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I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara hanno tratto in arresto, nella flagranza del reato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, F. P. A., 30enne incensurato di Pescara.

I militari dell’Arma hanno individuato l’appartamento, sito ai Colli, con un’indagine “vecchio stile”, fatta di servizi sul territorio di osservazione e controllo. Dopo alcuni giorni di monitoraggio, hanno deciso accedere all’interno dell’appartamento, trovandosi di fronte ad una vera e propria centrale di coltivazione e spaccio: nell’abitazione, interamente adattata all’illecita attività, i militari infatti hanno rinvenuto dentro un cassetto 1 kg di hascish, suddiviso in 10 panetti nascosti in palloncini di plastica colorata.

In un’altra stanza invece i Carabinieri hanno recuperato oltre 2 kg di marijuana, contenuta in 7 bustoni di plastica da 250 gr l’uno oltre ad alcuni etti conservati in un contenitori di vetro e plastica.

Una camera invece era adibita alla coltivazione poiché vi erano state installate due grosse serre, di circa 6 mq ciascuna, utilizzate per la produzione di marijuana: all’interno vi erano posizionate 16 canaline per la coltura idroponica e lampade a led per il riscaldamento delle piante. Al fine di massimizzare la produzione, le serre erano entrambe areate, ventilate ed irrigate, grazie a 3 diversi sistemi perfettamente funzionanti.

Sono stati inoltre trovati concimi e terriccio per la coltivazione, mentre il frigorifero era stipato da decine di confezioni di semi per la produzione di nuove piantine.

Due piante in vaso sono state trovate invece nel solone della casa.

Sottoposti infine  a sequestro confezioni di polistirolo e di plastica che chiuse ermeticamente avrebbero impedito di captarne il caratteristico odore.

L’ingente quantitativo di stupefacente rinvenuto avrebbe permesso il confezionamento di circa 6000 dosi per un controvalore, al dettaglio, di circa 30.000 euro.

L’arrestato è stato ristretto in carcere su disposizione della Dott.ssa Valentina D’AGOSTINO, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pescara.

 

 

Italia vs Israele 3-1: buona la prima, ma con sofferenza

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La Nazionale di Ventura batte Israele 3-1 nella prima partita valida per le qualificazioni ai Mondiali 2018. Per gli azzurri sono andati a segno Pellè, Candreva e Immobile. La prossima sfida è in programma il 6 ottobre contro la Spagna.

Punti di partenza

L’Italia vince in Israele dopo una gara sofferta: gli azzurri prima allungano, poi restano in 10 e si complicano la vita, ma spunta il carattere

Vincere era il minimo sindacale, per manifesta superiorità e dignità, e l’Italia l’ha fatto, non senza soffrire però: chiuso davanti un primo tempo abbastanza orribile (un tiro un gol, e un rigore), gli azzurri hanno tenuto per oltre mezz’ora in dieci contro undici (espulso Chiellini), scacciando la paura solo nel finale. Una volta si chiamava difesa e contropiede, e non c’è da vergognarsi: solo che contro Israele, numero 76 del ranking Fifa, ci si aspettava qualche altro menù. Ma contava il risultato appunto, e quello è arrivato. Del resto, la vera impresa sarebbe stato perdere, se la sconfitta nelle qualificazioni Mondiali agli azzurri manca dall’ottobre del 2004 (in Slovenia).

Serata afosa  

La stoffa è la stessa che c’era all’Europeo, tanto per non fare paragoni, anzi in più ci sono i lustrini di Verratti, ma soprattutto è cambiato il sarto: da Conte a Ventura, con tutto quel che ne consegue. In breve: dall’arrembaggio assatanato all’attesa pensierosa (e un po’ troppo spensierata). E meno male che qui ad Haifa il buon giorno non si vede dal mattino, perché fino al gol aveva comandato Israele: per carità, solo accenni di pericolo, ma un tentativo di pressione costante, e la voglia di correre il doppio, riuscendoci.

Di provarci. L’Italia, al solito, si siede in sala d’aspetto, appunto, come fosse fiaccata dall’afa, di un’umidissima sera, anche se si gioca alle 21,45 locali. La colpa è quella di spezzarsi subito in due tronconi: Verratti davanti alla difesa, e le due mezzali, Parolo e Bonaventura, venti metri avanti. Morale: il regista del Psg si trova spesso in inferiorità numerica, e una volta conquistata palla, al massimo si gioca sui lanci lunghi, e le ripartenze. Contropiede, insomma: Verratti-Antonelli-Pellé, e 1-0. Il replay arriva ancora sulle ali della qualità: rigore di Candreva, dopo lo slalom di Bonaventura. Brilla anche la Stella di David e, non sempre, la difesa azzurra. Ne approfitta Ben Haim, con un gol da proiettare al cineforum.

Arriva la Spagna  

Il risultato sembra aver messo in discesa la notte, invece Chiellini, ingenuamente, la rimette in equilibrio: espulso e Italia in dieci. Si soffre, ma di brutto, con l’alito entusiasta del pubblico, come sempre accade quando Davide sfida Golia: cross di Davidzada che attraversa tutto lo specchio della porta, poi rasoterra di Zahavi, con paratona di Buffon. Nel frattempo è entrato Ogbonna per tenere a tre il corpo di guardia del fortino, mentre con Immobile per Eder, Ventura carica la catapulta del contropiede. Difatti: lancione di Buffon, spizzata di Pellé, diagonale di Immobile, come ai tempi del Toro. Un pezzo dello staff azzurro salta in aria in tribuna stampa, e tutta la panchina entra in campo, come fossimo già alle fasi finali. Pure il ct, quand’è finita, va sotto la curva ad applaudire i tifosi italiani: tanto per dare l’idea della tensione, e di quando fosse importante non lasciare punti. Una vittoria non fa primavera, figurarsi a settembre e in Israele, ma rasserena un po’ il clima e rilassa gli animi. Giovedì 6 ottobre, allo Juventus Stadium, arriva la Spagna: peserà anche di più il risultato, ma senza giocare un po’ meglio, farlo sarà molto difficile.

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lastampa/Punti di partenza MASSIMILIANO NEROZZI – INVIATO AD HAIFA

Real Forio: il video dello spot per abbonarsi

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Un nuovo campionato tutto da vivere, una nuova scuola calcio tutta da scoprire. Il Real Forio è pronto ad affrontare un anno ricco di emozioni e , si spera, di tante soddisfazioni. Lo spot, che ha come protagonisti i bambini delle scuole calcio Soccer Panza e Amare lo Sport (che hanno intrapreso un’importante collaborazione con il settore giovanile biancoverde) e da alcuni giocatori della prima squadra, racchiude in pochi minuti il progetto della nuova società foriana: far sì che i bambini sognino di indossare da grandi la maglia biancoverde, cominciando ad indossarla già da piccoli. Un sogno che, a partire da quest’anno, può diventare realtà. Nel frattempo, bambini, genitori e tifosi non possono rinunciare al supporto della prima squadra, che da due anni milita nel massimo campionato regionale e che merita il calore della piazza. Per dare un contributo concreto basta esserci e per esserci serve sottoscrivere l’abbonamento. Da oggi è aperto anche il nuovo sito web biancoverde www.realforio.it, dove si potrà consultare la storia del calcio foriano, le info sulla società, sui giocatori, foto, video e tanto altro. Buona visione

SI RINGRAZIA:

SCHIANO BUS

SCUOLA CALCIO SOCCER PANZA

SCUOLA CALCIO AMARE LO SPORT

ESCLUSIVA- Logiudice: “Siamo competitivi, daremo battaglia contro tutti. Nessun rimpianto per la campagna acquisti”.

L’intervento di Pasquale Logiudice al Pungiglione Stabiese

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione, abbiamo avuto come nostro ospite telefonico il D.S. della Juve Stabia Pasquale Logiudice. Tanti i temi trattati con il direttore stabiese, dalla vittoria contro il Melfi all’analisi della campagna acquisti, passando per la prossima sfida contro il Monopoli. Ecco alcuni frammenti della lunga intervista concessaci:

Direttore, vittoria importante alla prima apparizione in casa contro Il Melfi. È ancora prematuro esaltarsi dopo la vittoria di ieri: La sconfitta di Catania ci aveva lasciato un po’ di rammarico benché maturata più per meriti dell’avversario che per demeriti nostri. L’impatto alla partita era stato comunque positivo visto che al “Massimino” ci siamo ben comportati su un campo difficile, contro una squadra forte annoverando calciatori di esperienza. Poi comunque domenica in campo avevamo tanta rabbia ed è stato fondamentale approcciare bene la prima apparizione in casa davanti ai propri tifosi, visto che comunque una vittoria all’esordio esalta sempre la tifoseria, di più poi anche per come è maturata. Siamo consapevoli che comunque dobbiamo lavorare tanto ancora per migliorare, e tra infortuni e squalifiche tutti saranno chiamati in causa.

Questa juve stabia contro il Melfi sembra che non ne abbia risentito dell’assenza dei vari infortunati ( su tutti Capodaglio e Liviero) e della mancanza di Salvi per squalifica: Contro il Melfi si è vista una continuità di gioco che avevamo apprezzato già in quel di Catania. Izzillo e Liotti sono state due piacevoli conferme; poi comunque abbiamo puntato sugli Under che avevano tanta esperienza nel loro bagaglio con diverse apparizioni in Lega Pro. Possiamo vantare nel reparto avanzato di soluzioni importanti con caratteristiche differenti ed infatti a testa abbiamo visto che almeno uno di loro ha avuto una chance per andare in gol.

Ritornando al calciomercato qual è stata la trattativa che ha portato in porto che lei reputa sia stata la più difficile e soddisfacente: Sicuramente quella di Zibert. Avevamo la concorrenza del Catania e non è stato facile spuntarla contro un team che ha blasone. In particolare ci sono state comunque difficoltà visto che abbiamo ceduto tre calciatori all’Akragas, ed infatti in questa operazione abbiamo mosso quattro calciatori, tutti aventi diversi procuratori. Credo che alla fine sia stata questa l’operazione il mercato più complicata e soddisfacente allo stesso tempo.

In questo momento giunti alle porte della terza di campionato, lei è più ottimista dopo la prestazione di domenica o preferisce più un profilo prudente: Da calciatore ho realizzato pochi e in una circostanza segnai a tempo scaduto contro il Bari, altri esultavano, per me invece rientrava nella normalità. Con questo voglio dirvi che caratterialmente non mi esalto e allo stesso tempo non mi deprimo dopo le sconfitte. Sono abbastanza realista e consapevole di aver allestito una buona squadra. È chiaro che nonostante la buona prestazione di ieri ci sono ancora molti aspetti da migliorare, rientra nella logica, visto che abbiamo cambiato diversi elementi in rosa e alla base non è sufficiente solo la conoscenza tecnico-tattica, ma rientra fondamentalmente la conoscenza del compagno di squadra. Chiaramente quest’anno abbiamo cambiato tanto, e anche con poche settimane di lavoro, sono ottimista e alla luce di questi cambiamenti, Il gioco ammirato contro il Melfi fa ben sperare.

Ritornando all’acquisto di Nicolas Izzillo, da Ischia sono giunte voci che lo paragonavano al nuovo Zidane della Lega Pro, sono voci accostabili alla realtà: Nicholas ha giocato in tutti i ruoli del centrocampo. È un calciatore che sta dimostrando le sue potenzialità, poi ovvio affinché possa diventare un calciatore importante, sarà determinante l’accorciamento della sua crescita. Prima raggiungerà un certo livello di maturità e presto potrà ambire ad un salto di categoria.

Ha qualche rimpianto per questa campagna acquisti: Non ho rimpianti perché comunque abbiamo centrato tutti gli obiettivi che volevamo prendere, soprattutto mai come quest’anno abbiamo contattato tanti calciatori soprattutto nel reparto avanzato. Ovviamente non tutti sono stati propensi a venire, l’importante è che non abbiamo avuto rimpianti. Moscardelli ed Ebagua? Vi dico più Moscardelli visto che Ebagua ci siamo solo sentiti telefonicamente e l’operazione è stata una chimera. Moscardelli aveva dato un minimo di apertura, poi si è consultato con la famiglia e ha optato per altre scelte. Ripeto, non ci siamo rammaricati, abbiamo fatto il possibile in base alle nostre possibilità.

Domenica sera si va a Monopoli, a fine campionato finì 4-0. Adesso in Puglia la squadra giungerà con il chiaro intento di togliersi i quattro sassolini dalla scarpa: Sassolini direi di no, l’anno scorso la sconfitta maturo’ per circostanze diverse. La squadra aveva appena raggiunto la salvezza e quindi poi la partita fu affrontata non con quel giusto piglio, senza dimenticare le parate di Pisseri a negarci il gol in diverse circostanze. Ci auguriamo un diverso epilogo.

Direttore, si potrebbe pensare anche di preservare i calciatori dai social media, soprattutto per quanto riguarda i più giovani in quanto potrebbero destabilizzarsi avendo poca esperienza: È un fenomeno incontrollabile, purtroppo ci dobbiamo abituare alla tecnologia. La realtà è evidente; ai ragazzi giocare in piazze calde può comportare pro e contro. Vivere in piazze come quella stabiese sicuramente aiuta la crescita del calciatore, visto che la competenza dei tifosi riesce a far esaltare in particolare un singolo calcolatore. Del resto quando le cose non vanno bene, la piazza aiuta comunque il gruppo a capire che è un lavoro e bisogna svolgere il proprio compito con professionalità. Quindi reputo che giocare a Castellammare non è uguale ad esprimersi come a Lumezzane, anzi sono convinto che si possa far bene qui nel meridione. Sono dell’ avviso che le squadre di serie A, anziché mandare i propri calciatori a Renate o in altre piazze tranquille, puntassero più a valorizzare i propri ragazzi qui al Sud, e probabilmente si ritroveranno poi dei calciatori formati con delle basi e con un carattere già forgiato.

Mister Stroppa al termine di Siracusa-Foggia ha parlato delle avversarie, citando in particolare la Juve Stabia tra le possibili favorite per la vittoria finale: Non nascondo, e di questo ne sono convinto che abbiamo costruito una buona squadra, poi da qui a dire quale sarà il nostro campionato, questo dipenderà molto dalla squadra visto che, come ho già detto, l’organico è stato rinnovato in toto. La differenza c’è perché questa è una squadra, completa in ogni reparto e molto forte con tanta esperienza. Adesso quanto prima si acquisiscono i meccanismi meglio ne gioverà la squadra. È chiaro che gli addetti ai lavori ne parlino bene di noi, soprattutto perché abbiamo acquisito calciatori importanti per la categoria. Non ci sono partite “scontate” qui nel raggruppamento meridionale, ed infatti la realtà dice che è pur sempre un campionato difficile per tutte le compagini accreditate, stesso dicasi per la Juve Stabia in lotta con team blasonati.

Una qualità che vede in mister Fontana: Il tecnico tiene tutti in considerazione, senza fare retorica, conta su tutti gli effettivi in rosa. Ne da conferma la scelta di non impiegare Lisi dopo il gol a Catania contro il Melfi, magari tra gli addetti ai lavori tutti lo davavano tra i papabili titolari, ed invece il tecnico ha optato per altre valutazioni. Qui la gestione del gruppo diventa importante così pure la maturità del calciatore. È chiaro che in ottica di un campionato lungo e importante, devi avere almeno due soluzioni per reparto per mantenere alto il livello, in modo tale da riuscire a sopperire ad ogni mancanza.

Quali sono le sue aspettative in vista di Monopoli: Sarà una partita sicuramente diversa rispetto al match di Catania, il Monopoli è una squadra di categoria, a differenza degli etnei hanno meno tecnica, e quindi sicuramente concederà poco. È la classica partita di Lega Pro laddove bisogna mettere in campo tanto temperamento. Mi auguro che sarà ben interpretata, sperando di non commettere errori e di portare a casa l’intera posta in palio.

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Sturaro, l’ agente conferma: “Il Napoli ha provato a fare un tentativo”

La Redazione di TuttoJuve.com ha intervistato telefonicamente, in esclusiva, Carlo Volpi, agente del centrocampista bianconero Stefano Sturaro. Diversi gli argomenti trattati tra i quali le voci di mercato legate ad un suo possibile approdo al Napoli:
“ Napoli e Lazio su Stefano durante questa sessione di calciomercato? L’ interesse c’ è stato ma si è trattato di un discorso tramontato prima della fase calda del calciomercato. Non c’ era la volontà di cederlo da parte della società. Soprattutto il Napoli, nella persona di Giuntoli che stravede per lui, ha provato a chiedere la disponibilità del ragazzo prima di giugno: è una grandissima piazza che sta crescendo ma il mio assistito è in un progetto importante. C’è grande stima ma Stefano è juventino. Le due società hanno parlato nel momento in cui i bianconeri stavano cedendo Pereyra, ma probabilmente c’è stata la chiusura della Juve”.

Un tour de force attende il Napoli, il turn over è d’ obbligo ma…

Sull’ edizione online del quotidiano La Repubblica si legge del tour de force che vedrà il Napoli impegnato in un mese di fuoco. Toccherà a Sarri fare le scelte giuste per dosare le forze, avendo a disposizione valide alternative in ogni zona del campo:
Il ritorno tra le grandi d’Europa ha imposto al Napoli di cambiare strategia attrezzandosi sul mercato per competere su tutti i fronti e non esclusivamente sul campionato, a differenza di quanto era successo nella scorsa stagione. I sette acquisti estivi di Aurelio De Laurentiis, nei piani della società, dovrebbero infatti mettere la squadra nella condizione di alzare l’asticella: senza rinunciare in partenza ad alcun obiettivo. Molto dipenderà però dalle prossime mosse di Sarri, alla sua terza avventura in serie A e al suo debutto assoluto nella Champions. Il tecnico toscano è atteso da una nuova sfida, allo stesso tempo difficile e affascinante: in cui il turn over è destinato ad avere un ruolo cruciale. Altro che titolarissimi, insomma. Ruotare gli uomini a disposizione sarà una necessità, a cominciare dal trittico di impegni che attende gli azzurri dopo la sosta: Palermo, Dinamo Kiev e Bologna in 7 giorni.

Sarri è pronto, anche se lo aspetta una partenza a handicap. Molti dei nuovi acquisti sono arrivati infatti sul mercato solo in extremis (Diawara, Rog e Maksimovic) e altri sono stati penalizzati da problemi fisici: con Giaccherini appena tornato in gruppo e Tonelli ancora ai box. Solo i polacchi Zielinski e Milik, con il tour de force di settembre ormai dietro l’angolo, sembrano essere dunque nelle condizioni per dare subito una mano ai compagni, entrando a pieno titolo nelle rotazioni tra i titolari. Per vedere il turn over totale che si aspetta De Laurentiis, invece, ci sarà ancora bisogno di tempo e pazienza. Ma bisogna fare presto”.

Il gelo tra i Cinque Stelle a Roma

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L’indagine sull’assessora all’Ambiente Muraro mette in difficoltà l’amministrazione Raggi. La sindaca di Roma afferma di essere stata informata della vicenda a luglio e di aver subito messo al corrente i vertici del M5S. Ma il direttorio del Movimento prende le distanze affermando di “non sapere nulla”. Grillo alla prima cittadina: “Bisogna chiarire l’episodio”.

Gelo tra il direttorio Cinque Stelle e la Raggi. Grillo: “Adesso Virginia dovrà chiarire”

Di Maio: «Noi tenuti all’oscuro». La sindaca cambia versione: «Avvisai Taverna»

ROMA – Il direttorio sapeva oppure no? Un secondo dopo aver ascoltato Virginia Raggi ammettere che era a conoscenza delle indagini su Paola Muraro, questa è l’unica domanda che tutti si fanno. A porla in commissione è Andrea Augello. Ha informato i vertici del M5S? «Sì certo» è la risposta che dà la sindaca. Pochi minuti prima era filtrata invece la versione del direttorio: «Non sapevamo nulla». Muraro e Raggi sapevano, ma non avrebbero detto nulla. Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Luigi Di Maio, il minidirettorio romano guidato da Paola Taverna: tutti erano all’oscuro. Ma la sindaca dice il contrario. Chi ha ragione? Qualcuno mente. Di certo stona l’ulteriore versione che a tarda serata offre la sindaca durante la parte secretata dell’audizione quando ammette: «Non ho informato Grillo né Di Maio, ma solo Taverna e Vignaroli del minidirettorio».

Il sospetto tra i deputati e i senatori della commissione è di trovarsi di fronte a una ricostruzione corretta dovuta alle ire del direttorio, tra la prima parte in streaming dei colloqui e la seconda a telecamere spente. Fonti dello staff pentastellato alla Camera confermano «il senso di stupore» in cui sono sprofondati i membri del direttorio. Di Maio ha chiesto conferma se qualcuno fosse stato perlomeno preallertato. Grillo ha fatto lo stesso, al telefono: «Chi sapeva?» ha domandato. «Nessuno di noi Beppe – gli è stato risposto da un membro del direttorio». In realtà tra Di Maio, Alessandro Di Battista – gli unici fino a ieri a difendere Raggi – Carla Ruocco e Roberto Fico, che invece con il loro silenzio ne hanno preso teatralmente le distanze, l’ammissione della sindaca sembra essere piombata all’improvviso. E non è stato certo piacevole. Ruocco, già furiosa per le dimissioni di Marcello Minenna, non si tiene e questa volta twitta di suo pugno. «Preciso di non conoscere la dott.sa Muraro e che apprendo da fonti giornalistiche le sue vicende giudiziarie».

Di Maio, pragmatico come al solito, vuole invece valutare attentamente la situazione. Capire da Raggi quale sarà la sua difesa questa volta e quali i contraccolpi. Anche perché non solo avrebbe nascosto la verità, ma li smentisce. «Non può venirci contro così» è la reazione nel direttorio mentre d’accordo con lo staff si pensa a cosa dire: «Sui giornali già si diceva delle indagini. Ma non sapevamo della richiesta del 335». Così il direttorio prova a fare fronte comune: non sapevano che Muraro aveva chiesto la certificazione dell’avvenuta iscrizione sul registro degli indagati. «Ora Virginia dovrà chiarire» concordano Grillo, Di Maio e Ruocco. Carlo Sibilia, il membro del direttorio solitamente più defilato, è l’unico a rilasciare dichiarazioni alle agenzie: «Personalmente non ne sapevo nulla. Ma da quanto ho capito non c’è stato un avviso di garanzia». I vertici del M5S hanno ben chiaro che la situazione a Roma è a un passo dall’essere drammatica. E quanto ha fatto Raggi potrebbe avere conseguenze imprevedibili nell’ascesa verso Palazzo Chigi di Di Maio. Perché un conto doveva essere gestire solo il caso di un’assessora indagata, Un altro sentirsi estromessi dalla verità dalla sindaca 5 Stelle di Roma. Lo stesso sentimento che provano gli assessori, come Paolo Berdini, all’Urbanistica e a un passo dall’addio. «Io l’ho saputo dai giornali» ammette Adriano Meloni, allo Sviluppo economico. Anche con i 29 consiglieri pentastellati, riuniti a pochi passi dal Campidoglio, il sindaco non ne ha mai parlato. C’è chi cerca di minimizzare la poca trasparenza come Enrico Stefano «Un vecchio adagio dice: Non si può dire tutto a tutti. Avranno avuto i loro buoni motivi per tenerci all’oscuro». E c’è invece chi quei buoni motivi vuole capirli: «Non ci ha mai detto nulla, ma con Virginia parleremo – assicura Alisia Marani – Non so invece se confermeremo la fiducia a Muraro».

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lastampa/Gelo tra il direttorio Cinque Stelle e la Raggi. Grillo: “Adesso Virginia dovrà chiarire” FEDERICO CAPURSO, ILARIO LOMBARDO

Paola Muraro era indagata fin da aprile, e tutti lo sapevano!

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Muraro e Raggi: “Inchiesta? Sapevamo da luglio”. Il direttorio M5s si smarca: noi tenuti all’oscuro

L’assessore all’Ambiente indagata da aprile per reati ambientali: «È un attacco mediatico». Il Pd critica anche il neoassessore al Bilancio De Dominicis: «Suggerito da Previti»

Paola Muraro era indagata fin da aprile. E del fascicolo aperto sull’assessore all’Ambiente del Comune di Roma sapevano sia la sindaca Virginia Raggi sia il direttorio del M5S. Sono diverse, e tutte dalle conseguenze imprevedibili, le notizie che emergono dall’audizione di Raggi e Muraro in commissione Rifiuti. Un’audizione fiume in cui, al di là della gestione dei rifiuti della Capitale, è la figura di Muraro a finire nel mirino dei componenti. E nella quale Raggi afferma, quasi a sorpresa, che dell’indagine sull’assessore aveva informato i vertici pentastellati.

DOCUMENTO – Le mani di Muraro sull’Ama: ecco la lista delle epurazioni romane

Scontro Raggi-direttorio  

Le parole delle prima cittadina sembrano in controtendenza con quanto emerge dal Direttorio, secondo cui del caso Muraro non si era a conoscenza, e che rischiano di portare ad uno scontro frontale tra la prima cittadina di Roma e i vertici del M5S. Direttorio che, sul caos in Campidoglio, da giorni appare andare in ordine sparso a testimonianza del fatto che, come osserva anche qualche pentastellato, a Roma si stia giocando da tempo la grande partita delle correnti interne. Gli unici ad intervenire in serata sono Alessandro Di Battista («Contro di noi c’è un intero sistema che ci fa guerra. Le Olimpiadi sono l’obiettivo di questi palazzinari», attacca su Facebook) e la portavoce alla Camera dei pentastellati che prende le distanze dalla Muraro con un tweet.

Il caso De Dominicis  

Ma sul Movimento, in queste ore, si è scatenata una vera e propria bufera, con il caso Muraro che si aggiunge alle critiche piovute sulla nomina di Raffaele De Dominicis e sul presunto coinvolgimento dello studio legale Sammarco. Due “grane” dalle conseguenze imprevedibili e che vedrebbero i vertici M5S, al di là della difesa di ordinanza, pronti anche a sacrificare Muraro, peraltro funzionario “esterno” al Movimento. Tanto che è la stessa Raggi ad azzardare: «Attendiamo di leggere le carte. Quando avremo maggiori informazioni prenderemo provvedimenti».

Le ammissioni di Muraro e Raggi  

Di certo l’audizione a Palazzo San Macuto si trasforma in una sorta di serrato interrogatorio (che costringe Raggi e Muraro a saltare la Giunta lampo prevista in serata in campidoglio) sin da quando, in apertura, il presidente Alessandro Bratti informa i membri della commissione che Muraro risulta indagata dal 21 aprile. L’assessore conferma, spiegando di aver saputo dell’indagine (le viene contestata la violazione dell’art.256 del testo unico sull’Ambiente) il 18 luglio. «Del fascicolo sono stata informata nella seconda metà di luglio», aggiunge Raggi che, alla richiesta se siano stati avvisati anche i vertici del M5S, si spinge in una risposta destinata a creare un nuovo vespaio: «si, certo».

La difesa: “Non abbiamo mai mentito sull’avviso di garanzia”  

Di fronte alla commissione Raggi e Muraro ribadiscono più volte di non aver mai mentito. «Le domande che ci ponevate erano sull’avviso di garanzia e non c’è alcun avviso di garanzia. Se mi avessero chiesto delle indagini avrei risposto quello che ho risposto qui», spiega Raggi difendendosi, indirettamente, anche dalla raffica di attacchi targati Pd secondo cui «Raggi e Muraro sono inaffidabili». Ma la sindaca capitolina, sebbene la difesa dei vertici M5S appaia più tenue di qualche settimana fa, non ha alcuna intenzione di mollare. «Abbiamo trovato qualche piccola resistenza ma non ci spaventiamo, lo sapevamo e andiamo avanti», assicura, prima di recarsi in commissione, in un video su Facebook pubblicato anche sul blog su Beppe Grillo. E in commissione rilancia: «Moi abbiamo questa pazza idea di governare per 5 anni».

Il precedente di Pizzarotti  

Ma il caso Muraro rischia di mettere in difficoltà l’intero Movimento e di dar voce più forte alle frange più critiche. Se il M5S si comporterà con Raggi come con me? «Bella domanda», risponde il sindaco Federico Pizzarotti, sospeso per non aver comunicato ai vertici di essere indagato. Le prossime ore saranno decisive. «Ho avuto un sms di sostegno di Grillo», assicurava in mattinata Raggi al Corsera. Ma l’impressione è che dai vertici 5S si farà di tutto per cercare di isolare il caso Roma dal resto del Movimento.

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Ama : le epurazione della Muraro

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Le mani della Muraro sull’Ama. Ecco la lista delle epurazioni

Esclusiva: il piano di ristrutturazione dell’azienda dei rifiuti. Così l’assessora è entrata in rotta con Minenna e voleva esautorarlo

Il boccone è Ama. Ma il boccone è anche uno strumento: per controllare la politica, avere voti e stare nelle partite economiche. Attorno ai rifiuti, a Roma si è giocata e si sta giocando una partita feroce e sanguinosa, per le sorti della giunta Raggi, del suo assessore all’ambiente e naturalmente per la qualità del servizio ai romani. Paola Muraro si è scontrata pesantemente con Marcello Minenna sul piano di ristrutturazione dell’azienda, che l’assessora ha scritto e La Stampa è in grado ora di raccontare nel dettaglio. Un progetto che finirà sul tavolo dei pm, in cui non c’è alcun riferimento alla ristrutturazione industriale, né un piano economico-finanziario, né delle linee guida strategiche o un ripensamento della macrostruttura, ma emerge invece prepotente un’urgenza: epurare i dirigenti nemici e sostituirli con dirigenti fidati. Per assecondare alcune logiche che qui possiamo spiegare.

Le mani di Paola Muraro su Ama si allungano risolutivamente in una riunione del 26 agosto. Alla riunione partecipano Marcello Minenna e la Muraro, dal Campidoglio, Alessandro Solidoro e Stefano Bina (presidente e dg) in collegamento telefonico. Il verbale viene trasmesso dal gabinetto del sindaco all’azienda (col protocollo Roma Capitale, Gabinetto del sindaco, 27 agosto 2016, N. Prot. RA/55796). La trasmissione è firmata Marcello Minenna. Il primo a essere rimosso è Pietro Zotti, direttore industriale da cui dipendono anche i due impianti di trattamento biomeccanico dei rifiuti di Ama (il dirigente è Marco Casonato, anche lui rimosso). Rimuovere Zotti significa togliergli qualunque arma di difesa, un domani qualunque cosa dicesse contro la Muraro passerebbe per la vendetta di un dirigente rimosso. Il secondo è Leopoldo D’Amico, già fatto fuori da Panzironi, il presidente dell’era Alemanno, e tornato, nella gestione Fortini, come capo del progetto degli Ecodistretti. Non un fulmine di guerra, ma una persona di cui tutti in azienda parlano bene. La sua rimozione serve a Muraro nel quadro del mantenimento del consenso interno con i comitati di Rocca Cencia.

LEGGI ANCHE – Roma, altra grana: indagata l’assessore all’Ambiente Muraro

Il terzo da far fuori è Saverio Lopes, 41 anni, proveniente da Acea e poi Atac, direttore delle risorse umane. E qui la storia incrocia direttamente interessi elettorali. Lopes è giovane, capace. Ma ha tanti nemici. Facendo fuori Lopes, Muraro fa cosa gradita alle Usb e ad Alessandro Bonfigli, il potente capo della Cisl in Ama e amico di Marcello De Vito, una comune simpatia ideologica (a destra). Lopes è particolarmente inviso perché la sua battaglia cardine è stata contro l’assenteismo e il consociativismo nella gestione aziendale; Lopes denunciò brogli nell’accaparramento delle deleghe sindacali, e favorì il licenziamenti dei 41 di Parentopoli. Favorì, anche, una scissione sindacale che portò via 500 tessere dalla Cisl di Ama (tessere che valgono 120mila euro all’anno). Bonfigli, che chiede e ottiene la testa di Lopes, era stato estromesso dalla Cisl nel maggio 2016; ma a giugno vince la Raggi, e contemporaneamente lui torna in sella in come capo Cisl in Ama.

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Insomma: destra (network Alemanno), carabinieri, sindacati di base e pezzi (non i migliori) di Cisl sono sullo sfondo di questa Muraro story, e dei voti che essa significa per Virginia Raggi. In quella riunione del 26 agosto, Muraro decide dunque di togliere Zotti e D’Amico (le loro deleghe vanno tutte al nuovo dg Bina, che non ne è affatto contento, perché si trova gravato di un carico enorme di responsabilità, e connessi rischi giudiziari), e soprattutto di epurare Lopes. Solidoro, allora presidente, e Minenna, sono contrari a rimuovere Lopes (addirittura pensavano di nominarlo dg), ma la Muraro fa la voce grossa, alla sua maniera. A quel punto lo scontro è totale. Minenna, amico e mentore di Solidoro, qualche giorno dopo si dimette. Solidoro strappa l’ordine di servizio per la rimozione di Lopes e si dimette pure lui.

Tutto da rifare? No. Muraro riconvoca tutti i dirigenti Ama il 2 settembre – agendo come fosse l’amministratore dell’azienda, non l’assessore – e comunica che in Ama ci sarà anche Giancarlo Ceci, responsabile della programmazione del M5S, a darle una mano. Un’occupazione stile prima repubblica. Infine, Muraro chiama Giuseppe Rubrichi, 66 anni, oggi dirigente per la sicurezza sui luoghi di lavoro, e gli offre il posto di Lopes. Rubrichi nel 2000 finì nell’inchiesta per l’inceneritore di Colleferro, dove bruciavano rifiuti che non dovevano essere bruciati. Non tirò in ballo nessun altro, allora. Una sua nomina potrebbe far rientrare di fatto in gioco, a dirigere gli impianti, quell’Alessandro Muzi, in buoni rapporti con Manlio Cerroni, l’imprenditore “re delle discariche” romane, che nella prima uscita pubblica della Raggi con Muraro, a Rocca Cencia, si fece fotografare accanto a sindaco e assessora esibendo potenza e copertura politica. È un grosso boccone, Ama. Chi controlla Ama ha in mano mezza Roma.

Paola Muraro non si dimette: “Il M5s è unito contro i poteri forti”

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vivicentro.it/politica
vivicentro/Ama : le epurazione della Muraro
lastampa/Le mani della Muraro sull’Ama. Ecco la lista delle epurazioni JACOPO IACOBONI

Scuola: tutto questo sta accadendo! Ora!

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Voglio parlare di scuola soprattutto a chi ritiene che noi insegnanti deportati siamo fortunati perché un lavoro ce lo abbiamo e a chi dice che è un lavoro bello solo perché non si fa nulla e perché si sta tre mesi a casa in vacanza….

Comincio col dire che io ho “SCELTO” di fare l’insegnante, che lavoro da quando avevo 12 anni, che ho passato gli ultimi 13 anni fuori dalla mia terra (e solo gli ultimi due da insegnante), di cui più o meno un terzo lontano addirittura dall’Italia. Ho passato periodi in cui non parlavo, né pensavo neanche in italiano, con temperature estreme (dai -12 irlandesi, ai +52 omaniti) a gestire cose apparentemente più grandi di me, a sbattere la testa contro il muro per convincere gente con una cultura diversissima dalla ns, a istruire indiani, pakistani e svedesi sulle ns tecniche di progettazione, ma soprattutto a stare lontano dalla famiglia e dai miei affetti più grandi.

Un giorno uno di questi mi convince a tentare la strada dell’insegnamento. Io per gioco inizio e alla fine mi ritrovo a fare l’insegnante. Perché? Perché è una cosa che mi viene naturale come respirare e che mi riempie di soddisfazioni (certamente non dal punto di vista economico). E per riuscirci ovviamente supero prove non di certo più semplici di quelle finora già sormontate nel mio passato da ingegnere. L’ultimo anno poi l’impegno è stato talmente vasto che non riuscivo nemmeno a dedicarmi pienamente alla mia famiglia. Passavo 12 ore al giorno a scuola e l’insegnamento vero e proprio era solo un passatempo se paragonato alle ore passate a scuola per elaborare progetti, idee e tecniche che poi si sono rilevati fondamentali per l’acquisizione di 2/3 finanziamenti europei.

Questo solo per dire che ci sono insegnanti e insegnanti, chi svolge il proprio lavoro fatto di 18 ore frontali settimanali e 80 extra (per così dire ordinario lavoro fatto di programmazioni, riunioni, consigli, collegi) –  oltre alla preparazione delle lezioni, predisposizione dei materiali e delle verifiche, individualizzazione dei percorsi formativi, correzioni –  e chi oltre queste ore ne accumula anche il triplo per collaborare a far funzionare una macchina talmente complicata da far invidia alla migliore azienda privata italiana. E il paragone non è certamente buttato lì, così per nulla……! Successivamente decido di tentare la sorte e di provare a chiedere trasferimento in Sicilia. Parlo di sorte, perché da titolare di cattedra sono diventato titolare di ambito, costretto a cambiare scuola ogni tre anni…. Provo anche a comprare casa perché, dopo questo lungo periodo passato fuori, decido insieme alla mia famiglia di tornare finalmente nella mia terra. Chiedo trasferimento in un qualsivoglia ambito siciliano. Risultato? Trasferito in Veneto. Ah, ricordate…stavo comprando casa, mutuo approvato! Beh la banca mi chiama e mi dice: Ma lei è stato trasferito in Veneto? Come fa a pagare il mutuo, l’affitto e a mantenere la famiglia con uno stipendio da insegnante? Così, improvvisamente, mutuo sospeso!! Secondo risultato? Io adesso mi trovo in provincia di Vicenza, lontano 1300 km da casa, dai miei affetti, da mia moglie, da mia figlia, da quella casa che ho sognato per 25 anni.

Siamo fortunati? Non facciamo nulla perché lavoriamo solo mezza giornata?

La verità è che noi non abbiamo a che fare con asini ma siamo un importantissimo ingranaggio della società, il secondo dopo la famiglia. Noi educhiamo le future generazioni. Questo ce lo siamo dimenticati tutti. E concludo dicendo che tutto questo meccanismo assurdo inventato dalla ns politica sull’istruzione è semplicemente un calcolo appositamente sviluppato per fare in modo che la scuola non abbia più il compito di formare esseri umani consapevoli della loro storia e del loro futuro: deve invece produrre puri atomi pronti ad essere inseriti nel mercato del lavoro flessibile e precario. Ciò mira a flessibilizzare la vita e l’intera natura umana: mira a renderci tutti precari e senza diritti, migranti e senza famiglia, sradicati e deterritorializzati, schiavi sempre disponibili e senza alcuna garanzia.

Per questo, l’invito ubiquitario ad essere “cittadini del mondo” nasconde oggi la mal celata volontà, gravida di ideologia, di sradicare i popoli del pianeta e di ridurli a semplici atomi senza patria e senza diritti, senza identità e senza storia, meri schiavi alle dipendenze dell’economia globalizzata. Quello che Renzi-Giannini stanno realizzando è una strategia di annientamento del nostro essere cittadini (consapevoli dei diritti e costruttori di giustizia sociale), rendendoci adatti al lavoro, subordinando i valori della famiglia e dell’essere popolo. L’istruzione è ridotta a strumento di formazione di “esseri che lavorano” a totale disposizione del mercato.
Dalla formazione classica come momento etico orientato a generare consapevolezza critica per esseri umani in fase di sviluppo, si è disinvoltamente transitati all’economicizzazione postborghese e postproletaria dell’istruzione, ridotta ad azienda concorrenziale erogatrice di competenze tecniche e abilità pratiche.
Per questo, il sapere classico della cultura storica occidentale tende sempre più ad essere sostituito dallo know how dell’impresa capitalistica.

E poi si parla anche di fertility day????……Tutto questo sta accadendo. Ora!

Rosario Melissa

stefania-giannini-ministro-dell'istruzione

Auto e moto d’epoca ad Airola per il 9° raduno nazionale ASI

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Airola (BN) – Grande il numero di partecipanti al raduno di auto e moto storiche a cura dell’A.S.A.S. di Benevento (Automotoclub Storiche Antico Sannio) con la collaborazione del ristorante “Green Hill” ed il patrocinio del Comune di Airola.

La manifestazione giunta per il 2016 alla nona edizione, si è tenuta domenica 4 Settembre presso la Piazza Caduti di Nassirya del comune beneventano, attirando tante persone arrivate da varie parti della Campania.
Alle ore 10:00 i circa 60 equipaggi, dopo le consuete fasi di registrazione delle proprie vetture, hanno avviato i propri motori per il giro turistico.

La prima tappa ha permesso la visita ai partecipanti del raduno alla nota Azienda “TTA – Adler Group” che nella sede di Airola produce componenti in fibra di carbonio sia per il settore Automotive che per il settore Aeronautico. Il direttore della produzione ha illustrato, destando notevole interesse nei visitatori, le varie fasi delle lavorazioni per l’ottenimento dei telai in carbonio dei modelli Alfa Romeo 4C e Ferrari “La Ferrari”. Si tratta senza dubbio di un’Azienda che rappresenta un vanto indiscusso, visto il proprio Know-how, per la Campania e l’Italia nel mondo.

A seguire il giro turistico ha previsto la visita delle città di Bucciano, Moiano e Luzzano dove il Disco Pub “Happy days” ed il Club Napoli hanno offerto un piacevole rinfresco sollevando così i partecipanti dalla calura estiva.

Presenti tra le tante auto, due moderne Ferrari, una California ed una 458 Italia spider, che hanno incantato tutti con le loro forme sinuose ed il rombo inconfondibile dei motori di Maranello. Immancabili le Fiat 500, alcune di esse “Abarthizzate”, poi Fiat 1400 berlina del 1954, Fiat 600, Fiat Topolino, VW Maggiolino, Alfa Romeo Spider Duetto, Mercedes classe S, Lancia Fulvia Zagato, Lancia Gamma berlina, Lancia Delta Integrale.

Tra le moto, inconfondibile il rombo delle Moto Guzzi, della BSA inglesi e delle immancabili Piaggio Vespa nei tanti colori e versioni.

Gli equipaggi, dopo il rinfresco, alle ore 13:00 circa si sono ritrovati nuovamente presso la Piazza Caduti di Nassirya per pranzare al ristorante “Green Hill” che ha deliziato tutti con la degustazione dei prodotti tipici del posto in un clima caloroso di amicizia e passione per i motori.

I complimenti vanno a tutto lo Staff dell’A.S.A.S. ed a tutti gli organizzatori dell’evento, hanno gestito con autorevolezza, esperienza e professionalità il lungo corteo di auto e moto per le strade cittadine del tour!

Avanti tutta!

GUARDA LA FOTOGALLERY:

Sarri può sorridere: Giaccherini c’è

Emanuele Giaccherini pronto al ritorno dopo 45 giorni, lo rivela l’ edizione odierna de Il Mattino. Sarri può sorridere per quello che è un recupero molto importante considerando il tour de force che vedrà il Napoli impegnato in ben 7 partite in soli 23 giorni. Un’ arma in più, un calciatore duttile può ricoprire diversi ruoli: dall’ esterno d’ attacco alla mezz’ ala di centrocampo. Giaccherini seguirà i compagni nella trasferta di Palermo ma difficilmente partirà titolare.

Basta un po’ di sentimento…

La frase che ripete Gaetano Fontana: ‘Basta un po’ di sentimento…’

A conti fatti è vero, alla fine basta solo un po’ di sentimento per ottenere quello che si vuole, basta un po’ di applicazione maggiore per vedere arrivare il risultato sperato, desiderato. La Juve Stabia vince al Menti, al debutto, contro il Melfi, e convince anche con una prestazione ottima. Gaetano Fontana si ripresenta, dopo la sua parentesi da calciatore, davanti ai propri tifosi e le Vespe girano, e come se girano al cospetto di un Melfi apparso in difficoltà sin da subito, sin dalle battute iniziali e al di là del l’espulsione di Gragnaniello. A Catania quel sentimento era un po’ mancato, nonostante la buona prestazione del primo tempo, serviva la scossa, quella che il tecnico gialloblù ha saputo dare al suo gruppo. Orfani in mediana di Capodaglio infortunato e Salvi squalificato, a sorpresa gioca Esposito e non Mastalli oltre ad Izzillo: due mosse azzeccate e risultato finale rotondo con il buon Nicolas che va a segno ben due volte.

Basta un po’ di sentimento e tutto si risolve, ma l’impressione è che questa frase ripetuta da Fontana durante gli allenamenti settimanali, nasconda un altro significato. Sembra essere altra cosa, magari addolcita dalla parola sentimento. Ebbene sì, un allenatore deve saper giocare anche con le parole per spronare il gruppo e tenerlo alla massima tensione durante la settimana. Il pensiero è che sia una sorta di equazione: il sentimento sta alla cattiveria agonistica, comunemente detta ‘cazzimma’ come la Juve Stabia sta alla vittoria. A conti fatti serve questa per vincere e il tecnico lo sa. In panchina non dimostra affatto quella calma che in campo lo contraddistingueva, te lo ritrovi macinare chilometri, andando avanti e indietro e rivedendo le azioni in un secondo per aggiustare la’ dove serve. Poi te lo ritrovi difronte, Gaetano Fontana torna ad essere pacato, sorridente, amichevole. E allora l’equazione torna alla mente, il dolce paragone tra sentimento e cattiveria agonistica diventa realtà. Anche perché è lui stesso a ricordare che basta un po’ di sentimento, ma lo ci vuole sempre.

Vespe a tre punti in classifica dopo 2 gare, stagione cominciata con il piede giusto: questa squadra può sorprendere, può arrivare in alto, perché la rosa e il tecnico hanno tutte le qualità in regola per dimostrarlo. E allora serve poco, basta solo un po’ di sentimento…

a cura di Ciro Novellino

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Inizio no per Insigne ma può tornare a brillare

Sull’ edizione odierna del Corriere dello Sport si legge del momento non proprio esaltante di Lorenzo Insigne. Di contro un Dries Mertens in grande spolvero e che pare aver riscritto  gerarchie stabilite ormai da diverso tempo. Ma Lorenzo può sorridere e continuare a lavorare con serenità visto che il Napoli dovrà giocare ben 7 partite in soli 23 giorni, un’ occasione per ritornare a brillare e riprendersi la scena.

Maksimovic, il padre: “A Napoli farà bene. Ecco come è andata con Mihajlovic”

Quello di Maksimovic al Napoli è stato di sicuro un trasferimento che ha fatto discutere parecchio viste le modalità, con il difensore che si era recato in Serbia abbandonando il ritiro del Torino. Situazione che non era piaciuta al tecnico granata, Sinisa Mihajlovic, che ad una domanda fattagli conferenza stampa rispose: “per me è morto”. Parole durissime che di certo non passano inosservate ed ecco perché il padre di Maksimovic ha voluto parlare di questa situazione ai microfoni de Il Mattino, rivelando che lo stesso tecnico non aveva voluto rispondere quando Nikola gli chiese cosa avrebbe fatto al posto suo. Ecco allora la scelta di andare via e di approdare al Napoli . “Al Napoli vuole dare il massimo, sono convinto che riuscirà a dimostrare il suo valore come ha sempre fatto”, queste le dichiarazioni del papà del difensore serbo.

… e la Giannini parla di ‘Errori Fisiologici’!

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Sulla catastrofe Giannini, riceviamo e pubblichiamo

Scrive un professore siciliano:

“Sono uno, se non l’unico a cui è stato assegnato un doppio ambito in Lombardia.
Ciondolo per Milano, senza una dimora fissa, in una scuola totalmente in sospensione, organizzandomi comunque senza passione coi colleghi consapevoli e in attesa che venga analizzata la conciliazione dove chiedo che risolvano un problema da loro causato, sapendo che la scuola che mi han tolto, nel comasco, è rimasta vuota e nella speranza ulteriore che un mantra o un boiardo valutino la mia assegnazione provvisoria in Sicilia.
Non mi preoccupa la lontananza, ma l’incertezza in cui ci costringono è deleteria e deprimente, vieppiù sapendo che nessun funzionario o politico pagherà mai per le inefficienze di questi insulsi governi imposti e gestiti da Germania e USA”.

SONO VERGOGNOSI! E LA GIANNINI PARLA DI ERRORI FISIOLOGICI! ?

Albania-Macedonia interrotta, oggi si recupera: Hysaj rientrerà un giorno dopo

Elseid Hysaj è stato protagonista ieri sera nella sfida tra Albania e Macedonia, valevole per le qualificazioni ai mondiali di Russia 2018. Il match, però, è stato interrotto al 79’ minuto a causa di un nubifragio abbattutosi su Scutari e verrà ripreso oggi pomeriggio prolungando così la permanenza del terzino azzurro in Nazionale. Hysaj, infatti, rientrerà a Napoli con un giorno di ritardo e avrà pochi giorni a disposizione per preparare al meglio le imminenti sfide contro Palermo e Dinamo Kiev.

Sotto La Lente – Juve Stabia: alla scoperta di Stefano Del Sante

Sotto la Lente: alla scoperta di Stefano Del Sante

Riparte la rubrica di ViViCentro “Sotto la Lente”, con la quale sveliamo tante curiosità sui calciatori gialloblù.

Questa settimana protagonista della nostra rubrica è Stefano Del Sante, bomber delle Vespe.

Stefano nasce a Perugia il 13 gennaio del 1987. Proprio nella città umbra comincia la carriera dell’attaccante, che entra a far parte del settore giovanile perugino. Stefano completa tutta la trafila delle squadre giovanili, fino ad arrivare a soli 18 anni ad esordire in Serie B. Le potenzialità del calciatore stimolano l’interesse di tante squadre; non a caso, dopo il fallimento del Perugia, su Stefano si fiondano tante società. E’ il 2004/05 ed a spuntarla tra le tante pretendenti è la Fiorentina, che aggrega Del Sante nella sua squadra Primavera. Nelle giovanili della Viola Stefano si integra alla perfezione e trova il suo partner d’attacco ideale in Samuel Di Carmine (esatto, proprio colui dal quale erediterà la maglia numero 9 delle Vespe). La Fiorentina di Del Sante e Di Carmine arriva fino alla finale del campionato Primavera; in finale l’avversario è il più forte che potesse capitare, la Juventus di calciatori che faranno strada: Marchisio, Giovinco e Criscito su tutti. La stagione è molto importante per Del Sante, che oltre a recitare un ruolo da protagonista in Primavera, ha più volte la possibilità di allenarsi con la prima squadra. Durante queste sedute di allenamento ha modo di confrontarsi con calciatori come Frey, Fiore e soprattutto Luca Toni, idolo del tempo del giovane Stefano. Gli allenamenti in prima squadra sono impegnativi ma anche formativi e preziosi e permettono al giovane attaccante di affinare il proprio modo di giocare, studiando da vicino tanti grandi calciatori.
Terminato il percorso nel settore giovanile della Fiorentina, per Del Sante comincia la carriera da professionista. Le stagioni più importanti l’attaccante le vive con le maglie di Varese, Mantova e Vigor Lamezia; sono annate in cui la punta sfonda il muro della doppia cifra, arrivando per due volte a toccare il suo record personale di 14 realizzazioni in un solo campionato.
Nel gennaio 2016 Stefano arriva alla Juve Stabia dopo la breve parentesi non felicissima al Pavia. L’obiettivo è quello di uscire dalle zone calde della classifica per puntare ai play off ma un’annata nata e proseguita storta e tanta sfortuna mettono i bastoni tra le ruote (anzi, tra i piedi) a lui ed a tutta la squadra. Nonostante il calciomercato estivo abbia bussato più volte alla porta di Stefano con proposte allettanti di varie squadre, l’attaccante ha deciso di rimanere in gialloblù, allungando inoltre il proprio contratto con le Vespe per tentare con tutto se stesso di raggiungere il traguardo importante che tutti i tifosi sognano.
Centravanti vecchio stile, come quelli che non se ne vedono più nell’epoca del falso nueve, Del Sante è un attaccante forte fisicamente (sfiora i 190 cm) che ama attaccare la profondità per poi colpire in area di rigore. Nonostante sia il classico animale d’area, Stefano non disdegna il lavoro sporco quando la squadra è in difficoltà, andando a fare a sportellate ed in contrasto con le difese avversarie. Stesso modo di giocare, del resto, di tanti suoi idoli; oltre a Toni modelli di riferimento negli anni scorsi per Del Sante sono stati Vieri e Batistuta, mentre ora la punta guarda a tutti i grandi attaccati internazionali per “rubare” qualcosa ad ognuno di loro.
Stefano al di fuori del rettangolo di gioco è un ragazzo che ha tante passioni, che vanno dallo sport, alla tv fino ad arrivare alla musica. Segue infatti molti altri sport, da piccolo ha praticato con buoni risultati karate e nuoto; ama guardale la tv e rilassarsi ascoltando tanta musica. La passione per la musica è forte, tanto che Stefano sta pensando di iniziare un corso di chitarra.
Come probabilmente tanti tifosi hanno avuto modo di notare tramite i suoi profili social, Del Sante è un ragazzo estroverso e aperto, che è sempre in prima linea nel fare gruppo ed essere leader nelle proprie squadre. Spesso è al centro di iniziative di squadra (il suo mega selfie durante la cena di squadra a Gubbio è stato anche spunto di un nostro editoriale), ma ama anche stare da solo in determinati momenti.
La famiglia per Stefano è importantissima e non gli ha mai fatto mancare il proprio appoggio. La famiglia Del Sante è molto unita e l’attaccante non appena ha qualche giorno libero torna a casa per passare qualche ora di relax in famiglia. Proprio il papà, di origini fiorentine, ha trasmesso a Stefano la passione per la Fiorentina, aumentata poi dagli anni trascorsi nel vivaio viola.
Dal punto di vista sentimentale Stefano è single e le sue priorità sono il campo e la Juve Stabia ma se dovesse arrivare la persona giusta non manca la voglia di provare ad instaurare un rapporto sincero e duraturo.
Con la speranza che questo nostro ritratto porti fortuna alla stagione di Del Sante, magari portandolo a superare il suo personale record di gol, ringraziamo lui e l’ufficio stampa della Juve Stabia per la disponibilità.

Raffaele Izzo
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Guardia Costiera, 5 settembre 2016: salvati 2700 migranti in 23 soccorsi (VIDEO)

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Sono oltre 2.700 i migranti tratti in salvo nella giornata odierna nello Stretto di Sicilia nel corso di 23 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I migranti si trovavano a bordo di 19 gommoni e 4 piccole imbarcazioni. Nel corso delle operazioni sono stati recuperati anche 15 corpi senza vita.

Sono intervenute nelle operazioni: Nave Diciotti CP941 della Guardia Costiera, Nave Orione e Nave Borsini della Marina Militare, le Navi Dattlen e Rio Segura  inserite nel dispositivo Eunavformed, la Nave Topaz Responder dell’ONG MOAS, la Nave Aquarius dell’ONG SOS Mediterranee, la Nave IUVENTA dell’ ONG Jugend Rettet ed il rimorchiatore Asso 29.

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

Higuain: “Napoli tappa fantastica. E’ normale che i tifosi azzurri siano arrabbiati con me”

Gonzalo Higuain torna a parlare di Napoli in un’ intervista alla rivista Elite Sport:
“Lasciai il Real Madrid perché avevo bisogno di maggiore spazio e scelsi il Napoli. Quella partenopea è stata di sicuro una tappa fantastica: mi sono goduto tanto la squadra, la città e i tifosi. Mi venivano i brividi pensando che Maradona aveva giocato in quella squadra e che la gente mi paragonava a lui. I tifosu azzurri sono sempre stati calorosi con me e capisco la loro rabbia. La Juventus è stata una decisione personale, ma mando loro un grande saluto.
De Laurentiis? Non ho niente da dire, ho già espresso il mio pensiero e non voglio tornare a farlo. Affronto la mia nuova tappa a Torino, e basta”.