14.8 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6142

Hysaj, l’agente: “L’accordo c’è, dopo la Champions la firma!”

Le parole dell’agente di Hysaj

E’ tempo di rinnovi in casa Napoli ed un giocatore molto vicino alla riconferma con il club partenopeo è Elseid Hysaj, a parlare è il suo procuratore Mario Giuffredi ai microfoni di Radio Kiss Kiss: “L’emozione è normale ci sia, sia per Elseid che per tanti giocatori ed anche per Sarri, all’esordio in Champions. Ma è bello proprio per questo, per l’adrenalina che porta. Da parte di Elsi ci sarà solo la grande voglia di affrontare giocatori importanti, per meritare la considerazione dei più grandi club ed andare avanti nella competizione. Yarmolenko? Ben vengano grandi campioni sulla fascia di Hysaj! Il rinnovo? Abbiamo trovato l’accordo, aspettiamo di trascorrere questo momento intenso tra campionato e Champions e la settimana prossima possiamo anche firmare, non avremo problemi. La clausola? Credo che difficilmente si possa privare del Napoli e restare in Italia. Nel caso di club straniero ci sarà la clausola ma se fosse addio, andrebbe in un top club europeo, è indubbio”.

G.D.D.

Fontana: “Messina squadra importante. Abbiamo bisogno dei nostri tifosi”

Mister Fontana parla in conferenza stampa alla vigilia della gara con il Messina

Per la consueta conferenza stampa della vigilia del match di domani tra Juve Stabia e Messina, si è presentato in sala stampa al Menti il tecnico delle vespe Gaetano Fontana. Ecco le sue parole raccolte dalla nostra redazione: “La gara con il Monopoli ha lasciato qualche strascico dal punto di vista fisico, valuteremo le condizioni di tutti e prepareremo la gara di domani sera contro il Messina, una squadra viva con dei giocatori importanti per la categoria, nonostante la partenza fatta di una vittoria, un pari e una sconfitta. Hanno elementi veramente importanti e il gruppo siciliano verrà qui a battagliare per portare a casa il risultato, noi dovremo fare il nostro calcio per raggiungere il nostro obiettivo. Nessuno verrà qui in gita, verranno tutti a lottare contro la Juve Stabia. Abbiamo preparato la partita come nostro solito, lavoriamo su noi stessi e non sugli avversari, anche se sappiamo di affrontare una squadra che può passare dal 4-3-3 al 3-5-2. Zibert ? Si è allenato bene e non ha evidenziato fastidi, mi sembra che sia tutto ok e se anche oggi dovesse rispondere bene dopo l’allenamento, allora punterò su di lui. È un giocatore importante che da qualità a centrocampo, se sta bene ci darà una mano domani. I ragazzi si sono messi tutti a disposizione e hanno tutti voglia di dare una mano alla causa stabiese, un esempio sono Liotti e Kanoute che hanno giocato anche se non al meglio, questo mi fa molto contento. C’è bisogno di gente che lotti per la maglia e che non abbia paura, Kanoute ha chiesto stremato la sostituzione dopo aver combattuto affinché la squadra vincesse una gara così difficile come quella del Veneziani. Tifosi? I ragazzi stanno facendo tutto il possibile per far appassionare la gente, sono sicuro che a suon di risultati porteranno i tifosi allo stadio e una piazza come quella di Castellammare da una spinta incredibile che ti porta a spingerti oltre i tuoi limiti e a dare il massimo fino all’ultimo secondo. Abbiamo bisogno della spinta del nostro pubblico.”

Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: 4-1, azzurrini travolti!

Arriva la sconfitta per la Primavera del Napoli

Esordio in Youth League per la Primavera del Napoli, gli azzurrini hanno sfidato la Dinamo Kiev alle ore 13:00. Napoli in vantaggio al 27′ grazie ad un autogol della squadra di casa e primo tempo che si è chiuso con il vantaggio partenopeo. Nel secondo tempo la situazione si è ribaltata con la Dinamo che ha fatto la voce e grossa e ha messo a segno quattro reti con Rusyn, Mykhailichenko, ancora Rusyn e Liedniev su punizione. Per il Napoli sconfitto, chiamata al riscatto tra 15 giorni contro il Benfica.

Così in campo:

DINAMO KIEV (4-5-1): Makhankov; Tymchyk, Popov, Mykolenko, Dubinchak; Lednev, Shaparenko, Alibekov, Smirniy, Mykhaylichenko; Rusyn. A disposizione: Kucheruk, Naumets, Kaliuzhny, Yanakov, Kosheliev, Buletsa, Kulish. All: Moroz.

NAPOLI (4-3-3): Schaeper; Schiavi, Granata, Milanese, D’Ignazio; De Simone, Otranto, Abdallah; Liguori, Negro, Russo. A disposizione: Marfella, Acunzo, Mattera, Esposito, Riccio, Della Corte, Daddio. All: Saurini.

Siviglia, Vazquez: “Higuain alla Juve? A Napoli non te lo perdonano!”

Queste le sue parole

Franco Vazquez, trequartista del Siviglia ed ex Palermo, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport.

Higuain e i suoi 90 milioni?

“Sono giusti. È il miglior 9 al mondo, mi piace da morire”

Meglio di Luis Suarez?

“Non so, sono diversi. In comune hanno il fatto che segnano tantissimo. E chi segna costa caro”

Il Pipita in Italia ha raggiunto una dimensione enorme. In Europa gli manca ancora qualcosa?

“Sì, può essere. E magari proprio per questo ha lasciato il Napoli per andare in una squadra che punta forte sulla Champions. Diciamo che il discorso vale anche per la Juve: entrambi hanno bisogno della consacrazione europea”

A Napoli non hanno gradito.

“Non glielo perdoneranno mai. È come passare da Boca a River in Argentina. È successo e succede, ma non te lo perdonano”

In Italia si gioca per il 2° posto?

“Sì, la Juve ha un vantaggio enorme rispetto alle altre. Roma e Napoli mi piacciono, sono le due squadre che possono provare a dar fastidio, ma la differenza con i bianconeri è troppo grande. L’Inter ha fatto moltissimi cambi. È una grande squadra che dovrebbe sempre lottare per lo scudetto, ma così è complicato. E il Milan mi sembra peggio. Spero possano tornare al loro livello, sono club storici, è un peccato vederli così. E il loro ritorno in alto farebbe bene alla Serie A: così è abbastanza noiosa”

Provveditorato: ‘Incaricati e caricati’ di Marcella Raiola

0

Ieri, all’ora delle cariche partite dai “playmobil” chiamati a dare ordinati calci nello stomaco e rieducative bastonate in testa a un popolo stanco di violenza istituzionalizzata, radunatosi per significare questa stanchezza a chi quella violenza rappresenta e pratica con sfrontatezza disgustosa, ero al Provveditorato. Ero lì dalla mattina, insieme a centinaia di docenti convocati per il “ruolo”, beffardo termine, offensivo, perfino, per chi il ruolo di docente lo sta svolgendo, con sacrificio e ardore, da anni e anni. C’erano coetanee e docenti più vecchi di me; c’erano facce mai dimenticate di un percorso di studi fatto in un’altra vita, che credevo “sistemate” e il cui stare lì, in piedi o sedute per terra come profughe di un lungo viaggio insensato, attestava il rifiuto di compromessi o accordi al ribasso, la fiducia nelle “regole” che questo rapinoso governo insegna a calpestare e a riscrivere perché siano la copertura della sopraffazione. C’erano “i ragazzini”, vincitori di concorso giovanissimi, cui abbiamo fatto gli auguri “per correttezza” e con materna sollecitudine, ma con allibito scoramento intimo per la facilità con cui prendevano, a 20 anni, quello che a noi viene ancora negato dopo 20 anni di servizio “prendi-e-lascia”, interrotto nelle feste comandate, non pagato a luglio e agosto, legato alla “scalata” di una graduatoria che ora è carta igienica. Nessuna loro “colpa”, per carità: speriamo solo che comprendano di essere stati usati come testimonial di un’oscena propaganda e come buttafuori di docenti non compatibili con la scuola-mercato, e auspichiamo che mordano con sdegno la mano di chi pensa d’essere il loro “padrone”, contrastando a loro volta questo modello di scuola e considerando quel che hanno avuto come sbocco di un iter altrove normale, non come grazia ricevuta da sacrileghi dèi guerrafondai, assetati di voti e sangue.

Il bagno ridotto a un pisciatoio sporco, la porta e lo sciacquone rotti, debordante di assorbenti, fazzolettini, cicche, e gambe gonfie, e sedie a turno, e “prego siedi tu!”, e bar assaltato, acqua, caldo soffocante, sudore che cola, mariti in attesa; niente microfono, niente notizie, niente trasparenza; solo voci di corridoio su esiti, scelte, e “a che punto stanno?”. E poi pianti di diritti violati, e “datemi un foglio dalla spilletta, vi prego… ricorso… reclamo!”; risatine e maneggi squallidi di sindacalisti concertativi che hanno salvato il distacco lucrando sulla nostra tonta passione, vendendo la nostra voce disposta a perdersi nelle aule spoglie in un canto senza eco, e vecchie facce di sindacalisti democristiani inquisiti e sempre lì, sempre in quelle stanze, a brigare, a truffare, a inciarmare. E gli occhi, gli occhi delle donne forti di questo paese, educatrici per vocazione e forma mentis, non per ripiego, a guardare, sbarrati, quegli “ambiti” rimasti, Ischia, Barano, Caivano e il suo disperato Parco Verde, vasti, impegnativi, in cui scegliersi un posto per una battaglia da condurre senza più forze… E calcoli di distanze, e congedi parentali e la gioia di fare questo lavoro che non ci hanno tolto, a forza di umiliazione e spremiture irrelate d’energia; e lo sgomento per la violenza: prendere o lasciare! Comprati la macchina e impara a guidare, se il treno non c’è, se il pullman non passa più o mai, perché lo Stato così pretende. Cazzi tuoi se non riesci! Vuol dire che non hai diritto a lavorare, che non sei “fittest”, non sei attrezzata per la sopravvivenza, in questa selva tanto oscura e perciò felice per tanti ciechi d’anima e coscienza. Sul tuo stipendio da mille euro dobbiamo mangiare, noi parassiti sociali; dal tuo stipendio di mille euro deve uscire il rilancio dell’economia, a modo nostro, forzandoti in ogni modo, ricattandoti ad ogni passo. La sera, mentre la Consigliera Eleonora di Majo, che denunciava anche tutto questo ai microfoni di un giornalista, veniva colpita alla testa da un manganello ottuso, che se ne possa cadere fraceta la mano di chi lo teneva, la mano di mia sorella firmava una carta su cui c’era scritto solo “13”, che corrisponde a un’area grande come mezza Napoli. Da cretina e condizionata, le ho fatto una foto che l’ha mandata in bestia, giustamente… Ha chiesto come si possa scegliere al buio. Le hanno detto: “Forse non avete ancora capito: non siete più voi a scegliere le scuole: sono le scuole che scelgono voi!”. Ma mia sorella ha replicato, con giusta e sacrosanta rabbia, che lei lo ha capito benissimo perché è una docente in lotta, e che quel che non aveva capito è come avessero potuto i sindacalisti che stavano lì, esibendo un cartellino che fa vergogna, sottoscrivere una simile scelleratezza, un nonsenso così penalizzante per chi da anni porta avanti la Scuola di questo paese.
Una sindacalista ha obiettato che “loro” avevano fatto il referendum! “Loro” sono quelli (Snals) che hanno proposto un referendum farlocco su un quesito inammissibile, che chiedeva l’abrogazione, tecnicamente impossibile, di tutta la Legge 107. Non ho risposto perché sarebbe scoppiata una rissa là dentro. Mi sono passati davanti agli occhi i mesi di apnea (aprile-luglio) che ho trascorso in strada a raccogliere, con gli amici, le firme per i quesiti referendari seri, quelli che forse ci permetteranno di eliminare questi scempi, e ho odiato, per un attimo. Solo un attimo, perché nell’odio la mia anima non riesce a riposare, non trova equilibrio. E poi è toccato a me. Chiamata sulla scuola media, dove non ho mai insegnato; chiamata a fare il lavoro d’altri sull’incredibile e sciocco presupposto che esista una gerarchia di classi di concorso per cui chi insegna latino e greco può insegnare alla scuola media ma non viceversa… Banalizzazioni ridicole di chi non conosce questo lavoro, di chi non sa quali cambiamenti si producono, in pochi mesi, nel corpo e nella testa degli studenti… Chiamano le compagne. Gli occhi verdi di Elena mi fissano: fammi la foto, perché anche così, anche così è vittoria: da graduatoria trasparente, senza concorsone, senza dover ringraziare né l’ebete di Firenze né nessun altro! Faccio la foto, e lei alza quel pugno che mi fa salire altre lacrime strane e stranite, e firma, con il suo nome firma, il nome di una resistente insorgente che “nun se tène niente”. Poi tocca a Lucia, che soffre l’ansia fino all’ultima 104 e alla fine ce la fa. Va, va a sedersi lì, e fa boccacce grintose come lei a tutte quelle facce verdi e liquefatte, e di nuovo tutte, tutti acquisiamo, grazie a lei, la consapevolezza di stare in un posto dove si dà lavoro stabile, dove si corona una carriera, dove si fa qualcosa di “buono”. Torna a posto, mi abbraccia, mi dice che, in fondo, del Parco Verde di Caivano, di quei ragazzi persi per tutti, lei, che già ci ha lavorato, ha tanta nostalgia. Mi sento verminosa e inadeguata al mio ruolo, di fronte a quest’affermazione da insegnante vera, che sente di servire, appunto, dove civiltà è solo parola, e mi vergogno tanto del mio inconscio, chiattillo rifiuto della scuola media… Finiti. Finiti i posti. Resto precaria ancora un anno. Le lentine mi stridono negli occhi. Esco barcollando un po’. Il cellulare si è ricaricato in una ciabatta lurida, che mi sporca di nero le mani. Accendo, vedo le botte in piazza, i miei studenti e compagni con facce atteggiate a sfida, bellissime, commoventi, in mezzo alle bandiere delle loro “bande”; vedo le mie “piccine” coi segni delle manganellate sulle gambe e i cartelli con su scritto “Scuola”… Vorrei avere la forza per imprecare contro quell’altra violenza, più diretta di quella subita da noi, che i lividi li fa dentro. Mi siedo in una macchina pietosa. Passo e ripasso il dito sullo schermo del cellulare in corrispondenza della fronte di Eleonora, che appare violacea per la mazzata vigliacca. Sono troppo stanca per incazzarmi come vorrei, troppo confusa; troppe cose, troppi mondi, troppe risposte da dare tutte assieme… Non ce la faccio. Maria… santa Maria… mia madre: ho scordato pure l’onomastico.
Marcella Raiola

Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: in campo un pezzo di Juve Stabia

Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: in campo un pezzo di Juve Stabia

Il lavoro paga sempre, il tempo è galantuomo e fa tornare sempre indietro ciò su cui si è investito. Peccato, però, che in questo caso il bello viene non con la maglia della Juve Stabia vestita, ma con quella del Napoli. In Ucraina, a Kiev, si sta giocando la prima gara della Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: in campo c’è un classe ’98, Pio Schiavi, giovane che ha vestito la maglia gialloblè e che è stato scoperto dal direttore responsabile Alberico Turi, colui che, nel corso degli anni ha sempre portato in casa stabiese giovani di prospettiva e dal futuro roseo. Peccato, però, che vesta un’altra maglia, un talento che avrebbe fatto comodo…

a cura di Ciro Novellino

 

Sarri ha caricato tutti alla viglia di Kiev: torna la Champions

Le ultime su Sarri e la squadra

La Repubblica scrive su Maurizio Sarri: “Per il tecnico toscano sarà un debutto da brividi. «Non pensavo che sarei arrivato in Champions: ho sempre fatto il mio lavoro in panchina con passione e non mi sono mai posto obiettivi particolari, se non quello di divertirmi: l’ho fatto per venticinque anni e adesso mi sembra di approdare alla fine di un percorso, misurandomi con una partita come questa. Ma non sono un tipo che si emoziona, non mi accontento, vorrei continuare a divertirmi. Mi piacerebbe vedere in campo un Napoli con una personalità forte e deciso a imporre la propria filosofia di gioco», ha dato la carica alla vigilia Sarri, mettendo peraltro in guardia i suoi giocatori”.

“Ce lo compri Messi?”, siparietto tra un tifoso e Giuntoli

E’ quanto riferisce Il Roma

Il Napoli Primavera è partito all’ora di pranzo verso Kiev – in vista dell’esordio in Youth League – accompagnato dal direttore del Settore Giovanile, Gianluca Grava, storica bandiera dell’era De Laurentiis, insieme ad altri dirigenti accompagnatori. Il Napoli “senior”, è giunto, invece, alle ore 14,35 a Capodichino, partendo con il volo IG 2614 diretto in Ucraina. La truppa azzurra è arrivata nello scalo napoletano mezzora prima dell’imbarco, come di consueto, scortata da Polizia e uomini della Security. Pochi curiosi all’interno dell’aeroporto, ad aspettare la truppa in partenza per l’esordio in Champions League, complice l’orario ma soprattutto il giorno feriale. Possibile, che i tifosi, abbiano scelto di non recarsi a salutare la squadra, dopo la delusione di venerdì scorso, quando il pullman in partenza per Palermo, raggiunse l’aereo direttamente da un varco esclusivo. Precisamente dal lato del Viale Umberto Maddalena, per eludere la fila all’imbarco e piccole distrazioni, dettate dal “troppo calore” della folla presente. Stavolta, però, sono stati pochissimi i curiosi che hanno salutato i propri beniamini, perlopiù gente comune, presente nello scalo per partire. A capo della delegazione azzurra in volo verso l’Ucraina, il segretario sportivo Vallefuoco e il team manager De Matteis, che ha chiesto ai pochi presenti di non infastidire i calciatori, invitandoli a lasciarli partire con serenità. Man mano hanno sfilato lungo la sala, tutti i calciatori e lo staff tecnico, capitanati da Raul Albiol, che ha chiaramente risolto i problemi burocratici dell’ultima ora relativi al suo passaporto. Poi Lorenzo Insigne, con la solita chioma bionda, che ha accennato qualche sorriso, insieme a Pepe Reina, tra i più acclamati insieme a Marek Hamsik, capitano incontrastato e idolo indiscusso della piazza. Un po’ spaesato Marko Rog, che si guardava intorno, cercando di familiarizzare coi nuovi compagni, adattandosi alle nuove abitudini e alla logistica napoletana. Hanno chiuso la fila il vice presidente Edoardo De Laurentiis, mister Maurizio Sarri e il direttore sportivo Giuntoli. Curioso siparietto tra il ds e un tifoso, il quale ha chiesto ironicamente: “Ce lo compri Messi?”, secca la risposta del dirigente che ha sorriso, rispondendo in tono con un ironico: “Come no”, prima di salutare i tifosi e avviarsi all’imbarco. L’avventura Champions sta per iniziare, il Napoli ha lasciato la città accompagnato da un sole settembrino caldo e radioso, che lascia presagire cose belle, in vista dell’esordio tra le stelle dell’Europa dei Campioni.

Cannavaro: “Allenare il Napoli sarebbe qualcosa di diverso”

Fabio Cannavaro, lo riporta fantagazzetta.it

Dall’altra parte del mondo sta sperimentando le sue idee, anche se l’obiettivo, un giorno, è tornare in Europa: è il compleanno di Fabio Cannavaro, che ha deciso di festeggiare rivolgendo un pensiero a quella che potrebbe essere la sua carriera futura. Il sogno si chiama Napoli, ma non solo, visto che l’ex capitano della Nazionale ha dimostrato riconoscenza e senso di appartenenza anche verso le sue ex squadre: “Sto vivendo un’esperienza fantastica, mi piace fare l’allenatore. È la mia ambizione. Napoli per una questione di cuore sarebbe qualcosa di diverso ma sarebbe un orgoglio guidare anche Juventus, Inter e Parma, le mie ex. Per ora ho avuto delle proposte ma non dei progetti in Italia e per questo ho preferito non accettare”.

Scuola e legge italiota: responsabilità per andata e ritorno degli allievi

0

Nell’italietta con tante leggi inutili e finanche assurde eccone una che riguarda – guarda caso – ancora la Scuola ed arriva alla ribalta grazie all’azione (provocatoria, credo) della Preside di una scuola media di Bergamo. La “legge” in questione (mi piacerebbe tanto sapere chi è il genio che l’ha redatta come anche quali sono le teste emerite che l’hanno approvata) è quella che sancisce la responsabilità degli insegnanti per ciò che capita agli alunni lungo il tragitto fra scuola e casa (andata e ritorno). 

Ovviamente gli “emeriti” non spiegano come i Professori (ad ogni livello) possano vigilare su TUTTI gli alunni/studenti che a scuola giungono da ogni dove: dice solo che ne sono responsabili e basta. Bestialità? NO! Genio italiota di quanti, con castronerie del genere, credono di giustificare i 10.000 euro mensili che percepiscono. Ovviamente l’ordinanza della Preside ha scatenato il solito fiume di parole (chiacchiere) che, nel suo correre, tutto sta trascinando con se, incluso il punto essenziale e cruciale sul quale la Preside (credo) ha inteso provocare istituzioni e genitori su un problema che esiste veramente, che è assurdo e che non sparisce solo facendo a chi alza di più la voce. Certo, i pericoli ci sono – basta ricordare cosa è capitato alla povera Yara per comprenderlo – ma non per questo si può responsabilizzare la scuola (nel suo complesso) per quanto avviene FUORI dal portone di ingresso del plesso scolastico.

I minori vanno protetti, questo è sicuro, ma con i fatti ed i mezzi idonei, non certo con parole stupide che compongono una legge cretina stilata da dementi. IN CLASSE la responsabilità sia (come è) degli insegnanti. FUORI sia della Società nel suo complesso: Famiglie ed Istituzioni e quindi con Genitori che accompagnano i figli minorenni a scuola e/o servizio di Pulmini Scolastici delle Istituzioni che provvedono a far si che possano fare il percorso casa scuola – andata e ritorno – in tutta tranquillità e sicurezza.

Questo è il punto, tutto il resto sono solo chiacchiere e ragnatele nel vuoto delle teste di quanti hanno pensato ed approvato una legge del genere.

Su quanto “accaduto” a Bergamo si esercita anche Gramellini nel suo Buongiorno odierno su la Stampa. Ve lo propongo:

Scuola, andata e ritorno

Una scuola media di Bergamo impone ai genitori l’obbligo di ritirare i figli all’uscita e scoppia un putiferio retorico. I nostalgici rimpiangono i bei tempi andati in cui, a sentire loro, finanche i bimbi delle elementari tornavano a casa da soli danzando e fischiettando. Tromboni e trombette soffiano cattiverie gratuite sugli adolescenti: smettiamola di proteggerli e consegniamoli alla vita vera! I genitori in compenso sono furenti perché non hanno né tempo né voglia di andare a prendere dei ragazzini che si vergognano di loro, come loro si vergognavano dei genitori a quell’età. Persi tutti nei luoghi comuni, nessuno affronta il cuore della faccenda: per le leggi nostrane gli insegnanti sono responsabili di ciò che capita agli alunni lungo il tragitto fra scuola e casa, mentre in un mondo governato dal buon senso il loro ruolo dovrebbe cominciare quando si varca la soglia dell’istituto e finire quando la si oltrepassa in senso inverso. Il trasferimento va messo in carico alle famiglie, libere di dare o meno fiducia ai figli, ma senza più la possibilità di intentare causa ai professori, se lungo la strada il pupo si sbuccia un ginocchio.

La provocazione della preside di Bergamo sarebbe da applaudire, se non fosse che anche lei si è ricordata di essere italiana, stabilendo una deroga alla sua stessa circolare che ne subordina l’applicazione a un «confronto con i genitori». Buonanotte. Considerata l’ottima salute di cui godono le deroghe in Italia, c’è da supporre che questa risulterà ancora in vigore quando i ragazzini della scuola media di Bergamo non andranno a prendere all’uscita i figli loro.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/opinione
vivicentro/Scuola e legge italiota: responsabilità per andata e ritorno degli allievi
lastampa/Scuola, andata e ritorno MASSIMO GRAMELLINI

Sarri pronto per il battesimo in Champions: in campo i titolari

Queste le ultime di formazione

Secondo Il Corriere del Mezzogiorno, l’esordio assoluto di Maurizio Sarri in Champions League sarà con gli 11 uomini di cui si fida di più Il tecnico naturalizzato toscano, infatti, agirà con Reina in porta, ritroverà Hysaj a destra, con Albiol, Koulibaly e Ghoulam a completare la linea difensiva. Mentre a centrocampo il quotidiano è sicuro: nessun ballottaggio, saranno Hamsik, Jorginho ed Allan a impegnare la mediana. Mentre in avanti, Mertens prenderà il posto di Insigne impiegato nella trasferta siciliana del Barbera. A destra ci sarà Callejon, mentre l’unico ballottaggio sembra essere quello tra Gabbiadini e Milik, con il polacco però favorito.

Champions, Milik preferito per due motivi a Gabbiadini

Milik scalza Gabbiadini

La Gazzetta dello Sport scrive su Arek Milik: “La notte di Champions non è un inedito, per Arkadiusz Milik. Ma diventa particolare perché sarà la sua prima volta col Napoli, in Europa. Emozioni che si susseguono, dunque, per il giovane attaccante polacco su cui graverà, ancora per molto, l’ombra di Gonzalo Higuain, il ricordo delle 36 reti e dei tanti momenti che hanno esaltato l’ambiente napoletano. Sarri non ha voluto anticipare nulla sulla formazione, ha parlato di ballottaggi che resteranno in piedi per l’intera stagione. Il dubbio sul tridente offensivo resta, allora, anche se la presenza di Milik non dovrebbe essere in discussione. A suo favore potrebbe giocare anche la maggiore esperienza, la conoscenza di questa competizione che non ha Gabbiadini, per esempio, la sua alternativa”.

Da oltre 60 anni il Messina non vince a Castellammare. Tutti i precedenti

Sono 10 i precedenti tra la squadra di Castellammare ed il Messina

Stabia e Messina, si sono affrontate in gare di campionato al “vecchio campo San Marco” di Castellammare di Stabia cinque volte, una vittoria dei gialloblù, un pareggio e tre vittorie dei giallorossi. Vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1929 / 1930 – Campionato Nazionale di Prima Divisione girone ‘ D ‘

12 gennaio 1930 – 13° giornata d’andata: STABIA – MESSINA 1 – 0

– 1931 / 1932 – Campionato Nazionale di Prima Divisione girone ‘ F ‘

24 aprile 1932 – 10° giornata di ritorno: STABIA – MESSINA 0 – 2 in gol per i siciliani andarono Re e Ferretti.

– 1948 / 1949 – Campionato Nazionale di Serie C

1° giornata d’andata: STABIA – MESSINA 0 – 2 (arbitro Panza di Taranto) le reti dei peloritani portarono la firma di Spadavecchia e Bertolin.

– 1949 / 1950 – Campionato Nazionale di serie C

7 maggio 1950 – 10° giornata: di ritorno STABIA – MESSINA 1 – 1 siciliani in vantaggio con Fabbro, ma l’attaccante stabiese Vincenzo CELARDO ristabilì le distanze.

– 1951 / 1952 – Campionato Nazionale di Serie B

22 giugno 1952 – 19° giornata di ritorno: STABIA – MESSINA 1 – 2 (arbitro Bernasconi di Firenze) Stabia in vantaggio con Francesco MARRA, poi i giallorossi prima pareggiarono con Bertolin e poi Moro realizzò la rete della vittoria.

Juve Stabia e Messina, si sono affrontate tre volte al “vecchio campo San Marco” e due al “nuovo Menti” di Castellammare per un totale di cinque gare e mai i peloritani sono riusciti a portare a casa l’intera posta in palio, quattro sconfitte ed un pari. Vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1972 / 1973 – Campionato Nazionale di Serie C

27 maggio 1973 – 16° giornata di ritorno: JUVE STABIA – MESSINA 1 – 0 (arbitro Crista di Livorno) rete gialloblù dell’attaccante Adelchi MALAMAN.

caserta3
Fabio CASERTA

– 1979 / 1980 – Campionato Nazionale Serie C2 girone ‘ D ‘

28 ottobre 1979 – 5° giornata d’andata: JUVE STABIA – MESSINA 2 – 0 (arbitro Buccini di Sulmona) le reti delle vespe furono siglate nel primo tempo dagli attaccanti Antonio CRUSCO e Bruno GRAZIANI.

– 1980 – 1981 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ D ‘

24 maggio 1981 – 15° giornata di ritorno: JUVE STABIA – MESSINA 4 – 1 (arbitro Andreozzi di Frosinone) doppio vantaggio delle vespe con Procolo IANCARELLI e Gianfranco MANNARELLI, accorciarono i siciliani su rigore con Napoli, nel secondo tempo, andarono a segno Franco PICCINETTI e Gianfranco MANNARELLI “etichettati” dai tifosi gialloblù come i “gemelli del gol”.

– 2014 – 2015 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

Francesco Favasuli
Francesco FAVASULI

11 ottobre 2014 – 8° giornata d’andata: JUVE STABIA – MESSINA 1 – 1 (arbitro Niccolo Pagliardini di Arezzo) vantaggio giallorosso dopo meno di cinque minuti dall’inizio dell’ex idolo delle vespe Corona, pareggiò a quindici dalla fine con un magistrale calcio di punizione Fabio CASERTA.

– 2015 – 2016 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

10 aprile 2016 – 13 giornata di ritorno: JUVE STABIA – MESSINA 2 – 1 (arbitro Danilo Amabile di Vicenza) vantaggio peloritano dopo sette minuti con Scardina, nella ripresa nel giro di quattro minuti con doppio rigore Francesco FAVASULI prima pareggio e poi regalò la vittoria alle vespe.

Giovanni MATRONE

Shevchenko: “Il Napoli mi piace molto, ma stasera sarà dura”

Queste le parole di Shevchenko

Andrij Shevchenko, ex attaccante dell’Ucraina e attuale CT, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del Corriere dello Sport. L’ex attaccante del Milan ha toccato l’argomento Napoli e la gara di stasera contro la Dinamo Kiev, ecco le sue dichiarazioni: “Il tecnico del Napoli e della Dinamo sono simili, la squadra ucraina ha fatto bene conquistando gli ultimi due campionati e disputando una buona Champions 2015/16”.

Sulle armi della Dinamo: “Rebrov, l’allenatore. Poi c’è Yarmolenko, l’attaccante. Inoltre lo stadio Lobanovski sarà tutto esaurito, a Kiev non è mai facile giocare. C’è un grande pubblico e la squadra ha un grande gruppo”.

Sulle possibilità di qualificazione della Dinamo: “Non ci sono favorite in questo girone, sarà molto equilibrato. Sono tutte squadre favorite”

Sul Napoli: “Mi piace molto il modo di stare in campo degli azzurri, è una squadra che gioca a memoria”

Sull’addio di Higuain: “Quando perdi un attaccante da 30-40 non ti pesa per qualche partita. Ma è difficile che alla fine della stagione tornino i conti se non l’hai sostituito adeguatamente”

Sulla possibilità di lottare per lo scudetto con la Juve: “L’ha già fatto lo scorso anno. Anche quest’anno insieme alla Roma sono le squadre più complete”. 

Pronostico Dinamo-Napoli: “Difficile dirlo, sono tifoso della Dinamo fin da bambino. Ho iniziato a giocare in questa squadra. E’ la squadra del mio cuore e il mio cuore ovviamente mi dice di tifare per loro”. 

Il brutto scherzo del destino: De Laurentiis assente a Kiev!

De Laurentiis non sarà presente alla prima in Champions

La Repubblica parla di uno strano scherzo del destino capitato al Napoli: “Il destino, però, ha riservato lo stesso un brutto scherzo al club di De Laurentiis: mettendolo di fronte al peggior incubo del suo recente passato. Proprio allo stadio Olimpico di Kiev, dove si gioca la sfida di stasera con la Dinamo, andarono in pezzi l’ambiziosa gestione di Rafa Benitez e il sogno di conquistare l’Europa League: il 14 maggio 2015, nella semifinale al veleno contro il Dnipro. Colpa (anche) dei gravi errori arbitrali a favore degli ucraini, che condizionarono la doppia sfida e soprattutto l’esito della gara d’andata, al San Paolo. Nella fatale Kiev va dunque in scena pure un déjà-vu, di cui il Napoli e i suoi tifosi avrebbero fatto a meno: nell’allegra notte del ritorno in Champions. Aurelio De Laurentiis non ci sarà, neppure questa volta. Un anno e mezzo fa, dopo la beffa contro il Dnipro, il presidente azzurro si scagliò contro l’Uefa e Michel Platini. Poi saltò fuori il conflitto di interessi del designatore Pierluigi Collina: capo degli arbitri europei e contemporaneamente supervisor per la federazione ucraina, che dal 3 luglio del 2010 lo ha messo sotto contratto e gli ha affidato il compito di addestrare i propri direttori di gara. L’insolito rapporto di collaborazione, pur non avendo ancora dato risultati straordinari, è stato prolungato nel 2015 per altri quattro anni: previa la soddisfazione reciproca di entrambe le parti, da confermare stagione dopo stagione”.

Dinamo Kiev, Mikhailichenko: “Il Napoli è favorito per la vittoria del girone, che gara con il Palermo”

Queste le sue parole

Oleksij Mikhailichenko, direttore sportivo della Dinamo Kiev, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tuttomercatoweb: “Ho seguito il Napoli in questo inizio e la gara col Palermo mi ha impressionato perché è andato a giocare a Palermo imponendo la sua forza e schiacciando l’avversario. Credo che gli azzurri siano i favoriti del girone ma noi ce la giocheremo, anche perché a mio avviso questo è un girone piuttosto equilibrato”.

In che condizioni si presenta la Dinamo per questa partita?
“Siamo pronti, magari con un po’ di energie spese dato che veniamo dallo scontro diretto contro lo Shakhtar e prima ancora i nostri giocatori erano impegnati con le rispettive nazionali. Bisogna recuperare le forze ma non mancano gli stimoli e qui a Kiev c’è grande attesa e voglia di grande calcio. Il campionato nazionale purtroppo sta attraversando un momento difficile, dato che il numero delle squadre partecipanti è sceso a 12, di conseguenza c’è ancor più attesa per le coppe e per questo all’Olimpiyskiy sarà una bella festa per il calcio. Mi aspetto una partita molto nervosa ed equilibrata”.

Il campionato ucraino è iniziato a luglio. Crede che questo possa favorire la Dinamo, più rodata di un Napoli con tre partite sulle gambe?
“Potrebbe essere un vantaggio ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, rappresentata da una stagione che si è chiusa tardi con gli Europei e iniziata presto col campionato”.

Quante possibilità ha la Dinamo di fare risultato?
“Sappiamo che non sarà facile ma per noi sarà fondamentale partire col piede giusto perché ce la giocheremo all’ultimo punto con Besiktas e Benfica. Anche un pareggio sarebbe un bel risultato, noi puntiamo a raggiungere l’obiettivo giocando un buon calcio”

Guardia Costiera Nave Diciotti CP941 Salvati 350 migranti VIDEO

0

Guardia Costiera, Nave Dicotti CP941 : Soccorso a migranti, salvataggio neonato

Sono circa 350 i migranti tratti in salvo nella giornata di ieri, nel corso di 3 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. I migranti si trovavano a bordo di altrettanti gommoni.
Alle operazioni hanno preso parte la Nave Diciotti CP941 della Guardia Costiera, ed un mercantile straniero dirottato dalla Centrale Operativa di Roma, il quale ha soccorso uno dei tre gommoni con a bordo circa 90 migranti, successivamente trasbordati sulla unità operativa Nave Dicotti CP941 su citata
Le operazioni compiute da Nave Diciotti CP941

vivicentro.it/isole/cronaca

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

CHARLES AZNAVOUR all’Arena di Verona mercoledì 14 settembre

0

MERCOLEDI 14 SETTEMBRE

Per la prima volta all’ARENA DI VERONA

Unica tappa italiana del tour mondiale!

CHARLES AZNAVOUR

Tra di noi

«Fai della tua vita un’avventura, sorprendi gli uomini e le donne intorno a te, con umiltà, gentilezza, semplicità»  Questo è CHARLES AZNAVOUR, voce unica, artista generoso, uomo straordinario, per la prima volta all’Arena di Verona domani, mercoledì 14 settembre.

CHARLES AZNAVOUR ha scelto di celebrare 70 anni di magnifica carriera con un evento unico: una sola ed esclusiva data italianaall’Arena di Verona. Un concerto imperdibile che lo vedrà protagonista, per la prima volta in assoluto, nella suggestiva cornicedell’anfiteatro veronese il 14 settembre 2016. Quella di settembre è l’unica tappa italiana del tour mondiale che arriva a Verona dopo i concerti, tutti SOLD OUT, in Giappone e Spagna.

Cantautore, attore, diplomatico impegnato, alla soglia dei 92 anni Aznavour non smette di stupire.

Con la sua voce inconfondibile, tanto da meritare il soprannome di Charles Aznavoice, ha incantato milioni di spettatori in 94 paesi, portando in scena un repertorio impressionate di 1.200 canzoni e 294 album.

Sono numeri da record e, nonostante Aznavour preferisca all’appellativo “star” quello più composto di “artigiano”, i risultati sono eccezionali: 300 milioni di dischi venduti nel mondo e 80 film all’attivo.

Perché Aznavour non è nient’altro che “un uomo con una classe folle, una professionalità indiscutibile, una volontà feroce e un artista dalla penna imbattibile che osserva il mondo con gli occhi di un ragazzino” [Paris March]

Settant’anni di lunga e onorata carriera che lo portano nel 2016 a regalarsi un nuovo tour internazionale. Dopo il tutto esaurito di Amsterdam, Dubai e Praga sarà la volta di Antwerp, Osaka, Tokyo, Barcellona, Marbella, Trélazé, Monaco e poi Verona, il 14 settembre.

Un concerto epico, intimo e generoso perché l’artista francese, per questa sua prima volta all’Arena, desidera celebrare il grande amore professionale e personale che da sempre lo lega all’Italia. Aznavour non sarà solo sul palco: insieme a lui 7 elementi tra musicisti e coristi, ed un’ospite speciale, la figlia Katia Aznavour, che accompagnerà con la sua voce alcuni brani del padre per 80 minuti di intense emozioni.

Immancabili i successi di sempre come Tous les visages de l’amour, cantata da Aznavour in quattro lingue (italiano, inglese, spagnolo e tedesco) e ampiamente reinterpretata da numerosi artisti come Laura Pausini (celebre la sua “Uguale a lei”), La Bohème, Com’è triste Venezia, Ed io tra di voi (reinterpretata anche da Franco Battiato) e moltissimi altri.

Info orari:

ore 11.00: apertura biglietteria

ore 17.30: apertura arcovolo 12, Ticketone

ore 18.00: apertura cassa accrediti

ore 19.30: apertura cancelli

ore 21.30: inizio spettacolo

 

Biografia

Nato a Parigi nel 1924 da immigrati di origine armena, Shahnour Vaghinagh Aznavourian, in arte Charles Aznavour, debuttò a teatro come attore di prosa.

Nel dopoguerra, grazie a Edith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce come cantautore.

Ma il riconoscimento mondiale arrivò nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: uno strepitoso successo che gli permise di entrare nella storia degli chansonnier francesi.

Il fatto che Aznavour canti in sette lingue gli ha consentito di esibirsi in tutto il mondo divenendo ovunque famosissimo. Si è esibito alla Carnegie Hall e nei maggiori teatri del mondo, duettando con star internazionali come Nana Mouskouri, Liza Minnelli, Sumiva Moreno, Compay Segundo, Céline Dion e, in Italia, con Mia Martini e Laura Pausini.

In Italia, inoltre, per quasi tutte le versioni italiane delle sue canzoni ha collaborato con il grande autore e paroliere Giorgio Calabrese, recentemente scomparso.

All’estero le sue canzoni sono state spesso reinterpretate da numerosi artisti come Elton John, Bob Dylan, Sting, Placido Domingo, Céline Dion, Julio Iglesias, Edith Piaf, Liza Minnelli, Sammy Davis Jr, Ray Charles, Elvis Costello e moltissimi altri.

Il suo impegno come cantautore non gli impedisce di battersi da sempre per la causa armena, con un’intensa attività diplomatica che gli è valsa la nomina di Ambasciatore d’Armenia in Svizzera.

Paralimpiadi, 1500: l’algerino Baka più veloce dell’olimpionico Centrowitz

Le Paralimpiadi di Rio de Janeiro offrono una storia lieta e rilevante anche dal punto di vista sportivo: l’algerino Abtellatif Baka, ipovedente, corre i 1500 metri in un tempo migliore dell’olimpionico che ha conquistato il titolo lo scorso mese.

Atletica, più veloci dell’oro ai Giochi: alle Paralimpiadi un 1500 da record

Impresa dell’algerino Baka nella categoria degli ipovedenti, alle sue spalle anche altri tre hanno fatto meglio del recente olimpionico americano Centrowitz

Sarebbe stato bello vederli uno contro l’altro e chissà che qualcuno presto non colga l’occasione per organizzare una sfida in pista. Parliamo di Matthew Centrowitz e Abtellatif Baka, padroni dei 1500 metri di atletica allo stadio Engenhão. Il primo, ventiseienne statunitense, ha conquistato il mese scorso l’oro olimpico, il sogno di tutti, mentre il secondo, ventiduenne algerino, si è dovuto «accontentare» del titolo paralimpico nella categoria T13, che raggruppa gli atleti ipovedenti. Di solito quest’ultimo oro è considerato meno prestigioso, eppure se si valutano i risultati cronometrici desta stupore un dato quasi incredibile: Baka è andato più forte di Centrowitz.

E non solo lui. Infatti, nella finale paralimpica di domenica notte sono stati addirittura in quattro a correre sotto 3’50”00, tempo che aveva regalato l’oro olimpico all’atleta americano lo scorso 20 agosto. In pratica, se i primi quattro della Paralimpiade avessero partecipato alla finale olimpica, Centrowitz non sarebbe nemmeno salito sul podio. Certo si tratta di «fantatletica», perché i 1500 sono una gara molto tattica in cui spesso, quando se corre per le medaglie, il tempo passa in secondo piano. Basta considerare che nella semifinale dei Giochi il keniano Ronald Kwemoi fece meglio (3’39”42).

Un gemello da consolare  

In ogni caso il successo di Baka in 3’48”29 ha un valore straordinario e sottolinea una volta di più, dopo le tante testimonianze di Londra nelle differenti discipline, come il livello del movimento paralimpico sia cresciuto enormemente in questi ultimi anni. Al punto di mettere in crisi persino i migliori interpreti al mondo che possono gareggiare senza alcun impedimento fisico. Il tempo corso domenica ha messo un po’ di curiosità allo stesso Baka, che avrebbe voluto essere in pista ai Giochi di agosto ma poi ha pensato per lo più a prepararsi per tentare di conquistare il titolo alla Paralimpiade, dove alla fine ha dovuto consolare il fratello gemello Fouad, giunto 4º e primo dei delusi con un comunque ottimo 3’49”84: anche lui avrebbe battuto Centrowitz ai Giochi.

A Londra, Abdellatif Baka trionfò negli 800 metri, la sua gara preferita ma assente a Rio, e oggi tornerà in pista nei 400. Questa volta però sarà molto più difficile far meglio dei colleghi olimpici: il record del mondo di Wayde Van Niekerk (43”03) non dovrebbe correre rischi.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/sport/olimpiadirio2016
vivicentro/Paralimpiadi, 1500: l’algerino Baka più veloce dell’olimpionico Centrowitz
lastampa/Atletica, più veloci dell’oro ai Giochi: alle Paralimpiadi un 1500 da record ALBERTO DOLFIN – RIO DE JANEIRO

Gomorra 2.0: sparare per noia

0
In sella a moto o scooter, quasi sempre in due: così le nuove leve dei clan sparano all’impazzata terrorizzando gli abitanti. Queste scorribande si chiamano “stese” proprio perché i passanti sono costretti a stendersi a terra per sfuggire ai proiettili

A Napoli i figli di Gomorra sparano per noia: i proiettili partono all’impazzata, non per punire o intimorire i rivali ma per il gusto di leggere il terrore negli occhi di chi rischia di diventarne il bersaglio, come ci racconta Grazia Longo.

Spari contro la noia: l’ultima follia dei figli di Gomorra

Napoli, allarme per le “stese” che terrorizzano i rioni. I passanti costretti a buttarsi a terra per non essere colpiti. Gli ultimi due denunciati: “Incutiamo paura, è un passatempo”

L’ultima svolta dei baby camorristi è quella del puro sadismo per combattere la noia. Sparando all’impazzata, nella cosiddetta «stesa», non per punire o intimorire gli esponenti di un clan rivale, ma per il gusto di leggere il terrore negli occhi di chi rischia di diventare bersaglio. Con un’indifferenza agghiacciante quasi più della violenza stessa, i due giovani, di 18 e 20 anni, denunciati dai carabinieri per la stesa di sabato notte a Marigliano, provincia napoletana terra del clan Filippini-Lucenti, hanno ammesso di aver sparato, per fortuna con una pistola a salve, «perché ci piace vedere la paura in faccia alle persone».

La noia come motore principale di due scorribande, a bordo di uno scooter. «Non sapevamo cosa fare, e allora abbiamo pensato di divertirci così, spaventando la gente» è la terrificante giustificazione. Dalla febbre del sabato sera, alla «paranza» del sabato sera. Se un tempo ci divertiva andando in discoteca, ora si preferisce terrorizzare il prossimo e imporre la propria autorità emulando i divi della fiction Gomorra. Entrambi i denunciati sono di San Vitaliano e appartengono famiglia camorriste.

Il maggiore, Remo Filippini, è il figlio di un esponente di spicco del clan Filippini-Lucenti, mentre il diciottenne, Luigi Palermo, è il nipote di un altro affiliato dello stesso clan. Remo Filippini era già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, mentre il diciottenne era in permesso dalla comunità, dove si trova per una rapina commessa da minorenne.

Almeno quattro i colpi esplosi, prima tra i clienti di alcuni bar e poi vicino le case popolari nei pressi del complesso del rione Pontecitra. Sul posto i carabinieri, agli ordini del comandante provinciale di Napoli Ubaldo Del Monaco, hanno trovato e sequestrato alcuni bossoli di una semiautomatica a salve. L’arma è stata sequestrata: si tratta di una pistola modificata con alcune cartucce nel caricatore. È stata recuperata in un nascondiglio nel retro di un’abitazione. La stesa di Marigliano segue di pochi giorni quella nel centro storico del capoluogo campano, ai quartieri spagnoli. Ma in quel caso un proiettile si è conficcato nel soffitto dell’abitazione del figlio di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso dalla camorra cutoliana negli Anni 80 all’imbocco della Tangenziale.

L’episodio di sabato notte, invece, più che un’intimidazione per vendetta o per imporre il proprio potere, racconta che la pistola è diventata uno strumento per combattere la noia. Più in generale, tuttavia, la stesa avviene sempre all’ombra della fascinazione criminale per la vita dei boss. Lo rivelano anche i social media. Su Facebook decine di gruppi raccontano la quotidianità violenta dei baby-gangster. Si chiamano «O’sistema», «Pane e malavita», «Detenuti noi siamo qua». E non pensiate si tratti di un fenomeno marginale: la pagina «Noi carcerati» conta oltre 70 mila fan. Spopolano le citazioni delle serie tv «Gomorra», «Narcos» e «Romanzo Criminale».

La sudditanza psicologica adolescenziale per la vita dei boss viaggia in rete. I ragazzini dal grilletto facile condividono i video delle «stese» nei gruppi di WhatsApp. Postano selfie su Instagram dove appaiono con facce seriose e pistole in mano. Tatuaggi, barbe lunghe e canzoni neomelodiche. Gli ex bambini delle paranze nelle foto non ridono mai. Gli slogan sono un elogio alla malavita, non c’è traccia d’ironia: «Meglio un amico camorrista che carabiniere», «la camorra è rispetto e onore», «chi galera non prova, libertà non apprezza», «nessuna pietà per gli infami», «noi pregiudicati viviamo da leoni e moriremo da leoni», «meglio schedati che servi dello Stato».

Molti giovani camorristi portano lunghe barbe «alla talebana»: sono i cosiddetti «barbudos», e il gup del Tribunale di Napoli Nicola Quatrano li paragona ai «militanti del jihad perché entrambi sono ossessionati dalla morte, forse la amano, probabilmente la cercano, quasi fosse l’unica chance per dare un senso alla propria vita e per vivere in eterno». Ma il sindaco Luigi De Magistris cerca di essere ottimista: «È in atto un tentativo di riposizionamento di pezzi di criminalità che vogliono cercare di occupare pezzi di territorio, ma non ci riusciranno perché la risposta dello Stato, della stragrande maggioranza dei napoletani e delle istituzioni sarà forte. È un momento difficile che supereremo, perché sono convinto che la Napoli migliore vincerà». Anche il cardinale Crescenzio Sepe ribadisce che «Napoli non è solo Gomorra, ci sono tanti giovani con sani ideali».

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

vivicentro.it/sud/cronaca
vivicentro/Gomorra 2.0: sparare per noia
lastampa/Spari contro la noia: l’ultima follia dei figli di Gomorra GRAZIA LONGO