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Paralimpiadi Rio 2016, Atletica: Assunta Legnante è ancora oro nel getto del peso!

Non poteva proprio perdere e non ha perso: Assunta Legnante è medaglia d’oro alle Paralimpiadi 2016 nel getto del peso categoria F11-12, bissando il titolo conquistato quattro anni fa a Londra e confermando il proprio predominio impreziosito anche da due successi mondiali di fila, nel 2013 e nel 2015.

Da Londra 2012 a Rio 2016: Assunta Legnante è sempre regina del getto del peso categoria F11-F12(non vedenti e ipovedenti) dopo aver praticato la disciplina anche tra i normodotati con un europeo indoor nel 2007 e la qualificazione alle Olimpiadi di Pechino 2008. Il secondo titolo paralimpico della napoletana matura nonostante una stagione travagliata a causa di un’ernia alla schiena per cui è finita sotto i ferri a inizio maggio con 15.74 metri. Superata la sorprendente uzbeka Safiya Burkhanova da 15.05m, bronzo per la messicana Rebeca Valenzuela Alvarez (13.05m). L’azzurra ha lanciato toccato quota 15 metri in ben tre occasioni, sigillando un oro che alla vigilia pareva scontato.

Sono strafelice perché da capitano dovevo dare il buon esempio – le sue prime parole in zona mista ai microfoni di RaiSport -. Per il resto quanto me la sono sudata. Adesso finalmente posso piangere dal dolore. Il problema non è ancora risolto anche se ringrazio tutto lo staff medico che mi ha seguito fin qui. Questa medaglia è un po’ di tutti. Non mi aspettavo una misura del genere, è stata subito gara vera. Già nel primo getto ho messo le distanze giuste per l’oro. Ora sono anche mamma e questa medaglia è soprattutto per i miei due figli nati a febbraio. Non ho vissuto molto bene questa Paralimpiade a causa del dolore. Sono in piedi ma soffro. Non vedo l’ora di tornare a casa e rimettermi pienamente in sesto perché quei 18 metri non sono irraggiungibili, visto che ne ho fatti 16 con una schiena così. A volte non mi rendo neanche conto di essere diventata cieca. Dopo poco ho perso mia madre e dopo pochi mesi c’è stata Londra. In quel periodo non ho realizzato. In questi quattro anni l’ho fatto, mi sono resa conto che questa realtà mi appartiene e la so gestire bene. Questo anche grazie a tutti quelli che mi stanno vicino. Grazie a Nadia Cecchini che è molto di più di un’allenatrice e una guida“.

francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Facebook Assunta Legnante

Albiol: “Vittoria in trasferta, il nostro obiettivo sono gli ottavi”

Queste le parole di Albiol

Ai microfoni di Kiss Kiss Napoli, ha parlato il difensore del Napoli, Raul Albiol: “La prima partita è fondamentale sempre e il nostro obiettivo sono gli ottavi di finale: mancano 5 partite, lo sappiamo, e dobbiamo continuare così. La Dinamo Kiev è una squadra abituata a giocare la Champions: noi siamo tornati dopo 2-3 anni, normale che all’inizio abbiamo sofferto un po’ ma poi abbiamo controllato la partita credo. Siamo felici e dobbiamo continuare così, ripeto non è semplice vincere in trasferta in Europa. La rosa è migliorata, tutti possono giocare e questo è fondamentale per noi perchè ci sono tante partite. Subito testa al campionato, al Bologna: non possiamo perdere mai punti, giochiamo in casa e dobbiamo vincere per cui subito dobbiamo pensare al Bologna”.

Paralimpiadi Rio 2016: Zanardi bissa Londra ed è ancora oro

ZANARDI, SEI GRANDE! L’azzurro rimonta e trionfa nella cronometro H5. Bissata Londra 2012!

Rimonta d’oro! Tutti rimangono stupiti, lui è stremato dalla fatica e ancora non festeggia. Il risultato finale, però, parla chiaro: Alex Zanardi è campione paralimpico nel ciclismo per la terza volta in carriera. Ai due titoli (cronometro e in linea) di Londra 2012 si aggiunge adesso quello contro il tempo nella categoria H5, antipasto di un trittico che domani e venerdì può regalare il bis e il tris. A quasi 50 anni (li compirà il 23 ottobre) l’azzurro rimane il più forte di tutti.

Zanardi taglia in traguardo per ultimo, la posizione che a cronometro è riservata ai numeri uno. E padrone ci rimane, in 28’36”81. Secondo posto a +2’74” per l’australiano Stuart Tripp, bronzo allo statunitense Oscar Sanchez a quasi 15”. Deludente l’olandese Tim De Vries, quarto a +26’15”. Impressionante il secondo giro dell’emiliano, che ai 10 chilometri transita terzo a 18 secondi dal momentaneo leader della corsa. Ma nel secondo tira fuori tutte le energie possibili e trionfa, dedicando l’oro al saltatore azzurro Gianmarco Tamberi infortunatosi a poche settimane da Rio 2016: “Avrebbe sicuramente vinto una medaglia. Sei giovane, alla prossima faremo il tifo per te“.

In queste ultime stagioni Alex Zanardi ha dominato in lungo e in largo: nel proprio palmarès vanta anche otto ori e due argenti mondiali conquistati tra il 2011 e il 2015. Non ha rivali, nonostante sfidi atleti che spesso e volentieri hanno la metà dei suoi anni. “L’idea di battere atleti venticinquenni mi accende più di un neurone“, raccontava a fine luglio al Corriere della Sera. Agonista al 101%, capace anche di imporsi con una rimonta di 30 secondi in 20 chilometri.

In autunno uscirà “50 x Rio“, documentario d’avvicinamento ai Giochi – che, scaramanzia a parte, saranno trionfali – preparati insieme a Francesco Chiappero, “un allenatore bravissimo, e con l’équipe Enervit. Tuttavia l’azzurro non ha bisogno del grande schermo per balzare agli onori della cronaca, lui che personaggio lo è già da quando è tornato a guidare un’autovettura con l’aiuto di speciali protesi per compensare la mancanza degli arti inferiori prendendo persino parte al Mondiale Turismo BMW ottenendo quattro vittorie in altrettante stagioni. E’ star televisiva (conduce, tra gli altri, il programma di storytelling sportivo Sfide), sì, ma prima di tutto è campione olimpico. Ancora imbattibile a quasi 50 anni.


In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: in particolare da Rai 2(già rete olimpica) e da Rai Sport 1, che ad agosto scorso hanno trasmesso in diretta le gare delle Olimpiadi. In totale, oltre 400 ore di programmazione, delle quali 280 in diretta.

Raisport1 sarà il canale tematico completamente votato ai Giochi Paralimpici, con 12 ore al giorno di programmazione in diretta, dalle 14.00 alle 4.00, e 12 ore di differita, dalle 4.00 alle 14.00. Il canale tematico sarà visibile anche in Hd.

Su Rai2 ogni giorno prevista la diretta dall’1.30 alle 4.00 di notte. In mattina, dalle 9.00 alle 9.45, la sintesidelle gare più importanti della notte.

francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

 

Tolisso: “Stavo per firmare col Napoli, i 30 mln offerti mi avevano messo pressione!”

Le parole di Tolisso

Corentin Tolisso, giovane centrocampista del Lione, sembrava ormai pronto a vestire la maglia azzurra, ma un improvviso dietrofront ha fatto saltare tutto. Ha parlato a L’Equipe e queste sono le sue dichiarazioni: “Non ero convinto. Lì c’è troppa pressione, non era nei miei piani andare via. É stata una giornata molto complicata, sono arrivato all’allenamento e non sapevo cosa fare. Sono tornato a casa verso le ore 14, ho chiamato i miei genitori, i miei agenti ed il presidente per comunicare la mia decisione di rimanere al Lione. Ho sentito che il presidente era davvero felice della scelta, così nel pomeriggio ho chiesto di vedere anche l’allenatore per dargli la notizia. Si era partiti con un’offerta da 16 milioni e si è arrivati fino a 30 più bonus. Sicuramente è lusinghiero, ma questa cifra versata per me mi avrebbe messo una certa pressione. La scelta di restare è stata una sorta di liberazione”.

FOTO – Juve Stabia-Melfi, l’occasione giusta per la presentazione del settore giovanile

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La Juve Stabia prosegue la propria stagione di Lega Pro e questa sera affronterà il Messina in campionato. In occasione della gara interna con il Melfi, è stato presentato anche il settore giovanile. Il presidente del settore e il direttore responsabile, Andrea De Lucia e Alberico Turi, hanno consegnato una targa al presidente Franco Manniello e una simbolica alla curva gialloblè.

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Mertens: “Con Benitez non abbiamo avuto culo, ecco la differenza con Sarri!”

Queste le parole di Mertens

A Sky Sport ha parlato in mixed zone nel post gara di Dinamo Kiev-Napoli l’attaccante del Napoli, Dries Mertens: “Abbiamo avuto diverse occasioni per fare l’1-0, anche io ma abbiamo sbagliato. Dopo i tre punti però non dobbiamo dire altro. Cos’ha di diverso questa squadra rispetto a quella di Benitez? Con Rafa abbiamo fatto 12 punti, ma non abbiamo ‘avuto culo’: è questa la differenza. Con Sarri giochiamo di più la palla, Jorginho ha sbagliato solo qualche passaggio. Abbiamo cambiato il nostro atteggiamento, con Rafa era più difensivo e più attento mentre questa squadra per me è più offensiva”.

Pensione di reversibilità anche a figli e nipoti?

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Pensione di reversibilità: quando spetta ai figli e ai nipoti?

L’ordinamento riserva tale prestazione economica anche a tali categorie di familiari ma solo a determinate condizioni

Domanda: “La pensione di reversibilità spetta anche ai figli e ai nipoti? A che condizioni?”

Risposta: “La pensione di reversibilità è una prestazione economica che l’ordinamento riserva ai familiari del pensionato, in caso di suo decesso.

Tra i soggetti cui tale sussidio è riservato vi sono anche i figli del defunto (non solo legittimi ma anche legittimati, adottivi, affiliati, naturali, legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati o nati da precedente matrimonio dell’altro coniuge), ma solo a determinate condizioni.

In particolare la pensione di reversibilità spetta innanzitutto ai figli che alla morte del pensionato erano minori di 18 anni.

Vi hanno poi diritto anche i figli inabili di qualunque età che alla data del decesso erano a carico del genitore. A tal proposito si precisa che l’inabilità al lavoro va accertata da parte della commissione medica dell’ente che eroga la prestazione prendendo come riferimento la situazione in essere al momento del decesso del genitore.

La pensione di reversibilità spetta poi ai figli studenti di scuola media superiore, di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore e che non svolgano alcuna attività lavorativa.

Infine hanno diritto a tale prestazione economica i figli studenti universitari per tutta la durata del corso legale di laurea, in ogni caso non oltre i 26 anni di età, che siano a carico del genitore e che non svolgano alcuna attività lavorativa.

In alcuni casi, poi, tra i soggetti legittimati a ricevere la pensione di reversibilità vi sono anche i nipoti. Ci si riferisce ai casi in cui questi, anche se non formalmente affidati, siano minori e a carico del nonno o della nonna alla data della loro morte.

Si precisa, in generale, che sono a carico coloro che si trovano in uno stato di bisogno, non sono autosufficienti economicamente ed erano mantenuti, in maniera continuativa, dal pensionato prima del suo decesso.

I figli o i nipoti del pensionato defunto che non si trovano nelle predette condizioni, non hanno in nessun caso diritto alla pensione di reversibilità”.

Valeria ZeppilliAvv. Valeria Zeppilli
E-mail: valeria.zeppilli@gmail.com
Laureata a pieni voti in giurisprudenza presso la Luiss ‘Guido Carli’ di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro. Attualmente svolge la professione di Avvocato ed è dottoranda di ricerca in Scienze giuridiche – Diritto del lavoro presso l’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti – Pescara

Fonte: StudioCataldi/Pensione di reversibilità: quando spetta ai figli e ai nipoti?

Juve Stabia, Fontana può sorridere: Morero ci sarà con il Messina!

Questo quanto ha da poco comunicato il club

S.S Juve Stabia rende noto che il difensore Morero, che non era stato inserito nella lista dei convocati, dopo trattamento fisioterapeutico effettuato nella giornata di ieri, ha superato le problematiche e si è messo da stamane a disposizione del tecnico Gaetano Fontana per la partita di stasera con il Messina, valevole per la 4a giornata di andata in programma allo Stadio “Romeo Menti” alle ore 20:30.

ssjuvestabia.it

E se il Napoli nell’affare Icardi avesse inserito Milik?

Ecco cosa sarebbe accaduto se il Napoli nell’affare Icardi avesse inserito Milik

La Gazzetta dello Sport racconta: “Il neo bomber azzurro si è svelato ai più con quel graffio all’Irlanda del recente Europeo ma giova ricordare che da centravanti dell’Ajax di De Boer aveva realizzato 32 gol su 52 partite. A proposito di Ajax e di De Boer: chissà cosa sarebbe successo se a fine agosto il Napoli nella trattativa per Icardi avesse inserito Milik invece di Gabbiadini. Già, Manolo… Destino crudele: dopo aver dovuto applaudire dalla panchina i 36 acuti del Pipita adesso si ritrova davanti questo ragazzone dell’Est (22 anni) che segna quattro volte in quattro gare… Una gabbia per Gabbiadini, (comparso sul terreno solo al minuto 82’) dorata sì, ma sempre a sbarre. Nonostante Sarri lo veda sorridere di più”.

Sarri, questa la reazione al secondo gol di Milik

Ecco cosa ha fatto Sarri

La Gazzetta dello Sport racconta le emozioni vissute da Sarri a Kiev: “L’emozione non l’ha tradito. Se n’è stato buono, seguendo la partita nell’area a lui destinata, senza cedere al nervosismo. La prima volta di Maurizio Sarri nell’Europa dei grandi, è stata un piccolo capolavoro, che ha costretto alla resa la Dinamo Kiev, avversario di discreta qualità, ma non da poter impensierirlo. Certo, al gol di Garmash si sarà sentito il mondo crollare addosso, ma in quei momenti è riuscito a tenere la calma e a trasmetterla ai giocatori. E il malcontento è durato soltanto 10 minuti, il tempo perché Milik salisse lassù per colpire il cross di Ghoulam e rimettere a posto il risultato. Il primo gol della sua gestione Champions, che emozione! Eppure, anche in quegli istanti ha saputo essere razionale, ha gioito dentro di sé, ma ha richiamato la squadra, chiedendo ai suoi ragazzi di non perdere la concentrazione”.

De Laurentiis assente a Kiev: sarà così anche al San Paolo

Questo è quanto racconta la rosea su De Laurentiis

La Gazzetta dello Sport scrive su De Laurentiis: “Pure ieri sera il presidente del Napoli non era al seguito della sua squadra. Gli spifferi cittadini dicono che sarà una costante anche in casa. Vedremo. Di sicuro bisogna dargli atto di aver azzeccato per la seconda volta la mossa più delicata del suo mercato, ovvero la sostituzione di un bomber micidiale e amatissimo quale Higuain. Che a sua volta aveva rimpiazzato un altro popolarissimo eroe, Edinson Cavani rapito dal PSG (2013), choc assorbito appunto dall’ingaggio del tandem madridista formato dal Pipita e da Callejon. Certo, si attendono conferme dal gigante polacco. Però i tifosi partenopei stanno cominciando a capire perché a Varsavia e dintorni Milik è stato definito il nuovo Lewandovski”.

Maradona: “Sarò a Roma il 12 ottobre per partecipare alla partita della Pace!”

Queste le sue parole

Diego Maradona tornerà in Italia il prossimo 12 ottobre per partecipare alla partita della Pace allo stadio Olimpico di Roma. L’asso argentino ha pubblicato un video su Facebook annunciando il suo arrivo nella capitale: “Mi sto allenando per la partita della pace, mi ha chiamato Papa Francesco e non potevo mancare. Sarà tutto a beneficio dei terremotati, gli italiani mi hanno dato tanto, non solo i napoletani. I napoletani mi amano, ma gli italiani mi rispettano perchè sanno che ho sempre dato tutto me stesso in campo. Un saluto a tutti i miei fans, sto lavorando duro per il 12 ottobre”.

Stuprata e poi su Whatsapp ‘grazie’ al filmato delle ‘amiche serpenti’

Stanislao Barretta, ViViCentro.it
Stanislao Barretta, ViViCentro.it

Amiche serpenti. Un vecchio proverbio delle mie parti (Stabia, ma credo che sia una massima nota anche altrove, comunque valido ovunque) recita: ‘Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io’ e quanto accaduto ad una ragazza 17enne di Rimini è la puntuale conferma della saggezza dei nostri ‘vecchi’. Il fatto accaduto è così riassumibile: alcune cosiddette amiche di una 17enne di Rimini, invece di soccorrerla per evitarle la violenza perpetrata da un 19enne albanese, si danno da fare per filmare tutto lo stupro, accompagnando la registrazione con delle risate, e poi – non ancora soddisfatte – pubblicano il frutto della loro malvagità Whatsapp. Ora non resta che sperare in una magistratura ed in un giudice vero e pulito che non partorisca una delle strampalate sentenze che, in tema di violenza in genere, sessuale ed addirittura pedofila in particolare, non mancano nel triste italico ed italiota corollario giudiziario.

Tiziana Cantone, suicidaDa Belen a sexy prof, a Tiziana, a 17enne Rimini: 20 anni di scandali, di video hot e suicidi

Stanislao Barretta

La notizia è riportata su Repubblica di oggi e ve la riporto a seguire.

Rimini, filmata dalle amiche mentre viene stuprata: il video finisce su Whatsapp

La vittima della violenza ha 17 anni, nelle riprese anche le risate delle giovani

RIMINI – Le amiche – mai definizione fu più distorta di questa – l’hanno filmata mentre lei, ubriaca tanto da non ricordare poi nulla, veniva stuprata da un ragazzo nel bagno di una discoteca. Non solo nessuna è intervenuta per fermare la violenza, ma quel video è stato condiviso su Whatsapp, diventando virale e distruggendo l’esistenza di una giovane di 17 anni. Un doppio, terribile tradimento. E’ accaduto qualche tempo fa nel Riminese e ora indaga la magistratura. Lo riporta la stampa locale.

Non è ancora chiaro se la ragazza abbia esagerato con l’alcol volutamente, assieme alle compagne della serata o la vera violenza sia iniziata così, con un giovane conosciuto appena di vista che ti spinge a bere, bere e bere ancora. Quando la 17enne perde completamente il senso di quello che accade, allora l’altro la trascina in bagno. Le “amiche” se ne accorgono. E li seguono. Non per sorvegliare una ragazza in evidente difficoltà, ma per filmarla da un’altra toilette, registrare l’orrore, un orrore che, a quanto risulta alla stampa, viene sonoramente accompagnato dalle risate. Delle “amiche”. Nessuna di loro pensa di chiedere aiuto, fermare in qualche modo il bruto, salvare in extremis una 17enne incapace di farlo da sola. Anzi, il giorno dopo quel filmato arriva proprio sul cellulare della giovane. E l’incubo si tratteggia in maniera più definita.

L’unico aiuto arriverà dalla madre della vittima, che, una volta resasi conto di essere finita in una trama violenta e agghiacciante, si dispera con la sua famiglia. La denuncia ai carabinieri fa scattare un fascicolo per violenzasessuale, ora sul tavolo del pm Davide Ercolani, nel quale però comparirebbero poche parole della 17enne: i ricordi sono scarsi e probabilmente confusi.

Ma quel che lei non può dire, lo dice un video – che gli inquirenti ritengono di essere riusciti a bloccare del tutto – dal quale si cerca di identificare il violentatore. E ci sono delle ragazzine che, sentite in questi giorni, dovranno spiegare molte cose. A partire dal perché di quel doppio tradimento

Un’Area Exp di Cerea tutta da ridere con Pucci e Ale & Franz

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Saranno due appuntamenti tutti da ridere. Una rassegna fatta di 3 comici che hanno trasformato il loro umorismo innato in una vera e propria arte. Pucci e Ale e Franz vi danno appuntamento, rispettivamente il 12 novembre e il 2 dicembre, all’Area Exp di Cerea per due serate dove le risate sono garantite dall’inizio alla fine dello spettacolo. Un divertimento frutto del vivere di tutti i giorni: la quotidianità, l’essere uomini, le relazioni interpersonali diventano l’ispirazione di Pucci e Ale Franz per due spettacoli dove la vita viene presa in giro dalle nostre abitudini, dai nostri costumi e atteggiamenti più ironici.

Una satira intelligente, che fa riflettere sulla nostra società, sui nostri modi di fare, spesso inosservati perché ormai automatismi. Due occasioni per ridere di noi stessi, dei nostri amici, della nostra famiglia, perché Pucci e Ale e Franz riproporranno tutti noi, l’uomo, la vita, nelle loro complessità. Uno sguardo ironico sul vivere di oggi, tra mode, giovani a volte incomprensibili, modi di pensare ed essere, in quella che è la società 2.0.

I biglietti sono già disponibili su Ticketone, Geticket e presso il circuito Unicredit.

PUCCI – IN…..TOLLERANZA ZERO (12 Novembre 2016 – Area Exp Cerea – VR)

Di e con Andrea Baccan
Collaborazione ai testi Daniele Ceva e Raffaele Skizzo

Quando Pucci deve aprire una porta e non trova le chiavi, non perde tempo a cercarle, sfonda la porta con un calcio! Il rumore che genera non è il tipico “crash” del legno che si rompe ma è quello di una fragorosa risata.

“IN…TOLLERANZA ZERO”, è il nuovo spettacolo in cui Andrea Baccan, (in arte PUCCI), rende esilarante la fatica di vivere di chi, a 50 anni, si trova ad interagire con nuove e incomprensibili mode, nuove tecnologie, con la scuola della figlia e le devastanti e dispendiose attività extrascolastiche senza tralasciare gli acciacchi del mezzo secolo che si porta sulle spalle, costretto ad esami clinici ed esercizi fisici, per rimanere vitale in un mondo dove sono diventate indispensabili cose fino a poco tempo fa inutili e ridicole.

L’attore comico italiano con i ritmi più incalzanti e l’energia a “ciclo continuo”, evita la satira politica, preferendo quella di costume, la quotidianità è l’argomento centrale:

“Non tollero quando vai in pizzeria a prendere le pizze da portare a casa agli amici: sei lì da solo e ordini 3 Margherite, 2 quattro stagioni, 1 coi funghi e 3 napoli e il pizzaiolo ti fa: “da portare via?” – “no, me le mangio tutte io! guardi da bere solo un bicchiere d’acqua!” “Non tollero quando vai in aeroporto, al banco del check-in consegni due biglietti e l’impiegata ti fa: “siete in due?” – “No siamo in 38, adesso arriva il pullman”.

“IN….TOLLERANZA ZERO” Andrea Pucci sfonda le assurde porte che bisogna superare ogni giorno per tornare a casa sani e salvi a colpi di un’“intolleranza” dalla comicità energica e devastante.

Ale e Franz – Tanti Lati Latitanti (2 Dicembre 2016 – Area Exp Cerea – VR)

regia di Alberto Ferrari

scritto da Alessandro Besentini, Francesco Villa

e Antonio De Santis

con Ale e Franz

Lati tanti – Tanti lati della vita e degli uomini. A conoscerli tutti come sarebbe più semplice poi capirsi.

Ogni incontro nasce da una coppia. Ogni dialogo nasce da un incontro. A ogni azione verbale e non, corrisponde una risposta… quella dell’altro.

È così che si esplora il mondo delle relazioni a cui Ale e Franz, come coppia, da sempre si ispirano.

L’inesauribile materiale umano è sempre il punto di partenza da cui tutto nasce.

Di tutto può parlare l’uomo. Tutto può smontare e rimontare il ragionamento umano.

Poi… il sottolineare le cose in base alle diverse angolazioni in cui ogni persona le osserva, diventa il segreto per ridere di noi stessi.

Lati tanti e tanti uomini in scena. Uomini scaltri, uomini dubbiosi, uomini saggi, uomini risolti, uomini strani. Tutti uomini, però!

Uomini che ci faranno ridere con la loro unicità e umanità.

Lati tanti – Tanti lati in cui riconoscersi e fingere di non vedere che siamo proprio noi questi uomini. Noi con i nostri modi di vivere, di pensare, i nostri tic e le nostre ingenuità e virtù, le nostre forze e la nostra inesauribile e unica follia.

Un vedersi allo specchio, un cercarsi e riconoscersi tra la folla e ridere (tanto) di gusto insieme.

BASTA LA SALUTE! Caffaro: un caso italiano

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BASTA LA SALUTE!
Caffaro: un caso italiano

Di Pietro Mazzoldi
Regia Fabio Maccarinelli
Con Sergio Mascherpa

Durata dello spettacolo: 1 ora

Il 2016 vede la ripresa della collaborazione tra CTB e Teatro Laboratorio per la Rassegna Pressione Bassa, un’esperienza teatrale consolidata di impegno sul territorio che giunge quest’anno alla 22° edizione.

Una sinergia che, attraverso la direzione di Sergio Mascherpa, consentirà un ampliamento dell’offerta di spettacolo e l’utilizzo di nuovi spazi nel Comune di Brescia, grazie alla collaborazione con L.A.B.A, Libera Accademia di Belle Arti e Aità Spazio Prove, e che permetterà di rafforzare le azioni di promozione e diffusione teatrale sul territorio provinciale, con la proposta di un cartellone articolato ed attento alle esigenze di numerose realtà locali aderenti, quali i Comuni di Castenedolo, Gussago, Offlaga, Ome, San Zeno Naviglio, Borgo San Giacomo, Botticino, Cellatica, Meano di Corzano, Desenzano d/Garda, Ghedi, Gottolengo, Gussago, Leno, Lograto, Orzinuovi, Rezzato, Roncadelle, Oratorio di San Luigi di Bagnolo Mella.

Il teatro Laboratorio Aità propone nello spazio della LABA Libera Accademia di Belle Arti, martedì 13 settembre alle ore 21.00, la rappresentazione dello spettacolo dal titolo “BASTA LA SALUTE – Caffaro : un caso italiano”, testo di Pietro Mazzoldi, per la regia di Fabio Maccarinelli con Sergio Mascherpa, che replicherà fino a domenica 18 settembre.

“Basta la salute” ripercorre con rigore storico e scientifico la storia del Pcb a Brescia dal 1976 a oggi, ricostruisce nel dettaglio il succedersi di sopraffazioni, omertà e aspetti grotteschi del caso Caffaro, il caso di una città che può con diritto primeggiare in Italia per il suo triste stato ambientale.

Lo spettacolo si pone come voce in un coro di voci. Voce senza compromessi nel rovinoso paesaggio dell’inquinamento. Non dovrebbe mancare la comicità tipica di chi, giocando a fare lo struzzo, si ritrovò senza sabbia dove nascondersi.

Prezzo unico € 8,00

INFO e prenotazione: Teatro Laboratorio – info@teatrolaboratoriobrescia.net

E’ consigliata la prenotazione allo 030 – 302696 o 320/2160715

13 agosto 2001, scoppia sulle pagine di Repubblica il caso Caffaro. Nella zona sud di Brescia, la città è cresciuta insieme e attorno alla Caffaro, che ha prodotto per 50 anni Pcb. Oggi il policlorobifenile non si può più produrre nel mondo intero, perché è considerato fortemente cancerogeno. Anche se è apparentemente innocuo, è una molecola simile alla diossina e come quel veleno non si degrada, rimane a lungo nel terreno.

Tutti i quartieri intorno alla fabbrica sono inquinati. Per 50 anni la Caffaro ha disperso ogni giorno 10 kg di Pcb. In tutto 150 tonnellate. Quando la sua tossicità per l’uomo si calcola in ordine di nanogrammi.

Dal 2002 tutti a Brescia e a Roma lo sanno: ma la bonifica non è mai cominciata e si è lasciato che 25.000 persone continuassero a vivere nel veleno. È proibito camminare sull’erba, nessun suolo verde, non asfaltato o cementificato, può entrare in contatto con l’uomo.

La storia che vi raccontiamo non riguarda solo Brescia, perché l’Italia è piena di siti inquinati, contaminati e non bonificati, non lontani dall’abitato, ma vicino alle case, alla gente, alle scuole. Sono 100 mila gli ettari inquinati da Nord a Sud, tutti in attesa di bonifica. Solo in tre siti di interesse nazionale è stato approvato il 100% dei progetti di bonifica previsti.

Da Taranto a Mantova, da Gela a Marghera, da Manfredonia a Casale Monferrato: un business da 30 miliardi di euro tra ritardi, inchieste giudiziarie e commissariamenti, frutto della superficialità, della corruzione, dell'indifferenza per le vite degli altri e per la nostra terra.

“Basta la salute” ripercorre con rigore storico e scientifico la storia del Pcb a Brescia dal 1976 a oggi, ricostruisce nel dettaglio il succedersi di sopraffazioni, omertà e aspetti grotteschi del caso Caffaro, il caso di una città che può con diritto primeggiare in Italia per il suo triste stato ambientale.

“Vedete, come faccio, come faccio a farla diventare una tragedia questa storia? Ogni volta che sembra che la situazione degeneri, una trovata geniale, da commediuccia all’italiana, la fa diventare opera buffa, barzelletta. E noi siamo qui che ridiamo …”.

Lo facciamo perché è un’urgenza parlarne: siamo costretti, accerchiati, messi alle corde.

Lo facciamo per chiedere che la salute dei cittadini diventi la priorità assoluta, anche se a Brescia questa necessità sembra quasi un tabù, forse perché la situazione è troppo grave. E la gente preferisce girarsi dall’altra parte, fare finta di niente, piuttosto che aprire gli occhi su quello che sta succedendo sulla nostra pelle.

Lo facciamo attraverso un’ironia leggera e spiazzante, capace di coniugare poesia e tragedia.

Lo facciamo perché bisogna sapere, per resistere meglio alla prepotenza e alla menzogna di chi dovrebbe tutelarci.

Lo spettacolo si pone come voce in un coro di voci.

Voce senza compromessi nel rovinoso paesaggio dell’inquinamento. Non dovrebbe mancare la comicità tipica di chi, giocando a fare lo struzzo, si ritrovò senza sabbia dove nascondersi.

La Champions League e gli eroi a distanza

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L’avvio della stagione della Champions League regala una nuova generazione di eroi: oltre alle due squadre del Campionato in lizza, i bambini italiani si trovano a tifare Real Madrid o Barcellona, Manchester City o Arsenal, come ci racconta Massimo Gramellini.

Effetto Champions, la rivoluzione del tifo 

Appartengo alla generazione che si ostina a chiamare la Champions «Coppa dei Campioni». Quelli come me sono dei provinciali che considerano ancora il calcio una questione di tifo morboso per la squadra della propria terra. Ma siamo un residuato del Novecento, ne ho avuto la prova sabato scorso. Mi trovavo al festival di Camogli e alle due meno cinque del pomeriggio ho visto scattare all’unisono relatori, scrittori e intellettuali insospettabili, tutti alla ricerca spasmodica di un televisore acceso sul derby di Manchester, City contro United. Tra loro non c’era neanche un inglese. Né, che io sappia, un residente a Manchester, città dal fascino assai discutibile. Arrivo a supporre che, se avessi messo una cartina della Gran Bretagna davanti ai loro nasi, quasi nessuno avrebbe saputo indicarmi l’esatta collocazione di Manchester. Eppure i destini delle due squadre di quella entità in fondo onirica chiamata «Manchester» erano in cima ai loro pensieri. Così mi sono ritrovato da solo, con lo smartphone connesso sul sito de «La Stampa», a leggere il resoconto dell’allenamento del Toro, impegnato il giorno dopo a Bergamo in una partita di cui – la verità non mi era mai apparsa così chiara come in quel momento – erano a conoscenza soltanto i tifosi stretti delle due squadre interessate.

Il telecalcio ha annullato le distanze. Oggi ci sono bambini italiani che delirano per i campioni del Barcellona e del Chelsea, ne indossano le magliette e ne seguono le gesta in tv, senza averli mai toccati e forse neppure visti una volta dal vivo.

Conoscono a memoria la formazione del Real Madrid, ma se chiedete loro chi è l’allenatore dell’Udinese resteranno perplessi. Ora che ci penso, anch’io. La trasformazione genetica dei tifosi è già avvenuta. Non rimane che adeguarvi i format televisivi, pardon i campionati, creando la Nba del calcio europeo, così da avere ogni settimana Juve-Ajax e Inter-Atletico anziché Juve-Chievo e Inter-Empoli. Gli ultimi a opporre resistenza sono i grandi club inglesi, affezionati alla Premier League, ma la valanga di soldi che la Nba europea è in grado di generare finirà per sedurre anche loro. Già adesso la Coppa dei Campioni – pardon, la Champions – attira più interessi dei campionati nazionali, che squadre come Juve e Bayern vincono a mani basse da tempo immemore per manifesta superiorità economica e organizzativa.

Se il calcio («la più importante tra le cose meno importanti», Arrigo Sacchi) è anche storia del costume, stiamo assistendo a una svolta profonda. Ho un amico di Alba che, da ragazzino, il sabato andava a vedere le partite dell’Albese in serie C e la domenica tifava Toro in Serie A. Suo figlio riproporrà lo schema, solo su scala più vasta: tiferà Toro in ciò che resterà del campionato italiano, mentre in tv si affezionerà a una squadra della lega europea. Tutti avremo (avranno) una squadra «local» e una «global». Si tratterà di una forma di tifo diversa, slegata dal campanile di appartenenza, meno ossessiva e immutabile. Nel vecchio calcio la squadra della vita era quella di cui ti innamoravi da piccolo e che spesso aveva la sede nella tua regione o addirittura nella tua città, ed era proprio questo particolare a favorire l’identificazione. Non so se un ragazzino italiano innamorato del Manchester United gli resterà fedele fino alla morte, oppure se alla terza sconfitta consecutiva passerà al City. Il video e il web creano rapporti meno intimi e profondi del contatto diretto e dell’appartenenza geografica. Ma ai padroni del pallone la mobilità del tifo non preoccupa: fa parte delle logiche di mercato. Hanno apparecchiato una ventina di marchi tra i quali l’immensa platea televisiva potrà scegliere di volta in volta quello per cui fare la ola. In cambio lo spettatore riceverà ogni settimana dieci spettacoli di qualità recitati dagli attori più dotati, mentre i brocchi verranno relegati nei campionati nazionali, il cui livello sarà ancora più scadente di quello attuale, già scadentissimo, così da indurre gli ultimi nostalgici a sottoscrivere l’abbonamento televisivo alla lega europea.

Resta sullo sfondo il problema di che cosa fare di quelli come me, che non tifano per uno dei venti superclub e sono troppo stagionati per tradire l’antica fede o semplicemente per affiancargliene una nuova. Noi che il derby di Manchester finiamo per guardarlo, ma come se fosse un film di effetti speciali – con l’occhio della meraviglia, non con quello della passione – e infatti dopo un po’ ci annoiamo e cambiamo canale. Quando il Progresso ci asfalterà, verremo classificati alla voce «danni marginali». E ci ritroveremo sugli spalti semivuoti di Toro-Genoa e Palermo-Fiorentina con lo stesso spirito di quei collezionisti di auto d’epoca che sfilano per le strade, incuranti e persino orgogliosi della propria marginalità.

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lastampa/Effetto Champions, la rivoluzione del tifo MASSIMO GRAMELLINI

Il contrattacco a Cinque Stelle: spostano l’attenzione da Roma all’estero

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Il Movimento Cinque Stelle messo sotto pressione dal governo della Capitale contrattacca sulla politica estera: si oppone alla risoluzione della maggioranza per la missione Ue in Libia e accusa il premier Renzi di aver portato l’Italia “in guerra” senza il consenso del Parlamento.

La foto del giorno ritrae Virginia Raggi e Chiara Appendino sul balcone del Canpidoglio: per la prima volta da una settimana la sindaca di Roma sorride accanto alla collega torinese.

Appendino, soccorso a Raggi: “Autonome, ma ci aiutiamo”

Incontro a Roma, asse sulla cultura. La partita della guida dell’Anci

ROMA – Prima le foto lanciate via Twitter poi la scelta di uscire insieme su un balcone del Campidoglio a chiacchierare e sorridere come due vecchie amiche. Sotto, però, ci sono fotografi e operatori e quell’immagine di normalità ritrovata diventa così un messaggio politico per la base grillina ma anche per gli altri partiti: Chiara Appendino e Virginia Raggi, pur nella diversità delle situazioni, provano a rilanciare l’asse rosa che nelle intenzioni del M5S avrebbe dovuto dimostrare l’esistenza di un modo alternativo di governare. In queste settimane di caos romano Appendino ha evitato con cura di prendere posizione e di fare commenti. Anzi ha respinto le sirene di chi, come Carlo Freccero, l’ha lanciata come possibile leader nazionale. Poi tra ieri e lunedì è scesa a Roma per incontrare un paio di ministri e ha iniziato non solo a spendersi per la sua collega – «non ha bisogno di consigli» – ma insieme hanno deciso di dar vita ad un asse tra Roma e Torino. La sindaca di Torino la vede così: «Serve confronto e, soprattutto, consapevolezza che in caso di bisogno ci siamo l’una per l’altra nel totale rispetto e indipendenza dei rispettivi ruoli».

Un asse suggellato dall’invito alla Raggi di salire a Torino (accettato) e dall’indicazione di due dossier di lavoro. Il primo: la cultura, su cui troppo spesso si è tagliato in nome delle “urgenze” del momento. La seconda: l’impostazione della Città Metropolitana. Un tema caro ad Appendino che sta cercando alleanze per andare in pressing sul governo Renzi per ottenere più fondi per «servizi essenziali ai cittadini».

Quando Raggi avrà completato la sua giunta l’asse Roma Torino potrebbe essere la carta su cui giocarsi la partita Anci.

E’ noto come i pentastellati reclamino un maggiore peso nell’associazione dei comuni. Il dossier è in mano anche ai deputati responsabili degli enti locali che non escludono l’ipotesi più radicale di cui si è cominciato a parlare dopo la vittoria dei 5 Stelle alle amministrative: far uscire il Movimento dall’Anci se il Pd dovesse insistere su un nome al vertice in continuità con Piero Fassino e «troppo sdraiato sulle posizioni del governo». E’ un’ipotesi che però non convince Appendino, anche in questo in sintonia con Raggi, la quale più che sui nomi ha chiesto di ragionare su «una piattaforma programmatica» su cui impostare la trattativa che porterà, a ottobre, all’elezione dei nuovi organi direttivi.

Ovviamente i nomi conteranno per riequilibrare i rapporti di forza e neutralizzare l’unico 5 Stelle che fino a oggi ha contato qualcosa nell’Anci. Senza troppo girarci intorno, l’obiettivo del M5S nazionale è di marginalizzare Federico Pizzarotti anche nell’associazione dei comuni, dove ricopre ancora il ruolo di vicepresidente. Un’operazione che per andare a buon fine conta molto sull’asse Roma-Torino (passando per Livorno). Se così fosse i favoriti per quella carica sarebbero Appendino e Filippo Nogarin.

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lastampa/Appendino, soccorso a Raggi: “Autonome, ma ci aiutiamo” ILARIO LOMBARDO, MAURIZIO TROPEANO

L’Angolo di Samuelmania – Champions, buona la prima!

Samuele Esposito: Samuelmania

Samuelmania: vittoria doveva essere e vittoria è stata del Napoli a Kiev

Il Napoli ritorna in Champions League e il risultato non può non essere positivo: è venuta fuori con una bella vittoria a Kiev con un inizio di partita non troppo brillante per alcune piccole distrazioni difensive. Abbiamo subito goal, ma poi il Napoli è entrato subito in partita con un super Arek Milik che mette a segno due bellissimi goal e regala la vittoria al Napoli. Una squadra fortissima per una meritata vittoria. Adesso pensiamo alla prossima gara, di campionato, con il Bologna. Forza Napoli!

a cura di Samuele Esposito

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Con il Referendum Costituzionale è in gioco il futuro dell’Italia

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L’ambasciatore americano a Roma John R. Phillips si esprime sul referendum costituzionale, affermando che la vittoria del “no” nuocerebbe alle riforme economiche.

“La presa di posizione americana tocca in realtà un nervo scoperto italiano, scrive l’editorialista Stefano Stefanini Non si può guardare al nostro referendum costituzionale nell’orticello della politica romana, completamente ignari delle ripercussioni europee e internazionali. In gioco non è l’eventuale successione a Palazzo Chigi; è il futuro dell’Italia”.

Perché ci guardano gli alleati

L’ambasciatore americano a Roma si permette di dire che Washington teme per le sorti dell’Italia in caso di vittoria del «no» al referendum costituzionale. Apriti cielo: il partito del «no» insorge contro l’ingerenza americana in Italia quasi che John Phillips stia complottando un colpo di Stato della Cia stile dimenticata Guerra Fredda. Il fronte interno del no esprime di tutto tranne che una linea vagamente comune sulla politica estera. Eccolo improvvisamente compattarsi sul Piave dell’orgoglio nazionale: lo straniero (in questo caso americano) non passerà.

Questareazione è comodamente dimentica di tre cose: primo, di domandarsi se i consigli dell’ambasciatore americano siano buoni o cattivi o irrilevanti. Gli si nega semplicemente il diritto di darli. Secondo, di riflettere sul perché il principale alleato dell’Italia (e riscopriamo che lo sia ogni volta che abbiamo bisogno di qualche grosso puntello politico internazionale, anche in Europa) si preoccupa tanto di una vicenda interna.

Terzo, di guardarsi intorno. Correrebbe il rischio di accorgersi che, fuori confini, il timore di un successo del no è tutt’altro che un’esclusiva americana. Lo condividono Berlino, Bruxelles, gli investitori cinesi e arabi che vogliamo attirare nel Bel Paese e le agenzie di rating internazionale. Altri politici e diplomatici parlano con più discrezione ma la pensano esattamente come Phillips: l’Ambasciatore americano può aver peccato in diplomazia ma certo non in onestà e sincerità. Del resto, si sa, è una caratteristica americana: gli amici possono permetterselo.

L’esplicita presa di posizione di Phillips dovrebbe costringere i sostenitori del no referendario a riflettere sulle conseguenze della loro eventuale vittoria. Invece, punti sul vivo, attaccano il messaggero anziché il messaggio. Esattamente come avvenuto nel Regno Unito dove Boris Johnson e compagni si sono scagliati contro Obama per aver sconsigliato l’uscita dall’Ue. Anche loro del resto si guardavano bene dal domandarsi quali sarebbero state le conseguenze della vittoria di Brexit. Col risultato che a quasi tre mesi di distanza Londra è ancora impreparata al grande passo.

Molti di quelli che ieri hanno linciato Phillips a Roma, avevano applaudito Obama a Londra in aprile. Forse temono che gli italiani abbiano più buon senso dei britannici nel dare ascolto ai buoni consigli di amici.

La presa di posizione americana tocca in realtà un nervo scoperto italiano. Non si può guardare al nostro referendum costituzionale nell’orticello della politica romana, completamente ignari delle ripercussioni europee e internazionali. In gioco non è l’eventuale successione a Palazzo Chigi; è il futuro dell’Italia.

All’estero il referendum italiano è percepito essenzialmente come una prova di stabilità del nostro sistema e della capacità di tenuta delle riforme di questi ultimi anni. Le simpatie internazionali verso Matteo Renzi non sono né casuali né opportunistiche. Lo conferma l’invito il 18 oottobre di un Presidente americano uscente. Premiano un presidente del Consiglio che ha il coraggio di attaccare il tabù dell’Italia che non sa o non vuole cambiare – per inciso, sulla scia dei due predecessori, Enrico Letta e Mario Monti, anche loro sempre benvenuti alla Casa Bianca.

L’Italia deve capire che quello che succede nei palazzi romani non è più un innocuo rimescolamento di carte come avveniva nella Prima Repubblica. E’ un tassello di equilibri europei e, di riflesso, internazionali. Con tre elezioni in calendario nel 2017 (Olanda, Francia, Germania), più il secondo ripescaggio delle presidenziali austriache e, forse, il terzo parlamentare in Spagna, in autunno, con il Regno Unito nelle convulsioni di Brexit (la luna di miele di Theresa May è terminata), il panorama europeo d’incertezze e fragilità politiche è desolante. Anche le ultimissime urne croate non hanno prodotto una maggioranza. La stabilità che si trova in Polonia o in Ungheria non è forse quella che l’Europa cerca.

Ci stupiamo che l’Europa e il mondo si preoccupino di un risultato referendario che farebbe precipitare anche l’Italia nelle sabbie mobili dell’instabilità? Cosa succede al famigerato «spread»? Chi gestisce la pressione immigratoria sul canale di Sicilia? La Libia?

L’Ambasciatore americano a Roma ha avuto il coraggio di dirlo. Forse dovremmo ringraziarlo. Votare no rimane perfettamente libero, legittimo e democratico. Anziché lagnarsi dell’ingerenza chi lo sostiene dovrebbe però cogliere l’occasione per dimostrare che stabilità politica, tenue ripresa e corso riformista sopravviverebbero a una loro vittoria.

Il resto di noi prende atto che quello che succede in Italia conta per il resto del mondo che, pertanto, se ne occupa e lo dice. Rallegriamocene e assumiamocene la responsabilità.

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L’opinione dell’ambasciatore americano a Roma John R. Phillips sul referendum costituzionale

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L’ambasciatore americano a Roma John R. Phillips si esprime sul referendum costituzionale, affermando che la vittoria del “no” nuocerebbe alle riforme economiche. Sono parole che riflettono le posizioni della Casa Bianca ed anche opinioni assai consolidate in altre capitali alleate, come Berlino e Parigi. Ma in Italia innescano proteste e polemiche da parte di chi accusa Philips di “ingerenza”.

“La presa di posizione americana tocca in realtà un nervo scoperto italiano – scrive l’editorialista Stefano Stefanini -. Non si può guardare al nostro referendum costituzionale nell’orticello della politica romana, completamente ignari delle ripercussioni europee e internazionali. In gioco non è l’eventuale successione a Palazzo Chigi; è il futuro dell’Italia”.

L’ambasciatore Usa: se vince il no al referendum è un grosso passo indietro per l’Italia

ROMA – Se al referendum sulla riforma della Costituzione vincessero i No l’Italia farebbe «un grosso passo indietro». Lo dice l’ambasciatore Usa a Roma, John R. Phillips che annuncia così il suo endorsement a favore del referendum sulle riforme.

Secondo Philips,«quello che serve all’Italia è la stabilità e le riforme assicurano stabilità, per questo il referendum apre una speranza». Parlando ad un convegno del centro di studi americani su Brexit, l’ambasciatore Usa ha aggiunto che «molti Ceo di grandi imprese Usa guardano con grande interesse al referendum», per capire quale sarà il contesto italiano per il loro investimenti. Per questo, ha concluso, la vittoria del Si «sarebbe una speranza per l’Italia, mentre se vincesse il no sarebbe un passo indietro».

«Renzi ha svolto un compito importante ed è considerato con grandissima stima da Obama, che apprezza la sua leadership», ha poi detto John Phillips ad un incontro sulle relazioni transatlantiche ricordando che il presidente del Consiglio andrà negli Stati Uniti il 18 ottobre prossimo in occasione della cena di Stato offerta alla Casa Bianca dal presidente Usa Barack Obama.

«Io vorrei relativizzare queste parole: si tratta solo di un consiglio di un paese amico, un tratto di riflessione da non mettere al centro della discussione» commenta il guardasigilli Andrea Orlando. «Il popolo italiano – aggiunge parlando alla Festa dell’Unità di Roma – è abbastanza maturo da tenere conto di queste parole nella giusta misura».

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