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‘Amatriciana Day’ della Croce Rossa Italiana di Brescia, Bilancio della serata

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Grande successo dell’iniziativa Amatriciana Day voluta dalla Croce Rossa Italiana Comitato di Brescia e svoltasi ieri sera a Brescia presso l’Antica Birreria Wuhrer.

La manifestazione, organizzata per raccogliere fondi per i terremotati dell’ultimo sisma, ha visto la partecipazione entusiasta di migliaia di cittadini che sono accorsi per degustare il famoso piatto laziale e, allo stesso tempo, contribuire con una piccola ma importante offerta alla ricostruzione nelle località colpite dal sisma.

Notevole l’incasso della serata: € 5.600,00 sono state le offerte per gli oltre mille piatti di Amatriciana preparati dai volontari della Croce Rossa ed € 2.400,00 sono stati devoluti dal gestore del locale.

Desideriamo ringraziare tutti gli sponsor che ci hanno permesso di organizzare la serata senza sostenere spese per le materie prime: la Gardalatte, i pastifici Zara e Valdigrano, la Stazione Carabinieri di Rovato, la Coop, il Gruppo culturale Videoamici Cinema Sereno, la Modelleria Mondini di Gussago e molti altri benefattori che non desiderano essere nominati.

Vogliamo inoltre ringraziare il Comune di Brescia che ci ha consentito di utilizzare la sua cucina campale testimoniando ancora una volta il forte legame che lega la Croce Rossa e il Municipio da oltre 150 anni, sempre uniti nell’aiutare la cittadinanza e tutte le persone in difficoltà.

Un grazie particolare va ai media che ci hanno molto sostenuto nel promuovere la manifestazione, a far sì che gli sforzi profusi da un grande gioco di squadra a favore dei più deboli, dessero esiti positivi.

Report da Castel Volturno: “Doppia seduta e due rientri importanti”

Doppia seduta per il Napoli a Castel Volturno.
Dopo la sosta per le Nazionali gli azzurri preparano Palermo-Napoli, anticipo della terza giornata di Serie A di sabato al Barbera (ore 20,45).
Al mattino la squadra ha svolto attivazione e poi lavoro su circuito di forza. Successivamente sono tornati nello spogliatoio centrocampisti ed attaccanti ed hanno proseguito l’allenamento il gruppo di difensori impegnati in un lavoro tecnico specifico sul campo
Sono rientrati dagli impegni con la Nazionale Strinic e Gabbiadini. L’esterno ha fatto corsa leggera in campo, mentre per Manolo allenamento completo con la squadra.
Nel pomeriggio seconda seduta.
Da sscnapoli.it

Angelo Pintus in ”Pintus@Arena di Verona”

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ARENA DI VERONA – SABATO 10 SETTEMBRE, Angelo Pintus: lo spettacolo dove si canta, si balla e si ride

Sarà un vero e proprio show. Di quelli che oggi si vedono raramente. Di quelli che combinano musica, canto, ballo, intrattenimento, mixati e frullati insieme per ridare vita a quel varietà che spesso lamentiamo essere scomparso. Angelo Pintus farà tutto questo il prossimo 10 settembre con il suo spettacolo “Pintus@Arena di Verona” nell’anfiteatro romano scaligero: uno spettacolo versatile, un contenitore di tante arti diverse, ognuna con il suo ruolo, ma con l’obiettivo comune di creare uno show che sia davvero uno spettacolo. Pintus non sarà solo in questo ambizioso intento: con lui sul palco dell’Arena di Verona saliranno due musicisti (pianoforte e chitarra), un corpo di ballo composto da 16 ballerini e Karima, la cantante lanciata dal talent di Maria De Filippi, che canterà insieme ad Angelo Pintus.

Sarà un’occasione, per il pubblico presente, di apprezzare il talento straordinario di affabulatore, imitatore, cantante e, perché no, anche di ballerino di Angelo Pintus: un intrattenitore completo con una speciale capacità comunicativa.

Dal pubblico dell’Arena al pubblico italiano: “Pintus@Arena di Verona” sarà infatti trasmesso il prossimo 25 settembre in prima serata su Italia Uno, con la regia televisiva di Roberto Cenci. Sarà una serata per tutti, per chi già lo conosce e per chi lo deve ancora scoprire. Una serata per apprezzare e ridere insieme a Angelo Pintus e a tutti i suoi personaggi più famosi.

Angelo Pintus poi dal 3 novembre partirà per una lunga tournée che terminerà in maggio con la ripresa teatrale del suo spettacolo “Ormai sono una Milf” – oltre 100 le repliche previste con permanenze importanti a Milano (tutto il periodo delle festività natalizie), Roma, Napoli, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Palermo, Udine, Trento, Trieste – la sua città natale – e tante altre.

Biglietti ancora disponibili su Ticketone, Geticket, presso il circuito Unicredit e il giorno dell’evento a partire dalle ore 15.30 al cancello n.7 dell’anfiteatro Arena di Verona.

Info biglietti:

  • POLTRONISSIMA € 63,00
  • POLTRONA € 51,00
  • GRADINATA NUMERATA € 46,00
  • GRADINATA NON NUMERATA € 35,00

 

Giaccherini, l’ agente: “Dimostrerà tutto il suo valore in campo. Napoli? Una fortuna per noi”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Fulvio Valcareggi, agente di Emanuele Giaccherini. Ecco quanto evidenziato:
“Emanuele sta bene ed è pronto per la gara di Palermo, sta lavorando seriamente e Sarri potrebbe farlo esordire. Può essere il sostituto di Marek Hamsik, Lorenzo Insigne e anche Callejon. Parliamo di un ragazzo esemplare e umile che, anche se parte sempre sottovalutato, riesce a farsi spazio grazie a prestazioni importanti. Anche adesso, per esempio, nessuno parla di lui ma quando scende in campo diventa un gigante: percorre anche 13 km a partita, dati alla mano. Alla Juventus aveva vari bonus legati alle presenze che nonostante la concorrenza agguerrita è riuscito a raggiungere. Speriamo possa essere un’ annata importante, approdare in un club come il Napoli è stata una fortuna per noi”.

Cancellotti: ”Vittoria che dà morale. Voglio restare a lungo” (VIDEO)

Tommaso Cancellotti terzino sinistro della Juve Stabia

Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale, si è presentato in sala stampa il terzino sinistro delle vespe Tommaso Cancellotti.

Questo le sue parole rilasciate agli inviati della nostra redazione sportiva presenti al Menti:

“Contro il Melfi ci siamo presentati al nostro pubblico nel migliore dei modi, abbiamo fatto un’ottima partita sfoderando una grande prestazione con un bel gioco, l’obiettivo ora è migliorare sempre più le prestazioni. Questo è il terzo anno per me a Castellammare, sono legato alla città e alla maglia e mi auguro di restare qui per tanti anni. Russo? Abbiamo già giocato insieme a Vercelli, è un grande portiere e un bravo ragazzo, abbiamo bei ricordi per la promozione e ci auguriamo di poter rivivere quei momenti con la maglia della Juve Stabia. Monopoli? Ci stiamo preparando per arrivare lì nel migliore dei modi, vogliamo riscattare il 4-0 di pochi mesi fa. Quella partita fa ancora male ma fa parte del passato, ora vogliamo vincere. Dobbiamo mettere in campo lo stesso atteggiamento avuto finora, in allenamento e la domenica durante la partita. Metteremo in campo la stessa grinta, la stessa cattiveria e lo stesso entusiasmo dimostrato finora.”

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Del Sante: “Finalmente sto bene. Ce la giocheremo con tutti” (VIDEO)

Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale, si è presentato in sala stampa l’attaccante della Juve Stabia Stefano Del Sante.

Queste le parole di Stefano Del Sante rilasciate alla nostra redazione durante la conferenza al Menti:

“Il risultato di domenica è molto rotondo, abbiamo fatto una grandissima prestazione e sono felice del gol. Nel primo tempo mi sono divorato un gol ma sono stato bravo a non buttarmi giù e nel secondo tempo, grazie all’assist di Kanoute, sono riuscito a fare il gol del 4-0. Fontana? Lo abbiamo seguito del primo giorno e continueremo a farlo fino alla fine, ci ha dato una mentalità vincente e ci fa giocare un calcio spumeggiante. Cos’è cambiato rispetto all’anno scorso? Non ero un brocco prima e non sono un fenomeno ora, sono arrivato in ritardo di condizione ed ero reduce da un infortunio, in più la squadra non girava e questo ha gravato anche su di me. Ora ho fatto il ritiro e sto bene, questo è il vero Del Sante. Posso fare sicuramente meglio ma sono felice per quel che ho fatto finora. Fontana è stato decisivo per farmi restare qui, potevo andare via ma lui mi ha convinto a restare e sono molto felice della mia scelta. Partire in ritiro per me è decisivo perché mi sento bene. La differenza rispetto all’anno scorso forse è anche la qualità della rosa, quest’anno la squadra è molto forte. Il Monopoli? Noi siamo la Juve Stabia e ci giochiamo qualcosa d’importante. Saremo umili in tutti ma noi vogliamo vincere con tutti, siamo consapevoli di avere qualità e un gruppo importante e sicuramente ce la giocheremo su tutti i campi contro chiunque. Il campionato è lunghissimo, dobbiamo lavorare e lottare per raggiungere un grande risultato. I tifosi? Fa sempre piacere con più gente, l’entusiasmo è giusto e fa bene ma dobbiamo restare con i piedi per terra per evitare depressioni in eventuali periodi negativi.”

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Luperto: “Il Napoli ha un grande gruppo! Io come Albiol? Magari…”

Luperto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto il giovane Sebastiano Luperto, difensore del Napoli ora in prestito alla Pro Vercelli: “Pro Vercelli? L’impatto è stato ottimo, per essere una squadra che punta alla salvezza credo che giochiamo davvero bene. L’obiettivo è giocare il più possibile per acquisire l’esperienza che mi permetterebbe di tornare a Napoli.  Sarri? Il mister mi ha fatto crescere tanto, ha un modo di difendere diverso che dà ottimi risultati. Ho ringraziato. tutti i compagni dello spogliatoio azzurro, mi hanno aiutato tantissimo e ne sono grato. Quello partenopeo è un gran gruppo, che lavora insieme verso l’obiettivo. Nel mondo del calcio è difficile trovarne uno così unito. Somiglianza con Albiol? Spero di fare un minimo della sua carriera, ha vinto di tutto. Obiettivi del Napoli? Bisogna pensare di partita in partita, dando il massimo a prescindere dagli obiettivi e dagli avversari. Dezi? Con lui c’è un grande rapporto, siamo quasi come fratelli e secondo me è davvero forte. E Roberto Insigne? È molto forte ed è un ragazzo tranquillo, con la testa a posto: può fare grandi cose”.

 

Barano Calcio,Esposito: ” In estate mi hanno cercato Nuova Ischia e Forio”

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Esposito Barano

E’ stato uno dei grandi protagonisti della promozione raggiunta l’anno scorso. Christian Esposito, in barba alla giovane età (è un classe 97), ha preso subito per mano la mediana del Barano Calcio, conferendole geometrie ed i dovuti equilibri tattici. Gli impegni universitari l’hanno portato a firmare per gli aquilotti appena nella giornata di venerdì: “Ad inizio estate avevo dei dubbi perché, dovendo iniziare la carriera universitaria, non avevo la certezza di poter rimanere ad Ischia. Pertanto, ho preferito esclusivamente allenarmi con una squadra, senza legarmi. La mia scelta è ovviamente ricaduta sul Barano perché già conoscevo i compagni ed il mister e qui mi sento come se fossi in famiglia. Tra le opzioni universitarie ho selezionato Napoli, proprio per continuare a giocare. Se poi dovessi frequentare la facoltà ad Avellino, valuteremo come fare”. La sua bravura non è passata inosservata: al primo anno di Promozione Esposito ha mostrato la saggezza tattica di un veterano: “Mi hanno contattato le principali squadre dell’isola. Quali? Nuova Ischia e Real Forio. Ma io ho scelto il Barano”.

Risveglio da coma: il caso di Messina riapre il dibattito

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A Messina una 68enne si è svegliata dal coma dopo 4 anni : il caso riapre il dibattito del confine tra la vita e la morte, come scrive Antonio Scurati.

Le domande che poniamo all’aldilà

Una donna si risveglia dopo quattro anni di coma profondo. Smentendo ogni prognosi medica, rivive. Qual è la prima domanda che le rivolgereste? Ovvio, mi direte: le chiederei cosa c’è di là. Oltre la coscienza, oltre la vita. Mica così ovvio, invece. Tra le tante idee antichissime morte a questo inizio di Ventunesimo secolo, forse l’idea dell’aldilà è la più morta di tutte.

I risvegli, i redivivi, i ritornanti popolano l’odierno immaginario mediatico eppure il fuoco del racconto si concentra quasi sempre sul difficile reinserimento nel loro mondo quotidiano più che su quell’altro mondo da cui ritornano, sul loro reintegrarsi nella vita a noi nota più che sull’ignoto di cui potrebbero farsi ambasciatori. L’aldilà trapela attraverso piccoli segni – interruzioni di corrente elettrica, ferite sui corpi – ma non interessa davvero. Pare quasi che, alla luce di questo soprannaturale crepuscolare di terzo millennio, l’elemento miracoloso sia la nostra esistenza ordinaria, rivelata al nostro sguardo cieco da questo brillio di straordinario.

Il modo in cui l’Ansa ha battuto la notizia del misterioso risveglio sembra dimostrarlo: «Dopo 4 anni di coma si risveglia e intona canzoni di Massimo Ranieri». Un altro modo per dire che non esiste altra vita oltre questa. L’intero nostro orizzonte è racchiuso nel cerchio di un cantante melodico. Alla musica leggera si limita il repertorio dell’universo. Al miracoloso, al numinoso, al portentoso, non chiediamo nulla di più di quel che già conosciamo, di quel che siamo. Forse per malinconia, forse per paura. Temiamo che, se osassimo la domanda delle domande, riceveremmo la stessa risposta ottenuta da Melisandre quando, ne Il trono di Spade, dopo averlo riportato in vita, chiede a John Snow: «Ascolta, quando sei morto, dopo le pugnalate, dove sei andato? Che cosa hai visto?». «Nulla … assolutamente nulla», le risponde il più celebre ritornante del nostro tempo senza aldilà.

La scomparsa dell’orizzonte metafisico, la «morte di Dio», il disincanto del mondo, la secolarizzazione, sono state le questioni filosofiche fondamentali dell’età moderna, i temi capitali di un’epoca oramai alle nostre spalle e non ho certo la pretesa di aggiungervi qualcosa in queste quattro righe. Mi pare, inoltre, del tutto evidente che, almeno in Occidente, si sia conclusa anche l’epoca della cosiddetta «sopravvivenza erratica del sacro», vale a dire il periodo in cui la ricerca del senso ultimo della vita umana e della posizione dell’uomo nel cosmo, tramontata la visione religiosa del mondo, perdurava andandosene a zonzo nei miti della modernità: il progresso scientifico e sociale, le grandi ideologie totalitarie, la religione della politica da cui ci si attendeva una rinascita tutta terrena.

Rimane da chiedersi, però, che cosa ne è di noi quando gli interrogativi che hanno guidato l’umanità fin dal suo apparire sulla terra trovano posto soltanto ai margini di una breve in cronaca, quando ogni residua metafisica è lasciata alle serie di una televisione a pagamento. Quando sei morto, dove sei andato? Che cosa hai visto? Cosa c’è oltre la vita? E che cos’è la vita se non trascende la morte? Sono interrogativi in compagnia dei quali non si può vivere ma senza i quali la vita non ha senso.

Ma poi, forse, la domanda rimane la stessa ed è cambiato solo il modo di porla. Chi l’ha detto, in fondo, che un romanzo o una serie tv valgono meno di un sermone o di un trattato politico? In un suo libro di alcuni anni fa, Carlo Ginzburg osservava la somiglianza profonda che lega tutti i miti poi confluiti nel sabba. Tutti rielaborano un tema comune: andare nell’aldilà, tornare dall’aldilà; e concludeva affermando che raccontare significa sempre parlare qui e ora con un’autorità che deriva dall’essere stati, metaforicamente o letteralmente, là e allora, che la capacità di partecipare al mondo dei vivi e a quello dei morti, alla sfera del visibile e a quello dell’invisibile, proprio questo sarebbe il tratto distintivo della specie umana.

Forse resta sempre vero, qualunque sia il genere del racconto.

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Messina: donna esce dal coma dopo 4 anni

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A Messina una 68enne si è svegliata dal coma dopo 4 anni poi ha ricominciato a parlare e a cantare le sue canzoni preferite (Massimo Ranieri e Claudio Baglioni). Secondo i medici si tratta di un evento rarissimo, nel mondo se ne verifica in media uno ogni cinque anni, e difficile da spiegare. Il caso riapre il dibattito del confine tra la vita e la morte, come scrive Antonio Scurati. 

Esce dal coma dopo 4 anni. I medici: evento rarissimo

Messina, sospesa tra la vita e la morte. Ora canta canzoni di Ranieri e Iglesias

PALERMO – Da quattro anni era un corpo disteso su un letto dell’ospedale per neurolesi Bonino Pulejo a Messina. In stato vegetativo. In coma profondo. Non un movimento, non una parola, non un segno di vita.

Ma una notte quel corpo si è animato e ha cominciato a parlare. «Anna, Anna», ha chiamato, il nome dell’infermiera. E quella, che per lavoro è abituata ad aggirarsi intorno a corpi muti, ha avuto un sobbalzo chiedendosi da dove venisse quella voce. Ha faticato prima di capire che veniva da un letto. E che a parlare era Rosalba Giusti, per tutti «Giustina», palermitana, 68 anni, parrucchiera, sei figli, finita tra quelle lenzuola dopo un’emorragia cerebrale devastante.

Da allora appesa alla vita per un filo, e solo perché il medico che aveva tentato un intervento disperato, nel 2012 all’ospedale Civico di Palermo, si era rifiutato di dichiararla in stato di morte cerebrale visto che l’elettroencefalogramma non era piatto. «Non dimenticherò mai la faccia dell’operatore che, dietro le porte della rianimazione, ci chiedeva il consenso per la donazione degli organi», raccontano i figli Rita, Vincenzo, Giusi, Piero, Tony ed Emanuele, in questi anni a fare la spola tra Messina e Palermo per prenderle la mano, accarezzarle il viso, guardarla immobile.

A dicembre scorso i primi segni di risveglio. E adesso Giustina è qui, a scandire con voce incerta le parole delle sue canzoni preferite. Quelle di Massimo Ranieri, Claudio Baglioni, Julio Iglesias. «Rose rosse per te…» le canta la nipote. «…ho comprato stasera», risponde lei accennando un sorriso.

Un caso al mondo ogni cinque anni, dicono i luminari della medicina raggiunti dalla notizia del risveglio. Un caso che riapre il dibattito del confine tra vita e morte. «In 25 anni di carriera – racconta la neurologa Patrizia Pollicino – non mi era mai capitato di vedere una paziente in stato vegetativo riacquistare coscienza. La signora non ha solo riaperto gli occhi, ma dà risposte coerenti e complesse». Gli infermieri fanno a gara per registrare la sua voce, i medici chiamano colleghi da tutta Italia per raccontarlo.

Già, Giustina ragiona. È paralizzata, non può muoversi, si nutre artificialmente. Ma parla, riconosce, ricorda. E canta. Quelle che si chiamano «porzioni corticali superiori», evidentemente, sono rimaste integre. Così ha potuto riacquistare la memoria e la parola. Chissà da quanto tempo, seppure immobile, cominciava a risvegliarsi. Chissà da quanto tempo ascoltava quello che succedeva in quella stanza d’ospedale senza riuscire a emettere un sospiro.

Lo dimostra il fatto che conosceva il nome dell’infermiera del reparto, la donna che accudiva e badava al suo corpo. «Si chiama sindrome “Locked in” — spiegano i medici — percepisci quello che ti sta intorno ma non dai segni esterni, è come se la signora fosse stata prigioniera del suo corpo». Muta, immobile, apparentemente morta. Ma in realtà viva e capace di registrare ogni cosa. Abbastanza per riaccendere le speranze di tanti, nella consapevolezza però che si tratta di un caso rarissimo. «Rarissimo sì, ma non miracoloso – puntualizza Placido Bramanti, direttore scientifico dell’istituto neurolesi Bonino Pulejo – sono eventi prevedibili negli stati vegetativi e per questo motivo sono state istituite unità che si chiamano Suap, Speciali unità di accoglienza permanente, con strutture dedicate per le terapie degli stati vegetativi».

I figli quasi non credono di potere riavere accanto la madre, come tornata da un altro mondo. Sono sei. Lei si ricordava di averne cinque. Si era dimenticata del più giovane, Emanuele, di 24 anni. Gliel’hanno presentato. E lei ha sorriso, con un barlume di felicità.

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lastampa/Esce dal coma dopo 4 anni. I medici: evento rarissimo LAURA ANELLO

De Magistris: “Ristrutturazione San Paolo? Aspettiamo il Napoli”

De Magistris a Radio RTL

Ai microfoni di Radio RTL, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha dichiarato: “Con il presidente De Laurentiis ci sono rapporti buoni, anche se certe volte anche con lui ci sono delle divergenze. Stiamo lavorando per la ristrutturazione seria del San Paolo, sono già cominciate le procedure, ma aspettiamo che il Napoli possa mettere in mezzo le sue risorse perché finora i venticinque milioni di euro di cui si parla sono arrivati dal Credito Sportivo”.

Mertens-Napoli, a breve il rinnovo: il belga fa una promessa ad ADL

Rinnovi, le ultime

Rinnovo Mertens: siamo ad un passo dalla chiusura. L’edizione odierna de Il Roma scrive: “Mertens presto avrà un nuovo contratto. L’accordo c’è già da parecchio: oggi il belga guadagna 1,2 milioni, proprio come Gabbiadini, e firmerà un accordo da quasi tre milioni di euro a stagione. Sembrava che l’annuncio dovesse arrivare già dopo gli Europei, ma Mertens ha “rotto” con Soren Lerby e sta trattando con un nuovo procuratore. Appena arriverà la scelta si potrà firmare il rinnovo. Il belga ha promesso a De Laurentiis che nonostante il cambio di manager non ridiscuterà l’accordo ormai preso”.

A Roma è lotta di potere sull’eredità di Casaleggio

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A Roma è lotta di potere tra Virginia Raggi e il direttorio M5S. Per il Movimento la grande opportunità di governare la capitale si trasforma in una prova ad alto rischioEsplode la protesta della base M5S e sul blog di Beppe Grillo alcuni messaggi vengono depennati. I vertici chiedono alla sindaca di rivedere le nomine di 4 membri dell’amministrazione capitolina considerati espressione dei “vecchi poteri”. La prima cittadina tenta di non cedere su tutta la linea. Oggi il direttorio la incontra.

Lotta di potere sull’eredità di Casaleggio 

La cosa più stupefacente è che hanno fatto e stanno facendo davvero tutto da soli. Quello che sta accadendo a Roma, dove un’esperienza amministrativa appena nata si sta accartocciando su se stessa davanti allo sguardo sbigottito anzitutto degli elettori grillini, è un avvenimento politico di prima grandezza. Destinato ad avere ripercussioni almeno pari a quelle del referendum e capace di imprimere una brusca svolta alla vicenda italiana e alla natura stessa dei cinque stelle. La pietruzza di un’assessora maldestra e (quantomeno) reticente, rotolando giù dal colle del Campidoglio, ha colpito prima la sindaca Raggi e poi, a cascata, il candidato in pectore Luigi Di Maio. Macchiandone l’immagine e indebolendolo sul piano interno a favore di un altro potenziale leader come Alessandro Di Battista. Perché «Roma è Roma», come disse lo stesso Di Maio, non è Quarto o Livorno. Se il Movimento cade nella Capitale è finito.

A ben vedere non è la prima grave crisi di maturità dei cinque stelle dalla loro clamorosa affermazione nel 2013. Altri momenti molto difficili furono le espulsioni di massa del primo anno, culminate con l’assalto degli eretici alla villa di Grillo a Marina di Bibbona, la sconfitta alle Europee da parte di Renzi, la gestione dei sindaci di Parma e Quarto.

Nulla di paragonabile al caso Raggi. E c’è una ragione precisa che porta a considerare questo il passaggio centrale per capire quello che sarà e come evolverà il partito-non-partito che ha rivoluzionato la politica italiana. Il motivo si chiama Gianroberto Casaleggio. Il vero leader dei Cinquestelle, il capo «politico». «Il movimento farà a meno di me e di Grillo», disse in una intervista a Lucia Annunziata del 2014. Quel momento è arrivato. Cosa avrebbe fatto Casaleggio? Possiamo supporre che avrebbe convocato a Milano Raggi e le avrebbe intimato di cacciare su due piedi l’assessore Muraro e tutto quel giro di strane figure di staff di cui si è circondata. Pena l’espulsione immediata. Non avrebbe aspettato di essere travolto dallo scandalo e dalle bugie, avrebbe agito in contropiede. In maniera anche brutale. In fondo si deve a Casaleggio quell’articolo 9 del codice di comportamento degli eletti che impone al sindaco e a «ciascun assessore e ciascun consigliere di dimettersi laddove, in seguito a fatti penalmente rilevanti, venga iscritto nel registro degli indagati».

E’ quello che il Direttorio ha chiesto in extremis alla sindaca: la cacciata delle anime nere che hanno «contaminato» la purezza del M5s. Ci sono arrivati però dopo mille reticenze, mezze bugie, afasie e convulsioni, disvelando in questo modo una sorda lotta di potere interna. Da come il partito-non-partito uscirà da questa vicenda si capirà non solo chi comanda davvero a Roma – se i vertici M5S o la sindaca scelta da quasi 800 mila romani – ma soprattutto se il gruppo dirigente che ha preso in mano il Movimento dopo la morte del leader ha la capacità e lo spessore di candidarsi a guidare il Paese. «E’ in arrivo una tempesta, con lampi e tuoni», profetizzò ai primi di agosto uno stralunato Beppe Grillo in un video che fece molto rumore. Quello che non si aspettava è che avrebbe piovuto solo sui suoi ragazzi.

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lastampa/Lotta di potere sull’eredità di Casaleggio FRANCESCO BEI

A Roma è resa dei conti: esplode la protesta della base

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A Roma è resa dei conti tra Virginia Raggi e il direttorio M5S. Esplode la protesta della base M5S e sul blog di Beppe Grillo alcuni messaggi vengono depennati. Per il Movimento la grande opportunità di governare la capitale si trasforma in una prova ad alto rischio. I vertici chiedono alla sindaca di rivedere le nomine di 4 membri dell’amministrazione capitolina considerati espressione dei “vecchi poteri”. La prima cittadina tenta di non cedere su tutta la linea. Oggi il direttorio la incontra.

Esplode la protesta della base M5S. E sul blog di Grillo torna la censura

Decine di commenti cancellati. Gli iscritti: “Dov’è la trasparenza? Beppe intervieni”

Proteste, richieste di dimissioni e commenti censurati. Il blog di Beppe Grillo è la cartina di tornasole dell’imbarazzo che regna sovrano all’interno del Movimento Cinque Stelle sul caos romano. Lunedì sera – mentre davanti alla Commissione Ecomafie e sulle agenzie di stampa andava in scena lo scaricabarile tra Virginia Raggi e il direttorio su chi fosse o meno informato dell’indagine della Procura sull’assessora Paola Muraro – il sito del leader M5S proponeva un video in cui la sindaca esordiva con un «ciao, stiamo lavorando per Roma», spiegava ai cittadini di aver incontrato «resistenze», ma di non essere spaventata. Nella giornata di ieri il filmato, quantomeno infelice per tempistica, era scivolato più in basso, soppiantato dal post «L’euro è il problema dell’Europa». Ma la base, nelle ultime ore, non pare interessata a monete uniche e tassi di cambio.

Utenti bannati  

Sui siti della galassia grillina e sui social i militanti sono in rivolta. Accusano la sindaca di aver nascosto all’opinione pubblica l’inchiesta su Muraro, invocano «onestà e trasparenza», lamentano il tradimento dei princìpi del Movimento e il «silenzio assordante» dei vertici. Il video autoassolutorio di Raggi raccoglie centinaia di commenti. «Virginia deve dimettersi prima che la situazione travolga tutto il M5S», scrive Michele De Donato. «La sindaca di Roma sta disperdendo un immenso patrimonio di consensi in modo del tutto stupido», sostiene Mauro Ciccarelli.

Di fronte alla valanga di proteste, gli amministratori del blog rispolverano la censura. Il sito “nocensura.eusoft.net” raccoglie i commenti rimossi dal blog di Grillo: gli interventi cancellati dai moderatori della Casaleggio sono decine. Come quello di Mario C., che si dice «esterrefatto da come siete cambiati in peggio in un paio di mesi». «Parlo dello scandalo Raggi – spiega -, sperpero di soldi con compensi doppi rispetto alle amministrazioni precedenti, collaboratori raccolti tra gente che ha creato il danno, la Muraro indagata da mesi e Virginia che tace facendo finta di niente. E anche beppegrillo.it tace quando queste schifezze sono sulle prime pagine di tutti i giornali». Marco Gradozzi si rivolge direttamente alla sindaca: «Ti ho votato molto volentieri, però credo che tu sia venuta meno ai principi fondamentali, trasparenza e onestà. Perciò penso che ti dovresti dimettere». «Siete come i vecchi con vestiti nuovi e niente più, che schifo», sbotta Enrico Fratus. «Come si fa a lasciare un governo così importante in mano a delle persone che non si fanno scrupolo di mentire? Beppe devi intervenire», chiede Antonella Guglielmino.

Sfogatoio collettivo  

La base è in fibrillazione. Brama risposte, ma dal direttorio tutto tace. Di Maio cancella l’intervista su Raitre e Di Battista interrompe il tour. Tanti iscritti invitano Grillo a prendere in mano la situazione. Il blog diventa sfogatoio collettivo. «Qui scricchiola tutto. Muraro sapeva. Raggi sapeva. Raggi ha informato i vertici. Tutti hanno negato», accusa Stefano Mennei. Marcello Bini fiuta il complotto: «Raggi è un’infiltrata, creata a tavolino da certi poteri». «Siete tutti uguali», chiosa un altro utente. Mentre Giovani Baroso avvisa: «Fallire a Roma significa fallire con il governo del Paese». Bisogna scorrere decine di commenti prima di scovarne uno a difesa della Raggi. È quello firmato da Carlo S.: «Virginia tieni duro, continua la lotta contro la casta». «Non mollare», concorda Giuseppe Di Vico. Roberto Rossi è già pronto al perdono: invita la sindaca a chiedere scusa e ad andare «avanti a testa bassa».

Mentre sui social rimbalza il video in cui Raggi chiedeva trasparenza a Pizzarotti accusandolo di aver «nascosto il suo avviso di garanzia», Beppe Grillo prende tempo. Rilancia su Twitter e Facebook la lettera anti-euro dei pentastellati eletti a Bruxelles, ma in risposta ottiene una caterva di domande sulla baraonda in Campidoglio. Rispunta pure Daniele Martinelli, licenziato tre anni fa dallo staff comunicazione M5S: «Un grillino non racconta frottole, e soprattutto non gioca sulle parole tra “avviso di garanzia” e “indagine”. Il Movimento che ho conosciuto io, una cosa così, non l’avrebbe tollerata». Nel giorno più lungo del Movimento, tornano a galla vecchi rancori. L’ex ideologo Paolo Becchi ne approfitta per pubblicizzare il suo libro su Casaleggio.

«Non vi voto più»  

A settanta giorni dal trionfo nelle urne, la disillusione dell’elettorato grillino deborda in rete. Quello di Igor Fabbri è un addio: «Dopo la schizofrenica gestione della città di Roma, non voterò mai più il Movimento». I moderatori fanno sparire gli interventi più duri dal blog, ma non basta. «Ho criticato civilmente la Raggi e sono stato censurato, non ci posso credere! Che sta succedendo?», chiede Mario. Nessuno risponde.

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lastampa/Esplode la protesta della base M5S. E sul blog di Grillo torna la censura GABRIELE MARTINI

Resa dei conti Raggi-M5S a Roma

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A Roma è resa dei conti tra Virginia Raggi e il direttorio M5S I vertici chiedono alla sindaca di rivedere le nomine di 4 membri dell’amministrazione capitolina considerati espressione dei “vecchi poteri”. La prima cittadina tenta di non cedere su tutta la linea. Oggi il direttorio la incontra. Esplode la protesta della base M5S e sul blog di Beppe Grillo alcuni messaggi vengono depennati. Per il Movimento la grande opportunità di governare la capitale si trasforma in una prova ad alto rischio.

Braccio di ferro tra il direttorio M5S e la Raggi. Processo a Di Maio. Lui in lacrime: “Sì, sapevo”
La sindaca cede a Grillo su Marra e Romeo, ma s’impunta su Muraro e De Dominicis. Finisce sotto accusa il candidato premier in pectore, che ammette di aver saputo dell’indagine sull’assessora: «Ho letto quella mail, ma ho capito male». Taverna: si è montato la testa

ROMA – «Nulla sarà più tollerato» dice Beppe Grillo al telefono. Virginia Raggi è avvisata. O fa come le dicono i vertici del Movimento o le toglieranno il simbolo e ognuno per la sua strada. Così si conclude la giornata più lunga del M5S. Una giornata che ha un altro protagonista, forse il più importante, sotto accusa. Potrebbe partire da qui il racconto, dagli occhi Luigi Di Maio. Stanchi, quasi in lacrime, racconta chi è stato testimone della riunione più lunga della storia del Movimento fondato da Grillo e Gianroberto Casaleggio. Durante l’incontro fiume vengono prese decisioni senza appello sul cerchio magico della sindaca.

Nella lotta di potere interna al M5S sono costretti a intervenire anche Grillo e Davide Casaleggio. Il comico chiama lo staff, poi alcuni deputati, infine Raggi che nel frattempo è in continuo contatto con la riunione del direttorio alla Camera. «Non voglio più sentire il nome di Raffaele Marra associato al M5S. Non è accettabile che il vecchio sistema legato ad Alemanno gestisca il Campidoglio». Lei resiste. Prima dice che lo sposta, poi rifiuta. Il balletto dura qualche ora. Alla fine cede. Marra esce dal gabinetto della sindaca mentre vengono ridimensionati ruolo e stipendio di Salvatore Romeo.

Virginia Raggi e gli altri protagonisti della tempesta in Campidoglio

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Ma i vertici del M5S vogliono di più. Chiedono la testa di Paola Muraro, assessora all’ambiente indagata, e di Raffaele De Dominicis, il nuovo assessore al Bilancio appena nominato: «Ha il marchio dello studio Sammarco e del giro di Previti» le dicono. Ma su questo non molla. Il braccio di ferro con il direttorio continua: «Su Muraro avevamo detto che prima leggevamo le carte» dice Raggi, che con i suoi si sfoga: «Io prima devo pensare a Roma, poi al M5S. De Dominicis è un magistrato della Corte dei Conti, non si tocca». Oggi si vedrà come andrà a finire. Nel frattempo il Movimento deve gestire un’altra grana altrettanto pesante, se non di più. «Scusate» ripete più volte Luigi Di Maio, l’enfant prodige appena trentenne a cui l’Italia pentastellata aveva offerto il proprio destino. «Ho letto quella mail ma ho capito male» è la sua difesa.

Il processo a Di Maio comincia alle 9.30 del mattino nel peggiore dei modi. Nelle stanze che ospitano i gruppi del M5S viene sommerso di accuse da Paola Taverna e Carla Ruocco. Sono «indiavolate» spiega chi era lì. «Luigi io non me faccio lasciare la responsabilità solo a me. Io ti avevo avvertito. Siete solo ragazzini che si sono montati la testa» urla la Taverna, la senatrice che è stata tirata in ballo da Virginia Raggi durante l’audizione di lunedì alla commissione di inchiesta sui rifiuti. La sindaca seduta accanto all’assessora ha fornito nel giro di poche ore due versioni differenti. Ha detto di aver informato i vertici 5 Stelle, per poi precisare, qualche ora dopo, di averlo detto solo al minidirettorio romano guidato dalla senatrice Taverna. «Non a Di Maio e a Grillo». Una correzione di rotta dovuta anche al caos scatenato nel frattempo nel M5S dalle sue rivelazioni. Taverna però non la manda giù, non vuole passare per quella che ha taciuto un notizia così importante e nella notte tra lunedì e ieri lascia trapelare di aver inviato una mail a Di Maio il 5 agosto. Qui la storia prende tutta un’altra piega. Perché non solo l’assessora sapeva dal 18 luglio, dopo aver chiesto la certificazione alla procura, di essere iscritta nel registro degli indagati dal 21 aprile. Non solo lo sapeva Raggi che, informata dall’assessora il giorno seguente, tenta le capriole in avvocatese specificando la differenza tra avviso di garanzia (non ricevuto) e iscrizione sul registro degli indagati. Qui è la testa del M5S, l’uomo più in vista, il candidato premier, a essere accusato di aver mentito come Muraro e come Raggi. O, perlomeno, di aver nascosto la verità.

E allora nella giornata più convulsa, mentre si alternano riunioni tra il Campidoglio e Montecitorio, in un guerra di tutti contro tutti, il M5S deve capire quale strategia di emergenza adottare per salvare il prescelto Di Maio e l’intera baracca. Perché quella mail lui l’ha ricevuta ed è lui stesso ad ammetterlo. «Muraro ha chiesto la certificazione ai pm e risulta indagata da aprile per reati ambientali». Questo il contenuto di quello che scrive Taverna a lui e in copia conoscenza a Fabio Massimo Castaldo, Stefano Vignaroli e Gianluca Perilli, tutti i membri del minidirettorio. Taverna scrive solo a lui perché responsabile degli enti locali.

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Durante la riunione di ieri Ruocco è senza freni: «Ti stai comportando come una Raggi al quadrato» gli dice. Anche lei membro del direttorio, era già infuriata per le dimissioni secondo lei telecomandate da fuori di Minenna: «Sei tu che hai scelto di difendere a oltranza la Raggi». I deputati lo scrutano mentre il suo volto si scava nell’imbarazzo. Gli chiedono il perché del suo silenzio. Anche Fico che come Ruocco e Sibilia (il più arrabbiato di tutti, raccontano) prendono le distanze. «Lo abbiamo saputo dai giornali! Vi rendete conto?». Di Maio non si nasconde, spiega di aver sottovalutato la questione, di essersi «confuso» e lo motiva così: «Avevo saputo dall’audizione di Daniele Fortini (ex ad di Ama) in Ecomafia il 3 agosto che era andato a denunciare Muraro. Che fosse indagata mi sembrava quasi dovuto, ma mi sembrava una notizia tipo quella delle indagini su Raggi». Poi quasi in un estremo sussulto di difesa: «Non pensate che senza di me troverete un altro nome. È tutto il M5S a perdere».

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Già oggi molto probabilmente Di Maio offrirà le sue scuse al popolo dei 5 Stelle. Intanto, declina all’improvviso l’invito su Raitre alla tramissione Politics. Anche Alessandro Di Battista annulla la tappa del suo tour sulla costituzione. Bisogna salvare il Movimento, la tv può aspettare.

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lastampa/Braccio di ferro tra il direttorio M5S e la Raggi. Processo a Di Maio. Lui in lacrime: “Sì, sapevo” ILARIO LOMBARDO

All’Ombra del Campidoglio.

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Roma era gia’ nella bufera prima ancora che i grillini ne prendessero la gestione, in queste ore la Citta’ eterna ha fatto un passo avanti, si ritrova in una tempesta politica dalle conseguenze imprevedibili.
Che il compito della Raggi non fosse fra i piu’ semplici nel cercare di risolvere gli innumerevoli problemi che da anni hanno attanagliato la Capitale lo si era capito da subito. Roma era marcia dalle fondamenta, un verminaio politico affaristico mafioso era riuscito a corrompere ogni attivita’, tutto era controllato, qualsiasi “lavoro” era affidato agli amici degli amici.
I Romani schifati da una miriade di scandali hanno votato la Raggi nella speranza che una ventata di giovinezza non solo fisica, ma morale, potesse essere in grado di ridare alla Citta’ la dignita’ persa e farla tornare vivibile.
Le inchieste degli ultimi 2 anni su Mafia Capitale ne avevano scoperchiato il cupolone, nessuno avrebbe immaginato che sotto la sua ombra vi fosse un vero e proprio verminaio. In questa claoaca maxima era convogliata la peggiore monnezza sociale, politici corrotti, faccendieri tuttofare, servitori dello Stato prezzolati, tutto era contaminato, anche i tubi delle fogne.
Virginia Raggi forse per la sua giovane eta’, deficitaria d’esperienza politica, sta iniziando il suo cammino nel peggiore dei modi, a pochi mesi dalla sua elezione i tanti problemi sono rimasti immutati, come se cio’ non bastasse, altri se ne sono aggiunti in rapporto alle nomine fatte.
Il caso della Muraro e’ stata la miccia che ha fatto riaccendere i riflettori mediatici, la sua scelta come Assessore all’ambiente, Paola Muraro, , non e’ stata bene accolta ne’ dagli avversari politici, ne’ tantomeno dal Direttivo 5 Stelle.
Nominare una persona che in pochi anni ha gravato sui costi della monnezza per piu’ di 1 milione di euro, non e’ stata una scelta brillante, due giorni fa i primi altarini sono venuti a galla, quando sia la Raggi che la Muraro hanno dovuto rispondere ad alcune domande davanti alla Commissione Ecomafie..
E’ perfettamente inutile che la Raggi continui a difendere la Muraro, entrambe hanno pesanti responsabilita’ questo e’ palese. Che la finiscano di fare le povere vittime, erano a conoscenza della iscrizione della Muraro nel registro degli indagati potrebbero cambiare solo le date, la Muraro lo seppe nel mese di Aprile, la Raggi nel mese di Luglio.
Incalzate dalle domande della Commissione, entrambe con tanto imbarazzo hanno dovuto ammettere che “sapevano”, a che serve ora che la Raggi dica che sul caso in questione ne aveva parlato con i massimi dirigenti del M5S, Grillo e Di Maio. Questi ultimi hanno gia’ sconfessato la Raggi, come se le avessero dato della bugiarda, hanno negato pubblicamente e c’e’ da credergli, che la Raggi non li avesse informati.
Qualunque possa essere la verita’in merito a questa vicenda, il movimento di Beppe Grillo potrebbe uscirne con le ossa rotte.
Oggi vi sara’ un vertice a Roma, sicuramente Grillo e Di Maio chiederanno alla Raggi di fare alcuni passi indietro e di rinunciare alle nomine dei suoi 4 suoi collaboratori :
Raffaele Marra…………………….Vice Capo di Gabinetto
Paola Muraro………………………Assessore all’Ambiente
Salvatore Romeo………………….Capo Segreteria
Raffaele De Dominicis……………Assessore in pectore al Bilancio
Domani il Direttorio del M5S, chiedera al Sindaco di togliere il mandato alla Muraro, Romeo, Marra e De Dominicis ultimo arrivato nella Giunta Capitolina.Mettiamo per ipotesi che la Raggi non voglia ubbidire agli ordini imposti dal suo partito  le conseguenze sarebbero imprevedibili, potrebbe esserne  esclusa.
In ogni caso gli unici a perdere purtroppo saranno i Cittadini romani, le beghe fra i rappresentanti dello stesso partito, le diatribe, i voltafaccia, hanno valenza zero per una Citta’ che avrebbe bisogno di chiarezza e governabilita’.

vivicetro.it/centro/politica/ All’Ombra del Campidoglio (Lo Piano RedSaint)

Lasicki: “Dovevo andar via, ma Sarri mi ha convinto a restare”

Il giovane Lasicki, le sue parole

Ai microfoni di una emittente polacca, Polsatslport, Igor Lasicki, giovane difensore azzurro, ha dichiarato: “Il mio contratto col Napoli termina l’anno prossimo. Stavo per essere ceduto in B in cui avrei fatto il quarto difensore quando poi il mister mi ha detto di restare, che avrei imparato molto. E’ una grande opportunità per me, aspetterò con pazienza il mio turno, non sarà facile. In Italia spesso non si punta sui giovani difensori. Nel mio ruolo ho giocatori fortissimi come Koulibaly, Maksimovic, Albiol, Chiriches. Sono ancora giovane, devo imparare molto. Da parte mia darò il massimo lavorando quotidianamente. Imparare l’Italiano non è stato semplice anche se adesso si parla un po’ polacco grazie a Piotr ed Arek. Hamsik e Albiol danno sempre consigli preziosi, mentre Mertens saluta tutti.” 

Hamsik il più ricco in rosa, seguono Callejon ed a sorpresa Milik

Il Punto della Gazzetta dello Sport

Con Higuain alla Juventus, adesso è Marek Hamsik il giocatore più pagato azzurro, con 3,5 milioni di euro all’anno. In seconda posizione, troviamo José Maria Callejon che ne guadagna 500 mila euro in meno rispetto al capitano azzurro. Al terzo posto, troviamo, a sorpresa, il nuovo acquisto azzurro Arek Milik, con 2,5 milioni di euro. Dei nuovi arrivati è lui quello più pagato. Per Giaccherini e Zielinksi, infatti, siamo su 1,5 milioni di euro, mentre per Rog sui 1,3. Lontani dal podio Diawara(1,2), Maksimovic(1,2) e Tonelli(0,9). Il meno pagato in squadra è, attualmente, il fratellino di Lorenzo Insigne, Roberto, con 200 mila euro annui. Seguito da Lasicki che ne guadagna 100 mila.

Mancini: “Non è l’anno del Napoli, tanti giovani interessanti”

Mancini ai microfoni del Corriere dello Sport

Ai microfoni del Corriere dello Sport, l’ex allenatore dell’Inter, Roberto Mancini, in una lunga intervista, ha rilasciato anche una piccola dichiarazione sulle avversarie dell’Inter e sul gap che intercorre tra i bianconeri e le avversarie:  “Juve? Il colpo Higuain fa la differenza. E’ chiaro che Gonzalo non segnerà 36 gol come a Napoli perché si dividerà tra campionato e Champions, però è uno di quegli acquisti che creano il vuoto alle spalle. La società bianconera è avanti anni luce. Ha lo stadio di proprietà, ha vinto cinque titoli consecutivi e voglio vedere quanti ancora ne raggiungerà. Può battere ogni record. Napoli, Roma, Inter e Milan, con Fiorentina e Lazio che possono creare problemi a tutti in una partita secca. Hanno giovani talenti molto interessanti. De Laurentiis ha investito i 90 milioni di Higuain su talenti importanti: raccoglierà i frutti di questi investimenti con il tempo, non quest’anno”.

Flop abbonamenti: i numeri fanno rabbrividire ADL

Flop abbonamenti, il punto del Mattino

L’edizione odierna del Mattino apre analizzando il rapporto tra il Napoli e la sua tifoseria, ormai sempre più freddo, come si può notare dai numeri degli abbonamenti venduti( 5.600) nell’anno del ritorno in Champions. Siamo ai minimi storici. Anche le neopromesse, Pescara, Crotone e Cagliari, hanno registrato più tessere vendute. Solo nel 2001 s’è fatto peggio, in serie B, quando, con a capo i presidenti Ferlaino Corbelli, furono venduti solamente 3.395 abbonamenti.